Gli strumenti della comunicazione per la piccola e media impresaSe i triangoli inventassero un dio lo farebbero con tre lati. Montesquieu 1. PremessaNel dicembre 2005 è stato pubblicato, nell’ambito della collana PMI, della casa editrice Tecniche Nuove, un mio libro dal titolo Comunico, quindi esisto. L’importanza della comunicazione per la crescita dell’impresa. In quel testo ho cercato di dimostrare come sia corretto affermare che la comunicazione è l'impresa e che senza comunicazione l'impresa non esiste. In Comunico, quindi esisto vi sono, pertanto, analizzati i princìpi fondamentali della Comunicazione verso l’esterno dell’impresa, si dimostra la necessità di creare un’orchestrazione tra i vari strumenti della Comunicazione, vi è trattata la “politica della pubblicità”, in termini di come, dove e quando farla, vengono indicate le tecniche mirate, sia a relazionarsi con gli altri, al fine di creare valore, sia a comunicare allo scopo di persuadere. Si constata, infine, che, specialmente nelle PMI, questo potente strumento è, spesso, sottostimato o utilizzato in termini riduttivi. La Comunicazione è molto antica e ha preso le mosse dalla forma più elementare della comunicazione umana: l'oralità. Nel citato libro viene sviluppata sinteticamente l’evoluzione del concetto del comunicare nel corso della storia dell’uomo. Secondo i sociologi, la Comunicazione, come elemento primo dei rapporti umani, delimita la sfera di tali rapporti a quelli nei quali è sempre presente un elevato grado di libera partecipazione. Heidegger introduce un significato più ampio asserendo che: «La Comunicazione realizza la partecipazione ad una situazione emotiva comune e la comprensione propria dello stare insieme». Parallelamente alla crescita della comunicazione interpersonale iniziano anche a svilupparsi le "tecnologie" per la Comunicazione. Già le società primitive dispongono di strumenti per la comunicazione spaziale, ad esempio i fuochi, i segnali di fumo, i suoni dei tamburi, i segnali sonori e per la comunicazione temporale, ad esempio le tombe, le lapidi, le iscrizioni rupestri. Le prime forme di comunicazione di massa sono le riunioni che si tengono nelle piazze dei villaggi, al mercato, davanti al fuoco sacro o nei luoghi di culto. Nell'Ottocento, si creano le condizioni per nuovi e decisivi sviluppi nella tecnologia del disegno, della scrittura, del calcolo e della stampa, grazie alle seguenti invenzioni:
Queste invenzioni rendono più veloce ed economica la produzione, riproduzione e diffusione di parole, numeri e immagini. Tra la fine dell'ottocento e gli inizi del novecento i media a stampa devono fronteggiare la concorrenza di un nuovo medium, le onde elettromagnetiche. Da un punto di vista gnoseologico, volendo approfondire un discorso sulla Comunicazione e sui media, non si può fare a meno di commentare le teorie di Marshall McLuhan. Il messaggio di un medium è nel mutamento di proporzioni, di ritmo, di abitudini o di schemi che introduce nei rapporti umani. L'alfabeto fonetico e il papiro, indipendentemente da come essi vengono usati, segnano la fine della burocrazia del tempio e del monopolio della conoscenza e del potere da parte dei sacerdoti. L’alfabeto, con la sua semplicità, e il papiro con la sua leggerezza e trasportabilità si associano facilitando i processi di apprendimento, e velocizzando il trasferimento delle informazioni e delle notizie. I romani furono in grado di tenere unito l’impero, fondamentalmente, grazie alle strade e alla scrittura. La decisione, presa da Costantino, di acquartierare le legioni nelle città e non più nei castra, veri e propri opifici dell’impero, portò all’abbandono delle strade e al definitivo declino dell’impero (5). Con lo sviluppo della stampa è, ancora, il medium, indipendentemente dai contenuti, che trasforma una società feudale e chiusa nella società aperta della borghesia e degli intellettuali, che esalta l'individualismo e il nazionalismo. La stampa libera, infatti, enormi energie psichiche e sociali staccando l'individuo dal gruppo tradizionale e tribale, fornendo, nello stesso tempo, un modello di aggregazione basata sull'omogeneità linguistica. (1) Termine anglosassone entrato nel linguaggio del mondo dell’impresa, gli stakeholder sono tutti i soggetti con i quali l'impresa deve costantemente confrontarsi per raggiungere i propri obiettivi di mercato, e cioè: dipendenti, clienti, fornitori, banche, pubblica amministrazione, distributori, media, associazioni ambientaliste, associazioni consumatori, sindacato. (2) Medium (plurale media) è voce anglosassone di origine latina che sta ad indicare ogni strumento di comunicazione, ogni materiale usato nella comunicazione, ogni mezzo espressivo nei lavori artistici o grafici. (3) Per una breve, ma esaustiva, storia della stampa si suggerisce di visitare il sito www.storiadellastampa.unibo.it (4) Giova ricordare che è stato proprio McLuhan ad introdurre il concetto di "villaggio globale". (5) Questa può essere considerata una concausa della fine dell’impero romano, ma gli storici sono abbastanza concordi nell’affermare che la decisione presa da Costantino segna l’avvio del Medioevo. 2. Come avviare un piano di comunicazioneDopo l’uscita del libro, Comunico, quindi esisto. durante una discussione sui temi, appunto, della Comunicazione l’editore di Tecniche Nuove mi fece la seguente domanda «Supponi di aver convinto i tuoi lettori sull’importanza della comunicazione d'impresa. Non è forse il caso di illustrare, in modo operativo, cosa deve fare, nella pratica, l’imprenditore di una piccola impresa per comunicare?». Se in Comunico, quindi esisto ha posto le basi per comprendere cosa rappresenti per un’impresa la comunicazione in termini di valore, qui vengono poste le fondamenta per esercitare concretamente l’esercizio della comunicazione. Il lettore scoprirà che un buon piano di comunicazione presenta una serie di caratteristiche:
E’ importante sottolineare che gli strumenti ritenuti più adeguati per la comunicazione della PMI sono i seguenti.
A volte anche la PMI utilizza altri strumenti,come:
ma questi interessano una percentuale minore delle piccole e medie imprese e, per lo più, le aziende commerciali. Non si può trascurare la condizione che il piano di comunicazione, anche per una piccola e media impresa, soddisfi il sistema di attese relativo ai seguenti fattori.
In riferimento al tema della consonanza d’immagine, qualora l'immagine di prodotto si discosti, o sia in opposizione alla immagine ideale che ne ha il cliente, può nascere dissonanza cognitiva rispetto all'intenzione di acquisto del prodotto. La vicinanza dell'immagine del prodotto all’archetipo idealizzato dal cliente-target diviene un fattore di successo della comunicazione aziendale. Al contrario, l'associazione del prodotto o dell’impresa a un'immagine indesiderata, o a comportamenti considerati negativamente dal cliente-target (ad esempio, poca professionalità da parte dei venditori, ritardi nelle consegne, recupero crediti assillante), sono in grado di deprimere persino l'intenzione di acquisto di prodotti giudicati dal cliente intrinsecamente validi. In ogni tipo di esperienza di acquisto è possibile individuare due componenti: una componente tecnica legata alla prestazione in sé, e una componente relazionale costituita dal rapporto umano che si instaura tra acquirente e venditore. In altre parole, la soddisfazione verso il prodotto si trasforma in soddisfazione verso l'esperienza di acquisto, intesa nella sua globalità: qualità e imballaggio del prodotto, prestazioni percepite durante l'utilizzo, chiarezza delle istruzioni, capacità di rassicurazione da parte della forza di vendita, rinforzi positivi nel post-vendita, garanzie, rapporto interpersonale con i rappresentanti dell'azienda, soddisfazione per il prezzo. A livello di prodotto è possibile identificare, quindi, due componenti.
Le relazioni hanno un alto impatto emotivo. In molte situazioni di acquisto ad alto coinvolgimento, il cliente può restare colpito più dalle componenti relazionali del venditore che non dalle componenti tecniche del prodotto. Un atto di scortesia del venditore difficilmente verrà rimediato da una buona prestazione di prodotto. Proprio a causa della crescente uniformità tecnica di fondo, la competizione si sposta dalla differenza sul prodotto alla differenza sulla comunicazione e sulla relazione tra fornitore e cliente. Realizzare prodotti discreti o ottimi non rappresenta più il solo traguardo per l'impresa che punti al vertice della competitività. Il traguardo si sposta verso l'immissione nel prodotto di caratteristiche in grado di avvicinarlo al "prodotto ideale" e di componenti relazionali, uno stato di qualità basato su caratteristiche, che a volte il cliente riesce a percepire solo in maniera inconsapevole. Il modello consente un allargamento del concetto di customer satisfaction. Ne consegue che anche la politica della qualità, così come viene contemplata oggi dalle imprese, richiede una sostanziale trasformazione, passando da un focus, molto orientato al prodotto, per dirigersi verso un nuovo modello basato su una comunicazione che sia in grado di far affiorare nel cliente bisogni che sono o ancora latenti o a livello di percezione. Infine osserviamo come decolla normalmente un piano di comunicazione. L’esperienza mi porta ad affermare che quando l’imprenditore di una PMI prende questa decisione, e ha già in mente di quale strumento della comunicazione servirsi, ha due alternative:
Nel primo caso l’imprenditore si troverà a confrontarsi con professionisti generalisti che potrebbero avere qualche difficoltà nel capire le reali esigenze dell’impresa, nel secondo caso il rischio sta nella marcata specializzazione del professionista prescelto. In ogni caso l’imprenditore dovrà farsi carico di seguire accuratamente l’evolvere del piano di comunicazione e monitorarne l’efficacia, cercando di capire quali miglioramenti delle performance aziendali possano essere attribuiti al piano di comunicazione. 3. La rivista specializzataFino a qualche decennio fa, gli editori della stampa specializzata avevano come obiettivo primario quello della raccolta pubblicitaria, pertanto, l’azione di marketing più importante, per essi, era relazionarsi con gli imprenditori.
Sullo stesso piano della comunicazione informativa/formativa possiamo porre i libri e i manuali tecnici. 4. Fiere e mostreNel programmare un piano di comunicazione per una piccola e media impresa, dopo aver messo a punto una solida presenza sulle o sulla rivista di settore, al secondo posto pongo, senza esitazioni, la partecipazione a fiere e mostre (6) . Giova, tra l’altro, notare che spesso le maggiori case editrici, proprio allo scopo di offrire un servizio completo alle piccole e medie imprese, sono in grado di organizzare eventi fieristici. Se è pur vero che per molte imprese l’evento fieristico è il terminale più importante dell’attività commerciale, chi ragiona in quei termini non si rende conto che tali partecipazioni sono importanti perché consentono di raggiungere una serie di obiettivi fondamentali per l’impresa che pochi altri strumenti consentono. Gli obiettivi, che si possono sintetizzare nel “comunicare al mercato la propria esistenza” sono, principalmente i seguenti.
Questo elemento della comunicazione d'impresa è certamente uno dei più sfruttati dalle PMI che sono consapevoli dell’importanza della comunicazione, perché, a costi non molto sostenuti, consente di inviare una serie di messaggi a clienti e concorrenti.
5. InternetVi sono due caratteristiche che rendono Internet diverso da qualsiasi altro strumento della comunicazione: l’interattività e la struttura ipertestuale. L’interattività nasce dalla presenza delle persone nei nodi, l’ipertestualità nasce dalla particolare organizzazione delle informazioni.
La Rete è fondamentalmente un tessuto di relazioni. Pertanto, o vengono create, coltivate, sviluppate relazioni umane di reale utilità e significato, o è inutile essere on-line. La grande utilità della Rete sta nella possibilità di servirsene per coltivare relazioni. Occorre imparare a gestire rapporti diretti con interlocutori attivi ed esigenti, basati su una progressiva costruzione di reciproca conoscenza e fiducia. È per questo motivo che non sono ben accolti dai navigatori in Internet quei siti che al primo approccio ti sottopongono ad un vero e proprio interrogatorio, mirato a realizzare un profilo preciso del navigatore al fine di valutare le caratteristiche dei suoi bisogni, oppure quei siti dei quali non si comprende immediatamente cosa possano offrire al navigatore.
6. Convegni ed eventiQuesti strumenti della Comunicazione possono essere assimilati alla voce generica di relazioni pubbliche, cioè a quelle iniziative della Comunicazione che si propongono di sviluppare e governare sistemi di relazioni consapevoli, programmati, interattivi e simmetrici tra l'azienda e i suoi stakeholder (10). L'attività delle relazioni pubbliche si realizza, normalmente, attivando un flusso di azioni comunicative che, per ciascun obiettivo specifico dell'impresa, si articola nelle seguenti fasi.
Ad esempio supponiamo che un’impresa abbia l’obiettivo specifico di aumentare il fatturato del 10%, in un anno; secondo le indicazioni succitate essa dovrà articolare la propria azione nelle seguenti fasi.
È necessario notare che fino ad una decina d’anni fa porsi l’obiettivo dell’aumento di fatturato era una fatto che coinvolgeva, responsabilmente, solo l’imprenditore e i suoi più stretti collaboratori. Oggi con l’impresa organizzata come una rete neuronale di soggetti diversi non è possibile raggiungere alcun obiettivo se non si opera secondo lo schema sopra indicato o, comunque, qualche schema diverso nell’articolazione, ma analogo nei principii. Le relazioni pubbliche, nel contesto della comunicazione aziendale, hanno visto, nel corso degli anni, succedersi periodi di grande sviluppo a periodi di grande depressione. La caduta di interesse, che le relazioni pubbliche vedono periodicamente, è dovuta a una causa ben precisa. Convegni organizzati ad hoc, convegni nell’ambito di manifestazioni fieristiche, eventi come incontri organizzati in occasione di importanti anniversari aziendali, conferenze d’azienda, presentazione pubblica di un personaggio noto a livello internazionale o nazionale, conferenze stampa, sono tutti strumenti della Comunicazione che consentono di invitare all’evento, indistintamente, tutti i soggetti dello stakeholder aziendale. 7. La sponsorizzazioneLa parola sponsor trae origine dal verbo latino spondeo, che significa assumere un obbligo, dare in garanzia, assicurare un aiuto, e la sponsorizzazione affonda le sue radici nell'antica Roma, quando i cittadini più influenti organizzavano i giochi dei gladiatori per guadagnare la stima e il favore dei romani. Lo sponsee, in cambio di un corrispettivo in danaro, si impegna a veicolare l'immagine del soggetto indicatogli dallo sponsor. 8. Cataloghi e depliantQuando chiedo ad un imprenditore di quali strumenti di comunicazione si serva, nel 50% dei casi, mi mostra, con malcelato orgoglio, un catalogo, una serie di depliant per singolo prodotto, una brochure illustrativa dell’impresa o del gruppo di imprese sotto il suo controllo, un sito web, stile catalogo. Generalmente, a questo punto, senza troppo infierire, faccio presente alcune considerazioni rigorosamente oggettive.
Fatte queste importanti considerazioni di principio, si può passare all’analisi dei documenti prodotti dall’azienda; nel 50 % circa dei casi i prodotti sono di buona/ottima qualità, nel rimanente 50 % dei casi essi sono di sufficiente/scarsa qualità. I difetti che si riscontrano più comunemente nella realizzazione di cataloghi, depliant, brochure o altro sono abbastanza comuni perché hanno, generalmente, la stessa matrice: non sono mirati a dare soluzioni ad eventuali problemi del cliente.
Come dicevo, una volta, circa, su quattro, capita di imbattersi in documenti ben fatti, che, sinteticamente, descrivono azienda e relativi prodotti o servizi. Si nota lo sforzo di offrire un “servizio globale e problem solving”. Le referenze sono poche, ma significative, la grafica essenziale e gradevole, le traduzioni precise e, se del caso, ancora più sintetiche secondo la tradizione tecnica anglosassone. Alcune aziende di dimensione media producono una Newsletter, generalmente di quattro facciate, e periodicità quadrimestrale o semestrale, che riporta gli avvenimenti aziendali più importanti avvenuti nel quadrimestre o nel semestre precedente. Questo tipo di pubblicazione è caduto in disuso perché ci si è resi conto di un suo limite intrinseco. La Newsletter, peraltro, è stata soppiantata dall’uso intensivo di Intranet, strumento efficacissimo per trasmettere informazioni al personale; di questo strumento parleremo nel capitolo sull’uso di Internet. 9. Trasmettere autostimaNel corso della mia personale vita professionale ho imparato a conoscere un valore aziendale che non si trova citato nella letteratura della gestione d’impresa: l’autostima. Questa caratteristica studiata e analizzata a fondo per la persona non è mai stata applicata all’impresa. Eppure, io ritengo che una delle caratteristiche che compongono il dna dell’impresa virtuosa sia la forza della propria autostima. Solo un imprenditore e un’impresa che, insieme, hanno fiducia nelle proprie capacità, nell’accezione più positiva ed ampia del termine, sono in grado, infatti, di costruire il sistema delle relazioni che costituisce oggi il valore fondante dell’impresa moderna. La stretta osservazione dei fenomeni ambientali e della loro evoluzione nonché la velocità con la quale si individuano e si comprendono sono requisiti indispensabili per il successo dell'impresa. Quanto più efficiente ed efficace è il sistema della circolazione delle informazioni, tanto maggiore è la possibilità che l'azienda sia pro-attiva, cioè capace di guidare e orientare il proprio mercato e controllare le opportunità o le minacce che potranno condizionarla. Giova osservare che, non raramente, da colloqui informali con imprenditori emerge un altro aspetto negativo, la presunzione. Essa può essere considerata l’opposto dell’autostima. Sotto l’effetto letargico della presunzione si è portati ad asserire “nella mia impresa è tutto sotto controllo, il marketing è realizzato al meglio, la comunicazione è perfetta, il personale è soddisfatto, i venditori sono i migliori sulla piazza”. La presunzione acceca e non consente di vedere che il marketing non esiste, la comunicazione è inefficace, il personale è insoddisfatto, i venditori sono scadenti. La presunzione porta a cullare la convinzione di poter contare sulla fedeltà dei clienti; giova ricordare che se un’impresa dà qualcosa di scontato offre un disservizio ai clienti che non resteranno fedeli. Un cliente resta, infatti, fedele fino all’istante in cui qualcun altro offre un servizio migliore. Tornando alla funzione della comunicazione, da quanto detto, possiamo senza dubbio affermare che un messaggio importante che l’impresa deve trasmettere è la forza della propria autostima, come valore aziendale capace di mirare all’innovazione, alla formazione continua, ad una visione positiva e creativa del mondo dell’impresa. Eugenio Caruso Per un approfondimento sulla Comunicazione si rimanda al successo editoriale: Comunico quindi esisto. (6) Occorre notare che, con il tempo, la distinzione tra fiera e mostra, nell’ambito del sistema produttivo, è andata attenuandosi. Nel passato la fiera aveva più un carattere commerciale e la mostra più un carattere informativo, oggi si tende a privilegiare il termine fiera, proprio per sottolineare il carattere commerciale di queste iniziative. Il termine mostra è rimasto legato all’ambito artistico. (7) Negli anni settanta molte Università e centri di ricerca industriali avviarono programmi di auto-istruzione basandosi sulla tecnologia dell’ipertesto ed io stesso ne diressi uno in Italia. Quei tentativi fallirono per due motivi, per la complessità del software e per l’avanzare di Internet che nel 1993, con il primo rudimentale browser, Mosaic (prima per Unix e poi per Macintosh) già mostrava le sue potenzialità per la navigazione in modalità www. (8) Il www (world wide web) poggia proprio su una struttura ipertestuale. (9) Ad esempio Shakespeare, Giulietta e Romeo, Verona, Arena, Roma., oppure, energie rinnovabili, pannelli fotovoltaici, celle, silicio, quarzo. (10) Ricordiamo che stakeholder è un termine anglosassone entrato nel linguaggio del mondo dell’impresa, e che non ha traduzione nella lingua italiana. Gli stakeholder sono tutti i soggetti con i quali l'impresa deve costantemente confrontarsi per raggiungere i propri obiettivi di mercato, e cioè: dipendenti, clienti, fornitori, banche, pubblica amministrazione, distributori, media, associazioni ambientaliste, associazioni consumatori, sindacato. (11) Evento è un’azione organizzativa che prende spunto da un avvenimento, da una ricorrenza, da una festa per richiamare l’attenzione del sistema degli stakeholder su un tema, un problema, un comportamento, un prodotto. L’evento vuole provocare, attraverso la conoscenza, il consenso o un atteggiamento favorevole verso chi lo organizza. Nell’era della televisione un fatto non è vero se la gente non vede e non sente quello che vedono e sentono gli altri. L’evento interrompe la routine quotidiana chiamando i partecipanti ad un impegno conoscitivo ed emotivo verso la motivazione “reale” che ha determinato l’evento. (12) È “obbligatorio” rivolgersi a traduttori tecnici specializzati; spesso, per risparmiare, si ricorre alla moglie di Tizio che è di madre lingua inglese. |
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