Tutti si lagnano del destino che è l'unico a non ingannare nessuno
Seneca, Lettere morali a Lucilio
Che cosa significa quarta rivoluzione industriale o Industria 4.0 e come possono rispondere le aziende al forte cambiamento in atto nel settore manifatturiero? Il termine si riferisce al processo di digitalizzazione che coinvolge l’intera filiera industriale: sensori incorporati nei componenti, nel prodotto e negli impianti produttivi, sempre connessi e in grado di far crescere la produttività e la velocità di risposta alle esigenze dei mercati (si pensi, ad esempio, alla pianificazione giornaliera della produzione sulla base dei dati reali di consumo). Tale digitalizzazione è guidata da tecnologie dirompenti, tra cui realtà aumentata, stampa 3D e robotica avanzata per citarne alcune, e subirà una rapida accelerazione nei prossimi anni grazie alla drastica riduzione dei costi (ad esempio dei sensori) e all’allineamento degli standard di scambio dati.
Per catturare i benefici della digitalizzazione, le aziende manifatturiere dovrebbero agire su tre ambiti: adottare nuove tecnologie di produzione, adattare i modelli di business e realizzare la trasformazione digitale.
Vediamo il primo ambito. Secondo un’indagine condotta da McKinsey, le aziende si aspettano che la produttività possa crescere di oltre il 25% grazie alla digitalizzazione dell’intera filiera produttiva, che consentirà di rispondere in modo più efficace a una domanda in costante evoluzione, anche attraverso impianti produttivi di nuova generazione. Questi ultimi possono essere classificati in tre categorie: impianti automatizzati, completamente digitalizzati e a basso costo, per produzioni di massa; impianti per la produzione su vasta scala di prodotti personalizzati per rispondere ai trend di mercato; gli “e-plant in a box” adatti a produzioni di nicchia e facilmente dislocabili a seconda della domanda. Per un Paese come l’Italia, le ultime due tipologie sono sicuramente le più rilevanti.
Il secondo ambito si riferisce ai nuovi modelli di business generati dalle tecnologie digitali, che stanno modificando la catena del valore e lo scenario competitivo (il 74% delle aziende e il 92% dei fornitori di tecnologie intervistati si aspettano che la digitalizzazione avrà un impatto sul proprio modello di business). Piattaforme integrate di produzione basate sulla condivisione di prodotti, servizi e informazioni; modelli che prevedono il pagamento a consumo dei macchinari, che diventano quindi un costo variabile per l’azienda; modelli che permettono all’azienda di generare ulteriore valore a partire dal know-how proprietario, ad esempio affiancando alla pura vendita di prodotti l’offerta di servizi aggiuntivi come la consulenza. Per restare competitive, le aziende manifatturiere dovrebbero adattarsi ai nuovi modelli, valorizzando gli asset esistenti, facendo leva sui fattori di vantaggio competitivo e garantendo flessibilità all’intera organizzazione.
Il terzo e ultimo ambito è legato alla capacità delle aziende di realizzare la trasformazione digitale delle loro attività (solo il 48% delle imprese manifatturiere si dice pronto, percentuale che sale al 76% per i fornitori di tecnologie). Il successo di questa trasformazione si fonda su alcuni elementi cruciali: lo sviluppo delle competenze digitali; una maggiore collaborazione e integrazione tra i vari attori della filiera industriale; una gestione più strategica dei dati e delle informazioni in possesso; la sicurezza informatica per proteggere le attività operative in fabbrica; l’implementazione di un’infrastruttura IT a due velocità per cicli produttivi più e meno rapidi. Tutto questo permette alle aziende di avere quell’agilità necessaria a comprendere e rispondere alle mutevoli dinamiche competitive del mercato. Il cuore del sistema produttivo italiano è fatto di aziende di piccola e media dimensione che realizzano prodotti altamente personalizzati e tecnologicamente sofisticati, facendo leva su organizzazioni agili e dinamiche. Tuttavia, soprattutto per le aziende più piccole, la minore capacità di inserimento nei mercati globali rispetto ai competitor di altri Paesi più interconnessi rappresenta una debolezza.
La digitalizzazione può essere una grande opportunità per il nostro tessuto produttivo poiché le infrastrutture digitali costituiscono una naturale piattaforma di conoscenze (dati) e relazioni (clienti, mercati). Ma è fondamentale agire ora, ripensando l’organizzazione, le strategie e i processi in un’ottica digitale per non essere esclusi da un sistema globale sempre più produttivo e connesso in tempo reale.
Gianluca Camplone e Roberto Lancellotti sono entrambi senior partner
McKinseyandCompany
26 maggio 2016
Da www.ilsole24ore.it