Per condurre una vita accettabile è opportuno farsi una buona scorta di cautela e di indulgenza.
A. Shopenhauer
Con questo articolo proseguo la pubblicazione di alcuni stralci del mio libro storico-economico L'estinzione dei dinosauri di stato. Il libro racconta i primi sessant'anni della Repubblica soffermandosi sulla nascita, maturità e declino di quelle grandi istituzioni (partiti, enti economici, sindacati) che hanno caratterizzato questo periodo della nostra storia. La bibliografia sarà riportata nell'ultimo articolo di questa serie di stralci. Il libro può essere acquistato in libreria, in tutte le librerie on-line, oppure on line presso la casa editrice Mind.
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Berlusconi imprenditore
Silvio Berlusconi compie i primi passi da imprenditore nel campo dell’edilizia; ben lontano dall’essere un volgare palazzinaro, egli appare piuttosto come un vero innovatore. Il quartiere Milano 2 è il suo capolavoro da costruttore, un modello di urbanistica residenziale copiato da molti architetti all’estero. Berlusconi, con la sua attitudine a operare al limite della legalità riesce a far spostare su Segrate le rotte di Linate, ottenendo un sensibile aumento di valore per gli appartamenti di Milano 2. Nella prospettiva di rendere il suo quartiere sempre più attraente per gli abitanti, realizza un canale televisivo locale, Telemilano, gettando le basi per lo sviluppo futuro della televisione privata. Nel 1978 compie il passo falso di affiliarsi alla P2 di Licio Gelli, ma l’episodio non intacca la sua scalata. Quando la Corte Costituzionale, nel 1974 e nel 1976, apre una breccia nel monopolio televisivo della Rai, Berlusconi intuisce che quello è un settore in cui buttarsi. Trasforma Telemilano nel trampolino per creare Canale 5, incamera Italia 1, che Edilio Rusconi gli concede con grande gioia, acquista Rete 4 dalla Mondadori, casa editrice che rischiava di affondare a causa delle perdite dell’emittente televisiva.
Navigando nei vuoti delle leggi che avrebbero dovuto regolamentare l’etere, Berlusconi si affida a un protettore molto potente, Bettino Craxi, che nel 1984 lo soccorre consentendogli di riaccendere le televisioni che alcuni pretori gli avevano spento. La fortuna televisiva di Berlusconi si chiama, però, Adriano Galliani. Questo geniale imprenditore brianzolo vendeva antenne dotate di un decoder che consentiva di sintonizzarsi con la televisione svizzera di lingua italiana; in poco tempo, con la sua Elettronica Industriale, Galliani aveva portato la televisione svizzera in un milione di case. Quando Berlusconi viene a saperlo convince Galliani a cedergli il 50% di Elettronica; Galliani converte il decoder delle sue antenne e il segnale dei ripetitori in modo che tutti coloro che ricevono la tv svizzera possano vedere anche Canale 5. Dalle Regioni del Nord il lavoro di Elettronica Industriale si estende in tutta Italia, dando vita alla rete di ripetitori più ricca del Paese.
Con grande abilità Berlusconi offre agli utenti del suo canale televisivo un volto stranoto come quello di Mike Bongiorno con i suoi quiz, ma anche serie televisive che va acquistando alle aste di Los Angeles a suon di miliardi, impegni che i suoi avversari, Rusconi con Italia 1 e Mario Formenton con Rete 4, non sono in grado né psicologicamente, né finanziariamente di sostenere. L’indebitamento di Formenton è talmente gravoso da obbligarlo ad accettare l’ingresso di De Benedetti nel capitale della Mondadori.
Nel 1978 nasce la Fininvest (Finanziaria Investimento), che diventerà una delle più importanti holding finanziarie italiane. Nel 1992 il gruppo Fininvest controlla 168 società (di cui 44 all’estero), l’utile netto è di circa 21 miliardi di lire, l’indebitamento creditizio supera i 3.400 miliardi, i debiti totali ammontano a oltre 6.000 miliardi, il patrimonio netto è di 1.200 miliardi. Nel 1996 Fininvest scorpora le attività televisive e fonda Mediaset, in cui fa confluire i tre canali televisivi terrestri italiani. Sei anni dopo anche la spagnola Telecinco diventa parte integrante del gruppo.
Nel 1995 Enrico Cuccia, che non tollera chi non si reca in Via Filodrammatici a chiedere la protezione di Mediobanca, tenta l’affondo contro Berlusconi. Chiede che il Credito Italiano imponga l’immediato rientro di un credito di 300 miliardi. Per Berlusconi sarebbe il crack se non intervenisse in suo soccorso la Banca di Roma guidata da Pellegrino Capaldo e Cesare Geronzi, che non sono proni ai voleri di Cuccia. Per la Fininvest è anche una svolta perché la quotazione in Borsa di Mediaset fa emergere tutto il valore che Berlusconi ha creato, ma è anche l’occasione per la nascita di un rapporto molto stretto tra Berlusconi e Geronzi, rapporto che porta all’ingresso in Mediobanca di Tarak Ben Ammar, storico alleato di Berlusconi.
Un altro incontro decisivo per le fortune di Berlusconi è stato quello con Ennio Doris. Nel 1981 Doris è a capo di una squadra di promotori della rete Dival, di proprietà della Ras, allora ancora di Gianpiero Pesenti. Doris presenta a Berlusconi un progetto per la creazione di una grande rete di promotori per la vendita di fondi di investimento e di polizze assicurative. Pochi mesi dopo nasce Programma Italia, divenuta poi Banca Mediolanum. La banca, prima della crisi del 2008, è arrivata a capitalizzare 10 miliardi di euro. Nel 2011 Fininvest ha in portafoglio, tra gli asset più importanti: Mediaset 38,62%, Arnoldo Mondadori Editore 50,135%, A.C. Milan 100%, Mediolanum 35,13%, Teatro Manzoni 100%, Mediobanca 2%. Anche l’incontro con don Luigi Giussani è stato determinante per l’ascesa di Berlusconi, perché gli consentì di avere come alleati Comunione e Liberazione, con il suo vasto bacino di voti, e la Compagnia delle Opere, la massima potenza economico-finanziaria della Lombardia..
9 agosto 2014
Eugenio Caruso da L'estinzione dei dinosauri di stato.