Chi nuoce è altrettanto debole della persona cui muoce
Seneca, Lettere morali a Lucilio
L'uso sostenibile delle risorse
è alla base delle azioni e
degli obiettivi individuati dal
settimo Programma europeo d’azione
per l’ambiente, adottato con decisione
n. 1386/2013 del 28/12/2013, e che
definisce un quadro generale delle azioni
per la politica ambientale fino al 2020
con una visione fino al 2050. Secondo
quanto dichiarato nel Programma vi è un
grande potenziale di miglioramento della
prevenzione e della gestione dei rifiuti
nell’Unione per giungere a un miglior
utilizzo delle risorse. Trasformare i rifiuti
in una risorsa richiede un’applicazione
rigorosa della gerarchia dei rifiuti. Sono
pertanto necessari ulteriori sforzi per
ridurre la produzione pro capite e la
produzione di rifiuti in termini assoluti.
A valle delle azioni di prevenzione, è
altresì necessario:
- limitare il recupero energetico di
materiali non riciclabili
- dismettere le discariche di rifiuti
riciclabili o recuperabili
- garantire un riciclaggio di elevata qualità,
laddove l’uso del materiale riciclato
non presenti complessivamente impatti
negativi sull’ambiente e la salute umana
- sviluppare i mercati per materie prime
secondarie.
In linea con la politica ambientale
delineata dal settimo Programma d’azione
per l’ambiente, la Comunicazione del
2 luglio 2014 della Commissione al
Parlamento europeo, al Consiglio, al
Comitato economico e sociale europeo e al
Comitato delle Regioni “Verso un’economia
circolare: programma per un’Europa a zero
rifiuti” COM(2014) 398 final, elenca
le azioni che la Commissione europea
intende mettere in atto nel settore dei
rifiuti per istituire un quadro strategico
favorevole all’attuazione dell’economia
circolare. Le azioni riguardano, in primo
luogo, quelle relative alla promozione della
prevenzione dei rifiuti quali la limitazione
dell’uso di materie pericolose o difficili da
riciclare; l’allungamento della vita utile dei
prodotti, la progettazione di prodotti facili
da mantenere in buono stato, da riparare,
ammodernare, rifabbricare o riciclare,
lo sviluppo di servizi di manutenzione e
riparazione, la messa in atto di incentivi
per stimolare i consumatori verso la
riduzione dei rifiuti, la promozione della
simbiosi industriale.
Per migliorare la gestione dei rifiuti e
promuovere nel contempo l’economia
circolare la Commissione prevede di:
- aumentare la percentuale di rifiuti urbani
riciclati e riutilizzati (almeno il 70% entro
il 2030)
- aumentare la percentuale di riciclaggio
dei rifiuti di imballaggio (almeno l’80%
entro il 2030, con obiettivi intermedi del
60% entro il 2020 e del 70% entro il 2025)
- vietare il collocamento in discarica dei
rifiuti riciclabili di plastica, metallo, vetro,
carta e cartone e dei rifiuti biodegradabili
entro il 2025
- invitare gli Stati membri a impegnarsi
e ad abolire quasi completamente il
collocamento in discarica entro il 2030
- promuovere lo sviluppo di mercati delle
materie prime secondarie di qualità.
Nella Risoluzione 9 luglio 2015
sull’efficienza delle risorse e transizione
verso un’economia circolare, il Parlamento
europeo sottolinea che l’Ue deve utilizzare
le risorse naturali in modo più efficiente
e che i nuovi obiettivi in materia di
riduzione dei rifiuti consentirebbero di
creare 180.000 posti di lavoro.
I parlamentari elencano poi le azioni e le
misure che la Commissione europea dovrà
inserire nella revisione della legislazione
relativa ai rifiuti entro il 2015, applicando
debitamente la gerarchia dei rifiuti. Tutte
le misure ricalcano quelle indicate nella
Comunicazione “Verso un’economia circolare:
programma per un’Europa a zero rifiuti”
citata.
La produzione e la raccolta
differenziata dei rifiuti urbani in Italia
Gli orientamenti europei fin qui descritti
sono tutti volti ad attuare una gestione dei
rifiuti, intesi sempre più come una risorsa,
in cui la prevenzione rimane la priorità
assoluta, seguita dalla massimizzazione
del riciclaggio, dal recupero energetico dei
rifiuti non riciclabili e da uno smaltimento
in discarica sempre più residuale. I dati
sulla produzione e gestione dei rifiuti
urbani in Italia nell’anno 2014, desunti dal
Rapporto Ispra 2015, delineano un quadro
non sempre coerente con le priorità
europee.
Infatti, nel 2014 la produzione nazionale
dei rifiuti urbani aumenta e raggiunge
29,7 milioni di tonnellate (+0,3% rispetto
al 2013). Tale incremento, sebbene
non elevato, evidenzia un’inversione
di tendenza rispetto al trend rilevato
nel periodo 2010-2013, in cui si era
osservata una riduzione complessiva
della produzione di circa 2,9 milioni di
tonnellate (-8,9%). L’andamento della
produzione dei rifiuti urbani appare,
in generale, coerente con il trend degli
indicatori socio-economici e in particolare
con quello dei consumi delle famiglie.
Nel 2014 si registra, infatti, una crescita
sia delle spese delle famiglie (+0,3%) che
della produzione dei rifiuti urbani, mentre
il Pil diminuisce dello 0,4%. Vale la pena
ricordare che, in attuazione dell’articolo 29
della direttiva 2008/98/UE, con decreto
direttoriale 7 ottobre 2013, il ministero
dell’Ambiente e della tutela del territorio
e del mare ha adottato il Programma
nazionale di prevenzione dei rifiuti che
fissa specifici obiettivi di riduzione della
produzione da raggiungere entro il 2020.
In particolare, riguardo ai rifiuti urbani
viene prevista una riduzione del 5% della
produzione per unità di Pil rispetto ai
dati dell’anno 2010, e una valutazione
dell’andamento dell’indicatore rifiuti
urbani/consumo delle famiglie. I dati
riferiti al 2014 dimostrano che:
- la dissociazione della produzione dei
rifiuti dalla crescita economica non risulta attuata
- le misure indicate nel Programma di
prevenzione non sono state attuate
- nuovi strumenti devono forse essere
messi in atto per raggiungere gli obiettivi
indicati.
L’incremento contenuto della produzione
dei rifiuti urbani è ascrivibile unicamente
alle regioni del Nord del paese dove, nel
2014, si assiste a un aumento percentuale
pari all’1,4% (+188 mila tonnellate); per
il Centro e il Sud, invece, si registra una
riduzione pari rispettivamente allo 0,3%
(-20 mila tonnellate) e allo 0,9% (-85
mila tonnellate).
Il pro capite nazionale è 488 kg per
abitante/anno, stabile rispetto al 2013
(+1 kg per abitante/anno). A livello
di macroarea geografica si rileva un
aumento di 7 kg per abitante/anno nel
Nord (+1,3%), e cali di oltre 2 kg (-0,5%)
e di 4 kg per abitante/anno (-0,8%) nel
Centro e nel Sud, rispettivamente.
I valori di produzione pro capite sono, nel
2014, 496 kg per abitante/anno nel Nord,
547 kg per abitante/anno nel Centro e
443 kg per abitante/anno nel Sud.
Nel 2014, la raccolta differenziata
raggiunge la percentuale del 45,2%
facendo rilevare una crescita di quasi
3 punti percentuali rispetto al 2013
(42,3%). Complessivamente si raccolgono
in maniera differenziata 13,4 milioni di
tonnellate di rifiuti, 900 mila tonnellate
in più rispetto al 2013 (+7,2%). In
particolare, nel Nord si raccolgono 7,8
milioni di tonnellate, nel Centro 2,7 e
nel Sud poco meno di 2,9 milioni di
tonnellate. Tali valori si traducono in
percentuali, rispetto alla produzione
totale dei rifiuti urbani di ciascuna
macroarea, pari a 56,7% per le regioni
settentrionali, a 40,8% per quelle del
Centro e a 31,3% per le regioni del
Mezzogiorno.
Permane, quindi, il divario fra le tre
macroaree del paese anche se un segnale
positivo è dato dal significativo aumento
delle percentuali di raccolta, rispetto
all’anno 2013, sia al Centro (+11,7%,
corrispondenti a 283 mila tonnellate)
che al Sud (+7,5%, corrispondenti a
203 mila tonnellate). Il Nord, con 412
mila tonnellate in più, fa registrare un
aumento del 5,6%.
I valori pro capite sono:
- Nord: 281 kg per abitante/anno (+15 kg
rispetto al 2013)
- Centro: 223 kg per abitante/anno (+23 kg),
- Sud: 139 kg per abitante/anno (+10 kg).
Veneto e Trentino, le migliori
performance regionali
L’analisi dei dati regionali di raccolta
differenziata mostra che le percentuali più
alte vengono conseguite dal Veneto, con
il 67,6%, e dal Trentino Alto Adige con
il 67%. Al di sopra del 60% si colloca la
percentuale di raccolta del Friuli Venezia
Giulia (60,4%) e superiore al 55% è quella
delle Marche (57,6%), della Lombardia
(56,3%) e dell’Emilia-Romagna (55,2%).
Livelli superiori al 50% si registrano in
Piemonte (54,3%) e in Sardegna (53%).
Nelle regioni del Centro, a parte l’ottima
performance della regione Marche,
l’Umbria, raggiunge una percentuale di
raccolta del 48,9%, la Toscana del 44,3% e
il Lazio del 32,7% (con un aumento di 6,2
punti rispetto al 2013).
Al Sud, l’Abruzzo fa registrare
un’ulteriore crescita raggiungendo la
percentuale del 46,1%, la Basilicata e la
Puglia si collocano, rispettivamente, al
27,6% e al 25,9%, mentre pari al 22,3% è
il tasso conseguito dalla regione Molise.
Percentuali di raccolta inferiori al 20%
si registrano, infine, in Calabria (18,6%),
e in Sicilia (12,5%). Per quest’ultima, il
livello già basso di raccolta fa rilevare una
contrazione rispetto al 2013, anno in cui
la percentuale di raccolta era del 13,3%.
I dati provinciali mostrano che, nel 2014,
ben 14 province presentano livelli di
raccolta al di sopra del target del 65%.
11 sono localizzate nel Nord Italia (5
in Veneto, 2 in Piemonte, 1 in Trentino
Alto Adige, Friuli Venezia Giulia,
Lombardia e Emilia-Romagna) 1 nel
Centro (Marche) e 2 nel Sud (Campania
e Sardegna). I livelli più elevati di raccolta
differenziata si rilevano per la provincia
di Treviso, che nel 2014 supera l’80%
(81,9%), e per quella di Pordenone, con il
76,8%. Al di sopra del 70% si collocano
anche Mantova (la cui percentuale passa
dal 69,7% del 2013 al 76,5% del 2014),
Belluno (72,8%) e Trento (71,3%).
I più bassi livelli di raccolta differenziata,
inferiori al 10%, si osservano, invece,
per le province siciliane di Enna (6,1%),
Palermo, Siracusa (entrambe al 7,8%) e
Messina (8,4%).
L’analisi dei dati relativi ai 16 comuni con
popolazione superiore a 200.000 abitanti
mostra che la percentuale media di
raccolta differenziata è pari al 33,7%, 11,5
punti in meno del valore medio nazionale
e, comunque, in crescita di 3,4 punti
rispetto all’anno 2013.
I maggiori livelli di raccolta differenziata
si registrano per Venezia, che presenta
una percentuale del 52,2% e che presenta
una crescita di quasi 11 punti rispetto al
2013 e Verona, con un tasso di raccolta
pari al 50,6%. Milano, grazie alla raccolta
spinta della frazione organica, sfiora
la percentuale del 50%, mostrando
un incremento di 7,4 punti. Padova
è al 47,9%, mentre Firenze e Torino,
raggiungono, rispettivamente, il 44,2% e
il 41,6%.
Bologna presenta una percentuale di
raccolta pari al 38,3% e Roma una del
35,2% (5,5 punti percentuali in più
rispetto al 2013), anche Bari fa registrare
un buon incremento della raccolta,
passando dal 21,4% al 27%. Napoli si
ferma al 22%, e Taranto all’11,2%; al di
sotto del 10% si collocano le percentuali
di Catania (9,3%), Palermo (8,3%) e
Messina (7,6%). I bassi livelli raggiunti
dalle città siciliane confermano il
mancato decollo di un sistema efficiente
di raccolta e gestione dei rifiuti urbani in
tutta la regione.
Anche nel 2014 la frazione merceologica
maggiormente raccolta è quella
organica (umido+verde) che supera i 5,7
milioni di tonnellate e mostra anche
l’incremento più alto rispetto al 2013
(+9,7% corrispondenti a quasi 500 mila
tonnellate). Al Nord si raccolgono 3,2
milioni di tonnellate di frazione organica
(+7,8% rispetto al 2013), al Centro oltre
1,1 milioni di tonnellate (+18,8%) e
al Sud quasi 1,4 milioni di tonnellate
(+7,3%). Il pro capite nazionale è 94
kg abitante/anno, ma con valori molto
diversi nelle tre macroaree geografiche: al
Nord si raggiungono i 116 kg abitante/
anno, al Centro i 92 kg abitante/anno e al
Sud i 66 kg abitante/anno.
La raccolta differenziata nazionale della
frazione cellulosica è di poco inferiore 3,2
milioni di tonnellate, con una crescita
del 3,4% rispetto al 2013; seguita dal
vetro con 1,7 milioni di tonnellate, e una
crescita del 6,4% e dalla plastica con quasi
1 milione di tonnellate (+4,9%). Nel 2014
tutte le frazioni merceologiche fanno
registrare un aumento dei quantitativi
intercettati alla fonte: il legno raccolto
è poco meno di 680 mila tonnellate
(+6,5%), il metallo è circa 250 mila
tonnellate, in crescita rispetto alle 241
mila tonnellate raccolte nel 2013.
I Raee (rifiuti di apparecchiature
elettriche ed elettroniche) con 213 mila
tonnellate raccolte, fanno registrare una
ripresa (+2%), dopo il progressivo calo
registrato tra il 2010 e il 2013. Per questi
rifiuti la normativa europea e nazionale
prevede specifici obiettivi di raccolta,
riciclaggio e recupero complessivo.
Per quanto riguarda la raccolta, fino al
31 dicembre 2015 continua ad applicarsi
l’obiettivo dei 4 kg abitante/anno. A
partire dal 2016 l’obiettivo di raccolta
sarà significativamente più alto e pari al
45%, calcolato come rapporto tra peso
totale dei Raee raccolti in un dato anno
e peso medio delle Aee (apparecchiature
elettriche ed elettroniche) immesse sul
mercato nei tre anni precedenti. Nel
2014, il dato di raccolta pro capite dei
Raee è pari a 3,5 kg abitante/anno, valore
poco più alto di quello del 2013 (3,4
kg abitante/anno), insufficiente per il
raggiungimento dell’obiettivo di legge.
Raccolta differenziata per regione e pro capite nel 2014
La gestione dei rifiuti urbani: la
discarica ancora molto diffusa, ma
la differenziata sale al 42%
Passando ad analizzare la gestione dei
rifiuti urbani nel 2014, si rileva che
lo smaltimento in discarica è ancora
una forma di gestione molto diffusa
interessando il 31% dei rifiuti urbani
prodotti. Tuttavia, il riciclaggio delle
diverse frazioni provenienti dalla
raccolta differenziata o dagli impianti
di trattamento meccanico biologico dei
rifiuti urbani raggiunge, nel suo insieme il
42% della produzione.
Il 17% dei rifiuti urbani prodotti è
avviato a incenerimento, mentre circa
il 2% è recuperato come combustibile
per produrre energia in impianti
produttivi, quali i cementifici. Gli
impianti di compostaggio e di digestione
anaerobica recuperano il 16% dei rifiuti
organici da raccolta differenziata; l’1%
è utilizzato, dopo adeguato trattamento,
per la ricopertura delle discariche; il
2%, costituito da rifiuti derivanti dagli
impianti di trattamento meccanicobiologico,
è inviato a ulteriori trattamenti
quali la raffinazione per la produzione di
CSS (combustibile solido secondario) o
la biostabilizzazione, e l’1% è esportato
(321 mila tonnellate).
Il 56,6% dei rifiuti esportati (182 mila
tonnellate) è avviato a recupero di
energia, il 41,6% è recuperato sotto forma
di materia (134 mila tonnellate) e solo
l’1,9% (6 mila tonnellate) è sottoposto a
operazioni di smaltimento.
Lo smaltimento in discarica – nel 2014
interessa circa 9,3 milioni di tonnellate
di RU e rifiuti derivanti dal trattamento
di rifiuti urbani – diminuisce rispetto al
2013, di oltre 1,6 milioni di tonnellate
(-14%), grazie anche all’incremento della
raccolta differenziata e del riciclaggio.
Le discariche per rifiuti non pericolosi
operative nel 2014 sono 172, 8 in
meno rispetto al 2013; gli impianti
diminuiscono al Sud di 10 unità e
aumentano di un’unità sia al Nord
che al Centro. Analizzando il dato per
macroarea geografica, si osserva una
riduzione del 6% dello smaltimento al
Nord, del 27% al Centro e un incremento
del 12% al Sud. Cresce in maniera
significativa la percentuale di rifiuti
urbani sottoposti a pretrattamento prima
della loro allocazione in discarica che
dal 58% del 2013 arriva al 70% del 2014.
Vale, tuttavia, la pena di ricordare che
l’art. 7 del Dlgs 36/2003, in conformità
a quanto disciplinato dalla direttiva
99/31/CE, consente lo smaltimento
in discarica dei soli rifiuti sottoposti a
preventivo trattamento. Nonostante ciò,
nel 2014, 2,8 milioni di tonnellate di
rifiuti indifferenziati sono state allocate in
discarica.
I rifiuti urbani inceneriti nel 2014 sono
oltre 5,1 milioni di tonnellate costituite
da circa 2,7 milioni di RU indifferenziati,
1,7 milioni di tonnellate di frazione
secca, oltre 900 mila tonnellate di
CSS. I rifiuti speciali non derivanti dal
circuito urbano sono 977 mila tonnellate
comprendenti 39 mila tonnellate di
rifiuti sanitari. Diminuiscono, rispetto al
2013, di circa 241 mila tonnellate i rifiuti
urbani trattati; anche il rapporto tra rifiuti
inceneriti rispetto ai prodotti passa dal
18,2% del 2013 al 17,4% del 2014.
Sul territorio nazionale, sono operativi
44 impianti: 29 al Nord (66% del totale)
8 al Centro e 7 al Sud; la Lombardia
e l’Emilia-Romagna presentano il
maggior numero di impianti operativi
rispettivamente 13 e 8.
Tutti i 44 impianti di incenerimento
producono energia: 32 impianti, dotati
di sistemi di recupero energetico
elettrico, hanno trattato oltre 4 milioni
di tonnellate di rifiuti e recuperato quasi
3 milioni di MWh di energia elettrica;
12 impianti, dotati di cicli cogenerativi,
hanno incenerito 2,2 milioni di tonnellate
di rifiuti, con un recupero sia di energia
termica che elettrica pari a 1,6 milioni di
MWh.
Nel 2014 sono operativi 279 impianti di
compostaggio: 179 localizzati al Nord,
44 al Centro e 56 al Sud. Il quantitativo
di rifiuti trattati è pari a circa 5,3 milioni
di tonnellate, con un incremento, rispetto
all’anno 2013, di circa 622 mila tonnellate
(+13,3%). In costante crescita anche il
trattamento dei rifiuti organici da raccolta
differenziata, che nel 2014 raggiunge 4,4
milioni di tonnellate, facendo registrare
un aumento del 16,3%. Nelle regioni
del Nord, dove si riscontrano i più alti
pro capite di raccolta della frazione
organica, si avviano a compostaggio i
maggiori quantitativi di rifiuti, oltre 3
milioni di tonnellate (pari al 69,2% del
totale trattato), in crescita di circa 608
mila tonnellate (+ 24,9%). Anche nel
Sud, dove vengono recuperate circa 650
mila tonnellate (pari al 14,7% del totale),
si registra un aumento di circa 30 mila
tonnellate (+4,7%). Nel Centro, invece,
dove i rifiuti trattati sono circa 710 mila
tonnellate le quantità si riducono di oltre
18 mila tonnellate (-2,5%). Nel 2014
sono operativi 29 impianti di digestione
anaerobica localizzati prevalentemente
al Nord (26) che hanno trattato
complessivamente 876 mila tonnellate di
rifiuti.
I rifiuti urbani sottoposti a digestione
anaerobica, 454 mila tonnellate,
registrano una flessione del 13,8%
rispetto al 2013 (circa 73 mila tonnellate).
Infine, per completare il quadro relativo
alla gestione dei rifiuti urbani, si segnala
che il recupero di materia delle altre
frazioni merceologiche dei rifiuti urbani
raggiunge quasi 7,5 milioni di tonnellate,
con una crescita di 137 mila tonnellate
rispetto al 2013 (+1,9%).
Rosanna Laraia
Ispra (Istituto superiore per la protezione e la
ricerca ambientale)
Tratto da Ecoscienza 5/15
Impresa Oggi - 3 febbraio 2016