Impara a sopportare qualsiasi cosa la sorte ti richieda.
Seneca, Lettere a Lucilio
Il “via libera” del Senato alla proposta
di legge che introduce nel nostro
codice penale i reati ambientali è un
passo avanti importante e a lungo atteso.
Si avvicina, dunque, il traguardo di rendere
le nostre normative adeguate ai sempre
più diffusi reati contro l’ambiente e la
salute dei cittadini. Un obiettivo atteso
da tempo e per cui si sono battute con
forza alcune delle maggiori associazioni
italiane, come Legambiente e Libera, che
da ultime hanno anche lanciato un appello
sottoscritto da migliaia di persone.
Crimini, quelli contro l’ambiente, odiosi e
molto pericolosi, basti pensare che stando
al rapporto Ecomafia di Legambiente
fruttano alla malavita organizzata circa 15
miliardi l’anno.
Con questo provvedimento sul
rafforzamento dell’azione penale in
ambito ambientale, nato a partire da
una mia proposta e da quelle analoghe
dei colleghi Micillo (M5S) e Pellegrino
(Sel) e che era stato approvato un anno
fa dalla Camera, si introducono nuovi
strumenti che renderanno più efficace il
contrasto alle illegalità e alle ecomafie.
La legge sugli ecoreati prevede tra
l’altro un innalzamento delle pene, il
raddoppio dei tempi di prescrizione,
l’introduzione nel nostro codice penale dei
reati di inquinamento ambientale, disastro
ambientale e traffico di materiale radioattivo.
Introduce poi il cosiddetto ravvedimento
operoso, che prevede sconti di pena per
chi provvede alla messa in sicurezza e
alla bonifica dei luoghi, e l’obbligo al
ripristino dei luoghi in caso di condanna o
patteggiamento.
Ora è importante che la Camera dia, nel
più breve tempo possibile, il “via libera”
definitivo al testo della legge così come
approvato dal Senato. Perché in futuro non
ci siano più casi Eternit o Bussi.
Le nuove norme renderanno molto più
semplice perseguire i reati ambientali,
intervenire su tragedie come quelle di
Brescia o della terra dei fuochi, e aiuteranno
a fare più rapidamente giustizia anche
nei confronti di servitori dello Stato che
hanno perso la vita indagando e facendo
il loro dovere contro la distruzione
sistematica del territorio. Penso a Roberto
Mancini, uno dei primi investigatori a
intervenire nella terra dei fuochi e che è
stato ucciso da un linfonoma a causa dei
veleni respirati durante i sopralluoghi. A
Mancini, dopo un faticoso iter, è stato
riconosciuto lo status di vittima del dovere.
Penso anche al vigile urbano Michele
Liguori di Acerra, scomparso ai primi
dello scorso anno, anche lui morto per un
tumore contratto a causa degli interventi
sistematici contro i roghi e gli sversamenti
abusivi, sempre nello stesso territorio.
Dai nuovi ecoreati una ricaduta
positiva per il rilancio
delle produzioni di qualità
Vi è un altro aspetto che mi preme
sottolineare. Questa legge servirà a
contrastare con maggiore forza la
criminalità organizzata e l’illegalità
diffusa contro l’ambiente, quest’azione
di contrasto avrà sicuramente anche
una ricaduta benefica sulla necessità di
rilanciare le produzioni di qualità e persino
le eccellenze che si trovano in territori che
spesso vengono accostati impropriamente
a siti contaminati, nonostante ci siano
decine di chilometri di distanza. Penso ai
pomodori o alle mozzarelle di bufale DOP
della Campania, oggetto di una campagna
denigratoria a fronte di accurate analisi
che ne certificano l’assoluta idoneità, penso
a prodotti e a luoghi del nord Italia, (come
di tante altre zone del paese), affiancati
genericamente, e a volte strumentalmente,
a zone a rischio.
La bonifica dei suoli e il contrasto
dell’illegalità ambientale sono strumenti
preziosi per ridare slancio e futuro a uno
dei più grandi patrimoni che ha il nostro
paese: le qualità italiane, i suoi prodotti, la
sua bellezza e la sua creatività. Perché per
uscire dalla crisi serve un’idea di futuro e di
speranza che riparta proprio dal territorio,
perché per tornare a crescere l’Italia deve
tornare a fare l’Italia.
Ermete Realacci
Presidente Commissione Ambiente
Camera dei deputati
da www.arpa.emr.it/ecoscienza
Impresa Oggi - 25 giugno 2015