I GRANDI PERSONAGGI STORICI
Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona.
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Costanzo Cloro
Flavio Valerio Costanzo, meglio noto come Costanzo Cloro o Costanzo I (Illyricum, 31 marzo 250 circa – Eboracum, 25 luglio 306), è stato un imperatore romano (293-306) durante la tetrarchia e il padre di Costantino I.
Albero genealogico della dinastia costantiniana che ha in Costanzo Cloro il vero capostipite, e una discendenza da Claudio II. Passato alla storia come Chlorus ("pallido"), un epiteto datogli dagli storici bizantini, era originario dell'Illiria.
Secondo l'Historia Augusta, Costanzo era figlio di Eutropio, un nobile proveniente dalla Dardania settentrionale, nella provincia della Mesia Superiore, e Claudia, una nipote dei due fratelli e imperatori Claudio il Gotico e Quintillo. Molti storici moderni, tuttavia, dubitano che egli potesse essere realmente imparentato ai due augusti, e sospettano che tali genealogie nobiliari possano essere un'invenzione di suo figlio Costantino, e che la sua famiglia potesse essere di umili origini, ipotesi peraltro avvalorata dal fatto che nell'esercito aveva iniziato la propria carriera dai gradi inferiori. Nondimeno, tramite tale discendenza fittizia da Claudio il Gotico, la sua famiglia avrebbe potuto rivendicare anche una discendenza dai Flavi, come ancora affermato dall'Historia Augusta.
Nell'esercito romano fece carriera, ricoprendo le cariche di protector sotto gli imperatori Aureliano e Probo, tribunus, e praeses Dalmatiarum (governatore della Dalmazia) sotto l'imperatore Caro. Ebbe un legame con Elena, che gli diede un figlio maschio, Costantino, nato all'inizio degli anni 270.
Nel 288 era prefetto del pretorio dell'imperatore Massimiano. All'inizio di quell'anno Massimiano incaricò Costanzo di condurre una campagna contro gli alleati franchi di Carausio – un usurpatore che deteneva il potere sulla Britannia romana –, i quali controllavano gli estuari del Reno, impedendo attacchi via mare a Carausio. Costanzo si mosse verso nord attraverso il loro territorio, portando distruzione e diffondendo panico, e raggiunse il Mare del Nord. I franchi chiesero la pace e con l'accordo conseguente Massimiano rimise al potere il deposto re franco Gennobaude.
Essendosi distinto per la sua abilità militare, il 1º marzo 293, a Mediolanum, Massimiano nominò Costanzo proprio cesare, una sorta di vice-imperatore per la parte occidentale dell'impero; lo stesso giorno, o un mese dopo, Diocleziano fece lo stesso con Galerio: era nata la tetrarchia, il "governo a quattro. A Costanzo – che aveva sposato la figlia di Massimiano, Teodora – vennero assegnate la Gallia e la Britannia e fu fatto capire che avrebbe dovuto avere successo lì dove Massimiano aveva fallito: sconfiggere Carausio.
Costanzo svolse il proprio compito velocemente ed efficientemente, ed entro il 293 espulse le forze di Carausio dalla Gallia settentrionale; quello stesso anno il sovrano ribelle fu assassinato e sostituito dal suo tesoriere Alletto. Costanzo marciò su per la costa fino agli estuari del Reno e dello Sheldt, dove riportò una vittoria sugli alleati franchi di Carausio e assunse il titolo di Germanicus maximus; il suo successivo obiettivo era la Britannia, e quindi passò gli anni successivi a costruire una flotta d'invasione.
Massimiano, che si trovava ancora in Italia dopo la nomina di Costanzo, fu soddisfatto dei piani di invasione e nell'estate del 296 tornò in Gallia, dove controllò le frontiere renane difendendole dagli alleati franchi di Carausio mentre Costanzo lanciò l'invasione della Britannia. Alletto fu sconfitto e ucciso in battaglia dal prefetto del pretorio di Costanzo, Giulio Asclepiodoto; Costanzo sbarcò nei pressi di Dubris (Dover) e marciò su Londinium (Londra), dove fu accolto come un liberatore dalla popolazione.
Nel 298 Costanzo spinse gli alamanni nel territorio dei lingoni (nella moderna Langres in Francia) e rinforzò le difese sul fiume Reno. Durante le persecuzioni dei cristiani nel 303 non si verificarono grandi episodi di violenza nella zona amministrata da Cloro, sia per il suo animo relativamente tollerante sia per l'impegno preponderante mosso nel contenimento delle popolazioni ostili, che assorbì l'imperatore per la quasi totalità del suo principato.
Con il ritiro degli augusti Diocleziano e Massimiano, divenne egli stesso augusto il 1º maggio del 305, scegliendo come proprio cesare e successore designato Flavio Valerio Severo. Tuttavia, alla sua morte l'anno seguente a Eboracum (York) durante una spedizione contro i Pitti e gli Scoti, le truppe proclamarono augusto il figlio Costantino che finì con il riunificare l'impero romano sotto il suo potere nel 324. Costantino fece cremare le spoglie paterne e le portò a Treviri, dove i resti del mausoleo di Costanzo Cloro sarebbero stati identificati nel 2003.
I titoli onorifici e i consolati assunti da Costanzo Cloro furono, in ordine cronologico:
293: accetta il titolo Germanicus maximus per la campagna in Batavia;
294: console assieme a Galerio; Accetta il titolo Sarmaticus maximus per la campagna gotico-sarmatica di Diocleziano;
295: accetta il titolo Persicus maximus per una vittoria di Galerio;
296: console (II) assieme a Diocleziano (VI); Accetta il titolo di Carpicus maximus per una vittoria di Galerio;
297: accetta il titolo Britannicus maximus per la vittoria su Alletto;
298: accetta i titoli di Armeniacus maximus, Medicus maximus, Adiabenicus maximus e di Persicus maximus per le vittorie in Oriente di Galerio;
299: accetta il titolo di Germanicus maximus II per la vittoria presso Lingones; accetta il titolo di Sarmaticus maximus II per una vittoria di Galerio;
300: console (III) assieme a Galerio (III);
301-304: accetta quattro iterazioni del titolo Carpicus maximus (V);
301-306: accetta tre iterazioni del titolo Germanicus maximus (V);
302: console (IV) assieme a Galerio (IV);
304-306: Accetta il titolo Britannicus maximus II;
305: console (V) assieme a Galerio (V);
306: console (VI) assieme a Galerio (VI).
Nell'opera Vita Contantini, Eusebio di Cesarea sostiene che Costanzo Cloro fosse un cristiano che fingeva di essere pagano e che per questo non applicò nei propri domini le persecuzioni deliberate da Diocleziano. Un indizio in questa direzione sarebbe il fatto che diede a una figlia il nome Anastasia, che significa "resurrezione". In mancanza di dati certi la grande maggioranza degli storici ritiene che Costanzo Cloro, come tutti gli imperatori da Aureliano fino a Costantino, fosse piuttosto un aderente del culto del Sol Invictus.
Goffredo di Monmouth scrive nella sua leggendaria Historia Regum Britanniae che Costanzo sarebbe stato un senatore romano all'inizio della sua carriera. Nel testo si afferma che all'inizio della sua attività avrebbe costretto la Spagna a sottomettersi all'impero romano e che durante la sua carriera avrebbe continuato ad elevare la potenza di Roma. Questa versione dei fatti non coincide con il racconto riguardo Coel Hen, secondo il quale le rivolte erano state placate prima della sottomissione a Roma
Eugenio Caruso - 23 maggio 2018