La moralità non è la dottrina su come rendere felici, ma di come dovremmo diventare degni d'essere felici.
Kant, Critica della ragion pratica
La produzione di stime quantitative
dell’impatto sanitario è un tema
oggetto di approfondimenti
recenti che suscita interesse e
interrogativi, ma anche contrapposizioni.
Se da un lato si ritiene raccomandabile
proiettare attraverso misure numeriche
gli impatti sulla salute, dall’altro la
complessità del fenomeno in studio pone
dei limiti all’implementazione di modelli
quantitativi in ambito VIS (Valutazione dell'Impatto sulla Salute).
La tematica sta acquisendo una notevole
rilevanza, tanto da generare una vera e
propria branca della VIS denominata
Health Impact Quantification, materia
complessa e poco esplorata attorno alla
quale si concentrano recenti attività di
confronto.
La quantificazione si colloca, secondo
lo schema classico della VIS, nella fase
specifica denominata Effect Analysis.
La generazione di valori quantitativi
che traducono le stime di impatto ha
il vantaggio di rendere più solide le
ipotesi di ricaduta, garantendo una base
di conoscenza più ampia. Disporre di
una misura numerica rende possibile il
confronto tra scenari diversi, fornendo
prospettive alternative agli stakeholder
e scelte opzionali al decisore. Inoltre,
la possibilità di disporre di valutazioni
quantitative di un fenomeno facilita
l’implementazione di stime di carattere
economico.
Le esperienze di VIS che trovano
un’esplicitazione quantitativa dell’impatto
sulla salute sono, tuttavia, ancora esigue
a causa di alcune criticità e difficoltà che
possono essere così sintetizzate:
- definizione di un modello teorico
capace di rappresentare la realtà nel
contesto in cui opera la VIS
- disponibilità di dati adatti ad alimentare
il modello
- disponibilità di professionalità in grado
di sviluppare adeguatamente l’analisi
- valutazione delle risorse e dei tempi
necessari che potrebbero non coincidere
con le esigenze di realizzazione della VIS.
In questo contesto assume particolare
importanza la disponibilità di strumenti
atti all’elaborazione di stime di impatto
sanitario di natura quantitativa. Per
strumento (tool) si intende un sistema
costituito da due entità di base:
- il modello che traduce il percorso
causale logico in un linguaggio
matematico
- il software applicativo che traduce il
modello matematico e lo implementa
alimentandolo con i dati richiesti.
Gli strumenti di quantificazione:
non solo numeri e software
Non si tratta dunque solo di un
sistema di formule matematiche, né
esclusivamente di un software che in
maniera automatizzata riceve dati (input)
e produce risultati (output).
Si tratta invece di un sistema
complesso, frutto di articolati processi
di modellizzazione, di elaborazione e di
sviluppo di interfacce grafiche a supporto
dell’utilizzo finale. Uno strumento
per la quantificazione deve possedere
requisiti che ne definiscono la validità
in termini di efficacia e di efficienza.
L’efficacia rappresenta la capacità del
modello teorico-matematico di tradurre
il fenomeno reale nella maniera più
accurata possibile. L’efficienza rappresenta
la capacità dello strumento di fornire
una simulazione attendibile attraverso
un utilizzo razionale di dati. Uno
strumento valido dovrebbe trovare il
giusto bilanciamento tra adattamento del
modello di rappresentazione (simulazione
teorica) e base informativa (dati) che
sostiene il modello. La base logica su
cui si fonda il modello è la traduzione
del nesso causale tra la variazione
dell’esposizione ai determinanti, generata
dallo scenario (o dal programma/
progetto) oggetto di indagine, e il
conseguente potenziale impatto
sanitario sulla popolazione interessata;
pertanto, la disciplina epidemiologica e
il risk assessment forniscono il substrato
logico allo sviluppo del modello. La
complessità della fenomenologia da
modellizzare trova il suo punto di
conflitto nell’esigenza di esemplificazione
teorica che ogni modello matematico ha
insita inevitabilmente e la consapevolezza
del livello di approssimazione che
si ritiene accettabile. Lo sviluppo di
un modello solido richiede pertanto
il coinvolgimento di professionalità
diverse: matematiche, statistiche,
epidemiologiche, informatiche. Anche
l’utilizzazione dello strumento applicativo
richiede cautela e multidisciplinarietà.
Se infatti è auspicabile che l’applicativo
sia quanto più possibile user-friendly per
garantire l’uso da parte di un pubblico
ampio, è pur vero che l’utilizzo deve
essere critico e ponderato. L’utilizzatore
dello strumento dovrebbe essere
costituito da un team che sia in grado,
sulla base delle diverse competenze,
di interpretare le potenzialità offerte
dallo strumento, di verificare la corretta
implementazione nella VIS in atto e di
valutare la tenuta del modello.
Prima di utilizzare un modello specifico
occorre porsi due importanti quesiti:
- il modello risponde alle esigenze di
misurazione?
- si può quantificare l’incertezza delle
stime?
La consapevolezza del limite,
ovvero l’esplicitazione dell’incertezza,
preferibilmente anch’essa in forma
numerica, è un presupposto essenziale
affinché la quantificazione assuma il ruolo
auspicabile di strumento di supporto
alla VIS. Le misure quantitative delle
stime di impatto devono fornire un
supporto alla decisione, ma non ergersi
a prova inconfutabile che “imponga” la
soluzione: non si può delegare alla misura
quantitativa la sintesi del processo VIS, che
si poggia su una complessa rete di nessi e
connessioni causali atte a supportare un
sistema di valutazioni. La stima numerica
deve invece plasmarsi con il processo
globale e rappresentare lo strumento su
cui porre le basi della riflessione e della
decisione. Solo un utilizzo critico dello
strumento di elaborazione consentirà di
fornire un adeguato sostegno allo sviluppo
della VIS, supportando in tal modo il
processo decisionale.
Attualmente sono disponibili, o sono in
fase di sviluppo, diversi applicativi per
la quantificazione, ciascuno dei quali
presenta potenzialità e criticità specifiche.
In questa sede vorremmo citare e
fornire una breve descrizione di due
tool che rappresentano probabilmente
le esperienze più complete in questo
ambito:
Intarese (Integrated Assessment of
Health Risks of Environmental Stressors in
Europe) e
Dynamo-HIA (Dynamic Model
for Health Impact Assessment).
Integrated Assessment of Health Risks
of Environmental Stressors in Europe
è un progetto finanziato nell’ambito
del VI Programma di ricerca della
Ue per sviluppare, testare e applicare
metodologie innovative per la valutazione
integrata dei rischi per la salute provocati
da stress ambientali, a sostegno della
politica europea in materia di salute
ambientale (www.intarese.org). Il
metodo si basa su una chiara definizione
degli scenari e di tutte le possibili fonti
emissive e sulla caratterizzazione della
popolazione potenzialmente coinvolta,
implica un esercizio di simulazione
modellistica per la stima dell’esposizione,
la revisione sistematica della letteratura
per scegliere adeguate funzioni
esposizione-risposta, una conoscenza di
base dei tassi di malattia di background
e la valutazione critica del livello di
incertezza della valutazione stessa.
Dynamo-HIA è uno strumento
per il calcolo delle stime di impatto
sanitario determinato da cambiamenti
nell’esposizione a fattori di rischio
prettamente legati agli stili di vita; è
un modello che presenta interessanti
aspetti di avanguardia nella
modellistica e vantaggi nella logistica di
implementazione.
Michele Santoro 1,
Carla Ancona 2
1. Unità di Epidemiologia ambientale e registri
di patologia, Istituto di fisiologia clinica
Cnr, Pisa
2. Dipartimento di Epidemiologia, Servizio
sanitario regionale Lazio.
... Tratto da ecoscienza.it
29 ottobre 2014
Il portale IMPRESA OGGI vi offre un servizio?
Dateci una mano!
Cliccate sulla striscia pubblicitaria in alto. Grazie!!