A luglio 2008 l'inflazione segna un nuovo massimo.

  1. L’evoluzione mensile è risultata, per la terza volta nell’anno 2008, dello 0,5%. Su di essa hanno pesato gli adeguamenti al rialzo delle tariffe energetiche, che da soli hanno determinato circa 0,15 punti percentuali della crescita dell’indice, i rincari dei tabacchi e gli effetti indiretti del caro petrolio sui trasporti in genere e sui servizi per il turismo.
  2. Anche l’indicatore al netto dei fattori stagionali elaborato dall’ISAE delinea un profilo dell’inflazione in forte accelerazione: tra maggio e luglio il ritmo di crescita dei prezzi si è portato, in termini annualizzati, quasi al 5,5% a fronte del 4,8% dei tre mesi terminanti in giugno.
  3. Nell’ipotesi di un graduale rallentamento delle spinte inflazionistiche esogene, l’ISAE prevede una crescita dei prezzi al consumo del 3,6% nella media del 2008, l’incremento annuo più elevato dal 1996.

In base alla stima ISTAT, in luglio l’inflazione è risultata in forte aumento. Il tasso di crescita tendenziale dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività si è portato al 4,1%, tre decimi in più rispetto al livello di giugno e valore massimo dopo il 4,5% del maggio 1996.

Il nuovo rialzo su base annua riflette una variazione sul piano congiunturale decisamente sostenuta (0,5%), più alta rispetto al mese precedente e a quella del luglio 2007.
Anche se la si considera al netto degli effetti stagionali, la dinamica dei prezzi ha evidenziato, infatti, nell’ultimo mese una forte ripresa. Secondo le elaborazioni effettuate dall’ISAE sui dati preliminari, tra maggio e luglio il tasso di crescita congiunturale, espresso in termini annualizzati, ha raggiunto quasi il 5,5%, a fronte del 4,8% dei tre mesi terminanti in giugno. Nell’immediato si potrebbe assistere dunque a un ulteriore, anche se contenuto, aumento dell’inflazione.
Secondo le previsioni dell’ISAE, che ipotizzano nei prossimi mesi un lento rientro delle spinte al rialzo di origine esogena, le pressioni inflazionistiche dovrebbero mantenersi elevate ancora nella restante parte dell’anno, con un profilo tendenziale che potrebbe mostrare un contenuto rallentamento solo dall’autunno, grazie anche al confronto statistico favorevole con gli andamenti congiunturali particolarmente sostenuti dello stesso periodo del 2007. Il tasso d’inflazione scenderebbe sotto il 4% negli ultimi mesi dell’anno e risulterebbe pari al 3,6% nella media del 2008, il più alto dal 4% del 1996.

L’evoluzione della dinamica inflazionistica italiana non è peraltro risultata diversa da quella europea. In base alla stima dell’ISTAT, per l’Italia la variazione tendenziale calcolata sull’indice armonizzato a livello europeo ha segnato una risalita, portandosi al 4,1%; della stessa entità è risultata, secondo la stima flash Eurostat, l’inflazione nell’area dell’euro (anch’essa in aumento di un decimo di punto rispetto a giugno).
Sull’andamento congiunturale dell’indice per l’intera collettività hanno influito gli adeguamenti trimestrali per le tariffe energetiche, che continuano ad incorporare i rincari del petrolio: gli aumenti dell’energia elettrica e del gas (superiori in entrambi i casi al 4%) hanno contribuito per circa 0,15 punti percentuali alla crescita mensile dei prezzi.
Spinte particolarmente consistenti sono venute dai tabacchi (che hanno determinato circa 0,05 p.p.), e dal settore dei trasporti che, oltre agli incrementi dei carburanti, continua a scontare gli effetti indiretti del caro petrolio sui prezzi dei trasporti aerei e marittimi (cresciuti intorno al 9% su base mensile). Per lo stesso motivo, probabilmente, in forte aumento sono risultati i prezzi dei servizi privati legati alla filiera del turismo (pacchetti vacanze, soprattutto).
Con riferimento alle altre voci, il settore delle comunicazioni ha continuato a contenere gli impulsi inflazionistici complessivi, con una riduzione mensile dovuta alla discesa dei prezzi delle apparecchiature telefoniche. I listini dell’elettronica di consumo in genere continuano, del resto, a rappresentare le voci che forniscono il maggior contributo alla moderazione.
I rimanenti capitoli di spesa (abbigliamento, mobili e arredamento, spese per la salute) hanno segnato andamenti congiunturali nel complesso in linea con il profilo stagionale.
Per quanto riguarda l’evoluzione dell’inflazione prospettata dagli operatori economici, il quadro che emerge dalle inchieste ISAE di luglio presso i consumatori e gli imprenditori ha evidenziato soprattutto per i primi un mutamento delle aspettative. Lo scenario relativo ai prossimi dodici mesi si caratterizza, infatti, per toni maggiormente pessimistici rispetto a quanto emerso nel più recente periodo, con una quota più elevata di intervistati che segnala preoccupazioni circa la possibilità di dinamiche dei prezzi più sostenute rispetto alle attuali.
Sembrerebbero essere viceversa maggiormente stabili le prospettive di inflazione espresse dagli imprenditori che producono beni finali di consumo. In questo comparto, da maggio e nei dati destagionalizzati, il saldo tra la quota di coloro che intendono aumentare i listini di vendita nei successivi 3-4 mesi e quanti prevedono di ridurli non ha mostrato modifiche di rilievo.
4 agosto 2008

Per un approfondimento su come si sia arrivati alla crisi esplosa nel 2008 si rimanda al seguente successo editoriale.
E. Caruso, L'estinzione dei dinosauri di stato.

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