Platone afferma non esserci alcun re che non sia discendente da schiavi e nessuno schiavo che non sia discendente da re.
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Nabucodonosor II (disco in onice)
In questo portale, abbiamo illustrato vita e doti di grandi personaggi della storia, quali figure emblematiche da tenere come modelli per imprenditori, manager, leader politici. Ugualmente ritengo doveroso prendere in considerazione la vita di Nabucodonosor II che creò nella Mesopotamia un grande impero.
Secondo e più importante dei re della dinastia neo-babilonese, Nabucodonosor II salì al trono alla morte del padre Nabopolassar e sottomise il regno di Giuda (Vedi Nota 1), deportando gli ebrei in Babilonia e distruggendo il tempio di Salomone. Si dedicò alla ristrutturazione di Babilonia, pavimentando strade, ricostruendo templi e scavando canali. È accreditato della costruzione dei giardini pensili, una delle sette meraviglie del mondo antico.
I babilonesi riconobbero suo padre Nabopolassar, che, probabilmente era di Uruk, come loro sovrano poichè li aveva condotti vittoriosamente nella guerra contro l'Assiria e li aveva alleati ai medi nell'azione di annientamento degli assiri. Uruk (la sumerica Unug, la biblica Erech, la greca Orchoë e l'odierna Warka) è un'antica città dei Sumeri e successivamente dei Babilonesi, situata nella Mesopotamia meridionale. Nel IV millennio a.C. il piccolo insediamento divenne una vera e propria città, la prima per cui sia possibile utilizzare questo termine; questo perché fu la prima ad avere due caratteri fondamentali per una città: la stratificazione sociale e la specializzazione del lavoro. Uruk si trova oggi 20 chilometri ad est del fiume Eufrate, in una regione paludosa a circa 230 chilometri a sud-est di Bagdad. Secondo una moderna ipotesi, tuttora puramente speculativa, il nome "Iraq" deriverebbe da Uruk. Nel suo momento di massimo splendore, Uruk contava una popolazione di circa 80.000 abitanti che vivevano in 6 chilometri quadrati racchiusi da una doppia cinta di mura lunga 10 chilometri, rappresentando, al suo tempo, la più grande e popolosa città del mondo, oltre che una delle più antiche nella storia dell'uomo.
Durante i ventuno anni del suo regno, Nabopolassar aveva messo in atto una politica volta alla restaurazione della completa indipendenza della Babilonia, che da oltre un secolo faceva parte dell'impero assiro. Egli pensò che l'unico modo per conseguire il suo obiettivo fosse un'azione instancabile e brutale che mirasse ad annientare gli assiri. Si servì quindi degli attacchi dei medi contro il Nord della Mezzaluna fertile (Vedi nota 2) e si alleò con loro. Per secoli gli scontri tra babilonesi e assiri erano stati violenti, ma mentre i babilonesi si limitavano a contenere e respingere gli assiri, questi avevano nei confronti dei babilonesi sentimenti di ammirazione e collera, ammirazione per la loro cultura (tanto che ne avevano assimilato la lingua) e collera per il fatto che non si facessero dominare, così in base alle oscillazioni della politica, Babilonia veniva maltrattata o coccolata; ma nessuna soluzione aveva successo. Nabopolassar finì per prevalere attraverso la pura e semplice distruzione e annientamento degli assiri che avevano popolato la pianura babilonese. In realtà l'annientamento dell'Assiria fu ispirato e attuato principalmente dai medi che vollero togliere dallo scacchiere un popolo bellicoso e forte che premeva costantemente ai propri confini. Gli abitanti di Ninive, capitale dell'Assiria furono sterminati e la città, con la famosa biblioteca di Assurbanipal e gli splendidi e ricchi edifici, fu abbandonata tra le rovine. Ninive è una delle più famose città antiche, sulla riva sinistra del Tigri a Nord della Mesopotamia. Si sono trovate tracce di insediamenti preistorici risalenti probabilmente al VI millennio, altri reperti, più consistenti, di epoca Uruk. Divenne capitale del regno assiro sotto il re Sennacherib (704 - 681 a.C.); ampliata e abbellita da questi e da Assurbanipal (668 - 626 a.C.) raggiunse l'apice del suo splendore: le mura si estendevano per 12 chilometri su un territorio di 750 ettari. La sua distruzione segnò anche la fine del grande regno assiro. D'altra parte, Nabopolassar aveva bisogno di eliminare quel fastidioso nemico anche perchè non era sicuro della fedeltà di alcune città babilonesi, anzi Ur e Nippur non lo avevano riconosciuto come re. Giova notare che nella documentazione ritrovata Nabopolassar figura come un re che fu indotto a eliminare gli assiri perchè costrettovi; infatti la tradizione della Mezzaluna fertile prevedeva saccheggi e devastazioni, ma mai l'annientamento di un popolo. I babilonesi rafforzarono, ulteriormente, i confini con la politica della terra bruciata nei confronti dei popoli montanari dell'Alta Mesopotamia e fino al cuore dell'altopiano anatolico per evitare che queste popolazioni tentassero di occupare gli spazi lasciati dagli assiri.
Quando Nabopolassar affidò a Nabucodonosor la responsabilità dell'esercito, nel 607, egli era adolescente; questo sostiene Berosso, storico babilonese del III secolo il quale, seppur lontano dal tempo degli avvenimenti, era ben informato. Anche la Cronaca babilonese afferma che nel 607 Nabucodonosor iniziò ad assumere le responsabilità di principe ereditario. Su questa base possiamo ritenere che Nabucodonosor aveva tra i 12 e i 14 anni, età nella quale allora si potevano assumere responsabilità che oggi diremmo da adulto; ma probabilmente il padre aveva visto in lui le virtù che mostrerà nel corso della sua vita. Egli sarebbe nato attorno al 620, quando da cinque anni suo padre era stato riconosciuto re di Babilonia. Avrebbe avuto una sessantina d'anni al momento della morte avvenuta, secondo Berosso per cause naturali. Poco si sa della sua vita privata, ma fu, comunque un uomo inquieto che si definiva "alla ricerca della vita", l'unico in tutta la tradizione regia, d'Assiria o di Babilonia, che si sia espresso in questo modo.
Si dimostrò subito un valido condottiero: infatti, nel 604 sconfisse l'esercito egiziano presso Karkemish causandone gravi perdite, inseguì i superstiti e li sterminò; si ipotizza che l'esercito egiziano volesse intervenire in appoggio alle truppe assire, ma arrivò troppo tardi. La Cronaca babilonese riporta "Nabucodonosor mobilitò l'esercito babilonese, ne assunse il comando per marciare su Karkemish, che si trovava sulla riva dell'Eufrate e attraversò il fiume (per affrontare gli egiziani) accampati a Karkemish ..... Essi si diedero battaglia l'un l'altro; l'esercito egiziano si ritirò davanti a lui: egli gli inflisse una (sconfitta) e lo annientò completamente. L'esercito babilonese raggiunse nel distretto di Hama il resto dell'esercito egiziano, che era scampato al (disastro) e che le armi non avevano potuto colpire, e gli inflisse una tale (sconfitta) che non un solo uomo (fece ritorno) nel suo paese". La sconfitta degli egiziani ebbe un'enorme eco in tutta la regione a giudicare dalla reazione del profeta Geremia, il quale ne riconobbe l'importanza e ne trasse la conclusione che tutto il Levante, fino al Sinai, era spalancato davanti all'esercito babilonese. Dopo la battaglia Nabucodonosor portò le truppe a Ribla, infatti per controllare la costa del mediteraneo l'occupazione di questa città era una scelta obbligata; inoltre occupando Ribla si evitava di urtare la suscettibilità del re di Hama che, nonostante fosse sottomesso ai babilonesi, non avrebbe accettato di ospitare l'esercito di Nabucodonosor.
Ritengo che Nabucodonosor dovette essere stato un comandante sagace e abile nella tattica guerresca, oltrecchè un abile diplomatico; non ci sono testimonianze sulle sue doti di combattente, ma sappiamo che gli egiziani, a differenza dei babilonesi potevano disporre di eserciti molto numerosi, con soldati provenienti dall'Africa e dal Mediterraneo e che, spesso, godevano dell'appoggio delle flotte greche. Eppure uscirono sempre sconfitti contro Nabucodonosor. Dalle testimonianze raccolte risulta che l'esercito babilonese si servisse di mercenari greci, che erano combattenti valorosi e che spesso costituivano il nerbo dell'esercito.
Alla morte del padre, poco dopo l'occupazione di Ribla, Nabucodonosor vi lasciò il grosso del'esercito e tornò a Babilonia per ascendere al trono ed esservi incoronato ufficialmente.
Nabucodonosor rifiutò il titolo di "re potente", che suo padre aveva mutuato dagli assiri. Si trattava di un'espressione non dettata da vanità; i sovrani assiri, infatti, si appropriarono di questo titolo che testimoniava il fatto che essi erano al di sopra di tutti i principi del loro impero e anche dei monarchi indipendenti, compresi, ad esempio, il Faraone d'Egitto e il re della Media. Nabucodonosor rinunciò a questo concetto di impero universale, dimostrando non modestia ma grande lucidità e pragmaticità.
Nei suoi primi dieci anni di regno, quasi annualmente, compì estese campagne militari nella zona di Hattu e fece raccolte di tributi che usò poi per finanziare le sue campagne militari e per l'edificazione delle imponenti opere di difesa e di abbellimento della città di Babilonia. La Cronaca babilonese afferma che Nabucodonosor "andava avanti e indietro con tutta la sua potenza militare per mostrare in maniera ostentata la sua forza e per non essere costretto a servirsene". Questo comportamento. che i latini sottolineavano con il detto si vis pacem para bellum era stato in parte mutuato dagli imperatori assiri. Malgrado alcuni conflitti che coinvolsero Nabucodonosor, i lunghi periodi di pace favorirono la vita economica della mezzaluna fertile, gli scambi commerciali anche a lunga distanza e, soprattutto un'esistenza tranquilla alle varie popolazioni.
Per gli abitanti della Filistea, la vicinanza dell'Egitto poteva sembrare una protezione contro i babilonesi. Ascalona, città a poco più di una ventina di chilometri da Gaza era l'unico luogo dell'Asia ancora in mano egiziana e Ascalona si rifiutò di versare un tributo ai babilonesi.
La Filistea - Posizione di Ascalona
Nabucodonosor non poteva lasciare che questa enclave costituisse un pericolo per l'impero e vi condusse le sue truppe. Gli abitanti chiesero aiuto agli egiziani che, però non si mossero. Alla fine del 604 Nabucodonosor "si impadronì di Ascalona, catturò il suo re, la saccheggiò la ridusse a un cumulo di macerie e rovine" afferma la Cronaca. Successivamente la città fu ricostruita perchè Nabucodonosor riteneva che essa potesse costituire un valido ostacolo a eventuali incursioni degli egiziani che non perdevano occasione per rioccupare la Filistea. Nello stesso ordine di idee i babilonesi fecero trasportare "enormi torri d'assedio" a ovest come misura precauzionale. Nel 603, i babilonesi ritenevano che tutto fosse sotto il loro controllo, dai monti Zagros, al Tauro (catena montuosa della Turchia meridionale, che si trova fra gli altopiani dell'Anatolia e la costa turca del Mediterraneo) fino al Sinai, ma non avevano fatto i conti ancora con gli egiziani che si erano risollevati dopo la sconfitta di Karkemish. La strategia di Nabucodonosor fu quella di anticipare un attacco del nemico e marciare contro il loro esercito per impedirgli di entrare in Asia.; nell'inverno del 602 la battaglia tra i due eserciti fu durissima e sanguinosissima ma non vide ne vinti ne vincitori; pertanto rimase lo status quo ante. Comunque gli egiziani non erano entrati in Asia; Nabucodonosor ritornò a Babilonia per ricostituire l'esercito.
Il confine orientale dell'impero, i monti Zagros.
Gli egiziani, approfittando della lontananza di Nabucodonosor dal confine, occuparono Gaza, ma senza gravi conseguenze perchè le altre città di frontiera non furono aggredite. Giuda, invece ruppe con l'Impero rifiutandosi di pagare il tributo; la riconquista babilonese fu sistematica e spietata. Nel novembre-dicembre 599, Nabucodonosor lanciò un attacco a Sud-Ovest contro gli arabi di Quedar
" ... avanzarono nel deserto, fecero un enorme bottino di numerosi arabi, dei loro beni, delle loro greggi e delle loro divinità"; la strategia di Nabucodonosor era quella di distruggere la regione e annientarvi le popolazioni ivi residenti per tranquillizzare e rafforzare i regni che confinavano a est con quello di Giuda; moabiti, ammoniti e edomiti, che versavano tributi a Babilonia, potevano costituire una costante spina nel fianco di Giuda. In questo Nabucodonosor dimostra di possedere una capacità strategica con una visione anche sul medio lungo periodo. L'anno seguente Nabucodonosor marciò contro Gerusalemme e per questo attacco possiamo contare sull'abbondante documentazione biblica (vedi nota 1). Giuda venne attaccata a est da moabiti, ammoniti ed edomiti, che la privarono delle sue retrovie, distruggendo Arad; lo sperato aiuto dagli egiziani non venne. Proprio in quel periodo morì il re Joakim che lasciò il trono al figlio Joachin. Egli era sul trono da tre mesi quando "Nabucodonosor conquistò Gerusalemme, fece prigioniero il suo re, ne designò uno di sua scelta e raccolse un abbondante bottino da trasportare a Babilonia"; era il 16 marzo 597 del nostro calendario. Nabucodonosor fu artefice della prima deportazione del popolo ebraico. Fra i deportati in quell'occasione vi furono, oltre allo stesso re Joachin, il profeta Daniele, allora giovanissimo, e i notabili della città. Dopo aver messo Mattania, zio di Joachim, sul trono di Gerusalemme col nome di Sedecia, Nabucodonosor II tornò a Babilonia. Gerusalemme e il suo tempio, stavolta, furono risparmiati. Nabucodonosor era portato a credere che la resa di Gerusalemme avese stabilito definitivamente la pace nell'Impero; l'Egitto, infatti, dopo i duri scontri con i babilonesi conduceva in Asia una politica prudente e sarebbe stata pura follia per qualunque potenziale nemico interno all'impero sperare nell'aiuto degli egiziani. Tra il 596 e il 595 le cronache parlano di una minaccia proveniente da Est; Nabucodonosor si accampò sul Tigri e la sua tempestività e decisione bastarono a provocare il panico presso le truppe nemiche tanto che il re dell'Elam "fece ritorno nel suo paese". Storicamente non esiste conferma di una guerra contro l'Elam, comunque siano andate le cose, Nabucodonosor rafforzò il confine orientale.
Il re domò poi con mano ferma una ribellione militare, in Babilonia, durante il suo decimo anno di regno (595-594), trucidando molti dei militari ribelli e rafforzando l'immagine di uomo invincibile e protetto dalle divinità che i babilonesi avevano di lui.
Geremia racconta che nel 594-593, durante il quarto anno del regno di Sedecia, giunsero a Gerusalemme ambasciatori da Edom, da Moab e da Ammon, da Tiro e da Sidone, con l'intento di creare una coalizione contro Babilonia; Geremia racconta questo avvenimento mettendo in evidenza la vanità dell'impresa. Infatti alla coalizione mancava il sostegno dei grandi stati della Mezzaluna fertile (Damasco, Hama, Aleppo , Karkemish) e le truppe che gli alleati potevano mettere in campo non potevano competere con quelle di Nabucodonosor. Al sopraggiungere dell'esercito babilonese gli alleati (per quanto sia credibile la storia) si dissolvero, gli egiziani mantennero le loro truppe al confine e Gerusalemme fu cinta d'assedio nel 588. L'accerchiamento si protrasse fino all'undicesimo anno di Sedechia. Un tentativo di intervento dell'alleato egiziano a favore di Giuda fu vanificato. I babilonesi tolsero solo momentaneamente l'assedio, respinsero in Egitto l'esercito che veniva in soccorso e ripresero l'assedio, che si concluse il 18 luglio 587 (ma la data non è sicura) con l'apertura di una breccia nelle mura e con la conseguente distruzione del Tempio e delle mura della città.
Nel 588 in Egitto divenne re Hofra; i suoi predecessori avevano stabilito con i fenici una collaborazione vantaggiosa per entrambi, ma il nuovo faraone ruppe con questa politica, riconquistò Gaza e attaccò Tiro e Sidone per mare, non avendo altra scelta a causa della presenza delle truppe babilonesi che gli impedivano le vie di terra; gli egiziani si servirono della flotta messa a disposizione dai greci. Tiro, però, sconfisse gli egiziani sul mare, ciò fece piacere ai babilonesi ma Nabucodonosor si rendeva conto che la situazione restava rischiosa. Infatti fenici ed egiziani avrebbero potuto allearsi e togliere il controllo della costa ai babilonesi fino all'odierno golfo di Alessandretta. Si spiega così il blocco posto da Nabucodonosor alla città di Tiro, blocco che durò ben 13 anni. Secondo Ezechiele il blocco terminò senza una vittoria decisiva dei babilonesi che ottennero una resa politica di Tiro, ora di nuovo parte integrante dell'impero; ma a detta del profeta i babilonesi non fecero bottino, perchè la resa prevedeva che i babilonesi non saccheggiassero la città. I babilonesi controllavano la via di terra, Gerusalemme, Lakish e Gaza e quella di mare, Sidone e Tiro e avevano un'autostrada per invadere l'Egitto. La cosa non avvenne perchè Nabucodonosor aveva voluto il controllo delle vie di collegamento con l'Egitto, ma evitò l'invasione restando al di qua del "fiume d'Egitto" l'odierno Wadi al-Arish. Nabucodonosor era, probabilmente, memore dei tentativi non riusciti dagli assiri di invadere l'Egitto.
In una successiva campagna contro l'Egitto, probabilmente tra il 567 e il 566 a.C.), a seguito della quale il faraone Amasis fu duramente sconfitto, Nabucodonosor dovette domare una nuova ribellione di Tiro e, questa volta, poté rifarsi del bottino perso in occasione del precedente assedio.
A prescindere dalla falsa conversione biblica al dio degli ebrei narrata nel libro di Daniele (4, 31-34), il re Nabucodonosor era particolarmente devoto a Marduk, il principale dio di Babilonia, e a lui attribuiva il merito delle sue vittorie. Abbellì il tempio di Marduk e quelli di numerose altre divinità babilonesi. L'immagine d'oro che eresse nella Pianura di Dura era forse indirettamente dedicata a Marduk, ma certamente voleva esaltare la sua autorità. Come tutti i re mesopotamici, anche Nabucodonosor faceva molto affidamento sulla divinazione per decidere le sue azioni. La Cronaca babilonese riporta che Nabucodonosor era stato generato per mano degli dei e che "Marduk aveva formato il suo essere nel seno materno". Questo era un accadimento spesso presente tra le testimonianze scritte del vicino oriente, ma Nabucodonosor lo trattò con discrezione non attribuendogli, evidentemente, molta importanza definendosi sempre " figlio di Nabopolassar", accontentandosi, pertanto, dela sua origine umana.
Molta importanza sembra che fosse data da Nabucodonosor al leone, come simbolo di forza probabilmente, osservabile nelle diverse raffigurazioni simboleggiate da una falce (simbolo anche del leone) tenuta in mano. Figure di tale animale sono evidenziate dai bassorilievi dei 120 leoni a dimensione naturale, lunghi 2,3 metri (60 per ogni lato) che sono sui muri della via della processione dell'Akitu, la via principale di Babilonia alla quale si accedeva dalla famosa porta di Ishtar, restaurata e conservata nel Pergamonmuseum di Berlino.
A Nabucodonosor II si deve anche il restauro di Babilonia e il completamento delle mura di difesa iniziate da suo padre Nabopolassar che la resero la città più fortificata dell'antichità. Sotto il suo regno furono realizzati anche i giardini pensili, una delle sette meraviglie del mondo antico, come regalo alla regina Amytis, originaria della Media. Si tratta di un tentativo di comunicare con le divinità, studiando appunto le stelle, e rappresentavano il "sentirsi piccoli" di fronte al divino.
E' importante notare che la cultura babilonese che trovò una significativa espressione nelle iniziative di Nabucodonosor, e poi di Nabonedo, era di tipo arcaizzante. Si cercava, con tutte le tecniche allora disponibili, di tornare indietro nel tempo per ripercorrere, possibilmente, la strada percorsa dall'uomo dalla sua nascita. Uno degli strumenti più utilizzato era la ricostruzione dei santuari cercando prove materiali, archeologiche e scritte dell'esatta conformazione dei santuari all'atto della loro fondazione. In uno degli scritti ritrovati, Nabonedo sostiene di essere risalito, con la sua opera di ricostruzione di edifici antichi fino all'epoca di Sargon il Grande che era vissuto atorno al 2300. In generale ogni città aveva una propria divinità e la città stessa cresceva circolarmente attorno al santuario che era considerata area sacra.
Tra i babilonesi la devozione nei confronti dei santuari era reale anche se i diversi aspetti del suo ruolo nella società mesopotamica non sembra che fosse giustificata poichè essa rimase sempre esteriore, come pura espressione di attaccamento alla città che sfumava nel suo santuario principale e nella divinità che lo ospitava. Il culto non era in grado di dare risposte alle angoscie umane poichè le concezioni correnti non offrivano prospettive. Per i babilonesi l'uomo era un essere destinato alla morte, senza ma, senza se, senza forse; era un principio dalla chiarezza indiscutibile a differenza delle concezioni sulla morte confuse e incoerenti di altre popolazioni. Accadeva tutto durante la vita; una volta terminata finiva anche la partita e la morte rendeva tutti uguali.
Nabucodonosor, al fine di evitare malumori all'interno della regione mesopotamica, non interferì mai con la scelta che le varie città facevano in merito alla divinità che avrebbe dovuto proteggere la città; le città stesse godevano di una soddisfacente autonomia.. Peraltro Nabucodonosor manifestava la propria autorità imperiale sulla valle tra il Tigri e l'Eufrate, mentre sembrava più benevolente verso i popoli sottomessi ma stranieri. L'intento era molto sottile, perchè se è vero che il buon pastore veglia sulla sicurezza e sul benessere del suo gregge è anche vero che il gregge deve fornirgli latte, lana e carne. La benevolenza verso gli stranieri gli assicura la pacificazione dell'impero e dà una giustificazione ai sovrani delle popolazioni sottomesse per versare il tributo a Babilonia in segno di fedeltà. La cultura arcaizzante di Nabucodonosor gli impedì anche di affrontare pericolose guerre di conquista sull'Egitto o la Media, ad esempio, per conservare i confini di gran parte dei grandi imperi mesopotamici. Sapeva che il cuore dell'universo era la Mesopotamia e non vedeva motivo di estendere l'impero a popoli inferiori, se non per mantenere solidi confini e buoni rapporti di vicinato. Inoltre dopo la conquista dell'impero, Nabucodonosor non creò nuove strutture amministrative, ma riprese la carta politica dell'impero assiro lasciando tutto come era prima. Anche l'esercito mantenne la composizione e la struttura dell'esercito assiro, che aveva dato prove di grande efficienza. A tutto l'impero era imposto un regime che oggi diremmo di protettorato, la cui applicazione era facilitata dall'esistenza di un re in quasi tutti gli stati dell'impero; quando si estingueva una dinastia reale Babilonia provvedeva a nominare un governatore. Nabucodonosor evitò di sconvolgere la vita e le abitudini quotidiane delle popolazioni straniere, rimase indifferente alle loro lingue, alle loro religioni e ai loro costumi; non pretese il riconoscimento delle divinità babilonesi come avevano fatto, invece, gli assiri nei secoli precedenti. I rapporti tra i vari re dell'impero e Nabucodonosor erano sottoposti a giuramento e questa consuetudine divenne, con Nabucodonosor, la chiave di volta per l'amministrazione dell'impero. Il pagamento del tributo a Babilonia era un obbligo economico, ma era anche un gesto politico, perchè era l'unico modo che ciascun re aveva di mostrare la propria fedeltà all'impero e per rompere con l'impero l'unico gesto era astenersi dal consegnare il tributo, come fece Joachin re di Giuda, che non lo versò per tre anni, sfidando la pazienza di Nabucodinosor, che alla fine reagì nel modo che conosciamo.
La cultura arcaizzante dei babilonesi li tenne fedeli alla scrittura cuneifiorme mentre nella Fenicia, che pure apparteneva all'impero, si usava la più semplice scrittura alfabetica; d'altra parte, considerando la grande varietà di popolazioni che abitavano la Mesopotamia non meraviglia che vi siano stati trovati reperti con scrittura alfabetica, risalenti al regno di Nabucodonosor.
Nabucodonosor si occupò molto di metrologia; forse in Babilonia da tempo esisteva un ufficio di pesi e misure ufficiali. Ogni campione veniva autenticato dal nome del re, dai suoi titoli e affiancato dal nome delle due divinità supreme del paese. Su un peso trovato a Susa, ma prodotto a Babilonia, si legge "Palazzo di Nabucodonosor, re di Babilonia, colui che va e che viene, che ha riposto la sua fiducia in Nabù e Marduk, figlio di Nabopolassar, re di Babilonia". Questi pesi o vasi campione erano oggetti rari, fatti di materiale prezioso, in particolare l'ematite per i pesi e l'alabastro per i vasi; erano sempre di fattura molto curata, delle vere e proprie opere d'arte. Solo i sicli (8,5 g.) e le loro frazioni erano di uso corrente per la misura di metalli preziosi e sul Mediterraneo della porpora. La metrologia di Nabucodonosor acquisì un prestigio enorme e da allora venne presa come riferimento assoluto anche dai suoi successori.
Nabucodonosor si preoccupò molto anche della demografia di Babilonia, con più o meno forzate azioni di ripopolamento, dal 605 obbligò giudei, fenici, siriani ed egiziani a insediarsi "nel paese di Sumer e Akkad"; nel 597 dalla Giudea condusse in Babilonia sette o diecimila abitanti, dieci anni dopo ne giunsero altri mille. Non tutti erano deportati con la forza, alcuni si spostavano volontariamente attirati dalla prosperità della Babilonia, come avevano fatto molti artigiani originari dell'Egitto, della Ionia, della Cilicia o dell'altopiano iraniano tutti sedotti dai salari e dalla calorosa accoglienza che era loro riservata. I babilonesi avevano familiarità con gli stranieri che vivevano in mezzo a loro, in particolare con gli Aramei e i Caldei, ma nel VI secolo arrivarono in Babilonia stranieri di più recente acquisizione. Questi gruppi mantenevano il loro stato giuridico, conservavano i loro costumi, la loro lingua, scrittura e religione; la società babilonese non conobbe mai lo sfruttamento della schiavitù, anche se erano riconosciuti gli stati giuridici di schiavo e di libero. Così gli arabi continuarono a utilizzare l'alfabeto in uso nel loro paese e altrettanto fecero i fenici; tutti usavano l'aramaico per i contatti con le altre genti. Le quattro popolazioni maggiormente presenti sotto Nabucodonosor furono, i giudei, gli arabi, gli egiziani e i fenici, alcuni erano artigiani, ma la maggior parte si occupava di agricoltura.
Sicuramente Nabucodonosor fu un erede culturale e politico della Babilonia e dell'Impero e lo fu anche di una tradizione culturale millenaria che gli andava stretta, ma della quale non poteva liberarsi. Potè agire facilmente perchè seguiva percorsi tracciati da generazioni e le sue disposizioni si limitavano a rinnovare ciò che era stato ordinato prima. Questo fondamentale immobilismo che maschera l'attività instancabile del re costruttore è per noi, oggi, una debolezza, mentre era quello che i suoi contemporanei si aspettavano. Oggi diremmo che la sua era la politica del frenetico immobilismo. Il movimento culturale arcaizzante finiva con incoraggiare il loro gusto per la "riproduzione" del passato ed essi erano soddisfatti della politca del loro glorioso sovrano. Nabucodonosor manifestò sempre una determinazione e una coerenza degne di ammirazione e la sua azione fu straordinaria per grandezza e perseveranza. Una tale continuità visibile nelle azioni del principe ereditario, prima, e del re, poi, testimonia una personalità eccezionale, come eccezionali furono i risultati: la Mezzaluna fertile riconquistata, pacificata e resa consapevole dell'esistenza di un'unità autogenerata e non indotta da forze esterne, la Babilonia condotta a un alto livello di ricchezza, la regione ripopolata , i principali templi ricostruiti, la capitale impreziosita in maniera incomparabile, i confini resi sicuri con azioni preventive di dissuasione. Ma il tempo di Nabucodonosor era un tempo fermo, sospeso, bloccato; il suo universo, immobile, era senza futuro, poichè il re e i babilonesi si lasciavano affascinare dal passato, rifiutandosi di voltargli le spalle e aprire una nuova era. Con Nabonedo si estingue la tradizione degli imperi mesopotamici; Ciro il Grande unifica la Persia, sconfigge i medi nel 553, occupa Babilonia nel 539 e fonda l'impero persiano.
Giova notare che è stato possibile seguire l'evoluzione della riconquista dell'Impero fino alla presa di Gerusalemme, nel 587, grazie a fonti precise, in aramaico, babilonese, ebraico e greco. Nella Bibbia, Il secondo libro dei Re, le Cronache, i Libri di Geremia, Isaia e Daniele hanno focalizzato la loro attenzione sul destino del regno di Giuda, ma, nonostante questa visione circoscritta, le informazioni riportate sono utili per avere una visione dei fatti diversa da quella dei babilonesi, avvenimenti riferiti, in particolare, nella Cronaca babilonese che inizia dopo la seconda metà dell'VIII secolo per finire fino al III secolo. Questa Cronaca registra esclusivamente avvenimenti che hanno a che fare con la Babilonia e più precisamente con il suo re, ma la qualità dell'informazione e la sua obiettività non sono state mai colte in fallo dagli storici risultando così veritieri. La Cronaca non mentisce mai, semmai omette quando si tratta di una sconfitta subita dal re. Questa caratteristica dell'obiettività dell'informazione la si ritrova un po' in tutti i reperti a dimostrazione che Nabucodonosor non amava le smargiassate, anche perchè avrebbe dovuto darne conto ai suoi dei.
Impero babilonese sotto Nabucodonosor
Nota 1 - Le testimonianze della Bibbia
Nel secondo libro dei re si racconta
2Re 24,1 Nei suoi giorni, Nabucodònosor, re di Babilonia, salì contro di lui e Ioiakìm gli fu sottomesso per tre anni, poi di nuovo si ribellò contro di lui.
2Re 24,10 In quel tempo gli ufficiali di Nabucodònosor, re di Babilonia, salirono a Gerusalemme e la città fu assediata.
2Re 24,11 Nabucodònosor, re di Babilonia, giunse presso la città mentre i suoi ufficiali l'assediavano.
2Re 25,1 Nell'anno nono del suo regno, nel decimo mese, il dieci del mese, Nabucodònosor, re di Babilonia, con tutto il suo esercito arrivò a Gerusalemme, si accampò contro di essa e vi costruirono intorno opere d'assedio.
2Re 25,7 I figli di Sedecìa furono ammazzati davanti ai suoi occhi; Nabucodònosor fece cavare gli occhi a Sedecìa, lo fece mettere in catene e lo condusse a Babilonia.
2Re 25,8 Il settimo giorno del quinto mese - era l'anno diciannovesimo del re Nabucodònosor, re di Babilonia - Nabuzaradàn, capo delle guardie, ufficiale del re di Babilonia, entrò in Gerusalemme.
2Re 25,22 Quanto al popolo rimasto nella terra di Giuda, lasciatovi da Nabucodònosor, re di Babilonia, gli fu posto a capo Godolia figlio di Achikàm, figlio di Safan.
Nel secondo libro delle cronache si racconta.
1Cr 5,41 Iosadàk partì quando il Signore, per mezzo di Nabucodònosor, fece deportare Giuda e Gerusalemme.
2Cr 36,6 Contro di lui salì Nabucodònosor, re di Babilonia, che lo legò con catene di bronzo per deportarlo a Babilonia.
2Cr 36,7 Nabucodònosor portò a Babilonia parte degli oggetti del tempio del Signore, che depose a Babilonia nella sua reggia.
2Cr 36,10 All'inizio del nuovo anno il re Nabucodònosor mandò a prenderlo per deportarlo a Babilonia con gli oggetti più preziosi del tempio del Signore. Egli nominò re su Giuda e Gerusalemme suo fratello Sedecìa.
2Cr 36,13 Si ribellò anche al re Nabucodònosor, che gli aveva fatto giurare fedeltà in nome di Dio. Egli indurì la sua cervice e si ostinò in cuor suo a non far ritorno al Signore, Dio d'Israele.
Nell'Esodo si racconta
Esd 1,7 Anche il re Ciro fece prelevare gli utensili del tempio del Signore, che Nabucodònosor aveva asportato da Gerusalemme e aveva deposto nel tempio del suo dio.
Esd 2,1 Questi sono gli abitanti della provincia che ritornarono dall'esilio, quelli che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato a Babilonia e che tornarono a Gerusalemme e in Giudea, ognuno alla sua città; essi vennero
Esd 5,12 Ma poiché i nostri padri hanno provocato all'ira il Dio del cielo, egli li ha messi nelle mani di Nabucodònosor, re di Babilonia, il Caldeo, che distrusse questo tempio e deportò a Babilonia il popolo.
Esd 5,14 inoltre i vasi del tempio di Dio, d'oro e d'argento, che Nabucodònosor aveva portato via dal tempio di Gerusalemme e trasferito al tempio di Babilonia, il re Ciro li ha fatti togliere dal tempio di Babilonia e li ha fatti consegnare a un tale di nome Sesbassàr, che egli aveva costituito governatore.
Esd 6,5 E anche i vasi del tempio di Dio, d'oro e d'argento, che Nabucodònosor portò via dal tempio che è a Gerusalemme e trasferì a Babilonia, siano restituiti e vadano al tempio che è a Gerusalemme, al loro posto, e siano deposti nel tempio di Dio».
Nella Nuova Riveduta si racconta.
Ne 7,6 Questi sono gli abitanti della provincia che ritornarono dall'esilio, quelli che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato e che tornarono a Gerusalemme e in Giudea, ognuno nella sua città;
Nel libro di Giuda 1 si racconta
Gdt 1,1 Nell'anno dodicesimo del regno di Nabucodònosor, che era il re degli Assiri nella grande città di Ninive, Arfacsàd regnava sui Medi a Ecbàtana.
Gdt 1,5 In quel tempo il re Nabucodònosor mosse guerra al re Arfacsàd nella grande pianura, cioè nella piana che si trova nel territorio di Ragàu.
Gdt 1,7 Allora Nabucodònosor, re degli Assiri, spedì messaggeri a tutti gli abitanti della Persia e a tutti gli abitanti delle regioni occidentali: a quelli della Cilicia e di Damasco, del Libano e dell'Antilibano, a tutti gli abitanti della fascia litoranea
Gdt 1,11 Ma gli abitanti di tutte queste regioni disprezzarono l'invito di Nabucodònosor, re degli Assiri, e non volevano seguirlo nella guerra, perché non avevano alcun timore di lui, che agli occhi loro era come un uomo qualunque. Essi rimandarono i suoi messaggeri a mani vuote e con disonore.
Gdt 1,12 Allora Nabucodònosor si accese di sdegno terribile contro tutte queste regioni e giurò per il suo trono e per il suo regno che si sarebbe vendicato, devastando con la spada i paesi della Cilicia, di Damasco e della Siria, tutte le popolazioni della terra di Moab, gli Ammoniti, tutta la Giudea e tutti gli abitanti dell'Egitto fino al limite dei due mari.
Gdt 2,1 Nell'anno diciottesimo, il giorno ventidue del primo mese, corse voce nel palazzo di Nabucodònosor, re degli Assiri, che egli avrebbe fatto vendetta contro tutte quelle regioni, come aveva detto.
Gdt 2,4 Quando ebbe finito la consultazione, Nabucodònosor, re degli Assiri, chiamò Oloferne, generale supremo del suo esercito, che teneva il secondo posto dopo di lui, e gli disse: ...
Gdt 2,19 Poi lui e tutte le sue truppe si misero in marcia, per precedere il re Nabucodònosor e coprire tutta la faccia della terra di occidente con i loro carri, i cavalieri e la fanteria scelta.
Gdt 3,2 «Ecco, noi, servi del grande re Nabucodònosor, ci mettiamo davanti a te; fa' di noi quanto ti piacerà.
Gdt 3,8 Ma egli demolì tutti i loro templi e tagliò i boschi sacri, perché aveva ordine di distruggere tutti gli dèi della terra, in modo che tutti i popoli adorassero solo Nabucodònosor e tutte le lingue e le tribù lo invocassero come dio.
Gdt 4,1 Quando gli Israeliti che abitavano in tutta la Giudea appresero quello che Oloferne, il comandante supremo di Nabucodònosor, aveva fatto agli altri popoli e come aveva messo a sacco tutti i loro templi e li aveva votati allo sterminio,
Gdt 6,2 «Chi sei tu, o Achiòr, e voi, mercenari di Èfraim, per profetare in mezzo a noi come hai fatto oggi e suggerire di non combattere il popolo d'Israele, perché il loro Dio li proteggerà dall'alto? E chi è dio se non Nabucodònosor? Questi manderà il suo esercito e li sterminerà dalla faccia della terra, né il loro Dio potrà liberarli.
Gdt 6,4 Li bruceremo in casa loro, i loro monti si inebrieranno del loro sangue, i loro campi si colmeranno dei loro cadaveri, né potrà resistere la pianta dei loro piedi davanti a noi, ma saranno completamente distrutti. Questo dice Nabucodònosor, il signore di tutta la terra: così ha parlato e le sue parole non potranno essere smentite.
Gdt 11,1 Allora Oloferne le disse: «Sta' tranquilla, o donna, non temere in cuor tuo, perché io non ho mai fatto male a nessuno che abbia accettato di servire Nabucodònosor, re di tutta la terra.
Gdt 11,4 Nessuno ti farà torto, ma sarai trattata bene, come si fa con i servi del mio signore, il re Nabucodònosor».
Gdt 11,7 Viva Nabucodònosor, re di tutta la terra, e viva la potenza di colui che ti ha inviato a rimettere sul giusto cammino ogni essere vivente; per mezzo tuo infatti non solo gli uomini lo servono, ma in grazia della tua forza anche le bestie selvatiche, gli armenti e gli uccelli del cielo vivranno per Nabucodònosor e tutta la sua casa.
Gdt 11,23 Tu sei graziosa d'aspetto e abile nelle tue parole; se farai come hai detto, il tuo Dio sarà il mio Dio e tu dimorerai nel palazzo del re Nabucodònosor e sarai famosa in tutto il mondo».
Gdt 12,13 Bagoa, uscito dalla presenza di Oloferne, andò da lei e disse: «Non esiti questa bella fanciulla a venire dal mio signore, per essere onorata alla sua presenza e bere con noi il vino in allegria e diventare oggi come una delle donne assire, che stanno nel palazzo di Nabucodònosor».
Gdt 14,18 «Gli schiavi ci hanno traditi! Una sola donna ebrea ha gettato la vergogna sulla casa del re Nabucodònosor! Oloferne eccolo a terra, ed è privo della testa».
Nel Libro di Ester si racconta
Est 1,1c e proveniva dal gruppo degli esuli che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato da Gerusalemme con Ieconia, re della Giudea.
Est 2,6 il quale era stato deportato da Gerusalemme quando fu ridotta in schiavitù da Nabucodònosor, re di Babilonia.
Est 12,6 che era stato deportato da Gerusalemme fra quelli condotti in esilio con Ieconia, re di Giuda, da Nabucodònosor, re di Babilonia.
Nel Libro di Geremia si racconta
Ger 21,2 «Consulta per noi il Signore perché Nabucodònosor, re di Babilonia, ci fa guerra; forse il Signore compirà per noi qualcuno dei suoi tanti prodigi, in modo da farlo allontanare».
Ger 21,7 Poi - oracolo del Signore - io consegnerò Sedecìa, re di Giuda, i suoi ministri e la gente che sarà scampata in questa città alla peste, alla spada e alla fame, in potere di Nabucodònosor, re di Babilonia, in mano ai loro nemici e a quanti vogliono la loro vita. Egli li passerà a fil di spada; non ne avrà pietà, non perdonerà e non risparmierà nessuno.
Ger 22,25 Ti metterò nelle mani di chi vuole la tua vita, nelle mani di quanti tu temi, nelle mani di Nabucodònosor, re di Babilonia, e nelle mani dei Caldei.
Ger 24,1 Il Signore mi mostrò due canestri di fichi posti davanti al tempio del Signore, dopo che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato da Gerusalemme Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di Giuda, i capi di Giuda, gli artigiani e i fabbri e li aveva condotti a Babilonia.
Ger 25,1 Questa parola fu rivolta a Geremia per tutto il popolo di Giuda nel quarto anno del regno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda, cioè nel primo anno del regno di Nabucodònosor, re di Babilonia.
Ger 25,9 ecco, manderò a prendere tutte le tribù del settentrione - oracolo del Signore - e Nabucodònosor re di Babilonia, mio servo, e li farò venire contro questo paese, contro i suoi abitanti e contro tutte le nazioni confinanti, voterò costoro allo sterminio e li ridurrò a oggetto di orrore, a scherno e a obbrobrio perenne.
Ger 27,6 Ora consegno tutte quelle regioni in mano al mio servo Nabucodònosor, re di Babilonia; persino le bestie selvatiche gli consegno, perché lo servano.
Ger 27,8 Ma intanto la nazione o il regno che non si assoggetterà a Nabucodònosor, re di Babilonia, e che non sottoporrà il collo al giogo del re di Babilonia, quella nazione la punirò con la spada, la fame e la peste - oracolo del Signore -, finché non li avrò messi in suo potere.
Ger 27,20 e che Nabucodònosor, re di Babilonia, non prese quando deportò Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di Giuda, da Gerusalemme a Babilonia, con tutti i notabili di Giuda e di Gerusalemme.
Ger 28,3 Entro due anni farò ritornare in questo luogo tutti gli arredi del tempio del Signore che Nabucodònosor, re di Babilonia, prese da questo luogo e portò in Babilonia.
Ger 28,11 e disse a tutto il popolo: «Così dice il Signore: A questo modo io romperò il giogo di Nabucodònosor, re di Babilonia, entro due anni, sul collo di tutte le nazioni». Il profeta Geremia se ne andò per la sua strada.
Ger 28,14 Infatti, dice il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: Pongo un giogo di ferro sul collo di tutte queste nazioni perché siano soggette a Nabucodònosor, re di Babilonia, e lo servano; persino le bestie selvatiche gli consegno».
Ger 29,1 Queste sono le parole della lettera che il profeta Geremia mandò da Gerusalemme al resto degli anziani in esilio, ai sacerdoti, ai profeti e a tutto il popolo che Nabucodònosor aveva deportato da Gerusalemme a Babilonia;
Ger 29,3 Fu recata per mezzo di Elasà, figlio di Safan, e di Ghemaria, figlio di Chelkia, che Sedecìa, re di Giuda, aveva inviati a Nabucodònosor, re di Babilonia, a Babilonia. Essa diceva:
Ger 29,21 Così dice il Signore degli eserciti, Dio d'Israele, riguardo ad Acab, figlio di Kolaià, e a Sedecìa, figlio di Maasia, che vi profetizzano menzogne nel mio nome: Ecco, li darò in mano a Nabucodònosor, re di Babilonia, che li ucciderà sotto i vostri occhi.
Ger 32,1 Parola rivolta a Geremia dal Signore nell'anno decimo di Sedecìa, re di Giuda, cioè nell'anno diciottesimo di Nabucodònosor.
Ger 32,28 Pertanto dice il Signore: Ecco, io darò questa città in mano ai Caldei e a Nabucodònosor, re di Babilonia, il quale la prenderà.
Ger 34,1 Parola che fu rivolta dal Signore a Geremia, quando Nabucodònosor, re di Babilonia, e tutto il suo esercito e tutti i regni della terra sotto il suo dominio e tutti i popoli combattevano contro Gerusalemme e tutte le sue città:
Ger 35,11 Quando Nabucodònosor, re di Babilonia, è venuto contro il paese, ci siamo detti: «Venite, entriamo in Gerusalemme per sfuggire all'esercito dei Caldei e all'esercito degli Aramei». Così siamo venuti ad abitare a Gerusalemme».
Ger 37,1 Sedecìa, figlio di Giosia, divenne re al posto di Conìa, figlio di Ioiakìm; Nabucodònosor, re di Babilonia, lo nominò re nella terra di Giuda.
Ger 39,1 Nel decimo mese del nono anno di Sedecìa, re di Giuda, Nabucodònosor, re di Babilonia, con tutto il suo esercito arrivò a Gerusalemme e l'assediò.
Ger 39,5 Ma i soldati dei Caldei li inseguirono e raggiunsero Sedecìa nelle steppe di Gerico, lo presero e lo condussero a Ribla, nel paese di Camat, presso Nabucodònosor, re di Babilonia, che pronunciò la sentenza su di lui.
Ger 39,11 Quanto a Geremia, Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva dato queste disposizioni a Nabuzaradàn, capo delle guardie:
Ger 43,10 Quindi dirai loro: Dice il Signore degli eserciti, Dio d'Israele: Ecco, io manderò a prendere Nabucodònosor, re di Babilonia, mio servo; egli porrà il trono su queste pietre che hai sotterrato e stenderà il baldacchino sopra di esse.
Ger 44,30 Così dice il Signore: Ecco, io metterò il faraone Cofra, re d'Egitto, in mano ai suoi nemici e a coloro che vogliono la sua vita, come ho messo Sedecìa, re di Giuda, in mano a Nabucodònosor, re di Babilonia, suo nemico, che attentava alla sua vita».
Ger 46,2 Sull'Egitto.
Contro l'esercito del faraone Necao, re d'Egitto, che si trovava a Càrchemis, presso il fiume Eufrate, esercito che Nabucodònosor, re di Babilonia, vinse nel quarto anno di Ioiakìm, figlio di Giosia, re di Giuda.
Ger 46,13 Parola che il Signore comunicò al profeta Geremia quando Nabucodònosor, re di Babilonia, giunse per colpire la terra d'Egitto.
Ger 46,26 Li consegnerò in mano di quanti vogliono la loro vita, in mano di Nabucodònosor, re di Babilonia, e dei suoi ministri. Ma dopo sarà abitato come in passato. Oracolo del Signore.
Ger 49,28 Su Kedar e sui regni di Asor, che Nabucodònosor, re di Babilonia, sconfisse.
Così dice il Signore:
«Su, marciate contro Kedar,
saccheggiate i figli dell'oriente.
Ger 49,30 Fuggite, andate lontano,
nascondetevi in un luogo segreto
o abitanti di Asor - oracolo del Signore -,
perché Nabucodònosor, re di Babilonia,
ha ideato un disegno contro di voi,
ha preparato un piano contro di voi.
Ger 50,17 Una pecora smarrita è Israele,
i leoni le hanno dato la caccia;
per primo l'ha divorata il re d'Assiria,
poi Nabucodònosor, re di Babilonia, ne ha stritolato le ossa.
Ger 51,34 «Mi ha divorata, mi ha consumata
Nabucodònosor re di Babilonia,
mi ha ridotta come un vaso vuoto,
mi ha inghiottita come fa il drago,
ha riempito il suo ventre,
dai miei luoghi deliziosi mi ha scacciata».
Ger 52,4 Nell'anno nono del suo regno, nel decimo mese, il dieci del mese, Nabucodònosor, re di Babilonia, con tutto il suo esercito arrivò a Gerusalemme. Si accamparono contro di essa e vi costruirono intorno opere d'assedio.
Ger 52,12 Il decimo giorno del quinto mese - era l'anno diciannovesimo del re Nabucodònosor, re di Babilonia - Nabuzaradàn, capo delle guardie, che prestava servizio alla presenza del re di Babilonia, entrò a Gerusalemme.
Ger 52,28 Questa è la gente che Nabucodònosor deportò: nell'anno settimo del suo regno tremilaventitré Giudei;
Ger 52,29 nell'anno diciottesimo di Nabucodònosor furono deportati da Gerusalemme ottocentotrentadue persone;
Ger 52,30 nell'anno ventitreesimo di Nabucodònosor, Nabuzaradàn, capo delle guardie, deportò settecentoquarantacinque Giudei. In tutto furono deportate quattromilaseicento persone.
Nel Libro di Baruc si racconta
Bar 1,9 dopo che Nabucodònosor, re di Babilonia, aveva deportato da Gerusalemme a Babilonia Ieconia, con i capi, i prigionieri, i potenti e il popolo della terra e lo aveva condotto a Babilonia.
Bar 1,11 Pregate per la vita di Nabucodònosor, re di Babilonia, e per la vita di suo figlio Baldassàr, perché i loro giorni siano lunghi come i giorni del cielo sulla terra.
Bar 1,12 Allora il Signore ci darà forza e illuminerà i nostri occhi e vivremo all'ombra di Nabucodònosor, re di Babilonia, e all'ombra di suo figlio Baldassàr e li serviremo per molti giorni e acquisteremo favore davanti a loro.
Bar 6,1 Per i peccati da voi commessi di fronte a Dio sarete condotti prigionieri a Babilonia da Nabucodònosor, re dei Babilonesi.
Nel Libro di Ezechiele si racconta
Ez 26,7 Perché così dice il Signore Dio:
Io mando da settentrione contro Tiro
Nabucodònosor, re di Babilonia, il re dei re,
con cavalli, carri e cavalieri
e una folla, un popolo immenso.
Ez 29,18 «Figlio dell'uomo, Nabucodònosor, re di Babilonia, ha fatto compiere al suo esercito una grande impresa contro Tiro: ogni testa è diventata calva e ogni spalla è piagata, ma il re e il suo esercito non hanno ricevuto da Tiro il compenso per l'impresa compiuta contro di essa.
Ez 29,19 Perciò così dice il Signore Dio: Ecco, io consegno a Nabucodònosor, re di Babilonia, la terra d'Egitto; porterà via le sue ricchezze, si impadronirà delle sue spoglie, la saccheggerà. Questa sarà la paga per il suo esercito.
Ez 30,10 Così dice il Signore Dio: Farò cessare l'opulenza dell'Egitto per mezzo di Nabucodònosor, re di Babilonia.
Nel Libro di Daniele si racconta
Dn 1,1 L'anno terzo del regno di Ioiakìm, re di Giuda, Nabucodònosor, re di Babilonia, marciò su Gerusalemme e la cinse d'assedio.
Dn 1,18 Terminato il tempo, stabilito dal re, entro il quale i giovani dovevano essergli presentati, il capo dei funzionari li portò a Nabucodònosor.
Dn 2,1 Nel secondo anno del suo regno, Nabucodònosor fece un sogno e il suo animo ne fu tanto agitato da non poter più dormire.
Dn 2,28 Daniele rispose al re ... c'è un Dio nel cielo che svela i misteri ed egli ha fatto conoscere al re Nabucodònosor quello che avverrà alla fine dei giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le visioni che sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto.
Dn 2,46 Allora il re Nabucodònosor si prostrò con la faccia a terra, adorò Daniele e ordinò che gli si offrissero sacrifici e incensi.
Dn 3,1 Il re Nabucodònosor aveva fatto costruire una statua d'oro, alta sessanta cubiti e larga sei, e l'aveva fatta erigere nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia.
Dn 3,2 Quindi il re Nabucodònosor aveva convocato i sàtrapi, i governatori, i prefetti, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province, perché presenziassero all'inaugurazione della statua che il re Nabucodònosor aveva fatto erigere.
Dn 3,3 I sàtrapi, i governatori, i prefetti, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province vennero all'inaugurazione della statua che aveva fatto erigere il re Nabucodònosor. Essi si disposero davanti alla statua fatta erigere da Nabucodònosor.
Dn 3,5 Quando voi udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpa, del salterio, della zampogna e di ogni specie di strumenti musicali, vi prostrerete e adorerete la statua d'oro che il re Nabucodònosor ha fatto erigere.
Dn 3,7 Perciò tutti i popoli, nazioni e lingue, non appena ebbero udito il suono del corno, del flauto, della cetra, dell'arpa, del salterio e di ogni specie di strumenti musicali, si prostrarono e adorarono la statua d'oro che il re Nabucodònosor aveva fatto erigere.
Dn 3,9 .... e andarono a dire al re Nabucodònosor: O re, vivi per sempre! ....
Dn 3,13 Allora Nabucodònosor, sdegnato e adirato, comandò che gli si conducessero Sadrac, Mesac e Abdènego, e questi comparvero alla presenza del re.
Dn 3,14 Nabucodònosor disse loro: «È vero, Sadrac, Mesac e Abdènego, che voi non servite i miei dèi e non adorate la statua d'oro che io ho fatto erigere?
Dn 3,16 Ma Sadrac, Mesac e Abdènego risposero al re Nabucodònosor: "Noi non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito";
Dn 3,19 Allora Nabucodònosor fu pieno d'ira e il suo aspetto si alterò nei confronti di Sadrac, Mesac e Abdènego, e ordinò che si aumentasse il fuoco della fornace sette volte più del solito.
Dn 3,91 Allora il re Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse ai suoi ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al fuoco?». «Certo, o re», risposero.
Dn 3,93 Allora Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace di fuoco ardente e prese a dire: «Sadrac, Mesac, Abdènego, servi del Dio altissimo, uscite, venite fuori». Allora Sadrac, Mesac e Abdènego uscirono dal fuoco.
Dn 3,95 Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di Sadrac, Mesac e Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio all'infuori del loro Dio.
Dn 3,98 Il re Nabucodònosor a tutti i popoli, nazioni e lingue, che abitano in tutta la terra: «Abbondi la vostra pace!
Dn 4,1 Io, Nabucodònosor, ero tranquillo nella mia casa e felice nel mio palazzo,
Dn 4,15 Questo è il sogno, che io, re Nabucodònosor, ho fatto. Ora tu, Baltassàr, dammene la spiegazione. Tu puoi darmela, perché, mentre fra tutti i saggi del mio regno nessuno me ne spiega il significato, in te è lo spirito degli dèi santi.
Dn 4,25 Tutto questo accadde al re Nabucodònosor.
Dn 4,28 Queste parole erano ancora sulle labbra del re, quando una voce venne dal cielo: «A te io parlo, o re Nabucodònosor: il regno ti è tolto!
Dn 4,30 In quel momento stesso si adempì la parola sopra Nabucodònosor. Egli fu cacciato dal consorzio umano, mangiò l'erba come i buoi e il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, i capelli gli crebbero come le penne alle aquile e le unghie come agli uccelli.
Dn 4,31 «Ma finito quel tempo io, Nabucodònosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me e benedissi l'Altissimo; lodai e glorificai colui che vive in eterno, il cui potere è potere eterno
e il cui regno è di generazione in generazione.
Dn 4,34 Ora io, Nabucodònosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo: tutte le sue opere sono vere e le sue vie sono giuste; egli ha il potere di umiliare coloro che camminano nella superbia».
Dn 5,2 Quando Baldassàr ebbe molto bevuto, comandò che fossero portati i vasi d'oro e d'argento che Nabucodònosor, suo padre, aveva asportato dal tempio di Gerusalemme, perché vi bevessero il re e i suoi dignitari, le sue mogli e le sue concubine.
Dn 5,11 C'è nel tuo regno un uomo nel quale è lo spirito degli dèi santi. Al tempo di tuo padre si trovò in lui luce, intelligenza e sapienza pari alla sapienza degli dèi. Il re Nabucodònosor, tuo padre, lo aveva fatto capo dei maghi, degli indovini, dei Caldei e degli astrologi.
Dn 5,18 O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodònosor, tuo padre, regno, grandezza, gloria e maestà.
Nota 2 - La Mezzaluna fertile
La Mezzaluna Fertile è una regione storica del Medio Oriente che include la Mesopotamia, il Levante e l'Antico Egitto (quest'ultimo però ha caratteristiche climatiche ed antropologiche proprie). L'espressione "Mezzaluna Fertile" (Fertile Crescent) fu coniata negli anni venti dall'archeologo James Henry Breasted dell'Università di Chicago. Questa regione viene spesso indicata come la "culla della civiltà" a causa della sua straordinaria importanza nella storia umana dal Neolitico all'Età del Bronzo e del Ferro. Tra l'altro, fu nelle valli fertili dei quattro grandi fiumi della regione (Nilo, Giordano, Tigri ed Eufrate) che si svilupparono le prime civiltà agricole e le prime grandi nazioni dell'Antichità. I Sumeri, in particolare, ritenuti i rappresentanti della prima civiltà sedentaria della storia, fiorirono in Mesopotamia nel V millennio a.C..
I più antichi reperti ritrovati nella Mezzaluna Fertile dimostrano la presenza di umani antecedenti all'Homo sapiens sapiens (per esempio nella grotta di Kebara, in Israele). Manufatti in pietra più recenti furono realizzati da popolazioni di cacciatori-raccoglitori del Pleistocene e dell'Epipaleolitico (i Natufiani).
L'importanza della Mezzaluna Fertile è tuttavia associata soprattutto al Neolitico e alla nascita dell'agricoltura. La zona occidentale attorno al Giordano e all'alto Eufrate diede le origini ai più antichi insediamenti neolitici noti, quelli del cosiddetto Neolitico A Pre-Ceramica o PPNA (Pre-Pottery Neolithic A), del IX millennio a.C. circa; a questo periodo risale per esempio il sito di Gerico. Attorno al Giordano, al Tigri e all'Eufrate si svilupparono le prime società complesse dell'Età del Bronzo; a quest'area si riconducono anche i primi esempi di sistemi di scrittura.
Molti reperti archeologici ci sono pervenuti con scrittura cuneiforme. La scrittura cuneiforme è un sistema che si eseguiva con uno stilo, imprimendo sull'argilla particolari segni o glifi composti da brevi incisioni a forma piramidale e appuntita, che possono ricordare dei chiodini o dei cunei. Da cui appunto la definizione di scrittura cuneiforme. Si tratta di una delle prime forme di scrittura documentate nel Vicino Oriente, direttamente derivata dalla evoluzione e stilizzazione di una precedente fase di scrittura fondamentalmente figurativa, a base di pittogrammi, creata a quanto sembra dai Sumeri, primi abitanti storicamente documentati dell'antica Mesopotamia (oggi Iraq), fin dalla fine del IV millennio. Attraverso i secoli la rappresentazione pittografica dei segni assunse sempre più un aspetto stilizzato, e le stesse linee, originariamente disegnative e continue, furono segmentate in una serie di tratti, o cunei, divenendo sempre più indipendenti dalle forme originarie, e quindi sempre meno riconoscibili
Diversi fattori fecero di questa regione il teatro ideale della rivoluzione agricola. Il clima della Mezzaluna Fertile era di tipo mediterraneo (con estati lunghe e secche ed inverni miti ed umidi); tale clima favorisce lo sviluppo di piante annuali con grossi semi e fusto non legnoso come le diverse specie di cereali ed anche di legumi selvatici. Si trovavano nella regione le varianti selvatiche di quelle che sarebbero diventate le otto coltivazioni fondamentali del Neolitico: farro, einkorn (il progenitore del moderno frumento), orzo, lino, ceci, piselli, lenticchie e la vicia ervilia, un legume simile alle lenticchie rosse. Inoltre erano presenti quattro delle cinque più importanti specie di animali da allevamento: mucche, capre, pecore e maiali; la quinta specie, il cavallo, non si trovava nella Mezzaluna ma era diffuso in regioni limitrofe.
Fin dall'Età del Bronzo, la fertilità della Mezzaluna è dipesa sempre in parte dall'irrigazione. La necessità di mantenere efficienti le strutture di irrigazione, e di contrastare un sempre attivo processo di salinazione del suolo, ha fatto sì che la regione conoscesse momenti alterni di grande produttività e di forte declino, in funzione delle diverse culture e forme sociali che vi si sono formate o insediate. L'accesso alle acque fluviali è sempre stato storicamente un motivo di conflitto nella regione, e in parte rimane tale in epoca contemporanea. Giova notare che Nabucodonosor II, prima, e Nabonedo, poi, realizzarono importanti opere di canalizzazione per rendere fertili quelle terre. Oggi la Mezzaluna Fertile comprende Iraq, Siria, Palestina, Giordania, Israele, Libano, Egitto.
Mappa della Mezzaluna fertile
Eugenio Caruso - 5 novembre 2016