Gran parte del progresso sta nella volontà di progredire
Seneca, Lettere morali a Lucilio
La governance dei rifiuti è complessa
e articolata, investendo tutti i livelli
istituzionali, oltre che gli organismi
tecnici di supporto e controllo. Mentre
allo Stato spettano funzioni d’indirizzo e
di individuazione degli obiettivi di qualità,
alle Regioni compete la predisposizione
dei piani regionali, l’autorizzazione
all’esercizio delle operazioni di
smaltimento e recupero, la delimitazione
degli Ato (ambiti territoriali ottimali) e
la riattribuzione delle competenze delle
soppresse Autorità d’ambito.
Alle Province restano funzioni
amministrative riguardanti la
programmazione e l’organizzazione
del recupero e dello smaltimento per il
proprio territorio, nonché il controllo
periodico su attività di gestione,
intermediazione e commercio dei rifiuti.
I Comuni concorrono alla gestione dei
rifiuti urbani e assimilati attraverso la
partecipazione agli organismi di governo
locale. Ai Comuni compete anche la
definizione, con propri regolamenti,
delle modalità del servizio di raccolta
e trasporto, del conferimento e della
raccolta differenziata.
Nel processo intervengono anche Ispra
con attività tecnico-scientifiche, le
Arpa, quale strumento di supporto alle
Regioni e alle Province nell’esercizio delle
rispettive funzioni, i consorzi volontari
e obbligatori mentre l’Osservatorio
nazionale rifiuti per la verifica dei costi
di recupero e smaltimento e i livelli di
qualità dei servizi è stato soppresso e di
fatto oggi i compiti sono svolti da Ispra.
Il modello organizzativo dimostra la
grande complessità del sistema.
La situazione attuale di smaltimento
e recupero dei rifiuti in Italia ben rappresenta
la distribuzione degli impianti, nonché
la diversità di posizione delle regioni
italiane in termini di rischio emergenza.
La politica dei commissariamenti si
è tradotta in un’impennata dei costi
di smaltimento a carico dei cittadini
abbinato alla mancata realizzazione di
impianti idonei alla chiusura del ciclo
associato all’infiltrazione sistemica della
criminalità non solo in Campania, ma
anche in Calabria e Sicilia presentate
dalla Commissione d’inchiesta nella
XVI legislatura. Anche nel settore delle
bonifiche i commissariamenti non hanno
dato in generale risultati positivi, anzi si
sono spesso tradotti in contenziosi con
il Ministero competente: ciò è capitato a
Bussi sul Tirino in Abruzzo, e a Cogoleto
in Liguria.
È necessario quindi riportare il sistema
– sia nella gestione dei rifiuti, sia nelle
bonifiche – all’interno dell’ordinarietà
assegnando i Siti di interesse nazionale al
ministero dell’Ambiente.
Come gestire il ciclo integrato
dei rifiuti
Vorrei indicare per punti schematici le
azioni necessarie per intraprendere oggi
un percorso innovativo nel ciclo dei rifiuti
urbani.
1. Prevenire la produzione dei rifiuti è la
vera risposta attraverso il Piano nazionale
per la prevenzione dei rifiuti e con la
responsabilità estesa del produttore (in Italia
non applicata pienamente).
Prevenire la produzione di rifiuti da
smaltire significa impegnarsi per:
a) lo sviluppo di Ecodesign del prodotto
b) la riduzione dei rifiuti generati
dall’imballaggio e confezionamento
delle merci coinvolgendo la Grande
distribuzione organizzata e l’industria del
packaging
c) lo sviluppo del GPP (Green Public
Procurement) anche per le imprese non
pubbliche
d) premiare l’LCA (Life Cycle Assessment)
attraverso un’unica metodologia per
scegliere i prodotti meno impattanti
ambientalmente e le individuazioni delle
BAT (Best Available Technologies) per il
trattamento dei rifiuti
e) incrementare la raccolta differenziata,
che rappresenta lo strumento più
importante per favorire il riciclaggio dei
rifiuti e l’avvio della economia circolare;
forti degli importanti risultati raggiunti,
occorre continuare a svilupparla
f) migliorare la qualità del materiale da
avviare a riciclaggio, attraverso un’efficace
e continua comunicazione verso i
cittadini, una buona organizzazione
della raccolta differenziata, un sistema
di controlli e la presenza di impianti di
selezione tecnologicamente avanzati
g) superare i bacini provinciali,
consentendo di ottimizzare l’utilizzo
della dotazione impiantistica regionale,
che può essere adoperata con maggiore
flessibilità; tale superamento potrebbe
consentire anche di ottimizzare la
gestione dei flussi di conferimento dei
rifiuti verso gli impianti, con benefici
ambientali ed economici, derivanti in
particolare dalla riduzione dei trasporti
h) definire una tariffa che rappresenti
uno strumento utile per premiare i
comportamenti virtuosi e incentivare le
buone pratiche, sia per quanto concerne il
riciclaggio che per la prevenzione; vanno
previste tariffe di smaltimento diversificate
per i singoli enti locali, in base alla
quantità di rifiuto indifferenziato prodotto
per abitante equivalente e non avviato a
recupero come materia.
Per quanto concerne i rifiuti speciali e la
loro assimilazione occorre ricordare che
in alcune Regioni le istituzioni si sono
occupate anche di questi, offrendo servizi
di raccolta, trattamento e smaltimento
degli speciali tramite i gestori pubblici
dei rifiuti urbani.
Tuttavia, la conservazione delle politiche
di assimilazione deve essere regolata, al
fine di ottenere due importanti risultati:
- l’uguaglianza dei criteri di assimilazione
- l’introduzione di meccanismi di
prevenzione dei rifiuti assimilati.
Il ruolo delle Agenzie ambientali
Il ruolo delle Agenzie ambientali regionali
è molto importante, le Arpa e le Appa
svolgono in via prioritaria – anche in
collaborazione con altri organi di polizia
giudiziaria – la funzione di controllo
degli impianti di gestione dei rifiuti e
sul ciclo dei rifiuti in generale. Occorre
affidare alle Agenzie tutte le competenze
tecniche riguardo all’impatto ambientale
che possono generare eventuali impianti
di trattamento e smaltimento dei rifiuti.
Per elaborare il piano di prevenzione
è opportuno sia richiesto il supporto
delle Arpa e delle Appa in virtù delle
esperienze maturate sul GPP (Green
Public Procurament), l’applicazione del
LCA (Life Cycle Assessment) e i processi
di Contabilità ambientale.
È molto importante che sia approvata
la proposta di legge sulle Agenzie
ambientali oggi in attesa di votazione
al Senato, dopo essere stata approvata
all’unanimità alla Camera dei deputati.
In questo caso l’unica fonte ufficiale dei
dati relativi al ciclo dei rifiuti sarebbero le
Agenzie e quindi l’Ispra.
In sintesi occorre un maggior
coinvolgimento del Governo nella
pianificazione, un investimento
sull’impiantistica al Centro Sud, una
nuova governance articolata per bacini
regionali, un’Authority sui rifiuti, e una
reale copertura dei costi del servizio.
È inoltre necessario introdurre
meccanismi di liberalizzazione per i
Consorzi obbligatori, una semplificazione
normativa e un maggior controllo ex post.
Occorre affrontare il tema delle garanzie
finanziarie per chi gestisce discariche ed
è indispensabile un sistema dei controlli
più efficace, oltre che il coinvolgimento
dei cittadini. A questo proposito mi piace
riportare una frase tratta da L’assalto alla
ragione di Al Gore nel 2007:
“Per avere una democrazia compiuta
nel mondo contemporaneo senza togliere
nulla all’importanza dell’istruzione è
fondamentale l’interconnessione della
cittadinanza. Una cittadinanza ben
interconnessa è formata da uomini e donne
che discutono e dibattono idee e progetti,
verificando continuamente la validità delle
informazioni e delle impressioni ricevute gli
uni dagli altri, al pari di quelle ricevute dal
proprio governo. Nessuna cittadinanza può
essere ben informata senza un flusso costante
di oneste informazioni e senza la possibilità
di partecipare a pieno titolo alla discussione
delle scelte che la società deve compiere”.
Alessandro Bratti
Deputato, presidente della Commissione
parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite
connesse al ciclo dei rifiuti
Tratto da Ecoscienza 5/15
Impresa Oggi - 1 febbraio 2016