I neutrini tanto numeroso, quanto schiviChiunque non rimanga sconvolto dalla meccanica quantistica non l'ha pienamente compresa Niels Bohr Nel tempo durante il quale il lettore ha scorso queste poche parole, probabilmente, egli non sa che miliardi di neutrini hanno attraversato il suo corpo, senza averne percepito il minimo effetto. Può essere che questa affermazione possa lasciare perplessi, ma, ricordiamoci che non si sentono nemmeno le onde elettromagnetiche emesse dalla nostra radio o dal televisore, per non parlare della materia oscura o dell'energia oscura. Però quello che colpisce dei neutrini è il loro numero e il carattere molto "schivo" che rende difficile una sua precisa caratterizzazione. I neutrini ci accompagnano da sempre e sono parte dell'evoluzione del mondo naturale; probabilmente sono stati in gran parte i responsabili dell'evoluzione stessa. I neutrini, che attraversano il nostro corpo, provengono dal sole, altri da molto più lontano, da regioni remote dell'universo, altri dal nostro pianeta. Il neutrino è legato a una delle scoperte che maggiormente hanno sorpreso i fisici alla fine del XIX secolo, la radioattività. L'apparato sperimentale era costituito da un bidone di 200 litri d'acqua mescolata a cloruro di cadmio, in modo da poter sfruttare la reazione inversa del decadimento del neutrone: con creazione di un neutrone e di un positrone. Data la scarsa sezione d'urto del processo è chiaro che serve una grande quantità di protoni (cioè di acqua) per avere un segnale utile. Il positrone si annichila con un elettrone presente nell'apparato, dando luogo a due fotoni di energia totale pari alle masse delle particelle; il neutrone prodotto viene moderato dall'acqua e assorbito dal cadmio, il quale, dopo l'assorbimento, si trova in uno stato eccitato ed emette, quindi, un altro fotone. Il segnale ricercato, quindi, è composto da due fotoni di energia uguale (0,511 MeV), seguiti da un fotone di energia molto maggiore a breve distanza di tempo. L'alto flusso disponibile permetteva di avere due rivelazioni all'ora e il fondo calcolato per questo esperimento era molto minore di questo valore. L'esperimento si rivelò, quindi, concludente. Nel Modello Standard (MS) i neutrini sono ipotizzati come privi di massa. Tuttavia, esperimenti recenti suggeriscono che ciò sia falso. Infatti, flussi di neutrini possono oscillare tra i tre autostati di interazione, in un fenomeno conosciuto come oscillazione dei neutrini (che fornisce una soluzione al problema dei neutrini solari e a quello dei neutrini atmosferici). Questo, inevitabilmente, induce a modificare il MS, introducendo dei termini nuovi per soddisfare la richiesta che i neutrini siano particelle dotate di massa. Alcuni anni fa si pensava che i neutrini potessero essere ritenuti responsabili dellla materia oscura, ma con l'attuale conoscenza della loro massa possono contribuire solo per una frazione insignificante. Da esperimenti effettuati da numerose collaborazioni internazionali (tra le quali si possono citare Super-Kamiokande, Sudbury Neutrino Observatory e KamLAND), è emersa l'evidenza del fenomeno noto come "oscillazione di sapore" dei neutrini, un fenomeno che fa mutare la particella da una "famiglia" a un'altra, suggerendo che questa particella possegga una massa, così come teorizzato dal fisico Bruno Pontecorvo nel 1969. I neutrini esistono in tre "sapori" conosciuti, i muonici, gli elettronici e i tauonici, assieme ai loro antineutrini. Per il calcolo delle loro proporzioni si osserva una notevole differenza fra valori teorici e sperimentali; ad esempio sulla Terra si sono registrati solo 1/3 dei neutrini che si pensa possano essere emessi dalle reazioni nucleari del Sole. Come possibile soluzione al problema dei neutrini solari, era stato teorizzato che i neutrini mancanti fossero quelli muonici, che si erano trasformati in tauonici, molto più difficili da osservare. Dall'anno 2007 è stato eseguito un esperimento a distanza per provare questa teoria; il CERN a Ginevra genera neutrini muonici e li spara in direzione del laboratorio INFN del Gran Sasso. Su miliardi di miliardi di neutrini lanciati dal CERN e arrivati ai laboratori dell'INFN dal 2007, nel 2010 è stato osservato dagli scienziati un primo neutrino che ha oscillato da muonico a tau ma il risultato è sufficiente per suggerire fortemente che i neutrini abbiano una massa e che possano oscillare passando da un sapore a un altro. Ulteriori ricerche confermano le oscillazioni di sapore del neutrino. Nel 2012 l'esperimento OPERA del Gran Sasso ha osservato per la seconda volta una oscillazione di sapore del neutrino muonico in neutrino tauonico. Le oscillazioni osservate da neutrino muonico a neutrino elettronico, al 6 giugno 2012, sono state invece 19. Oggi possiamo affermare di essere entrati nell'era della neutrino-astronomia, grazie ai "telescopi" di neutrini come IceCube, un rivelatore con un volume di 1 km cubo posto fra i ghiacci del Polo Sud. IceCube ha osservato i primi neutrini extraterrestri e grazie a loro si potrà capire meglio cosa accade in zone remote dell'universo. Difatti i neutrini sono ottimi messaggeri cosmici poiché hanno scarsa probabilità di interagire con l'ambiente circostante e per questo trasportano intatte le informazioni dal posto in cui vengono creati fino a noi sulla Terra. Nel Modello Standard i neutrini sono pensati privi di massa, per cui l'esito di questo esperimento implica la necessità di modificare la teoria, fornendo nuove spiegazioni e iniziando nuove ricerche con tutte le possibili implicazioni in cosmologia, nell'astrofisica e nella fisica delle particelle. RICAPITOLANDO I neutrini non hanno carica elettrica e, a differenza degli elettroni, non sono quindi soggetti all'interazione elettromagnetica, non hanno neanche carica di “colore”, dunque non risentono nemmeno dell'interazione forte. L'interazione gravitazionale è, da parte sua, comunque trascurabile. I neutrini interagiscono e vengono creati solo in virtù dell'interazione debole. L'interazione debole è circa 10.000 volte più debole di quella elettromagnetica. Ciò spiega la piccolissima probabilità di interazione dei neutrini con la materia (che aumenta linearmente con l'energia): la sua sezione d'urto è di 10^-38 cm2 a 1 GeV. I neutrini vengono dal Big Bang, dalle stelle (e dal nostro Sole), dai raggi cosmici, dalla nostra stessa Terra e dagli animali (uomo incluso), dalle centrali nucleari e dagli acceleratori di particelle. Una grande quantità di neutrini fu prodotta nel Big Bang. L'Universo, da allora, si è espanso enormemente nel corso di 15 miliardi di anni. Di quei neutrini, circa 330 si trovano in ogni centimetro cubo dell'Universo attuale! GALASSIE, STELLE, PIANETI E LA NOSTRA TERRA SONO IMMERSI IN UNA NUBE DI NEUTRINI FOSSILI! Il Sole produce circa 10^38 neutrini al secondo; di essi, circa 60 miliardi al secondo attraversano ogni centimetro quadrato dellasuperficie terrestre, e l'energia di questi neutrini è dell'ordine del MeV (minore di 20 MeV). Le "combustioni" che tengono acceso il sole; la prima emette un neutrino. La radiazione elettromagnetica interagisce con il nostro corpo e vi deposita la sua energia (calore). I neutrini hanno una bassissima probabilità di interazione e ci trapassano senza rilasciare energia (per fortuna!). Ogni secondo, un uomo è attraversato da: 40.0000 miliardi di neutrini provenienti dal Sole; 50 miliardi di neutrini dalla radioattività delle rocce terrestri; da 10 a 100 miliardi di neutrini provenienti da tutte le centrali nucleari mondiali. Ma attenzione: il corpo umano contiene circa 20 mg di Potassio 40, che è beta-radioattivo: quindi, noi stessi emettiamo circa 340 milioni di neutrini al giorno, che ci lasciano alla velocità della luce e si perdono nell'immensità dell'Universo! La scoperta del neutrino avvenne più di 20 anni dopo la sua teorizzazione. Un reattore nucleare è un notevole produttore di (anti)neutrini: ne produce circa 5 × 10^20 per secondo! Un rivelatore posto nei pressi del reattore permette di osservare i frutti dell’interazione dei neutrini con la materia stessa del rivelatore. In particolare, i neutrini si identificano attraverso la rivelazione “in coincidenza” di un positrone e di un neutrone, la reazione inversa del decadimento beta.
Schwartz, Lederman e Steinberger ottennero il premio Nobel per il loro esperimento del 1962 all'acceleratore di Brookhaven, che mostrò appunto che da un fascio di neutrini “mu” vengono prodotti muoni e non elettroni. Questa fu la prova che il neutrino elettronico è una particella diversa dal neutrino muonico. I neutrini “mu” vennero prodotti facendo decadere i pioni a loro volta generati nell’interazione di protoni con un bersaglio. Il rivelatore era una grande camera a scintilla, in grado di evidenziare la lunga traccia penetrante del muone prodotto dal neutrino “mu”. 1973 Scoperta delle correnti neutre indotte da neutrini L'interazione dei neutrini con la materia determina la creazione del leptone carico partner del neutrino. Si parla in questo caso di correnti cariche, che avvengono attraverso lo scambio di una particella mediatrice: il bosone W+ o W- : Tuttavia, la teoria di unificazione tra le interazioni elettromagnetiche e deboli sviluppata da Weinberg, Glashow e Salam prevedeva l'esistenza delle cosiddette correnti neutre, nelle quali il neutrino rimane tale e il mediatore è un bosone carico (la particella Z0): Le correnti neutre furono scoperte nel 1973 al CERN, usando un fascio di neutrini muonici prodotti facendo decadere mesoni carichi e come rivelatore la camera a bolle Gargamelle. Una camera a bolle evidenzia le tracce delle particelle mediante una serie di piccole bollicine in un particolare gas liquefatto.
La larghezza in energia di una risonanza, ad esempio quella del mediatore delle correnti neutre Z0, è tanto maggiore quanto più numerosi sono i possibili canali di decadimento. Ciò è legato al Principio di Indeterminazione: dE x dt = costante Nell'ipotesi di tre soli neutrini, sono possibili tra gli altri i seguenti decadimenti in coppie neutrino-antineutrino: La misura effettuata al LEP del CERN ha mostrato che i punti sperimentali relativi alla misura della larghezza della Z0 sono interpolati dalla curva corrispondente a tre soli neutrini.
L'esperimento DONUT si è recentemente concluso al FERMILAB. Suo scopo era la rivelazione diretta del neutrino “tau”, identificando i prodotti della sua interazione (leptone “tau”) con un bersaglio attivo. La reazione cercata è la seguente:
Un modo per provare che il neutrino ha una massa è il seguente: verificare se esistano le oscillazioni di neutrino. Nel 1962 Pontecorvo ipotizzò che i neutrini, se dotati di una pur piccola massa, possono essere soggetti alle cosiddette oscillazioni di neutrino. Si tratta di un fenomeno quantistico. Per spiegarlo, assumiamo per semplicità che si conoscano (come ai tempi di Pontecorvo) solo due tipi di neutrino (autostati di sapore), prodotti nei processi di interazioni deboli: neutrino “e” e neutrino “mu”. Esisteranno allora anche due autostati di massa neutrino 1 e neutrino 2 . Ciascun autostato di sapore può essere espresso come combinazione lineare degli autostati di massa, e viceversa. Secondo le leggi della Meccanica Quantistica , se un dato autostato di sapore (diciamo un neutrino “mu” ) viaggia nello spazio, i due autostati di massa che “ lo compongono” si propagheranno come onde con frequenze diverse, i cui valori dipendono delle masse 1 e 2. Si crea quindi un fenomeno di interferenza per il quale periodicamente si passa dall’originario neutrino “mu”, combinazione di due autostati di massa, a un ben definito autostato di massa, combinazione di due autostati di sapore: neutrino “mu” e neutrino “e”. Un rivelatore opportunamente posto potrebbe allora rivelare un neutrino “e” e non più un neutrino “mu”. Vedi il filmato. BIBLIOGRAFIALino Miramonti e Franco Reseghetti, Neutrino. La particella fantasma Franco Muzzio Editore, 2004
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