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E. Fromm, L'arte di vivere.
Tempo di aggiornamenti per il settore elettrico italiano. In questi giorni Terna ha pubblicato l’ultimo “Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico”, il documento in cui riporta i trend di domanda e consumo elettrici degli italiani. La relazione, oltre ad evidenziare gli effetti diretti del brutto tempo che ha caratterizzato questo luglio – ovvero una flessione della domanda del 3,8% rispetto allo scorso anno, un lieve calo nella produzione fotovoltaica e un aumento di oltre il 78% in quella eolica – fornisce i dati relativi al contributo delle energie rinnovabili dal primo gennaio 2014 alla fine dello scorso mese. Si scopre così che in questi sette mesi le green energy nostrane sono state in grado di soddisfare il 38,9% della domanda elettrica e ben il 44,9% della produzione netta nazionale. Nel dettaglio il fotovoltaico ha coperto oltre l’8% della richiesta elettrica, l’eolico il 5,2% e il geotermico l’1,7%, a cui va aggiunto il contributo dei 7 TWh delle biomasse e degli oltre 36 TWh dell'idroelettrico. Il merito di questo trend tutto (o quasi positivo) è in parte anche dei piccoli impianti distribuiti sul territorio italiano che in questi anni hanno registrato una vera esplosione. A confermarlo è il Rapporto annuale sul monitoraggio della generazione distribuita pubblicato dall’Autorità per l’energia sulla base degli ultimi dati disponibili, aggiornati al 2012. I dati del report mostrano il significato apporto della generazione distribuita, soprattutto quella alimentata da fonti rinnovabili, al mix nazionale: un contributo quantificabile in oltre il 19% della produzione nazionale totale. “In Italia sempre più energia elettrica viene prodotta con mini-centrali alimentate prevalentemente da fonti rinnovabili: si tratta di impianti di piccole e piccolissime dimensioni che nell’insieme rappresentano oltre 30 GW, un quarto della potenza installata totale nazionale”, spiega l’AEEGSi in una nota stampa. E se a oggi si possono contare nel nostro Paese ben 485 mila ‘mini-centrali’ (ovvero impianti con una potenza inferiore ai 10 MW) di queste il 70% utilizzano fonti alternative, basti pensare che il solo fotovoltaico copre ormai il 31%. Dal rapporto emerge soprattutto come si stiano sviluppando gli impianti di piccola taglia, per lo più solari. “Oltre il 99% degli impianti monitorati - riferisce l’Authority – per un totale di 482mila, è di piccolissime dimensioni con una capacità di generazione non superiore a 1 MW”. Gli impianti eolici, come verificato negli anni precedenti, risultano essere poco numerosi perché generalmente gli aerogeneratori tendono ad avere dimensioni (in termini di potenza installata) superiori a quelle caratteristiche della generazione distribuita; attualmente la dislocazione sul territorio nazionale interessa soprattutto la fascia appenninica e le isole, cioè le regioni che presentato una maggiore ventosità, in particolare Liguria, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Da notare che circa il 40% dell’energia prodotta da generazione distribuita viene autoconsumata, mentre il rimanente viene immesso in rete o, in piccolissima parte, utilizzato per servizi ausiliari della produzione.
Tratto da www.rinnovabili.it ... 26 agosto 2014