Il contesto internazionale rimane caratterizzato da grande incertezza. I corsi internazionali delle fonti di energia hanno segnato negli ultimi mesi ulteriori, forti aumenti. Rispetto a un anno fa, il prezzo in dollari del petrolio è raddoppiato. Nei mercati finanziari delle principali economie avanzate sono emersi nuovi elementi di fragilità. Negli Stati Uniti, dove la crisi del mercato immobiliare non mostra segni di attenuazione, l'attività economica rimarrà debole per tutto l'anno, secondo le previsioni degli organismi internazionali.
Nell'area dell'euro il forte incremento dell'attività nel primo trimestre appare temporaneo; gli indicatori congiunturali prefigurano un netto rallentamento nel secondo trimestre. Nell'insieme dell'anno la crescita, secondo le previsioni dell'Eurosistema pubblicate all'inizio di giugno, sarebbe positiva ma al di sotto di quella potenziale. La recente previsione dell'OCSE e le valutazioni dei principali analisti privati e di Consensus Economics concordano con questo quadro.
I rincari dell'energia e dei prodotti alimentari si stanno ripercuotendo sull'inflazione, salita sensibilmente sia nei paesi industrializzati sia in quelli emergenti. Nell'area dell'euro l'inflazione ha continuato ad aumentare nel secondo trimestre del 2008, portandosi al 4,0 per cento in giugno, il livello più elevato dall'adozione della moneta unica; si prevede che torni verso valori più moderati solo gradualmente, nel corso del prossimo anno.
In questo contesto, il Consiglio direttivo della BCE, per mantenere le aspettative d'inflazione a medio e a lungo termine in linea con l'obiettivo di stabilità dei prezzi ed evitare che il rialzo dell'inflazione corrente si ripercuota sul processo di determinazione di salari e prezzi, ha deciso il 3 luglio di aumentare i tassi d'interesse di riferimento di 25 punti base. Nei giorni successivi la tendenza all'aumento delle aspettative di inflazione desunte dai mercati finanziari sembra essersi arrestata.
Anche in Italia gli indicatori più aggiornati segnalano una netta decelerazione dell'attività nel secondo trimestre del 2008. La dinamica relativamente vivace del PIL nei precedenti tre mesi è riconducibile principalmente al contributo della componente estera della domanda. I consumi hanno continuato a risentire negativamente della modesta crescita in termini reali del reddito disponibile delle famiglie, compresso dai forti rincari dei beni energetici e alimentari. Il pessimismo delle imprese, segnalato dalle indagini congiunturali, e l'aumento dei costi di finanziamento hanno frenato gli investimenti, soprattutto per la componente macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto.
La bassa crescita della produttività continua a incidere sulla competitività. Dopo un inizio d'anno favorevole, l'attività nell'industria si è indebolita: ha registrato un netto calo in maggio e, secondo le stime di Bankitalia, anche nel complesso del secondo trimestre. La competitività di prezzo continua a risentire negativamente di una crescita della produttività che rimane inferiore a quella delle altre principali economie dell'area, oltre che dell'effetto - comune agli altri partner - dell'apprezzamento dell'euro. Le retribuzioni hanno registrato una decisa accelerazione tra l'ultima parte del 2007 e la prima del 2008, riconducibile in larga misura a erogazioni una tantum per la copertura dei periodi di vacanza contrattuale; ne è risultato un forte incremento nel ritmo di crescita del costo del lavoro per unità di prodotto.
Il credito bancario alle imprese ha continuato a espandersi a ritmi elevati, pur mostrando un rallentamento, che si aggiunge a quello dei prestiti alle famiglie, in atto da tempo.
Dopo il buon risultato del 2007, l'occupazione ha registrato un ulteriore lieve aumento nel primo trimestre del 2008. Nel confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente, l'incremento si è concentrato nella componente femminile e nelle forme contrattuali a tempo parziale o determinato. La sensibile espansione della partecipazione al mercato del lavoro nel primo trimestre si è riflessa in un aumento del tasso di disoccupazione, al 6,5 per cento (dal 6,2 del periodo precedente) in base a dati corretti per la stagionalità.
L'inflazione tocca i massimi dalla metà degli anni novanta. Nei primi sei mesi del 2008, sospinta dai rincari degli input alimentari ed energetici sui mercati internazionali, l'inflazione è cresciuta anche nel nostro paese. Il ritmo di aumento sui dodici mesi dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo ha raggiunto,come per la media dell'area, il 4,0 per cento in giugno. I rincari hanno interessato anche alcuni servizi particolarmente sensibili all'andamento delle quotazioni delle materie prime.
Il DPEF conferma l'obiettivo di pareggio del bilancio per il 2011. Il Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2009-2013 indica nel 2,5 per cento del PIL il nuovo obiettivo per l'indebitamento netto del 2008 (dall'1,9 registrato nel 2007). Vengono programmate una riduzione del disavanzo al 2,0 per cento del prodotto nel 2009 e una più forte azione di riequilibrio nel biennio successivo, volta a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2011. Contestualmente al DPEF è stato approvato dal Governo un decreto legge che definisce la quasi totalità degli interventi correttivi necessari a conseguire gli obiettivi fissati nel Documento per gli anni oggetto di programmazione. La situazione e le prospettive della finanza pubblica sono state esaminate nella Testimonianza resa al Parlamento il 2 luglio 2008 dal Governatore della Banca d'Italia.
Nel quadro previsivo, l'attività economica cresce appena, sia quest'anno sia il prossimo. Nel periodo intercorso dalla pubblicazione, nel Bollettino economico del gennaio 2008, del precedente quadro previsivo il contesto internazionale si è ulteriormente deteriorato. Ne discende una marcata revisione al ribasso della crescita dell'economia italiana: si stimano ora aumenti del PIL inferiori al mezzo punto percentuale sia quest'anno sia il prossimo. La revisione al ribasso rispetto a gennaio (pari a sei decimi di punto percentuale per il 2008) è attribuibile in primo luogo agli effetti degli aumenti dei prezzi delle materie prime importate: riducendo la capacità di spesa delle famiglie, essi contengono la dinamica dei consumi privati e inducono, per via delle minori prospettive di domanda, un ridimensionamento dei piani di accumulazione di capitale da parte delle imprese.
La domanda nazionale ristagnerebbe nell'anno in corso e crescerebbe appena nel 2009, riflettendo dinamiche pressoché nulle sia dei consumi sia degli investimenti. Le esportazioni, frenate dalla perdita di competitività di prezzo, rallenterebbero considerevolmente, ma crescerebbero comunque, di circa il 2 per cento quest'anno e di poco meno il prossimo. Le importazioni segnerebbero una decelerazione maggiore. Nonostante l'andamento complessivamente favorevole delle quantità, il forte peggioramento previsto per le ragioni di scambio determinerebbe un sensibile ampliamento del disavanzo di parte corrente della bilancia dei pagamenti.
L'inflazione armonizzata al consumo salirebbe al 3,8 per cento nella media dell'anno in corso, per riportarsi verso il 2 per cento solo nel corso del 2009. Le forti revisioni al rialzo rispetto alle stime di gennaio (1,2 punti percentuali per quest'anno, 0,8 per il prossimo) riflettono quasi esclusivamente gli ulteriori incrementi del prezzo del petrolio. L'inflazione interna, misurata dal deflatore del PIL, aumenterebbe in misura molto più contenuta (a circa il 2,5 per cento sia quest'anno sia il prossimo, dal 2,3 del 2007): l'accelerazione del CLUP (il costo del lavoro per ogni unità di prodotto ottenuto dall’impresa.) verrebbe compensata nel 2008 dalla flessione dei margini di profitto, compressi dalla debolezza ciclica e dalle pressioni competitive.
Questo quadro previsivo presenta rischi al rialzo per l'inflazione e al ribasso per la crescita, legati alla possibilità di ulteriori aumenti dei prezzi dell'energia e di un'evoluzione più sfavorevole del quadro macroeconomico e finanziario internazionale.
16 luglio 2008