Diversi valori della vita

Dopo aver sgozzato l’autista del giornalista di Repubblica, Daniele Mastrogiacomo, l’otto aprile i talebani hanno sgozzato anche Adjmal Nashkbandi, l’interprete che non avrebbe mai immaginato, accettando di lavorare per Mastrogiacomo, di diventare a soli 23 anni un agnello sacrificale. Un ostaggio di serie B per il quale nessuno si sarebbe mai sognato di liberare talebani prigionieri. I talebani lo sapevano e hanno giustiziato Adjmal per diverse ragioni:

  1. per inviare un avvertimento ai francesi, dei quali hanno in mano due ostaggi,
  2. per mettere in difficoltà il governo afghano, mostrando all’opinione pubblica che il governo di Karzai si è prodigato per un italiano lasciando morire i due afghani,  e sarebbe pertanto ostaggio delle potenze straniere,
  3.  per creare scompiglio nell’opinione pubblica mondiale.

Ventiquattro ore prima dello scadere dell’ultimatum e 16 giorni, dopo la liberazione dell’inviato di Repubblica, Adjmal, la cui unica colpa era lavorare per un giornalista italiano, è stato ammazzato in modo atroce. Shoabuddin Atal, portavoce del feroce mullah Dadullah, ha annunciato che Adjmal è stato «decapitato nel distretto di Garmsir, nella provincia di Helmand», dove era avvenuto il sequestro Mastrogiacomo.
«Abbiamo chiesto il rilascio di due comandanti talebani in cambio di Adjmal Nashkbandi, ma il governo ha ignorato le nostre richieste», ha detto il portavoce dei talebani.
Secondo Karzai, «il governo ha fatto ogni sforzo per liberare Nashkbandi», il presidente afghano ha spiegato che l’interprete doveva essere rilasciato con Mastrogiacomo in cambio dei cinque prigionieri talebani liberati per il riscatto di Mastrogiacomo. In realtà le trattative sono state condotte da Emergency il cui capo, Gino Strada, non ha mai negato le sua appartenenza all'ala più radicale della sinistra; non era forse il caso di tenere al di fuori delle trattative questo personaggio?

Nel frattempo i talebani cercano di sfruttare il terrore delle decapitazioni minacciando di uccidere altri ostaggi in mano loro.
Rahimullah Samander, presidente dell’Associazione dei giornalisti indipendenti afghani, ha annunciato che tutti i media afghani «parteciperanno al boicottaggio delle informazioni e delle dichiarazioni rilasciate dai talebani per una settimana». L’invito è stato esteso alla stampa straniera.

COMMENTO DI IMPRESA OGGI

Il nostro commento per questa tragica vicenda è constatare che, in Italia, esistono valori diversi della vita umana se si tratta di un giornalista italiano o di un interprete afgano. Coerentemente, la stampa internazionale non ha mancato di mettere imn evidenza il nostro comportamento razzistico. Forse, dopo la liberazione di Mastrogiacomo e l’esecuzione certa del suo autista e quella probabile del suo interprete non era il caso di esultare troppo, di enfatizzare la liberazione ed esaltarsi delle capacità diplomatica e politica del governo; inoltre Mastrogiacomo doveva evitare di mostrare il segno di vittoria sulla scaletta dell'aereo al suo ritorno in Italia.
La gioia per la salvezza di un uomo non può mai travalicare i limiti di una moderata soddisfazione se, per i tortuosi casi della vita, quella salvezza è accompagnata dalla perdita di vite umane.

Comunque, oramai, l’Italia si caratterizza come il Paese occidentale, che, più di altri, è pronto a cedere al ricatto dei terroristi.
Ma, lo sgozzamento di Adjmal Nashkbandi è un epidsodio tragico e nello stesso tempo emblematico.Per non proseguire sulla strada del discredito internazionale il nostro governo dovrebbe impegnarsi in almeno quattro iniziative:

  • Prendersi cura dei familiari dei due afghani uccisi.
  • Condannare senza mezzi termini i talebani.
  • Non pagare mai più riscatti o cedere alle richieste di bande terroristiche. Giova sottolineare che, spesso, gli ostaggi cadono in mano dei sequestratori per imprudenza, per imprevidenza, per realizzare uno scoop. Non è possibile che in Italia i magistrati blocchino i beni della famiglia di un sequestrato e all’estero lo stesso stato paghi con denaro pubblico il riscatto a terroristi assassini.
  • Evitare, in futuro, di affidare le trattative per la liberazione di eventuali ostaggi a soggetti che non hanno nè il ruolo nè le competenze per condurre questo tipo di trattative, come invece è avvenuto con la liberazione di Mastrogiacomo ma, anche, con l'assassinio dei due afghani.

Un commento finale che non si può tacere riguarda l'immagine del nostro Paese all'estero. Quando a rappresentarci sono le nostre imprese e i nostri imprenditori la stima e il consenso non mancano, anzi. Quiando si tratta dei nostri uomini politici, delle loro azioni, dei loro comportamenti, delle loro contraddizioni, l'opinione pubblica e mediatica del pianeta fa precipitare il Paese verso gli ultimi posti delle classifiche relative a stima e fiducia.

10 aprile 2007
Eugenio Caruso

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