«Bambini affamati, vittime torturate dai loro oppressori, anziani indifesi considerati un odioso fardello dai loro figli; e tutta la solitudine, la povertà, e il dolore, si facevano beffa di ciò che la vita umana avrebbe dovuto essere. Desidero fortemente alleviare i mali del mondo, ma non posso farlo, e ne soffro.» (Autobiografia di Bertrand Russell)
Versi tratti dalla poesia "Orologio da rote" di Neruda
GRANDI PERSONAGGI STORICI Ritengo che ripercorrere le vite dei maggiori personaggi della storia del pianeta, analizzando le loro virtù e i loro difetti, le loro vittorie e le loro sconfitte, i loro obiettivi, il rapporto con i più stretti collaboratori, la loro autorevolezza o empatia, possa essere un buon viatico per un imprenditore come per una qualsiasi persona. In questa sottosezione figurano i grandi poeti e letterati che ci hanno donato momenti di grande felicità ed emozioni. Io associo a questi grandi personaggi una nuova stella che nasce nell'universo.
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Bertrand Arthur William Russell (Trellech, 1872 – Penrhyndeudraeth, 1970) è stato un filosofo, logico, matematico, attivista e saggista britannico.
Fu un autorevole esponente del movimento pacifista nonché divulgatore della filosofia, avvicinato alle correnti filosofiche del razionalismo, dell'antiteismo e del neopositivismo.
Bertrand Russell nacque da una delle più prestigiose e potenti famiglie dell'aristocrazia britannica, i Russell di Bedford, conti e duchi, le cui origini risalgono al XII secolo. Tra coloro che portarono il titolo connesso a questa famiglia vi fu Giovanni Plantageneto ai tempi di Enrico VI. I suoi nonni paterni erano John Russell, I conte di Russell (ex Primo ministro del Regno britannico, che ricevette come cadetto il titolo di Earl, cioè conte del Regno Unito) nonché figlio terzogenito di John Russell, VI duca di Bedford e della scozzese Lady Frances Anna-Maria Elliot-Murray-Kynynmound (che ebbe molta influenza su di lui), figlia di Gilbert Elliot-Murray-Kynynmound, II conte di Minto e zia di Gilbert Elliot-Murray-Kynynmound, IV conte di Minto, già Governatore Generale del Canada e poi Viceré d'India.
Russell 1907
La madre era Katherine Louisa Stanley, figlia di Edward Stanley, II Barone di Alderley, ex ministro del Commercio; sorelle di sua madre erano Rosalind Frances Stanley, che sposò George Howard, IX conte di Carlisle e Henrietta Blanche Stanley, consorte di David Ogilvy, X Conte di Airlie e nonna di Clementine Ogilvy Hozier, la moglie di Winston Churchill. Altre parentele comprendevano il socialista inglese Esmond Romilly e suo fratello Giles (entrambi figli di una sorella di Clementine, Nellie Hozier), le celebri sorelle Mitford, tra le quali spiccano Deborah, Duchessa di Devonshire, la socialista Jessica (moglie dello stesso Esmond Romilly), la scrittrice Nancy e le filo-fasciste Diana e Unity, la prima, moglie del politico fascista Sir Oswald Mosley, e la seconda, amica di Adolf Hitler.
Tra la folla di illustri congiunti spiccano infine Sir Angus Ogilvy, marito della Principessa Alexandra di Kent, cugina della Regina Elisabetta II e, per parte di madre, i monarchi Carlo II e suo fratello Giacomo II, attraverso sua nonna Henrietta Dillon, di antica famiglia irlandese giacobita. Per parte di padre manteneva poi legami parentali con il IX Duca di Marlborough e suo cugino Winston Churchill, il VII Duca di Buccleuch, il V marchese di Lansdowne e il IX Duca di Devonshire. Dopo aver perduto la madre all'età di due anni e il padre a quattro, fu cresciuto dal nonno John e dalla nonna Frances. Il padrino di battesimo di Russell fu John Stuart Mill, il grande filosofo utilitarista e liberale del XIX secolo. Grazie alle origini familiari, Russell occupò un seggio alla Camera dei Lords, dal quale poté difendere le sue posizioni.
Educazione
L'infanzia e l'adolescenza di Russell, anche a causa di un'oppressiva educazione puritana, non furono felici. L'unica gioia si rivelò per lui, in quegli anni, lo studio della matematica, come egli stesso racconta:
«Io non sono nato felice. Da bambino il mio salmo preferito era: "Stanco della terra e carico dei miei peccati". A cinque anni, mi dissi che, se dovevo vivere fino ai settanta, avevo sopportato soltanto, fino a quel momento, la quattordicesima parte di tutta la mia vita, e, intravedendo davanti a me il tedio che mi attendeva su di un cammino così lungo, lo giudicai insopportabile. Durante l'adolescenza, la vita mi era odiosa e pensavo al suicidio; ma questo mio proposito era tenuto a freno dal desiderio di approfondire la conoscenza della matematica.»
A quindici anni cominciò ad appassionarsi anche di filosofia, emancipandosi via via da quella religiosità a cui era stato molto legato ma dalla quale si sentiva soffocare. Dal 1890 studiò filosofia e logica presso l'Università di Cambridge. A 17 anni incontrò Alys Pearsall Smith, quacchera statunitense. I due si sposarono nel dicembre del 1894, ma si separarono nel 1911. Russell non fu fedele; ebbe relazioni, tra le altre, con Lady Ottoline Morrell e Constance Malleson. Nel 1908 divenne assistente al Trinity College dell'Università di Cambridge, sotto la direzione di John Ellis McTaggart.
Russell nel 1915, a sinistra, vicino a John Maynard Keynes e Lytton Strachey
L'attivismo e l'insegnamento
Allo scoppio della prima guerra mondiale, le sue idee pacifiste lo assorbirono completamente, costandogli – per la pubblicazione, nel 1916, dei Principi di riforma sociale – l'allontanamento dall'insegnamento e la rottura del contratto con il Trinity College; fu inoltre a causa di un articolo pacifista che, nel 1918, scontò sei mesi di carcere, durante i quali – convintosi che non vi fosse più alcuna azione pacifista che egli potesse portare avanti utilmente – scrisse l'Introduzione alla filosofia matematica. Nel 1920 fece un viaggio in quella che diventerà l'Unione Sovietica e successivamente fu invitato per un anno a Pechino. Nel 1921 divorziò da Alys e sposò Dora Black, attivista femminista e scrittrice, che dopo il matrimonio firmò i propri lavori col cognome del marito. Da Dora ebbe il figlio John e la figlia Kathrine. In quegli anni si mantenne scrivendo testi divulgativi su fisica, etica e pedagogia. Insieme con la moglie scrisse vari testi e nel 1927 fondò la scuola sperimentale per bambini e bambine di Beacon Hill.
Dopo avere divorziato anche da Dora, nel 1936 si sposò con una studentessa di Oxford, Patricia ("Peter") Spence. Nel 1939 si trasferì negli Stati Uniti per un incarico presso l'UCLA di Los Angeles. Nel 1944 fece ritorno in Inghilterra presso il Trinity College. Nel 1948, a 76 anni, riuscì a salvarsi a nuoto da un incidente aereo. Nel 1952 divorziò anche da Patricia e sposò Edith, che conosceva dal 1925.
Negli anni sessanta Russell scrisse la sua autobiografia in tre volumi che portò a termine prima di morire a causa di una bronchite acuta all'età di quasi 98 anni. Come da sua volontà, non fu celebrato alcun funerale e le sue ceneri furono disperse sulle colline del Galles.
Al sopraggiungere della morte, Russell era anche una voce autorevole nel campo della morale e dell'etica, conseguentemente alla sua presa di posizione contro le armi nucleari e contro la guerra degli USA in Vietnam.
Nel 1950, Russell fu insignito del Premio Nobel per la letteratura "quale riconoscimento ai suoi vari e significativi scritti nei quali egli si leva in alto a campione degli ideali umanitari e della libertà di pensiero". Russell scrisse il suo stesso elogio funebre nel 1936 in cui, tra l'altro, supponeva sarebbe morto intorno al 1962; nella sua ultima intervista scherza intorno a questa sua previsione dicendosi sempre più preoccupato dall'avvicinarsi della data che poi però supererà di 8 anni, morendo appunto nel 1970 all'età di 97 anni, dopo una lunga agonia determinata da una polmonite. Giova notare che Russell fu un grande filosofo, ma non un grande letterato, pertanto il nobel gli fu assegnato, forse, più per il prestigio della sua famiglia, che per grandi meriti letterari.
Russell nel 1936
L'opera logica e filosofica di Russell
La logica
«The fundamental cause of the trouble is that in the modern world the stupid are cocksure while the intelligent are full of doubt.»
(Bertrand Russell)
Nella logica matematica Russell fissò il paradosso che successivamente prese da lui il nome di Paradosso di Russell. Il paradosso minava irrimediabilmente il progetto di Gottlob Frege di ridurre la matematica alla logica. Nondimeno, Russell difese la teoria del logicismo e tentò in prima persona di realizzare la riduzione logicista assieme a Alfred North Whitehead, nei Principia Mathematica, un sistema assiomatico con cui tutte le affermazioni della matematica potevano essere costruite, ma che restarono incompleti. Nemmeno i Principia Mathematica, che pure si sottraevano alle aporie contro le quali si era infranto il sogno di Frege, poterono resistere ai teoremi di incompletezza di Kurt Gödel che provavano che nessun sistema logico finito può risolvere dentro di sé tutte le verità della matematica. Successivamente Russell sviluppò, anche a seguito del dialogo filosofico con l'allievo Ludwig Wittgenstein, la visione filosofica dell'atomismo logico, secondo la quale il mondo è costituito da elementi minimi indivisibili di natura logica, i fatti atomici.
La filosofia del linguaggio
Il principale contributo di Russell alla filosofia del linguaggio è la teoria delle descrizioni. Essa è normalmente illustrata con l'argomento de "l'attuale re di Francia", usata per esempio nell'enunciato "L'attuale re di Francia è calvo". A chi si riferisce questo enunciato dal momento che attualmente non esiste alcun re di Francia? Alexius Meinong aveva suggerito che noi dovessimo presupporre un mondo delle "entità non esistenti" a cui poterci riferire quando ricorriamo a enunciati simili; ma si tratta di una teoria quanto meno curiosa. Frege pensava invece che potessimo rifiutare come non significanti tutti gli enunciati le cui parole si riferiscono apparentemente a oggetti che non esistono. D'altra parte una frase come "se l'attuale re di Francia è calvo, allora l'attuale re di Francia non ha capelli sulla testa" non solo non sembra priva di senso ma sembra indubbiamente vera. Infine lo stesso problema si porrebbe se ci fossero due re di Francia: a quale dei due l'espressione "l'attuale re di Francia" si riferisce?
Il problema è posto dalle "descrizioni definite". Esse comprendono tutte le espressioni che cominciano con "il" e alle volte anche i nomi, come "Walter Scott". Qual è la forma logica delle descrizioni definite? Come, in termini fregeani, possiamo parafrasarle così da mostrare che la verità dell'intero dipende dalla verità delle singole parti? Le descrizioni definite sono simili a nomi che per natura denotano esattamente un oggetto, né più né meno.
La soluzione di Russell è di analizzare non le singole parti, ma l'intero enunciato che contiene una descrizione definita. "L'attuale re di Francia è calvo", può essere tradotto in: "Esiste un unico X tale che X è l'attuale re di Francia ed è calvo".
Russell ritiene che ogni "descrizione definita" contenga un'affermazione di esistenza e un'affermazione di unicità, ma esse possono essere distinte e trattate separatamente dal predicato che è contenuto nell'enunciato in cui compaiono. L'enunciato contiene tre dichiarazioni circa un oggetto: la descrizione definita ne contiene due, il resto dell'enunciato contiene la terza. Se l'oggetto non esiste, o se non è unico, allora l'enunciato è falso, ma non privo di significato.
Una delle maggiori critiche mosse alla teoria di Russell è stata formulata da Peter Frederick Strawson: le descrizioni definite non affermano che il loro oggetto esiste, esse semplicemente presuppongono che esso esista.
L'epistemologia
La riflessione epistemologica di Russell è passata attraverso diverse fasi. Russell pensa che l'uomo possa conoscere solo i dati sensoriali, percezioni momentanee e soggettive di colori e suoni, e che ogni altra cosa, compresi gli stessi oggetti fisici cui vengono riferite le nostre percezioni sensoriali, non possono essere conosciute direttamente.
L'influenza di Russell
Russell è generalmente considerato uno dei fondatori della filosofia analitica. Assieme a George Edward Moore è stato protagonista della "rivoluzione contro l'idealismo" della filosofia anglosassone d'inizio Novecento (che fu echeggiata trent'anni dopo a Vienna, dalla "rivoluzione contro la metafisica" del positivismo logico). Russell e Moore hanno lottato per eliminare quello che essi ritenevano una filosofia incoerente e priva di significato e per raggiungere la chiarezza e la precisione del ragionamento. Gli scritti logici redatti assieme a Whitehead hanno continuato questo progetto.
Russell fu maestro di Ludwig Wittgenstein tra il 1911 e il 1914, e lo aiutò a trovare un editore per la pubblicazione del Tractatus logico-philosophicus oltre che garantirgli un incarico all'Università di Cambridge. Tuttavia, Russell disapprovò l'approccio ai problemi filosofici dell'ultimo Wittgenstein, che a sua volta accusò il suo antico maestro di essere "superficiale e falso". L'opera e il pensiero di Russell hanno influenzato i lavori di Willard Van Orman Quine, Karl Popper e molti altri.
Il pensiero politico e filosofico di Russell ha ispirato la corrente del nuovo ateismo, in particolare Richard Dawkins e Piergiorgio Odifreddi, influenzato anche dalla logica russelliana. Ha ispirato anche Noam Chomsky, specialmente per il pacifismo e la filosofia del linguaggio.
L'attivismo di Russell
«Bambini affamati, vittime torturate dai loro oppressori, anziani indifesi considerati un odioso fardello dai loro figli; e tutta la solitudine, la povertà, e il dolore, si facevano beffa di ciò che la vita umana avrebbe dovuto essere. Desidero fortemente alleviare i mali del mondo, ma non posso farlo, e ne soffro.»
(Autobiografia di Bertrand Russell)
Politica
Bertrand Russell fu un convinto pacifista. Riteneva che il miglior governo fosse una federazione mondiale tra stati liberi. Si oppose alla partecipazione del Regno Unito alla prima guerra mondiale. Per la sua posizione fu prima allontanato e poi perse la cattedra al Trinity College dell'Università di Cambridge; infine, nel 1918, fu incarcerato per sei mesi nella prigione di Brixton, poiché aveva protestato contro l'intervento degli Stati Uniti nel conflitto.
Russell legge pubblicamente il "Manifesto Russell-Einstein" contro la proliferazione nucleare.
Il pacifismo relativo
Negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale, Russell fu fautore di una politica di pacificazione, tendente anche al dialogo con i nazisti per impedire un nuovo conflitto. Arrivò perfino a scrivere una lettera pubblica in cui auspicava il dialogo con Hitler "invitandolo a cena e servendogli il miglior vino" per portarlo, malgrado le leggi antiebraiche e il riarmo, su posizioni ragionevoli e pacifiche. Nel 1940 però riconobbe l'impossibilità di trattare con Hitler e che questi doveva essere solo combattuto. Russell chiamò la sua posizione "pacifismo relativo": egli riteneva che la guerra fosse un male, ma anche che, in circostanze estreme (ad esempio, quando Hitler minacciava di occupare l'Europa intera), la guerra stessa potesse essere il male minore. Una posizione analoga avrà nei confronti di Stalin.
Socialismo democratico
Politicamente sostenitore del socialismo democratico e riformista, per un certo periodo aperto sostenitore del Partito Laburista, ma avvicinatosi dopo la guerra al socialismo liberale e al liberalismo sociale, Russell criticò duramente il totalitarismo di Stalin, tanto che fino alla morte del dittatore (1953) mantenne un atteggiamento di netto contrasto al blocco sovietico, ritenendo il comunismo un "sistema dogmatico" e nemico della libertà. Fu anche amico di John Maynard Keynes, di cui condivise alcune impostazioni economiche socio-liberali e per un certo periodo seguace della Società Fabiana, ma l'abbandonò dopo che i fabiani cominciarono a sostenere un sistema di intese militari internazionali in funzione antitedesca, che secondo lui avrebbero portato alla guerra aperta, che all'epoca Russell cercava assolutamente di prevenire.
Controversia sull'Unione Sovietica
Russell sostenne in una conferenza pubblica del 1948 la possibilità che ci fosse la necessità di un attacco nucleare preventivo, su obiettivi militari, contro l'Unione Sovietica, al fine di eliminare il comunismo e impedire che ottenesse la bomba atomica. Russell aveva visitato l'Unione Sovietica negli anni venti, osservandone l'involuzione dittatoriale e temeva un espandersi del comunismo in Occidente.
A partire dagli anni cinquanta divenne però, assieme ad Albert Einstein, una volta compresi i danni collaterali delle radiazioni atomiche, un sostenitore autorevole del disarmo nucleare. Secondo alcuni, come Nicholas Griffin della McMaster University, il discorso di Russell, di cui si procurò il testo esatto, non implicava l'uso effettivo della bomba (alla cui realizzazione si era opposto, a differenza di Einstein che l'aveva supportata, pur pentendosene), ma semplicemente il suo utilizzo come minaccia o deterrente, in modo da esercitare una massiccia pressione diplomatica sulle azioni dei sovietici.
L'interpretazione di Griffin è stata contestata da Nigel Lawson, ex cancelliere dello Scacchiere durante il governo conservatore di Margaret Thatcher, che era presente al discorso come studente (all'epoca era sedicenne): egli ha sostenuto che fu abbastanza chiaro che Russell stava appoggiando un vero e proprio attacco a sorpresa.
Qualunque fosse l'interpretazione corretta, Russell abbandonò quasi subito questa linea, sostenendo il disarmo reciproco da parte delle potenze nucleari.
Appello alla BBC Man's Peril
A seguito di uno degli esperimenti nucleari sull'Atollo di Bikini la BBC invitò Russell a un programma sulla bomba H: il 23 dicembre 1954 alle ore 21 dopo il telegiornale lesse il suo appello sul pericolo per la specie umana che ebbe una vastissima eco.
L'opposizione alle guerre
Nel 1961 Russell fu processato e condannato a due mesi di carcere, di cui scontò una settimana in prigione sempre a Bixton, in seguito al suo arresto in una manifestazione a Londra contro il proliferare delle armi nucleari. Il giudice gli concesse, data l'età avanzata (89 anni), di avere la libertà condizionale se avesse garantito sull'onore il suo "buon comportamento" futuro, ma Russell rispose di no; rinunciò inoltre al suo privilegio, come Pari d'Inghilterra, di essere esentato dall'arresto senza autorizzazione della Camera dei Lords.
La guerra in Vietnam fu l'ultimo obiettivo polemico del pacifismo di Russell, che insieme con il filosofo comunista esistenzialista Jean-Paul Sartre fondò il tribunale che prese il suo nome per processare gli Stati Uniti d'America per crimini di guerra.
Critica delle "filosofie totalitarie"
Il filosofo sostenne inoltre che il totalitarismo, in special modo quelli di Hitler e di Stalin, era derivato dall'idea della volontà generale di Rousseau, poi accolta con diversi nomi in altre filosofie, come quella di Hegel e Marx. Russell riconosceva invece la democrazia moderna come figlia del pensiero illuminista classico, in particolare di John Locke e Voltaire.
Altre prese di posizione:
Russell criticò anche la ricostruzione dell'assassinio di John Fitzgerald Kennedy; lo scritto 16 Questions on the Assassination pubblicato nel 1964 è ancora considerato un buon riassunto delle lacune presenti nella versione ufficiale del caso fornita dalla Commissione Warren, versione che sosteneva la colpevolezza del solo Lee Harvey Oswald (pista del "cecchino solitario", ritenuta da molti come inverosimile).
Una delle sue ultime battaglie, fu quella per la depenalizzazione dell'omosessualità nel Regno Unito, che avrebbe visto realizzata nel 1967.
Morale
Russell criticò la nozione vittoriana di moralità. Nei suoi scritti giovanili espresse l'opinione che l'amore tra un uomo e una donna che non sono sposati non è necessariamente immorale se essi si amano veramente. Ciò fu sufficiente a sollevare vigorose proteste e denunce in occasione della sua prima visita negli USA (la vita privata di Russell fu più edonistica di quanto i suoi scritti non rivelassero ma al tempo non era ancora sufficientemente conosciuta). Nei suoi saggi sulla morale diede avvio a una serie di concezioni morali che divennero popolarissime. Va ricordato, in particolare, il dibattito che si innescò a partire dal suo saggio Matrimonio e Morale, pubblicato nel 1929.
L'esempio del tacchino induttivista
Il tacchino induttivista è una celebre metafora ideata da Bertrand Russell e ripresa da Karl Popper, mirata a confutare le pretese di validità dell'inferenza induttiva per enumerazione, cardine dell'empirismo tradizionale di filosofi come Francesco Bacone, John Stuart Mill e delle disquisizioni del Wiener Kreis, il Circolo di Vienna dei filosofi positivisti logici tenutosi nella prima metà del Novecento (composto da pensatori come Otto Neurath e Rudolf Carnap).
Religione
In materia di religione, Russell si dichiarava filosoficamente agnostico e ateo nella vita pratica. Il suo atteggiamento verso il Dio cristiano era identico a quello verso gli dei dell'antica Grecia: persuaso della mancanza di prove dell'esistenza di entrambi, con il celebre paragone della teiera celestiale egli mostra come si possa inculcare nella mente delle persone qualcosa che si voglia far passare per "verità". Sostiene inoltre che affermare l'esistenza di qualcosa che non è dimostrabile è normalmente vista come un'affermazione probabilmente falsa (dice: «si penserebbe giustamente che sto dicendo fesserie»). Diversamente invece avviene quando «la teiera viene affermata nei libri antichi, insegnata ogni domenica come la sacra verità, instillata nelle menti dei bambini a scuola, l'esitazione nel credere alla sua esistenza diverrebbe un segno di eccentricità e porterebbe il dubbioso all'attenzione dello psichiatra in un'età illuminata o dell'Inquisitore in un tempo antecedente». La sua posizione è spiegata nei saggi Io sono un ateo o un agnostico? e Perché non sono cristiano.
Le posizioni di Russell, da alcuni definite antireligiose, furono oggetto di forti critiche e di pesanti ostracismi. Famoso, ad esempio, è il caso dell'incarico al City College di New York nel 1940 che destò l'avversione dei clericali del tempo e che diede inizio ad alcune ripercussioni.
Scienza e religione
Nel 1935 Russell pubblica il saggio Scienza e religione. L'autore delinea il rapporto tra questi due aspetti sociali della vita dell'uomo, facendo particolare riferimento a come la scienza è andata progressivamente emancipandosi dalla religione, liberandosi del peso della superstizione e acquistando un metodo suo proprio. Attraverso l'esposizione delle più classiche tematiche di scontro tra scienza e religione, Russell mostra quali siano i legittimi terreni di indagine delle due: la religione non può essere toccata dalla scienza solo laddove si occupa di un "modo di sentire" e non del vero e del falso, cosa che invece pertiene alla scienza. Alla scienza, inoltre, non si può chiedere (com'è stato fatto invece in alcuni celebri casi nella storia) di soggiacere con fede a dogmi, evinti da qualche testo sacro: la metodologia e l'approccio della scienza sono essenzialmente diversi. Viene infine riconosciuta alla religione più antica (l'autore si riferisce in realtà quasi sempre al cristianesimo) l'essere stata in grado di purificarsi dalla superstizione e di essere divenuta benefica, in grado cioè di non limitare il progresso della scienza, cosa che non vale per le "nuove religioni" politiche (nazismo e comunismo), che nascevano e prendevano il sopravvento mentre scriveva.
IL PARADOSSO DI RUSSELL
Il paradosso di Russell, formulato tra il 1901 e il 1902, è una delle antinomie più importanti della storia della della logica Può. essere enunciato così:
«L'insieme di tutti gli insiemi che non appartengono a se stessi appartiene a se stesso se e solo se non appartiene a se stesso.»
Una facile metafora del paradosso di Russell è il cosiddetto paradosso del barbiere.
Il paradosso del barbiere è un'antinomia formulata da Russell per illustrare la sua famosa antinomia riguardo alla teoria degli insiemi. Russell ne attribuì l'invenzione a una persona che glielo avrebbe suggerito, senza però specificarne il nome. L'antinomia può essere enunciata così:
«In un villaggio vi è un solo barbiere, un uomo ben sbarbato, che rade tutti e solo gli uomini del villaggio che non si radono da soli. La domanda è: il barbiere si fa la barba da solo?»
- Se, come apparirebbe plausibile, il barbiere si radesse da solo, verrebbe contraddetta la premessa secondo cui il barbiere rade solo gli uomini che non si radono da soli.
- Se invece il barbiere non si radesse autonomamente, allora dovrebbe essere rasato dal barbiere, che però è lui stesso: in entrambi i casi si cade in una contraddizione.
La somiglianza con il paradosso di Russell sta nel fatto che il villaggio del barbiere si potrebbe considerare diviso in due parti:
- Quella degli uomini che si radono da soli (che è assimilabile alla categoria degli insiemi che appartengono a sé stessi nella versione originale dell'antinomia).
- Quella degli uomini che, non radendosi da soli, vengono rasati dal barbiere (nella versione originale, gli insiemi che non appartengono a sé stessi).
Il problema è in quale categoria vada incluso il barbiere: infatti, sia che venisse incluso nella prima, sia che venisse incluso nella seconda, la situazione sarebbe contraddittoria. Il barbiere è un insieme che appartiene a se stesso se e solo se non appartiene a se stesso.
Si è detto che questo paradosso costituisce una riformulazione solo approssimativa del paradosso di Russell perché, proprio a causa del suo aspetto concreto, in realtà potrebbe essere considerato semplicemente una dimostrazione per assurdo del fatto che non possono esistere barbieri con le caratteristiche citate. In particolare, fu il logico statunitense Willard Van Orman Quine ad affermare che il paradosso del barbiere costituisce in sostanza una reductio ad absurdum, la quale dimostra la contraddittorietà di un barbiere come quello russelliano.
Al liceo Russell è stato l'ultimo filosofo a essere preso in considerazione, devo ammettere, con poca attenzione da parte di noi studenti che stavamo preparandoci per l'esame di maturità.. Anni dopo mi sono intertessto, invece alla sua logica matematica che mi ha affascinato.
4 agosto 2023 - Eugenio Caruso