William Faulkner, con Hemingway, uno dei massimi romanzieri americani.

«Umana cosa è aver compassione degli afflitti; e come che a ciascuna persona stea bene, a coloro è massimamente richiesto, li quali già hanno di conforto avuto mestiere, et hannol trovato in alcuni: fra’ quali, se alcuno mai n’ebbe bisogno, o gli fu caro, o già ne ricevette piacere, io son uno di quegli.»
(Giovanni Boccaccio, Decameron, Proemio)

GRANDI PERSONAGGI STORICI Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. In questa sottosezione figurano i grandi poeti e letterati che ci hanno donato momenti di grande felicità.

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William Cuthbert Faulkner

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Foto prodotta da Carl van VECHTEN

William Cuthbert Faulkner, nato Falkner (New Albany, 25 settembre 1897 – Byhalia, 6 luglio 1962), è stato uno scrittore, sceneggiatore, poeta e drammaturgo statunitense, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1949 “per il suo contributo forte e artisticamente unico al romanzo americano contemporaneo”. Considerato uno dei più importanti romanzieri americani del XX secolo, autore d'opere spesso provocatorie e narrativamente complesse, la sua ellittica prosa è caratterizzata da una scrittura densa di pathos e di grande spessore psicologico, con periodi lunghi e sintatticamente sinuosi resi da una cura meticolosa dello stile e del linguaggio compositivi, tanto da venir considerato, in vita, il rivale naturale di Ernest Hemingway, che gli si oppone con il suo altrettanto celebre stile conciso e minimalista.
È inoltre ritenuto forse l'unico vero scrittore modernista statunitense degli anni trenta, in quanto l'unico a sapersi riallacciare a quella ricca schiera di scrittori sperimentali europei quali James Joyce, Virginia Woolf e Marcel Proust, grazie al suo frequentissimo utilizzo di strumenti e modalità letterarie per l'epoca innovativi, come ad esempio il flusso di coscienza, e alle sue narrazioni elaborate mediante l'intrecciarsi di punti di vista multipli e l'ampio ricorso ai salti temporali nella cronologia dell'intreccio.
Nacque William Falkner (senza la u: uno dei primi editori scrisse per errore il nome di Falkner come "Faulkner" e l'autore decise di mantenere quel cognome) a New Albany, nel Mississippi a cinquanta chilometri da Oxford, il primo di quattro figli di Murry Cuthbert Falkner (1870–1932) e Maud Butler (1871–1960)[1]. Nacquero poi Murry Charles "Jack" Falkner (1899–1975), John Falkner (1901–1963), e Dean Swift Falkner (1907–1935). Murry Falkner si era recato a New Albany per lavorare nella compagnia ferroviaria del padre, John Wesley Thompson Falkner, il nonno dello scrittore, il quale a sua volta l'aveva ereditata dal padre, il "vecchio colonnello" William Clark Falkner, bisnonno dello scrittore, che l'aveva fondata nel 1868 chiamando il tronco ferroviario "Ripley Ship Island and Kentucky" (Ripley Railroad, ora Ripley and New Albany Railroad).
Quando William nacque, il padre era capostazione a New Albany e in seguito, nominato amministratore della compagnia, si trasferì con la famiglia a Ripley. Quando il 24 settembre 1902 il padre fu costretto a lasciare il posto perché la ferrovia era stata venduta dal nonno di William, questi insieme alla famiglia si trasferì a Oxford, dove si interessò di allevamento, divenne rappresentante della "Standard Oil", di un frantoio di semi di cotone, di una fabbrica di ghiaccio e di una ditta di ferramenta, fino a ottenere, nel 1918, la carica di segretario e amministratore dell'Università del Mississippi.
A Oxford, i Falkner erano andati a vivere vicino ai genitori materni e paterni, e impiegarono una domestica, Caroline Barr (detta "Mammy Callie") che insegnò ai ragazzi i nomi delle piante e degli uccelli e raccontava storie. William divenne amico della cugina Sallie (nata nel 1899), ma soprattutto di Estelle Oldham, figlia dei vicini, compagna di giochi, suo primo amore e più tardi, dopo altri amori, sua moglie. L'infanzia del piccolo William fu lieta e le esperienze fatte nell'ambiente del profondo sud aiutarono il formarsi del suo mondo fantastico. Egli trascorreva molto tempo con il padre accanto ai recinti dei cavalli e, quando ebbe l'età per cavalcarlo, gli venne regalato un pony. Sempre con il padre esplorava la natura, girando per i boschi e osservando con occhio sempre più attento l'impoverimento dovuto allo sfruttamento economico. Ma si dava anche alle letture esplorando la letteratura di Melville, Twain, Shakespeare, Conrad, Joel Chandler Harris o Sherwood Anderson. Iniziò allora l'interesse per gli ex schiavi neri che vedeva umiliati per la discriminazione razziale e soprattutto incominciò l'amore per tutti i miti e le leggende della sua terra alla quale lo scrittore s'accostò ascoltando le storie sulla sua famiglia e in particolare sul bisnonno, William Clark Falkner.
Il bisnonno era stato una figura importante nella storia dello Stato: era giunto nel Mississippi, nella contea di Tippah a Ripley nel 1839, dopo essere fuggito da casa a soli 14 anni per raggiungere uno zio che gli aveva fatto in seguito studiare giurisprudenza; aveva combattuto durante la guerra civile tra i confederati con il grado di colonnello e guidato nel 1861 la battaglia di Manassas (Virginia), chiamata dai nordisti di Bull Run; aveva costruito una ferrovia e dato il proprio nome, Falkner, a una cittadina della vicina contea. Si era sposato, aveva visto morire la moglie in seguito al parto del primogenito John, il nonno di William, aveva partecipato ad alcuni duelli, si era risposato con una compagna d'infanzia dalla quale aveva avuto tre figli e due figlie e da queste vicende il pronipote scrittore avrebbe poi costruito la saga e la leggenda della sua famiglia. Ebbero inoltre importanza per la carriera del pronipote le sue opere, fra cui molti romanzi, che diedero vita a una tradizione letteraria famigliare. Il "vecchio colonnello" aveva infatti scritto un romanzo, dal titolo The White Rose of Memphis, uscito dapprima a puntate sul giornale di Ripley e in seguito diventato un vero bestseller, nel quale raccontava le sue avventure. Nel 1882 aveva pubblicato un altro romanzo ambientato a New York e nel 1884 le sue impressioni di un viaggio fatto in Europa dove raccontava che in Italia si era fatto scolpire una statua che sarebbe stata poi collocata presso la sua tomba, di fronte alla ferrovia. Questa storia sarà poi narrata da Faulkner in Sartoris, dove l'ispirazione per il personaggio di John Sartoris deriverà proprio dalla figura del bisnonno, e in altri racconti, sia in quelli raccolti in The Unvanquished, sia in molti altri. Data la peculiarità sociale e storica del sud degli Stati Uniti, è comprensibile che il giovane Faulkner sia stato influenzato dalla storia della propria famiglia e della sua regione e ne abbia attinto. Il Mississippi ha segnato il suo sense of humor, il suo sentire la tragica contrapposizione tra neri e bianchi, le sue caratterizzazioni nitide dei personaggi tipici e i suoi temi ricorrenti, come l'idea che dietro l'apparenza di sempliciotti e di eterni bravi ragazzi, si potessero scovare menti brillanti e fuori dal comune.
Faulkner stesso raccontava un aneddoto spiritoso al quale faceva risalire la sua decisione di diventare scrittore. Narrava che da giovane si ubriacava, la sera, con gli amici. Tra questi c'era l'allora già noto scrittore Sherwood Anderson. Osservandolo, Faulkner pensò: “Bel mestiere scrivere. La mattina lavori, il pomeriggio correggi un po' e prima di cena sei libero di andare ad ubriacarti con gli amici”. Comunicò quindi ad Anderson che aveva deciso di diventare uno scrittore anche lui. Da quella sera, per un mese, Anderson disertò le riunioni etiliche. Alla fine del mese la moglie di Sherwood Anderson bussò alla porta di Faulkner e gli disse: “Sherwood dice che se giuri di non parlargli mai di letteratura ti farà pubblicare dal suo editore. Non ne può più di stare tappato in casa per paura di incontrare un altro scrittore”. Faulkner era un burlone, ovviamente, e si divertiva a colorire questo aneddoto, ma il suo primo romanzo fu effettivamente pubblicato dall'editore di Sherwood Anderson.
Il nonno di William, il "giovane colonnello", era un tipo facile al litigio e piuttosto arrogante, con una reputazione di grande bevitore. Aveva fondato nel 1912 la Banca di Oxford che era poi fallita e ne aveva fondata un'altra, la First National, dalla quale però aveva in seguito ritirato il suo denaro per depositarlo nella banca rivale perché non era stato rinominato amministratore. Morì nel 1922, quando William aveva 25 anni.
Dal padre William ereditò invece solamente il nome: era un uomo tranquillo e viveva da sudista decaduto. Insieme ai fratelli e alla nutrice afro-americana, William bambino trascorreva il tempo nei boschi a prendere le uova degli uccelli dai nidi o a scovare le vecchie reliquie di guerra disseminate ovunque dai soldati durante la guerra civile. Alla domenica andava a messa con i fratelli o passava il tempo, nei giorni di cattivo tempo, a giocare in una stanza che essi stessi avevano dipinto di rosso. Era una esistenza felice e tranquilla, a contatto con le donne di colore che lavoravano in casa come domestiche, il cocchiere afro-americano che gli insegnò a guidare il calesse, le ex-cuoche ed ex-lavandaie che, insieme al padre, andava a trovare nelle loro abitazioni. Saranno questi personaggi a diventare i protagonisti di molta della sua narrativa in cui egli molte volte descrisse quei personaggi senza cambiarne neppure il nome.
Durante il periodo dell'adolescenza, che trascorse serenamente, ebbe inizio il suo interesse per le arti ed egli scrisse le sue prime poesie. Nel 1915 abbandonò la scuola e per due anni studiò da autodidatta, mentre lavorava malvolentieri nella banca del nonno. Poi si mise a frequentare il campus dell'University of Mississippi, senza esservi iscritto. Nel 1918, Estelle, della quale il giovane era innamorato, annunciò il suo fidanzamento con Cornell Franklin, laureato in legge e praticante legale nelle Hawaii. William si dichiarò ai genitori di lei, ma questi gli preferirono l'altro, che offriva maggior sicurezza. Allora lui lasciò il lavoro presso la banca per trasferirsi a Oxford dove lavorò per un breve periodo in un negozio di armi. In seguito cercò di entrare nell'aeronautica militare ma non venne accettato perché non aveva frequentato l'Università. Nonostante le sue affermazioni, i documenti indicano che Faulkner non è mai stato un membro dell'aeronautica britannica e non ha mai prestato servizio attivo durante la Prima Guerra Mondiale. Nonostante le sue lettere lo affermino, Faulkner non ha ricevuto un addestramento in cabina di pilotaggio e non ha nemmeno mai volato. Faulkner tornò a Oxford nel dicembre 1918, dove raccontò ai conoscenti finte storie di guerra e finse persino di aver riportato una ferita di guerra.
Nell'inverno del 1918-1919 pubblicò le sue prime poesie e i suoi primi racconti sul giornale "Eagle" di Oxford, sulla rivista universitaria "The Mississippian" e su "New Republic" (il 6 agosto 1919, la lunga poesia intitolata L'après-midi d'un faune). L'estate del 1919 Faulkner la trascorse come istruttore di golf presso il campus dell'università, nella quale a settembre venne ammesso a un corso speciale per ex-combattenti. Seguì per alcuni trimestri i corsi di lingua francese, di spagnolo e di letteratura inglese, senza però mai conseguire la laurea. Oltre ai primi suoi scritti, collaborò a "The Mississippian" anche con traduzioni (da Paul Verlaine) e recensioni (su Conrad Aiken, Edna St. Vincent Millay, Eugene O'Neill), aiutò a costruire il campo da tennis e frequentò il gruppo filo-drammatico dei "The Marionettes". Tra l'altro incontrò Estelle, che faceva visita ai suoi dalle Hawaii portando con sé la figlia Victoria, e le regalò un dattiloscritto di poesie di 88 pagine intitolato Vision in Spring.
Nel novembre del '19 andò a New York a trovare l'amico Stark Young, che abitava in una camera in affitto presso Elizabeth Prall, futura moglie di Sherwood Anderson. Lei dirigeva la libreria di Scribner e William accettò di lavorarvi come commesso. Il 3 dicembre del 1921 ritornò a Oxford e nel marzo del 1922 ottenne un posto presso l'ufficio postale dell'università dove lavorava il padre. Non sempre collaborativo con colleghi e clienti, non consegnava le riviste agli abbonati fino a quando le aveva lette o le prestava agli amici, e soprattutto passava il tempo a scrivere più che a riordinare la posta. Lo stipendio era basso ed egli s'inventò i lavori più disparati: fondò una società di assicurazioni, la "Bluebird Insurance Company", che assicurava gli studenti dalle bocciature, ma che fu messa in seguito fuori legge dall'università stessa, organizzò un gruppo di Boy scouts e accompagnava i ragazzi nei boschi per studiare storia naturale. Nell'ottobre del 1924 lasciò il posto presso l'ufficio postale e a dicembre di quell'anno pubblicò, a proprie spese e con l'aiuto e la prefazione di Phil Stone, una raccolta di poesie dal titolo The Marble Faun: mille copie delle quali riuscì a venderne solamente una cinquantina.
Nel gennaio del 1925 si recò a New Orleans per incontrare Sherwood Anderson, con l'intenzione di partire poi per l'Europa ma, essendo il viaggio stato rimandato di sei mesi, iniziò a collaborare alla rivista The Double Dealer e all'edizione della domenica del Times-Picayune per dieci dollari alla settimana. In questo periodo conobbe anche Anita Loos e si innamorò di Helen Baird, scultrice. A marzo arrivò Sherwood con Joseph Conrad che era tra gli scrittori più apprezzati da Faulkner e sotto il suo influsso incominciò a scrivere prosa. In poche settimane scrisse The Soldier's Pay (La paga del soldato, durante la lavorazione intitolato Mayday) che, grazie alla raccomandazione di Sherwood presso il suo editore, Boni & Liveright, uscirà nel 1926 ottenendo poco successo e scarse vendite. Intanto, con l'amico pittore William Spratling riuscì a partire per l'Europa e visitò l'Italia, la Svizzera e Parigi, dove visse sulla "rive-gauche" della Senna e si fece crescere la barba. Forse incontrò anche James Joyce di cui aveva letto Ulysses.
Verso la fine del 1925 Faulkner ritornò a Oxford e durante la primavera del 1926 fece l'istruttore di golf mentre nel periodo estivo lavorò dapprima presso una segheria e in seguito sui battelli da pesca. Insieme a Soldiers' Pay (che la madre giudicò scandaloso e il padre si rifiutò di leggere) vide le stampe una raccolta di caricature di personaggi celebri di New Orleans, Sherwood Anderson and Other Famous Creoles, con disegni di William Spratling, che gli costò la perdita dell'amicizia di Sherwood. Intanto Estelle era tornata a Oxford e stava divorziando dal marito. William regalò alla figlia di lei per l'ottavo compleanno un coloratissimo manoscritto intitolato The Wishing Tree. Nel marzo 1927 Helen Baird si sposò con un altro uomo. Nell'aprile 1927 venne pubblicato Mosquitoes (Zanzare) che descrive in modo satirico la società letteraria di New Orleans. Il libro non ebbe alcun successo e l'editore "Boni & Liveright", che già aveva pubblicato Soldier's Pay, sospese il contratto con il quale si era impegnato a pubblicare altri tre libri dell'autore.
Nonostante anche Flags in the Dust venisse rifiutato (attraverso l'amico Ben Wasson, ora agente letterario a New York) da ben 11 case editrici, Faulkner non si scoraggiò e continuò a scrivere, mentre cercava di guadagnarsi da vivere facendo disparati e saltuari lavori, tra cui l'imbianchino e il falegname. Il 20 giugno 1929, dopo che il divorzio di lei divenne definitivo, sposò la sua mai dimenticata Estelle, prima e unica moglie che lo sosterrà con fiducia sino alla fine dei suoi giorni. Tra i lavori saltuari dell'estate del 1929, prima che uscisse Sartoris (versione tagliata e reintitolata di Flags in the Dust), ci fu quello di fuochista alla centrale elettrica dell'Università, ma Faulkner durante gli orari di minor lavoro, di solito tra la mezzanotte e le quattro del mattino, continuava instancabilmente a scrivere.
Nel 1929 uscì Sartoris, nell'edizione "Harcourt, Brace", il primo romanzo ambientato nella mitica Yoknapatawpha County: fedele riproduzione della Contea Lafayette, dove Faulkner visse lungo quasi tutto l'arco della sua vita. La storia narrata nel romanzo è quella del bisnonno e del nonno dell'autore e darà inizio al filone faulkneriano con la ricostruzione immaginaria ma in fondo realistica della storia del Sud ottocentesco. Faulkner conobbe in questa occasione lo scrittore James Silver, in seguito professore presso l'Università del Mississippi, che gli aveva portato da leggere la sua tesi di Laurea sulla Guerra Civile. Fu l'inizio di una lunga amicizia.
Nell'ottobre di quell'anno (1929) uscì anche The Sound and the Fury (L'urlo e il furore) che narra il dramma di una vecchia famiglia del Sud, i Compson, una volta ricca e ora in decadenza. Il romanzo, pur essendo considerato dallo stesso autore il suo migliore e ricevendo critiche buone o entusiastiche, non ebbe successo e rimane ancor oggi una tra le sue opere più difficili ed enigmatiche.
Nel 1930 venne poi pubblicato As I Lay Dying (Mentre morivo), scritto velocemente dal 15 ottobre all'11 dicembre dell'anno precedente, ma, come già accaduto per L'urlo e il furore, il libro non raccolse alcun consenso. Nel frattempo tre riviste pubblicarono suoi scritti. "Forum", a distribuzione nazionale, nel numero di aprile fece uscire il racconto A Rose for Emily, "The Saturday Evening Post" nel numero di settembre Thrift, e "Scribner's" nel numero di gennaio 1931 Dry September.
Nell'aprile del 1930 William ed Estelle avevano comprato una casa in rovina su un terreno appena fuori Oxford. La chiamarono "Rowan Oak" e cominciarono i lavori, anche ad opera dello stesso Faulkner, per renderla abitabile. Quando riuscirono a trasferirvisi, oltre ai due figli di Estelle, andarono a viverci, più tardi, anche i domestici Caroline Barr e Ned Barnett, detto "zio Ned". La vendita dei racconti Red Leaves e Lizards in Jamshyd's Courtyard al "The Saturday Evening Post" fruttarono alla coppia 750 dollari: più di tutti i romanzi scritti fino ad allora. L'11 gennaio del 1931 nacque prematuramente la figlia Alabama, che morì dopo soli 9 giorni.
In questi anni Faulkner, nel tentativo di guadagnare, ebbe l'idea di Sanctuary (Santuario), un romanzo dal valore sensazionale, scritto in uno stile che anticipa il pulp e che venne pubblicato nel 1931 portandogli finalmente il successo e alleviando notevolmente i suoi problemi economici. In Santuario Faulkner affronta, in modo incredibilmente attuale, i temi della corruzione e del male con un tono definito gotico. Il libro produsse a Oxford uno scandalo notevole e come scrive Fernanda Pivano

"Amici e parenti lessero il libro di nascosto, avvolgendolo in carte pesanti mentre lo portavano dal negozio di MacReed a casa, e subito andando a protestare dall'autore. Era fin troppo evidente, oltre tutto, che l'autore mostrava di conoscere un po' troppo da vicino gli ambienti che in quegli Anni Rosa sembravano malfamati: i contrabbandieri di alcool, i bordelli, le maîtresses".

Ma intanto Faulkner, grazie agli introiti dovuti alle vendite del romanzo, ma anche alle prime edizioni europee dei suoi libri che cominciavano a uscire a Londra e a Parigi, poté finire di restaurare la sua casa a due piani in stile coloniale. La casa era stata costruita nel 1836 da un piantatore irlandese, ereditata poi dalla famiglia Anderson che la aveva usata come fattoria (nel cui frutteto William e i fratelli avevano rubato la frutta, mentre andavano a fare una nuotata nello stagno del bosco). Quando Faulkner l'aveva acquistata, la casa era priva di corrente elettrica e di acqua corrente, ma aveva un pascolo discretamente vasto che sarebbe potuto diventare un galoppatoio; ed anche un campo da tennis facilmente trasformabile in ampia spianata, come fu poi fatto.
Con l'uscita di Santuario arrivò il successo. Uscirono il racconto Spotted Horses su "Scribner's" (giugno 1931) e la raccolta di racconti These 13 a settembre presso "Cape & Smith". Faulkner ha soprattutto modo di partecipare a conferenze, incontrare colleghi scrittori (tra cui Dorothy Parker, H. L. Mencken, Robert Benchley, John O'Hara, John Dos Passos, Frank Sullivan, Dashiell Hammett, Lillian Hellman, Nathanael West ecc.) e altri editori. Il successo però significava anche ricevere l'attenzione dei produttori di Hollywood: qui Faulkner cominciò a collaborare e poi lavorò per i vent'anni successivi, dividendo il suo tempo tra la frenetica città del cinema e la vita dal ritmo tranquillo di Oxford. Tra i racconti pubblicati Turn About (su "The Saturday Night Evening Post" di marzo 1932), l'introduzione alla nuova edizione di Sanctuary (1932), Idyll in the Desert (pubblicato da Random House in edizione limitata di 400 copie). Nel maggio 1932 lavorò per la Metro-Goldwyn-Mayer per meno di una settimana; poi venne assunto da Howard Hawks per scrivere la sceneggiatura del film Rivalità eroica.
Nel 1932 pubblicò Light in August (Luce d'agosto) e vendette i diritti per la realizzazione del film Perdizione. L'anno successivo prese il brevetto di pilota e il 24 giugno nacque la figlia Jill. In autunno comprò un biplano dall'amico pilota Vernon Omlie e, per aiutare il fratello Dean, chiese a lui di insegnargli a volare. I tre faranno diversi voli e anche qualche dimostrazione pubblica con il nome di "W. Faulkner Famous Author Air Circus". Il fratello morirà poi il 10 novembre 1935 in un incidente aereo. Nell'aprile 1934 uscì la raccolta di racconti Doctor Martino and Other Stories e successivamente, ancora su "The Saturday Evening Post", i racconti Ambuscade, Retreat e Raid.
Ne marzo del 1935 uscì Pylon (Pilone). La morte del fratello Dean, che lasciò la moglie Louise incinta, lo gettò nello sconforto anche perché se ne sentì responsabile. Continuò il rapporto con Howard Hawks, per il quale lavorò a diversi progetti della 20th Century Fox. Nello stesso anno cominciò una relazione amorosa con la segretaria di lui, Meta Doherty Carpenter (1908-1994), che si protrasse per oltre 15 anni.
Mentre terminava Absalom, Absalom! (Assalonne, Assalonne!, 1936) e la sceneggiatura de Le vie della gloria finì in ospedale per alcolismo. Anche la moglie divenne preda del vizio di bere. I due per un periodo vissero a Santa Monica (California), mentre lui scriveva la sceneggiatura di La più grande avventura, poi diretto da John Ford. Nel 1937, durante un viaggio a New York, recuperò l'amicizia con Sherwood Anderson. Poi venne riaccompagnato dall'amico Eric J. Devine a Oxford, perché si disintossicasse dall'alcool. Alla fine dell'anno, mentre lavorava a diverse storie, poi pubblicate con The Wild Palms, leggeva ad alta voce John Keats e A. E. Housman alla figliastra Victoria, tornata a casa dalla madre dopo il fallimento del suo primo matrimonio.
Nel 1938 uscì The Unvanquished (Gli invitti), poi considerato uno dei suoi capolavori. Dalla vendita dei diritti cinematografici guadagnò abbastanza per comprare terreno allargando i confini della sua tenuta. Alla fine dell'anno prese Harold Ober come nuovo agente letterario. Il successo fu però provvisorio, se si considera che tra il 1931 e il 1945 la sua opera passò quasi inosservata in America e che la fama di Faulkner era maggiore in Europa: soprattutto in Francia, dove egli veniva pubblicato da Gaston Gallimard e aveva l'appoggio di intellettuali quali Gide, Malraux e Sartre.
Dopo queste opere, Faulkner scrisse libri di forza meno incisiva come The Wild Palms (Palme selvagge, 1939), The Hamlet (Il borgo, 1940, parte della trilogia cosiddetta "Snopes", dal nome della famiglia protagonista, che comprende anche The Town, 1957 e The Mansion, 1959), il racconto The Bear (su "The Saturday Evening Post" del novembre 1941) o Go Down, Moses (1942, da lui considerato un romanzo: nonostante l'editore che volle aggiungerci and Other Stories).
È questo un periodo di nuove difficoltà economiche, con la guerra che ha stretto i cordoni della borsa o convertito le storie che produce in propaganda bellica. A Hollywood, quando non riusciva a trovare lavoro, Faulkner se ne andava a pescare con Clark Gable. Gli riuscì comunque di collaborare al film Arcipelago in fiamme. Nel 1944 venne ospitato dall'amico scrittore A. I. Bezzerides e lavorò ai film Acque del sud, tratto da Ernest Hemingway; Il grande sonno, da Raymond Chandler; e Il romanzo di Mildred da James M. Cain. Nel 1946, grazie al critico Malcolm Cowley, che divulgò la sua difficile prosa nell'antologia da lui curata The Portable Faulkner pubblicata per la Viking Press, l'opera di Faulkner venne rilanciata. Inoltre, il racconto An Error in Chemistry vinse il secondo premio a un concorso indetto da "Ellery Queen's Mystery Magazine". L'anno successivo lo scrittore lavorò a La valle del sole (titolo originale: Stallion Road) e brevemente a L'uomo del Sud di Jean Renoir. In qualche modo però si sentiva in crisi con la Warner Bros. per la quale stava lavorando e si rifugiava a Rowan Oak. Ad aprile tenne sei lezioni di letteratura presso l'università del Mississippi, a condizione che non venissero registrate né si prendessero appunti.
Nel 1948 Faulkner pubblicò il romanzo Intruder in the Dust (Non si fruga nella polvere) e nel 1949 una raccolta di racconti gialli intitolata Knight's Gambit dove il protagonista era Gavin Stevens (apparso anche in Luce d'agosto e in Scendi, Mosè), detective e avvocato, profondo conoscitore della vita e delle abitudini degli abitanti della contea di Yoknapatawpha. Molti dei suoi racconti e dei suoi romanzi hanno per teatro l'immaginaria contea di Yoknapatawpha, per descrivere la quale lo scrittore si è ispirato alla contea, quasi identica in termini geografici, di Lafayette nel Mississippi, il cui capoluogo era la sua città natale, Oxford. Yoknapatawpha è il suo marchio di fabbrica ed è considerata una delle più monumentali creazioni di fantasia nella storia della letteratura.
Nel 1949 gli fecero visita scrittori come Eudora Welty e registi come Clarence Brown, e inoltre vinse il "Premio O. Henry" per il racconto A Courtship. In seguito si offrì come mentore a Joan Williams e pubblicò Collected Stories of William Faulkner (1950), senza aspettarsi (gli venne annunciato il 10 novembre e consegnato il 10 dicembre) il Premio Nobel per la letteratura per l'anno 1949 (ritardato al 1950). Dapprima riluttante, decise poi di recarsi a Stoccolma; lo accompagnò la figlia Jill. Nel 1951 scrisse Requiem for a Nun (Requiem per una monaca), una commedia in tre atti preceduta da lunghi prologhi senza dialogo. Lo scritto era per metà un'opera narrativa e per metà un'opera teatrale, con le due parti alternate tra di loro. Lo stesso Faulkner, interrogato in proposito dai giornalisti, dichiarò che quella era semplicemente "la forma che riteneva più congeniale alla storia che voleva raccontare". Da Requiem per una monaca venne tratta nel 1956 una versione teatrale in francese da Albert Camus. Nel 1951 Faulkner collaborò anche alla sceneggiatura di La mano sinistra di Dio, nuovamente per Howard Hawks, ma il film fu realizzato anni dopo da Edward Dmytryk senza la firma dell'autore.
Nel 1952, allevando cavalli, cadde due volte danneggiando la schiena. Poi accettò la laurea honoris causa in Lettere dalla Tulane University, dichiarando durante la cerimonia che non ne avrebbe mai accettate altre. Durante un viaggio a Parigi, dove cadde più volte, i medici che lo visitarono si accorsero che la schiena aveva diverse fratture, ma lo scrittore rifiutò di operarsi come anche più tardi, quando a Memphis venne ricoverato per lo stesso problema (e per depressione e alcolismo). Nel 1953 scrisse il saggio quasi autobiografico Mississippi per la rivista "Holiday" (aprile 1954) e volle partecipare al funerale di Dylan Thomas, da poco conosciuto. Collaborò quindi alla sceneggiatura di La regina delle piramidi. Nel 1954 pubblicò il romanzo allegorico A Fable (Una favola), che gli fece ottenere il National Book Award per la narrativa e il Premio Pulitzer. Lo stesso anno la figlia Jill sposò Paul D. Summers e si trasferì a Charlottesville in Virginia. Nel 1955 pubblicò An Innocent at Rinkside per "Sports Illustrated" e la conferenza On Privacy su "The Harper's" (ma scritta per l'University of Oregon e per l'University of Montana dove la pronunciò in aprile).
Lo stesso anno uscì una nuova raccolta di racconti, Big Woods sul tema della caccia; poi finì la trilogia (formata da The Hamlet, The Town e The Mansion). Diversi film di successo furono tratti da sue opere, con l'autore ancora in vita, come La lunga estate calda (tratto da The Hamlet) e The Sound and the Fury, entrambi di Martin Ritt, o Il trapezio della vita di Douglas Sirk (tratto da Pylon). Nel 1962 uscì il suo ultimo libro, The Reivers (I saccheggiatori). Nonostante l'ultima parte della sua vita fosse segnata dal grave problema dell'alcolismo ed egli entrasse e uscisse da diversi ospedali durante i suoi lunghi viaggi (in Europa, ma anche in America latina e in Giappone e nelle Filippine), le sue condizioni non gli impedirono di presenziare all'assegnazione del Premio Nobel per la letteratura e di pronunciare uno dei discorsi più significativi dal punto di vista morale mai ascoltati in tale occasione. Faulkner decise, inoltre, di devolvere il proprio premio per la costituzione di un fondo che avesse come scopo quello di aiutare e incoraggiare nuovi talenti letterari, il Premio Faulkner. Morì all'età di sessantaquattro anni, il 6 luglio 1962, a causa di un infarto miocardico acuto nell'ospedale Wright's Sanitorium di Byhalia (Mississippi) e fu sepolto nel St. Peter Cemetery di Oxford. La vecchia casa di Oxford è stata donata all'università del Mississippi in ricordo dello scrittore e con l'intento di fornire alloggio per gli studenti di giornalismo.

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Classico paesaggio di una piantagione negli Stati Confederati d'America, 1850


The Sound and the Fury

L'opera, pubblicata nel 1929, è il quarto romanzo dell'autore. Utilizzando soprattutto le tecniche del dialogo e del flusso di coscienza, la storia narra alcuni episodi nella vita dei membri di un'antica famiglia del Sud, i Compson, una volta ricca e ora in decadenza.

«Certe giornate verso la fine di agosto a casa sono così, l'aria sottile e pungente come questa, con qualcosa di mesto e nostalgico e familiare. L'uomo è la somma delle sue esperienze climatiche, diceva il babbo. L'uomo è la somma di tutto quello che vuoi.»

Il romanzo è ambientato nella contea immaginaria di Yoknapatawpha ed è suddiviso in quattro parti. Protagonista del romanzo è una decadente famiglia bianca del sud degli Stati Uniti. La madre, Caroline, è sposata a Jason Compson III; i coniugi Compson hanno quattro figli: Quentin, Candace (Caddy), Jason, Benjamin e una nipotina, figlia di Caddy, chiamata anche lei Quentin, in memoria dello zio. I capitoli del romanzo racchiudono ciascuno una giornata. Il primo capitolo tratta del 7 aprile 1928; il secondo del 2 giugno 1910; il terzo del 6 aprile del 1928; l'ultimo racconta dell'8 aprile 1928. Per ogni capitolo cambia la voce narrante. La prima è quella di Benjy Compson, il figlio ritardato mentale di 33 anni; la seconda parte si svolge 18 anni prima delle altre ed è raccontata da Quentin Compson, all'epoca studente ad Harvard, che si suicida a causa di una serie di eventi che coinvolgono la sorella Caddy; la terza parte riflette il punto di vista del loro cinico fratello Jason; mentre la quarta è raccontata in terza persona e basata sulle impressioni di Dilsey, la serva nera più anziana tra quelli al servizio della famiglia. Dilsey, l'instancabile balia della famiglia Compson, ha tre figli: Versh, Frony, e T. P.; Frony a sua volta ha un figlio, Luster, che si occupa di Benjamin. Il testo è diviso in quattro capitoli, in ciascuno dei quali la narrazione adotta un punto di vista differente. A ciascuna delle quattro parti corrisponde, di conseguenza, un insieme di caratteristiche retorico-stilistiche distinte, laddove la tecnica del flusso di coscienza è sostanzialmente onnipresente. Così come vuole la letteratura modernista, i fatti raccontati sono in ogni caso frammentari e raramente rispettano i criteri logici di rappresentazione tipici del romanzo tradizionale. Ciò implica che la narrazione è alterata costantemente a livello temporale: in particolare, a ogni frase in corsivo corrisponde, per esplicito volere tipografico di Faulkner, uno spostamento all'interno del tempo della storia (ma nel testo sono presenti anche spostamenti non segnalati da frasi in corsivo). Al momento dell'uscita, l'autore sognava che a ogni salto temporale corrispondesse un cambiamento nel colore dell'inchiostro utilizzato nella stampa; questo desiderio, irrealizzabile ai tempi di Faulkner, è stato oggi esaudito da "the Folio Society". Le voci de L'urlo e il furore sono inoltre un esempio di focalizzazione interna e di narratore inaffidabile: ciascun personaggio è totalmente immerso all'interno del contesto famigliare descritto e, in base ai suoi specifici rapporti interpersonali, i suoi tratti caratteriali e le sue condizioni mentali, altera la realtà descritta, deformandola o accentuandone degli elementi particolari. Esemplare è il caso della voce di Benjy. Egli è affetto da un tipo di malattia cognitiva (è definito per questo "the idiot" all'interno del testo) e la sua narrazione è totalmente distorta per quanto riguarda le coordinate spazio-temporali, i rapporti causa-effetto e, in generale, la veridicità. Fatti del presente e del passato si fondono e si sovrappongono: essi sono resi attraverso una sintassi prevalentemente paratattica e un vocabolario limitato (circa cinquecento parole sono usate nella sezione di Benjy), scelte di scrittura "giustificate", appunto, dalla malattia del personaggio vero e proprio.


Mentre morivo (titolo originale As I Lay Dying)

Nel libro viene narrata una storia semplicissima sul piano della mera fabula ma estremamente complessa su quello dell'intreccio, dello stile e della tecnica narrativa. Ed è proprio la forma peculiare e studiatissima a fare di questo impervio romanzo uno dei vertici della narrativa del XX secolo. Come ricorda Fernanda Pivano in un lungo saggio introduttivo a Luce d'agosto, Faulkner scrisse Mentre morivo nell'estate del 1929, all'età di 32 anni, quando lavorava come fuochista alla centrale elettrica dell'Università di Oxford, Mississippi, e vi si dedicava «nelle ore di minor lavoro, tra la mezzanotte e le quattro del mattino, usando come tavolino una carriola capovolta». Il titolo originale, As I Lay Dying, deriva dal Libro XI dell'Odissea, quello della discesa agli inferi da parte di Ulisse, laddove Agamennone, ormai un'ombra, narra all'amico vivo le circostanze della propria uccisione, compiuta da Egisto e Clitennestra tra le mura della sua stessa casa, sottolineando dolorosamente che egli non ricevette dalla moglie alcun gesto di pietà nemmeno da morto. Il verso recita la seguente frase:

"As I lay dying the woman with the dog's eyes would not close my eyelids for me as I descended into Hades". Nella versione italiana di Aurelio Privitera il passo omerico suona così: "a terra morente (...) la faccia di cagna (...) non ebbe il cuore, mentre andavo nell'Ade, di chiudermi gli occhi".

Il titolo introduce il clima funebre del romanzo, che mette in scena un rito di sepoltura, ora grottesco ora drammatico, carico di suggestioni simboliche, attraverso il flusso di coscienza e la tecnica multiprospettica. Una famiglia di contadini poveri e primordialmente legati alla terra, i Bundren, è presentata mentre veglia insieme ad alcuni vicini sugli ultimi momenti di vita di mamma Addie. Siamo nella contea di Yoknapatawpha (l'immaginaria regione del Mississippi, qui nominata fuggevolmente solo una volta, già introdotta da Faulkner in Sartoris e ne L'urlo e il furore, entrambi del 1929), ed è un luglio insieme torrido e piovoso, che sconvolgerà il territorio con un'inondazione mai vista da quelle parti a memoria d'uomo. Morta Addie, il marito Anse e i cinque figli (Cash, Darl, Jewel, Dewey Dell e Vardaman) caricano la bara su un carro malconcio e partono per la lontana Jefferson, dove la donna era nata e dove desiderava essere sepolta. Questo viaggio carico di simboli archetipici e allegorie anche bibliche (il pesce, il cavallo, il diluvio, la discesa agli inferi, il rogo purificatore, il capro espiatorio), a causa dell'inondazione che trascina via i ponti del fiume, dura più di una settimana tra varie e tragicomiche peripezie, e occupa gran parte della narrazione. E sono proprio le difficoltà del viaggio e far esplodere i rancori che covano tra i membri della famiglia, ciascuno dei quali è prigioniero del proprio dramma privato e nasconde segreti e desideri più o meno inconfessabili. Giunti a Jefferson, i Bundren si liberano dei ‘miasmi’ tragici che li opprimono, seppellendo il cadavere in putrefazione di Addie (sono passati nove giorni dalla morte) e spedendo Darl al manicomio di Jackson, mentre la diciassettenne Dewey Dell, segretamente incinta, cerca di procurarsi un aborto farmacologico finendo involontariamente per prostituirsi a un droghiere senza scrupoli, che in cambio le dà da bere un intruglio che "puzzava d'acquaragia". Così purificata, la famiglia si ricompone all'istante e realizza finalmente i piccoli sogni dei poveri, come le banane comprate da Dewey Dell per il piccolo Vardaman, il grammofono per Cash e i denti nuovi per lo sdentato Anse, che a Jefferson trova pure una nuova moglie. La storia raccontata prende forma lentamente attraverso un complesso contrappunto polifonico di monologhi, secondo la tecnica del flusso di coscienza, ma piegandola alla propria peculiare esigenza di rappresentare in modo insieme crudo e profondamente elegiaco il mondo rurale e primitivo del Sud degli Stati Uniti. I 59 capitoli, non numerati, portano come titolo solo il nome del personaggio che di volta in volta prende la parola e racconta la storia dal proprio personale punto di vista. Oltre ai sette membri della famiglia, ci sono altre otto voci monologanti: i vicini coniugi Tull (Cora e Vernon), il medico Peabody, il locandiere Samson, l'"uomo di Dio" Withfield, l'ospite Armstid e i droghieri Moseley e MacGowan. È molto interessante dare uno sguardo d'insieme alla distribuzione dei 59 monologhi, perché si vede, ad esempio, che se ben 19 sono assegnati al "folle" Darl e 10 al piccolo Vardaman (uno dei quali, il 19, costituito da una sola frase: "Mia madre è un pesce"), uno solo, e non particolarmente significativo, è assegnato a Jewel, che pure ha una notevolissima presenza scenica nei monologhi degli altri; fondamentale, invece, è l'unico monologo assegnato a Addie, che sembra addirittura parlare post mortem. Ecco, in ordine di apparizione, le 15 voci monologanti, seguite dai capitoli ad esse assegnati: Darl (1, 3, 5, 10, 12, 17, 21, 23, 25, 27, 32, 34, 37, 42, 46, 48, 50, 52, 57); Cora (2, 6, 39); Jewel (4); Dewey Dell (7, 14, 30, 58); Tull (8, 16, 20, 31, 33, 36); Anse (9, 26, 28); Peabody (11, 54); Vardaman (13, 15, 19, 24, 35, 44, 47, 49, 51, 56); Cash (18, 22, 38, 53, 59); Samson (29); Addie (40); Withfield (41); Armstid (43); Moseley (45); MacGowan (55).


Assalonne, Assalonne! (Absalom, Absalom!)

Ambientato prima, durante e dopo la guerra di secessione americana, è la storia di tre famiglie del Sud degli attuali Stati Uniti d'America, focalizzata in particolare sulla vita di Thomas Sutpen. Assalonne, Assalonne! riprende la saga familiare dei Sutpen, narrata in toni da epopea che assumono via via le suggestioni della leggenda. Il capostipite, di cui si narra l'ascesa e la caduta, è Thomas Sutpen, uomo bianco nato in povertà nella Virginia Occidentale che si trasferisce nel Mississippi con gli obiettivi complementari di raggiungere forti guadagni, ricchezza e benessere e diventare, da perfetto sconosciuto, un potente patriarca di famiglia. Il narratore di cornice è principalmente Quentin Compson, che si rivolge al suo compagno di stanza all'Università di Harvard, Shreve, il quale spesso contribuisce alla narrazione con suggerimenti e congetture. Il resoconto della storia di Sutpen, dunque, procede interamente per via di flashback. Il nucleo del racconto di Compson viene via via reinterpretato dai due amici ed è costituito a sua volta dalle narrazioni di Rosa Coldfield, interpolate da sue lunghe digressioni e peraltro fondate su una memoria parziale dei fatti, e dal racconto del padre di Quentin e del nonno di questi, che era amico dei Sutpen. In ogni rivisitazione, il lettore apprende ulteriori dettagli e sfaccettature della storia; elemento narrativo che complica una tale stratificazione di narratori e interpretazioni non è soltanto che gli eventi della storia vengano ripresi senza rispettare un ordine cronologico e con dettagli diversi a seconda del narratore, ma anche che la pletora di interpretazioni e speculazioni soggettive dei personaggi vengano invece presentate come fatti oggettivi. Lo stile narrativo ricorda molto quello de La coscienza di Zeno, tanto che in ultimo il lettore è più sicuro delle attitudini e dei giudizi, eventualmente anche dei pregiudizi, di chi narra, che della storia stessa.
Thomas Sutpen arriva a Jefferson, Mississippi con alcuni schiavi e un architetto francese costretto a lavorare per lui. Sutpen riesce, con l'inganno, a ottenere cento miglia quadrate di terra da una tribù di nativi americani locali e inizia immediatamente a costruirvi una grande piantagione quindi chiamata "Sutpen's Hundred", che comprende anche una villa la cui opulenza è tesa ad ostentare la sua ricchezza. Per esaudire le sue ambizioni, Sutpen ritiene a questo punto che sia necessaria una moglie che gli dia un figlio maschio come erede: riesce così ad ingraziarsi un mercante locale e ne sposa la figlia, Ellen Coldfield. Ellen dà alla luce due bambini: Henry e Judith. Henry frequenta l'Università del Mississippi e vi incontra Charles Bon, compagno di studi che ha dieci anni più di lui. Henry conduce a casa propria per Natale Charles e questi, durante la permanenza, si innamora di Judith. I due sembrano serenamente avviati al fidanzamento, tuttavia Thomas Sutpen si rende conto che Charles è il figlio da lui avuto da un precedente matrimonio e si affretta a impedire l'unione. Sutpen aveva infatti lavorato in una piantagione nelle Indie occidentali francesi come sorvegliante e, dopo avervi domato una rivolta di schiavi, gli era stata offerta la mano della figlia del proprietario, Eulalia Bon. Costei gli aveva dato un figlio, Charles. Quando però, dopo la nascita del bambino, Sutpen aveva scoperto che Eulalia era meticcia e di essere stato ingannato, aveva considerato nullo il matrimonio e aveva ripudiato la moglie e il figlio, abbandonando la piantagione e tuttavia lasciando quest'ultima ai due quale sorta di ricompensa morale. Il lettore apprende anche altri particolari del periodo giovanile di Sutpen, nel quale gli si era radicata la convinzione che il principio fondante della società fosse il denaro e che da esso dipendesse il valore dell'uomo; in tale periodo era maturato anche il proposito di Sutpen di creare la propria dinastia. Quando Sutpen rivela ad Henry che Charles è il loro fratellastro, per cui a Judith non è concesso di sposarlo, Henry si rifiuta di crederci, ripudia il proprio diritto di nascita e accompagna Charles a casa sua a New Orleans. Quindi tornano in Mississippi per arruolarsi nella loro compagnia universitaria, unendosi all'esercito confederato per combattere nella guerra civile. Durante la guerra, Henry lotta con la propria coscienza, con il probabile esito di accondiscendere al matrimonio del fratellastro e della sorella: come che sia, tale risoluzione cambia però quando Sutpen rivela a Henry che Charles è in parte nero. Finita la guerra, Henry sigilla in maniera definitiva la proibizione del padre rispetto al matrimonio dei due figli, uccidendo Charles alle porte della villa e poi auto-esiliandosi nella fuga. Thomas Sutpen ritorna dalla guerra e comincia a rimettere in sesto la propria casa, le cui centinaia di miglia quadrate sono state razziate dai carpetbagger e devastate dalle ritorsioni dei nordisti; altrettanto cerca di fare quanto alla propria dinastia, proponendosi a Rosa Coldfield, la sorella minore della moglie morta (e più giovane dei figli di Thomas). La donna dapprima accetta ma, quando rimane offesa dalla richiesta di Sutpen di dargli un figlio prima che il matrimonio abbia luogo, lascia "Sutpen's Hundred". Sutpen inizia quindi una relazione con Milly, la nipote quindicenne di Wash Jones. Questi, un "rifiuto bianco" della società sia bianca che di colore, rimasto civile durante la guerra, è una trista figura di "perdente", uno squatter roso dalla malaria, dalla miseria, dal malcontento, dalla furia di rivalsa, che vive in una stamberga entro i confini della piantagione di Thomas e gli fa da servo e da sorvegliante. Quando però Milly rimane incinta e dà alla luce una figlia, Sutpen ne resta terribilmente deluso, perché sulla nascita di un maschio riposava la sua ultima speranza dinastica. Egli dunque scaccia Milly e la bambina, sostenendo che non sono degne di dormire nelle stalle con il suo cavallo, che aveva invece appena partorito un maschio. Infuriato, Wash Jones uccide Sutpen, Milly e la neonata, ed infine viene ucciso mentre tenta di resistere all'arresto. La narrazione della tensione all'eredità materiale, e insieme al retaggio, di Thomas Sutpen si conclude in tragedia. Quentin riconduce Rosa a "Sutpen's Hundred": la piantagione è apparentemente abbandonata ma vi trovano invece Henry Sutpen e Clytemnestra (Clytie), figlia che Thomas ha avuto da una schiava. Henry era tornato alla tenuta per morirvi e tre mesi dopo, quando Rosa torna con un medico per il nipote, Clytie li scambia per forze dell'ordine e provoca un incendio doloso che devasta la piantagione, uccidendo dunque se stessa insieme ad Henry. L'unico dei Sutpen superstite è Jim Bond, il nipote nero di Charles Bon, giovane con gravi handicap mentali, che rimane alla Sutpen's Hundred.
Come altri romanzi di Faulkner, Absalom, Absalom! costituisce un'allegoria della storia degli stati sudisti: il titolo stesso è un'allusione alla storia biblica del re Davide e di Assalonne, il figlio ribelle che combatte l'impero costruito dal padre; la storia di Thomas Sutpen rispecchia l'ascesa e la caduta della cultura del Sud delle piantagioni; più particolarmente, i fallimenti di Sutpen riflettono le intrinseche, necessitanti debolezze di un Sud perso nei suoi ideali utopici. Rigidamente impegnato nel suo "progetto" di vita, per il quale non esita a compiere soprusi e violenze, Sutpen si dimostra riluttante a onorare il proprio matrimonio con una donna anche solo in parte nera, mettendo in moto la propria distruzione. Come nella stessa storia di Sutpen, il "razzismo imperante" si riveste di un significato metafisico tale da ergersi e prevalere anche su tabù ancestrali come l'incesto: e finisce per esser questa la stessa (rovinosa) eredità lasciata da Thomas. Parlando di Assalonne, Assalonne!, Faulkner stesso infatti dichiarò che la maledizione sotto la quale il Sud si dibatteva era la schiavitù e che la maledizione personale di Thomas Sutpen era in realtà il suo orgoglioso e caparbio convincimento di poter fare a meno di sentirsi parte dell'umanità stessa intesa quale grande famiglia, una mentalità e uno stile di comportamento per i quali considerava Sutpen degno piuttosto di commiserazione: un individuo egocentrico, amorale, senza scrupoli, sì, ma non perverso o depravato come uno Iago in Otello o un Claggart in Billy Budd (romanzo), tuttavia intrinsecamente votato alla rovina.
La struttura del romanzo è complessa e frammentata. Assalonne, Assalonne! giustappone fatti apparenti, supposizioni basate su informazioni e assolute speculazioni con l'implicazione che le ricostruzioni del passato rimangono irrecuperabili e quindi immaginarie. Faulkner ha però affermato che, sebbene nessuno dei narratori abbia avuto pienamente ragione, poiché nessun individuo può guardare la verità imparzialmente o integralmente ma solo una parte di essa o una sua fase, esiste tuttavia una verità oggettiva che il lettore avrebbe potuto alla fine conoscere considerando insieme tutte le narrazioni e tutte le sfaccettature. La maggior parte dei critici ha cercato di ricostruire tale verità dietro le narrazioni mutevoli, o di mostrare che una tale ricostruzione non può essere operata con certezza o anche di dimostrare che certe incongruenze fattuali e logiche non possono essere superate; nondimeno però alcuni dei critici hanno affermato che, essendo la verità narrata un ossimoro, se si considera invece la storia narrata sul piano del mito e dell'archetipo, questa costituisce una favola mitologica che lascia intravedere i livelli più profondi dell'inconscio, così da comprendere meglio le persone che da quel mito sono governate, ovvero soprattutto i Sudisti e lo stesso Quentin Compson. Mediante le interpretazioni diverse di vari narratori, il romanzo rende lo zeitgeist storico-culturale del Sud di Faulkner, in cui il passato è sempre presente e costantemente in stato di revisione da parte delle persone che raccontano, e raccontano la storia nel tempo; il romanzo esplora quindi anche il processo di creazione del mito e la messa in discussione della verità. L'uso di Quentin Compson come personaggio principale (se non addirittura il fulcro) del romanzo lo rende una sorta di complemento del precedente lavoro di Faulkner L'urlo e il furore, che racconta la storia della Famiglia Compson, con Quentin come protagonista (o uno di essi). Sebbene non vi sia mai un esplicito riferimento ai fatti di quel romanzo, gli allusivi temi soggiacenti dell'ascesa e della caduta, del potenziale incesto, delle ossessioni familiari sono paralleli a quelli che condurranno Quentin e la signorina Rosa Coldfield ad assistere all'incendio dei Sutpen's Hundred. In maniera più ancora stringente, proprio l'identità di Quentin con il personaggio de L'urlo e il furore può essere considerata il focus attraverso il quale interpretare il carattere, l'animo e le pulsioni del personaggio con cui egli si identifica nel racconto, Henry. Assalonne, Assalonne!, insieme a L'urlo e il furore, è valso a Faulkner a vincere il premio Nobel per la letteratura per il 1949. Nel 2009, una giuria lo ha definito il miglior romanzo del Sud di tutti i tempi.[ Inoltre, è uno dei principali candidati per il titolo di GAN (Grande Romanzo Americano).[ Il titolo si riferisce alla storia biblica di Assalonne, figlio di Davide che si ribellò al padre (allora re del regno di Israele) e fu ucciso dal generale di questi, Ioab, in violazione dell'ordine di Davide di risparmiarlo, causando così immenso dolore al padre. Il Guinness dei primati del 1983 stima che la frase più lunga della letteratura inglese, contenente 1.288 parole, appartenga ad Absalom, Absalom!. La frase si trova nel capitolo 6: inizia con le parole "Proprio esattamente come il padre" e termina con "l'occhio non poteva vedere da nessun punto". Il passaggio è interamente in corsivo e incompleto. La parte finale del testo di Distant Early Warning, singolo pubblicato dalla rock band canadese Rush, è la parola "Absalom" ripetuta tre volte. Il batterista Neil Peart, il paroliere della band, ha affermato di "amare il suono" del titolo del romanzo di Faulkner e che era stato ispirato a conoscere la storia biblica di Absalom dalla lettura del romanzo. Ha detto in seguito: "Poiché uno dei temi principali della canzone era la compassione, mi è venuto in mente che la storia biblica era utilizzabile".

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La prima c opertina del romanzo - 1936



Eugenio Caruso - 19 settembre 2022

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