Non curatevi delle ricchezze più o altrettanto che della perfezione dell'anima; rammentatevi che non dalle ricchezze viene la virtù, ma dalla virtù le ricchezze e tutto ciò fa bene all'uomo, sia nella sfera privata che in quella pubblica.
Socrate.
Il settore domestico e dei servizi
rappresenta una significativa fonte
di inquinamento atmosferico
confrontabile, in termini puramente
emissivi, al settore dei trasporti e della
produzione industriale. A differenza
dei trasporti e delle attività produttive,
governati “ambientalmente” tramite
le strategie comunitarie sulle classi
emissive Euro e sulle autorizzazioni alle
emissioni in atmosfera, relativamente
poche sono state le misure strutturali
adottate per contenere le emissioni
domestiche. Una delle ragioni per le
quali questo è accaduto va sicuramente
cercata nella difficoltà di quantificare
esattamente le emissioni domestiche
a causa della penuria di informazioni
relative al numero e tipologia di stufe
e caldaie presenti sul territorio. La
scarsità di informazione, in particolare
per i combustibili maggiormente
inquinanti come la legna, il gasolio e l’olio
combustibile, ha fatto sì che risultasse
molto difficile stimarne l’effettivo impatto
ambientale, quindi ottimizzare i costi e i
benefici delle misure adottabili. A nostro
avviso un ulteriore elemento che ha
contribuito a rendere difficoltoso il fatto
di poter agire sulle emissioni domestiche
è rappresentato dalla mancanza di
conoscenza sulle ragioni per cui
determinati sistemi di combustione sono
preferiti dalle persone o comunque scelti
rispetto ad altri. L’aspetto psicologico,
motivazionale ed economico risulta
importante in generale per ogni tipo di
misura, ma lo è in modo particolare
per quanto riguarda le scelte legate
all’ambito domestico che, più degli altri,
implica scelte personali.
Materiale e metodi
Nell’ambito delle attività di supporto
tecnico alla Regione Friuli Venezia Giulia
relative alla pianificazione in materia di
energia e della qualità dell’aria, l’Agenzia
per la protezione dell’ambiente ha
realizzato uno studio volto a reperire sia le
informazioni relative all’utilizzo dei diversi
vettori energetici in ambito domestico,
sia le motivazioni di questo utilizzo, in
particolare per quanto riguarda la legna.
Lo studio è stato condotto reperendo:
1) per i vettori energetici in rete (es.
metano), i dati relativi alle vendite a scala
comunale dei vettori energetici distribuiti
in rete
2) per i vettori energetici fuori rete
(es. gasolio, Gpl, legna ecc.) i dati
relativi al consumo tramite un’indagine
demoscopica basata su un questionario
predisposto da diverse Regioni del bacino
padano nell’ambito delle attività per il
popolamento degli inventari emissivi
Inemar2. L’indagine demoscopica, basata
su un insieme di 36.000 telefonate, è stata
condotta in collaborazione con l’Agenzia
regionale per l’energia (Ape) che, nel
medesimo periodo, stava realizzando
delle ricognizioni “porta a porta” in diversi
comuni del Friuli Venezia Giulia per la
realizzazione dei Paes (Piani d’azione
per l’energia sostenibile) in modo da
poter confrontare ed eventualmente
calibrare i risultati ottenuti in maniera
omogenea per tutta la regione (indagine
demoscopica Cati) con i risultati ottenuti
in maniera verosimilmente più precisa
e maggiormente contestualizzata
(ricognizione porta a porta).
Questa indagine, condotta con approccio
integrato, ha consentito di ottenere
una fotografia completa aggiornata
all’anno 2013 dello stato dei vettori
energetici (quantità utilizzata e con quale
tecnologia) nel Friuli Venezia Giulia a
risoluzione comunale.
Risultati
Il Friuli Venezia Giulia è una regione
diffusamente metanizzata in pianura, benché con estese aree
montane non metanizzate, non stupisce
pertanto che circa 438.000 famiglie
utilizzino ogni anno 651,7 milioni di
metri cubi di metano corrispondenti a
52 GJ (miliardi di Joule) per famiglia.
Per quanto riguarda il gasolio, invece,
lo studio condotto ha mostrato come in
regione vi siano circa 46.000 famiglie
che utilizzano annualmente 72 milioni di
litri, corrispondenti a 43 GJ per famiglia.
Per quanto riguarda il Gpl, invece, questo
vettore energetico risulta utilizzato in
Friuli Venezia Giulia da circa 30.000
famiglie per un totale di 44 milioni di
litri, corrispondenti a 64 GJ per famiglia.
L’utilizzo dell’olio combustibile risulta, di
fatto, marginale in questa regione, con 651
tonnellate distribuite su circa 770 famiglie,
che corrispondono a 49 GJ per famiglia.
Molto più interessanti risultano però i
risultati ottenuti sul consumo di legna
in Friuli Venezia Giulia. Dallo studio
condotto, infatti, emerge come circa il 9%
della popolazione utilizzi questo vettore
energetico in maniera esclusiva, mentre
il 19% circa lo utilizza congiuntamente
ad altri vettori quali il metano e il Gpl.
Queste
percentuali variano molto da comune a
comune. L’utilizzo maggiore si ha nelle
aree montane e pianeggianti, mentre
l’utilizzo minore si ritrova nelle aree a
maggiore densità abitativa (capoluoghi
di provincia) e sulla costa. Nel complesso,
in regione risultano esserci circa 153.000
famiglie che utilizzano, annualmente, 6.3
milioni di quintali di legna, tra i quali vi
sono 5.5 milioni di quintali di legno in
ciocchi e 660 mila quintali di legno in
pellet. Nel complesso, l’ammontare annuo
di energia fornita dal legno per famiglia
che ne fa uso è di 53 GJ.
Dal punto di vista della diversa tipologia
di impianto utilizzato per la combustione,
in Friuli Venezia Giulia si ha una chiara
predominanza di stufe classiche e di
spolert 1 (complessivamente 55% degli
utilizzatori di legna), mentre
risulta ancora relativamente poco
presente il pellet (14% degli utilizzatori
di legna).
Anche se gli impianti a pellet non sono
estremamente diffusi, ciò nonostante
questa tipologia di combustibile fornisce
circa il 22 % dell’energia totale ascrivibile
alla biomassa legnosa in Friuli Venezia
Giulia, questo in virtù della maggiore
efficienza energetica degli impianti.
Estremamente interessante risulta anche
l’analisi delle emissioni di materiale
particolato associate alle diverse tipologie
di biomassa legnosa e soprattutto agli
impianti nei quali viene bruciata. Nel
dettaglio, il pellet risulta responsabile
di circa il 2% delle emissioni totali di
particolato, mentre il restante 98%
delle polveri risulta emesso da stufe
tradizionali e spolert (63%) nonché dai
caminetti aperti (18%) e chiusi (16%).
Molto interessante risulta essere anche
l’analisi delle ragioni per le quali le
persone scelgono un determinato vettore
energetico. L’aspetto
economico e quello relativo alla (vera o
presunta?) maggiore efficacia della legna
risultano preponderanti per la scelta,
anche se l’aspetto culturale (tradizione
di famiglia) e multifunzionale (utilizzo
per cucina e riscaldamento) non sono
trascurabili. La motivazione “ecologica”
nell’utilizzo della legna in Friuli Venezia
Giulia è invece nel complesso marginale.
Conclusioni
L’analisi condotta in Friuli Venezia Giulia
relativamente all’utilizzo dei vettori
energetici in ambito domestico e del
terziario ha mostrato come, in particolare
nei capoluoghi di provincia, sia ancora
diffuso l’utilizzo del gasolio nonostante
la buona rete di distribuzione del metano
a livello regionale. Molto diffuso risulta
anche l’utilizzo domestico della legna, in
particolare a supporto di altre forme di
riscaldamento come il metano, gasolio
o Gpl. Dal punto di vista ambientale,
in Friuli Venezia Giulia risultano
presenti ancora un numero consistente
di impianti a legna obsoleti, che hanno
una resa energetica molto bassa e, dal
punto di vista delle emissioni di materiale
particolato, contribuiscono in maniera
significativa al totale regionale. Il pellet,
nonostante risulti energeticamente molto
più efficiente, non è ancora molto diffuso
a livello regionale. La diffusione del
pellet potrebbe essere stata frenata sia da
motivazioni economiche e dal fatto che in
parte la legna utilizzata è auto-prodotta,
sia dal fatto che in molte famiglie
sono presenti degli impianti a legna
potenzialmente utilizzabili anche per
cucinare. L’importanza della motivazione
economica nell’utilizzo domestico della
legna potrebbe essere adoperata come
chiave per promuovere la sostituzione
di impianti obsoleti inquinanti e poco
efficienti, ma verosimilmente solo a fronte
di incentivi in denaro.
Note
1 Spolert è il vocabolo friulano utilizzato per
indicare la cucina economica a legna (il vocabolo
deriva dal tedesco Sparherd, cucina economica)
ed è una stufa a ciocchi con un largo ripiano in
ghisa utilizzato per cucinare e scaldare acqua e
vivande. Nel Friuli orientale e Venezia Giulia il
vocabolo spolert è sostituito dal vocabolo spargher,
che ha la medesima etimologia.
2 Inemar è un software i cui autori sono Regione
Lombardia e Arpa Lombardia e il cui acronimo
sta per Inventario delle emissioni in aria.
Alessandra Petrini,
Tommaso Pinat,
Fulvio Stel,
Fulvio Daris
Arpa Friuli Venezia Giulia
... Tratto da Ecoscienza 1/2014
30 maggio 2014
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