Thomas Edison uno dei più grandi imprenditori della storiaPlatone afferma non esserci alcun re che non sia discendente da schiavi e nessuno schiavo che non sia discendente da re. INVENTORI E GRANDI IMPRENDITORI In questa sottosezione illustrerò la vita di quei capitani d'industria e/o inventori che hanno sostanzialente contribuito al progresso industriale del mondo occidentale con particolare riguardo dell'Italia. Articoli precedenti Sundbäck - Birò - Marinotti - Borletti - Agusta - Piaggio - Coniugi Bissel - Poplawski - Ford - Giuseppe Volpi - Thomas Alva Edison Thomas Edison, mprenditore e inventore nato a Milan, (Ohio, 1847), fu uno dei più grandi uomini della storia. Autore di alcune delle invenzioni fondamentali della fine del 19° secolo, come la lampada a incandescenza e la registrazione del suono, ha anche introdotto quella che oggi si chiama ricerca e sviluppo, cioè lo sforzo continuo di innovazione e sperimentazione per immettere sul mercato nuovi prodotti.
Introdusse nell'industria mineraria i trasportatori a nastro, largamente applicati in seguito. Nel 1900 costruì l'accumulatore leggero al ferro-nichel che porta il suo nome. Lavorò poi alla ricerca e alla selezione di una nuova pianta di gomma, che potesse essere raccolta e trattata economicamente con mezzi meccanici. Estese i suoi interessi a svariati altri campi, dalla impermeabilizzazione dei tessuti all'impiego del cemento nelle costruzioni, alle segnalazioni ferroviarie, ecc. I suoi brevetti ammontano complessivamente a circa 1500. Storia della GE Nel 1896 la GE, era già pronta a commercializzare apparecchi per le radiografie (Röntgen aveva annunciato la scoperta dei raggi X giusto l'anno prima). All'inizio del novecento la General Electric era già un'industria affermata, con una produzione che spaziava da ventilatori, a locomotive elettriche, da tostapane, a gigantesche turbine a vapore, da refrigeratori a fornelli elettrici. Nel 1909 vi fu una miglioria della lampadina a incandescenza: il filamento di carbone fu sostituito da uno di tungsteno duttile, e tale rimase fino ai giorni odierni. Negli anni dieci la General Electric aveva già varie sedi in giro per il mondo, e si aggiudicava il bando per gli impianti e i motori delle chiuse del Canale di Panama. Passare da pesanti motori ferroviari o navali, come quello della USS Jupiter (poi USS Langley (CV-1)), ai più snelli e compatti motori d'aereo, potrebbe sembrare azzardato, ma non fu così per la GE, che, nel 1918, realizzava un sovralimentatore per il motore Liberty L-12, con il quale veniva stabilito qualche anno dopo il record di quota, oltre 12.000 m. Negli anni trenta l'azienda ormai operava ai massimi livelli nel campo degli elettrodomestici, delle comunicazioni, dell'impiantistica elettrica, dei motori (elettrici e non) e della plastica (avendola studiata in quanto materiale utile all'isolamento, la società ne aveva scoperto le innumerevoli possibilità), e questo solo per citare i campi più importanti. La Grande depressione non scalfì un colosso del genere, tant'è che furono fondate la GE Capital (GE Consumer Finance) per permettere l'acquisto di prodotti di marca GE, anche a coloro che erano stati rovinati dal giovedì nero. Negli anni quaranta sulla spinta bellica data dalla seconda guerra mondiale la General Electric iniziava a produrre i primi motori aeronautici a reazione statunitensi; in particolare il primo motore realizzato è il GE I-A, che equipaggiava i prototipi del Bell P-59 Airacomet. Nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale la GE continuava con successo a sviluppare motori aeronautici militari e non (J47, J79, CJ805, J93, F101, CFM, CF6, CFM56, GE90-115B) e a occuparsi di portare innovazioni in tutti i campi agricoli in cui era già affermata negli anni trenta, con un notevole sforzo di ricerca. Dalle turbine a gas aeronautiche sono derivati modelli per la produzione industriale di energia elettrica, nonché modelli per la propulsione navale. La LM-2500 è la turbina a gas per uso navale più diffusa al mondo, imbarcata su quasi 600 navi militari, comprese quelle della Marina Militare italiana. Dagli anni cinquanta la GE ha continuato a mantenere la sua posizione di leader in alcuni tra gli svariati campi di cui si occupa, anzi ha affermato sempre più su questi il suo predominio, tanto da diventare una delle più grandi e importanti realtà industriali contemporanee. Fra le altre attività degne di nota, è da rilevare che la GE, dopo aver collaborato con l'industria ferroviaria nordamericana Alco, alla fine degli anni cinquanta è entrata direttamente nel campo della produzione dei locomotori diesel, diventando leader mondiale nel settore alla fine degli anni '90. La GE Transportation è il principale fornitore di materiale di trazione ferroviario al mondo. Nel 2005 la GE si è lanciata in un'iniziativa chiamata Ecomagination nel tentativo di diventare un'azienda il più possibile eco-compatibile; lanciandosi nel campo delle energie alternative, della trazione ibrida e nella riduzione delle emissioni dei gas serra. Il contributo italiano allo sviluppo della lampadina. Nella storia della lampadina elettrica a incandescenza, (che dal primo settembre 2012 scomparirà dal mercato europeo,) c'è anche un capitolo tutto italiano. Una storia della lampadina «made in Italy» che ha per protagonista un inventore contemporaneo di Edison: il piemontese Alessandro Cruto. Ricercatore autodidatta, nato a Piossasco (Torino) nel 1847, Cruto nel 1876 riesce a ottenere del carbonio in forma di lamine lucenti ed elastiche. «Era sul principio del 1879 e avevo letto qualche cosa sui tentativi che faceva Edison per una lampadina a incandescenza a spirale di platino», scrive Cruto, e questa invenzione lo porta a pensare «all'applicazione delle lamine di carbonio che imparai a fabbricare fin dall'anno 1876». Da qui, nasce l'idea di Cruto di applicare alla lampadina il materiale che andava studiando: la sua ricerca sul carbonio si sarebbe svolta in parallelo a quella sulla illuminazione elettrica. Iniziano così complesse ricerche, che portano Cruto a comprendere i limiti del materiale finora utilizzato. «...Convinto poi che quella forma dei carboni non era la più appropriata e che la forma a filamento meglio si addiceva allo scopo, studiai il modo di ottenerlo in filo. Trovai il modo di ottenerlo facendo depositare il carbonio sopra un filo finissimo di platino, percorso da una corrente elettrica da portarlo al rovente in un'atmosfera di idrogeno bicarbonato...». È la svolta: attraverso un particolare procedimento, l'inventore piemontese riesce a ottenere filamenti di carbonio «interamente sintetici e con caratteristiche controllate e programmabili». Non solo. Cruto riesce anche ottenere una saldatura elettrica del filamento ai reofori metallici. «Questa saldatura elettrica che a giusta ragione deve chiamarsi per incandescenza, costituiva una vera invenzione, che poi ho compreso nel mio primo brevetto del 1882». Questa realizzazione frutta all'inventore anche un reportage di "Cosmos le Monde": «Mons. Cruto de Piossasco viene a modificare onorevolmente la famosa scoperta di Edison... questa invenzione è destinata certamente a un grande avvenire». È così che le lampadine di Cruto, nel 1883, vengono utilizzate dal comune di Piossasco per un impianto di illuminazione pubblica, un anno prima della parigina Place de la Concorde... Per le lampade "made in Italy" è il successo, tanto che alcuni esperti dell'epoca parlano di una superiorità "ingegneristica" del filamento di Cruto su quello di Edison. E l'invenzione si diffonde anche oltre i confini dell'Italia. Nel 1885, l'inventore piemontese fonda la "Società italiana di elettricità sistema Cruto", con il compito di fabbricare e commerciare le lampadine elettriche. Lo stabilimento nasce ad Alpignano nel 1886. La produzione giornaliera era di 1.000 lampade, gli operai erano 26. Poi, nel 1922, la società Edison Clerici (che aveva acquistato gli stabilimenti di Alpignano) porta la produzione a Milano. Quindi, nel 1927, la fabbrica viene veduta alla Philips. E la produzione riparte: questa volta con 300 operai. |
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