Considera come il tempo passa velocemente e come è breve questo cammono che percorriamo così in fretta.
Seneca, Lettere a Lucilio
Sono sufficienti almeno 150 minuti a settimana di attività fisica, che sia aerobica o di intensità moderata, ovvero 20 minuti al giorno da dedicare allo sport per stare bene ed allontanare le malattie. E’ questa la raccomandazione dell’OMS-Organizzazione Mondiale della Sanità per combattere la sedentarietà.
Sicuramente non uno sforzo eccessivo, basterebbero infatti, almeno 20 minuti di sport e attività fisica tutti i giorni, per un totale di circa 150 minuti a settimana per rimanere in forma e mantenere il benessere fisico. Chiaramente non ti ritroverai un fisico scolpito, con addominali all’ultimo grido o pancia completamente piatta, tuttavia sarebbero sufficienti per farti stare fisicamente bene. Per i bambini e gli adolescenti invece, i minuti da dedicare allo sport dovrebbero essere circa 60 al giorno, con molta moderazione e sotto controllo. Sono due delle raccomandazioni emanate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con le nuove Linee guida per l’attività fisica 2016-2020 la cui edizione italiana, curata dalla Uisp (Unione italiana sport per tutti), è stata presentata a Roma. Un documento che in una sessantina di pagine elenca le politiche generali e i comportamenti individuali che dovrebbero spingere gli europei a muoversi di più.
L’Uisp chiede politiche pubbliche integrate per salute, urbanistica, ambiente e sport: in questo modo si può cambiare il volto delle città e lo stile di vita delle persone: “Promuovere la buona salute per tutti e per tutte le fasce di età attraverso la cultura del movimento, secondo le abilità di ciascuno, è l’obiettivo a cui la Uisp guarda da sempre nel coniugare attività fisica, educazione, ambiente, benessere e diritti di cittadinanza – dice Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – le strategie dell’OMS che abbiamo presentato ci incoraggiano in questo senso e ci confermano che l’impegno dell’Uisp è efficace: puntare su movimento, salute e stili di vita attivi. Chiediamo politiche pubbliche integrate e orientate a questi obiettivi”.
“Ottenere una riduzione relativa del 10% della prevalenza dell’insufficiente attività fisica entro il 2025 costituisce uno dei nove obiettivi a livello mondiale – scrive l’OMS – Inoltre, aumentare i livelli di attività fisica è un fattore importante per il raggiungimento di altri tre obiettivi mondiali:
1.ottenere una riduzione relativa del 25% della mortalità precoce dovuta a malattie cardiovascolari, tumori, diabete o malattie respiratorie croniche;
2. ottenere una riduzione relativa del 25% della prevalenza dell’ipertensione, oppure, a seconda della situazione nazionale, contenere la prevalenza dell’ipertensione;
3. fermare l’aumento del diabete e dell’obesità”.
L’inattività fisica, denuncia l’OMS “è divenuta tra i principali fattori di rischio per la salute: in Europa l’inattività è ritenuta responsabile ogni anno di un milione di decessi (il 10% circa del totale) e di 8,3 milioni di anni persi al netto della disabilità [Disability-adjusted life years, DALY]. Si stima che all’inattività fisica siano imputabili il 5% delle affezioni coronariche, il 7% dei diabeti di tipo 2, il 9% dei tumori al seno e il 10% dei tumori del colon. Inoltre, molti paesi della regione hanno visto le percentuali relative al numero di persone sovrappeso e obese aumentare negli ultimi decenni. I dati sono allarmanti: in 46 paesi (l’87% della Regione), oltre la metà degli adulti sono sovrappeso od obesi, ed in diversi casi si arriva a sfiorare il 70% della popolazione adulta”.
Quali sono i costi collettivi di questa inattività? “A livello collettivo, l’inattività non solo ha un pesante impatto negativo in forma di costi diretti per il sistema sanitario, ma ha anche un elevato costo indiretto in termini di aumento dei congedi per malattia, delle inabilità al lavoro e delle morti precoci. Si calcola che per una popolazione di dieci milioni di persone per metà insufficientemente attive, il costo dell’inattività sia di 910 milioni di euro l’anno”.
Qual è la situazione tra i giovani? “L’aumento della sedentarietà di bambini e adolescenti desta allarme. Solo il 34% degli adolescenti europei di età compresa tra 13 e 15 anni è fisicamente attivo ai livelli consigliati dalle presenti linee guida. Ciò contribuisce all’aumento dei bambini sovrappeso ed obesi in Europa, soprattutto tra le fasce socioeconomiche più deboli”. I dati raccolti dalla «Childhood Obesity Surveillance Initiative» [COSI, l’iniziativa di monitoraggio dell’obesità infantile] condotta in Europa dall’OMS dimostrano che, in alcuni paesi, quasi il 50% dei bambini di otto anni di età sono sovrappeso e oltre il 25% è obeso.
Editoriale salute
Impresa Oggi - 9 aprile 2016