Non c'è niente di più facile che indirizzare giovani spiriti all'amore dell'onestà e della giustizia.
Seneca, Lettere a Lucilio
Il monitoraggio dello stato ambientale
del mare Adriatico della costa
emiliano-romagnola nel 2015 ha
evidenziato buone condizioni. Tale
situazione è stata condizionata sia dagli
scarsi apporti di acqua dolce dai bacini
costieri, sia da frequenti mareggiate
che hanno favorito il rimescolamento
delle acque lungo la colonna d’acqua.
Per quantificare meglio i ridotti apporti
si riportano le portate del Po nel 2015, la cui media annuale è stata di
1.309,3 mc/sec rispetto alla media annuale
calcolata sul lungo periodo (1917-2014)
di 1.500 mc/sec.
Nel 2015 ci sono stati 197 giorni con
altezza dell’onda maggiori di 0,5 m e
46 giorni con valori di altezza dell’onda
maggiori/uguali di 1,5 m. In tale contesto
è opportuno ricordare la forte mareggiata
che si è manifestata il 6-7 febbraio che ha
causato ingenti danni sulla costa.
Per quanto riguarda i controlli di presenza
di eventuali contaminanti nell’ambiente
marino, la Struttura oceanografica Daphne
effettua controlli sia nell’acqua che nei
sedimenti e negli organismi (in particolare
mitili); a oggi non sono stati registrati casi
di inquinamento nei controlli effettuati.
Fenomeni eutrofici
A eccezione di due significativi eventi
eutrofici che hanno interessato tutta l’area
da costa fino al largo, a inizio marzo e fine
dicembre, nei restanti periodi i fenomeni
eutrofici sono rimasti localizzati nell’area
settentrionale della costa. Nei
restanti periodi dell’anno, gli scarsi apporti
fluviali hanno innescato localizzate
proliferazioni di alghe, sia di microalghe
(di dimensioni microscopiche, pari ad
alcuni micron e visibili quindi solo con
un microscopio, ma che se presenti a
densità elevata alterano la colorazione e
riducono la trasparenza dell’acqua), sia
di macroalghe, visibili a occhio nudo e
presenti soprattutto in aree protette da
barriere frangiflutti, dove il movimento e il
ricambio dell’acqua sono più lenti.
Anche nel 2015 le condizioni eutrofiche
si sono manifestate soprattutto nella parte
settentrionale della costa, in quanto più
vicina alla foce del Po, per poi diminuire
proseguendo verso sud. Nei periodi estivi,
i fattori che facilitano la formazione di
condizioni eutrofiche sono: condizioni di
mare calmo, correnti assenti o limitate,
che non facilitano il rimescolamento delle
acque, temperature alte delle acque.
Fenomeni ipossici/anossici delle acque di fondo
Lo sviluppo di fenomeni eutrofici
e la concomitanza di condizioni di
mare calmo, con innalzamento delle
temperature delle acque, hanno favorito
la formazione di aree ipossiche/anossiche
(carenza/assenza di ossigeno disciolto)
negli strati di fondo. Condizioni che si
sono manifestate in maniera discontinua
tra luglio e agosto.
Le aree ipossiche/anossiche si sono
formate prevalentemente nella parte
settentrionale della costa, area sensibile
ai fenomeni eutrofici e, in seguito allo
spostamento delle masse d’acqua da
nord verso sud, hanno coinvolto anche le
restanti aree, da costa fino a oltre i 20 km
al largo.
Le correnti (prevalenti da nord verso
sud) e il variare dei venti con presenza
anche di garbino/libeccio che si sono
manifestate il 13-14 agosto hanno
favorito lo spiaggiamento localmente
in alcune zone della costa emilianoromagnola
(costa ferrarese) di esigui
quantitativi di pesce e organismi di fondo.
La carenza di ossigeno crea condizioni
non idonee alla vita degli organismi che
vivono a stretto contatto dei fondali
causando stati di sofferenza, migrazione
degli organismi più mobili e moria di
quelli sessili (più adesi al substrato di
fondo). Il verificarsi di fenomeni di
anossia crea problemi anche alle attività
di pesca, in quanto i pesci modificano i
loro areali di distribuzione allontanandosi
dalle aree che presentano condizioni
sfavorevoli alla loro vita.
Mucillagini
Nel 2015 non sono state riscontrate
presenze di materiale mucillaginoso
lungo le coste dell’Emilia-Romagna. Il
fenomeno non si è manifestato in nessuna
parte dell’Adriatico nord-occidentale.
Ostreopsis ovata
Anche nel 2015 la Struttura Daphne
ha effettuato nel periodo estivo il
monitoraggio finalizzato al controllo delle
microalghe epifitiche tossiche su substrati
duri artificiali lungo la fascia costiera
dell’Emilia-Romagna, senza rilevarne
la presenza. Dai risultati emersi dalle
attività di monitoraggio delle agenzie
ambientali delle coste italiane, emerge
che a oggi tale microalga è stata segnalata
nella maggior parte delle regioni costiere
italiane eccetto che in Veneto, Emilia-
Romagna, Abruzzo e Molise. Inoltre,
elaborando le informazioni scaturite
da tali attività di monitoraggio, è stato
possibile osservare che le fioriture di
microalghe Ostreopsis ovata e Ostreopsis
spp. si sono verificate esclusivamente
durante la stagione estiva e autunnale
in aree in cui determinate condizioni
ne hanno favorito lo sviluppo. In
particolare: golfi chiusi, bassa profondità
dell’acqua, presenza di substrati rocciosi
e/o macroalghe, scarso idrodinamismo
dovuto alla morfologia naturale della
costa o alla presenza di pennelli e barriere
artificiali per il contenimento dell’erosione
costiera, condizioni meteo-marine di
grande stabilità, temperature delle acque
superiori a 25°C nel mar Tirreno e tra i
20 e i 23°C nel mar Adriatico. Anche nel
2015 la Struttura Daphne, di concerto
con il Servizio di Sanità pubblica della
Regione Emilia-Romagna, ha effettuato
il monitoraggio nella stagione estiva su
stazioni costiere rappresentative in tutta la
costa emiliano-romagnola, per verificare
la presenza di queste microalghe e al
fine di prevenire disturbi alle prime vie
respiratorie e stati febbrili ai bagnanti
che stazionano sulla spiaggia, soprattutto
in particolari condizioni meteorologiche
quali il forte vento.
Meduse
Anche nel 2015 hanno fatto la loro
apparizione le meduse, organismi
planctonici, gelatinosi costituiti
principalmente di acqua e circa il 98%
tentacoli, che utilizzano prevalentemente
per predazione e in alcuni casi per difesa,
essendo urticanti, prevalentemente marini
(scarse sono le specie di acqua dolce).
La loro presenza è ciclica, legata alle
stagioni. Nel 2015 è stata segnalata in
giugno la presenza di Aurelia aurita o
medusa quadrifoglio per gli evidenti
4 cerchi (gonadi) ben visibili sul
dorso (specie non urticante). In luglio
sporadiche presenze della cubo medusa
Carybdea marsupialis (specie urticante).
Tartarughe
Nel 2015 sono state recuperate lungo la
costa emiliano-romagnola 444 tartarughe
morte spiaggiate e 63 tartarughe vive. Le tartarughe vive sono
state ospedalizzate e successivamente
liberate dalla Fondazione Cetacea
Onlus di Riccione, che raccoglie tutti i
dati. L’elevato numero di ritrovamenti
dimostra ancora una volta come
nell’Adriatico centro settentrionale è
presente un elevato numero di esemplari
di tartarughe che, per le condizioni tipiche
di questo mare trovano abbondante
nutrimento in acque poco profonde.
Tale problematica è al centro delle
discussioni del tavolo della Rete regionale
per la conservazione e la tutela delle
tartarughe marine, istituita dalla Regione
Emilia-Romagna il 31 luglio 2012, tra
enti locali ed enti che operano nel settore,
al fine di attuare strategie sinergiche che
possano realizzare nel modo migliore
azioni di conservazione di specie marine
minacciate, valorizzando l’attività
svolta costantemente sul territorio dalle
associazioni che operano, spesso su base
volontaria. La moria di questi organismi
protetti non è causata da fenomeni di
inquinamento a seguito di sversamenti di
microinquinanti in mare.
Nel mese di settembre, in presenza di
aree anossiche/ipossiche sui fondali,
substrato in cui normalmente le
tartarughe foraggiano, tali organismi
si ritrovano nelle medesime aree, non
anossiche, in cui anche la fauna ittica si è
concentrata, e con la ripresa delle attività
di pesca (terminato il “fermo pesca”) in
tali aree esercitano attività di pesca anche
i pescherecci.
Permane quindi l’ipotesi che la causa
principale sia legata all’attività di pesca
esercitata con reti a strascico, sia col
metodo a “tartana” che con “volante”. La
cattura non voluta è da considerarsi in
tutti i casi accidentale.
A suffragare tali ipotesi sono i referti
degli Istituti zooprofilattici di Forlì e
Ferrara, che evidenziano negli esemplari
esaminati edemi, fratture degli arti,
lesioni al collo. Inoltre è da tenere
presente che per le particolari circolazioni
presenti in Adriatico, sulla costa
emiliano-romagnola avvengono molti
spiaggiamenti di tartarughe, soprattutto a
seguito di eventi di venti di bora (NNW)
e alla conseguente deriva delle correnti
verso la costa occidentale.
Recupero motonave turca Gokbel
Evento che merita particolare attenzione è
il recupero effettuato della motonave turca
Gokbel.
Il 28 dicembre 2014, in presenza di
condizioni meteomarine avverse è
avvenuta una collisione tra la motonave
Gokbel e la motonave Lady Aziza
(bandiera del Belize, equipaggio siriano),
con affondamento della Gokbel nella rada
del porto di Ravenna su un fondale di 13.5
m. La Gokbel era parzialmente carica di
barite e conteneva 25 t di gasolio marino
e 600 l di olio lubrificante. Ci sono stati
4 morti e 2 dispersi dell’equipaggio. Il
complesso intervento di raddrizzamento
e recupero della nave è stato completato
con successo il 2 agosto, previa rimozione
del carburante a bordo, e realizzato con
costi a totale carico dell´armatore e
delle assicurazioni. Le operazioni sono
state eseguite sotto il coordinamento
e il controllo di un Tavolo tecnico
istituito dal ministro dell’Ambiente Gian
Luca Galletti a supporto dell’Autorità
marittima di Ravenna. Il ministro aveva
fornito chiare e precise direttive per
coordinare gli interventi di rimozione
e scongiurare la minaccia di eventuale
inquinamento con effetti negativi
dell’ecosistema costiero. Tutte le operazioni
sono state costantemente monitorate
da personale della Guardia costiera, dal
Reparto ambientale marino del ministero
Ambiente e da Arpae Emilia-Romagna.
Attività di monitoraggio e controllo
ambientale di Arpae (Struttura Daphne
e Sezione provinciale Ravenna) sono
stati attivati subito e proseguiti fino al 18
agosto 2015, data in cui sono terminate
le attività di recupero e il relitto della
motonave Gokbel ha lasciato la rada di
Ravenna a rimorchio del rimorchiatore
Marine Tug II diretto ad Aliaga (Turchia).
Recupero avvenuto con modalità e tempi
degni di nota, ma soprattutto con un costo
“nullo” per la collettività (unico evento a
livello nazionale).
Carla Rita Ferrari
Responsabile Struttura oceanografica Daphne,
Arpae Emilia-Romagna
Tratto da ecoscienza 2/16
Impresa Oggi - 26 giugno 2016