Rallenta il fotovoltaico in Italia.


Gli studi alimentano la giovinezza e rallegrano la vecchiaia
Cicerone


Per almeno un triennio il fotovoltaico è stato, fondamentalmente, un mercato che ha interessato due paesi: Germania e Italia, tra 2009 e 2011, hanno infatti ospitato la maggioranza degli impianti solari installati nel mondo. La ragione di questo fenomeno? Il livello d'incentivazioni garantito ai proprietari dei pannelli in questi paesi. In Italia, grazie al sistema d'incentivazione Conto energia, tra 2008 e 2013 sono stati allacciati alla rete oltre mezzo milione di impianti, per circa 17 GW di potenza complessiva. Ma i tempi d'oro del fotovoltaico sono ormai finiti, anche perché il Conto energia si è definitivamente esaurito nel luglio del 2013. A sostegno del solare nazionale, di fatto, rimangono solo le detrazioni fiscali del 50%, buone per i piccoli impianti domestici ma non certo sufficienti ad attirare grandi investimenti internazionali. Non stupiscono, dunque, i dati recentemente rilasciati dalla principale associazione di categoria nazionale, Anie/Gifi: secondo un'indagine condotta fra le imprese associate che ha messo a confronto i dati del 2013 con quelli del 2011, in un biennio si è infatti assistito a un'allarmante perdita del 50% dei posti di lavoro (oltre 8 mila occupati in meno) e quasi del 50% del fatturato. Lo studio ha inoltre evidenziato come nei primi nove mesi del 2013 nell'industria fotovoltaica italiana le ore medie di ricorso alla Cig siano più che raddoppiate rispetto al 2012, portando a quasi 4.000 il numero di dipendenti in cassa integrazione nel 2013. La situazione del fotovoltaico nazionale, insomma, è drammaticamente seria, ma, in realtà, a essere cambiata è l'intera geografia del mercato globale. Anche la Germania, dopo anni di dominio, è destinata nel 2013 a perdere il suo scettro di regina del fotovoltaico e a scivolare in quarta posizione. Il primato in materia di nuove installazioni spetterà infatti alla Cina che, dopo aver perturbato non poco la filiera del solare mondiale con i suoi pannelli low cost (e innescato il caso dumping), ha deciso di scommettere sullo sviluppo del suo mercato interno. Quest'anno dovrebbero essere installati nel gigante asiatico circa 8,5 GW, che consentiranno di soddisfare almeno in parte il crescente fabbisogno di energia della Repubblica popolare, limitando il ricorso al carbone. Al secondo posto, con una previsione di 7 GW entro fine anno, c'è il Giappone: in questo caso, la corsa all'installazione dei pannelli è la conseguenza diretta della catastrofe di Fukushima del 2011, che ha comportato il sostanziale blocco di tutti gli impianti nucleari del paese. In terza piazza, con circa 4,5 GW, ci sono gli Usa, che negli ultimi mesi stanno correndo più di tutti. In questo caso a spingere il solare c'è un sistema di incentivazione favorevole (promosso da Obama), oltre che una normativa snella che consente alle utility di utilizzare senza troppe complicazioni l'energia verde prodotta dai grandi impianti solari. Nel terzo trimestre 2013 negli Usa sono così stati installati ben 930 MW, il 20% in più rispetto al secondo trimestre 2013 (+35 % rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno); in particolare gli impianti fotovoltaici residenziali hanno toccato il livello record di 186 MW. Aspettative ancora maggiori ci sono per l'ultimo quadrimestre dell'anno, che dovrebbe contenere numeri importanti per quanto riguarda i grandi parchi solari. Il fotovoltaico a stelle e strisce è forte soprattutto negli Stati che hanno a disposizione vasti spazi desertici, come California, Arizona e Colorado, e può vantare tra gli investitori anche big del calibro di Google. Non stupisce, dunque, che il solare quest'anno sia destinato a diventare la seconda maggiore fonte di nuova capacità elettrica degli Stati Uniti, dietro soltanto al tanto celebrato gas naturale della rivoluzione shale. E L'Italia?? Nonostante tutto dovremmo chiudere il 2013 in quinta posizione a quota 2 GW, ma l'anno decisivo sarà il prossimo, quando si conoscerà il reale valore del solare nazionale senza il sostegno del Conto energia. E' opportuno ricoerdare che il costo del kWh fotovoltaico ha raggiunto il costo del kWh termico e pertanto, anche senza il conto energia, la corsa del fotovoltaico dovrebbe rallentare ma non fermarsi. D'altra parte l'Italia non possiede vasti terreni desertici o incolti nei quali installare grandi campi fotovoltaici, pertanto i piccoli impianti da montare su tetti di capannoni o condomini, con gli incentivi fiscali del 50% potrebbero dare un buon contributo.

LOGO Gaetano Polimeni ... 16 maggio 2013


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