La mercificazione delle relazioni.

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Capitolo 2
Maturità dell’impresa
2.5 La mercificazione delle relazioni
Nell’era del capitalismo materiale l’enfasi era posta sulla vendita di beni e servizi, nell’era della nuova economia la mercificazione di beni e servizi è secondaria rispetto alla trasformazione delle relazioni umane in merce.
Le imprese che per prime saranno in grado di sostituire la logica del prodotto con quella del marketing relazionale, concentrandosi, più che sulla vendita, sulla creazione di rapporti a lungo termine saranno quelle che per prime si adegueranno ai principi della nuova economia.
Peraltro nell’ambiente del marketing si è affermato il lifetime value (LTV), parametro che sottolinea la transizione da un ambiente regolato da transazioni discrete a uno regolato dalla costruzione di una relazione a lungo termine con il cliente, relazione alla quale può essere associato un valore.
Per calcolare il valore di un cliente le imprese devono prendere in considerazione gli acquisti da lui effettuati, l’età, la stima dei ricavi futuri attualizzati e i costi di marketing per mantenere la relazione; non è un caso che le grandi imprese adottino politiche di marketing studiate appositamente per realizzare una sorta di imprinting del proprio marchio in “clienti” in tenera età. Lo spostamento delle priorità dalla fabbricazione e dalla vendita di prodotti alla creazione di lifetime value pone il marketing al centro della vita aziendale e la produzione, imperativo della prima impresa fordista, viene considerata sempre più una funzione accessoria del marketing.
Lo spostamento di prospettiva dalla produzione al marketing rappresenta uno fra gli eventi più importanti della storia del capitalismo; il marketing è lo strumento che la nuova economia usa per trasformare norme, pratiche e attività culturali in merci.
Attraverso le tecnologie della comunicazione i professionisti del marketing attribuiscono valori culturali a prodotti, servizi ed esperienze, e fanno in modo che i consumatori siano convinti che i loro acquisti siano intrisi di significati culturali. I professionisti del marketing sono arrivati ad attribuirsi il ruolo di interpreti, creatori e consolidatori culturali, ruolo un tempo spettante alla scuola, alla chiesa, alla famiglia. Nella vecchia economia la funzione principale del marketing era vendere beni sfruttando le espressioni della cultura per attirare i clienti verso il prodotto; oggi funzione primaria del marketing è selezionare segmenti di cultura popolare e trasformarli (con l’aiuto di pubblicità, musica, cinema, design) in prodotti che stimolino una reazione emotiva nei consumatori appartenenti a quel segmento culturale.
Il marketing crea fantasie e trame, elaborate con i frammenti della cultura contemporanea, che superano il reale e trasportano il consumatore in una realtà virtuale più attraente ed eccitante. Benetton sfrutta spesso, nella sua pubblicità, immagini cruente o provocatorie (un malato di Aids moribondo, un uccello imbrattato di petrolio, un prete che bacia una suora, un attentato terroristico); un modo per posizionare il marchio al centro delle problematiche affrontate quotidianamente dalla cultura popolare, per appropriarsi di quella cultura e per trasferirla in un mondo iperreale.
La Coca-Cola si è appropriata del più grande avvenimento solidaristico della storia, l’Hands Across America network; il 25 maggio 1986, più di quattro milioni di persone si presero per mano attraverso tutti gli USA, mentre oltre due milioni di persone parteciparono a manifestazioni culturali presso scuole e chiese.
La Coca-Cola, in quell’occasione, legò il suo marchio ai problemi della povertà e della solidarietà. In tutto il mondo, tuttora, Coca Cola finanzia organizzazioni dedite alla tutela del territorio e alla lotta contro la povertà. Scrisse Alfred Schreiber: “Da quel momento le imprese hanno cominciato a dichiarare di non volere solo il danaro dei consumatori, ma di voler essere coinvolte nella loro vita e di voler condividere i loro valori”.

Eugenio Caruso - 31 luglio 2019

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