Anche l'esame più sommario ci rivela che i due nemici della felicità sono il dolore e la noia.
A. Schopenhauer
L’economia turistica offre un contributo decisivo alla produzione della
ricchezza italiana, allo sviluppo dell’occupazione, all’attivo della bilancia
valutaria.
Il valore aggiunto prodotto dalle attività connesse al turismo è pari a
circa 83 miliardi di euro, ovvero il 6% del totale dell’economia.
I consumi turistici interni ammontano a 114 miliardi di euro, buona parte
dei quali (circa 30 miliardi di euro) è determinato dalle spese effettuate
in Italia dai turisti stranieri.
Gli esercizi ricettivi italiani ospitano ogni anno 375 milioni di pernottamenti.
Il settore offre lavoro a 1,5 milioni di persone, di cui circa 1 milione
di lavoratori dipendenti.
In altre parole: il Turismo lavora per l’Italia, il Turismo dà lavoro all’Italia.
E, se sapremo assecondarne lo sviluppo, ne potrà dare sempre di più.
Federalberghi offre il proprio contributo al dibattito sulle prospettive
dell’economia turistica richiamando l’attenzione delle istituzioni e delle
forze politiche e sociali su quegli aspetti dello sviluppo che richiedono
un’azione di riforma.
In relazione a ciascuno dei temi proposti, accanto agli obiettivi di carattere
generale, abbiamo voluto indicare, a titolo esemplificativo, anche
alcune azioni concrete.
Più di sessanta misure, molte delle quali possono essere realizzate in
tempi brevi, in alcuni casi senza oneri a carico delle finanze pubbliche.
Governare il sistema
Gli strumenti di governance di un sistema turistico sono tra i fattori che
più influiscono sulla sua capacità competitiva.
Prima della riforma del Titolo V della Costituzione, la potestà legislativa
regionale in materia di turismo doveva essere esercitata nei limiti dei
principi fondamentali stabiliti dalle leggi dello Stato ed in armonia con
l’interesse nazionale e delle altre Regioni.
A partire dal 2001, con l’approvazione dell’attuale assetto istituzionale,
che affida il turismo alla competenza esclusiva delle Regioni, il nostro
Paese si è ritrovato privo di ogni forma di regia e la Corte Costituzionale
è stata chiamata in numerose occasioni a dirimere conflitti di attribuzione
tra Stato e Regioni.
Ogni volta che lo Stato prova a dotare il settore di regole univoche e,
dunque, sicuramente più orientate alle esigenze del mercato, la semplice
opposizione di una Regione cancella quanto proposto, facendo
arretrare il nostro sistema turistico, che di tutto ha bisogno tranne che
di confusione.
Risulta quindi impossibile sviluppare una politica turistica unitaria ed
efficace, che consenta all’Italia di competere ad armi pari sui mercati internazionali.
L'obiettivo
Dotare l’Italia degli strumenti istituzionali necessari per sviluppare una politica
di sistema, indispensabile per poter sostenere la competizione con i
Paesi concorrenti
Ad esempio
Inserire il turismo tra le materie attribuite alla competenza concorrente
tra Stato e regioni, modificando l’articolo 117 della Costituzione.
Affidare la regia delle politiche nazionali ad un Ministero con competenze
specifiche, istituendo il Ministero del turismo o affidando le relative
competenze ad un Ministero dei beni culturali e del turismo.
Investire per crescere
Un’adeguata disponibilità di risorse è condizione indispensabile affinché
gli investitori, pubblici e privati, possano svolgere attivamente il
proprio ruolo.
Le piccole e medie imprese, pur costituendo la parte più vitale del tessuto
economico del nostro paese, stentano a reperire sul mercato i capitali
necessari per riqualificare o espandere l’attività, condizione indispensabile
per poter confrontarsi con l’agguerrita concorrenza internazionale.
La problematica, che interessa l’intera economia italiana, è particolarmente
avvertita nel settore turismo, al cui interno prevalgono imprese
di dimensioni medio piccole.
Similmente, anche gli enti pubblici che si occupano di turismo risultano
spesso privi dei fondi necessari per attivare politiche di sviluppo.
Se si considera il turismo un asset strategico, se si desidera che continui
a concorrere alla creazione di valore e di occupazione, occorre re-investire
nel settore una parte del grande contributo che l’economia turistica
apporta all’economia nazionale.
L'obiettivo
Catalizzare le risorse necessarie per realizzare le politiche di sviluppo, incentivando
gli investimenti privati e finanziando i necessari interventi pubblici
Ad esempio
Restituire al settore turismo una quota del gettito IVA prodotto da tutte
le attività produttive, non solo terziarie, che traggono beneficio dall’economia
turistica.
Migliorare la capacità di utilizzazione dei fondi europei e l’accesso alle
informazioni concernenti le opportunità offerte da tali fondi.
Valorizzare le ricadute positive che investimenti effettuati in altri campi
possono generare sul settore turismo.
Farsi vedere, farsi sentire
La domanda turistica mondiale è in costante aumento, con circa un miliardo
di arrivi internazionali ogni anno, destinati a raddoppiare entro il
2030. Purtroppo, l’Italia cattura quote sempre minori di tali flussi, anche
a causa della scarsa efficacia delle politiche di promozione.
Disponiamo di un grande brand, ITALIA, sul quale devono essere fondati
gli sforzi del sistema, stanziando le risorse per realizzare un grande piano
strategico promozionale, da realizzarsi mediante un’azione corale,
che veda tutti gli stakeholders impegnati in uno sforzo sinergico.
L'obiettivo
Rilanciare la promozione del prodotto turistico nazionale, in Italia e all’estero.
Ad esempio
Trasformare l’ENIT in spa (a capitale pubblico), per consentirne una più
efficiente gestione, e dotarlo delle risorse necessarie per svolgere il proprio
ruolo.
Impegnare i fondi pubblici per la promozione all’estero solo in favore
di azioni coordinate, dalle regioni (per le azioni di medio raggio) o dallo
Stato (per il lungo raggio).
Razionalizzare i costi di funzionamento degli uffici all’estero dell’ENIT,
collocando in un’unica sede (Casa Italia) Ambasciata, Consolato, ENIT,
ICE, Istituto di cultura, etc.
Consentire all’ENIT di svolgere attività promozionale anche sul mercato
domestico.
Inserire nel contratto di servizio tra il Ministero dello Sviluppo Economico
e la RAI l’obbligo di realizzare un canale satellitare tematico in chiaro
destinato alla promozione del patrimonio turistico e culturale italiano.
Definire la mission del portale Italia.it e le conseguenti modalità di riorganizzazione.
Riqualificare l’offerta
L’evoluzione dell’offerta turistico ricettiva italiana ha registrato, negli ultimi
venti anni, un costante miglioramento: è cresciuta la dimensione
media degli alberghi, è aumentato il numero di strutture appartenenti
alle categorie medio alte.
Gli sforzi che le imprese hanno compiuto per migliorare gli standard
qualitativi trovano riscontro oggettivo anche nel numero crescente di
turisti stranieri che prescelgono gli alberghi italiani, con oltre 110 milioni
di presenze ogni anno, e nell’apprezzamento rilevato da osservatori
indipendenti.
La soddisfazione per i risultati ottenuti non può tuttavia farci sedere sugli
allori. Sul mercato pullulano competitor agguerriti, spesso favoriti da
una struttura dei costi notevolmente più snella.
Le imprese italiane possono vincere questa sfida solo puntando sulla
qualità ed hanno pertanto necessità di condizioni di sistema che agevolino
e sostengano continui investimenti.
L'obiettivo
premiando le imprese che intendono effettuare investimenti ed accompagnando
l’uscita delle imprese che non sono oggettivamente in condizioni
di rimanere sul mercato.
Ad esempio
Incentivare, con crediti d’imposta e premi di volumetria, gli investimenti
mirati all’innovazione tecnologica, all’adeguamento agli standard ed ai
miglioramenti qualitativi.
Favorire, con un sistema di mutui agevolati, l’acquisto della struttura ricettiva
da parte delle imprese che non ne sono proprietarie e che quindi
non possono provvedere alle ristrutturazioni integrali che pure in alcuni
casi sarebbero necessarie.
Semplificare l’iter amministrativo per il cambio di destinazione d’uso degli
immobili per le imprese non più remunerative.
Offrire nuovi servizi
L’aggiornamento dei servizi esistenti e lo sviluppo di nuovi servizi sono
due tra le leve principali su cui l’impresa turistica deve agire quotidianamente,
per fidelizzare i propri clienti e per conquistarne di nuovi.
Il cliente moderno è informato, consapevole, esigente. Egli si aspetta di
ricevere una pluralità di servizi, tra i quali la disponibilità di una camera
d’albergo accogliente e confortevole è certamente essenziale ma non
può considerarsi esaustiva.
L’albergatore non può quindi limitarsi a presidiare il servizio ricettivo in
senso stretto. Deve assicurarsi che il cliente possa godere, dentro e fuori
la struttura ricettiva, di tutti gli elementi necessari affinché il soggiorno
si trasformi in un’esperienza gratificante.
Creatività, passione, tecnologia, sono alcune delle parole chiave che
hanno consentito al mercato italiano, giorno dopo giorno, di sviluppare
un ampio ventaglio di offerte, che consente di scegliere tra migliaia di
proposte diverse, capaci di soddisfare tutte le esigenze e tutte le tasche.
A volte, tuttavia, il desiderio di offrire un servizio migliore si scontra con
le difficoltà indotte dagli oneri burocratici che ostacolano la possibilità
di fornire ai propri clienti prodotti e servizi accessori rispetto all’attività
principale.
L'obiettivo
Ampliare la gamma dei beni e servizi che le imprese turistiche offrono alla
clientela.
Ad esempio
Consentire alle strutture ricettive, senza aggravi di carattere burocratico,
di vendere prodotti e servizi complementari quali biglietti per attrazioni,
manifestazioni, eventi, mezzi di trasporto pubblico locali e stabilimenti
termali e balneari nonché prodotti tipici del territorio.
Abrogare i residui vincoli che talvolta ancora impediscono alle strutture
ricettive di somministrare alimenti e bevande anche ai clienti non alloggiati.
Liberare il lavoro
Il turismo è caratterizzato da una forte competizione internazionale che
richiede una sempre maggiore qualificazione dell’offerta.
In questo quadro, un ruolo decisivo è giocato dalle risorse umane, che
costituiscono un fattore essenziale nell’economia dei servizi.
Sorge spontanea, dunque, la richiesta di una nuova e diversa regolamentazione
dei rapporti di lavoro.
In questi anni, il contratto a termine, il contratto di lavoro a chiamata, il
lavoro accessorio sono stati gli strumenti con i quali le imprese hanno affrontato
un mercato difficile, caratterizzato da lunghe fasi di crisi, realizzando
una perfomance occupazionale senza pari nell’economia italiana.
La recente riforma del mercato del lavoro ha introdotto nuove rigidità
nel nostro ordinamento, rendendo più difficoltoso il ricorso alle formule
contrattuali flessibili e compromettendo alcuni degli equilibri raggiunti
negli anni scorsi dalle parti sociali.
La contrattazione collettiva deve poter definire forme di protezione alternative
a quelle previste dalla legge, in modo da garantire un sistema
di tutele modulato sulle caratteristiche dell’impiego del settore.
L'obiettivo
Modellare soluzioni che tengano conto delle caratteristiche strutturali del
settore e delle esigenze delle imprese e dei territori
Ad esempio
Ampliare gli spazi rimessi alla contrattazione collettiva in materia di gestione
della flessibilità dei contratti di lavoro e dei rapporti di lavoro.
Potenziare e rendere strutturali la detassazione e la decontribuzione
delle erogazioni che la contrattazione collettiva istituisce per incentivare
la produttività del lavoro.
Consentire agli studenti delle scuole superiori di lavorare nel turismo
durante le vacanze scolastiche, come apprendisti stagionali.
Sviluppare le infrastrutture
La qualità dell’offerta turistica è fortemente condizionata dalla raggiungibilità
della destinazione, fattore che influenza quote consistenti di
mercato.
Gli ostacoli alla mobilità ed alla comunicazione si trasformano, automaticamente,
in ostacoli allo sviluppo del turismo.
Da questo punto di vista, il sistema italiano dei collegamenti non brilla
certo per efficienza.
Non meno rilevante è il digital divide, con molte località turistiche non
servite dalla banda larga.
I disagi provocati dal deficit di infrastrutture sono amplificati dalla ridotta
integrazione tra le stesse e da una insufficiente attenzione alle esigenze
del turista e del turismo.
Non di rado, le decisioni inerenti l’organizzazione delle reti (collegamenti
ferroviari, collegamenti con le isole, operatività degli aeroporti, etc.)
assumono a paradigma di riferimento unicamente l’obiettivo di ridurre
la spesa, senza preoccuparsi dell’impatto che la decisione produce sull’economia
turistica del territorio, che viene privata di un asset strategico.
L'obiettivo
Potenziare la rete di infrastrutture al servizio del settore turismo
Ad esempio
Realizzare collegamenti stradali e ferroviari efficienti tra gli aeroporti e le
località turistiche cosiddette minori.
Collegare i principali hub con la rete ferroviaria ad alta velocità.
Sbloccare le tariffe aeroportuali, vincolandone la destinazione allo sviluppo
degli aeroporti.
Assicurare la disponibilità della banda larga in tutte le località turistiche,
a servizio delle imprese e della clientela.
Ridurre la pressione fiscale
La pressione fiscale in Italia è pari al 54,8% del PIL, con uno scarto di oltre
10 punti rispetto alla Francia ed al Regno Unito e più di 25 sugli USA.
La pressione fiscale sulle imprese italiane è la più alta in Europa. Per le
imprese ricettive, il carico fiscale è aggravato dall’incidenza delle imposte
locali, quali IMU, tassa sui rifiuti e imposta di soggiorno.
La pressione aumenta ulteriormente se si tiene conto dei costi amministrativi
nel ramo fiscale, che per le piccole e medie imprese sono stati
stimati in 2,7 miliardi di euro all’anno.
Per incentivare lo sviluppo e ridurre il gap rispetto ai nostri competitor,
occorre ridurre la pressione fiscale sul lavoro e sui profitti delle aziende,
che sono il motore della crescita.
L'obiettivo
Alleggerire la pressione fiscale sulle imprese turistiche, che ha raggiunto
un livello insostenibile, assicurando che l’imposizione assuma una misura
equa e ragionevole.
Ad esempio
Abolire l’imposta di soggiorno.
Ridurre il peso dell’IMU sugli immobili alberghieri e consentirne la deducibilità
dall’IRES e dall’IRAP.
Commisurare l’entità della tassa sui rifiuti dovuta per le camere di albergo
a quanto richiesto per le civili abitazioni.
Ampliare la possibilità di compensare i crediti IVA con debiti relativi ad
imposte e contributi di natura diversa.
Ridurre l’IVA che grava sulle attività ricettive al livello applicato dalla
Francia (7%), principale competitor europeo.
Utilizzare la leva della defiscalizzazione per rilanciare le aree turistiche in
crisi profonda, istituendo delle zone franche.
Puntare sulla cultura
Turismo e Cultura, in un Paese quale l’Italia, non possono che stare assieme.
Non c’è nazione al mondo dotata di beni culturali qualitativamente e
quantitativamente elevati come l’Italia.
Non c’è nazione al mondo con un sistema ricettivo diffuso e capillare e
diversificato per categorie e tariffe quale quello italiano.
La fusione dei due elementi appare quindi naturale e spontanea, opportuna
e utilitaristica per rafforzarsi l’un l’altra ed entrambe assieme.
Vendere vacanze può significare vendere cultura.
Allo stesso modo, la richiesta di fruizione del patrimonio culturale può
attivare quote significative di domanda turistica.
L'obiettivo
Valorizzare il potenziale turistico inespresso del patrimonio archeologico e
culturale italiano.
Ad esempio
Destinare risorse adeguate alla manutenzione ed alla conservazione del
patrimonio archeologico.
Valorizzare le potenzialità turistiche dei siti Unesco.
Realizzare un servizio di prenotazione e di biglietteria on line per i principali
musei e siti archeologici italiani.
Liberare i milioni di pezzi sconosciuti che giacciono nei depositi dei musei,
consentendone l’esposizione nelle hall degli alberghi e nei luoghi di
grande transito dei turisti (aeroporti, stazioni, etc.).
Semplificare le procedure
Nonostante l’affermarsi della telematica e dell’e-government, la mole
di adempimenti burocratici richiesti alle imprese italiane non accenna
a diminuire.
L’incidenza degli oneri amministrativi è un fardello che grava maggiormente
sulle imprese di minori dimensioni, che rappresentano la spina
dorsale dell’economia italiana.
L’impresa è costretta ad accollarsi oneri impropri per far fronte ad obblighi
non direttamente connessi alla propria attività oppure rischia di
essere trascinata in un limbo di irregolarità formale dalla quale è assai
problematico affrancarsi.
Federalberghi ritiene indifferibile una radicale semplificazione degli
adempimenti a carico delle imprese, che rappresentano una forma di distorsione
competitiva e frenano gli investimenti e la crescita del settore.
L'obiettivo
Alleggerire il carico degli oneri burocratici che gravano sui cittadini e sulle
imprese.
Ad esempio
Rivedere le prescrizioni previste in materia di prevenzione incendi, in
particolare per le strutture fino a cinquanta posti letto in quanto attività
a rischio non significativo.
Consentire di pubblicare i prezzi al netto dell’IVA, al pari di quanto accade
nei Paesi concorrenti.
Consentire di comunicare con modalità semplificate (sms, e-mail, etc.) le
informazioni connesse all’instaurazione di tutti i rapporti di lavoro.
Correlare gli adempimenti in materia di igiene degli alimenti e di sicurezza
nei luoghi di lavoro alla dimensione delle imprese ed alle caratteristiche
di erogazione del servizio, rivolgendo particolare attenzione alle
peculiarità delle attività stagionali.
Presidiare la rete
Internet ha rivoluzionato il modo di promuovere e vendere i servizi turistici.
Il 78% dei viaggiatori raccoglie le informazioni sul web prima di partire
e il 41% effettua prenotazioni on-line.
Grandi opportunità si sono aperte, nuovi problemi sono emersi.
Lo strapotere delle grandi OLTA (on line travel agencies) espone gli operatori
all’abuso di posizione dominante, che si traduce in un’esplosione
delle commissioni, che dovrebbero essere calmierate.
I commenti che gli utenti generano e pubblicano su siti internet, blog,
social network possono costituire uno strumento mediante il quale si
realizzano attività di sviamento della concorrenza e concorrenza sleale.
L'obiettivo
Favorire lo sviluppo del commercio elettronico.
Evitare che, in seguito all’abuso di posizioni dominanti e all’utilizzo inappropriato
dei social network, venga alterato il funzionamento del mercato.
Ad esempio
Introdurre un vantaggio fiscale per i redditi prodotti mediante commercio
elettronico.
Consentire agli alberghi di pubblicare sul proprio sito internet un prezzo
finale di vendita inferiore a quello che viene pubblicato sui siti internet
degli intermediari, prassi di fatto impedita dalle clausole contrattuali imposte
dai grandi portali.
Impedire che le comunicazioni diffuse in rete in maniera anonima possano
cagionare ad altri un danno ingiusto senza che il responsabile venga
chiamato a risponderne.
Garantire alla struttura ricettiva un diritto di replica effettivo ed immediato
su tutti i canali internet.
Armonizzare la classificazione
La classificazione delle strutture ricettive dovrebbe offrire al turista uno
strumento efficace per orientarsi nella scelta.
Il sistema attualmente in vigore in Italia fallisce questo obiettivo perché
non fornisce indizi chiari ed affidabili e confonde il turista in un labirinto
di venti diverse leggi regionali.
L’esigenza di armonizzare i diversi sistemi è forte, ed è sentita anche a livello
europeo, come testimonia l’esperienza di Hotelstars Union, apprezzata
e sostenuta anche dalla Commissione europea.
Si tratta di un sistema internazionale di classificazione alberghiera, elaborato
sotto il patronato di Hotrec, la Confederazione europea degli
imprenditori alberghieri e della ristorazione, alla quale Federalberghi
aderisce, finalizzato a garantire ai clienti maggiore trasparenza, promuovendo
nel contempo la qualità dell’offerta alberghiera nei Paesi dell’Unione
Europea.
Attualmente il sistema Hotelstars Union è utilizzato in Germania, Olanda,
Austria, Svezia, Svizzera, Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Estonia,
Lituania, Lussemburgo.
La circostanza che il mercato dell’Europa del nord abbia sposato il sistema
va considerata con attenzione, in quanto i cittadini di quei paesi, che
costituiscono il nostro principale serbatoio di clientela straniera, saranno
sempre più abituati a “leggere” le caratteristiche dell’offerta utilizzando
questo standard.
L'obiettivo
Superare l’attuale sistema di classificazione delle strutture ricettive, che prevede
criteri diversi da regione a regione e per tal via disorienta il consumatore
Ad esempio
Applicare un unico sistema di classificazione valido per tutte le regioni
italiane e coerente con i processi in corso negli altri Paesi europei, adottando
il sistema di classificazione Hotelstars Union.
Allargare le frontiere
Secondo un’indagine svolta da UNWTO e WTTC, su 656 milioni di turisti
internazionali che hanno visitato Paesi del G20 nel 2011, 110 milioni
hanno dovuto richiedere un visto, mentre milioni di persone sono state
scoraggiate dal viaggiare a causa delle spese, dei tempi di attesa e delle
altre difficoltà connessi alla richiesta del visto.
Si stima che, se i Paesi del G20 migliorassero i processi di rilascio dei visti,
potrebbe aumentare il numero di turisti internazionali di 122 milioni,
generando entrate valutarie aggiuntive per oltre 206 miliardi di dollari e
creando più di cinque milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2015.
Nonostante i notevoli passi in avanti fatti negli ultimi decenni per facilitare
i viaggi turistici, ci sono ancora importanti aree di miglioramento,
in gran parte basate sull’uso delle tecnologie dell’informazione e della
comunicazione.
L’Italia deve rivolgere particolare attenzione ai mercati emergenti, tra
cui spiccano i cosiddetti BRICS, la cui vitalità potrebbe essere fortemente
stimolata da una semplificazione della procedura di rilascio dei visti
di ingresso.
L'obiettivo
Facilitare il rilascio dei visti turistici, approfittando anche delle possibilità
offerte dalle nuove tecnologie
Ad esempio
Assegnare alle delegazioni ENIT il compito di svolgere servizi connessi
al disbrigo di pratiche amministrative volte a snellire l’iter burocratico
previsto.
Consentire di presentare on line la richiesta di visto, prevedendo la possibilità
di acquisire i dati biometrici direttamente alla frontiera.
Escludere dall’obbligo del visto per motivi turistici i cittadini di Russia,
India, Cina e Sudafrica.
Calmierare il costo dell’e-money
Il ricorso a strumenti di pagamento alternativi al danaro contante può
generare benefici per tutti gli attori del sistema economico.
Possibilità di effettuare in libertà i propri acquisti, accesso alle transazioni
on line, sicurezza contro furti e rapine, efficienza e trasparenza dei
trasferimenti sono i principali vantaggi che è possibile ottenere grazie
all’utilizzo di carte di credito, carte di debito, conti on line, etc.
La diffusione di tali strumenti non deve tuttavia costituire il frutto di imposizioni.
Inoltre, sono necessarie misure volte a calmierarne il costo e ad evitare
l’abuso di posizione dominante da parte dei gestori delle carte.
L'obiettivo
Assicurare una riduzione delle commissioni a carico degli esercenti in relazione
alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento, che sono
aumentate a seguito delle limitazioni all’utilizzo del danaro contante.
Ad esempio
Garantire una riduzione generalizzata del livello delle commissioni dovute
dagli esercenti ai gestori delle carte di pagamento.
Applicare agli stranieri provenienti da paesi europei il medesimo limite
di spesa in contanti previsto per i cittadini extraeuropei (15.000 euro).
Correlare il livello delle commissioni alle componenti di costo effettivamente
sostenute da banche e circuiti interbancari.
Consentire all’esercente di applicare al consumatore che utilizza un carta
di pagamento il costo delle relative spese.
Prolungare la durata delle stagioni
Una parte rilevante dell’offerta turistica è sotto-utilizzata a causa dell’accentuata
stagionalità dell’attività.
Da ciò consegue una limitata capacità espansiva del settore, e una insufficiente
redditività delle imprese e, a cascata, un dato occupazionale
rilevante ma inferiore alle potenzialità.
La crisi economica accentua la tendenza alla frammentazione stagionale
dell’attività turistica, spingendo gli operatori a ridurre al minimo
il periodo di attività e generando un fenomeno di ristagionalizzazione.
La stagionalità non è un dato incontrovertibile ma il risultato di scelte
imprenditoriali derivanti in molti casi da fattori economici, finanziari e
amministrativi.
L'obiettivo
Favorire il prolungamento dei periodi stagionali di attività attraverso iniziative
in grado di accrescere i flussi turistici e di migliorare le condizioni
economiche di operatività del settore.
Ad esempio
Accelerare la trasformazione del sistema dei buoni vacanza e rifinanziarne
il funzionamento.
Promuovere l’organizzazione di grandi eventi.
Modulare i periodi di attività dei servizi pubblici e privati tenendo conto
della necessità di garantire l’accoglienza dei turisti lungo tutto l’arco
dell’anno.
Estendere ai contratti stagionali le agevolazioni IRAP attualmente riservate
alle assunzioni a tempo indeterminato.
Incentivare il prolungamento della durata dei rapporti di lavoro stagionali,
mediante la riduzione del prelievo contributivo e fiscale che grava
sugli stessi.
Tutelare il turismo balneare
Le imprese che operano sul demanio marittimo si trovano attualmente
ad affrontare, oltre all’incertezza economica per il ciclo sfavorevole,
un’incertezza normativa che pregiudica il rinnovo delle concessioni.
Il problema assume una dimensione ancor più gravosa per le attività
ricettive in cui l’uso di aree demaniali costituisce un’utilità strettamente
inerente all’esercizio dell’impresa.
In questi casi, la concessione è uno strumento indispensabile per offrire
alla clientela i servizi di spiaggia, che costituiscono la componente essenziale
della vacanza di tipo balneare.
L'obiettivo
Assicurare la sopravvivenza delle imprese alberghiere che operano sulle
aree demaniali.
Ad esempio
Assicurare alle imprese concessionarie di beni demaniali il diritto al loro
uso produttivo per un tempo sufficiente ad ammortizzare gli investimenti
effettuati.
Istituire un diritto di prelazione in favore dei titolari delle concessioni.
Commisurare l’entità dell’indennizzo spettante al concessionario uscente
al valore complessivo dell’attività e del danno che alla stessa viene
arrecato e non unicamente al valore dei beni che insistono sull’area demaniale.
Definire una tutela rafforzata per i casi in cui la revoca della concessione
determinerebbe una mutilazione dell’impresa, provocando alla stessa
un danno grave ed irreparabile.
Sdemanializzare le strutture fisse realizzate sulle aree demaniali.
Unire le forze
Formule quali distretto turistico, polo turistico, etc., evocano una capacità
di coordinamento da parte degli attori che operano su un territorio.
Il fatto che se ne parli in termini di “sistemi” o di “reti” postula la disponibilità
di una struttura di relazioni condivisa, che assume sempre più la
caratteristica di variabile cruciale, in specie nel settore turismo, in cui la
competizione si esercita in termini di confronto tra destinazioni prima
ancora che tra imprese.
Una delle prime questioni su cui interrogarsi nell’affrontare il tema dello
sviluppo, è quindi la praticabilità di uno strumento di organizzazione
delle risorse diffuse sul territorio, tale da configurare una sorta di imprenditore
collettivo, una rete di alleanze fondate sulla prevalenza degli
aspetti cooperativi.
In questo scenario, occorre prendere realisticamente atto dell’inconsistenza
dell’esperienza dei distretti turistici locali e della difficoltà di far
decollare le reti così come concepite dall’attuale normativa.
Più interessante appare la possibilità di valorizzare le forme di co-operazione
ed integrazione che il settore turismo ha da tempo sviluppato.
L'obiettivo
Consentire anche alle piccole e medie imprese l’effettiva possibilità di accesso
agli incentivi previsti per le aggregazioni.
Ad esempio
Incentivare anche forme di aggregazione leggera (associazioni, consorzi,
franchising, etc.) tanto a fini gestionali (promozione, commercializzazione,
formazione, acquisti collettivi, etc.), quanto a fini di condivisione
di informazioni e buone prassi (siti associativi, osservatori, etc.).
Sconfiggere l’abusivismo
L’autorizzazione ad accogliere turisti in contesti atipici (case private,
aziende agricole, famiglie di pescatori, etc.) è solitamente motivata con
l’esigenza integrare il reddito di soggetti economicamente deboli, che
dovrebbero poter svolgere le relative attività in via occasionale e comunque
accessoria rispetto all’attività principale.
Grazie alla sostanziale assenza di controlli, il fenomeno è proliferato in
modo indiscriminato, allontanandosi dall’originario principio ispiratore
e dando luogo a fenomeni di concorrenza sleale, che danneggiano
tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in
modo corretto le nuove forme di accoglienza.
L'obiettivo
Tutelare i consumatori e le imprese, contrastando l’esercizio abusivo delle
attività e delle professioni turistiche.
Ad esempio
Riservare l’utilizzo della denominazione albergo (e di quelle analoghe:
hotel, villaggio turistico, residence, etc.) unicamente ai soggetti in possesso
delle prescritte autorizzazioni amministrative.
Svolgere controlli mediante internet, al fine di individuare e stanare gli
abusivi che offrono i propri servizi anche on line.
Concentrare l’attività degli organi di vigilanza su coloro che svolgono attività
turistica senza essere muniti delle necessarie autorizzazioni o oltre
i limiti sanciti dalle stesse.
Riservare particolare attenzione al rispetto delle regole in materia di lavoro,
fisco, sicurezza, igiene e sanità da parte delle attività esercitate in
forma non imprenditoriale.
Apprendere per competere
Il capitale umano rappresenta il maggiore asset dell’impresa turistica e
sul corretto impiego di questa risorsa si fondano le capacità competitive
della singola azienda ma più ancora dei sistemi territoriali che costituiscono
la spina dorsale dell’offerta turistica italiana.
La manutenzione delle conoscenze e delle competenze degli addetti
del settore ai diversi livelli e la qualità del sistema di istruzione che,
attraverso gli istituti tecnici e professionali ad indirizzo turistico, forma
le fila dei futuri addetti del settore rappresenta un obiettivo dell’intero
sistema turistico.
L'obiettivo
Avvicinare la scuola e l’università al mercato del lavoro, riducendo la distanza
tra i fabbisogni di competenze espressi dalle imprese e le competenze
acquisite dai giovani durante il percorso formativo.
Ad esempio
Riformare le modalità di svolgimento dei tirocini curriculari, al fine di
realizzare un’effettiva alternanza tra scuola e lavoro.
Subordinare l’erogazione dell’indennità di disoccupazione alla partecipazione
ad attività formative.
Rimodulare i curricula formativi dei percorsi rivolti al settore turismo
(dagli istituti professionali alle Università, passando per gli istituti tecnici
e gli istituti tecnici superiori), attribuendo maggior peso allo sviluppo
delle competenze tecniche e professionalizzanti.
Agevolare l’aggiornamento professionale del corpo docente, prevedendo
la possibilità di esperienze lavorative in azienda.
Favorire l’affermazione di almeno un polo formativo tecnico-professionale
di eccellenza in ogni regione d’Italia.
Realizzare in Italia una grande scuola di management alberghiero e della
ristorazione.
Conoscere per decidere
La conoscenza dei dati relativi a un fenomeno economico rappresenta
il primo passo per la comprensione del fenomeno stesso e delle sue dinamiche
di crescita.
Dal 2012, le statistiche congiunturali prodotte dall’Istat non guardano
unicamente al numero dei turisti, ma finalmente misurano anche le
grandezze economiche che tali flussi generano.
E’ un processo che va apprezzato e secondato, allo scopo di garantire
un adeguato e tempestivo supporto conoscitivo al processo decisionale
degli enti pubblici e degli operatori privati.
La disponibilità di una base di dati omogenea ed autorevole costituisce
infatti lo strumento necessario per misurare l’efficacia delle politiche e
lo stato di salute del settore sulla base dei risultati effettivamente conseguiti.
Anche Federalberghi contribuisce al monitoraggio del mercato, effettuando
indagini periodiche presso i consumatori e presso le imprese, i
cui risultati vengono resi disponibili gratuitamente a tutti gli interessati.
L'obiettivo
Migliorare ulteriormente la qualità e la tempestività dell’informazione statistica
sull’economia turistica.
Ad esempio
Sviluppare ulteriormente il conto satellite, al fine di misurare l’impatto
prodotto dal turismo sugli altri settori dell’economia.
Concentrare presso un unico soggetto la raccolta delle informazioni sulla
capacità e sul movimento degli esercizi ricettivi, affidando allo stesso
il compito di distribuirle a tutti gli enti che a vario titolo oggi svolgono
tale attività.
Sostenere la diffusione di strumenti che forniscano in tempo reale informazioni
sull’andamento del mercato.
Eugenio Caruso
da federalberghi.it - 22 luglio 2014