Ogni passione è debole al suo nascere, poi, col progredire, acquista ardire e forza.
Seneca Lettere morali a Lucilio
ARTICOLI PRECEDENTI: 1 - 2 - 3 - 4 - 5- 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 -
18 -
19 -
20 -
21
I GRANDI IMPRENDITORI
Franco Tosi
Milano, (21 aprile 1850 -, 25 novembre 1898).
Nacque a Villa Cortese, ma si trasferì a Legnano nel 1876 dopo un periodo di tirocinio in Germania, quando venne assunto da Eugenio Cantoni quale direttore della sua ditta meccanica, la Cantoni-Krumm. Alla guida di questa azienda sviluppò i motori a vapore 3 HP (1877) e 40–50 hp Ryder (1881). Nel 1881 divenne socio di Cantoni, e la Cantoni-Krumm cambiò nome in Franco Tosi e C. Dal 1884 fu unico proprietario. Franco Tosi si può considerare in Italia, il pioniere della grande impresa termomeccanica.
Erede di una agiata famiglia di proprietari terrieri originaria di Busto Arsizio, nel 1868 si iscrive al Politecnico di Zurigo, conseguendo la laurea in ingegneria meccanica nell’agosto del 1872. Nei tre anni successivi intraprende un percorso di perfezionamento che lo porta prima in Inghilterra e, successivamente, in Germania. Nel marzo del 1876 rientra in Italia e accetta l’incarico di direttore tecnico della Cantoni-Krumm e C., un'impresa meccanica costituita l’anno prima a Legnano da un gruppo di imprenditori attivi nella zona dell’Alto Milanese, fra cui spicca l’industriale cotoniero Eugenio Cantoni. Negli anni successivi, Tosi – che nel 1877 entra anche nel capitale della società – spinge l’azienda ad abbandonare progressivamente l’originaria specializzazione nella produzione di macchinari per l’industria tessile e ne indirizza l’attività verso la progettazione e la costruzione di macchine motrici e caldaie a vapor; per attivare questa iniziativa gli era stata molto utile l'esperienza esperita all'estero.
L’intuizione è coronata dal successo: i primi modelli sono presentati all’Esposizione Universale di Milano nel maggio del 1881 e incontrano un generale apprezzamento da parte degli esperti del settore, che guardano con favore all’idea di una produzione italiana di macchine a vapore capace di sostituire l’importazione dall’estero.
Nel novembre del 1881 Tosi costituisce insieme a Eugenio Cantoni una nuova società in accomandita, la Franco Tosi e C., al fine di rilevare lo stabilimento di Legnano della Cantoni-Krumm. Tra il 1882 e il 1885 Tosi porta avanti un piano di espansione e riorganizzazione dell’impianto, che prevede l’acquisto di nuove macchine utensili – torni, trapani, frese – di fabbricazione tedesca e americana e l’assunzione di diverse decine di tecnici e operai specializzati stranieri.
L’aumento della produzione viene facilmente assorbito dal mercato italiano, grazie anche alla decisione di Tosi di offrire modelli di macchine a vapore e caldaie simili a quelli già esistenti in commercio, e quindi già noti alla clientela, ma a prezzi più bassi.
La consacrazione definitiva per il giovane imprenditore arriva con l’Esposizione industriale svoltasi a Torino nel 1884, dove la Franco Tosi presenta una macchina a vapore da 200 cavalli, una delle più grandi mai costruite in Italia. Fra il 1884 e il 1886 il fatturato derivante dalla vendita di caldaie passa da 272.000 a 474.000 lire, mentre quello delle macchine a vapore aumenta più lentamente, passando da 176.000 a 273.000 lire, ma arriva già nel 1888 a superare la cifra di 681.000 lire.
All’inizio degli anni Novanta la Franco Tosi è ormai diventata una grande impresa: lo stabilimento di Legnano impiega oltre 700 operai, occupa una superficie di 95.000 mq ed è in grado di produrre annualmente circa 120 macchine motrici e 150 caldaie a vapore. La crescita dimensionale impone notevoli cambiamenti anche dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro. Tosi, al pari di altri imprenditori della sua generazione, deve affrontare il problema di formare una nuova generazione di operai specializzati adatti alla “disciplina di fabbrica”, imperniata sul rispetto di orari fissi e sull’accettazione della monotonia e della ripetitività delle mansioni lavorative. Nel suo caso, l’incentivo offerto per vincere le resistenze degli operai, oltre a salari più alti, prevede una serie di misure assistenziali: una scuola serale per gli operai, una mensa e uno spaccio aziendali, la costruzione di abitazioni per impiegati e operai, tra le altre.
Nel maggio del 1894 Tosi rileva le quote della società in possesso degli eredi di Eugenio Cantoni, morto alcuni prima. Rimasto l’unico proprietario, l'imprenditore può indirizzare lo sviluppo della Franco Tosi verso un nuovo settore in forte crescita – l’elettromeccanica – in cui l’azienda era entrata con tempestività già dal 1888: allora era stata avviata la commercializzazione di una speciale motrice a vapore, progettata dallo stesso Tosi per attrezzare le centrali termoelettriche in costruzione in diverse città italiane e in un numero crescente di stabilimenti industriali. Le motrici Tosi diventano in poco tempo uno dei prodotti più apprezzati dalle imprese elettriche a livello internazionale e vengono esportate con successo in Europa e in Sud America.
La scelta vincente in questo caso è il rapporto di collaborazione creato da Tosi con le imprese elettrotecniche tedesche, fra cui spiccano la Siemens, la AEG e la Schuckert, che fino alla prima guerra mondiale godranno di una posizione di egemonia sul mercato italiano. Già nel 1895 il fatturato dell’azienda raggiunge così i 3,8 milioni di lire, una cifra pari a più del doppio di quella dell’anno precedente, e aumenta ancora in maniera significativa negli anni seguenti. Il successo imprenditoriale conquistato da Tosi gli guadagna i primi riconoscimenti pubblici: nel 1894 viene nominato cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia, e l’anno successivo commendatore. Nel 1896 viene eletto al Comune di Legnano e gli viene assegnato l’incarico di assessore ai Lavori pubblici.
Franco Tosi muore alla fine del 1898, assassinato nei pressi dello stabilimento di Legnano da un operaio, ma la sua opera proseguì con il grande successo che riscosse la sua creatuta la Franco Tosi, fino al lento declino seguito al referendum sul nucleare del 1987.
La Franco Tosi.
Nata come Cantoni-Krumm nel 1874, nel 1881 prese il nome di "Franco Tosi". Il primo motore che fu sviluppato dall'azienda fu uno di 2,2 kW. Nel 1881 seguì il Ryder da 30-37 kW. La Franco Tosi sviluppò nel 1904 il primo motore a vapore con potenza superiore a 6 MW e nel 1907 l'azienda di Legnano iniziò, prima in Italia, a realizzare industrialmente motori diesel. Prima dello scoppio della prima guerra mondiale alla Franco Tosi lavorò Ettore Maserati, uno dei fondatori della Maserati. Ricopriva il ruolo di ingegnere capo per lo sviluppo dei motori. Tra il 1912 e il 1913 la Franco Tosi costruì a sue spese, e grazie al contributo di Antonio Bernocchi, il campo di via Lodi, primo stadio casalingo del Football Club Legnano, sodalizio sportivo che mutò nome in Associazione Calcio Legnano nel 1936 e che è attiva tuttora.
Nel 1914 la Franco Tosi impiantò dei cantieri navali a Taranto. I sommergibili costruiti in questo arsenale furono i primi al mondo a raggiungere una profondità di immersione di 75 m. Negli anni trenta la Franco Tosi fornì i macchinari necessari (turbine, motori Diesel, caldaie, ecc.) all'attivazione della Centrale Montemartini di Roma. Questa centrale fu il primo impianto pubblico di produzione elettrica della Capitale. In questi anni furono assunti Felice Musazzi e Tony Barlocco, che in seguito fondarono la compagnia teatrale dialettale I Legnanesi.
Dopo la seconda guerra mondiale, per commercializzare a livello mondiale le turbine nel campo nucleare e i generatori di vapore, la Franco Tosi iniziò a collaborare, rispettivamente, con le aziende americane "Westinghouse Electric Corporation" e "Combustion Engineering Company". In particolare la Franco Tosi divenne licenziataria per l'Italia delle centrali nucleari PWR (Pressurized Water Reactor) e delle turbine Westinghouse. Negli anni settanta, nel periodo di maggior sviluppo, l'azienda metalmeccanica legnanese impiegava circa 6.000 lavoratori. La crisi iniziò nella seconda parte degli anni ottanta a causa del referendum sulla localizzazione delle centrali nucleari in Italia, che portò a un vistoso calo degli ordini dei componenti per questo tipi di impianti. Negli anni settanta ebbi il piacere di visitare la Franco Tosi di Legnano in merito a problemi inerenti l'erosione delle palette delle turbine a vapore.
Negli anni novanta la Franco Tosi passò di proprietà. Il controllo della società passò infatti all'Ansaldo. Nel 2000 il "Gruppo Casti" acquistò da Finmeccanica l'azienda legnanese. Nell'occasione la società cambiò nome in "Franco Tosi Meccanica S.p.A.". Al 2001 la potenza totale installata negli impianti prodotti dalla Franco Tosi ammonta a circa 75 GW. Nel giugno 2009 la Franco Tosi viene acquistata dalla società indiana Gammon Group, specializzata in opere civili.
Il 25 luglio 2013 il tribunale fallimentare di Milano ha dichiarato lo stato di insolvenza per l'azienda a cui ha fatto seguito la decisione di porre la società in amministrazione straordinaria. Il 9 giugno 2015, a conclusione della procedura di cessione, il gruppo Presezzi ha acquistato il ramo d'azienda relativo alla gestione caratteristica della Franco Tosi Meccanica che comprende, tra l'altro, tutti i beni strumentali destinati all'attività d'impresa (impianti, macchinari, attrezzature), il marchio "Franco Tosi", i brevetti e ogni altro diritto di proprietà industriale e intellettuale, il know-how e tutta la documentazione tecnica, tra cui l'archivio disegni e, infine, tutti i lavori in corso e il portafoglio ordini.
Eugenio Caruso - 26 agosto 2016