Dati ISTAT fine 2015


Pratichiamo la virtù solo a tempo perso
Seneca. Lettere morali a Lucilio

OCCUPAZIONE
Dopo il calo di settembre (-0,2%) e ottobre (-0,2%) e la crescita di novembre (+0,2%), a dicembre 2015 la stima degli occupati diminuisce dello 0,1% (-21 mila persone occupate). Il calo è determinato dagli indipendenti (-54 mila) mentre crescono i dipendenti, in particolare quelli permanenti (+31 mila). Il tasso di occupazione, pari al 56,4%, rimane invariato rispetto al mese precedente. La stima dei disoccupati a dicembre aumenta dello 0,6% (+18 mila). La crescita riguarda gli uomini e le persone tra 25 e 49 anni. Dopo il calo registrato nei mesi precedenti (-1,0 punti percentuali tra giugno e novembre), il tasso di disoccupazione sale nell'ultimo mese di 0,1 punti percentuali, attestandosi all'11,4%. Dopo la crescita di settembre (+0,4%) e ottobre (+0,2%) e il calo di novembre (-0,1%), a dicembre la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuisce ancora dello 0,1% (-19 mila), sintesi di un calo degli uomini e di una crescita delle donne. Il tasso di inattività rimane invariato al 36,2%. Rispetto ai tre mesi precedenti, nel periodo ottobre-dicembre 2015 diminuiscono i disoccupati (-2,4%, pari a -70 mila), sono in lieve calo anche le persone occupate (-0,1%, pari a -26 mila), mentre crescono gli inattivi (+0,2%, pari a +32 mila). Su base annua la disoccupazione registra un forte calo (-8,1%, pari a -254 mila persone in cerca di lavoro), cala lievemente anche l'inattività (-0,1%, pari a -15 mila persone inattive), mentre cresce l'occupazione (+0,5%, pari a +109 mila persone occupate). Nella nota metodologica sono riportati gli intervalli di confidenza dei principali indicatori non destagionalizzati.
PRODUZIONE INDUSTRIALE
Nel mese di dicembre 2015 l'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali diminuisce dello 0,7% rispetto al mese precedente e del 3,3% nei confronti di dicembre 2014. I prezzi dei prodotti venduti sul mercato interno diminuiscono dello 0,7% rispetto a novembre e del 4,0% su base tendenziale. Al netto del comparto energetico si registrano diminuzioni dello 0,3% in termini congiunturali e dello 0,8% su base tendenziale. I prezzi dei beni venduti sul mercato estero segnano una diminuzione dello 0,5 sul mese precedente (con variazioni negative dello 0,7% per l'area euro e dello 0,4% per quella non euro). In termini tendenziali si registra una flessione dello 0,9% (-1,6% per l'area euro e -0,4% per l'area non euro). Il contributo maggiore al calo tendenziale dei prezzi dei beni venduti sul mercato interno proviene dal comparto energetico (-3,5 punti percentuali). Sul mercato estero i contributi più ampi alla diminuzione derivano dal comparto energetico e dai beni intermedi per l’area euro (per entrambi -1,0 punti percentuali), e dal comparto energetico per quella non euro (-0,6 punti percentuali). Il settore di attività economica per il quale si rileva il calo tendenziale più marcato dei prezzi è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, con diminuzioni del 12,9% sul mercato interno e del 20,7% su quello estero.
RETRIBUZIONI CONTRATTUALI
Alla fine di dicembre 2015 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 60,9% degli occupati dipendenti e corrispondono al 58,0% del monte retributivo osservato. Nel mese di dicembre l'indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,3% nei confronti di dicembre 2014. Nella media del 2015 la retribuzione oraria è cresciuta dell'1,1% rispetto all'anno precedente. Con riferimento ai principali macrosettori, a dicembre le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell'1,8% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che a dicembre presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: energia e petroli (4,4%); estrazioni minerali (4,2%); energia elettrica e gas (3,9%). Si registrano variazioni nulle nel settore delle telecomunicazioni, del credito e assicurazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione. Tra i contratti monitorati dall'indagine, nel mese di dicembre è stato recepito un nuovo accordo e uno è scaduto. Alla fine di dicembre la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 39,1% nel totale dell'economia e del 21,3% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 56,4 mesi per l'insieme dei dipendenti e di 35,0 mesi per quelli del settore privato.
FIDUCIA DI CONSUMATORI E IMPRESE
A gennaio 2016 l'indice del clima di fiducia dei consumatori, espresso in base 2010=100, aumenta a 118,9 da 117,7 del mese precedente; per quanto riguarda le imprese, l'indice composito del clima di fiducia (Iesi, Istat economic sentiment indicator), in base 2010=100, scende a 101,5 da 105,6. Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori migliorano. L'incremento risulta maggiore per le componenti personale e corrente (rispettivamente a 107,6 da 104,5 e a 113,5 da 109,1) e più contenuto per la componente economica (a 153,5 da 153,0) e quella futura (a 127,7 da 127,3). Diminuiscono lievemente i saldi delle stime sia dei giudizi sia delle attese sull'attuale situazione economica del Paese (a -25 da -24 e a 24 da 25, rispettivamente). Per i giudizi sui prezzi nei passati 12 mesi il saldo scende a -25 da -16. Quanto alle attese sui prezzi nei prossimi 12 mesi, il saldo passa a -13 da -11. Calano le attese di disoccupazione (a 1 da 2). Riguardo le imprese, il clima di fiducia scende in misura significativa nei servizi di mercato (a 106,6 da 113,9) e nel commercio al dettaglio (a 101,9 da 108,8); mostra un calo contenuto nella manifattura (a 103,2 da 104,0) e registra una lieve flessione nelle costruzioni (a 114,6 da 114,8). Nelle imprese manifatturiere peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione (a -13 da -11 e a 11 da 12, rispettivamente), mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili (a 4). Nelle costruzioni migliorano le attese sull'occupazione (a -10 da -11) ma peggiorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (a -39 da -37). Nei servizi di mercato si contraggono i giudizi e le attese sugli ordini (a 6 da 10 e a 4 da 9 i rispettivi saldi), e le attese sull'andamento generale dell'economia (a 8 da 21). Nel commercio al dettaglio peggiorano sia i giudizi sulle vendite correnti (a -2 da 12) sia le attese sulle vendite future (a 26 da 29); in accumulo sono giudicate le scorte di magazzino (a 11 da 7).

Dati Istat fine 2015

COMMENTO
La fase di moderata crescita dell'economia italiana dovrebbe proseguire. E' quanto si legge nella nota mensile Istat nella quale si sottolinea che c'è una differenza nelle prospettive economiche di famiglie e imprese. Per le prime, gli attuali livelli del clima di fiducia si associano alla crescita del reddito disponibile, cui concorre la bassa inflazione. Per le imprese non c'è ancora un generalizzato aumento dei ritmi produttivi in presenza di un peggioramento del clima di fiducia e una riduzione delle prospettive di crescita. "A sintesi di questi andamenti - si legge nella nota mensile - l'indicatore anticipatore dell'economia rimane positivo a novembre, sebbene con una intensità più contenuta rispetto ai mesi precedenti, suggerendo il proseguimento della fase di moderata crescita dell'economia italiana". Per quanto riguarda le famiglie, scrive l'Istat, "nel terzo trimestre del 2015 il potere di acquisto, misurato al netto dell'andamento dell'inflazione, è aumentato dell'1,4% rispetto al trimestre precedente. L'aumento della propensione al risparmio (+0,9%) deriva da una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici più sostenuta rispetto a quella dei consumi (1,3% e 0,4% rispettivamente)". E "le informazioni disponibili per il quarto trimestre suggeriscono il proseguimento dell'attuale fase di miglioramento dei consumi delle famiglie: a novembre il volume delle vendite al dettaglio ha registrato un rialzo (+0,3%) trainato dalla crescita degli alimentari (+0,8%). Ulteriori indicazioni positive giungono dal mode-rato aumento del clima di fiducia dei consumatori di gennaio (in controtendenza rispetto alla diminuzione registrata nell'area euro)". Peggiora attesa occupazione imprese industria gennaio - A gennaio le aspettative degli imprenditori sull'evoluzione dell'occupazione nei successivi tre mesi sono tornate a peggiorare lievemente nel settore manifatturiero e nel commercio mentre continuano a migliorare nei servizi. Nel terzo trimestre del 2015 il potere di acquisto delle famiglie, misurato al netto dell'andamento dell'inflazione, è aumentato dell'1,4% rispetto al trimestre precedente. L'aumento della propensione al risparmio (+0,9%) deriva da una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici più sostenuta rispetto a quella dei consumi (1,3% e 0,4% rispettivamente). Le informazioni disponibili per il quarto trimestre - sottolinea l'Istat - suggeriscono il proseguimento dell'attuale fase di miglioramento dei consumi delle famiglie. Incerta ripresa manifattura, anche per prossimi mesi - "L'incertezza sull'intensità della ripresa dell'attività manifatturiera è attesa estendersi ai prossimi mesi" mentre "nel settore delle costruzioni si delineano i primi risultati positivi". Lo sottolinea l'Istat nella nota mensile sull'andamento dell'economia. "I dati disponibili per il quarto trimestre del 2015 - si legge - evidenziano un'evoluzione altalenante del comparto manifatturiero" con il rallentamento di novembre di produzione industriale e fatturato (-0,5% e -1,1%) che ha "bilanciato l'aumento di ottobre (+0,5% e +1,9%)". A gennaio "il clima di fiducia delle imprese manifatturiere" è "in lieve diminuzione" con il "peggioramento dei giudizi sugli ordinativi e sulle attese di produzione". Anche la fiducia dei servizi di mercato "ha subìto una discesa condizionato dal peggioramento dei giudizi sulle attese dell'economia in tutti i principali settori. Nella grande distribuzione c'è "un significativo deterioramento dei giudizi delle vendite che determina un calo del clima di fiducia.

2 febbraio 2016

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