La legge finanziaria 2010 - 2012

Una Finanziaria leggera, di 3 miliardi nel triennio 2010-2012, composta da tre soli articoli e relative tabelle, che di fatto – secondo quanto ha spiegato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti – integra la manovra triennale dello scorso anno, non opera alcuna correzione per il 2010 e 2011 e aggiorna le previsioni di spesa ed entrata per il 2012.
È una manovra in due tempi, quella approvata dal Consiglio dei ministri, poiché il Governo rinvia per un suo eventuale potenziamento all'andamento del gettito dell'autoliquidazione di novembre, e soprattutto agli incassi attesi dallo scudo fiscale. Si apriranno in tal modo ulteriori spazi – ha spiegato Tremonti – per interventi a favore dell'Università e della ricerca, per il "5 per mille", per il rifinanziamento delle missioni militari all'estero e per il lavoro, oltre che per la partita relativa al rinnovo dei contratti pubblici. Al momento infatti in Finanziaria sono previste risorse per i rinnovi contrattuali 2010-2012 pari a 1,8 miliardi per il settore statale e a 1,6 miliardi per il settore non statale, per un totale complessivo nel triennio pari a 3,4 miliardi. Si tratta in sostanza dello stanziamento per la sola indennità di vacanza contrattuale (circa il 40% dell'inflazione programmata). Sul rinnovo dei contratti pubblici «saranno mantenuti gli impegni, però non c'è la cifra specifica assoluta per il rinnovo», ha spiegato Tremonti.
Il ministro rivendica al Governo il merito di avere di fatto anticipato con la Finanziaria leggera di quest'anno la riforma della legge di bilancio, attualmente in discussione alla Camera in seconda lettura. Niente più «assalti alla diligenza» dunque. Del resto, «nessun governo, di destra o di sinistra, democratico o autoritario, era in grado di superare la prova della Finanziaria italiana, con 3 mesi di indiscrezioni, anticipazioni, smentite, scontri e discussioni. Non c'è più quello spettacolo ignobile che erano le Finanziarie».
Alla Finanziaria e al Dpef, con relativa nota di aggiornamento, dunque, il compito di aggiornare il quadro macroeconomico e gli stanziamenti previsti dal Bilancio a legislazione vigente, mentre la manovra economica vera e propria è consegnata ai provvedimenti che di volta in volta si rendono necessari. «Dall'inizio della crisi – ha ricordato Tremonti – sono stati approvati sei decreti legge». Tremonti cita i dati sulla disoccupazione, che collocano il nostro Paese al 7,4% contro il 9,5% della media europea: «Non vuol dire che sottovalutiamo l'impatto della crisi, ma che l'Italia sta reagendo meglio di altri Paesi».
Per il resto il ministro ricorda come per la prima volta «la velocità di crescita del debito e del deficit sia inferiore alla media europea». A ottobre, annuncia il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il Governo darà attuazione alla riforma del sistema universitario e rifinanzierà le missioni all'estero. Quanto al gettito atteso dallo scudo fiscale, Tremonti non si sbilancia in cifre: «Sulla base di quanto incasseremo attiveremo un fondo istituito a Palazzo Chigi per far fronte a voci di spesa fondamentali».
 Le agevolazioni fiscali del 36% per le ristrutturazioni edilizie saranno prorogate. «Le maggiori disponibilità di finanza pubblica che si realizzassero nel 2010 rispetto alle previsioni del Dpef saranno destinate alla riduzione della pressione fiscale nei confronti delle famiglie e dei percettori di reddito medio-basso con priorità per i lavoratori dipendenti e i pensionati». Quanto al quadro macroeconomico, si prevede che il Pil subisca quest'anno una contrazione del 4,8%, mentre per il 2010 è prevista una crescita dello 0,7 per cento. Per il deficit, la stima 2009 è del 5,3% nel 2009, del 5% nel 2010. Il dato, al netto delle correzioni per il ciclo, è del 3,3% quest'anno e del 2,8% nel 2010. Il debito pubblico nel 2009 si attesterà al 115,1% del Pil e nel 2010 salirà al 117,3 per cento.
23 settembre 2009

Per un approfondimento su come l'Italia sia arrivata al limite del baratro si rimanda a
E. Caruso, L'estinzione dei dinosauri di stato.

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