DAVOS e il World Economic Forum 2018

Parte oggi a Davos la 48esima edizione del World Economic Forum: il meeting annuale durerà fino a venerdì e vedrà la partecipazione del gotha politico ed economico mondiale. Oltre 3.000 gli invitati, tra cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump che parteciperà ai lavori giovedì prossimo. Per l'Italia saranno presenti, oltre ai manager e ad altri imprenditori, il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Per una settimana saremmo investiti da una montagna di informazioni e di dati, di cui parleranno tutti i media mondiali. E' pertanto opportuno sapere di che cosa asi tratta.
1) Dov'è Davos?
È una cittadina delle Alpi svizzere, nel Cantone dei Grigioni, molto nota come località sciistica. Nell'Ottocento era famosa per ospitare nosocomi di un certo livello: pare che Thomas Mann, che aveva la moglie lì ricoverata, avesse tratto ispirazione per la sua "Montagna incantata" durante uno dei suoi soggiorni. Generalmente la terza settimana di gennaio Davos ospita il Meeting annuale del World Economic Forum (WEF), un'organizzazione no profit svizzera, che comprende l'èlite imprenditoriale e politica mondiale. I delegati (che devono essere invitati) includono leader politici, dirigenti e il personale senior delle principali compagnie internazionali, compresi gli hedge fund, le banche, la tecnologia e le grandi case farmaceutiche, nonchè i principali studiosi e politici.
Per cinque giorni, questa piccola cittadina di montagna viene presa letteralmente d'assalto e bloccata. Impossibile muoversi senza essere controllati da un corpo permanente di cecchini dell'esercito svizzero (saranno 5.000) con ai piedi scarponi da sci, molti dei quali appostati sui tetti che si affacciano sulle sedi delle conferenze e sugli hotel. La gente del posto dice che è un ottimo momento per sciare in quanto le piste rimangono per la maggior parte inutilizzate. Trovare una stanza d'albergo potrebbe però rivelarsi difficile se non si partecipa al forum.
2) Cos'è l'annual meeting del Wef
Il convegno ha cadenza annuale fin dal 1971. Quell'anno si tenne l'European Management Symposium, una conferenza accademica, economica e di gestione presieduta da Klaus Schwab: professore di origine tedesca dell'Università di Ginevra, che era tornato da un anno ad Harvard e voleva condividere la sua nuova esperienza sui sistemi di gestione degli Stati Uniti. Il primo forum richiamò 450 persone. Nel corso degli anni, è cresciuto. Il forum ha invitato i politici per la prima volta nel 1974 e nel 1976, per poi estendere l'adesione a CEO e dirigenti d'impresa di oltre 1.000 aziende leader nel mondo. La fondazione divenne il World Economic Forum nel 1987. Quest'anno è alla sua 48 esima edizione. Generalmente, si svolge nella terza settimana di gennaio. Quest'anno, dal 22 al 26.
3) Gli invitati
Non è facile per gli amministratori delegati delle principali società del mondo cancellare cinque giorni interi dalle loro agende; alcuni restano solo un giorno o due. Tuttavia, il primo "Davos" si tenne in tempi meno 'frenetici' rispetto a oggi e durò ben due settimane. Partiamo dai monarchi: il re Filippo del Belgio e sua moglie, la regina Mathilde, e il principe ereditario norvegese Haakon e la principessa Mette-Marit sono sulla lista degli ospiti. I re Abdullah II di Giordania e la regina Rania sono clienti abituali di Davos. La regina Massima dei Paesi Bassi presta il suo imprimatur reale e funge anche da avvocato speciale dell'Unità per la finanza inclusiva. Tra i politici, oltre Trump, quest'anno ci sono il primo inistro britannico Theresa May, il presidente afgano Mohammad Ashraf Ghani, il presidente ucraino Petro Poroshenko, il presidente della Columbia, Juan Manuel Santos, il primo ministro pakistano, Muhammad Nawaz Sharif, il presidente sudafricano, Jacob Zuma, e il presidente cinese, Xi Jinping. Oltre ai manager delle più importanti imprese internazionali, saranno presenti tra gli oltre 3.000 nomi, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, e il direttore generale dell'Organizzazione mondiale del commercio, Roberto Azevedo. Tutte personalità che hanno un ruolo importante sulle attività, finanziarie, sociali, politiche ed economiche del pianeta. Ma anche il presidente della Banca mondiale, Jim Yong Kim, il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, e il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, sono sulla lista degli ospiti. Inoltre, Davos ha sempre avuto la sua spolverata di celebrità del mondo dello spettacolo. Matt Damon, Goldie Hawn, Leonardo Di Caprio, Kevin Spacy e Bono sono solo alcuni dei nomi che sono sfilati a Davos. Quest'anno verranno premiati per il loro impegno nel sociale Elton John e Cate Blanchett. Tra gli assenti degni di nota, sempre in quest'edizione, figurano la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e l'ex presidente francese, Francois Hollande. La novità di quest'anno è sicuramente la presenza di Donald Trump. Nella storia degli Usa, Ronald Reagan si è unito al gruppo di Davos diverse volte, ma solo tramite collegamento video. Il primo presidente statunitense che si è seduto a Davos è stato Bill Clinton nel 2000. Il presidente George Bush - padre e figlio - non è mai venuto al villaggio nelle montagne svizzere, e nemmeno il presidente Barack Obama. C'è una vera e propria gerarchia dei badge del WEF. I capi di stato, di regalità e di alto livello hanno i distintivi più ambiti: badge in bianco. Arancione (media), viola (personale tecnico), verde (funzionari che accompagnano i capi di stato) e distintivi grigi (per coniugi e partner di tassi bianchi) offrono un accesso più limitato al forum. Le temperature scendono a -15 o -17 gradi a Davos e gli invitati al forum possono usufruire di speciali navette per gli spostamenti. Benchè brevi, non sono molto consigliabili per l'alta probabilità di cadute, i sentieri ghiacciati.
4) Gli italiani presenti
Figurano nella lista degli invitati gli italiani Emma Marcegaglia, presidente dell'Eni, Claudio Descalzi ad di Eni, Alberto Nagel ad di Mediobanca, Francesco Starace ad di Enel, Carlo Messina ad di Intesa Sanpaolo, Claudio Costamagna presidente di Cdp, Fabio Gallia ad di Cdp, Davide Serra ad di Algebris, Philippe Donnet ad di Generali, Carlo Cimbri ad di Unipol, Mario Greco ad di Zurich, Vittorio Colao ad di Vodafone, Andrea Illy presidente di Illy, Nerio Alessandri presidente di Technogym e Paolo Merloni presidente di Ariston Thermo.
5) Di cosa si parlerà
Le discussioni di Davos sono sempre piene di idee e alcune arrivano a buon fine. I Grandì trascorrono la settimana a rimuginare sulle principali sfide mondiali e su come vincerle. A margine, si incontrano, si salutano e fanno un sacco di affari. L'accordo nordamericano di libero scambio - che collega Stati Uniti, Canada e Messico - è stato inizialmente proposto in una riunione informale per i leader politici a Davos. Ogni anno si affronta un argomento diverso, in quest'edizione si parla di 'Creating a Shared Future in a Fractured World' ossia di "Come creare un futuro condiviso in un mondo fratturato", ma sono oltre 400 i panel in programma nel corso dei quali verranno affrontati i temi più disparati. Non si parla solo di economia, ma dei temi più vari, dalla cybersecurity all'ambiente passando al sociale.
6) Il fondatore
Il fondatore del forum, Klaus Schwab, potrebbe essere l'unica persona ad aver riagganciato il telefono a un presidente francese. Negli anni '70 chiese alla sua segretaria di chiamare "il signor Giscard d'Estaing". Voleva parlare con Olivier Giscard d'Estaing, l'uomo responsabile della business school Insead. Invece la chiamata fu indirizzata al palazzo dell'Eliseo, e Schwab fu messo in contatto direttamente con l'allora presidente francese, Valery Giscard d'Estaing. Sentendo la voce del presidente, Schwab andò nel panico e mise giù il telefono. Altro aneddoto: l'ex primo ministro britannico, Edward Heath, fece la sua apparizione nel forum come direttore d'orchestra, assumendo la direzione della Zurich Chamber Orchestra in un concerto di beneficenza nel 1979, anche se il suo compito principale in quell'anno era di fungere da presidente del forum. Ma, grazie al forum, sembra che si sia sventata anche una guerra. L'ex primo ministro turco, Turgut Ozal, sostiene che Davos impedì che il suo Paese entrasse in conflitto con la Grecia. Quando nel 1987 le tensioni tra i due Paesi si intensificarono, non si arrivò a una guerra aperta perchè l'anno precedente Ozal aveva conosciuto al Forum il suo omologo greco, Andreas Papandreou, capendo che si sarebbe potuto fidare di lui.
La lettera del papa
Riportare l'uomo al centro dell'economia creando "una società inclusiva, giusta e che dia supporto". E' quello che Papa Francesco chiede ai leader globali in una lettera al Forum. Papa Bergoglio chiede ai partecipanti che l'uomo torni al centro dell'economia, avvertendoli dell'urgenza di quello che è un vero e proprio imperativo morale. Nella lettera, indirizzata al presidente esecutivo del World Economic Forum Klaus Schwab che quest'anno ospitera' un numero record di leader politici, Papa Francesco si sofferma sulle ricorrenti crisi finanziarie che hanno creato nuove sfide e problemi per i governi, "come la crescita della disoccupazione, l'aumento di varie forme di poverta', l'allargamento del divario socio-economico e nuove forme di schiavitù'", spesso legate a conflitti e migrazioni. In un simile contesto, prosegue la missiva papale, "è fondamentale salvaguardare la dignita' della persona umana, in particolare offrendo a tutti vere opportunita' per uno sviluppo umano integrale e attraverso politiche economiche che favoriscano la famiglia". I modelli economici, scrive Papa Francesco, devono "osservare un'etica di sviluppo sostenibile e integrale, basata su valori che mettano al centro la persona umana e i suoi diritti". Solo cosi', si legge nella lettera, attraverso una forte determinazione condivisa da tutti gli attori economici, "possiamo sperare di dare una nuova direzione al destino del mondo. Anche l'intelligenza artificiale, la robotica e altre innovazioni tecnologiche devono essere impiegate per contribuire al servizio dell'umanita' e per la protezione della nostra casa comune piuttosto che il contrario, come purtroppo prevedono alcune valutazioni". La lettera di Papa Francesco conclude spiegando che "non possiamo rimanere silenziosi davanti alla sofferenza di milioni di persone la cui dignita' e' ferita" e che e' appunto un "imperativo morale, una responsabilita' che riguarda tutti, creare le giuste condizioni per vivere con dignita'". L'appello e' a rigettare una "cultura usa e getta" e al mondo imprenditoriale il Papa chiede di aumentare la qualita' della produttivita', creare lavoro, rispettare le leggi che lo regolano, combattere la corruzione e promuovere la giustizia sociale: una "importante responsabilita' da esercitare con discernimento, perche' le decisioni saranno decisive nel dare forma al mondo di domani e quello delle generazioni future".

23 gennaio 2018

Eugenio Caruso

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