IL MERCATO DEL LAVORO
Le dinamiche congiunturali del mercato del lavoro si inseriscono in una fase macroeconomica di lieve decelerazione della crescita del PIL (+0,3% in termini congiunturali e +1,4% su base annua). Nel complesso, l’economia dei paesi dell’area Euro è cresciuta dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e del 2,5% nel confronto con il primo trimestre del 2017. In Italia la crescita economica è associata a una riduzione dell’input di lavoro su base congiunturale (-0,2%) e un aumento su base tendenziale (+0,7%), con una crescita della produttività del lavoro sia rispetto ai tre mesi precedenti sia su base annua.
Dal lato dell’offerta di lavoro, nel primo trimestre del 2018 l’occupazione rimane sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente, a seguito dell’ulteriore aumento dei dipendenti a termine (+69 mila, +2,4%) e del corrispondente calo, sia dei lavoratori a tempo indeterminato (-23 mila, -0,2%), sia degli indipendenti (-37 mila, -0,7%). Anche il tasso di occupazione resta sostanzialmente invariato, portandosi al 58,2%. Nei dati mensili più recenti (aprile 2018), al netto della stagionalità, il numero di occupati continua a crescere rispetto a marzo 2018.
La dinamica tendenziale mostra una crescita di 147 mila occupati (+0,6% in un anno), circoscritta ai dipendenti a termine (+385 mila) a fronte del calo di quelli a tempo indeterminato e degli indipendenti. Per il quattordicesimo trimestre consecutivo aumentano gli occupati a tempo pieno mentre il tempo parziale diminuisce per la seconda volta, dopo una crescita ininterrotta dal 2010. Sulla base dei dati di flusso, a distanza di dodici mesi, si stima un aumento delle trasformazioni da tempo parziale a tempo pieno, soprattutto per quanti svolgevano un part time involontario. Nel primo trimestre 2018 prosegue la crescita dell’occupazione e del relativo tasso per i giovani di 15-34 anni, verificatasi a livello sia congiunturale sia tendenziale. L’aumento dell’occupazione, diffuso per genere e ripartizione, è più intenso per le donne e nel Mezzogiorno.
Il tasso di disoccupazione presenta un lieve aumento rispetto al trimestre precedente e diminuisce in confronto a un anno prima, laddove quello di inattività mostra un moderato calo in entrambi i confronti. Nei dati di aprile 2018, in termini congiunturali, la stabilità del tasso di disoccupazione si associa alla rilevante riduzione di quello di inattività.
Nel confronto tendenziale, per il quarto trimestre consecutivo prosegue la diminuzione dei disoccupati (-135 mila in un anno, -4,3%) che interessa entrambi i generi e in circa nove casi su dieci riguarda i giovani 15-34enni. La riduzione degli inattivi di 15-64 anni (-87 mila, -0,6%) è dovuta esclusivamente alle donne ed è concentrata nel Mezzogiorno.
Nei dati di flusso gli ingressi nell’occupazione aumentano soltanto verso il lavoro a termine; l’incremento coinvolge soprattutto gli individui con elevato livello di istruzione e i residenti nel Mezzogiorno.
Dal lato delle imprese si confermano i segnali di crescita congiunturale della domanda di lavoro, con un aumento delle posizioni lavorative dipendenti dello 0,8% sul trimestre precedente e del 3,3% su base annua, sintesi della crescita sia dell’industria sia dei servizi. L’aumento delle posizioni lavorative è tuttavia associato a una diminuzione delle ore lavorate per dipendente su base congiunturale (-0,5%), mentre queste rimangono invariate su base annua. Continua, inoltre, la flessione del ricorso alla cassa integrazione. Il tasso dei posti vacanti, pur rimanendo stabile rispetto al trimestre precedente, aumenta di 0,1 punti percentuali su base annua. Le retribuzioni mostrano una lieve crescita rispetto al trimestre precedente (+0,1%) ma rimangono stabili su base annua. Gli oneri sociali aumentano dello 0,5% su base congiunturale e dell’1,5% su base annua. Quale loro sintesi, il costo del lavoro cresce dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
Principali risultati (primo trimestre 2018)
Nel primo trimestre 2018 la dinamica congiunturale del mercato del lavoro presenta una sostanziale stabilità dell’occupazione, un aumento della disoccupazione e un calo dell’inattività. L’input di lavoro utilizzato complessivamente dal sistema economico (espresso dalle ore lavorate di Contabilità Nazionale) registra una diminuzione dello 0,2% su base congiunturale e un aumento dello 0,7% in termini tendenziali.
L’occupazione stimata dalla Rilevazione sulle forze di lavoro, pari a 23 milioni 81 mila persone al netto degli effetti stagionali, è sostanzialmente stabile rispetto al trimestre precedente (+9 mila); la crescita nel Nord (+0,1%) e nel Mezzogiorno (+0,2%) è compensata dalla diminuzione nel Centro (-0,3%).
Il tasso di occupazione è stabile al 58,2%, a sintesi della crescita per i 15-34enni (+0,3 punti) e i 50-64enni (+0,1 punti) e del calo per i 35-49enni (-0,2 punti).
La stabilità congiunturale del numero di occupati è il risultato di un ulteriore incremento dei dipendenti a tempo determinato (+69 mila, 2,4%) a fronte del calo del tempo indeterminato (-23 mila, -0,2%) e degli indipendenti (-37 mila, -0,7%).
Il tasso di disoccupazione, dopo la diminuzione dello scorso trimestre, aumenta di 0,1 punti in termini congiunturali portandosi all’11,1%. Il tasso di inattività scende al 34,4% (-0,1 punti) in tre mesi.
Nelle imprese dell’industria e dei servizi le posizioni lavorative dipendenti sono aumentate dello 0,8% su base congiunturale e del 3,3% su base annua; il monte ore lavorate è cresciuto dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Le ore lavorate per posizione dipendente sono diminuite dello 0,5% su base congiunturale e rimaste invariate rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Contemporaneamente le ore di cassa integrazione (Cig) sono scese da 10,2 a 7,5 per mille ore lavorate. Le posizioni in somministrazione continuano a registrare una crescita sostenuta, aumentando del 4,8% in termini congiunturali e del 23,9% su base annua.
Il tasso di posti vacanti nelle imprese con almeno 10 dipendenti rimane invariato rispetto al trimestre precedente mentre cresce di 0,1 punti percentuali su base annua.
L’indice destagionalizzato del costo del lavoro per Unità di lavoro dipendente (Ula) aumenta in termini congiunturali dello 0,3%, sintesi di un aumento dello 0,1% per le retribuzioni e dello 0,5% per gli oneri. Su base annua si osserva per il costo del lavoro un aumento dello 0,4%, a fronte di una variazione nulla delle retribuzioni e un aumento dell’1,5% degli oneri.
In questo trimestre “Il punto su” di pagina 16 approfondisce la dinamica del mercato del lavoro di questi ultimi anni attraverso l’analisi dei dati longitudinali della Rilevazione sulle forze di lavoro, in riferimento alle transizioni a distanza di dodici mesi dall’occupazione verso la disoccupazione o l’inattività.
Offerta di lavoro
Nel primo trimestre 2018 prosegue la crescita tendenziale del numero di occupati (+0,6%, 147 mila in un anno) e il tasso di occupazione delle persone di 15-64 anni sale al 57,6% (+0,4 punti - Prospetto 2). L’aumento degli occupati continua a riguardare i dipendenti ma in questo trimestre soltanto quelli a termine a fronte di una riduzione del tempo indeterminato, persistendo il calo degli indipendenti. Per il quattordicesimo trimestre consecutivo aumentano gli occupati a tempo pieno mentre quelli a tempo parziale diminuiscono per il secondo trimestre, dopo una crescita ininterrotta dal 2010. Torna a crescere il part time involontario, la cui l’incidenza sale al 64,2% dei lavoratori a tempo parziale (+3,2 punti) e al 12,0% del totale occupati (+0,4 punti).
Sulla base dei dati di flusso – a distanza di 12 mesi – gli ingressi nell’occupazione aumentano soltanto verso il lavoro a termine, soprattutto dalla disoccupazione (dal 12,6% tra il primo trimestre 2016 e il primo trimestre 2017 al 14,7% nell’analogo periodo tra il 2017 e il 2018). In particolare, le transizioni verso l’occupazione a termine coinvolgono principalmente gli individui con elevato livello di istruzione e i residenti nel Mezzogiorno. Aumentano le trasformazioni da tempo parziale a tempo pieno (dall’11,6% al 12,4%), soprattutto per quanti svolgevano un part time involontario.
Per il quarto trimestre consecutivo diminuisce il numero di disoccupati la cui stima scende a 3 milioni e 3 mila unità (-135 mila in un anno, -4,3%); il calo è concentrato tra gli ex-occupati, ossia tra coloro che avevano un’occupazione prima di cercare lavoro. Il tasso di disoccupazione scende all’11,6% (-0,5 punti); la diminuzione coinvolge entrambi i generi ed è particolarmente intensa per i giovani.
Nel primo trimestre 2018 si stima la presenza di 1 milione 738 mila persone in cerca di occupazione da almeno 12 mesi (-20 mila, -1,1%); l’incidenza di questo gruppo sul totale dei disoccupati sale però al 57,9% (+1,9 punti in un anno) in ragione della diminuzione più intensa del numero di disoccupati di breve durata (-8,5%).
Nella ricerca di lavoro continua a prevalere l’uso del canale informale: rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa (84,0%, +1,2 punti); seguono l’invio di curriculum (68,2%, +1,4 punti) e la ricerca tramite internet (59,9%, +2,3 punti). Benché meno frequenti, aumentano quanti dichiarano di aver sostenuto un colloquio di lavoro (24,8%, +2,2 punti) e/o contattato il centro per l’impiego (24,1%, +1,6 punti).
Nel primo trimestre 2018 continuano a diminuire, a ritmo meno accentuato, gli inattivi di 15-64 anni (-87 mila in un anno) e il corrispondente tasso di inattività (-0,1 punti - Prospetto 5); il calo dell’indicatore riguarda soltanto le donne e gli individui di 50-64 anni. La diminuzione del numero di inattivi coinvolge sia le forze di lavoro potenziali (-45 mila, -1,4%) sia gli inattivi che non cercano lavoro e non sono disponibili.
Ininterrotta da dodici trimestri, prosegue a ritmi più intensi la riduzione del numero di scoraggiati (-187 mila in un anno, -11,2%), la cui incidenza sul totale degli inattivi di 15-64 anni scende all’11,1% (-1,3 punti in un anno). Dai dati di flusso, aumentano le transizioni dallo scoraggiamento verso l’occupazione (8,7%, +1,3 punti in un anno), soprattutto tra i giovani di 25-34 anni (15,9%, +6,2 punti) e gli uomini (13,8%, +1,7 punti),
Negli altri casi di inattività, soprattutto per le donne, prosegue la riduzione tendenziale delle persone ritirate dal lavoro o non interessate a lavorare; in aumento invece quanti non hanno cercato lavoro per motivi familiari, di studio o perché in attesa degli esiti di passate azioni di ricerca.
Nel primo trimestre 2018 diminuiscono leggermente i divari territoriali: l’aumento del tasso di occupazione è poco più alto nel Mezzogiorno (+0,5 punti) in confronto al Nord (+0,4 punti) e al Centro (+0,2 punti); la diminuzione del tasso di disoccupazione è maggiore nelle regioni meridionali (-0,8 punti) rispetto al Nord e al Centro (-0,4 punti in entrambi i casi). Il tasso di inattività presenta un lieve calo nel Nord e nel Mezzogiorno (-0,1 punti nelle due ripartizioni) e sale nel Centro (+0,1 punti).
Si riducono le differenze di genere nella partecipazione al mercato del lavoro: la crescita del tasso di occupazione è maggiore per le donne (+0,6 e +0,3 punti gli uomini) e il minore calo del tasso di disoccupazione (-0,4 punti contro -0,6 punti gli uomini) si associa alla diminuzione di quello di inattività (-0,4 punti) che invece aumenta per la componente maschile (+0,2 punti).
Gli stranieri presentano una lieve riduzione del tasso di occupazione (-0,1 punti a fronte di +0,5 punti gli italiani) a cui si associa un calo del tasso di disoccupazione (-0,3 punti) minore rispetto agli italiani (-0,6 punti) e un aumento del tasso di inattività (+0,4 punti rispetto a -0,2 punti per gli autoctoni).
Prosegue l’aumento degli occupati di 15-34 anni (23 mila, +0,5% in un anno) e del relativo tasso (+0,5 punti); inoltre il calo del tasso di disoccupazione dei giovani (-1,5 punti) è più forte rispetto alle altre classi di età. Per i 35-49enni diminuisce il tasso di occupazione (-0,2 punti) contestualmente al lieve aumento dei tassi di disoccupazione e inattività (+0,1 punti in entrambi i casi). Continua l’incremento degli occupati e del relativo tasso per gli over50, dovuto anche alle minori uscite per pensionamento.
Non si attenuano gli elevati divari per livello di istruzione: il tasso di occupazione sale al 78,6% per i laureati (+0,4 punti) e al 42,8% per chi ha conseguito al massimo la licenza media (+0,3 punti) mentre rimane stabile per i diplomati (63,7%). Il tasso di disoccupazione oscilla tra il 6,3% per i laureati (-0,6 punti), l’11,1% per i diplomati (invariato rispetto a un anno prima) e il 15,9% per coloro che hanno conseguito un titolo inferiore (-1,0 punti). Il tasso di inattività aumenta di più per chi ha un basso livello di istruzione (+0,3 punti) rispetto ai laureati (+0,1 punti) e rimane stabile per i diplomati.
Domanda di lavoro delle imprese
Nel primo trimestre 2018 le posizioni lavorative dipendenti, al netto degli effetti stagionali, registrano, nel totale delle imprese con dipendenti, un aumento dello 0,6% nell’industria e dell’1,0% nei servizi privati; rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente aumentano dell’1,6% nell’industria e del 4,2% nei servizi. Le posizioni lavorative in somministrazione registrano una crescita, al netto della stagionalità, del 4,8% rispetto al trimestre precedente e del 23,9% rispetto al primo trimestre 2017.
Nelle imprese con almeno 10 dipendenti, il monte ore lavorate diminuisce su base congiunturale dell’1,3% nell’industria e aumenta dell’1,6% nei servizi (dati destagionalizzati) e in termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, cresce dell’1,9% nell’industria e del 5,7% nei servizi. Le ore lavorate per dipendente calano dell’1,6% nell’industria e dello 0,5% nei servizi rispetto al trimestre precedente (dati destagionalizzati); se confrontate con il primo trimestre 2017 (al netto degli effetti di calendario) restano invariate nell’industria e crescono dello 0,3% nei servizi.
Nel primo trimestre si osserva un calo molto diffuso della Cig. Le imprese industriali e dei servizi privati con almeno 10 dipendenti hanno utilizzato 7,5 ore di Cig ogni mille ore lavorate, con una riduzione di 2,7 ore ogni mille rispetto allo stesso trimestre del 2017. Nell’industria, le ore di Cig sono state 13,7 ogni mille ore lavorate (-2,8 ore ogni mille in un anno), nei servizi 3,0 ogni mille ore lavorate (-2,4 ore ogni mille).
L’incidenza delle ore di straordinario nelle imprese dell’industria e dei servizi privati con almeno 10 dipendenti è pari al 3,4% delle ore lavorate, in crescita di 0,2 punti percentuali rispetto al primo trimestre 2017.
Nel complesso delle attività economiche considerate, il tasso di posti vacanti destagionalizzato nelle imprese con almeno 10 dipendenti rimane stabile rispetto al trimestre precedente, sebbene si registri una diminuzione di 0,1 punti percentuali sia nell’industria sia nei servizi. Il dato grezzo cresce, rispetto al primo trimestre deI 2017, di 0,1 punti percentuali nel complesso delle attività, come sintesi di un aumento di 0,1 punti percentuali nell’industria e di una diminuzione di pari entità nei servizi.
A livello settoriale le retribuzioni di fatto per Unità di lavoro dipendente nel primo trimestre 2018 diminuiscono, su base congiunturale al netto della stagionalità, dello 0,4% nell’industria e rimangono invariate nei servizi. Su base annua le retribuzioni crescono dello 0,2% nell’industria, mentre rimangono stabili nei servizi.
Al netto degli effetti stagionali, nel primo trimestre 2018 gli oneri sociali per Ula registrano una variazione nulla nell’industria e un aumento dell’1,4% nei servizi. In termini tendenziali gli oneri aumentano dello 0,9% nell’industria e del 2,2% nei servizi.
A sintesi dell’andamento delle retribuzioni lorde e degli oneri sociali, il costo del lavoro destagionalizzato per Ula su base congiunturale diminuisce dello 0,2% nell’industria e aumenta dello 0,3% nei servizi. In termini tendenziali, il costo del lavoro per Ula aumenta dello 0,3% nell’industria e dello 0,5% nei servizi.
Nel totale dell’economia, le retribuzioni contrattuali di cassa per dipendente registrano un aumento dell’1,1% su base tendenziale. Considerando solo industria e servizi di mercato (B-N) la crescita è dello 0,9%, superiore di un punto rispetto a quella registrata dalle retribuzioni di fatto per Ula nello stesso aggregato.
Persone che escono dall’occupazione
I dati longitudinali della Rilevazione sulle forze di lavoro consentono un approfondimento sulle permanenze e transizioni nella condizione professionale degli individui a dodici mesi di distanza secondo le caratteristiche sociodemografiche e lavorative. Dal lato dell’ingresso nell’occupazione, il 9,3% degli individui non occupati nel primo trimestre 2017 hanno trovato lavoro nel primo trimestre 2018; il valore è decisamente più elevato per i disoccupati (22,2%) rispetto agli inattivi (6,5%). In riferimento ai flussi in uscita, focus di questo contributo, gli occupati del primo trimestre 2017 che sono transitati nella non occupazione a distanza di dodici mesi sono pari al 6,3%, con una quota maggiore di quanti sono passati verso l’inattività (4,1%) piuttosto che verso la disoccupazione (2,2%).
La transizione verso la non occupazione riguarda maggiormente le donne rispetto agli uomini (7,6% contro 5,2%), soprattutto per i livelli più alti di uscita verso l’inattività (5,3% contro 3,1%) che verso la disoccupazione (2,3% contro 2,1%). La dinamica nel mercato del lavoro italiano degli ultimi anni ha mostrato un aumento della permanenza nell’occupazione (dal 92,4% del 2013t1-2014t1 al 93,7% del 2017t1-2018t1) e un calo del passaggio dall’occupazione alla non occupazione, dal 7,6% al 6,3%, con una più forte riduzione della transizione verso la disoccupazione (dal 3,1% al 2,2%) piuttosto che verso l’inattività (dal 4,5% al 4,1%). La riduzione più consistente ha riguardato gli uomini che perdono il lavoro e diventano disoccupati (dal 3,3% al 2,1%), mentre è stato più altalenante l’andamento dei flussi delle donne sia verso la disoccupazione (dal 2,8% al 2,3%) sia verso l’inattività.
Eugenio Caruso 13-06-2018