Thomas Alva Edison


Platone afferma non esserci alcun re che non sia discendente da schiavi e nessuno schiavo che non sia discendente da re.
Seneca Lettere morali a Lucilio


INVENTORI E IMPRENDITORI

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Thomas Alva Edison

Thomas Alva Edison (Milan, 11 febbraio 1847 – West Orange, 18 ottobre 1931) è stato uno dei massimi inventori e imprenditori usa. Inoltre, per primo seppe applicare i principi della produzione di massa al processo dell'invenzione. Edison era considerato uno dei più prolifici inventori del suo tempo, avendo ottenuto il record di 1.093 brevetti a suo nome.
La rivista Life, in un'edizione speciale, mise Edison al primo posto tra le "100 persone più importanti negli ultimi 1000 anni", evidenziando che la sua lampada ad incandescenza "illumina il mondo". Thomas Edison incominciò la sua carriera d'inventore a Newark con il tasto telegrafico a ripetizione e migliorando apparecchiature telefoniche, ma l'invenzione che per prima gli fece guadagnare una grande fama fu il fonografo nel 1877.
Leon Scot de Martinville (Francia, 1857) e altri stavano considerando la nozione che le onde sonore potevano essere registrate e riprodotte, Edison fu il primo che costruì un apparecchio che metteva in pratica queste teorie, e questo fu talmente inaspettato per la gente comune da apparire quasi magico. Edison divenne noto come "Il mago di Menlo Park", dal nome della città del New Jersey dove risiedeva (che ora è parte della città di Edison).
Il suo primo fonografo registrava su sottili fogli cilindrici di stagno, aveva una bassa qualità sonora, e distruggeva la traccia durante la riproduzione tanto che si poteva ascoltare la registrazione una sola volta. Un modello riprogettato che usava cilindri di cera fu prodotto subito dopo da Alexander Graham Bell. La qualità del suono era ancora bassa e le riproduzioni erano limitate per l'usura della traccia di registrazione, ma l'invenzione divenne popolare. Il grammofono venne inventato da Emile Berliner nel 1887, ma nei primi anni la fedeltà del suono era peggiore dei cilindri fonografici messi sul mercato dalla Edison Records.
Le più importanti invenzioni di Edison avvennero nel laboratorio di ricerca Menlo Park, realizzato nella omonima città del New Jersey. Il laboratorio di Edison fu il primo istituto approntato col preciso scopo di produrre innovazioni tecnologiche da portare sul mercato. La capacità imprenditoriale di Edison lo portava a individuare invenzioni realizzate da altri a livello di laboratorio o amatoriale e a farle diventare oggetti di consumo; alcuni suoi btrevetti vennero contestati a livello giurisdizionale.
Per esempio, Edison non ha inventato la lampadina elettrica, fondamentale era stata la ricerca condotta dal piemontese Alessandro Cruto. Edison riprese le caratteristiche del brevetto di Cruto e indirizzò la sua ricerca verso l'obiettivo di realizzare una lampada che avesse una discreta durata. Nel 1879 Edison raggiunse l'obiettivo di rendere il prodotto commercializzabile con lampadine a filamento di carbonio. Edison fu capace di portare la lampadina nelle case e negli uffici con la produzione di massa di lampade a lunga durata e creando, inoltre, un sistema per la generazione e distribuzione dell'elettricità.
Nel 1878, Edison fonda la Edison Electric Light Company che commercializzò la lampadina, nel 1892 nasce la General Electric Company dalla fusione della Edison con la Thomas-Houston Company, operazione che fu curata da J. P. Morgan, famoso uomo d'affari newyorkese del tempo, fondatore della JP Morgan e membro della "Associazione dei trecento", nata nel 1729 dalla Compagnia Inglese delle Indie Orientali e, allora, una delle più potenti lobby del pianeta. Oggi la GE è una la prima impresa manifatturiera al mondo per fatturato.
Il 31 dicembre 1879 Edison inaugurò la rete di illuminazione ad incandescenza in Menlo Park.
Storia della GE
Nel 1896 la GE, era già pronta a commercializzare apparecchi per le radiografie (Röntgen aveva annunciato la scoperta dei raggi X giusto l'anno prima). All'inizio del novecento la General Electric era già un'industria affermata, con una produzione che spaziava da ventilatori, a locomotive elettriche, da tostapane, a gigantesche turbine a vapore, da refrigeratori a fornelli elettrici. Nel 1909 vi fu una miglioria della lampadina a incandescenza: il filamento di carbone fu sostituito da uno di tungsteno duttile, e tale rimase fino ai giorni odierni. Negli anni dieci la General Electric aveva già varie sedi in giro per il mondo, e si aggiudicava il bando per gli impianti e i motori delle chiuse del Canale di Panama. Passare da pesanti motori ferroviari o navali, come quello della USS Jupiter (poi USS Langley (CV-1)), ai più snelli e compatti motori d'aereo, potrebbe sembrare azzardato, ma non fu così per la GE, che, nel 1918, realizzava un sovralimentatore per il motore Liberty L-12, con il quale veniva stabilito qualche anno dopo il record di quota, oltre 12.000 m. Negli anni trenta l'azienda ormai operava ai massimi livelli nel campo degli elettrodomestici, delle comunicazioni, dell'impiantistica elettrica, dei motori (elettrici e non) e della plastica (avendola studiata in quanto materiale utile all'isolamento, la società ne aveva scoperto le innumerevoli possibilità), e questo solo per citare i campi più importanti. La Grande depressione non scalfì un colosso del genere, tant'è che furono fondate la GE Capital (GE Consumer Finance) per permettere l'acquisto di prodotti di marca GE, anche a coloro che erano stati rovinati dal giovedì nero. Negli anni quaranta sulla spinta bellica data dalla seconda guerra mondiale la General Electric iniziava a produrre i primi motori aeronautici a reazione statunitensi; in particolare il primo motore realizzato è il GE I-A, che equipaggiava i prototipi del Bell P-59 Airacomet. Nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale la GE continuava con successo a sviluppare motori aeronautici militari e non (J47, J79, CJ805, J93, F101, CFM, CF6, CFM56, GE90-115B) e a occuparsi di portare innovazioni in tutti i campi agricoli in cui era già affermata negli anni trenta, con un notevole sforzo di ricerca. Dalle turbine a gas aeronautiche sono derivati modelli per la produzione industriale di energia elettrica, nonché modelli per la propulsione navale. La LM-2500 è la turbina a gas per uso navale più diffusa al mondo, imbarcata su quasi 600 navi militari, comprese quelle della Marina Militare italiana. Dagli anni cinquanta la GE ha continuato a mantenere la sua posizione di leader in alcuni tra gli svariati campi di cui si occupa, anzi ha affermato sempre più su questi il suo predominio, tanto da diventare una delle più grandi e importanti realtà industriali contemporanee. Fra le altre attività degne di nota, è da rilevare che la GE, dopo aver collaborato con l'industria ferroviaria nordamericana Alco, alla fine degli anni cinquanta è entrata direttamente nel campo della produzione dei locomotori diesel, diventando leader mondiale nel settore alla fine degli anni '90. La GE Transportation è il principale fornitore di materiale di trazione ferroviario al mondo. Nel 2005 la GE si è lanciata in un'iniziativa chiamata Ecomagination nel tentativo di diventare un'azienda il più possibile eco-compatibile; lanciandosi nel campo delle energie alternative, della trazione ibrida e nella riduzione delle emissioni dei gas serra.
Il contributo italiano allo sviluppo della lampadina.
Nella storia della lampadina elettrica a incandescenza, (che dal primo settembre 2012 scomparirà dal mercato europeo,) c'è anche un capitolo tutto italiano. Una storia della lampadina «made in Italy» che ha per protagonista un inventore contemporaneo di Edison: il piemontese Alessandro Cruto. Ricercatore autodidatta, nato a Piossasco (Torino) nel 1847, Cruto nel 1876 riesce a ottenere del carbonio in forma di lamine lucenti ed elastiche. «Era sul principio del 1879 e avevo letto qualche cosa sui tentativi che faceva Edison per una lampadina a incandescenza a spirale di platino», scrive Cruto, e questa invenzione lo porta a pensare «all'applicazione delle lamine di carbonio che imparai a fabbricare fin dall'anno 1876». Da qui, nasce l'idea di Cruto di applicare alla lampadina il materiale che andava studiando: la sua ricerca sul carbonio si sarebbe svolta in parallelo a quella sulla illuminazione elettrica. Iniziano così complesse ricerche, che portano Cruto a comprendere i limiti del materiale finora utilizzato. «...Convinto poi che quella forma dei carboni non era la più appropriata e che la forma a filamento meglio si addiceva allo scopo, studiai il modo di ottenerlo in filo. Trovai il modo di ottenerlo facendo depositare il carbonio sopra un filo finissimo di platino, percorso da una corrente elettrica da portarlo al rovente in un'atmosfera di idrogeno bicarbonato...». È la svolta: attraverso un particolare procedimento, l'inventore piemontese riesce a ottenere filamenti di carbonio «interamente sintetici e con caratteristiche controllate e programmabili». Non solo. Cruto riesce anche ottenere una saldatura elettrica del filamento ai reofori metallici. «Questa saldatura elettrica che a giusta ragione deve chiamarsi per incandescenza, costituiva una vera invenzione, che poi ho compreso nel mio primo brevetto del 1882». Questa realizzazione frutta all'inventore anche un reportage di "Cosmos le Monde": «Mons. Cruto de Piossasco viene a modificare onorevolmente la famosa scoperta di Edison... questa invenzione è destinata certamente a un grande avvenire». È così che le lampadine di Cruto, nel 1883, vengono utilizzate dal comune di Piossasco per un impianto di illuminazione pubblica, un anno prima della parigina Place de la Concorde... Per le lampade "made in Italy" è il successo, tanto che alcuni esperti dell'epoca parlano di una superiorità "ingegneristica" del filamento di Cruto su quello di Edison. E l'invenzione si diffonde anche oltre i confini dell'Italia. Nel 1885, l'inventore piemontese fonda la "Società italiana di elettricità sistema Cruto", con il compito di fabbricare e commerciare le lampadine elettriche. Lo stabilimento nasce ad Alpignano nel 1886. La produzione giornaliera era di 1.000 lampade, gli operai erano 26. Poi, nel 1922, la società Edison Clerici (che aveva acquistato gli stabilimenti di Alpignano) porta la produzione a Milano. Quindi, nel 1927, la fabbrica viene veduta alla Philips. E la produzione riparte: questa volta con 300 operai.


Eugenio Caruso

10 dicembre 2016


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