Il WEB 2.0. Un'opportunitā per le imprese

Il Web 2.0 (o Internet 2.0) è un termine usato per indicare un generico stato di evoluzione di Internet e in particolare del World Wide Web. Alcuni hanno tentato di definire il Web 2.0 come una serie di siti web con interfaccia, facilità e velocità d'uso tali da renderli simili alle applicazioni tradizionali che gli utenti sono abituati ad usare nei propri personal computer.
Per tali siti spesso vengono usate tecnologie di programmazione particolari, come AJAX (1)  (Gmail, un servizio gratuito di posta elettronica via web gestito da Google, usa largamente questa tecnica per poter essere semplice e veloce) o Adobe Flex (2).
Coloro che, per primi, hanno coniato il termine Web 2.0 hanno sostenuto che questo differisce dal concetto iniziale del web, retroattivamente etichettato Web 1.0, perché i relativi siti si discostano dai classici siti web statici, così come si discosta dalle prime forme di e-mail, dell'uso dei motori di ricerca, della navigazione lineare e propone un World Wide Web più dinamico e interattivo.
Un esempio potrebbe essere il social commerce, l'evoluzione dell'e-commerce in senso interattivo, che consente una maggiore partecipazione dei clienti, attraverso blog, forum, sistemi di feedback ecc.

Analisi storica

Originariamente il web è stato concepito come modo per visualizzare documenti ipertestuali statici, creati con l'uso del linguaggio HTML (3); questo approccio può essere definito come Web 1.0. Si veda la revisione del 13 marzo 2009, scritta nel ventennale della nascita del web.
In seguito, grazie all'integrazione con database e all'utilizzo di sistemi di gestione dei contenuti (il CSM o Content management system, è una categoria di sistemi software che serve a organizzare e facilitare la creazione collaborativa di documenti e di altri contenuti), Internet si è evoluta con siti dinamici (come ad esempio i forum o i blog); questo web dinamico è stato da alcuni definito Web 1.5.
Attraverso l'utilizzo di linguaggi di programmazione come Javascript (4), degli elementi dinamici e dei fogli di stile CSS (5) per gli aspetti grafici, si possono creare delle vere e proprie "applicazioni web" che si discostano dal vecchio concetto di semplice ipertesto (6) e che puntano a somigliare ad applicazioni tradizionali per computer.
Da un punto di vista strettamente tecnologico, il Web 2.0 è del tutto equivalente al Web 1.0, in quanto l'infrastruttura di rete continua ad essere costituita da TCP/IP (7) e HTTP (8) e l'ipertesto è ancora il concetto base delle relazioni tra i contenuti. La differenza, più che altro, sta nell'approccio con il quale gli utenti si rivolgono al Web, che passa fondamentalmente dalla semplice consultazione (seppure supportata da efficienti strumenti di ricerca, selezione e aggregazione) alla possibilità di contribuire alla "crescita del Web alimentandolo con propri contenuti.

Differenze e confronti con il Web 1.0

Spesso, nel descrivere le caratteristiche del Web 2.0, si procede per confronto con il Web 1.0, indicando come nel passaggio di versione gli elementi fondamentali si sono evoluti o sono stati sostituiti da nuovi. Si tratta di un modo di rappresentare il Web 2.0 divulgativo e non prettamente tecnico, ma risulta piuttosto efficace per riconoscere su Internet le "tracce" dell'una o dell'altra versione.

Dai siti web personali ai blog

Se prima la costruzione di un sito web personale richiedeva la padronanza di elementi di HTML e programmazione, oggi con i blog chiunque è in grado di esporre i propri contenuti dinamici dotati anche di veste grafica accattivante senza nessuna conoscenza tecnica particolare. Se prima le community web erano in stragrande maggioranza costituite da esperti informatici, oggi la situazione è completamente ribaltata. A farla da padroni sui blog sono scrittori, giornalisti, artisti o, comunque, persone con una preparazione informatica non necessariamente elevata.

Dai sistemi per content management ai wiki

La tecnologia Wiki (9) (Wikipedia ne è la più celebre applicazione) è il punto di arrivo del content management, in quanto ne implementa tutti i paradigmi. Se prima erano necessarie più applicazioni informatiche per la gestione del ciclo di vita dell'informazione (dall'intuizione alla fruizione), oggi una stessa tecnologia supporta al meglio tutto il processo. Si fruisce dell'informazione nell'ambiente stesso in cui essa è nata.

Dalla stickiness al syndication

Le tecniche utilizzate fino a ieri per tenere più tempo i visitatori su un sito web (stickiness, letteralmente l'appiccicosità di un sito, cioè la capacità di tenere "incollati" gli utenti ad esso) stanno lasciando il posto ad altre concezioni di contatto con il fruitore. Attraverso le tecnologie di syndication (RSS (10), Atom (11), Tagging (12)) chi realizza contenuti fa in modo che questi possano essere fruiti non solo sul sito, ma anche attraverso canali diversi. Un esempio di questi nuovi canali sono i feed, cioè delle liste di elementi con un titolo (es. notizie di un giornale, thread (13) di un newsgroup (14)), che permettono il successivo collegamento ai contenuti informativi. Questi ultimi possono essere aggiornati e consultati di frequente con programmi appositi o anche attraverso i browser (15) e quindi consentono di essere sempre a conoscenza dei nuovi contenuti inseriti su un sito senza doverlo visitare direttamente.

Strumenti per la creazione di contenuti

Tale possibilità di creazione e condivisione di contenuti su Web, tipica del Web 2.0, è data da una serie di strumenti (tools) on-line che permettono di utilizzare il web come se si trattasse di una normale applicazione. In pratica il Web di seconda generazione è un Web dove poter trovare quei servizi che finora erano offerti da pacchetti da installare sui singoli computer.
Esempi di Web 2.0 sono FCKEditor, Writely, WriteBoard, Zoho Writer, iNetWord veri e propri elaboratori di testi e convertitori di formato, oppure NumSum, Numbler, Zoho Sheet, una sorta di foglio elettronico. Anche Google ha lanciato la sua suite di editor, chiamata Google Docs & Spreadsheet, e Microsoft sta per rilasciare una versione online della suite Office, entrambi concorrenti diretti della suite ThinkFree Office Online, di gOffice e di Ajax13.
Oltre alla creazione condivisa di contenuto on-line, il Web 2.0 è caratterizzato dalla pubblicazione immediata del contenuto e alla sua classificazione e indicizzazione nei motori di ricerca, in modo che l'informazione sia subito disponibile a beneficio dalla comunità, realizzando in maniera veloce il ciclo di vita del content management. Per la pubblicazione dei contenuti fanno da padrone sul Web (di oggi) i provider di blog come Blogger, Wordpress e Splinder, ma anche piattaforme commerciali come Microsoft Sharepoint Portal che nella prossima versione (3.0) accentuerà le sue caratteristiche di collaborazione diventando la parte server di Office 12.
Altra applicazione del Web 2.0 sono i cosiddetti web desktop (o webtop), una sorta di sistema operativo online su cui è possibile eseguire operazioni simili a quelle di un sistema operativo tradizionale.

I vantaggi per le imprese

Ma come può un’impresa utilizzare queste nuove tecnologie?
Principalmente in tre modi:


- utilizzando le suite d’ufficio on-line;
- trasformando i propri software interni utilizzando queste tecnologie;
- utilizzando i nuovi sistemi per gestire al meglio l’informazione interna e le richieste esterne.


Utilizzare i vari software web-based, seppur ancor in alcuni casi acerbi, porta a vantaggi in termini di costi e di produttività. Per le soluzioni più complete si spende in 10 anni quanto una licenza di un analogo software tradizionale (senza contare che, al momento, alcuni software on-line sono completamente gratuiti). Moltiplicando questo risparmio per il numero di computer in azienda si arriva a risparmi considerevoli.
Giova considerare, poi, il risparmio sulle spese per gli aggiornamenti: ogni software tradizionale va aggiornato macchina per macchina (al massimo in remoto) mentre quelli web-based sono aggiornati sul server e quindi non hanno bisogno di nessun intervento sui pc dell’impresa.
Si pensi poi alle volte che non si ha a disposizione il proprio computer (viaggio, trasferta, guasto) e non si può quindi ultimare o correggere un lavoro. Con i nuovi sistemi web-based bastano un collegamento a Internet e un qualsiasi dispositivo che supporta gli standard del Web 2.0, per creare, modificare e condividere un documento. Per dispositivo non si intende solamente un pc fisso o portatile, ma anche un PDA o un telefono cellulare evoluto (per esempio il nuovo iPhone della Apple supporta il Web 2.0). 


La definizione d’ufficio inteso come luogo fisso, grazie ai nuovi dispositivi e alla possibilità d’accedere a Internet ad alta velocità attraverso le reti UMTS HSPDA, andrà a breve rivista. In un’impresa, oggi, una persona crea un documento e lo salva sul server interno, avvisa poi il suo collega che apre il file, lo modifica e così via. Molte volte si creano più documenti con il problema che non si sa più qual’è quello giusto e si perde di vista la progressione delle revisioni. Tutto diventa più complicato e più lento quando i colleghi non hanno accesso ad un server condiviso e si inviano più volte il documento via e-mail. Scordiamoci tutto questo. Con i servizi web-based esiste, per definizione, la condivisione del documento, sia in lettura, che in scrittura, anche mentre lo si crea ed esiste anche la possibilità di archiviare i propri file su server esterni così da renderli disponibili, mediante accessi riservati con password, a qualsiasi dispositivo.


In tutte le imprese c’è la necessità di avere degli archivi, anche collegati fra loro, da poter consultare e modificare. Ecco quindi il successo dei database relazionali associati a programmi, a volte contenuti nello stesso database, con maschere utente che aiutano ad inserire, ricercare, modificare e stampare i dati. I programmi di contabilità, di gestione magazzino, quelli associati alla produzione sono degli esempi. Una trasformazione di queste strutture in ottica Web 2.0 porterebbe ad usare il database solo come base dati, il server web intranet come unico depositario dell’applicazione, e quindi qualsiasi dispositivo dotato di browser potrebbe usare le nuove applicazioni senza nessuna installazione o aggiornamento, nessuna spesa di licenza per postazione, e quindi con gli stessi vantaggi dell’utilizzo dei programmi web-based. In questi casi cade anche l’unica controindicazione: la disponibilità di un collegamento a Internet ad alta velocità.


Molte volte i Wiki, i Forum, i Blog con RSS vengono visti nell’impresa solo come fonte di informazioni, come svago nel tempo libero, come ritrovo di amici o di persone con interessi comuni. Non si è ancora capito che si possono usare per migliorare, e di molto, alcuni processi informativi dell’impresa. Si pensi a cosa succede con le e-mail aziendali: dall’alto si avvisano i propri collaboratori, che a loro volta devono avvisare chi sta più in basso e così via. Si generano così una valanga di messaggi, spesso con allegati più o meno pesanti, posta già inoltrata che viene re-inoltrata, messaggi duplicati, tempo perso da molte persone solo per “girare” le e-mail, ritardi o addirittura perdita delle informazioni solo anche per l’interruzione di un anello nella catena.
Perché non utilizzare un Blog, diviso in aree aziendali, con relativo RSS globale e di reparto? Se poi c’è la necessità di modificare le informazioni appena diffuse (a volte può capitare qualche errore) basta affidarsi ad una piattaforma Wiki sempre supportata dagli RSS. Fine delle e-mail ridondanti, dei messaggi che sostituiscono i precedenti, dell’archiviazione locale. Anche in questo caso, da qualsiasi dispositivo con un piccolissimo programma di lettura dei Feed RSS o meglio da un lettore di Feed web-based, tutti, nella piramide aziendale, possono fruire dell’informazione al momento della nascita della stessa, lasciando l’uso delle e-mail per la comunicazione dirette uno a uno. Tutto questo serve per le informazioni interne all’impresa ma, valutando bene i benefici, si possono usare i Feed e i Blog anche verso l’esterno ossia aggiungendo al sito web aziendale queste strutture. Dall’esterno l’impresa sarà vista più moderna, più trasparente, più vicina alle richieste dei clienti, fidelizzandoli in maniera più stretta.


Gianni Panzeri
16-10-2007


NOTE

(1) Ajax, acronimo di Asynchronous JavaScript and XML, è una tecnica di sviluppo web per creare applicazioni web interattive. Ajax non è un nuovo linguaggio, ma è un mix di tecnologie già esistenti: Xhtml e Css per costruire le interfacce utente e per mostrare i contenuti, XML e XSLT per la struttura dei dati e la loro trasformazione, XMLHttpRequest Object come motore di comunicazione asincrona,  ed infine Javascript come collante di tutte queste tecnologie. L'intento di tale tecnica è quello di ottenere pagine web che rispondono in maniera più rapida, grazie allo scambio in background di piccoli pacchetti di dati con il server, così che l'intera pagina web non debba essere ricaricata ogni volta che l'utente effettua una modifica. Questa tecnica riesce, quindi, a migliorare l'interattività, la velocità e l'usabilità di una pagina web.
(2) Adobe Flex è la colonna portante per un gruppo di tecnologie inizialmente rilasciate a marzo 2004 da Macromedia per supportare lo sviluppo e lo schieramento di applicazioni Internet basate sulla loro piattaforma proprietaria Macromedia Flash. I programmatori tradizionali di applicazioni la hanno trovata competitiva per adattarsi alla metafora di animazione su cui la piattaforma Flash originalmente è stata sviluppata. Flex cerca di minimizzare questo problema fornendo un workflow e un modello di programmazione noto agli sviluppatori di applicazioni.
(3) HTML (acronimo per Hyper Text Mark-Up Language) è un linguaggio usato per descrivere i documenti ipertestuali disponibili nel Web. Tutti i siti web presenti su Internet sono costituiti da codice HTML, il codice che è letto ed elaborato dal browser, il quale genera la pagina come noi la vediamo. L'HTML non è un linguaggio di programmazione, ma un linguaggio di markup, ossia descrive il contenuto, testuale e non, di una pagina web. Punto HTML (.html) o punto HTM (.htm) è anche l'estensione comune dei documenti HTML. È stato sviluppato alla fine degli anni '80 da Tim Berners-Lee al CERN di Ginevra. Verso il 1994 ha avuto una forte diffusione, in seguito ai primi utilizzi commerciali del web. HTML è un linguaggio di pubblico dominio la cui sintassi è stabilita dal World Wide Web Consorzium (W3C), e che è basato su un altro linguaggio avente scopi più generici, l'SGML. Durante gli anni l'HTML ha subito molte revisioni e miglioramenti, che sono stati indicati secondo la classica numerazione usata per descrivere le versioni dei software. Attualmente l'ultima versione disponibile è la versione 4.01, resa pubblica il 24 dicembre 1999. Da allora, da parte del W3C non è stata manifestata alcuna intenzione di apportare ulteriori modifiche all'HTML, poiché verrà presto sostituito dai nuovi linguaggi XHTML ed XML. Ogni documento ipertestuale scritto in HTML deve essere contenuto in un file, la cui estensione deve essere .htm o .html. L'atomo principale della sintassi di questo linguaggio è l'elemento. Gli elementi sono le strutture del linguaggio a cui è delegata la funzione di formattare i dati o indicare al Web browser delle informazioni. Ogni elemento è racchiuso all'interno di tag, uno di apertura ed uno di chiusura. Quest'ultimo, per certi elementi, è opzionale. I tag sono dei segnalini (markup) costituiti da una sequenza di caratteri racchiusa da due parentesi angolari, cioè i segni minore e maggiore (Esempio: <br>; il tag di questo esempio serve per indicare un ritorno a capo). Spesso le informazioni su cui "agisce" il tag devono essere racchiuse fra un tag di apertura e uno di chiusura, quest'ultimo indicato apponendo il carattere slash (/) dopo la parentesi angolare aperta (per esempio: <strong>testo testo testo</strong>. In questo caso, il testo compreso tra questi due tag verrà visualizzato in grassetto dal browser.
4) JavaScript è un linguaggio di scripting orientato agli oggetti comunemente usato nei siti web. La programmazione orientata agli oggetti (OOP, Object Oriented Programming) è un paradigma di programmazione, che prevede di raggruppare in un'unica entità (la classe) sia le strutture dati che le procedure che operano su di esse, creando per l'appunto un "oggetto" software dotato di proprietà (dati) e metodi (procedure) che operano sui dati dell'oggetto stesso. La modularizzazione di un programma viene realizzata progettando e realizzando il codice sotto forma di classi che interagiscono tra di loro. Un programma ideale, realizzato applicando i criteri dell'OOP, sarebbe completamente costituito da oggetti software (istanze di classi) che interagiscono gli uni con gli altri. La programmazione orientata agli oggetti è particolarmente adatta a realizzare interfacce grafiche.
(5) I fogli di stile a cascata (dall'inglese CSS Cascading Style Sheets), detti semplicemente fogli di stile, sono una tecnica che permette di fissare gli stili (per es. tipo di carattere, colori e spaziature) da applicare ai documenti HTML e XHTML. Le regole per comporre i fogli di stile sono contenute in un insieme di direttive (Recommendations) emanate a partire dal 1996 dal W3C (Nell'ottobre del 1994 Tim Berners-Lee, considerato padre del Web, fondò al MIT, in collaborazione con il CERN, un'associazione di nome World Wide Web Consortium (abbreviato W3C), con lo scopo di migliorare gli esistenti protocolli e linguaggi per il WWW e di aiutare il web a sviluppare tutte le sue potenzialità. Nell'aprile del 1995 l'INRIA l’Istituto Nazionale di Ricerca Informatica ed Automatica francese divenne il primo membro europeo dell'organizzazione, nel 1996 approdò anche l'Asia, grazie alla Keio University of Japan, nel 2003 l'ERCIM, il Consorzio Europeo di Ricerca in Informatica e Matematica, prese il ruolo di host europeo del W3C. Oggi, i membri del W3C sono centinaia e rappresentano tutte le principali organizzazioni e imprese che operano nel web).
(6) L'ipertesto è una struttura informativa costituita di un insieme di testi o pagine leggibili con l'ausilio di un'interfaccia elettronica, in maniera non sequenziale, per tramite di particolari parole chiamate collegamenti ipertestuali (hyperlink o rimandi), che costituiscono un rete raggiata o variamente incrociata di informazioni, organizzate secondo diversi criteri, ad esempio paritetici o gerarchici, in modo da costituire vari percorsi di lettura alternativi.
(7) Transmission Control Protocol (TCP) è il protocollo di livello di trasporto della Suite di protocolli Internet. È definito nella RFC 793, e su di esso poggiano gran parte delle applicazioni Internet. Il TCP può essere approssimativamente classificato al livello trasporto (OSI level 4) del modello di riferimento OSI, e di solito è usato in combinazione con il protocollo di livello rete (OSI level 3) IP. La corrispondenza con il modello OSI non è perfetta, in quanto il TCP e l'IP nascono prima. La loro combinazione è indicata come TPC/IP e, alle volte, è erroneamente considerata un unico protocollo.
(8) HTTP è l'acronimo di Hyper Text Transfer Protocol (protocollo di trasferimento di un ipertesto). Usato come principale sistema per la trasmissione di informazioni sul web. Le specifiche del protocollo sono attualmente in carica al W3C.
(9) Un wiki è un sito web (o comunque una collezione di documenti ipertestuali) che permette a ciascuno dei suoi utilizzatori di aggiungere contenuti, come in un forum, ma anche di modificare i contenuti esistenti inseriti da altri utilizzatori.
(10) RSS (acronimo di RDF Site Summary ed anche di Really Simple Syndication) è uno dei più popolari formati per la distribuzione di contenuti Web; è basato su XML (Rispetto all'HTML, l'XML ha uno scopo ben diverso: mentre il primo è un linguaggio creato principalmente per la descrizione e la formattazione di pagine web e, più in generale, di ipertesti, il secondo è un meta linguaggio utilizzato per creare nuovi linguaggi, atti a descrivere documenti strutturati. Mentre l'HTML ha un insieme ben definito e ristretto di tag, con l'XML è invece possibile definirne di propri a seconda delle esigenze), da cui ha ereditato la semplicità, l'estensibilità e la flessibilità. RSS definisce una struttura adatta a contenere un insieme di notizie, ciascuna delle quali sarà composta da vari campi (nome autore, titolo, testo, riassunto, ...). Quando si pubblicano notizie in formato RSS, la struttura viene aggiornata con i nuovi dati; visto che il formato è predefinito, un qualunque lettore RSS potrà presentare in una maniera omogenea notizie provenienti dalle fonti più diverse.
(11) Atom è un formato di documento basato su XML per la sottoscrizione di contenuti web, come blog o testate giornalistiche. È basato sull'esperienza delle varie versioni del protocollo lanciato da Netscape, RSS.
(12) L'attività di tagging consiste nell'attribuzione di una o più parole chiave, dette tag, che individuano l'argomento di cui si sta trattando a documenti o più in generale files su Internet. È un'attività sempre più diffusa su tutti i siti per catalogarli meglio e proporre altre informazioni correlate agli utenti. L'attività di assegnare a documenti parole chiave (tags) e di elaborarle è sempre più diffuso. In Italia il sito RadioRadicale.it fu tra i primi ad etichettare i propri contenuti. Molti software per gestire blog supportano gli standard che si sono sviluppati attorno ai tags, in modo che gestendo contenuti si memorizzino subito le parole chiave. Le parole chiave che descrivono elementi geografici possono essere riunite sotto la denominazione geotagging che, oltre al semplice tagging che identifica elementi culturali, consente anche di identificare fisicamente nello spazio quanto pubblicato sul web.
(13) Nel gergo dei forum, dei newsgroup e delle chat il thread (letteralmente trama, filo, e solitamente abbreviato in 3D) indica la discussione sviluppata dai singoli utenti. Solitamente un primo utente stabilisce il topic, ossia l'oggetto del proprio contributo e l'interazione che ne segue assume la forma di un copione, di uno scambio tra più soggetti. Nell'ambito della ricerca sull'e-learning il thread è particolarmente interessante, in quanto dagli sviluppi dell'interazione tra gli utenti è possibile cogliere il processo di condivisione e costruzione della conoscenza.
(14) Un newsgroup (NG) è uno degli spazi virtuali creato su una rete di server interconnessi per discutere di un argomento (topic) ben determinato. In italiano, a volte, viene utilizzato il termine gruppo di discussione. I news server comunicano fra loro (attraverso il protocollo NNTP) in modo che i messaggi inviati ad un server si trovino duplicati su tutti gli altri server. Per diversi motivi (economie di spazio, interesse degli utenti, censura), non tutti i server contengono gli stessi NG. Ogni gestore di news server (spesso gli stessi provider ISP) possono decidere infatti quali NG tenere).
(15) Un browser web (chiamato talvolta navigatore) è un programma che consente agli utenti di visualizzare e interagire con testi, immagini e altre informazioni, tipicamente contenute in una pagina web di un sito (o all'interno di una rete locale). Il browser è in grado di interpretare il codice HTML (e più recentemente XHTML) e visualizzarlo in forma di ipertesto. L'HTML è il codice col quale la maggioranza delle pagine web nel mondo sono composte: il web browser consente perciò la navigazione nel web. I browser solitamente vengono utilizzati su personal computer, ma non mancano altri dispositivi in grado di effettuare la navigazione con un browser, tra cui i palmari e gli smartphone. Il primo browser fu sviluppato da Tim Berners-Lee (tra i primi precursori del concetto di WWW e fondatore del W3C), e venne chiamato WorldWideWeb. Serviva a scopi dimostrativi, era disponibile solo per sistema operativo NeXT e perciò in seguito fu chiamato Nexus. Il primo browser a raggiungere un'apprezzabile popolarità internazionale fu Mosaic, sviluppato da NCSA, seguito poi da Netscape Navigator, che crebbe in fretta e fu la piattaforma su cui vennero messe a punto alcune innovazioni oggi comunissime (come ad esempio JavaScript). La netta prevalenza di Netscape presso l'utenza, a metà degli anni novanta, fu incrinata dalla guerra dei browser, una competizione, inizialmente commerciale, e poi di immagine cominciata da Microsoft quando le innovazioni introdotte da Netscape divennero così sofisticate da costituire una minaccia potenziale. Per vincere la concorrenza, Microsoft incluse Internet Explorer nel proprio sistema operativo Windows, stroncando sul nascere i possibili concorrenti. Questa mossa fu motivo di numerose cause legali per la difesa della libera concorrenza e contro la nascita di monopoli informatici.


I venti anni del web

Era il 13 marzo del 1989 quando Timothy John (Tim) Berners-Lee, ingegnere inglese di belle speranze in forza al Cern di Ginevra, presentò per la prima volta ai suoi responsabili presso il laboratorio di fisica delle particelle un documento destinato a dar vita a una nuova era nell'industria e nella società tutta. In quel documento, che recava per titolo un generico "Information Management: A Proposal", erano infatti contenuti le basi della struttura del World Wide Web, termine coniato dallo stesso Berners-Lee per identificare un sistema di distribuzione/visualizzazione ipertestuale di dati scientifici (testi sostanzialmente) su computer collegati in rete (in modalità client/server) su scala planetaria. La ragnatela telematica nacque quindi così e le cronache narrano che la persona a cui venne presentato lo studio, Mike Sendall, lo battezzò come "vago, ma interessante". Il progetto decollò – al fianco di Berners Lee entrò in gioco il ricercatore belga Robert Cailliau – e nella primavera del 1991 furono fatti i primi test che sfociarono, nel dicembre successivo, al primo sito Web al mondo (http://info.cern.ch) e al primo collegamento con un server posto al di fuori del Cern e situato negli Stati Uniti. Nessuno probabilmente lo sapeva ma si stavano gettando le basi del World Wide Web come lo intendiamo e utilizziamo oggi e nel febbraio del 1993, con Mosaic, vide la luce anche il primo browser per navigare in Internet, la rete nata un quarto di secolo prima (nel 1969, come Arpanet) come dorsale di comunicazione a scopo militare. Cosa è successo negli ultimi 15 anni è sotto gli occhi di tutti. Il numero di siti attivi quando il Web è diventato "pubblico" - grazie alla rinuncia dei diritti d'autore da parte del Cern - erano 130 e sono diventati oltre 215 milioni (cui vanno sommati circa 180 milioni di blog per un totale di oltre 400 milioni di indirizzi http registrati). Gli utenti della Rete erano poche migliaia e oggi l'Itu, l'agenzia dell'Onu per le telecomunicazioni globali, afferma che poco meno di un quarto della popolazione mondiale (circa 1,7 miliardi di persone) è on line. In 20 anni la storia dell'umanità è cambiata anche grazie a questo distinto ingegnere inglese e oggi a Ginevra, presso la sede del Cern, si festeggia solennemente, alla presenza di Berners-Lee in persona, quel lontano giorno di marzo. Dal papà del cyberspazio è arrivato però, nel corso di un'audizione alla camera dei Lord, un monito altrettanto importante. La Rete, questo in sostanza l'esplicita requisitoria di Lee, deve essere mantenuta integra e la privacy dei cittadini salvaguardata dai sistemi in grado di monitorare a fini commerciali e non (il Web come strumento di controllo) l'attività digitali degli utenti. Le violazioni a cui fa riferimento l'inventore del Www sono precise e chiamano in causa anche gli strumenti di "behavioral advertising", quelli che Google and Co. utilizzano per stilare i profili dei navigatori della Rete e confezionare l'invio di pubblicità mirata in base ai gusti delle persone. Berners-Lee chiede in tal senso urgenti e ragionati interventi legislativi, in grado di regolamentare e limitare l'accesso di soggetti terzi e delle autorità governative nella vita digitale dei cittadini. A tutela della privacy di questi ultimi. Le telecamere nella vita privata delle persone sono roba da Grande Fratello televisivo, e per l'inventore del Web la Rete non si presta a essere uno strumento per dare vita a "reality show" non autorizzati

Revisione del

13 marzo 2009


LOGO


www.impresaoggi.com