Avere successo con il marketing. Come sviluppare il ragionamento e rendere utili riunioni e relazioni. Capitolo 10L’ignoranza è meno lontana dalla verità del pregiudizio. Questo è il decimo di una serie di articoli tutti mirati a illustrare i vantaggi per l’impresa di un forte orientamento al marketing. Per il capitolo 9 clicca qui.
La pianificazione strategica, lo sviluppo di un progetto di comunicazione, la decisione di avviare un nuovo business si sviluppano tutti attraverso una serie di attività, quali: riunioni con la struttura aziendale, redazione delle ricerche e dei piani di marketing, discussioni e modifiche ai piani, compilazione di questionari, incontri con gli stakeholder, tutte azioni che comportano discussioni, analisi, scelte; in quest'ultimo articolo sul marketing mostrerò come sia possibile rendere queste attività più proficue. Spesso, infatti, il risultato di queste attività risulta sterile e non porta a risultati o decisioni di cui i protagonisti restino soddisfatti. Infatti, durante le discussioni si perde spesso una grande quantità di tempo e, per di più, l'argomento non viene analizzato esaurientemente, perché ognuno dei partecipanti o è interessato alla difesa delle proprie posizioni oppure è influenzato dal proprio modo di affrontare un problema (atteggiamenti ottimistico, pessimistico, legato ai dati, creativo, ecc.). Il metodo viene adottato da molte tra le maggiori aziende del mondo, Ntt, Ibm, Exxon, Hoechst, Kodak, Prudential, in Italia, Montedison, Marzotto, Zegna, Coin, e alcuni ministri della pubblica istruzione, consci dei limiti che esistono alla capacità di utilizzare al massimo le potenzialità del pensiero, hanno introdotto nel loro paese come materia di studio "La ricerca cognitiva". Ricordiamo che durante lo svolgimento di un tema i nostri professori di italiano ci esortano a esprimere le conclusioni nelle prime righe, per dedicare il resto dello svolgimento ad argomentare quelle conclusioni; il pensiero è richiesto per fornire puntelli non per esplorare. Come detto, l'uso dei cappelli è uno stratagemma psicologico adottato per convincere i protagonisti di una discussione o gli estensori di un piano che se indossano il cappello bianco è come se recitassero la parte del pensatore con il cappello bianco e così per il giallo o per il verde; la prima funzione, quindi dell'uso del cappello è quella della recitazione di un ruolo. «Il nostro cervello è stato progettato per essere brillantemente non creativo, cioè per costruire schemi e servirsene in ogni occasione in cui tali schemi possano essere utili, ma, come tutti i sistemi auto-organizzati, presenta lo svantaggio di restare legato alla sequenzialità delle esperienze che hanno permesso di costruire quegli schemi». La seconda funzione dell'uso dei cappelli è quella di liberarsi dagli schematismi per dirigere l'attenzione sui diversi modi di affrontare un problema. La terza funzione è la convenienza a chiedere a noi stessi e agli altri di cambiare registro, di smettere, ad esempio, di essere negativi, per cercare di essere costruttivi o creativi: di cambiare la «chimica del cervello». Infine la quarta funzione è quella di stabilire le regole del gioco della discussione o di qualsiasi attività che richieda l'uso del pensiero; se tutti conoscono le regole, il pensiero scorrerà fluido, si eviteranno perdite di tempo e, probabilmente, si conseguiranno gli obiettivi che gli interlocutori si erano prefissati. La tecnica messa a punto da De Bono aiuta a sfruttare le capacità di pensiero delle persone. 1 Il modello dei sei cappelli per pensareIl ruolo primario del cappello per pensare è quello di poter indossare cappelli di sei colori diversi e di recitare il ruolo indicato dal colore del cappello. L'Io si sente in pericolo, ma, protetto dal ruolo, si impegna a recitare ciò che gli è stato assegnato. Il pensiero risulta quindi il prodotto della parte che ciascuno sta recitando, e non del proprio Io. 1 Il cappello bianco. Pensate ad un computer che fornisce dati e informazioni che gli vengono richieste, il computer è imparziale e obiettivo, non offre interpretazioni, non esprime opinioni; quando indossa il cappello bianco il pensatore deve imitare un computer. Durante una discussione, come nella redazione di un piano o di una ricerca di marketing o di un business plan, è frequente trovare mescolati, informazioni, opinioni, sensazioni «il nostro nuovo prodotto non si vende perché abbiamo la sensazione di aver sbagliato la campagna pubblicitaria». Tempo fa negli Usa fu intentata una gigantesca azione legale contro la Ibm; l'azione finì nel nulla perché la Ibm fornì all'antitrust una mole di sette milioni di documenti contenenti freddi dati e informazioni; la morale della storiella insegna la necessità di formulare domande precise e circostanziate in modo di poter ottenere informazioni e dati gestibili. È opinione corrente che le emozioni ostacolino il pensiero; è invece importante tenerne conto perché decidere resta sempre, comunque, una questione emotiva. Una volta costruite le mappe del pensiero su un dato problema, la scelta del percorso è determinata dai nostri giudizi e dalle nostre emozioni. Questi, d'altra parte, sono il risultato di un complesso di fattori non quantificabili, l'inviluppo delle esperienze di una vita: in un imprenditore, ad esempio, si sviluppa il "senso dell'opportunità", in un venditore il "fiuto sul valore di un prodotto", in un pubblicitario "la sensazione del successo di una campagna". L'autore ricorda che alcune proposte vincenti, di progetti presentati da organizzazioni statunitensi a gare lanciate da Istituzioni internazionali, contenevano un paragrafo nel quale gli autori illustravano l'entusiasmo con il quale avrebbero realizzato il progetto. 3 Il cappello nero. Oggetto specifico del pensiero con il cappello nero è la valutazione negativa; con il cappello bianco vengono presentati i fatti, con quello nero li si mette alla prova Per tornare all'inquisizione è la posizione dell'avvocato del diavolo, che difendeva il reo di eresia, davanti ai fatti "certi" portati dagli inquisitori. Con il cappello nero si individua, in modo obiettivo, ciò che è debole, ciò che è falso, scorretto, sbagliato o in disaccordo con l'esperienza, si additano i rischi, i pericoli, le lacune di un progetto, gli errori o le errate procedure di metodo. Il cappello nero non va visto come elemento di controversia o come un sotterfugio del pessimismo o delle sensazioni negative (da cappello rosso), ma come il tentativo di inserire con obiettività, nella mappa dell'analisi di un problema, gli elementi negativi. Il pensiero con il cappello nero è sempre logico-negativo ma non emotivo; con il cappello nero vanno fornite ragioni pertinenti («l'esperienza passata mostra che, nella maggior parte dei casi, l'aumento delle vendite non compensa la riduzione dei prezzi»). 4 Il cappello giallo. Il pensiero con il cappello giallo è costruttivo, concerne cioè le valutazioni positive come quello nero concerne le valutazioni negative. Il pensiero con il cappello giallo, fondato su una base logica, valuta guadagni e benefici, offre suggerimenti e proposte concrete, è connesso alla fattibilità e alla realizzabilità, è speculativo, è teso alla ricerca di opportunità e allo sfruttamento di occasioni, è in grado di proporre correzioni agli errori riscontrati con il cappello nero, il suo obiettivo è l'efficienza. L'analisi dei "se" è uno degli aspetti speculativi da cappello giallo. Se il cappello bianco ha messo in evidenza, in modo neutrale, alcuni aspetti positivi di un certo problema, il cappello giallo, deliberatamente, cercherà gli strumenti per sfruttare quegli aspetti positivi in modo costruttivo. La fase successiva a quella del cappello verde deve essere quella del cappello giallo. Fase che comprende la valutazione positiva, la ricerca di vantaggi e benefici, lo sviluppo costruttivo dell'idea. Segue il pensiero con il cappello nero, al fine di analizzarne i limiti; ancora il cappello giallo per individuare gli strumenti necessari per superare quei limiti. In ogni fase si può ricorrere al cappello bianco per poter disporre dei dati oggettivi e neutri, necessari per valutare l'idea. Con il cappello rosso, infine, dobbiamo valutare se abbiamo sufficiente entusiasmo da spingerci a realizzare l'idea. Se non c'è sufficiente entusiasmo è difficile che una nuova idea possa essere condotta a buon fine. 6 Il cappello blu. È adibito al controllo, il pensatore organizza cioè il pensiero necessario per esplorare un argomento. Il pensatore con il cappello blu è il direttore d'orchestra, individua e mette a fuoco i problemi, impone l'indice dei documenti di programmazione, definisce gli obiettivi che devono essere raggiunti e gli argomenti che dovranno essere affrontati, formula le domande, controlla il rispetto delle regole del gioco, impone l'adozione del ragionamento a mappatura; in un certo senso sviluppa e personalizza il software necessario per la funzione del pensiero attorno ad un dato problema. Successivamente provvede alle sintesi, ai quadri d'assieme, alle conclusioni. Questo tipo di funzione è attiva all'inizio del processo, durante e alla conclusione. L'uso dei sei cappelli è, come già detto, uno stratagemma psicologico, ma, da quanto si è visto, l'uso del pensiero secondo mappature, dovrebbe diventare una consuetudine in ogni meeting, discussione, documento programmatico che coinvolgano in qualche modo la gestione di un'impresa. Si è detto che l'impresa moderna poggia più sulle risorse umane e sull'intelligenza, che sui beni materiali; ebbene queste risorse umane e queste intelligenze devono anche essere messe in condizioni di sfruttare al meglio il proprio potenziale intellettuale. 2. Modelli fisici del pensieroMolti studiosi dell'analisi cognitiva hanno descritto il modo in cui le reti nervose del cervello consentono alle informazioni in arrivo di organizzarsi in una sequenza di stati, temporaneamente stabili, che si susseguono in modo da formare, appunto, una sequenza. In definitiva si crea un sistema in cui l'informazione in arrivo determina una sequenza di attività; con il passare del tempo questa sequenza di attività diventa una sorta di percorso o modello preferenziale. Una volta stabilizzatisi, questi percorsi sono estremamente utili perché ci consentono di riconoscere "le cose"; ogni volta che viene fatto scattare un percorso noi lo seguiamo e vediamo le cose o agiamo in funzione delle esperienze precedenti. Ogniqualvolta osserviamo il mondo, noi siamo pronti a vederlo in funzione dei nostri modelli preesistenti; proprio in questo sta la forza e l'utilità della percezione. Giova sottolineare la grandiosità di questa capacità delle reti neuronali del cervello di formare e utilizzare modelli; senza questa capacità la vita sarebbe impossibile; questa capacità ci consente di compiere tutte le nostre azioni giornaliere alla velocità da noi voluta. D'altra parte, se il modello non desse luogo ad alternative di percorso l'analisi delle informazioni non potrebbe mai produrre idee nuove; il cervello sarebbe preparato a vedere solo ciò che è abituato a vedere. D'altra parte queste alternative di percorso non possono essere troppo facili e frequenti altrimenti ogni nostra azione incontrerebbee troppi bivi da superare. Il pensiero laterale, che permette di liberarsi dagli schemi logici prefissati, è una tecnica che può essere appresa, ma che, spesso, è il frutto di una innata disponibilità, spesso associata alla capacità di formulare paradossi e provocazioni logiche. Bibliografia 1. De Bono vuole essere originale e introduce la tecnica del cappello, ma possiamo tranquillamente chiamarla la tecnica delle maschere, tecnica ben nota agli esperti della comunicazione. Eugenio Caruso 15 aprile 2009 Tratto da Eugenio Caruso Il circolo virtuoso impresa-mercato, Tecniche Nuove2004 |
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