INVENTORI E GRANDI IMPRENDITORI
In questa sottosezione illustrerò la vita di quei capitani d'industria e/o inventori che hanno sostanzialente contribuito al progresso industriale del mondo occidentale con particolare riguardo dell'Italia.
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Giovanni Borghi
- Nacque a Milano il 14 sett. 1910 da Guido (1883-1957) e da Maria Moro.
Il padre, figlio di operai e inizialmente operaio egli stesso, nel 1904 si era messo in proprio, aprendo a Milano un negozio di materiale elettrico ed effettuando servizi di installazione di impianti elettrici.
Grazie anche al matrimonio di Guido con la Moro, di famiglia relativamente benestante, la piccola ditta artigianale ampliò gradatamente il proprio giro di affari, ai quali si aggiunse la gestione di alcuni dei primi cinematografi milanesi. Tutto ciò consentì alla famiglia di raggiungere un certo grado di benessere.
Borghi, compiuti gli studi elementari, entrò verso i dodici, tredici anni come apprendista nel laboratorio paterno, in cui lavoravano anche i fratelli Gaetano (1907-1978) e Giuseppe (1915-1954). All'inizio degli anni Quaranta la ditta dei Borghi, che possedeva una modesta officina elettromeccanica che dava lavoro a circa trenta operai, aveva ormai acquistato una certa notorietà locale.
Ma nell'agosto 1943 i bombardamenti alleati su Milano distrussero quasi completamente il negozio e il laboratorio (secondo un'altra versione l'azienda fu devastata dalla folla il 25 luglio 1943, in odio alle simpatie fasciste di Guido), e la famiglia decise perciò di trasferirsi a Comerio, in provincia di Varese.
Poiché a Guido rimanevano ancora buone risorse finanziarie, egli pensò di iniziare la produzione di fornelli elettrici da cucina, in un primo tempo effettuando solo il montaggio dei vari componenti. Con la collaborazione dei figli, rientrati dopo l'8 settembre dal servizio militare, e di un numero molto limitato di operai, riuscì a ottenere un discreto successo di vendite che si incrementò ulteriormente nell'immediato secondo dopoguerra, quando, acquistato da un artigiano milanese il marchio Ignis, la ragione della ditta fu mutata in Officine elettrodomestiche Ignis di Guido Borghi e figli.
Le cucine elettriche Ignis si segnalarono alla Fiera campionaria di Milano del 1946 e a quella di Lione del 1947, mentre, allo scopo di favorirne una distribuzione capillare, furono aperti depositi a Napoli, a Roma e a Conegliano Veneto.
Nel 1949 inoltre i Borghi acquistarono le Smalterie De Luca a Napoli che, sotto la nuova denominazione di Serit, provvidero alla smaltatura dei semilavorati prodotti a Comerio. Proprio in quell'anno tuttavia le misure adottate dal governo italiano per contenere i consumi di energia elettrica ridussero alquanto il mercato dei fornelli elettrici e spinsero i Borghi ad intraprendere la produzione delle cucine a gas. È a questo punto che si rivelò lo spirito innovativo di Giovanni, sino ad allora dedicatosi prevalentemente a mantenere diretti contatti commerciali con i clienti sparsi per l'Italia: immaginando che anche il mercato delle cucine a gas si sarebbe presto saturato, pensò di entrare nel campo dei frigoriferi domestici, allora prodotti in serie in Italia solo dalla FIAT.
In tale prospettiva, tra il 1950 e il 1951, rilevò i brevetti della Isothermos, una fabbrica milanese di apparecchi ad assorbimento, costituì la SIRI (Industria refrigeranti Ignis) e iniziò a Gavirate la fabbricazione di frigoriferi ad assorbimento (elettrici o a gas o a petrolio). Questo tipo di apparecchi presentava però vari inconvenienti, come un alto costo di produzione, un forte ingombro dei mobile e una limitata capacità interna. Nel 1953 passò allora alla produzione di frigoriferi a compressore (un sistema di raffreddamento ancora poco diffuso), dopo aver concluso un accordo con la società danese Danfoss (licenziataria della casa statunitense Tecumseh), che fornì i gruppi refrigeranti completi di evaporatori e condensatori.
"Era una scelta - scrive C. Pillon - che avrebbe permesso… di raggiungere due risultati: aumentare la capacità dei frigoriferi (da 90 a 180 litri), mantenendone limitato l'ingombro, e di ridurre i costi di produzione".
Il nuovo frigorifero incontrò subito un grande successo e l'azienda cominciò a crescere rapidamente: nel 1954 fu inaugurato il nuovo stabilimento di Comerio (dotato di un grandioso impianto di smaltatura a fuoco continuo, progettato dalla Bayer di Leverkusen), mentre i dipendenti, che nel 1943 erano solo cinque, salirono a circa duemila. Il principale obiettivo di Borghi rimaneva comunque quello di sganciarsi dalla dipendenza della società danese e produrre in proprio tutti i componenti dei frigoriferi, obiettivo che fu raggiunto nel 1960 attraverso la creazione di una fitta rete di società collaterali addette alle varie fasi della lavorazione e che rifornivano il nuovo stabilimento di Cassinetta di Biandronno.
Nel frattempo Giovanni si avviava a diventare l'unico e incontrastato dominatore della Ignis: morti il fratello Giuseppe nel 1954 e il padre nel 1957, nel 1963 il fratello Gaetano si separò dall'azienda di famiglia e si mise per proprio conto, pur continuando a mantenere rapporti d'affari con la società di Comerio.
Sempre alla ricerca di soluzioni tecniche innovative e che riducessero i costi di produzione e di conseguenza i prezzi di vendita, nel 1963-64 Borghi applicò in grande serie, primo nel mondo, il sistema sperimentale statunitense dell'isolamento termico per mezzo di una struttura portante di poliuretano espanso.
A differenza della tradizionale lana di vetro, il poliuretano richiedeva solo un sottile rivestimento, permettendo di ridurre ulteriormente le dimensioni, ma non il litraggio, dei frigoriferi. Per quanto riguarda l'aspetto estetico, aggiunse poi al classico colore bianco di quegli elettrodomestici una vasta gamma cromatica ottenuta con l'applicazione di speciali pannelli plastici. Ma il buon mercato fu la principale caratteristica dei prodotti della casa di Comerio: la Ignis infatti fu "la prima azienda a ridurre i prezzi di vendita dei frigoriferi dalle mille lire per ogni litro di capacità - che era la quotazione all'inizio degli anni cinquanta - fino a 300 lire al litro, cioè a meno di un terzo" (Pillon).
Borghi divenne così il più grande industriale di frigoriferi d'Europa e uno dei più importanti del mondo: a metà degli anni Sessanta l'Ignis, con un fatturato di circa quaranta miliardi annui, disponeva di tre stabilimenti in Italia e di una cinquantina di filiali, anche all'estero (e precisamente in Germania, Spagna, Francia e Olanda), per un totale di 7.000 dipendenti. Con una capacità produttiva di 8.000 frigoriferi al giorno, copriva il 40% della produzione nazionale e aveva dato l'avvio a un'imponente esportazione in tutti i paesi del mondo (si trattava di circa duecentocinquantamila unità annue, pari a un terzo della produzione).
La straordinaria vicenda imprenditoriale della Ignis nascondeva tuttavia due seri elementi di debolezza. Da un lato la personalità prorompente e accentratrice di Borghi aveva impedito il formarsi di una struttura direttiva d'impresa organica e competente, dall'altro proprio il carattere familiare e "chiuso" dell'azienda rendeva spinoso il problema dei grandiosi mezzi finanziari necessari per la gestione e per l'avanzamento di un'impresa che aveva raggiunto così ragguardevoli dimensioni.
Mentre l'autofinanziamento era ormai insufficiente, gravoso sarebbe stato un sistematico ricorso agli istituti di finanziamento industriale. Allora Borghi, alla ricerca di un consistente apporto di denaro fresco, nel 1969 si accordò con il gruppo olandese Philips, che già da tempo era tra i distributori dei prodotti Ignis. Fu così fondata la IRE (Industrie riunite di elettrodomestici), con un capitale sociale di 25 miliardi di lire, di cui 12 e mezzo versati dalla Philips. L'IRE si occupava della gestione della parte industriale, mentre la rete di vendita rimase in mano a Borghi, che trasformò la Ignis in società commerciale.
In realtà la nuova combinazione societaria non diede i frutti sperati da Borghi, che anzi si trovò spesso in aspro contrasto con i soci olandesi. E del resto si era ormai verificata in Europa una netta inversione di tendenza nel mercato dei frigoriferì, poiché esisteva una stridente divergenza tra la capacità produttiva degli impianti e le possibilità di assorbimento del mercato.
L'insorgere del fenomeno della sovraproduzione si riflesse soprattutto nei deludenti risultati di bilancio ottenuti dalla IRE nei suoi primi anni di vita. Cosicché i pur rilevanti investimenti che vennero effettuati in quel periodo si risolsero in una crescente esposizione debitoria della società. Per cercare di risolvere la crisi Borghi pensò dapprima di unificare la sezione commerciale Ignis con quella industriale IRE, onde evitare il peso della doppia fatturazione; poi parve propendere ad accettare una partecipazione di minoranza nel gruppo in cambio di un nuovo apporto finanziario, della Philips, che dal canto suo si offriva anche di rilevare completamente il pacchetto azionario in mano a Borghi; infine si indirizzò, consenziente la società olandese, a riscattare per 7 miliardi la quota del socio, ritornando così unico proprietario. Riteneva infatti (con una di quelle intuizioni preveggenti che gli erano proprie) che il mercato degli elettrodomestici "del freddo" avrebbe ricevuto nuovo slancio dalla vendita alle famiglie dei congelatori (freezer). Borghi tuttavia non riuscì a trovare adeguati finanziamenti a sostegno del suo progetto, ed anzi l'impresa subì, nella sua struttura direttiva, un duro colpo con il passaggio alla maggiore concorrente, la Zanussi, di V. Ponti, "l'unico collaboratore dotato di una vera personalità manageriale che sia emerso alla Ignis in quasi trent'anni di schiacciante dittatura dell'egocentrico imprenditore varesino" (Pillon). Abbandonato dal suo più stretto e competente collaboratore (fatto grave anche perché il figlio Guido non mostrava doti imprenditoriali pari a quelle del padre) e snobbato dai più potenti gruppi finanziari, per giunta in cattivo stato di salute, Borghi fu perciò costretto nel 1972 a cedere tutta la sua quota alla Philips, che ottenne pertanto il controllo assoluto dell'IRE e dell'Ignis.
Infaticabile, Borghi non si ritirò tuttavia completamente dagli affari: si dedicò alla produzione di macchine distributrici a gettone di bibite e soprattutto si occupò attivamente della società Emerson, di cui aveva acquisito il controllo negli anni Sessanta. Si procurò tecnici altamente qualificati e fece produrre dalla Emerson un nuovo tipo di televisore a colori; ma fu la sua ultima impresa perché la morte lo colse a Comerio il 25 sett. 1975.
Sebbene solo successivi studi, approfonditi e analitici, possano sceverare il "mito" dalla realtà, liberando la vicenda personale ed economica di Borghi da agiografle o semplificazioni, è certo che la sua figura è emblematica del "nuovo imprenditore" diffusosi in Italia negli anni del cosiddetto miracolo economico: ex artigiano, la voce roca, l'uso costante del dialetto milanese, le maniere sbrigative e poco attente al galateo, la continua sottolineatura che ogni cosa e ogni essere umano hanno un loro prezzo, la scarsa cultura scolastica (anche se ottenne nel 1966 la laurea honoris causa in ingegneria), sono tutti elementi che lo hanno reso un simbolo vivente della nuova Italia industriale del dopoguerra, un'Italia astuta, aggressiva, dinamica e consumistica. Borghi ha contribuito inoltre a diffondere una diversa immagine di ricco borghese, non più chiuso nel suo ambiente esclusivo e quasi irrangiungibile e sconosciuto a livello popolare, ma un borghese attento a instaurare, attraverso un abile uso dei mezzi di comunicazione di massa, un rapporto diretto con il pubblico: tutto questo egli conseguì adottando - e anche in ciò si rivelò "pioniere" - il sistema della sponsorizzazione di squadre sportive, che talora comprendevano autentici campioni, nelle discipline del pugilato, dei ciclismo, della pallacanestro e del calcio. Sebbene vi sia stato chi ha criticato il suo eccessivo esborso di danaro per queste sponsorizzazioni, è indubbio che l'abbinamento fra Ignis e squadre sportive costitui un formidabile veicolo pubblicitario, nonché un'intelligente operazione per rendere gradevole e simpatica l'immagine di un'impresa (che, va sottolineato, produceva principalmente frigoriferi, oggetti in sé non particolarmente attraenti) e di chi la dirigeva.
Molto tradizionale era invece Borghi per quanto riguarda i rapporti con la forza-lavoro, improntati a un ruvido e patriarcale paternalismo, tipico dell'ex operaio divenuto datore di lavoro. E sempre da tale atteggiamento sembra derivare il suo sostanziale rifiuto di una normale e corretta dialettica sindacale. Egli era del resto convinto di essere il solo a potere interpretare e, quando era il caso, soddisfare i veri bisogni e gli interessi dei suoi dipendenti. Anche se alcune sue iniziative di stampo apparentemente paternalistico (come il provvedimento di alloggiare a Comerio in decorosi convitti gruppi di giovani operai meridionali, da rimandare nella fabbrica di Napoli dopo avere ricevuto a cura della Ignis un'appropriata istruzione professionale) indicano quanto il suo "spontaneismo" e la sua "impulsività", caratteristiche costanti della figura imprenditoriale del Borghi, rispondessero in fin dei conti a criteri oggettivi di razionalità economica. Probabilmente il B. era molto meno naïf di quanto appariva e, soprattutto, di quanto teneva ad apparire.
Fonti e Bibl.: V. Notarnicola, G. B., Milano 1966; A. Pigna, Miliardari in borghese, Milano 1966, pp. 81-90; Lui, chi è?, Torino s. a. [1969], I, p. 216; Il Chi è? nella vita economica, Milano 1972, p. 92; C. Pilion, Perché è tramontato l'astro di G. B., in Affari economici, 21 maggio 1972, pp.24-26; G. Nascimbeni, B., pioniere da West fra i consumi, e A. Colussi, Da Porta Volta a Carosello, in Corriere della sera, 26 sett. 1975; G. Tanzi, I primi passi della Ignis, in Varese. Vicende e protagonisti, a cura di S. Colombo, III, Bologna 1977, pp. 211 -215; Ignis, in Grande Dizionario enciclopedico UTET…, Appendice 1979, Torino 1979, p. 379.
La nascita della Ignis
1943. Nell'agosto Guido Borghi, con i figli Gaetano, Giovanni e Giuseppe, inizia a Comerio la produzione di fornelli elettrici con piastre estraibili.
1944. Viene depositato a nome Guido Borghi il primo brevetto. Nasce il nome Ignis.
1945. Terminata la guerra, si pone il problema dell'organizzazione commerciale; si stipulano con cinque agenti i primi contratti di rappresentanza. Con la produzione aumentano i dipendenti. In Brasile Miguel Etchenique fonda la Companhia Distribuidora.
1946. Inizia la produzione in serie del ferro da stiro. In autunno la Ignis partecipa alla prima Fiera Campionaria di Milano del dopoguerra. Compaiono i primi volantini pubblicitari.
1947. Inizia la produzione in serie di una cucina elettrica di tipo economico a tre piastre con forno. La ditta partecipa per la prima volta a una Fiera estera, a Lione.
1948. La Ignis lancia una nuova serie di piccole cucine elettriche che possono essere appese o incassate. L'attività commerciale in Italia si estende. Si effettua il primo studio sulle cucine e i fornelli a gas liquido.
1949. Pochi giorni prima della Fiera di Milano si producono i primi esemplari di fornelli a gas liquido. Sono fornelli a due e tre fuochi, con coperchio ribaltabile e unica griglia di ghisa. L'inizio dell'espansione – la produzione dei primi frigoriferi.
1950. Si producono le prime cucine miste gas-elettricità. La Ignis inizia la produzione e la vendita degli scaldabagni ad accumulazione. Il 1º novembre si costituisce la SIRI, Società Industriale Refrigeranti Ignis S.p.a, con sede e stabilimento a Gavirate.
1951. Dall'officina di Gavirate escono i primi frigoriferi ad assorbimento, costruiti con brevetti di proprietà della Società.
1952. Si assesta la produzione di frigoriferi ad assorbimento. Prosegue la produzione di apparecchiature a gas e appaiono le prime stufe a gas liquido. A Comerio cominciano i lavori per la costruzione di una nuova fabbrica.
1953. Si costruisce il frigorifero funzionante a motocompressore con capacità 180 litri; una svolta decisiva per Ignis.
1954. Si diffondono i frigoriferi a compressore e si estende la rete delle filiali: Bologna, Brescia, Bari, Genova, Verona, Cosenza, Catania e Palermo. Si lancia con successo lo slogan pubblicitario "Ignis frigoriferi d'Italia".
1956. A Guido Borghi è conferita l'Onorificenza di Commendatore al merito della Repubblica. L'espansione verso i mercati esteri acquista maggior forma e consistenza.
1957. Dopo una vita dedicata al lavoro, il 19 gennaio muore Guido Borghi. Al figlio Giovanni va il compito di presiedere l'azienda.
1959. Inaugurazione delle filiali a Firenze e Conegliano Veneto; prende forma il servizio assistenza per i prodotti.
Nuove sperimentazioni – la lavatrice superautomatica
1960. Inizia l'espansione in Portogallo, Perù e Usa. Si costituisce a Parigi la IGNIS-France s.r.l.
1961. La Ignis riceve il Mercurio d'oro, quale alto riconoscimento per le affermazioni commerciali. Il Presidente della Repubblica nomina Giovanni Borghi Cavaliere del Lavoro.
1962 Si sperimenta la produzione della lavatrice superautomatica con carica dall'alto. Cominciano gli studi per la lavastoviglie.
1964. La Ignis Sud inizia la produzione in serie delle lavatrici "Lusso" e "Spaziale". Si susseguono le visite di personaggi illustri, tra cui Frits Philips, presidente dell'omonima industria.
1965. Il 25 ottobre il Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, visita gli stabilimenti di Cassinetta. Si costituisce a New York la IGNIS USA Corporation.
1966. Il prefetto di Varese inaugura la nuova fonderia Fonter S.p.A., voluta e realizzata per rendere sempre più autonoma la società. Si inaugura a Milano in Galleria Vittorio Emanuele la mostra permanente dell'elettrodomestico Ignis.
L'arrivo della Philips e la creazione di una nuova società
1967. Il 3 aprile, il Presidente del Consiglio Aldo Moro inaugura a Siena il nuovo stabilimento. La Ignis crea il "Progetto Sirio", una rivoluzione tecnologica nella costruzione di frigoriferi a freddo umido. Nasce il "Side-by-Side", con tecnologia "no frost", l'azienda è prima in Italia a produrli.
1968. Elisha Gray II Research and Engineering center è completato a Benton Harbor, Michigan, dando alla Whirlpool Corporation una struttura più grande e completa per la ricerca applicata nel settore elettrodomestico.
1969. Giovanni Borghi ha un colloquio con Giulio Andreotti nell'imminenza della cessione del 50% dell'azienda alla Philips. La Philips sbarca a Comerio, sottoscrivendo metà del capitale della nuova società chiamata IRE.
La fine dell'era Borghi – una multinazionale
1970. Con la joint venture Ignis-Philips entra in crisi il modello familiare/paternalistico tipico degli anni della crescita aziendale. Nel management aziendale entrano figure professionali nuove, provenienti da aziende organizzate secondo canoni più moderni, per ricoprire ruoli nel campo della gestione delle risorse umane, dell'organizzazione del lavoro, dell'amministrazione.
1972. Si susseguono incontri e assemblee sul fronte delle trattative con la Philips. Si sigla l'accordo per il passaggio del pacchetto di maggioranza di IRE a Philips. Iniziano massicci interventi di formazione manageriale per raccordare i sistemi di gestione di un'impresa fortemente padronale, con quelli di una multinazionale professionalmente sofisticata.
1973. La nuova organizzazione aziendale prevede che Comerio diventi la sede della Divisione Grandi Elettrodomestici, la prima Divisione di Philips con sede fuori dall'Olanda. Questo comporta l'arrivo di parecchi manager olandesi e l'accelerazione del cambio di mentalità. Il 31 dicembre avviene la cessione totale della Ignis alla Philips; l'atto ha effetto dal 1º gennaio 1974.
1974. All'inizio dell'anno negli accordi aziendali è prevista la realizzazione di un nuovo stabilimento a Napoli, ma già in autunno le condizioni per la realizzazione si indeboliscono. Iniziano lunghe e difficili trattative sindacali che si protraggono per oltre quattro anni concludendosi con la ristrutturazione dello stabilimento esistente.
1975. Giovanni Borghi muore all'alba del 25 settembre.
1975-1977. Il surplus di personale è gestito attraverso riallocazioni di produzione tra le fabbriche, ricorso alla Cassa integrazione guadagni e accompagnamento alla pensione; la consistenza numerica del personale regredisce lentamente senza grossi traumi sociali. Nei reparti industriali si effettuano massicci investimenti in campo tecnologico sostituendo i vecchi impianti.
1978. Con il progetto Apollo, si rivoluziona il concetto di struttura del frigorifero: la capacità è di 280 litri.
1981. Su alcuni frigoriferi di tecnologia Apollo si introduce la tecnologia "no frost". Ad Amiens (Francia) si avvia l'ambizioso progetto T12, che rivoluzionerà la fabbrica e la competitività delle lavatrici a carica dall'alto. La nuova macchina è la prima ad utilizzare una vasca di materiale plastico e a richiedere meno di due ore di lavoro.
Philips – Whirlpool, il dual branding – una nuova joint venture
1983 – 1984. Viene studiata e realizzata l'acquisizione di Bauknecht.
1985. Siglata una lettera di intenti per procedere all'esplorazione di una possibile joint venture, aperta ad altri sviluppi, tra Philips, per la sua Divisione Grandi Elettrodomestici, e Whirlpool. Il periodo è segnato da cambiamenti strategici per le multinazionali. Quelle multi business, come Philips, si rifocalizzano sul loro core business, e gli elettrodomestici non sono tra questi. Una tipica azienda statunitense mono business come Whirlpool, invece, pur restando sul core-business, sceglie di diversificarsi geograficamente.
1988. Firma dell'accordo di cessione del business europeo degli elettrodomestici di Philips a Whirlpool.
1989. Debutta la joint venture e sul mercato arrivano prodotti con il dual branding "Philips –Whirlpool".
L'espansione di Whirlpool
1990. A giugno prima conferenza "fondativa" che vede i leader americani ed europei per costruire le premesse di una comune visione aziendale (One Company, One Vision): Every Home, Everywhere, with Pride, Passion and Performance.
1991 – 1997. Whirlpool crea joint venture in Slovacchia, Sud America, Asia, apre filiali di vendita nell'Europa dell'Est. Whirlpool diventa un marchio indipendente in Europa. Le affiliate brasiliane Consul e Brastemp si fondono per formare la Multibras S.A. Electrodomesticos. Whirlpool Europa acquisisce da Gentrade la produzione e la distribuzione in Sud Africa. Whirlpool Corporation intreccia una collaborazione strategica con Transamerica Corporation attraverso la vendita di Whirlpool Financial Corporation.
Nuove frontiere, nuovi progetti
1998. Whirlpool commissiona una nuova fabbrica di frigoriferi no-frost a Pune in India. In Europa l'azienda crea una partnership per diventare fornitore dei principali elettrodomestici di Ikea.
1999. Il nuovo Brand "Value Creation Strategy" diventa il caposaldo per una più profonda attenzione rivolta al consumatore.
2000. "Habitat for Humanity International", un'organizzazione no-profit globale, riconosce l'impegno della Whirlpool Corporation quale maggiore azienda donatrice del progetto "More than houses: Rebuilding our Communities".
2001. Nel 90º anniversario di Whirlpool corporation, Whirlpool Europa si allea con Bosch, Siemens ed Electrolux Europa per formare una "tradeplace".
2002. Whirlpool Corporation completa l'acquisizione di quote Brand di Polar S.A., leader in Polonia nella produzione di elettrodomestici. Whirlpool vince il "National Design Award" per lo sviluppo dell'industria.
2003. Whirlpool Europa è nominata da Euronics "fornitrice di elettrodomestici dell'anno". Inaugurazione nuova fabbrica Side-by-Side a Cassinetta.
2004. Jeff Fettig succede a David R. Whitwam come direttore generale di Whirlpool Corporation. Whirlpool Europa introduce la nuova promessa del marchio Whirlpool: "sensing the difference" e Brauknecht's "Live Today". Whirlpool Europa lancia la sezione europea della sua collaborazione globale con "Habitat for Humanity". Whirlpool Europa introduce "In Kitchen", un progetto di design immaginario, sul futuro degli elettrodomestici da cucina.
2005. Whirlpool Europa apre la sua fabbrica dedicata agli elettrodomestici da cucina nel già esistente sito di Breslavia, in Polonia. Whirlpool Europa è selezionata come "Focus Supplier" da DSG, il maggior rivenditore europeo di elettrodomestici.
Whirlpool corporation
2006. Whirlpool Corporation completa l'acquisizione di Maytag Corporation; Whirlpool Europa ottiene un finanziamento pubblico dal governo italiano nell'ambito del programma "Industria 2015" per il progetto di "cucina verde".
2007. Il marchio Whirlpool in Italia è insignito del Key Award per la miglior campagna pubblicitaria alla 38ª edizione della competizione del gruppo editoriale Media Key per la pubblicità "Sensing Nature" nella categoria "stile di vita familiare".
2008. Inaugurazione dell'impianto di cogenerazione a Cassinetta.
2009. Whirlpool Corporation è nominata "One of Fortune".
2010. Whirlpool Europe Region cambia il proprio nome in Whirlpool Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA). Inaugurazione del nuovo reparto piani cottura a Cassinetta.
2011. Whirlpool Corporation celebra il suo 100º anniversario.
Eugenio Caruso - 24 febbraio 2017