GRANDI PERSONAGGI STORICI
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Tutanchamon
In questa sezione ho illustrato la vita di grandi personaggi del passato, allo scopo di tratteggiare le caratteristiche e i valori che hanno portato questi personaggi al successo. Da ciascuna sfumatura dei comportamenti di questi ciascuno di noi può trarre insegnamenti, stimoli, coraggio, intuizioni, entusiasmo per intraprendere un percorso che possa condurre al successo personale o della propria impresa.
Tutanchamon non fu un grande personaggio, ma lo inserisco in questa schiera perchè rappresenta il punto di raccordo tra due grandi faraoni Akhenaton e Ramsete II e perchè la sua è l'unica tomba di un faraone trovata intatta e quindi in grado di fornirci una grande mole di informaziomni; possiamo dire che fu più importante da morto che da vivo.
Dodicesimo re della XVIII dinastia, facente parte del cosiddetto Nuovo Regno, è anche noto come “il faraone fanciullo” essendo assurto al trono in giovanissima età, tra i nove e i dieci anni.
Precedentemente all'assunzione del trono, durante il periodo dell’Eresia Amarniana, ed antecedentemente alla restaurazione degli dei e del culto di Amon, dovuti allo stesso Tutankhamon, la parte teofora del nome faceva riferimento al dio Aton ed era, pertanto, Tutankhaton.
Lo scrittore romano, di origine ebraica, Flavio Giuseppe, in una epitome greca della sua opera, che compendia le Antichità, riporta i nominativi di alcuni re egiziani tratti dall'Aigyptiaká di Manetone. Tra questi è possibile ipotizzare che Tutankhamon sia individuabile in Rahotis che regnò 9 anni. Lo stesso re può essere individuato nel Rathos dell’elenco, sempre derivante da Manetone, di Sesto Giulio Africano.
Da frammenti parietali provenienti dal Palazzo Nord di Amarna (l’antica Akhetaton), rinvenuti nel 1930 dalla Egypt Exploration Society, sembrerebbe evincersi che all'atto dell'assunzione del trono da parte del giovane re, Nefertiti fosse ancora viva giacché i due figurano a bordo di un carro guidato dalla regina con accanto il piccolo Tutankhamon che, tuttavia, già indossa la corona reale. Pur non essendo iscritti i nominativi dei due personaggi, la regina è riconoscibile per il particolare copricapo a lei solito e rappresentato nel suo busto più famoso, oggi al Pergamonmuseum di Berlino. In altre iscrizioni dallo stesso Palazzo, però, il giovane re viene indicato ancora con il nome diTutankhaton, anche se contestualmente compare il nome Tutankhamon; quest’ultimo, tuttavia, appartiene a una titolatura incompleta giacché mancano il Nome di Horus e il titolo Le Due Signore, né è ipotizzabile (per posizione o ampiezza del testo) un’abrasione o cancellatura; se ne desume che per i primi anni di regno, Tutankhamon abbia avuto una titolatura monca, completata poi solo successivamente a seguito del trasferimento della Corte da Akhetaton a Tebe. Ritengono alcuni studiosi, da testimonianze indirette, che il re abbia perciò partecipato a tre distinte cerimonie di incoronazione:
- la prima ad Akhetaton, nell'immediatezza della successione al predecessore, con il nome di Tutankhaton e la titolatura ancora incompleta (il che giustificherebbe la presenza di Nefertiti nel rilievo sopra menzionato quale garante della titolarietà alla successione);
- una seconda (forse) a Menfi, ove la Corte si trasferì intorno all'anno 4° di regno, nel corso della quale venne confermato il nome legato al dio Aton, ovvero Tutankhaton;
- una terza a Tebe (questa con valore eminentemente religioso), ovvero nel tempio di Karnak dedicato ad Amon, lontano dalla città eretica di Akhetaton e questa volta con l’assegnazione della titolatura completa e il nome di Tutankhamon.
Le tre cerimonie distinte troverebbero ragion d'essere nella volontà, posta in essere dal Consiglio di reggenza cui Tutankhamon era sottoposto a causa della giovanissima età, di preparare gradatamente il ritorno alle antiche consuetudini politico-religiose, mutate con l'Eresia Amarniana, senza drastici cambi che sarebbero potuti essere causa anche di una guerra civile.
Biografia
Alla morte di Akhenaton sale al trono Smenkhara, re di cui si hanno labili e scarse tracce, il cui regno autonomo dura, molto verosimilmente, meno di un anno. Un'ipotesi vuole tuttavia, che sia da individuarsi una possibile coreggenza tra Akhenaton e Smenkhara, ma non tra il secondo e Tutankhamon.
Alla scomparsa di Smenkhara, essendo ancora vigente il culto atoniano, salì al trono il giovanissimo Tut-ankh-aton di 9 o 10 anni. Annosa la questione della genealogia del giovane re: si ipotizzò che fosse figlio di Amenhotep IV e della regina Tye, e quindi fratello di Akhenaton, ma anche che potesse essere figlio di Akhenaton e Nefertiti o del re e di una regina minore, Kiya, o ancora di Akhenaton e della propria figlia Maketaton. In tal senso sarebbe interpretabile una scena di compianto funebre in una delle sepolture predisposte ad Akhetaton (oggi purtroppo quasi “illeggibile”) per la famiglia reale e forse destinata a Maketaton. In tale scena infatti, dinanzi al catafalco funebre su cui giace un corpo femminile, sono riconoscibili le figure di Akhenaton e Nefertiti (quest'ultima identificabile per l'alto cappello a cono rovesciato); Akhenaton, in palese costernazione, stringe il polso di Nefertiti quasi cercandone conforto. Accanto ai due personaggi un terzo, evidentemente una balia, regge tra le braccia un bambino ed è affiancata da un portatore di flabello, quasi a voler simboleggiare il livello regale del neonato. Si ipotizza, pertanto, che il fanciullo possa essere Tutankhamon e che la defunta possa esserne la madre, morta per parto, individuabile in Maketaton o Kiya. La balia Maia ebbe presumibilmente un ruolo importante nell'infanzia di Tutankhamon: nella raffinata tomba di questa donna, scoperta nel 1996 a Saqqara, esistono infatti bassorilievi raffiguranti Tutankhamon, già faraone, affettuosamente seduto sulle gambe di Maia che lo accudisce. Giova ricordare che nell'Antico Egitto, il flabello era agitato per rinfrescare il Faraone, per tener lontano gli insetti o per proteggerlo dai cocenti raggi solari come parasole. Simbolo esteriore del dio-re, il flabello assunse a sua volta significato divino in quanto emblema dell'ombra, una delle componenti dell'essere umano ed erano raffigurati in associazione con l'uccello Ba. Nell'iconografia funebre egizia, il flabello simboleggiava il soffio generatore di vita per il defunto e l'aria per poter respirare nell'oltretomba.
Nell'anno 1° o 2° di regno, Tutankhaton, di anni 8-9, sposò Ankhesepaaton, ovvero Che lei possa vivere per Aton, figlia di Akhenaton, che di anni doveva averne 12-13 essendo nata intorno all'anno 5° o 6° del regno paterno. In un'immagine che li ritrae insieme, ciascuno dei due indossa un solo sandalo, per indicare che i due si ameranno in ricchezza (rappresentata dal fatto di avere il sandalo) e in povertà (i poveri non avevano le scarpe): un modo romantico per dire che si sarebbero amati per sempre. Nell'imminenza del trasferimento della Corte a Menfi, o immediatamente dopo, i due modificano i propri nomi rispettivamente in Tutankhamon e Ankhesenamon; il re, inoltre, aggiunse alle titolature classiche anche l'epiteto Sovrano di On del sud, con riferimento a Tebe, pur non nominandola espressamente. Si ritiene che tale fu una concessione politica alla casta sacerdotale di Amon a Karnak giacché veniva riconosciuta, sia pur in maniera non esplicita, la preminenza di Tebe e il rinnovo del suo riconoscimento quale capitale del Paese.
Consiglio di reggenza
Al momento dell'assunzione del trono, data la giovane età e la necessità di procedere, contestualmente, non solo alla "normale" amministrazione dello stato, ma anche alle funzioni religiose e di capo dell'esercito, al giovanissimo re venne affiancato un Consiglio di Reggenza costituito dal Padre Divino Ay, da Maya, sovrintendente reale e poi sovrintendente della necropoli reale tebana, la Valle dei Re, e da Horemheb, comandante dell'esercito. L'ascendente che Horemheb dovette esercitare su Tutankhamon è documentato da un'iscrizione sul pilastro posteriore di una sua statua in veste di faraone, conservata al Museo egizio di Torino, dove ricorda come spettasse a lui calmare il faraone quando andava in collera:
« Il cuore del re fu soddisfatto del Suo lavoro, condividendo le Sue decisioni. Egli lo fece Signore della terra perché mantenesse la legge della terra come Principe ereditario. Egli era unico, senza eguali. Tutti i piani per le Due Terre vennero dalle Sue mani. Tutti concordavano con quanto diceva quando veniva convocato dal re. Ora il Palazzo andò in collera, ed Egli rispose al re. »
Il Paese, inoltre, era ormai debilitato dall'esperienza atoniana vuoi sotto il profilo interno che nei rapporti internazionali; grave si presentava anche la situazione economica, era inoltre politicamente necessario rompere con il passato regime voluto da Akhenaton e, poco dopo la salita al trono del nuovo sovrano, l'intera corte abbandonò la capitale Akhetaton per spostarsi prima a Menfi e poi a Tebe. Fu così che la cerimonia di incoronazione, già svoltasi ad Akhetaton sotto il patrocinio del dio Aton, venne ripetuta a Karnak, questa volta sotto l'egida di Amon.
In tale quadro di incertezza politico-religiosa, si inquadra, perciò, la produzione, nell'anno 6° di regno, della Stele della restaurazione da intendersi, oltre che come dichiarazione di ritorno agli antichi culti, anche, e specialmente, come azione pubblica, in qualche modo risarcitoria, proprio per il clero di Amon. L'idea di fondo di limitare, tuttavia, il potere di Amon, e del suo clero, restò al punto che può essere interessante notare che in tutte le iscrizioni di tale periodo in cui compare il nome dei dio Amon, questo non viene mai indicato come Amon-Ra-sonter, ovvero Amon-Ra re di tutti gli dei, ma semplicemente come Amon-Ra; analoga idea, ovvero il tentativo di tenere a bada il potere del clero di Karnak, è interpretabile nella presenza quasi costante di una triade di divinità composta da Amon, Ptah e Ra, questi ultimi dei molto più antichi ed importanti, in origine, di Amon. La politica di Akhenaton era riuscita, almeno, a ridurre l'influenza dei sacerdoti Amon.
Genealogia di Tutankhamon
Negli anni tra il 2007 ed il 2009, di pari passo con l'evoluzione scientifica, si è sviluppato il King Tutankhamun Family Project che nel 2010 ha reso noti risultati che hanno rivoluzionato le ipotesi fino ad allora avanzate vuoi sulla genealogia del re, vuoi sulle possibili cause di morte. Il progetto aveva preso in esame undici mummie di cui solo tre con attribuzione certa dalle quali erano stati prelevati campioni ossei per l'estrazione del DNA. Tutte le mummie interessate al progetto, inoltre, furono sottoposte in loco a TAC grazie a un'apparecchiatura mobile.
Un primo accertamento, incentrato sullo stabilire i legami di parentela tra le mummie analizzate, consentì di appurare che:
Yuya e Thuya erano i bisnonni di Tutankhamon;
Amenhotep III e KV35EL erano i nonni;
i corpi di KV55 (Smenkhara?) e di KV35YL erano dei genitori di Tutankhamon;
i feti rinvenuti nella KV62 erano figli di Tutankhamon e di KV21A (ma su tale legame non vi fu certezza).
Patologie
Altri accertamenti riguardarono le patologie sofferte e le possibili cause di morte. Per appurare se il corpo di KV55 fosse identificabile per quello di Akhenaton, piuttosto che di Smenkhara, si fece riferimento alla statuaria nota di tale re ed a quella di Tutankhamon considerando che i due personaggi presentano entrambi, più apprezzabile in Akhenaton, ma presente sia pur in misura inferiore in Tutankhamon, caratteri di ginecomastia compatibili con apparenza effeminata interpretabile come Sindrome di Marfan. L'esame delle mummie di Tutankhamon e di KV55, in tal senso, vennero rese difficoltose dall'assenza, in entrambi, di un torace verificabile così come scarsamente verificabili si presentarono le ossa del bacino, quasi assenti in Tutankhamon e notevolmente frammentate in KV55. Una ricostruzione di queste ultime eseguita grazie alla TAC, tuttavia, non fornì dati compatibili con tratti femminei. Altro fattore investigato, pure sintomatico della Sindrome di Marfan, fu la presenza di dolicocefalia, ma per entrambe le mummie l'esito fu negativo ed anzi, al contrario, furono rilevati caratteri di brachicefalia. La mancanza di altri segni tipici della Sindrome, in assenza di altre prove desumibili dai resti, si escluse con quasi certezza che i due corpi presi in esame ne fossero stati affetti.
Particolare interesse venne posto nell'esame della mummia di Tutankhamon per appurarne eventuali patologie e le possibili cause di morte. Il corpo venne sottoposto anche a radiografie appurando che non esistevano malformazioni o danni traumatici a carico del capo e del tronco mentre esisteva una frattura, non completamente rinsaldata, a carico della gamba sinistra; un esame dei piedi consentì inoltre di appurare che il piede destro presentava caratteristiche compatibili con una possibile deformità attribuibile ad equinismo, nonché necrosi di alcuni tessuti che erano mancanti; il piede sinistro, a sua volta, presentava il secondo e terzo dito in abduzione; il secondo dito era, inoltre, più corto poiché mancante della falange media (oligodattilia/ipofalangismo). La diagnosi che ne derivò fu di "necrosi ossea asettica e precoce al secondo e terzo metatarso del piede sinistro" (Malattia di Kohler) di certo ancora in corso all'atto della morte; una tal condizione protrattasi nel tempo, unitamente al piede equino a destra, causava di certo una non corretta distribuzione del peso corporeo, e conseguente difficoltà alla deambulazione, che poteva solo in parte essere corretta dall'uso di un bastone. Tale diagnosi ben si concilierebbe, peraltro, con l'alto numero di bastoni da passeggio (in numero di circa 130) rinvenuti all'interno della KV62, tutti recanti evidenti tracce di usura. La disabilità, inoltre, potrebbe essere confermata anche da alcuni reperti della tomba di Tutankhamon là ove, per l'espletamento di particolari attività da svolgersi tipicamente in piedi, come la caccia, il re viene invece rappresentato seduto.
Ulteriore scoperta derivò dall'esame del DNA plasmodiale che consentì di rilevare che almeno quattro dei personaggi sottoposti agli accertamenti erano stati colpiti da Plasmodium falciparum, responsabile della malaria tropica, una delle forme più gravi della malattia. Non fu tuttavia possibile stabilire l'epoca dell'infezione o se essa fosse causa della morte di qualcuno dei soggetti analizzati anche se, nel caso di Tutankhamon e di Yuya, si presentavano infezioni multiple, da più ceppi virali.
Causa di morte
Il resoconto finale, sulle attività cliniche attinenti Tutankhamon, traccia un quadro complessivo decisamente critico: il re soffriva di piede equino, aveva malformazioni anche al piede sinistro, soffriva di Malattia di Kohler e benché di giovanissima età, era tuttavia alquanto fragile e necessitava di bastoni per camminare a causa anche delle ossa necrotiche e della frattura alla gamba sinistra; alcuni di tali disturbi, tra loro sommati, potrebbero essere stati responsabili di infiammazioni cumulative e immuno-soppressive in un soggetto, perciò, debilitato ed in cui una infezione malarica potrebbe essere stata fatale. Non è stato perciò possibile una diagnosi univoca della causa di morte, ma solo ipotesi di concause.
L'attività edilizia
Il regno di Tutankhamon durò relativamente poco e non gli fu possibile perciò sviluppare un programma edilizio complesso. Tutte le rilevanze che possediamo in tal senso provengono dei templi di Karnak e Luxor. La "restaurazione" del potere di Amon, e del suo clero, venne, infatti, celebrata dalla Stele della Restaurazione mentre i complessi templari di Karnak vennero abbelliti e resi ancor più ricchi come risulta anche dal testo della stele citata.
A Tutankhamon si deve il viale, fiancheggiato da sfingi criocefale, ovvero con il capo d'ariete, che congiunge il recinto templare di Amon (di cui l'ariete è una rappresentazione) con quello della sua sposa divina, Mut. Il desiderio di rendere omaggio al dio spodestato dal suo predecessore, portò alla restaurazione dell'antica Festa di Opet, forse la massima festa popolare dell'antico Egitto, interrotta durante il periodo dell'eresia amarniana, nel corso della quale, onde ricreare la necessaria trinità alla base della religione egizia in genere, il dio Amon e la dea Mut concepivano annualmente il divino figlio Montu il cui recinto templare si trova poco discosto da quello dei genitori.
Un monumento, rappresentante Tutankhamon e la grande sposa reale Ankhesenamon assisi, si trova nel complesso templare di Luxor e venne però usurpato da Ramses II (XIX Dinastia), che fece sostituire i cartigli dei due sposi con quello suo e della regina Nefertari.
La sovrapposizione delle tombe KV9 e KV62
La tomba di Tutankhamon reca la catalogazione KV62 ad indicare che fu la sessantaduesima scoperta nella Valle dei Re. La scoperta del primo gradino dei sedici della scala che avrebbe portato alla tomba vera e propria risale al 4 novembre 1922 ad opera di una missione finanziata da George Herbert, V conte di Carnarvon, capeggiata da Howard Carter. Trattandosi di una tomba pressoché intatta, le operazioni di scavo e svuotamento dei locali si svolsero scientificamente e lentamente tanto che terminarono il 10 novembre 1930.
La tomba si dimostrò essere la più piccola della Valle dei Re, ma anche la più ricca di corredo funebre, e la sua salvaguardia, nel corso dei millenni, si deve al fatto che si trovava ad un livello inferiore rispetto alla tomba KV9 di Ramses VI che aveva regnato oltre 200 anni dopo Tutankhamon; gli operai che, in antichità, avevano proceduto alla realizzazione della tomba successiva avevano infatti costruito le proprie capanne di ricovero sopra l'ingresso della KV62 il che, evidentemente, dimostrava che, già all'epoca, della tomba preesistente si erano perse le tracce.
La mummia del re venne catalogata da Carter con il numero 256 e tutti gli oggetti su tale corpo rinvenuti, in numero di circa 150, vennero catalogati di conseguenza con lettere dell'alfabeto.
Alle mummie dei feti, verosimilmente le figlie di Tutankhamon e della regina Ankhesenamon, pure rinvenute nella medesima tomba, Carter assegnò i numeri di catalogazione 317a(2) e 317b(2).
Nel 2015 l'egittologo inglese Nicholas Reeves, nel corso di operazioni di fotografia ad altissima risoluzione dei locali della tomba di Tutankhamon, ipotizzò che potessero esistere altri locali celati dietro i dipinti della Camera Funeraria e che questi potessero essere, di fatto, la sepoltura di Nefertiti; il 17 marzo 2016 il ministro delle antichità al Cairo, Mamdouh al Damati, ha annunciato che, da esami eseguiti con apposite apparecchiature geo radar, in grado di rilevare spazi vuoti oltre una parete, con il 90% di probabilità, potrebbero effettivamente esistere altre due camere non ancora scoperte.
Con la scoperta della tomba, Lord Carnarvon stipulò un contratto di esclusiva, di tutte le notizie ad essa attinenti, con il quotidiano The Times di Londra. Se da un punto di vista economico questo fu un ottimo affare per rientrare, almeno in parte, delle ingenti spese già sostenute e da sostenere per le operazioni di scavo della tomba, non lo fu sotto il profilo prettamente politico giacché escludeva da ogni informazione non solo la stampa internazionale, ma anche quella locale e, addirittura, lo stesso Governo egiziano. Il Daily Mail, principale antagonista del The Times, nominò suo corrispondente locale Arthur Weigall, egittologo e principale antagonista, a sua volta, di Carter. La decisione, inoltre, diede ulteriori elementi al partito Nazionalista egiziano che scatenò una campagna non solo contro il Governo in carica, ma anche, e specialmente, contro il colonialismo britannico e straniero più in generale.
Un'ulteriore diatriba si scatenò, inoltre, tra Pierre Lacau, successore di Gaston Maspero quale Direttore Generale del Servizio delle Antichità Egizie e lo stesso Carter e, nel febbraio 1924, contestualmente al sollevamento del coperchio del sarcofago di granito, in occasione di una visita programmata agli scavi da parte delle famiglie degli archeologi in essi coinvolte, il neo eletto Ministro dei Lavori Pubblici del partito Nazionalista, Morcos Bey Hanna, fece bloccare l’accesso alla tomba dalla polizia. Carter, per protesta, chiuse la tomba, abbandonò gli scavi lasciando il coperchio di granito del sarcofago precariamente sospeso a funi, e si recò negli Stati Uniti per un ciclo di conferenze.
In tale quadro di incertezza, e fin dall'immediatezza della scoperta, i corrispondenti locali delle case editrici dei quotidiani tagliati fuori dalla possibilità di portare a conoscenza i propri lettori di notizie inerenti la scoperta, vennero pressati perché fornissero informazioni e non esitarono a scrivere articoli basati talvolta su indiscrezioni o completamente false.
Il mito di Tutankhamon non cessa di arricchirsi di nuovi elementi: recentemente è emerso un aspetto, rivelato da una tomba poco conosciuta e appena aperta al pubblico, che umanizza il faraone egizio. Appena nato, Tutankhamon fu a lungo allattato e la balia fu nientemeno che la sorella, la giovane e avvenente Meritaton, figlia di Akhenaton e della splendida Nefertiti. Questo tenero quadretto famigliare è raccontato dalle raffigurazioni, che ornano la tomba di una certa Maya a Saqqara, 15 chilometri sud-ovest del Cairo.
Qui da oltre 20 anni è attiva la missione francese diretta da Alain Zivie, che nel 1996, ha trovato una sepoltura più sontuosa delle altre; inizialmente ritenuta tomba per i gatti sacri del faraone, in realtà si rivelò l’ambiente sepolcrale di una principessa, dato il prestigio della costruzione. E gli esperti ora non hanno alcun dubbio: la principessa in questione ha svolto la funzione, molto femminile e materna, di nutrice; e questo suo compito è stato teneramente affrescato e inciso in più punti della tomba: una funzione quella della balia di vitale importanza nelle società antiche, data la precarietà della salute dei neonati. In particolare un coccio definisce Maya «la migliore dell’harem», titolo che può essere appartenuto solo a una principessa di alto rango, verosimilmente alla figlia di un sovrano. cHI fu dunque Maya? L’analisi stratigrafica e la valutazione attenta degli oggetti e dei disegni, che nella tomba raccontano la sua storia con ricchezza cromatica, ci informano che la giovane visse nella XVIII Dinastia e più precisamente durante il monoteismo di Amarna e che essa terminò la sua vita nel corso del regno di Tutankhamon. Altri particolari si rivelano poi decisivi nell’identificazione di chi fosse Maya: una giovane che le assomiglia moltissimo è raffigurata sia all’interno della tomba di Maketaton (figlia di Akhenaton e Nefertiti) sempre nell’atto di allattare un neonato sia in un’altra tomba a fianco di un personaggio maschile, che ricorda i tratti dell’infante allattato nella tomba di Maya: il giovane in questione è proprio Tutankhamon; la sua somiglianza con ritratti a noi noti del faraone-bambino è straordinaria. La giovane ritratta su queste tombe è con certezza Meritaton, la prima delle sei figlie di Akhenaton e Nefertiti, probabilmente,sorella di Tutankhamon.
Così il cerchio si chiude: Maya è un altro nome di Meritaten: nella tomba di Maketaton e in altri monumenti funebri o religiosi è identificabile con sicurezza. Fu quindi lei a occuparsi con dolce gesto di amore fraterno di svezzare il fratellino appena nato. Comparare i volti di personaggi ritratti in differenti siti è più che legittimo per un’epoca (la XVIII Dinastia), in cui i sovrani e i loro familiari furono rappresentati con grande realismo. Meritaten (Maya) diventa poi più conosciuta grazie alla lettura della sua sepoltura: appare, anche dalle altre raffigurazioni, come spesso presente accanto al padre in importanti cerimonie religiose e politiche e come protagonista di ambitissime feste: è quindi credibile che possa essere stata a un certo punto la Grande Sposa Reale di Akhenaton e dunque al suo fianco nell’esercizio del potere.
La tomba è composta di tre camere più la stanza sepolcrale: il primo ambiente racconta la vita della donna, il secondo i riti di sepoltura e il terzo, il più grande, mostra su quattro pilastri le immagini della balia: doveva quindi essere questa un’attività a cui Maya teneva moltissimo
Eugenio Caruso
27-02-2017