GRANDI PERSONAGGI STORICI
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In questa sezione ho illustrato la vita di grandi personaggi del passato, allo scopo di tratteggiare le caratteristiche e i valori che hanno portato questi uomini al successo. Da ciascuna sfumatura dei comportamenti di questi uomini ciascuno di noi può trarre insegnamenti, stimoli, coraggio, intuizioni, entusiasmo per intraprendere un percorso che possa condurre al successo personale o della propria impresa. Con questo articolo illustro la vita della Grande Caterina di Russia, perché se Pietro trasformò la Russia in un paese moderno Caterina la fece dissetare alle sorgenti dell'illuminismo e la governò secondo i principi degli enciclopedisti, senza dimenticare l'insegnamento di Tacito autore che ella lesse e amò fin da giovinetta.
Caterina II Alekseevna di Russia, (Stettino, 21 aprile 1729 – Puškin, 6 novembre 1796), conosciuta come Caterina la Grande, fu imperatrice di Russia dal 1762 alla morte. Nata a Stettino, Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst, venne data in sposa, sedicenne, all’erede dell’impero russo, il granduca Pietro Fëdorovic. In seguito con un colpo di stato, detronizzò il marito (che verrà in seguito assassinato). Sotto il suo comando, l’impero russo divenne sempre più forte e visse uno dei periodi di maggior riconoscimento a livello europeo. Volendo applicare al suo metodo di governo i principi illuministici di cui era seguace, iniziò con la creazione di un nuovo codice ispirato alle idee degli enciclopedisti. Nel frattempo, affidandosi ai suoi favoriti, in particolare Grigorij Orlov e Grigorij Potëmkin, ma anche assistita da grandi generali come Pëtr Rumjancev e Aleksandr Suvorov, e ammiragli come Fëdor Ušakov, espanse l’egemonia russa: a ovest vi fu l'annessione di territori ottenuti dallo smembramento della Confederazione Polacco-Lituana; in seguito alle guerre russo-turche, l'impero russo occupò la Crimea e, all’estremo est, venne iniziata la colonizzazione dell’Alaska.
Ammiratrice di Pietro il Grande, Caterina continuò a modernizzare la Russia, lungo le idee dell’assolutismo illuminato: s'interessò ai problemi dell'istruzione, fondando il primo istituto d’istruzione superiore femminile in Europa, ma si interessò anche alle finanze e alla creazione di nuove città. Nonostante ciò, la sua politica comportò un aumento del numero dei servi della gleba, con conseguente malcontento popolare e lo scoppio di numerose rivolte, represse violentemente, come quella guidata dal cosacco Pugacëv.
Nonostante queste ambiguità politiche il periodo della dominazione di Caterina la Grande è spesso considerato l'età d'oro dell'impero russo.
Caterina a 16 anni di Louis Caravaque
Il periodo giovanile
Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst nasce il 21 aprile 1729 a Stettino, in Pomerania, figlia di Cristiano Augusto di Anhalt-Zerbst, generale prussiano, e da Giovanna di Holstein-Gottorp, una principessa tedesca.
Lo stato di Anhalt-Zerbst è uno dei trecento piccoli principati di lingua tedesca che, in quell'epoca, erano tutti frazionati e deboli; solo un labile legame li tiene uniti all'autorità del Sacro romano impero. Molto più reale di quell'illusoria sovranità imperiale è il potere del re di Prussia, che comanda uno degli eserciti meglio addestrati d'Europa e che minaccia l'integrità degli staterelli tedeschi. Per molte generazioni i principi di Anhalt-Zerbst hanno evitato di perdere la sovranità e di decadere nella povertà militando nell'esercito prussiano. Anche il padre di Sofia, Cristiano Augusto, cugino del principe regnante, ha rispettato questa tradizione diventando un generale del re prussiano. A trentasette anni Cristiano Augusto sposa una principesa di nobili natali, ma povera, Giovanna di Holstein-Gottorp e la conduce a Stettino a vivere una vita grigia e senza distrazioni. Qui Giovanna partorisce prima Sofia e poi Guglielmo Cristiano Federico. Trascurata dalla madre, che le preferisce il fratello minore Guglielmo, Sofia soffre di questa condizione. Cristiano Augusto viene nominato governatore di Stettino e ciò gli consente di offrire ai suoi due figli un'istruzione di ottimo livello. Sofia, fin da bambina si mostra di carattere vivace, estroverso, animata da una curiosità non comune che, spesso, sbalordisce gli interlocutori. La governante Babette, una ragazza amabile, aperta e piena di buonsenso supplisce alle carenze affettive di Giovanna, che ha partorito anche Federico, facendo conoscere alla piccola Sofia le pièces di Molière e Racine. In un'età in cui ci si aspetta che bambini e bambine siano obbedienti e remissivi, lo spirito di contraddizione di Sofia rappresenta una sfida continua per la madre e gli insegnati. Oltre a Babette, Sofia ha un insegnante di religione, un precettore tedesco, un maestro francese di ballo e un professore di musica e calligrafia, insegnanti che Sofia nelle sue memorie descriverà: quello di musica "debole di mente e probabilmente idiota", quello di musica "un povero diavolo", il precettore "provinciale e pedante", Wagner,quello di religione "portatore di false idee e ignorante". La fama della precocità di Sofia è risaputa in molte corti e lo stesso re Federico Guglielmo di Prussia segue i progressi della sua crescita e chiede di lei ogni volta che incontra Cristiano Augusto. A otto anni, Sofia viene portata a Berlino dalla madre; il re desidera pranzare con la piccola assieme al figlio Federico, che ha 25 anni, ed entrambi restano affascinati dalla maturità della bambina. Giovanna è molto infastidita dal fatto di essere stata messa in ombra dalla figlia di otto anni, ma questo succederà spesso nella vita di Giovanna che non saprà mai farsene una ragione, anche perchè, benchè povera, ella proviene da una famiglia molto vicina alla corte reale. Il suo bisnonno era, infatti, Federico III re di Danimarca, il padre era stato principe-arcivescivo di Lubecca e il cugino, Carlo Federico, era il marito di Anna, figlia di Pietro il Grande. Il figlio di Carlo Federico, Carlo Ulrico, è l'erede al trono di Svezia e a quello di Russia. Il fratello di Giovanna, Carlo Augusto, era stato fidanzato di Elisabetta, la figlia minore di Pietro il Grande, ma era morto alla vigilia delle nozze. Crescendo, Sofia si fa sempre più carina, mentre appaiono impressionati le sue capacità di apprendimento, l'originalità del suo pensiero e il brillante eloquio; ha una salute di ferro, mentre i suoi due fratelli sono spesso malati e di fragile costituzione; Guglielmo muore poco dopo lasciando in Giovanna un vuoto che, probabilmente, mai nessuno riuscirà a riempire.
A undici anni Sofia viene condotta a Eutin, nel ducato di Holstein, per incontrare il cugino Carlo Ulrico, di dodici anni, l'erede di due troni; il padre è morto e il ragazzo è diventato duca dell'Holstein. Lo zio di Sofia, Augusto, ha ricevuto l'incarico di sovraintendere alla sua educazione e nell'ambito familiare è stato ventilato un matrimonio tra Carlo e Sofia. I due si piacciono, anche se Carlo, è già un forte bevitore, mostra un carattere introverso, iroso e instabile e sembra più interessato a Giovanna che a Sofia e, forse, più ai valletti che alle donne. Al momento non se ne fa nulla anche se il destino volle che le vite dei due giovani, per altre vie, si intrecciassero.
A quattordici anni Sofia si trova ad Amburgo per festeggiare un avvenimento importante; il fratello di Giovanna, Adolfo, sta per essere incoronato re di Svezia, come Gustavo III. Infatti, Anna I di Russia è morta e, grazie a un colpo di stato, Elisabetta, figlia di Pietro il Grande ha conquistato il trono. La nuova imperatrice è legata ala famiglia Holstein-Gottorp, che sarebbe diventata la sua se il fidanzato non fosse morto prematuramente e ha deciso, pertanto di nominare suo erede il cugino di Sofia, Carlo Ulrico; poichè ciò comporta che Carlo Ulrico rinunci al trono svedese, Elisabetta ha voluto ricompensare la famiglia nominando Adolfo re di Svezia. Successivamente alcuni emissari di Elisabetta chiedono un ritratto di Sofia da portare all'imperatrice, che, ovviamente, ha pensato a lei come moglie di Carlo. Ad Amburgo, d'altra parte, Sofia è fatta oggetto di attenzione da parte di giovani nobili; Giovanna favorisce questi approcci perchè non crede che la figlia possa mai sposare l'erede al trono di Russia. Finchè arriva l'invito ufficiale da parte di Otto von Brümmer, tutore di Carlo, il quale è stato ribattezzato dalla chiesa ortodossa con il nome di Pietro. La lettera chiede che Giovanna, viaggiando in incognito, porti la quindicenne Sofia a San Pietroburgo per essere presa in considerazione per un possibile matrimonio con Pietro. I genitori, in particolare Cristiano Augusto, sono contrari, ma chiedono il parere della figlia. Ella scrisse nelle sue memorie "Mi sciolsi in lacrime. E' stato uno dei momenti più emozionanti della mia vita. In me si agitavano una miriade di sentimenti: la gratitudine per la bontà di mio padre, la paura di dargli un dispiacere, il rispetto che egli meritava... Non esisteva, per me, un altro uomo che avesse i suoi stessi meriti, ogni sua scelta era sempre stata ispirata dala purezza della virtù". Nei giorni successivi Sofia riusce a risolvere i suoi conflitti e convince il padre ad accettare l'invito di Otto von Brümmer. Certamente la decisione di Sofia consolida l'ambizione di Giovanna, ma intimorisce il padre che considera la Russia un paese lontano dalla cultura in cui è cresciuta la figlia. La scelta su Sofia, a San Pietroburgo, era maturata dopo duri scontri tra l'ala filo austro-inglese del cancelliere Aleksej Bestužev e quella filo franco-prussiana di Armand Lestocq, medico personale di Elisabetta. L'ago dela bilancia aveva puntato su Sofia quando anche Federico II, che era suceduto al padre, aveva suggerito ad Elisabetta il suo nome. A Berlino, Federico II chiede a Giovanna, prima della partenza, di essere i suoi occhi e le sue orecchie alla corte russa. Il viaggio in carrozza verso la Russia fu drammatico, per il freddo, per la mancanza di vere strade, per la carenza di alloggi decenti e, spesso, per la mancanza di alloggi. Arrivate al confine, le due donne sono accolte da un colonnello che le scorta fino a Riga e lungo le strade sono acclamate da una folla festante; a Riga tuonano i cannoni e suonano tutte le campane. Sofia lascia che la madre sia al centro dell'attenzione durante i festeggiamenti che seguirono. Con una slitta reale le due donne partono per San Pietroburgo protette da uno squadrone di cavalleria; arrivate nella città voluta sono accolte dal cancelliere Bestužev e per diversi giorni sono al centro dell'attenzione durante splendide feste e festeggiamenti. Mi corre l'obbligo segnalare, ancora una volta, come la gran parte dei grandi personaggi che hanno lasciato una forte testimonianza del loro passaggio nel libro della storia abbiano mostrato una notevolissima precocità. D'altra parte, non fanno eccezione a questa regola i "monarchi" della nostra era: Warren Buffet realizza i primi investimenti tra gli 11 e i 14 anni, Bill Gates fonda la sua prima società a 17 anni, Steve Jobs crea la Apple Computer a 21, Mark Zuckerberg fonda Facebook a 20 anni, Larry Page fonda a 25 anni Google con l'amico Sergey Brin.
Elisabetta di Russia
Sofia diventa Caterina di Russia
La zarina Elisabetta si trova a Mosca, pertanto le due donne decidono di raggiungerla. Dai ricordi della quattordicenne Sofia la visione dell'imperatrice fu una visione fulminante di bellezza e di magnificenza. Alla sera cenano con Carlo Ulrico e Sofia rimase stupita dal suo infantilismo e dall'attaccamento morboso che manifesta nei confronti di Giovanna. Per diversi giorni Sofia e la madre prendono confidenza con la corte di Elisabetta; Sofia scopre che la zarina è unita in matrimonio morganatico con Aleksej Razumovskij e, pertanto, non si è preoccupata di lasciare un successore diretto. Per questo motivo ha scelto Carlo Ulrico/Pietro, ma questi si è rivelato subito una delusione; appare debole, insulta le persone di corte, è arrogante, disprezza la cultura russa, dileggia la chiesa ortodossa, parla in tedesco e si rifiuta di imparare il russo, è poco affidabile. Durante una grave malattia di Sofia, Elisabetta inizia ad esserle accanto ogni giorno e ad accudirla come una madre; pertanto si susseguono accenni di gelosia tra le due "madri". Giovanna, intanto, si incontra con gli ambasciatori di Francia e Prussia per rendersi utile alla fazione che cerca di rovesciare Bestužev e la sua politica antiprussiana, ma il potente sistema di spionaggio di Elisabetta vede e sa tutto. Sofia, invece, cerca di approfondire la sua conoscenza della cultura russa e impara a conoscere i principi della religione ortodossa, finchè, è pronta per ricevere il battesimo ortodosso e il nuovo nome, Ekaterina Alekseevna; la ragazza stupìsce i presenti recitando le formule di rito in russo. Durante il periodo della preparazione Elisabetta è spesso presente e tratta Sofia con grande tenerezza e affetto materno. Sofia, la principessa luterana di Anhalt-Zerbst, era diventata Caterina di Russia, figlia della chiesa ortodossa. Aveva fatto la sua scelta, recando un sicuro dispiacere al padre, per amore della sua nuova madre, l'imperatrice. Dopo il rito del battesimo segue il fidanzamento ufficiale tra Pietro e Caterina che sono coperti di regali da Elisabetta; Caterina, con quel fidanzamento ha ricevuto il titolo di granduchessa e a corte dopo la zarina vengono, per rango, Pietro e Caterina. Giovanna si rende conto che a corte rappresenta solo un'aristocratica tedesca di infimo rango confusa nel mare delle nobildonne al seguito di Caterina davanti alla quale deve inginocchiarsi e baciarle la mano; pertanto briga per ottenere informazioni da inviare al re di Prussia. Nella sua sciocca illusione e infantile gelosia Giovanna non si rende conto che il suo comportamento potrebbe danneggiare la figlia. Bestužev, infatti, è informato di tutte le attività di Giovanna e, grazie al suo efficiente sistema di spionaggio ha intercettato i dispacci che mostrano i dettagli degli intrighi della donna; quelle prove dettagliate sono mostrate a Elisabetta che terrorizza e umilia Giovanna. Dopo il matrimonio di Caterina, Giovanna verrà definitivamente allontanata dalla corte. Ma un'altra nube comincia a profilarsi all'orizzonte di Caterina: Pietro che fino a quel momento le aveva mostrato una sincera amicizia, sobillato dalla cultura ancestrale russa, che vuole le donne sottomesse all'uomo, mostra nei riguardi della fidanzata un atteggiamento borioso e aggressivo. Caterina, intelligente, caparbia e determinata trema al pensiero di essere sottomessa alla volontà dell'imberbe Pietro, ma il suo desiderio di essere gradita all'imperatrice è più forte e sarà per piacere ad Elisabetta che decide di sposare Pietro. Nel gennaio 1745 Pietro esce da una lunga malattia e, dopo circa sei mesi di isolamento si ripresenta a corte; non è più lui, il volto è talmente deturpato da apparire deforme, le cicatrici del vaiolo lo rendono ripugnante. Scrisse Caterina nelle sue memorie "Al rivederlo il sangue mi si gelò nelle vene". In marzo Elisabetta annuncia che il matrimonio sarebbe stato celebrato ai primi di luglio. Caterina scrisse "Provavo realmente un senso di profonda ripugnanza sentendo nominare quella data, non mi piaceva sentirne parlare e desideravo ritornare in Germania. Più si avvicinava la data del matrimonio più diventavo depressa: spesso mi capitava di scoppiare a piangere senza sapere il perchè ". Pietro era sempre più sgarbato e scostante; inoltre si era fatto inviare una truppa di soldati dall'Holstein e giocava a fare la guerra vestito con l'uniforme dell'esercito prussiano; Giovanna non era di alcun aiuto alla figlia ed Elisabetta era sempre lontana. Giova ricordare che Caterina aveva solo sedici anni; il matrimonio è fissato per il 21 agosto. Elisabetta sta impegnando tutte le sue energie nell'orgamnizzare un matrimonio che avrebbe dovuto far impallidire quello di Luigi XV a Versailles. Nel maggio 1745 l'esercito francese alleato della Prussia riporta una straordinaria vittoria sugli austriaci e gli alleati inglesi a Fontenoy, Elisabetta ne è sconvolta perchè teme il rafforzamento della Prussia e le ambizioni di Federico, ma il suo turbamento non rallenta il suo iperattivismo nella preparazione delle nozze.
Venne il giorno del matrimonio che fu un'esplosione di ricchezza, di follie e di folle; Caterina era alta e leggiadra, sorridente nel suo pudore infantile, un vero incanto per gli occhi. Mentre procedeva tra l'imperatrice e Pietro faceva di tutto per nascondere il suo sconforto, regalando il suo sorriso amichevole a coloro che le facevano ala. Racconta Caterina che la notte del matrimonio aspettò Pietro con angoscia, "passarono diverse ore, quando comparve Pietro, incerto nell'andatura, con una smorfia da ubriaco sul volto, barcollò verso il letto, si allentò i vestiti, crollò sul letto e un attimo dopo già stava russando". Dopo pochi giorni di matrimonio Caterina ha preso la decisione di non innammorarsi del marito; scriverà, infatti, a "Se avesse mostrato un briciolo di dolcezza e umanità avrei potuto amarlo ma, mi dissi, Se tu amerai quest'uomo sarai la donna più infelice della terra". D'altra parte non ci fu mai intimità sessuale fra loro; Pietro si vantava di amoreggiare con le dame di corte, ma probabilmente Pietro era impotente. Elisabetta incomincia a mostrare il proprio malumore; Pietro continua a sconcertarla. Il matrimonio non lo ha fatto maturare, al contrario, invece di assummersi le propprie responsabilità, si è rifugiato nelle proprie immaginazioni infantili, non mostra di avere interesse per il governo, maltratta pubblicamente Caterina e il suo grande divertimento è giocare a fare il generale con i suoi sodati dell'Holstein. Elisabetta è insoddisfatta anche di Caterina che, invece di rimanere incinta, motivo per il quale era stata scelta, continua ad apparire magra come un fuscello e a farsi ogni giorno più attraente, oscurando la bellezza dell'imperatrice. Caterina non era quella robusta e obbediente fattrice tedesca che Elisabetta si aspettava, ma era qualcosa di molto diverso: troppo intelligente, troppo socievole, troppo acuta nel giudicare le persone, tropppo rapida nell'apprendere, troppo capace di farsi amare, troppo superiore, in tutto, al marito.
Caterina si accorge di essere sempre meno nelle grazie di Elisabetta; si è resa conto che la zarina la ritiene capace di tramare contro di lei e diventare una spia, come la madre. Il fatto di non essere ancora incinta non poteva che essere attribuito a lei. Inoltre l'imperatrice vive sempre nel terrore di qualche congiura che l'arrivo di un erede al trono renderebbe meno probabile. Sotto la stretta sorveglianza di madame Kraus, Caterina viene pressocchè isolata, segregata, dato che "l'imperatrice non voleva che la granduchessa si esponesse al minimo rischio". Durante qualche ballo Caterina si annoiava a morte, avrebbe scritto "Fingevo di essere allegra, ma dentro ero annoiata a morte. A corte solo la metà dei nobili sapeva leggere e forse solo un terzo sapeva scrivere; l'ignoranza regnava ovunque e pochi erano quelli in grado di sostenere una conversazione. Non aveva senso parlare di arte o scienza, dato che nessuno era istruito. Gli insulti erano considerati osservazioni intelligenti".
Un anno dopo il matrimonio Elisabetta fa continue sfuriate a Caterina incolpandola per la sua infertilità e accusandola di tradire il marito. Seguendo il suggerimento di Bestužev, che considera i due giovani capricciosi e viziati, Elisabetta assegna a Marija Koglokova il compito di raddrizzare Caterina e al colto principe Repnin quello di seguire Pietro; il raffinato Repnin dura poco e viene sostituito dal marito di Marija, Nikolaj Koglokov. Marija si rivelerà cattiva e crudele, facendo di Caterina la propria prigioniera, la ragazza non avrà altro sfogo che la lettura. In questo periodo Pietro è costretto a passare del tempo con la moglie e prende l'abitudine di confessare a Caterina il proprio sconforto e Caterina lo ascolta pazientemente come una madre. Pietro confida a Caterina il proprio sogno di semplicità, di pace e di tranquillità: il sogno di un giovane angustiato, oppresso dall'opulenza, dall'atmosfera soffocante della corte e dalla personalità invadente della zia. Caterina inizia a capire le cause dei gravi comportamenti del giovane e, in parte, a scusarlo. Dopo due anni di matrimonio Caterina ha conquistato l'affetto e la fiducia di Pietro, il quale va da lei in lacrime dopo i rimproveri dell'imperatrice, per essere consolato. Ma a questi momenti di tenerezza seguono gli sgrabi, gli insulti e le minacce. Nonostante il controllo ferreo dei coniugi Koglokov, che costringono Caterina e Pietro a stare il più possibile insieme, Caterina non resta incinta.
"Non sono mai stata senza un libro, mai senza un tormento, mai felice" scrive Caterina al compimento dei venti anni. Nella primavera del 1752, quando ha ventitre anni, Caterina si innammora di uno dei suoi ciambellani, Sergej Saltykov, un uomo bello e dolce, seppur superficiale e narcisista; la ragazza, eludendo la sorveglianza dei Koglokov, con lui, conosce amore e sesso. D'altra parte i Koglokov sono talmente impazienti di assecondare il desiderio dell'imperatrice che sono disposti a chiudere un occhio su un'eventuale infedeltà di Caterina. Da parte sua, anche Pietro è compiacente, come una sorta di voyeur, osserva con piacere il cortigiano che gli insidia la moglie. Il problema della successione gli sta a cuore ma gli sono indifferenti le circostanze in cui l'erede sarebbe stato concepito. I Koglokov trovano una dama disposta a svezzare sessualmente Pietro in modo che, in caso di maternità da parte di Caterina, non corresse la voce che Pietro era ancora vergine. Nell'autunno del 1752 Caterina concepisce un figlio che, ufficialmente è di Pietro ma che tutti sanno essere di Sergej; purtroppo, durante un trasferimento da San Pietrioburgo a Mosca, Caterina perde il bambino. Viene la primavera e Caterina è nuovamente incinta di Sergej, ma anche questa volta perde il bambino; l'aborto prostra fisicamente e moralmente Caterina che si riprende solo nell'autunno del 1753. In quel periodo l'unica nota positiva per Caterina è il cambiamento di Bestužev nei suoi riguardi; il cancelliere ha capito che Caterina non ha nessun interesse a privilegiare la Prussia nei rapporti con la Russia e intuisce che, alla morte di Elisabetta, sarebbe stata Caterina a governare da sola o attraverso l'imbelle marito. Pertanto il cancellierte si è avvicinato, cautamente, a lei, anche perchè la sua influenza a corte sta diminuendo a favore dei Šuvalov; Caterina e Bestužev iniziano ad avere contati segreti con i governi austriaco e inglese. Aleksandr Šuvalov è a capo dell potente polizia segreta.
Nel gennaio del 1754 Caterina è ancora incinta di Sergej; questa volta vengono prese tutte le precauzione per evitare a Caterina viaggi e sforzi. Il 20 settembre nasce un maschietto ben formato e apparentemente in buona salute. Elisabetta convoca il suo confessore e gli comanda di assegnargli il nome di Paolo. Caterina rimane per tre ore sul suo letto di travaglio senza che nessuno faccia nulla per lei; forse Eliwsabetta sperava che lei morisse. Caterina sentiva la gente festeggiare la nascita dell'erede ma a lei non fu consentito di vederlo, nè di partecipare al suo battesimo. Seppe che Paolo stava bene, che Elisabetta gli faceva da madre e che Sergej era stato allontanato dalla corte; dopo sei settimane fu consentito a Caterina di dare un'occhiata di sfuggita al figlio. Caterina viene, di nuovo, relegata in un'ala del palazzo, dimenticata e abbandonata da tutti, privata di ogni comodità e allontanata dal figlio; fa, allora, ricorso alle risorse della sua mente. Divora la Storia universale di Voltaire, libri in russo sulla storia del Paese, lo Spirito delle leggi di Montesquieu e gli Annali di Tacito. Caterina nelle sue memorie scriverà "La lettura di Tacito aveva prodotto un singolare cambiamento in me, cui forse aveva contribuito in maniera significativa la mia triste disposizione d'animo. Incominciai a vedere le cose sotto una luce negativa e a ricercare le cause più profonde". Giova ricordare che gli Annali di Tacito analizzano in profondità le cause della disgregazione dell'impero romano. Caterina rimane per mesi in ascetico ritiro, diventando sempre più forte e più sicura di sé. Alla fine del carnevale del carnevale del 1755 è una persona diversa.
In occasione del primo compleanno di Paolo si ripresenta a corte e mostra il suo disprezzo nei confronti del favorito di Elisabetta, Ivan Šuvalov, e dei suoi cugini Aleksandr e Petr, la fazione più potente della corte; si prende gioco dei Šuvalov, li schernisce e smaschera la loro malvagità, con il sarcasmo, la sua arma preferita, mentre mostra la sua benevolenza ai loro nemici e a Bestužev. Caterina inizia a svolgere un ruolo più aggressivo, sia nella politica di corte, sia nella politica estera, proprio in un momento di instabilità degli equilibri europei, anche a causa delle mire espansionistiche di Federico II di Prussia.
Nel 1755 era arrivato a San Pietroburgo sir Charles Hanbury Williams, ambasciatore inglese con l'incarico di convincere i russi a difendere Hannover, un possedimento del re d'Inghilterra, dalla mire di Federico II; era una persona molto colta, amante degli enciclopedisti francesi, intelligente. Non ci volle molto perchè diventasse amico di Caterina. Il diplomatico inglese scrisse di Caterina "La sua conversazione è degna del buonsenso di Richelieu e della genialità di Molière" e le sue missive a Londra anticipavano che sarebbe stata Caterina a succedere a Elisabetta. Pietro, già disprezzato per il suo amore per la Germania, attira su di sè maggior disprezzo quando prende l'abitudine di indossare la divisa dell'Holstein e quando conduce a Oranienbaum un nutrito contingeente di soldati dell'Holstein. Più volte cerca di oltrggiare Caterina ma qusta ha, oramai, il completo controllo sul marito; Pietro temeva che alla, morte di Elisabetta i Šuvalov avrebbero potuto impossessarsi del trono. Caterina lo tranquillizza dicendogli che ha già preso in considerazione questa ipotesi e adottato le adeguate contromisure con l'aiuto di Bestužev e del fidatissimo conte Kiril Razumovskij, fratello del marito di Elisabetta. Caterina è diventata molto popolare presso molti potenti gruppi di opinione e molti ufficiali della guardia avrebbero fatto carte false per appoggiarla. Tuttavia Caterina non si fa illusioni, sa che il marito aveva bisogno della sua intelligenza politica ma che sarebbe rimasto sempre suo acerrimo nemico. Il peggior nemico perchè irrazionale e pieno di velenosi, infantili rancori e gelosie. Caterina rimane ancora incinta, questa volta del segretario polacco di Charles Hanbury Williams, il conte Stanislao Poniatowski; i due furono amnti per sei mesi poi, nell'agosto 1756, il conte fu rimandato in Polonia.
Pietro ha, intanto, trovato l'anima gemella, la zoppa, grassa, sgraziata, volgare, grande ubbriacona e sguaiata Elisaveta Voroncov, una orripilante dama di compagnia di Caterina. La famiglia Voroncov è alleata dei Šuvalov e fortemente ostile a Bestužev. Pietro da allora smette di confidarsi con Caterina, i suoi consiglieri sono, ora, Elisaveta e la sua ambiziosa famiglia. Intanto l'influenza inglese presso la corte va scemando cosicchè Charles Hanbury viene richiamato a Londra; sempre più importante è la posizione dell'ambasciatore francese, il marchese dell'Hopital, appoggiato dai Šuvalov e dai Voroncov. L'otto dicembre 1756 Caterina partorisce una bambina alla quale l'imperatrice dà il nome di Anna Petrovna; ancora una volta la figlia le viene portata via e sistemata negli appartameti della zarina, assieme al piccolo Paolo. Ancora una volta, dopo il parto, Caterina viene ignorata e trscurata. Ma lei ha preso le sue precauzioni e celando la cosa ai truci guardiani si fa raggiungere dagli amici più cari. Adesso Caterina è madre di due bambini che non può vedere; ella sembra aver accettato questa situazione innaturale e triste, ma è il prezzo che deve pagare per non irritare Elisabetta. D'altra parte i figli sono sotto la tutela dell'imperatrice e se, per qualche motivo, Caterina fosse caduta in disgrazia, i figli sarebbero stati salvi.
Nel febbraio 1758 il cancelliere Bestužev e altri personaggi molto legati a Caterina sono messi agli arresti e Caterina teme per la propria incolumità. In aprile è convocata dall'imperatrice, presenti Aleksandr Šuvalov e Pietro. Durante l'incontro il rancore e la rabbia di Pietro contro Caterina esplodono in modo irrefrenabile. Egli cerca in tutti i modi di indirizzare l'ira di Elisabetta contro Caterina. Ma l'imperatrice rimane molto più impressionata dalle osservazioni ben argomentate di Caterina che non dagli interventi rabbiosi di Pietro. Elisabetta ascolta con attenzione e con una sorta di involontaria approvazione le risposte di Caterina; l'imperatrice sa che le accuse di Pietro erano motivate dal fatto che egli vuole ripudiare Cateriana per sposare Elisaveta. Il colloquio si conclude così e Caterina saprà dalle sue personali spie che il commento di Elisabetta era stato "Mia nipote è una donna brilante che ama la verità e la giustizia; mio nipote, invece, è un vero e proprio idiota". Caterina aveva vinto.
La guerra con la Prussia durava oramai da tre anni, con alterne vicende, e tra i russi era emerso il coraggio di un ufficiale d'artiglieria Grigorij Orlov; qusti se lo contendono i "salotti buoni" di San Pietroburgo e ben presto approda alla corte di Caterina che era giunta alla soglia dei trent'anni. Tra i due è amore a prima vista; Orlov è proprio l'uomo che le serve per la scalata al trono: bello, innamorato, coraggioso, fedele e intrepido. Nell'estate del 1761, Caterina rimane incinta di Orlov, ma mantiene nascosta la maternità, assumendo a corte un basso profilo. Il bambino viene al mondo il 18 aprile 1762 e gli viene dato il nome di Aleksej Grigor'evic. Caterina può contare, anche, su un'altra preziosa pedina, la principessa Ekaterina Daškova, sorella minore di Elisaveta Voroncov, ma di tutt'altra pasta. Già a diciassette anni era fiera di possedere una delle più fornite biblioteche della capitale, ama i filosofi francesi e non c'era da meravigliarsi che avesse stretto un'amicizia strettissima con Caterina. Lentamente, ma inesorabilmente, nome dopo nome l'elenco dei sostenitori di Caterina si allunga. Nel frattempo la fortuna dei Voroncov è in ascesa, Mihailny ha preso il posto dell'esiliato Bestužev ed Elisaveta si è sistemata negli appartamenti di Pietro, comportandosi come se ne fosse la moglie. Pietro mantiene una fitta corrispondenza con Federico di Prussia che vuole convincere Elisabetta a firmare una pace separata tra i loro due paesi. Fortunatamente Elisabetta ha scelto come consigliere politico Nikita Panin che segue la linea politica di Bestužev e di Caterina. Qust'ultima aveva scelto proprio Panin come suo ipotetico consiglierte in caso di ascesa al trono. Caterina, inoltre, grazie agli stretti rapporti diplomatici che mantiene con Austria e Inghilterra ha saputo che i due governi sono disposti ad appoggiarla finanziariamente per qualunque progetto che escludesse Pietro dalla successione; infatti gli alleati della Russia e anche la Francia temono l'eventualità che possa salire al trono il filoprussiano Pietro.
Il 5 gennaio 1762 Elisabetta muore e Pietro sale al trono come Pietro III; Caterina non ritiene opportuno scalzare subito Pietro con un colpo di stato perchè sa che Pietro si sarebbe danneggiato con le proprie mani. Pietro ebbro di felicità per il suo nuovo stato, senza far trascorrere il periodo di lutto, ordina grandiosi festeggiamenti per la sua nomina. Ai generali russi viene ordinato di cessare le ostilità contro la Prussia e di arretrare dove avessero occupato suolo prussiano. Nomina un nuovo comandante dell'esrcito, privo di qualunque esperienza militare, le uniformi verdi dei fanti russi sono sosrtituite con le tuniche blu dell'esercito prussiano, la sua guardia del corpo è costituita solo dai suoi soldati dell'Holstein. Nella primavera del 1762 Pietro decide di entrare in guerra contro la Danimarca e obbliga alcuni reggimenti russi a prendere ordini da ufficiali prussiani. Il malcontento e i tentativi di rivolta diventano frequenti tra i militari. Al diffuso malcontento dei soldati si aggiunge la condanna del clero quando l'imperatore svuota le casse della Chiesa per riempire quelle dell'Impero e ordina all'arcivercovo di Novgorod che da tutte le chiese della Russia siano eliminate le icone a eccezione di quelle di Cristo e Maria. Corre l'obbligo ricordare che le memorie di Caterina terminano con la sua presa del potere, pertanto, qui si interrompe il racconto degli episodi più intimi della sua vita.
Caterina nel 1762 di Ivan Argunov
Caterina diventa imperatrice
E' il 28 di giugno 1762 e Pietro sta preparandosi per la campagna di Danimarca al fianco dei prussiani, Caterina e i suoi alleati invece, stanno preparando il colpo di stato incontrandosi in casa della principessa Daškova; Gregorij Orlov ha assunto il comando dell'operazione, mentre Panin si occupa delle questioni politiche e si è accollato la responsabilità della sicurezza di Paolo. Caterina e Panin hanno già redatto un manifesto che annuncia la decadenza di Pietro e l'assunzione del trono da parte di Catertina. Pietro si trova a Oranienbaum con i suoi 1.500 soldati dell'Holstein ed è a letto a smaltire la consueta sbornia. Caterina si presenta ai reggimenti, in stanza a Pietroburgo, felici di gettare nel fuoco le odiate divise prussiane; il suo corteo diventa presto una massa di decine di migliaia di persone che l'acclamano. Caterina entra nella cattedrale di Nostra Signora di Kazan' fiancheggiata da una falange di ufficiali e qui, all'età di trentatre anni, è proclamata imperatrice autocratica e benedetta dal metropolita di San Pietroburgo; Panin ha condotto con se Paolo perchè sia accanto alla madre e per essere benedetto e proclamato erede designato di Caterina. Da decine di anni non si assiste a un simile delirio di folla; l'incubo del governo di Pietro è finito.
Caterina si reca al Palazzo d'inverno dove si trova il Senato, i capi della chiesa e Panin. Viene letto il manifesto che termina con queste parole "Per queste ragioni, per il pericolo che stavano correndo i nostri leali sudditi abbiamo creduto nostro dovere, con l'aiuto di Dio e guidati dalla sua giustizia, spinti dal sincero desiderio dei nostri fedeli sudditi, salire sul trono di tutte le Russie, in nome del quale tutti i nostri leali sudditi ci hanno giurato la loro alleanza". Caterina aveva sfidato i diritti di sangue e ignorato la legge e nessuno lo comprendeva veramente a fondo come lo comprendeva lei. Dopo aver passato in rassegna i 40.000 uomini dell'esrcito che l'hanno acclamata, Caterina riunisce i suoi consiglieri per decidere il nuovo corso. Fa inviare copie del manifesto a tutte le provincie e a tutte le guarnigioni, manda l'ammiraglio Talesin alla base navale di Kronštadt, per assicurarsi la fedeltà della marina. Pietro ha passato la giornata raggiunto da alcune notizie di somnmosse, si reca a Peterhof per accertarsi che Caterina sia tranquilla e non la trova; le notizie che lo raggiungiono sono allarmanti, ma crede sempre che si tratti di qualche modesta ribellione. Invia a San Pietroburgo Aleksadr Šuvalov e il principe Trubeckoj, con l'incarico di uccidere Caterina; tenta una difesa a Oranienbaum, ma non ha mai comandato un vero esercito, la mattina del 29 giugno si arrende a Orlov e firma un documento con il quale dichiara di abdicare al trono. Il 6 giugno arriva da Ropša, dove Pietro è trattenuto sotto sorveglianza, la notizia che Pietro è rimasto vittima di uno scontro con le guardie; è un duro colpo per Caterina e un episodio che la tormenterà per tutta la vita. Qualcuno, ovviamente, aveva voluto che Pietro morisse per fare un servigio alla zarina, ma l'accusa di avere, deliberatamente, ucciso il marito, gira in tutte le corti d'Europa. C'è qualche tentativo in insubordinazione nella guardia imperiale, ma ogni ribellione viene stroncata duramente.
Se Caterina riesce a stroncarte i tentativi di rivolta per la morte di Pietro, problemi ben più grave incombono sul suo governo. Il debito pubblico, la disorganizzazione e il caos della pubblica amministrazione sono la vera eredità di Elisabetta, a questi si aggiungono una grave carestia, che colpisce l'agricoltura, e le scorribande di turchi e tartari in territorio russo. La gravità del sistema fiscale è di proporzioni enormi, il debito pubblico ammonta a diversi milioni di rubli e continua a crescere. La situazione avrebbe sgomentato il più esperto dei politici contemporanei e nessuno sapeva meglio di Caterina quanto arduo fosse il compito che l'attendeva. Tuttavia riesce a mostrasi all'altezza della situazione; gli impiegati e i ministri si rendono conto che le redini del potere sono in mani diverse da quelle del'indolente e incapace Elisabetta. Caterina è industriosa, pragmatica, attenta ai particolari e piena di buonsenso e Panin ha le idee chiare su come vada guidato l'impero. Caterina, invece di esaltare la propria individualità, come avevano fatto Elisabetta e Pietro, vuole esaltare lo stato e fare delle leggi uno strumento di progresso. E vuole fare più di quanto fatto da Pietro il grande; se questi si era preoccupato di importare nuove tecniche militare e nuove esperienze tecnologiche, facendo della Russia un paese più moderno, lei vuole introdurre in Russia le correnti più innovative del pensiero europeo.
Intrattiene una corrispondenza epistolare con Voltaire; sa che il filosofo, se si fosse fatta una buona opinione su di lei, avrebbe potuto sconfessare la cattiva reputazione di Caterina per la morte del marito. La reazione del filosofo diventa molto cordiale quando viene a sapere che la zarina ha invitato l'amico Diderot a recarsi in Russia per riprendere la pubblicazione dell'Encyclopédie e di diventare tutore di Paolo. Diderot e Caterina non impiegarono molto a maturare un giudizio positivo l'uno dell'altra. Diderot scrisse ai suoi amici, in Francia che la compagnia di Caterina era stimolante e che considerava la Russia un luogo veramente liberatorio. Voltaire diventa generoso nella lode e definisce Caterina "la più luminosa stella del Nord".
Il 13 settembre 1762 Caterina si reca a Mosca per l'incoronazione solenne; in realtà Caterina non amerà mai nè Mosca, che considerava sporca e fredda, nè i moscoviti, ignoranti e boriosi, e la sua freddezza era ricambiata. Il 22 settembre i cannoni del Cremlino tuonarono, le campane suonarono e i reggimenti marciarono; Caterina fu incoronata nella cattedrale dell'Assunzione. Recitava il rituale dell'incoronazione "Nella sua forma mortale l'imperatrice ricorda tutti gli uomini, ma nel suo potere, è come Dio onnipotente". Dopo l'incoronazione Caterina deve contrastare alcune forme di ribellione, ma la nuova polizia segreta e l'intervento di Orlov consentono di isolare e condannare i congiurati. Caterina inizia a rendersi conto che l'esercizio del potere ha dei percorsi obbligati, uno dei quali è la ferrea durezza verso i traditori; intanto ancora una volta Caterina perde il bambino di cui era incinta. Come per Elisabetta I d'Inghilterra, anche per Caterina iniziano le pressioni per farla sposare; lei vorrebbe Orlov, ma i consiglieri dell'imperatrice la sconsigliano per il possibile coinvolgimento dell'uomo nella morte di Pietro e viene attribuita a Panin, il braccio destro di Caterina, la terribile frase "La signora Orlov non sarebbe mai diventata imperatrice di Russia". Anche Orlov si rende conto che la decisione di non sposarsi è saggia e si accontenta delle ricchezze e degli incarichi che Caterina gli elargisce.
Caterina avvia una politica di popolamento del Paese; fa arrivare in Russia migliaia di coloni stranieri e istituisce un ente governativo, la Cancelleria per la tutela degli stranieri che affida a Orlov, sotto la cui efficace guida vengono fondate colonie nel basso Volga e nella steppa. I terreni attorno a San Pietroburgo vengono bonificati e resi abitabili. Un altro problema preoccupa Caterina, la chiesa russa, come la più ricca organizzazione dell'impero. Nel 1764 Caterina ordina che le proprietà ecclesiastiche, "che erano state acquisite illegalmente", vengano consegnate a un ente della corona, il collegio economico. Ciò che Caterina guadagna in denaro lo perde in popolarità. Di qualsiasi credo si parli, guai a toccare la chiesa. Ancora una volta divampano furiose rivolte tra i ceti più poveri, facilmente manipolabili da facinorosi e imbonitori; per riportare l'ordine nelle provincie più lontane Caterina conferisce maggiori autorità ai nobili. La zarina riorganizza l'amministrazione delle gubernije conferendo ai governatorati un grande potere sulle zone rurali nella prevenzione delle rivolte contadine. Questo processo è completato entro il 1775. La riforma crea province e distretti che risultano più gestibili rispetto ai governatorati.
Nel frattempo, si stanno preparando eventi ancora più dolorosi. Un po' dappertutto, in regioni lontane dalle capitali, tra le comunità contadine spuntano equivoci personaggi che sostengono di essere lo zar Pietro III; la chiesa soffia sul fuoco innescato da questi impostori. Uno dopo l'altro i falsi Pietro vengono catturati dall'esercito e dalla polizia ma, per uno eliminato, ne salta fuori un altro. Caterina compie spesso lunghi viaggi per conoscere i costumi e la cultura delle popolazionim più lontane; ha infati in mente il progetto di un codice legislativo unitario per tutto l'impero. Ha passato centinaia di ore nella lettura di scrittori politici, in particolare Montesquieu e Cesare Beccaria e la "Nakaz" racchiuderà il distillato dei suoi pensieri più profondi e dei suoi più nobili ideali.
Le nuove disposizioni imperiali iniziano con queste parole "La legge cristiana ci insegna a farci reciprocamente del bene, il più possibile. Ponendo questa come regola fondamenntale, derivata da quella religione, ... dobbiamo necessariamente supporre che ogni uomo onesto della comunità è, o sarà, desideroso di vedere il proprio paese al culmine della felicità, gloria, sicurezza e tranquillità.". Giova osservare che in quegli stessi anni negli Stati Uniti anche la Costituzione del nuovo stato prevede, nel suo prologo, "la ricerca della giustizia, della tranquillità interna, della difesa comune, del benessere generale e della libertà del popolo". Il principale desiderio di Caterina è quello di vedere il proprio regno e la sua popolazione "al colmo della felicità" e il proprio ruolo di sovrana volto alla guida dei suoi sudditi verso " il bene supremo". Nella Nakaz, una pagina dopo l'altra, Caterina riassume i suoi profondi convincimenti e la saggezza dei suoi maestri in più di 500 perle di consigli politici. Guidata "dal cuore e dalla ragione" dà il meglio di sè nell'occuparsi di quello che considera il suo compito principale "educare il popolo a conseguire il proprio miglioramento". Caterina condivide l'opinione degli enciclopedisti secondo cui l'uomo è buono e che le istituzioni, come lo stato e la chiesa, sono strumenti di corruzione e repressione.
Nel 1767 convoca una commissione lesislativa con il compito di rivedere la legislazione russa sulla base del suo Nakaz; ma le idee di Caterina si infrangono contro l'incapacità dei delegati di cogliere dal documento dell'imperatrice gli stimoli per riorganizzare il sistema legislativo e ben presto l'azione della commissione si esaurisce; indubbiamente il progetto di eliminare la schiavitù in Russia fa da freno all'entusiasmo legislativo della Commissione. Giova, peraltro, notare che le idee di Caterina iniziarono a circolare tra gli intellettuali europei.
In politica estera Caterina si muove nella direzione di fare della Polonia un protettorato russo. Con l'appoggio entusiasta di Panin ha insediato il suo favorito Stanislao Poniatowski sul trono polacco e le truppe russe sono intervenute più volte a protezione dei confini del regno. Ma, una presenza militare russa in Polonia è una provocazione per la Turchia; la Francia, ostile alla politica russa, consegna tre milioni di libre d'oro alla Turchia per aggredire la Russia. Nonostante il poderoso esercito turco, forte di 500 mila uomini, la guerra si mette bene per la Russia che nell'estate del 1769 occuopa Kotin, Jassy, Azov, e Taganrog. Caterina scrive a Voltaire "Siamo in guerra, è vero, ma la Russa da tempo è abituata a guerreggiare e, alla fine, di ogni conflito è più fiorente di quando l'ha cominciato".
Il 24 giugno 1770 dodici navi russe, con molti ufficiali inglesi a bordo, partono dal Baltico, arrivano nel Mediterraneo e sferrano un poderoso attacco alla flotta turca a Çesme, dove annegano più di 11 mila turchi Gli europei che avevano intuito la formidabile forza d'urto dell'esercito russo devono accorgersi, anche, della forza della sua marina. La sconfitta di Çesme demoralizza la Turchia e scatena nei russi un delirio nazionalistico mai visto prima e fa di Caterina un'eroe nazionale. Il Davide russo ha sconfitto il Golia turco, da secoli nemico e terrore della cristianità, con grande scorno della Francia che dall'alleanza con i turchi ha sempre tratto vantaggi militari e politici. Come Elisabetta I aveva respinto e distrutto l'invincibile armata spagnola, così Caterina ha piegato i turchi in terra e in mare. In quel periodo, la zarina inizia a favorire la colonizzazione dell'Alaska con la creazione delle prime imprese per il commercio delle pelli. Caterina non trascura i problemi della successione e il 29 settembre 1773 il figlio Paolo sposa la pricipessa tedesca Guglielmina di Assia-Darmstadt, ribattezzata con il rito ortodosso come Natalia:, le capacità procreative di Paolo erano state provate all'età di 16 anni, su ordine di Caterina, da una dama di compagnia esperta che gli ha messo al mondo un figlio. Le doti di Natalia, come fattrice, erano ipotizzabili dalla fecondità della madre. Giova notare che le corti di tutta Europa cercavano le mogli per i futuri regnanti nei piccoli principati tedeschi che non avrebbero potute creare conflitti al momento della successione. La teoria non si rivelò, ovviamente, affidabile con Caterina. Intanto il dominio assoluto che Orlov e i suoi fratelli effettuano nell'ambito della Guardia imperiale è causa di continui malumori, cosicchè, Caterina, tra la sorpresa di tuti, si libera di Grigorij Orlov e lo sostituisce con Aleksandr Vasil'cikov un luogotenente della Gurdia, bello e giovane, nominato ciambellano di corte. Si tratta di un'atroce astuzia perchè Caterina non può mandare alla Guardia segnale più evidente del fatto che il potere degli Orlov sia finito. D'altra parte non vuole che gli Orlov diventino una mina vagante per cui ricompensa Orlov con grandi ricchezze e, dopo un breve esilio, lo riammette al tavolo dei consiglieri. In quel periodo Caterina stringe un'amicizia fraterna con Melchior Grimm un parigino dallo spirito mondano e dall'intelligenza accattivante con il quale manterrà un contatto epistolare per tutta la vita; l'epistolario di Grimm diventa, per gli storici, una sorta di prolungamento delle memorie di Caterina. Alcune affermazioni sul pensiero dell'imperatrice, in questo articolo, sono state riprese proprio da questo epistolario.
Nel 1773 scoppia una rivolta di cosacchi sulle rive del fiume Ural guidata da Pugacëv, un impostore che si dichiara d'essere Pietro III. Pugacëv riesce a raccogliere decine di migliaia di seguaci, sconfigge diversi battaglioni inviatigli contro e arriva ad assediare Orenburg; anche a Mosca scoppiano manifestazioni di piazza nelle quali si inneggia a Pietro III. Nel marzo 1774 Pugacëv è sconfitto definitivamente dalle truppe russe; l'impostore se la svigna con la sua corte da farsa. La rappresaglia delle truppe governative sarà selvaggia come selvaggi erano stati i delitti; Caterina, anticipando Lenin, si rende conto che la forza d'urto di una massa di contadini esasperati e sapientemente guidati potrebbe spazzare via il trono.
Nel febbraio 1774 irrompe nella vita di Caterina un eroe della guerra contro i turchi, Grigorij Potëmkin, un uomo goffo, sgraziato e cieco da un ochio, ma molto intelligente e un vero soldato; Caterina viene travolta da una sincera e appassionata avventura romatica. Potëmkin viene nominato aiutante di stato maggiore, alloggiato nel palazzo d'inverno e rivela anche un notevole talento nell'amministrazione dello stato. Voci di palazzo asseriscono che verso la fine del 1774 Caterina e Grigorij si siano sposati in incognito nella chiesetta di San Samson, in un sobborgo di San Pietroburgo; spesso i due nella corrispondenza privata si chiamano rispetivamente moglie e marito.
Nel corso della sua vita Caterina mescolerà spesso sentimenti e amore con gli affari di stato, alcuni dei suoi favoriti diventeranno personaggi di spicco nel governo della Russia, ma la bussola di Caterina punta sempre verso il bene del Paese e, comunque ella dimostrerà sempre di saper scegliere il collaboratore giusto per quel particolare momento.
Caterina si dà molto da fare nel campo dell'educazione e dell'assistenza sanitaria: case di educazione vengono istituite a Mosca e a Pietroburgo, fonda l'istituto Smolnij, una scuola per cinquecento ragazze e ragazzi, sul modello del convento di Saint-Cyr, nei capoluoghi vengono aperte scuole per adulti, all'Accademia delle Scienze regala 40 mila volumi, fonda un collegio per creare fisici e farmacisti, ordina di redigere un catalogo dei farmaci, si adopera per potenziare l'Università di Mosca, vengono costruiti nuovi ospedali.
Ma è nella politica estera che rifulge la stella di Caterina. La Russia è diventata la potenza dominante in medio Oriente e, con il trattato di Jassy, i turchi riconoscono il dominio russo sulla Crimea. A occidente l'Inghilterra sta affrontanedo i problemi del Nord America, la Spagna è agonizzante, la Francia è retta dall'incapace Luigi XVI, in Prussia regna Federico II, sconfitto e sfiduciato; la Russia ne approfitta per ampliare i propri confini. Con una semplice firma la Russia ottiene una vasta parte della Polonia con più di un milione di abitanti a cui seguiranno una seconda e terza annessione (vedi figura). Nel Nord Europa la Polonia era considerata una tirannide cattolica, in perenne ebollizione, pertanto, la dominazione di Russia, Prussia e Austria viene considerata la salvezza del Paese "eretico".
Sul teatro politico europeo Caterina gioca un importante ruolo svolgendo la funzione di mediatrice durante la Guerra di successione bavarese (1778 - 1779) combattuta tra Prussia e Austria.
Nel gennaio 1776 il giovane segretario polacco di Caterina, Petr Zavadovsky si insedia nell'appartamento del favorito dell'imperatrice, inizialmente occupato da Orlov, poi da Vasil'cikov e infine da Potëmkin; questi, comunque, riceve il titolo di pricipe Potëmkin e continua a frequentare assiduamente Caterina.
A 47 anni Caterina ha strabiliato il mondo occidentale. La figlia di un modesto principe è diventata la sovrana del più vasto impero d'Europa, che spazia dall'Alaska, al Baltico, alla Crimea. Caterina ha compiuto grandi conquiste militari, ha firmato trattati di pace, ha emanato leggi fondamentali per il suo paese, si è fatta promotrice delle arti e guida illuminata di un popolo enormemente arretrato. In tutt'Europa si tessono le sue lodi. Il principe De Ligne emissario austriaco a Pietroburgo scrive di lei " Il suo volto rivela genio, senso di giustizia, coraggio, profondità, serenità, dolcezza, calma e decisione. La franchezza e l'allegria albergano sulle sue labbra.". A Vasil'cikov seguiranno molti altri amanti giovani e belli per cui presso le corti europei le sperticate lodi per Caterina si alternavano alle accuse d'aver fatto della corte russa un luogo di depravazione. E' interessante notare come anche la grande Elisabetta d'Inghilterra passò gli ultimi anni della propria vita scandalizzando con la sua disordinata vita sentimentale.
Un'affermazione che si sente ripetere spesso è che la donna è attratta dagli uomini potenti, anche se molto più vecchi di loro; il caso di queste due grandi regine dimostra che gli uomini sono attratti dalle donne potenti anche se molto più vecchie di loro.
Nel 1780 Caterina, con lungimiranza, crea un'unità con il compito di difendere dalla Gran Bretagna le navi che, durante la Rivoluzione Americana, portano rifornimenti ai "ribelli"; questo atteggiamento fa infuriare l'Inghilterra; da quel momento i rapporti degli ambasciatori inglesi non faranno che gettare fango sulla corte russa e sull'imperatrice. Ma con Caterina la Russia ha, oramai, l'obbligo morale di interferire in tutti gli avvenimenti del pianeta. Sempre nel 1780 Caterina, ancora con una lungimiranza impressionante, progetta un piano militare volto a eliminare l'influenza islamica in Europa. Prende contatto con Giuseppe II, figlio e coreggente di Maria Teresa d'Austria, incontrandolo nella città di Mogilev (oggi importante città della Bielorussia). Tra i due si crea un'intesa sul progetto di Caterina. In una lettera alla madre, Giuseppe scriverà " Bisogna incontrarla per potere apprezzare il suo spirito, il suo pensiero elevato, il suo coraggio, la sua piacevole conversazione". Nel 1781 la Russia e l'Austria firmano un accordo segreto che vede i due paesi alleati contro la Turchia. Questo accordo comporta l'uscita di scena di Panin contrario all'alleanza con l'Austria; anche Paolo è fortemente contrario alla politica della madre. L'operazione non avrà successo per le indecisioni di Giuseppe, che è costretto a concentrare il suo sforzo militare in Olanda per sopprimere una violenta rivolta e per le gelosie e gli attriti tra i due comandanti russi, Orlov e Potëmkin. La guerra contro i turchi sarà caratterizzata, nel 1787, da un favoloso viaggio di Caterina e della sua corte nei territori meridionali dell'impero per mostrare ai turchi il suo immenso potere; il primo maggio partendo da Kiev la corte discende il fiume Dneper con sette galee giungendo fino al mar Nero, dove trova uno spiegamento formidabile della marina e dell'esercito. Le indecisioni di Orlov e di Potëmkin non sono il male peggiore, perchè la Svezia del cugino di Caterina, Gustavo III, considerando la Russia impelagata in Crimea stringe un'alleanza con i turchi e dichiara guerra alla Russia. Gli svedesi rivendicano i territori del Baltico ceduti alla Russia nel 1720. Convinti di sconfiggere rapidamente i russi gli svedesi subiscono, però, gravi perdite di uomini e di materiali. Dopo l'ingresso in guerra della Danimarca, nel 1789, le cose si mettono male per gli svedesi che tentano un'offensiva nel 1790. L'azione culmina con la battaglia di Svensksund (oggi Ruotsinsalmi, in Finlandia) combattuta il 9 e 10 luglio 1790. La flotta russa, comandata dal principe di Nassau, forte di 32 vascelli di linea e 200 imbarcazioni d'appoggio con 1.200 cannoni e 14.000 marinai si scontra con quella svedese comandata da Gustavo III in persona, composta di 200 navi tra linea e appoggio, 1.000 cannoni e 12.500 marinai. I russi si trovano in difficoltà ad usare le artiglierie a causa del mare agitato, problema che non hanno gli svedesi le cui navi erano rimaste ancorate. Al termine della battaglia i russi hanno subìto perdite da 50 a 60 navi e 9.500 marinai, gli svedesi 6 navi e 7.000 marinai. Prevale la stanchezza e il desiderio di porre fine ai massacri; la guerra si conclude con un trattato firmato il 14 agosto 1790. Il Trattato di Värälä salva la Svezia da concessioni umilianti a cui sarebbe stata costretta in caso di perdita dello scontro di Svensksund. Nell'ottobre del 1791 Caterina II e Gustavo III concludono una stretta alleanza.
Caterina muore a 67 anni, probabilmente per un ictus, il 6 novembre 1796 a Puškin; con la sua morte i russi e gli europei, dissipati i rancori, le gelosie, le invidie, devono tutti ammettere quale grande donna sia stata Caterina, faro di saggezza e cultura nel buio di un paese culturalmente arretrato. Nel suo ultimo viaggio non sarà sola. Paolo ordina, infatti, che il corpo di Pietro III venga portato nella cattedrale dei Ss Pietro e Paolo per essere sepolto accanto a quello della moglie.
Eugenio Caruso - 6 gennaio 2017