Stanislao Cobianchi e il gruppo Montenegro.Non è una vergogna diventare ricchi. Ma è una vergogna morire ricchi. Andrew Carnegie. INVENTORI E GRANDI IMPRENDITORI In questa corposa sottosezione illustro la vita di quei grandi capitani d'industria e/o inventori che hanno sostanzialmente contribuito al progresso industriale del mondo occidentale con particolare riguardo dell'Italia e del made in Italy. Anche con riferimento alle piccole e medie imprese che hanno contribuito al progresso del Paese. Biografie A - Abarth - August Abegg -
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Ritratto Amaro Montenero il primo brand del gruppo I complimenti di d'Annunzio Stanislao Cobianchi nasce nel 1862. Giovane orgoglioso e appassionato alchimista, si allontana dall’educazione religiosa impostagli dalla famiglia che lo vuole prete e, seguendo il suo istinto, si imbarca, ancora adolescente, su una nave mercantile in cerca d’avventura. La scoperta di insolite specialità botaniche lo folgora e, tornato in Italia, decide di dedicarsi alla preparazione di liquori ed elisir. Nel 1885, dopo 4 anni di esperimenti, formula Amaro Montenegro e fonda la “Cobianchi Stanislao Distilleria a vapore”. Il whisky Jack Daniel's Bologna, nei bar sotto i portici del centro, si fantastica di viaggi epici, di volo e di velocità. Lo sguardo si allarga oltre la provincia: la scoperta di paesi esotici, i nuovi scambi commerciali, la smania di libertà e di progresso. È in questo contesto che nasce Amaro Montenegro, la realizzazione di un ideale che il suo creatore ha maturato dopo aver viaggiato e sperimentato con spirito di avventura.
Polenta Valsugana L'amaro nasce nel 1885 con il nome di Elisir Lungavita e ottiene subito notevoli riconoscimenti. Soltanto undici anni dopo, in occasione del matrimonio dell’affascinante principessa Elena del Montenegro con il principe Vittorio Emanuele III, Stanislao decide di dedicare il suo elisir a quella regale figura, cambiando quindi il nome in Amaro Montenegro. Tequila 1800 Stanislao desidera realizzare una bottiglia inconfondibile quanto l’elisir che contiene. Per questo disegna un’ampolla, evocativa di una “pozione”, il risultato di un’alchimia che ben si addice alla sua formula complessa. Da subito questa forma diventa un’icona distintiva, estremamente cara ai suoi estimatori, che resterà sostanzialmente immutata nel corso dei decenni. Pizza Catarì In poco tempo Amaro Montenegro si diffonde in tutta Europa. Le prime Esposizioni Universali ne decretano il successo e, man mano che si aggiungono le onorificenze, la sua etichetta si arricchisce di medaglie: Bruxelles nel 1898, e in seguito Amburgo, Praga, Napoli, Marsiglia, Milano, Amsterdam... Anche in patria cresce la reputazione di Amaro Montenegro: è Gabriele D’Annunzio, nel 1921, a definirlo “liquore delle virtudi”. Vermouth Rosso Antico Nel corso del XX secolo la notorietà di Amaro Montenegro cresce grazie a una serie di condizioni positive: sicuramente l’altissima qualità e il gusto unico del prodotto, accompagnati dalla passione di chi ci lavora, ma anche una fortunata comunicazione pubblicitaria che ne faranno negli anni l’amaro numero uno in Italia, sempre più diffuso in Europa e oltre oceano.
Vecchia Romagna Riserva Intervista su Corriere della sera Oltre 130 anni di storia, rimanendo 100% made in Italy. «E soprattutto indipendenti», precisa Marco Ferrari, amministratore delegato del gruppo Montenegro dal 2014. «Non che non ci siano state offerte da parte di grandi società, ma abbiamo sempre preferito mantenere la nostra indipendenza per poter fare scelte e investimenti anche sul lungo». Nel corso dei decenni il gruppo si è arricchito di molti marchi sia nel settore «spirits» sia nel settore «food», divenendo un unicum nel panorama italiano in grado di poter contare su un portfolio di prodotti così diversificato: dall'Amaro Montenegro, alla Vecchia Romagna fino al Select per quanto riguarda il settore «spirits»; Bonomelli, Polenta Valsugana, Thé Infré, Cuore, Cannamela, Pizza Catarì per quanto riguarda la parte «food». Senza contare i marchi internazionali di cui è distributore in Italia: Jose Cuervo, Matusalem e Jack Daniel’s giusto per citarne alcuni. Rimanendo sempre made in Italy, con 5 stabilimenti produttivi tutti nello stivale: due nel Bolognese, uno nel Lecchese, uno a Teramo e uno nel Foggiano. «Negli ultimi anni abbiamo registrato una crescita trasversale di tutti i settori. Export compreso (verso Stati Uniti, Canada, Germania, Svizzera, Regno Unito e Australia) che rappresenta oggi circa un quarto del nostro fatturato e che dal 2014 a oggi ha quadruplicato la crescita con l’obiettivo di arrivare a una crescita percentuale di fatturato del 50% entro il 2025, grazie a marchi come l’Amaro Montenegro e Select, visto il boom di consumi di spritz oltreoceano», spiega Ferrari. Il 2019 si è chiuso con un fatturato di 258 milioni di euro su cui il settore «food» pesa per il 40%, quello «spirits» per il 60%. Un numero in costante crescita negli ultimi anni grazie alla solidità e alla notorietà dei marchi, alla capillarità della forza distributiva e a una strategia molto semplice: puntare sulla crescita organica rafforzando il perimetro del gruppo, dopo le numerose acquisizioni realizzate negli ultimi decenni. «Il nostro è un percorso di crescita lineare e semplice il cui focus sono gli investimenti (circa il 30% del fatturato) e la distrubuzione su cui abbiamo puntato moltissimo. Quanto alle acquisizioni — spiega Ferrari — al momento non ne sono in vista. Teniamo sempre gli occhi aperti ovviamente, ma devono essere strategiche». Driver di crescita della divisione «food» è l’innovazione soprattutto per alcuni marchi come Bonomelli, Cannamela o Cuore. Meno ovvio è il percorso innovativo quando si parla di «spirits»: «Sono decisamente pochi i nuovi prodotti che si lanciano — conferma Ferrari —. Per questo si seguono altre strade come l’innovazione nel consumo rendendo, per esempio, l’amaro Montenegro ingrediente per i cocktail; il rilancio di marchi storici come il Select; o l’ampliamento della gamma come stiamo facendo con Vecchia Romagna». Il gruppo non si è fermato nemmeno in queste ultime settimane: «Sicuramente l’horeca sta soffrendo, ma noi non siamo preoccupati del contraccolpo nel breve: abbiamo la solidità necessaria per gestire l’emergenza. Sul lungo periodo sarà diverso dato che molti grossisti faticano a riaprire. Noi con alcune associazioni del settore ci stiamo impegnando per sostenere la filiera. Abbiamo lanciato anche Humanspirit Network, un’iniziativa del brand Amaro Montenegro,per sensibilizzare le persone alla condivisione della propria rete “Wi-Fi ospiti” con chi ha la connessione molto lenta o addirittura non ce l’ha».
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Eugenio Caruso - 8 gennaio 2023
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