Penso che tra le ragioni per cui dobbiamo ammirare il genio del Divino Artefice ci sia anche questa: pur in una così prodigiosa quantità di creature, egli non si è mai ripetuto.
Seneca, Lettere morali a Lucilio
Negli anni successivi la seconda guerra mondiale iniziò la terza rivoluzione industriale. Le aree statunitensi, non sconvolte dallo scontro degli eserciti, avevano conosciuto un periodo di benessere già durante la guerra, favorite dall'intensa produzione bellica avviata dal governo americano. Le aree europee, invece, dovettero affrontare seri problemi di ricostruzione e si affidarono a organismi associativi comunitari, come la CECA e le Comunità Europee, antesignane dell'Unione Europea. La CEE realizzò la formazione di un gran mercato unico europeo e, contemporaneamente, avviò apposite politiche regionali per il sostegno delle regioni economicamente più deboli. La terza rivoluzione industriale portò alla scoperta e all’utilizzo di nuove fonti energetiche dal nucleo atomico, gia usato nelle bombe nucleari del 1945 sul Giappone, all’energia solare, all'energia eolica, all’aumento del consumo del petrolio e all’invenzione della plastica da parte di Moplen. Con l'espressione terza rivoluzione industriale si indicano tutta quella serie di processi di trasformazione della struttura produttiva, e, più in generale, del tessuto socio-economico, avvenuti nei paesi sviluppati nella seconda metà del Novecento a partire dal secondo dopoguerra, e caratterizzati da una forte spinta all'innovazione tecnologica e al conseguente sviluppo economico della società.
La definizione e il concetto di rivoluzione sono mutuati direttamente a partire dallo sviluppo del settore secondario avviato già durante la prima rivoluzione industriale in Inghilterra nella metà del Settecento nel settore tessile sfruttando l'energia del vapore e proseguito successivamente nella seconda rivoluzione industriale, a partire dall'ultima parte dell'Ottocento, con la diffusione di prodotti dell'industria pesante (acciaio) e dell'industria chimica (prodotti chimici), l'invenzione del motore a scoppio e un'ampia disponibilità di energia, ottenuta a partire dai combustibili fossili e facilmente trasportabile grazie alla trasformazione in elettricità.
L'applicazione del concetto di "rivoluzione industriale" anche alla seconda metà del Novecento appare tuttavia, secondo alcuni, poco adatta in quanto tale fase indica piuttosto le trasformazioni socioeconomiche che si sono prodotte in seguito alla diffusione di applicazioni tecnologiche legate a loro volta ai progressi tecnico-scientifici quali la produzione di energia dal nucleare e da fonti rinnovabili, la diffusione delle biotecnologie a seguito della scoperta del DNA nel 1953, l'estensione della manipolazione dei materiali alla scala atomica (nanotecnologie) e la digitalizzazione dell'informazione che ha reso possibile la rivoluzione informatica e delle telecomunicazioni e la creazione del mercato globale dell'informazione.
Tra le cause della terza rivoluzione industriale si possono annoverare senza dubbio la crescita, lo sviluppo e l'accumulo delle conoscenze scientifiche e tecnologiche già a partire dall'inizio del Novecento, spesso nate nel contesto militare delle guerre mondiali della prima metà del secolo e successivamente in quello della guerra fredda tra le maggiori superpotenze mondiali del dopoguerra, USA e URSS.
Condizioni politiche assai più stabili a livello mondiale nei paesi occidentali rispetto a quelle della prima metà del secolo hanno poi favorito la crescita economica, a partire dalla ricostruzione post-bellica, verso settori a quel tempo ancora inesplorati, permettendone la diffusione progressiva verso il ceto medio del modello socio-economico occidentale.
Il risultato complessivo di queste forze contingenti si è concretizzato dunque in una forte spinta e accelerazione al progresso e all'innovazione tecnologica in molti settori industriali, favorito da una maggiore e più rapida diffusione di innovazioni e prodotti grazie all'inizio del processo di globalizzazione dei mercati, con rapidi stravolgimenti microeconomici e macroeconomici, nel mercato del lavoro, demografici e in ultimo quindi sugli stili di vita della popolazione occidentale.
Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, Stati Uniti e Unione Sovietica nell'ambito della guerra fredda si contesero per decenni il primato dell'esplorazione spaziale. Inizialmente i russi ebbero la meglio, lanciando in orbita il satellite artificiale Sputnik I (1957). Nello stesso anno, inoltre, mandarono nello spazio il primo essere vivente, Lajka, una cagnetta. Un anno dopo, anche gli americani lanciarono in orbita un loro satellite, ma poco tempo dopo i sovietici inviarono nello spazio il primo essere umano: Yuri Gagarin (1961).
1969 Il primo allunaggio.
Nel 1969 anche gli statunitensi riuscirono ad avere un proprio primato nella storia dell'industria aerospaziale, mandando sulla Luna l'Apollo 11, che con il suo equipaggio atterrò sul suolo lunare. Negli anni successivi vi sono state enormi innovazioni nel campo aerospaziale. Per esempio nel 1981 fu costruito il cosiddetto Space Shuttle, un vettore riutilizzabile più volte che rivoluzionò la conquista dello spazio. Dagli anni settanta in poi vi è stato un forte aumento di lanci di satelliti, del quale Stati Uniti ed Europa detengono il primato. Uno degli scopi principali del loro utilizzo è il campo delle telecomunicazioni. Questi vengono inoltre utilizzati per rilevamenti meteorologici e geologici.
Sebbene la terza rivoluzione industriale tocchi un po' tutti i campi del settore economico-industriale (a partire da quello meccanico, chimico e dell'automazione), l'elettronica, la telematica e l'informatica sono i campi su cui essa si è maggiormente incentrata. Queste discipline subiscono un continuo, rapido sviluppo e diffusione sul mercato al punto da determinare forti modificazioni a livello tecnologico-economico-sociale con impatti notevoli sugli stili di vita della popolazione. È con il loro sviluppo che parallelamente nasce e si afferma nella società anche il settore terziario cioè quello dei servizi.
L'elettronica studia l'impiego dell'elettricità per elaborare informazioni attraverso macchine elaboratrici ed è proprio l'informazione un concetto chiave della terza rivoluzione industriale che ha dato vita alla cosiddetta Società dell'Informazione. I più grandi passi avanti della storia di questo settore sono stati la diffusione della radio, della televisione e soprattutto all'invenzione del personal computer (1975), un apparecchio rivoluzionario di piccole dimensioni alla portata economica e pratica della maggior parte della popolazione dell'occidente sviluppato. Dalla loro introduzione, la potenza e la velocità di calcolo dei PC si sono enormemente potenziate riducendo allo stesso tempo le dimensioni delle macchine elaboratrici. La diffusione dei PC è aumentata considerevolmente dopo l'avvento di Internet, una rete globale di computer collegati tra loro in tempo reale, e in particolare del Web.
In molti tipi di macchina (dall'automobile alla lavatrice, dai robot industriali alle serre agricole) sono stati montati microprocessori che eseguono azioni ripetitive preordinate attraverso un linguaggio di programmazione informatico. Se la seconda rivoluzione industriale era caratterizzata da un uso analogico dell'elettronica, la terza rivoluzione industriale è segnata dall'avvento e la diffusione dell'elettronica digitale con l'invenzione del transistor a stato solido e dell'optoelettronica: una delle conseguenze più immediate di questa rivoluzione è stato ad esempio il passaggio estremamente simbolico dei supporti musicali dal classico disco in vinile, prima alla cassetta magnerica e poi al compact disc.
Un'altra importante innovazione è l'introduzione della telematica. Questo campo comprende telecomunicazioni e media e si occupa della trasmissione dell'informazione a distanza tra due o più utenti e di renderla il più possibile fruibile agli utenti stessi. Grazie alla telematica l'uomo comunica a distanza con e attraverso le macchine mediante un linguaggio digitale. Questo ha reso anche possibile il telecontrollo e il telelavoro e in generale l'affermazione delle moderne reti di telecomunicazioni di cui la rete Internet fa parte. Infine l'informatica è l'insieme degli studi incentrati anch'essi sull'informazione e sulla sua elaborazione a livello logico. Questi settori, riuniti insieme sotto la denominazione Information and Communication Technology (ICT), hanno contribuito e continueranno a contribuire non solo all'evoluzione tecnologica, ma anche al cambiamento radicale del modo di vivere di una parte della popolazione mondiale già con l'avvento della New Economy. Essi hanno ormai assunto la dimensione e la forma di settori chiavi o portanti dell'economia moderna almeno pari a quello di settori più consolidati quali quello meccanico, chimico, farmaceutico, tessile, manifatturiero e alimentare.
Un'altra rilevante rivoluzione del nostro tempo è rappresentata dalle telecomunicazioni, che sempre con più facilità mettono in contatto miliardi di persone ogni giorno. Se da una parte negli ultimi decenni si sono affermati i satelliti artificiali per le rispettive moderne telecomunicazioni satellitari, nell'ultimo decennio è accresciuto enormemente l'uso dei telefoni cellulari; basti pensare che nelle zone sviluppate del globo, vi è un telefonino per ogni abitante.
Un altro importante tassello nel puzzle della rivoluzione industriale è Internet, la più grande rete di comunicazione del mondo, attraverso il quale vengono inviate ogni giorno diversi milioni di e-mail. In questi ultimi anni si sta lavorando alla domotica e alla burotica, ossia lo studio e l'impiego di sofisticate tecnologie tese a migliorare la vita quotidiana.
La terza rivoluzione industriale porta con sé anche la nascita e il parziale sviluppo delle tecnologie relative a fonti energetiche alternative e rinnovabili come soluzioni al problema energetico globale quali l'energia idroelettrica, l'energia solare, l'energia eolica, molte delle quali non hanno però ancora raggiunto la diffusione e/o la capacità di sostituire i combustibili fossili.
Parallelamente allo sviluppo di nuove tecnologie di cui sopra si assiste a un forte sviluppo del settore terziario ovvero dei servizi, specie legati al settore dei trasporti, della comunicazione/informazione e della pubblica amministrazione accompagnato da un lento, ma progressivo processo di deindustrializzazione sui settori industriali che più avevano trainato le precedenti rivoluzioni industriali, com'è tipico dei sistemi economici avanzati.
Un fattore di sviluppo legato alla terza rivoluzione industriale è proprio il costante sviluppo dei trasporti terrestri, aerei e marittimi favorito dallo sviluppo tecnologico nei rispettivi settori industriali (industria automobilistica, industria aeronautica con nascita e sviluppo dell'aviazione civile, industria navale) nonché dalla realizzazione di sistemi stradali sempre più evoluti e capillari. Questa complessa rete di trasporti favorisce sempre più il commercio internazionale alimentando il fenomeno della globalizzazione.
L'informazione e in particolare il controllo dei flussi da essa derivante ha una notevole importanza strategica. Spesso consente un controllo sia economico che politico di intere regioni geografiche. Si può facilmente spiegare perché i Paesi più ricchi del mondo detengano in modo quasi esclusivo sia le fonti tecnologiche che i mezzi di comunicazione.
I Paesi poveri hanno poche reti nazionali e molto spesso ascoltano le trasmissioni provenienti dai canali televisivi dei Paesi più sviluppati. Ciò porta al cosiddetto "shock culturale", causato da questo brusco contrasto tra la loro realtà di vita e quella dei Paesi più ricchi. Nei casi estremi vi è una vera e propria miticizzazione da parte di queste nazioni verso i Paesi ricchi.
La terza rivoluzione industriale ha contribuito a creare un nuovo forte clima di fiducia intorno alla scienza e alla tecnica, dopo la cruda parentesi delle guerre mondiali nella prima metà del Novecento, alimentando nuove forme di positivismo, ma anche aspre critiche da parte di pensatori di stampo esistenzialista e riflessioni di tipo etico.
Anche la narrativa e la cinematografia, attraverso il filone della fantascienza con produzioni come Star Trek e 2001: Odissea nello spazio, ha incarnato questo nuovo clima culturale di fiducia neopositivista nelle possibilità della scienza e della tecnica di provvedere al benessere materiale dell'umanità dando ampio spazio all'immaginazione futura della società, non senza però uno spaesamento di fondo, un'incertezza sul futuro e una nostalgia del passato dovuti ai rapidi quanto inevitabili e irreversibili cambiamenti negli stili di vita.
1 luglio 2016
Eugenio Caruso