Gli indici di bilancio. Bilancio di impresa N. 7La ragione è condannata a porsi degli interrogativi ai quali sa di non poter rispondere Seguito di Bilancio d’impresa N.1 (I principi generali del bilancio), Bilancio d’impresa N. 2 (Lo stato patrimoniale), Bilancio d’impresa N. 3 (Il conto economico). Bilancio d’impresa N. 4 (La nota integrativa), Bilancio d’impresa N. 5 (Le altre relazioni del bilancio), Bilancio di impresa N. 6 (Il bilancio consolidato).
Gli indici di bilancio o ratios, che si ricavano dal rapporto tra poste dello stato patrimoniale e/o del conto economico, sono indicatori che consentono di ricavare alcune informazioni specifiche e il loro utilizzo può avere finalità diverse (1).
La media e grande impresa monitora con frequenza almeno semestrale l'andamento di alcuni indici finanziari per un early warning di potenziali situazioni di crisi. 1. Indici della liquiditàGli indici della liquidità esprimono la maggiore o minore attitudine dell'impresa ad operare in condizioni di adeguata capacità nel far fronte alle passività correnti (2) attraverso i mezzi liquidi provenienti dal realizzo di attività correnti (3). Gli indicatori più significativi sono:
Il current ratioo indice di disponibilità è il rapporto tra attività correnti e passività correnti, valori ricavabili dal bilancio riclassificato secondo i princìpi della liquidità - esigibilità; l'indice può essere, quindi, espresso come: Liquidità immediata + Liquidità differita + Rimanenze In genere i testi anglosassoni sostengono che valori dell'indice prossimi a 2 denotano una buona situazione di liquidità. La pratica insegna, peraltro, che valori tra 1 e 2 possono essere considerati soddisfacenti e che il grado di soddisfazione dipende, sia dal settore in cui opera l'impresa, che dai valori storici. Volendo, quindi, applicare un indice che tenga conto di queste considerazioni va analizzato il quick ratio o acid test o indice di liquidità, indice che si ottiene escludendo del tutto, dalle attività correnti, il valore delle rimanenze di magazzino: Quick ratio = Attività correnti - Rimanenze / Passività correnti Alcuni analisti sostengono che valori del quick ratio prossimi ad uno denotano una situazione soddisfacente, anche se la pratica consiglia di evitare allarmismi se l'indice è tra 0,6 ed 1. L'uso dell'uno o dell'altro indice dipende molto dal mercato in cui opera l'impresa. Nel caso in cui vi sia una forte rotazione del magazzino, come per le imprese che fanno grande uso di componenti elettronici, è preferibile il current ratio. Il terzo indice della liquidità aziendale è il rapporto tra capitale circolante netto (4) e vendite. Mentre il current ratio e il quick ratio considerano solo poste dello stato patrimoniale, questo indice considera anche poste del conto economico. Il valore delle vendite riflette, in qualche modo, il flusso di cassa operativo dell'intero sistema. Questo rapporto, quindi, collega il surplus tra attività a breve termine e passività a breve termine al cash flow operativo annuale lordo. L'indice di copertura degli interessi è il solo che utilizza valori prelevati esclusivamente dal conto economico. L'ammontare degli interessi passivi, diviso per il reddito operativo o EBIT fornisce la misura della copertura espressa in numero di volte. È interessante considerare la differenza tra questo indice e i precedenti: Gli interessi passivi, nel conto economico, sono dovuti a:
Mentre gli indici derivanti dallo stato patrimoniale considerano solo l'indebitamento totale, questo ratio tiene conto di due fattori che gli altri non prendono in esame:
Un'impresa ad alta redditività può avere una capacità di copertura degli interessi molto adeguata, anche se lo stato patrimoniale mostra un elevato grado di indebitamento. È ovvio che variazioni dei tassi di interesse hanno un forte impatto su questo indice. 2. Indici di durataQuesti indici forniscono indicazioni sul grado di liquidità - esigibilità delle attività e delle passività correnti più significative, e, quindi, sulla gestione dei flussi di capitale circolante netto. Opportunamente integrati con gli indici del paragrafo precedente consentono di approfondire la valutazione sulla liquidità dell'impresa. I giorni creditori o turnover dei crediti, sono il numero di giorni medio necessario per incassare i crediti commerciali. L'indice si può ricavare dal rapporto tra la semisomma dei crediti commerciali di inizio e fine esercizio, al netto dell'Iva, e il fatturato giornaliero. Giorni creditori = Media dei crediti commerciali : 1,2 / Fatturato annuo : 365 I giorni debitori o turnover dei debiti, sono il numero di giorni medio del credito ottenuto dai fornitori. L'indice si può ricavare dal rapporto tra la semisomma dei debiti nei riguardi dei fornitori di inizio e fine esercizio, al netto dell'Iva, e il valore giornaliero degli acquisti. Giorni debitori = Media dei debiti verso fornitori : 1,2 / Acquisti : 365 Giova segnalare che dal punto di vista teorico l'impresa dovrebbe operare per minimizzare la durata media dei crediti commerciali ed allungare la durata media dei debiti commerciali; questa politica non deve però cozzare contro una corretta gestione dell'impresa che deve tenere conto della soddisfazione dei clienti e della tendenza a fare del fornitore un partner nell'ambito del sistema degli stakeholder. I giorni magazzino o turnover del magazzino esprime la giacenza media delle scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti. L'indice si può ricavare dal rapporto tra la semisomma delle rimanenze di magazzino di inizio e fine esercizio e il costo giornaliero dei prodotti venduti nell'esercizio. Valore medio del magazzino tra inizio e fine esercizio / Costo industriale del venduto : 365 Il costo industriale del venduto è desumibile dal conto economico riclassificato a "ricavi netti e costo del venduto". Come è già stato detto, un'adeguata gestione del magazzino ha come obiettivo quello di mantenere le scorte ad un livello minimo ottimale in modo da garantire la continuità operativa e, contestualmente, da minimizzare i costi finanziari. I quozienti di durata trovano una perfetta sintesi nella durata media del ciclo di capitale circolante netto o giorni di capitale circolante nettocalcolati nel seguente modo:
A parità di condizioni, più breve è la durata media del ciclo di capitale circolante netto,migliore risulta la liquidità dell'impresa, o meglio, a parità di fatturato, più breve è la durata media del ciclo di capitale circolante netto,minore risulta l'immobilizzo finanziario. Alcuni analisti prendono in considerazione anche il turnover del capitale circolante lordo, espresso dal rapporto: Vendite e i giorni attività totali o turnover delle attività totali, espresso dal rapporto: Vendite 3. Indici della solidità patrimoniale finanziariaQuesti indici forniscono informazioni sull'equilibrio della struttura patrimoniale e finanziaria dell'impresa. Immobilizzazioni La dottrina stabilisce che la struttura patrimoniale finanziaria dell'impresa è soddisfatta quando il rapporto di copertura è uguale ad 1. Questa condizione impone che le risorse finanziarie portate dagli azionisti e dai debiti di medio - lungo periodo finanzino esattamente tutte le immobilizzazioni. La condizione ottimale sarebbe, peraltro, assicurata da un rapporto inferiore ad 1; in tal caso, infatti, una parte del capitale circolante, ad esempio una quota di magazzino, costituito da scorte che assicurano la continuità operativa, troverebbe la copertura finanziaria attraverso parte delle fonti consolidate. È anche interessante valutare il grado di copertura delle immobilizzazioni con capitale proprio, espresso dal rapporto Immobilizzazioni Un altro importante indice della solidità patrimoniale finanziaria è il rapporto di indebitamento (gearing), che mette in evidenza la proporzione tra mezzi propri e capitale di terzi a titolo oneroso e, quindi, il grado di indipendenza da terzi; l'indice è espresso dalla formula
Passività correnti + Passività fisse Il numeratore è dato dai debiti a titolo oneroso di breve, medio e lungo periodo ed è calcolato come sommatoria media dei valori di inizio e di fine esercizio. Il denominatore è dato dalla media dei valori di inizio e di fine esercizio del patrimonio netto. Ulteriori informazioni sulla struttura finanziaria dell'impresa possono essere fornite dal grado di rigidità dei finanziamenti di terzi e cioè dal seguente rapporto Debiti a breve Quest'indice va letto in stretta relazione con la composizione dell'attivo patrimoniale al fine di individuare eventuali squilibri finanziari ed apportare azioni di ristrutturazione del debito che consentano di ridurre gli oneri finanziari. Per valutare, infine, i rischi legati alle passività finanziarie un ulteriore approfondimento può essere condotto dall'analisi del rapporto di copertura finanziaria, calcolato tramite la seguente formula Margine operativo lordo che esprime la capacità dell'impresa a remunerare il capitale di terzi nel medio periodo sotto forma di oneri finanziari e rate di debiti in scadenza. 4. Indici della redditività operativa e netta.Gli indici della redditività aziendale sono quelli più usati per valutare la capacità dell'impresa a remunerare in modo soddisfacente il capitale investito. Per i soci investitori l'indice della redditività del capitale investito è rappresentato dal Roe (Return on equity), espresso dalla formula ove il patrimonio netto è calcolato come media dei valori di inizio e di fine esercizio. Questa informazione è ottenuta grazie al Roi (Return on investment), espresso dalla formula Roi % = Reddito operativo / Capitale investito netto medio Il reddito operativo o utile operativo o margine operativo netto o EBIT (Earnings before interests and taxes), come risulta dal conto economico riclassificato a "ricavi e costi del venduto" rappresenta il risultato della gestione operativa ottenuto attraverso l'impiego delle risorse aziendali. Il denominatore è rappresentato dalla media del capitale investito netto (Cin) tra inizio e fine esercizio, come risulta dallo stato patrimoniale riclassificato a "capitale investito netto” (6). Al fine di ricavare un indice che esprima la redditività netta del capitale investito, è necessario che il numeratore rappresenti il reddito operativo al netto dell'imposizione fiscale. Per un approfondimento dell'analisi del Roi è possibile riformulare l'indice con la seguente formula Roi % = Mol - Quota ammortamento / Capitale investito medio lordo - Fondi ammortamenti in tal caso il Roi dipende dalla dinamica del margine operativo lordo, dalle politiche di investimento e dalle correlate politiche di ammortamento. Dopo queste necessarie osservazioni si può pervenire ad un indicatore più significativo Roi % = Margine operativo lordo / Capitale investito medio lordo tale rapporto non risente della politica degli ammortamenti e offre valori stabili in presenza di tassi elevati di sviluppo degli investimenti. Il Roi può essere anche espresso mediante la formula di Du Pont, come prodotto tra l'indice di redditività delle vendite e l'indice di rotazione del capitale investito Roi = RO x F = RO RO = Reddito operativo Un altro indice della redditività è il valore del costo medio del denaro a prestito o Rod (Return on debts), espresso dal rapporto: Oneri finanziari Il margine operativo lordo, cioè il valore che si ottiene sottraendo dal fatturato i costi operativi (esclusi ammortamenti e accantonamenti), consente di collegare l'aspetto economico con quello finanziario della gestione. Di norma il MOL è rapportato alle vendite e si ottiene il margine operativo sulle vendite, che consente confronti con aziende omogenee. MOL Un altro indice di redditività delle vendite è il ROS (Return on sales), espresso da: Reddito operativo Un altro indice di redditività molto importante è l'incidenza degli oneri finanziari sul fatturato (7): Oneri finanziari la sua importanza deriva dal consentire di evidenziare quanta parte dei ricavi delle vendite è assorbita dagli oneri finanziari; si ritiene che non debbano essere superati valori tra il 6% e l'8%. 5. La leva finanziariaLa scelta che un'impresa fa di indebitarsi e di quanto indebitarsi va presa sulla base di un'attenta analisi della struttura patrimoniale e dell'effetto che esso ha sulla remunerazione del patrimonio netto. Re = (RO - i D) / E 1) La redditività del capitale complessivamente investito, al lordo delle imposte, è espressa dalla formula 2): Rci = RO / (E + D) 2) Inserendo il valore di RO ricavato dalla formula 1) nella formula 2) si ottiene la 3): Rci (E + D) -iD = Re * E 3) Esprimendo, pertanto, tutto al netto dell'imposizione fiscale si ottiene la formula che lega il Roe al Roi: Roe = Roi + D (Roi -i') / E 6) In assenza di debiti, D = 0, e a parità di reddito operativo la redditività del patrimonio netto coincide con quella del capitale complessivamente investito netto, Roe = Roi. Lo stesso vale se il Roi è pari all'onerosità dell'indebitamento. 6. Indici di rinnovamentoIl rinnovamento è inteso come la capacità dell'impresa di produrre mezzi finanziari con la gestione per poter sviluppare gli investimenti senza dover dipendere da fonti esterne. Ammortamento segnala la velocità di trasformazione indiretta degli investimenti in denaro. Il tasso di rinnovamento espresso dal rapporto Nuove immobilizzazioni indica la velocità con la quale l'impresa procede al rinnovamento delle immobilizzazioni tecniche. L'autofinanziamento non è un rapporto ma un valore numerico rappresentato da: Si ha quindi l'indice del concorso dell'autofinanziamento ai nuovi investimenti Autofinanziamento Maggiore è il concorso dell'autofinanziamento ai nuovi investimenti, minori sono i problemi finanziari dell'impresa; infatti, un'impresa che è in grado di procurarsi al proprio interno le risorse finanziarie per i nuovi investimenti non avrà problemi di liquidità. 7. Indici di efficienzaL'efficienza consiste nell'impiego razionale delle risorse; normalmente gli indici di efficienza sono rappresentati dal rapporto tra un output e un input. Il fatturato pro capite Vendite Il rendimento dei dipendenti Vendite Il rendimento delle materie Vendite Per concludere, giova notare che chiunque, un imprenditore, un responsabile, una persona terza rispetto all'impresa voglia approfondire con abbondanza di elementi lo stato di salute di un'impresa dovrà, necessariamente, fare riferimento agli indici di bilancio. Occorre ricordare che oltre all'analisi "nel tempo" sono utili anche, l'analisi "nello spazio", ovvero il confronto degli indici tra aziende concorrenti (benchmarking), e l'impiego di dati standard settoriali. Tab. 1 Sintesi degli indici
NOTE
Eugenio Caruso Tratto da Come preparare e leggere un bilancio. |
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
www.impresaoggi.com | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||