La Germania è contraria a ogni tentativo di proteggere gli investitori privati delle banche dalle perdite nel caso in cui l'Italia intenderà proseguire nel piano allo studio per la ricapitalizzazione degli istituti di credito. L'esecutivo Merkel è dell’opinione che le norme europee sulla gestione delle banche in difficoltà debbano applicarsi in ogni piano di salvataggio: quindi un intervento pubblico per ricapitalizzare gli istituti deve essere preceduto dall'assunzione delle perdite da parte di azionisti e creditori.
Secondo le indiscrezioni di stampa circolate invece il progetto allo studio del governo prevederebbe un ventaglio di strumenti utilizzabili comunque nel rispetto delle attuali regole Ue sul bail in (la modalità di risoluzione di una crisi bancaria tramite l'esclusivo e diretto coinvolgimento dei suoi azionisti, obbligazionisti, correntisti) e sugli aiuti di Stato.
«Abbiamo definito certe regole comuni sulla risoluzione delle banche e sulla ricapitalizzazione, non possiamo cambiare tutto ogni due anni»,così Merkel ha risposto alla domanda sugli interventi di cui si parla in Italia sul sistema bancario. E sempre sull’Italia la cancelliera ha dichiarato: «Le regole attuali offrono possibilità per dare risposta a tutte le necessità degli Stati».
Il premier Renzi nell’intervento da Bruxelles post vertice a 27 non ha voluto polemizzare più di tanto ma ha fatto due precise puntualizzazioni rispetto a quello che ha detto la Merkel: la prima è che l’Italia non prende lezioni dall’Europa. «L’Italia è qui non dalla parte degli imputati o degli esaminandi. È qui dalla parte di coloro i quali vogliono dare una mano alla Ue per tornare a fare il proprio lavoro. È' cambiata la prospettiva. Noi sappiamo che cosa va fatto e lo facciamo. Non siamo qui per prendere lezioni dal maestro». Inoltre rivolto direttamente al partner tedesco: «Le regole - ha ricordato Renzi - sono state cambiate l'ultima volta nel 2003 per consentire a Francia e Germania di sforare il tetto del 3% sul deficit. Allora il governo Berlusconi accettò di violare le regole per fare un favore alla Francia e alla Germania. Questo è accaduto in passato e non è più accaduto».
Giova notare, peraltro che l'Italia ha un debito pubblico enorme, pari oggi, a 2.199.000 milioni di euro, composto per oltre tre quarti da passività a medio lungo termine quasi completamente a tasso fisso. La vita residua media del debito pubblico italiano è di 7,8 anni. Inoltre, circa il 47% del debito pubblico è detenuto dalla Banca d'Italia o da istituzioni finanziarie italiane, circa iil 9% è posseduto da altri residenti, mentre il restante 44% è allocato all'estero. Non mi sembra giusto che noi contribuenti dobbiamo pagare anche gli errori delle banche, permessi da una politica miope. E' vero, Usa, Germania, GB, Olanda hanno salvato le loro banche, ma noi non possiamo cancellare un passato di follie e di indebitamenti irresponsabili.
30 giugno 2016