Il Monte dei Paschi di Siena in crisi profonda


Non dimenticare mai dove hai sepolto l'ascia di guerra.
Frank McKinsey


La Banca Monte dei Paschi di Siena, nata nel 1472 come monte di pietà per dare aiuto alle classi disagiate della popolazione senese, è la seconda banca più antica del mondo tuttora in attività. La più antica banca al mondo è infatti il Banco di San Giorgio nato nel 1407. Il Gruppo Montepaschi è attivo sull'intero territorio italiano e sulle principali piazze internazionali con un'operatività che copre l'attività bancaria tradizionale, l'asset management, il private banking, l'investment banking alla finanza innovativa d'impresa (project finance, merchant banking e consulenza finanziaria), con una particolare vocazione verso la clientela famiglie e piccole e medie imprese.
La Banca Monte dei Paschi di Siena nasce per volere delle Magistrature della Repubblica di Siena come Monte di pietà nel 1472, anno in cui viene approvato il suo statuto e dal quale l'istituto di credito opera senza interruzione. Alla base della sua nascita, sembra esserci lo "Statuto dei Paschi", redatto dai Senesi nel 1419 per la regolamentazione di tutte le attività inerenti all'agricoltura e alla pastorizia in Maremma. La nascita dell'istituto di credito, pur assumendo inizialmente un'altra denominazione, era uno degli elementi fondamentali per l'applicazione del suddetto statuto.
Prende l'attuale denominazione nel 1624, anno in cui Siena viene inglobata nel Granducato di Toscana ed il Granduca Ferdinando II concede ai depositanti del Monte, a loro garanzia, le rendite dei pascoli demaniali della Maremma (i cosiddetti "Paschi").
Nel 1936 il Monte dei Paschi di Siena viene dichiarato Istituto di credito di diritto pubblico. La Banca si dota quindi di un nuovo statuto che, pur con varie modifiche, resta in vigore fino al 1995.
Nel 1990 acquisita il controllo del Mediocredito Toscano e dell'INCA (Istituto Nazionale per il Credito Agrario), le cui attività confluiranno in MPS Banca per l'Impresa e successivamente in MPS Capital Services. Acquisisce inoltre partecipazioni di controllo in banche estere, in Belgio, in Svizzera ed in Francia.
Il decreto del Ministero del Tesoro dell'8 agosto 1995 dà origine a due enti: la Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A e la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, un ente no-profit che ha per scopo statutario finalità di assistenza e beneficenza, nonché di utilità sociale nei settori dell'istruzione, della ricerca scientifica, della sanità e dell'arte, soprattutto con riferimento alla città ed alla provincia di Siena.
Il 25 giugno 1999 la Banca Monte dei Paschi di Siena è quotata sulla Borsa Valori di Milano con un'offerta pubblica che fa registrare richieste di acquisto pari a dieci volte l'offerta. Con la quotazione in Borsa inizia un'intensa fase di espansione territoriale ed operativa. Vengono acquisite partecipazioni in significative banche regionali con forte radicamento territoriale, tra cui Banca Agricola Mantovana (BAM) e Banca del Salento (poi Banca 121). L'acquisizione della BAM ha permesso al MPS di incrementare la sua presenza nell'Italia settentrionale, quella della Banca del Salento principalmente nel meridione. Si dà vita al potenziamento delle strutture produttive, nel settore del credito specializzato e dei prodotti finanziari per le imprese, così come nel comparto del credito al consumo, con la società Consum.it, e nel settore dell'investment banking, nel risparmio gestito e nel parabancario, in particolare con la banca MPS Leasing and Factoring. Parallelamente si procede con il riassetto organizzativo interno del Gruppo, finalizzato all'applicazione di un modello specialistico multimercato.
L'8 novembre del 2007, il Monte dei Paschi di Siena annuncia con una nota di aver raggiunto un accordo con Banco Santander per l'acquisto di Banca Antonveneta per 9 miliardi di euro.
Al 4 febbraio 2011 risulta essere la quarta banca italiana nella classifica delle 15 banche a maggiore capitalizzazione quotate sulla borsa italiana. Nel 2010 ha superato lo "stress test" effettuato dal Committee of European Banking Supervisors (CEBS). Il test analizzava la solidità patrimoniale degli istituti bancari per verificare le capacità di resistenza alle crisi.
Nel 2012 il MPS è entrato in una grave crisi che ne sta mettendo in discussione la stabilità. Il 6 maggio sul programma di Rai 3 "Report" è stata raccontata la crisi di Monte dei Paschi di Siena. Una lunga inchiesta del programma condotto da Milena Gabanelli si è occupata, infatti, di indagare sui problemi che affliggono l’istituto di credito, per la prima volta alle prese con la crisi della sua banca, dalle difficoltà dell' Università ai contrasti della politica nella gestione del Comune.
La crisi della Fondazione, tradizionale cassaforte delle attività cittadine e provinciali, che si è svenata per sostenere le esigenze patrimoniali della banca, ha fatto saltare l'equilibrio politico-economico vigente, tanto da portare alla rottura, per ragioni di soldi non più disponibili, tra i vertici della Fondazione, presieduta dall' ex Dc Gabriello Mancini e quelli del Comune, guidato dall' ex diessino Franco Ceccuzzi, (che è un po' l' azionista di riferimento dell' ente), che ha prodotto la bocciatura del bilancio e il rischio di un commissariamento comunale. Ma soprattutto alla rottura di quel legame politico tra la Dc e il Pci prima, Margherita e Ds dopo e quindi interno al Pd sul quale si è sempre retta la gestione della città. Dall’inchiesta di Report è emerso che i problemi della banca sono nati nel momento in cui questa è stata proiettata sul mercato. È da qui, da questa voglia di espansione, dalla voglia del suo presidente (fino a una settimana fa) Giuseppe Mussari di farla crescere nel territorio con l'acquisto dell' Antonveneta nel 2007, operazione costata troppo, che si sono susseguite una serie di vicende non proprio fortunate (Antonveneta fu acquistata a più di 9 miliardi quando Santander l'aveva acquistata due mesi prima a 6,6 miliardi). Le analisi dei giornalisti di Report si sono concentrate sull’analisi della situazione finanziaria di tre grandi banche: Unicredit, Monte dei Paschi di Siena e Intesa San Paolo, e sui movimenti bancari per cercare di capire perché alcune banche hanno chiuso il bilancio annuale in rosso.
Il riferimento è chiaramente alla banca Monte dei Paschi di Siena che ha chiuso incredibilmente in rosso con un deficit di 8,4 miliardi di euro e per la prima volta la banca ha subito attacchi da parte dei dipendenti. Nel corso della puntata sono stati anche ricordati i momenti di protesta in cui i dipendenti cercavano risposte dai dirigenti, quando in banca erano stati ridotti drasticamente gli stipendi e tutti cercavano di sapere il motivo e se la riduzione salariale riguardasse anche gli alti capi in questo periodo di crisi. 8.000 dipendenti in piazza a chiedere il resoconto finanziario alla Banca Monte dei Paschi di Siena. Un evento che non si era mai verificato prima. Il problema per il Monte dei Paschi e per molte altre banche italiane, spiegano sul Wall Street Journal, sono gli investimenti nei titoli di Stato italiani. I cinque principali acquirenti di titoli possedevano circa 164 miliardi di euro di debito italiano alla fine del 2011, circa il doppio rispetto al capitale di cui dispongono per assorbire e compensare perdite economiche improvvise. All’epoca il Monte dei Paschi era risultato il più esposto: aveva 32,5 miliardi di debito italiano a fronte di un cuscino per le emergenze di 7,1 miliardi di euro. Di recente il rating della banca è stato ridotto dalle tre principali agenzie e, complice la crisi, tira una brutta aria sull’andamento della società.


Per un approfondimento su come l'Italia sia arrivata al limite del baratro si rimanda al successo editoriale
E. Caruso, L'estinzione dei dinosauri di stato.

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