Sei grandi imprenditori di questi ultimi decenni


Quella che sembrava una vetta, era solo un gradino.
Seneca, Lettere morali a Lucilio


Il periodo della nascita e dello sviluppo di un’impresa può essere confrontato al Big Bang che ha determinato l’origine dell’Universo. È la fase nella quale l’idea di una o più persone si concretizza perché quelle persone hanno deciso di rischiare su quell’idea e investirvi risorse finanziarie, risorse materiali, risorse umane e tempo. È l’esplosione dell’entusiasmo, della dedizione, della passione, del sacrificio e di un po’ di pazzia. È interessante conoscere la storia di sei grandissimi imprenditori degli ultimi decenni che, dal nulla, hanno creato degli imperi. Essi provengono da classi sociali molto diverse, a dimostrazione che per creare una nuova impresa non necessariamente conta la disponibilità economica, bensì l’idea e l’entusiasmo iniziali.
Steve Jobs nel 1974 era alla Atari e con il suo amico Steve Wozniak, al tempo alla Hewlett-Packard, lavorò alla prima versione della circuiteria del videogioco Breakout. Successivamente i due decisero di mettersi in proprio, fondando la Apple Computer il 1º aprile del 1976. Per finanziarsi, Jobs vendette la macchina e Wozniak la propria calcolatrice. La prima sede della nuova società fu il garage dei genitori di Jobs: qui lavorarono al loro primo computer, l’Apple I, inizialmente venduto ai membri dell’Homebrew Computer Club. Successivamente ottennero un finanziamento dall’industriale Mike Markkula, che versò nelle casse della società la somma di 250.000 dollari, ottenendo in cambio un terzo di Apple.
Bill Gates, al termine del suo primo anno ad Harvard (non completò mai gli studi universitari), convinse l’amico Allen, come lui appassionato di software, a darsi da fare per concretizzare le loro idee. Nel dicembre 1974 uscì sul mercato americano il primo kit di montaggio per Microcomputer Altair 8800. Gates ed Allen intuirono che il mercato dei computer personali stava per esplodere e sarebbe servito software per le nuove macchine. Iniziarono così a sviluppare software usando l’hardware della General Electric, con cui Gates ed Allen avevano avuto le prime esperienze in linguaggio Basic. Questo era disponibile anche sulle macchine della Digital Equipment Corporation e Gates pensò di contattare la MITS (Micro Instrumentation and Telemetry Systems), società produttrice dell’Altair, proponendo software specifico per il loro modello Altair 8800. La società si disse interessata e Gates, lavorando freneticamente, in otto settimane produsse le modifiche, mentre Allen sviluppò un simulatore dell’Altair sul PDP-10 di una scuola. Monte Davidoff si unì al gruppo e scrisse alcuni pacchetti matematici. Successivamente, Allen portò il programma alla società per la prima prova sull’Altair: superata la prova, la società acquistò il software, che venne commercializzato col nome di Altair Basic. Gates e Allen si trasferirono ad Albuquerque (Nuovo Messico), sede del MITS e, nell’aprile 1975, fondarono la Microsoft Corporation. La Microsoft vendette il suo sistema Basic alla NCR Corporation e all’Intel e iniziò la propria vita con l’assunzione degli amici di liceo Marc McDonald e Ric Weiland.
Warren Buffett nasce nel 1930 e vive a Omaha fino al 1942, quando suo padre Howard viene eletto al Congresso degli Stati Uniti e si trasferisce con la famiglia a Washington. Warren si laurea in Business Administration alla Columbia Business School, l’università dove insegna il suo idolo Benjamin Graham, autore del noto libro The Intelligent Investor. Si dedica agli investimenti azionari fin da giovanissimo; leggenda vuole che abbia iniziato a investire già a 11 anni, impiegando i risparmi ottenuti vendendo a scuola le bibite comprate nel negozio di fronte; si riporta anche di un appezzamento di terreno comprato a 14 anni e da lui affittato ai pastori locali. Dopo la laurea accetta l’invito dello stesso Graham a lavorare a New York per la Graham- Newman Corp., considerato da molti il primo vero hedge fund della storia. Nel 1955 Graham va in pensione e gli offre la carica di socio della società, ma Buffett rifiuta e torna nella sua città natale. Con il capitale a sua disposizione ritiene, infatti, di poter vivere tranquillamente di rendita grazie alle proprie capacità di investimento. Ma tornato a Omaha, amici e parenti gli chiedono di investire i loro soldi. Così, quasi per caso, fonda la Buffett Partnership, un fondo d’investimento con il quale applica le strategie d’investimento insegnate da Benjamin Graham, dette del value investing, cioè la ricerca di titoli sottovalutati da comprare e tenere per lunghissimi periodi. Attraverso questa modalità d’investimento, Buffett acquisisce importanti partecipazioni in colossi come Coca Cola, Gillette, McDonald’s, Kirby Company e Walt Disney. Successivamente, decide di quotare in borsa la Buffett Partnership fondendola con una società tessile quotata, la Berkshire Hathaway, che diventa il primo gestore di patrimoni del pianeta.
Amancio Ortega, oggi l’uomo più ricco d’Europa, nasce in un paesino nella provincia di León, in Spagna. Figlio di un dipendente delle ferrovie spagnole, Ortega inizia a lavorare, a 14 anni, in un negozio di vestiti. La sua attività imprenditoriale nasce con la fondazione della Confecciones GOA, nel 1963. In quegli anni Ortega si rende conto che le persone in grado di acquistare abiti di alto prezzo sono davvero poche. Così nel 1975 nasce il primo negozio Zara, che diventa in pochi anni una catena di abbigliamento che basa la sua forza sul rapporto qualità-prezzo. A oggi il gruppo Zara ha una diffusione capillare con negozi in tutto il mondo; il marchio è arrivato a fatturare 16,7 miliardi di euro generando un utile netto da 2,38 miliardi.
Carlos Slim Helú è, oggi, l’uomo più ricco del pianeta. Suo padre, di origine libanese, si trasferisce in Messico nel 1902 e ' all’età di 14 anni apre un negozietto chiamato La estrella del Oriente. Carlos si iscrive all’Universidad Nacional Autónoma de México conseguendo la laurea in ingegneria civile e, nel 1961, inizia a lavorare in varie piccole imprese. La sua carriera manageriale inizia in multinazionali come Altria Group e Alcatel; in seguito si mette in proprio e fonda il Grupo Carso. Oggi è il più importante imprenditore delle telecomunicazioni dell’America Latina: detiene infatti il controllo di tre delle più importanti compagnie del continente, la Telmex, la Telcel e la América Móvil. Messe insieme, le tre compagnie controllano circa il 73% del traffico di telefonia mobile dell’America Latina, con oltre 100 milioni di utenti. Il suo impero, che secondo Fortune realizza il 5% del PIL messicano, non si limita al mondo delle telecomunicazioni. Possiede banche e catene di ristoranti, piantagioni di tabacco e negozi di articoli informatici, oltre al 3% delle azioni della Apple. Carlos Slim ha dedicato inoltre alla moglie, scomparsa prematuramente, un museo: il Soumaya Museum, la cui collezione di 70.000 oggetti d’arte appartenenti a 10 secoli comprende opere di Leonardo da Vinci, quadri di Tiziano, Tintoretto, El Greco, Rubens, Dalí, Modigliani, Chagall e Miró, per non parlare delle opere di Auguste Rodin, di cui Slim possiede la collezione privata più importante e ampia al di fuori della Francia.
Ingvar Feodor Kamprad inizia a costruire il suo business fin da ragazzo, vendendo fiammiferi ai vicini di casa. Successivamente scopre che può acquistare i fiammiferi a un prezzo molto basso presso un fornitore di Stoccolma, in modo da poter trarre maggior profitto nella vendita. Dai fiammiferi passa alla vendita di pesce, decorazioni per alberi di Natale, semenze da giardino e successivamente penne a sfera e matite. Quando compie 17 anni suo padre gli regala dei soldi per premiarlo dei buoni risultati che aveva ottenuto con lo studio. Kamprad li usa per costruire uno laboratorio di falegnameria, che chiama IKEA. L’acronimo IKEA è composto dalle iniziali del suo nome IK più Elmtaryd, la fattoria di famiglia dove è cresciuto, e Agunnaryd, un piccolo villaggio nella provincia di Småland. Fin dal 1976 Kamprad ha vissuto a Epalinges. Come ha dichiarato in un’intervista per la televisione svizzera, guida un’automobile vecchia di 15 anni, vola in classe economica e incoraggia i dipendenti IKEA a scrivere sempre su tutti e due i lati di un foglio.

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17 ottobre 2016

Eugenio Caruso



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