La situazione dei mutui all'inizio del 2009Monitorando i valori degli spread praticati dalle banche su qualsiasi categoria di nuovi mutui in questo avvio del 2009 si nota che sono del tutto scomparsi (o quasi) quei ricarichi inferiori all’1% che fino a qualche mese fa si potevano trovare se non con facilità, almeno con buona frequenza. Adesso si parte da un minimo dell1% e questa è la vera sorpresa di questo primo scorcio del 2009 per chi deve sottoscrivere un finanziamento ex-novo. Lo spread, infatti, è un costo che ci si porta avanti per tutta la vita (a meno di future rinegoziazioni, surroghe o sostituzioni) e chi sceglie oggi il variabile attratto dal livello molto basso degli Euribor (1) rischia di trovarsi un fardello assai pesante quando i tassi interbancari torneranno a crescere. Il processo di graduale erosione degli spread - un circolo virtuoso innescato negli ultimi anni anche dall’ingresso di operatori stranieri sul mercato italiano - sembra dunque per il momento interrotto. I motivi alla base di un simile fenomeno, come spesso accade, sono molteplici: alcuni contingenti, che potrebbero quindi venire meno in un prossimo futuro; altri invece strutturali, destinati probabilmente a condizionare il mercato dei prestiti-casa per qualche tempo. Dal Ministero dell'Economia e delle Finanze arrivano i tanto attesi chiarimenti sul tetto del 4% (4) , applicabile a tutti i mutui a tasso variabile sottoscritti prima del 31 ottobre 2008 per l'acquisto della prima casa. La platea dei possibili beneficiari si allarga: sono inclusi i mutui a rata constante ma tasso variabile, i mutui rinegoziati o che hanno goduto della portabilità. E non sono esclusi quei mutuatari in ritardo con i versamenti delle rate, a meno che non sia intervenuta la decadenza del beneficio del termine o la risoluzione del contratto. Il sostegno dello Stato ai cittadini in difficoltà per l'eccessiva crescita dei mutui ridurrà probabilmente il ricorso alla rinegoziazione e alla portabilità del mutuo. Gli analisti prevedono un sostenzialmente congelamento delle richieste per la mancata convenienza di alcuni mutuatari a rinegoziare il mutuo. In condizioni di incertezza, meglio attendere la fine degli aiuti fra un anno, garantendosi comunque un tetto del 4%. Con la rinegoziazione si accenderebbe infatti un nuovo contratto con data di stipula posteriore al 31 ottobre 2008, e quindi non coperto dal pacchetto "anti-crisi". Il conmportamento delle banche. Il mutuo in tempi di crisi scopre il ruolo delle garanzie. Sempre più spesso i clienti si sentono chiedere dalle banche adempimenti ulteriori rispetto all'ipoteca: fideiussioni da parte di genitori e parenti, coperture assicurative a protezione del debito e altre garanzie reali. La maggiore cautela degli istituti di credito nella concessione dei finanziamenti per l'acquisto della casa si traduce anche in una maggiore rigidità sugli importi. La rata, infatti, difficilmente può superare il 30-35% del reddito mensile familiare. E poi l'ammontare del prestito, che raramente andrà oltre l'80% del valore dell'immobile (è il rapporto loan to value, che in molti casi si arresta al 60%). E c'è anche il fronte della valutazione degli edifici: abbandonata la stagione delle stime troppo generose, le banche sembrano aver decisamente imboccato la via delle perizie "reali" sul valore degli immobili. Una prudenza dettata anche dalle aspettative – non certo al rialzo – sul mercato immobiliare nei prossimi mesi. Nel frattempo, mentre l'Euribor aggiorna i minimi storici, si registra un aumento delle richieste di mutui a tasso variabile. Guardando ai primi due mesi del 2009, il tasso fisso resta ampiamente in vantaggio, ma il variabile recupera consensi tra la clientela (a febbraio l'ha chiesto quasi il 40% dei mutuatari secondo MutuiOnline). Una scelta che potrebbe rivelarsi rischiosa – soprattutto se effettuata a cuor leggero - perché oggi il variabile costa anche 150 euro al mese in meno rispetto al fisso, ma un aumento del costo del denaro potrebbe far salire rapidamente il peso della rata. Eugenio Caruso Revisione del 25 marzo 2009 NOTE (1) Tasso interbancario di riferimento diffuso giornalmente dalla Federazione Bancaria Europea come media ponderata dei tassi di interesse ai quali le Banche operanti nell'Unione Europea cedono i depositi in prestito. E' utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso variabile. L’Euribor a 3 mesi ha raggiunto venerdì 13 febbraio i minimi storici all'1,94% (la scadenza a un mese è addirittura scesa all'1,63%, mentre il tasso a 6 mesi quota 2,02%) ed è in continua caduta da quel 5,39% toccato a ottobre. In teoria le rate dei prestiti a tasso variabile avrebbero dovuto subire già un abbattimento che spazia dal 10% al 30% a seconda della diversa durata del piano di ammortamento, ma nella realtà faticano ad adeguarsi e anzi, in alcuni casi, continuano a salire. (2) Tasso interbancario di riferimento utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui ipotecari a tasso fisso. E' diffuso giornalmente dalla Federazione Bancaria Europea ed è pari ad una media ponderata delle quotazioni alle quali le banche operanti nell'Unione Europea realizzano l'Interest Rate Swap. E' detto anche IRS. (3) Una norma impone, dal 1° gennaio 2009, alle banche che offrono alla clientela mutui garantiti da ipoteca per l'acquisto dell'abitazione principale, di assicurare ai clienti la possibilità di stipulare tali contratti a tasso variabile indicizzato al tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale della Banca centrale europea (Bce). La ragione della norma è da ricercare nella considerazione che le turbolenze finanziarie degli ultimi mesi del 2008 avevano provocato un tale sconquasso nel mercato interbancario da rendere l'Euribor un parametro non più affidabile. Cosicché la legge ora impone, per i consumatori che lo desiderino, di ancorare il proprio mutuo al più stabile tasso Bce piuttosto che al più volatile Euribor. In altri termini, oltre alla tradizionale offerta di prodotti ancorati all'Euribor (e cioè al tasso della provvista interbancaria e quindi al tasso che una banca paga a un'altra banca per farsi prestare denaro), d'ora innanzi la clientela bancaria dovrà disporre di prodotti ancorati al tasso praticato dalla Bce e che esprime le condizioni alle quali la Bce stessa è disposta ad effettuare transazioni con il mercato. (4) Il 1° gennaio 2009 è entrata in vigore la norma "anti-crisi" per tutelare i titolari dei mutui . L’articolo 2, comma 5 del decreto Dl 185 del 29 novembre 2008, prevede il pagamento da parte dello Stato della quota eccedente il tasso del 4%. Per un approfondimento su come l'Italia sia arrivata al limite del baratro si rimanda a |
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