Tutti i beni che si possono donare e chiedere non hanno alcuna importanza ai fini della felicità. Infatti se a una cosa si può aggiungere qualcosa, vuol dire che essa è imperfetta e se le si può togliere qualcosa vuol dire che è temporanea: dunque chi vuole essere felice sia felice del suo.
Seneca, Lettere a Luvilio.
50.000 dollari per bitcoin. E’ uno scherzo? Troppo reale per essere uno scherzo. E’ un dato che poggia su statistiche e analisi ben fondate. Si tratta pur sempre di previsioni, ma è in ogni caso un ottimo punto di partenza per capire come e quando investire nei bitcoin. Recentemente infatti è stato pubblicato sul World Bitcoin Network un nuovo modello di valore dei bitcoin che prevede una crescita esponenziale del valore dei bitcoin fino ad arrivare all’eccezionale cifra di 50.000 dollari. E’ ormai lontana la minaccia di una possibile scomparsa dei Bitcoin dal panorama finanziario che sembrava palesarsi con il fallimento di Mt Gox lo scorso febbraio. Sembra che il destino dei Bitcoin sia diretto verso un’inevitabile crescita, al punto tale che i bitcoin non solo sono riusciti a proporsi quale alternativa alle valute tradizionali, ma sembrano addirittura essersi aggiudicati il ruolo del nuovo oro. Il punto critico però risiede nella loro grande volatilità, dal momento che esistono numerose variabili in grado di incidere sul prezzo dei Bitcoin. Uno dei fattori più importanti destinato a incidere sul valore dei bitcoin è rappresentato dalla quantità di moneta in circolazione e dal volume delle transazioni che attualmente ammonta a circa 50.577 transazioni. La quantità disponibile di una moneta è di vitale importanza per il suo valore perché l’emittente è responsabile per la quantità totale di moneta e per il controllo su di essa. La banca emittente avrà due metodi per modificare il volume della sua valuta in circolazione: si può vendere o acquistare una valuta contro le altre valute e si può contrarre o espandere le proprie attività di prestito. Per mantenere costante il valore di una valuta la prima considerazione da fare sarebbe quella di non aumentare la quantità di moneta al di là di quella che il pubblico è disposto a tenere, né emettere una quantità di moneta inferiore a quella che il pubblico è disposto a tenere. Il sistema dei bitcoin al contrario, è diversoproprio in virtù dell’assenza di un’autorità centrale che possa contrarre o espandere l’offerta di moneta. Prevedendo un tasso predeterminato di nuove unità in corso di emissione, l’ecosistema dei bitcoin non è in grado di controllare il valore della sua moneta, aumentando o diminuendo l’offerta di bitcoin. Un altro fattore che influenza il valore bitcoin è il riscontro positivo da parte del mercato.
Infatti, maggiori sono le buone notizie, maggiori sono gli investimenti in bitcoin. Si instaura un circolo di fiducia che induce i privati ad aumentare gli investimenti nel settore allorquando siano supportati da buone notizie. Attualmente ci sono circa 13 milioni di bitcoin in circolazione ma non tutti vengono utilizzati per compiere transazioni e aumentare la liquidità della moneta. Pur tralasciando la grande percentuale destinata semplicemente ad essere accumulata dagli speculatori senza andare ad alimentare il mercato, risulta da un’analisi recente pubblicata su www.cryptocoinnews.com, che ci siano le premesse per poter temere l’arrivo di una nuova bolla speculativa. Il grafico, riportato di seguito, mostra l’andamento di una bolla speculativa di bitcoin. Il processo inizia con un lento aumento del prezzo, poi un salto parabolico verso l’alto, il crollo inevitabile e il rimbalzo. Alla fine di ogni bolla dei bitcoin, il valore è di circa 2x superiore a quello precedente.
Nel 2012 il prezzo è cresciuto da $ 5 a $ 13. Nel 2013 da $ 13 a $ 800. Se ipotizzassimo un salto simile nel 2014, si arriverebbe al prezzo di 10.000 $ per bitcoin nel 2015. E’ sufficiente che il valore dei bitcoin continui a seguire il suo trend perché si possa arrivare ad un simile risultato. Tuttavia la natura dei bitcoin non si esaurisce in quella di mero strumento finanziario. Ciò è confermato dal notevole impatto che la cryptomoneta sta avendo sull’e-commerce, mettendo radici anche in Italia. Il 26 giugno, infatti , a Roma è stato inaugurato il primo Atm di moneta virtuale presso la sede della Luiss Enlabs – La Fabbrica delle Startup, in occasione della quarta edizione del ‘No Cash Day’. Il Robocoin Kiosk, questo il nome del dispositivo, è interamente dedicato all’acquisto e alla vendita di criptomonete. Solo in Italia sono circa 200 gli esercenti che già accettano bitcoin, 60.000 i negozianti online che accettano le monete virtuali nel mondo. Tuttavia ciò non deve far pensare che i bitcoin abbiano raggiunto finalmente la stabilità. Infatti gran parte degli esercenti commerciali accettano pagamenti in bitcoin soltanto per riconvertirli immediatamente in una valuta a corso legale, accrescendo così la volatilità della cryptomoneta. Quale strategia di azione seguire quindi? Non ci sono percorsi fissi, per quanto si possa credere nelle potenzialità della nuova cryptomoneta, occorre sempre rimanere vigili perché non si ha mai la certezza che una nuova bolla non possa arrivare.
NOTA SUL BITCOIN
Bitcoin (simbolo: B barrato; codice: BTC o XBT) è una moneta elettronica creata nel 2009 da un anonimo, implementando un'idea dello stesso autore presentata su Internet a fine 2008. Convenzionalmente, il termine Bitcoin maiuscolo si riferisce alla tecnologia ed alla rete mentre il minuscolo bitcoin si riferisce alla valuta in sé. A differenza della maggior parte delle valute tradizionali, Bitcoin non fa uso di un ente centrale: esso utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni, e sfrutta la crittografia per gestire gli aspetti funzionali come la generazione di nuova moneta e l'attribuzione di proprietà dei bitcoin.
La rete Bitcoin consente il possesso ed il trasferimento anonimo delle monete; i dati necessari a utilizzare i propri bitcoin possono essere salvati su uno o più personal computer sotto forma di "portafoglio" digitale, o mantenuti presso terze parti che svolgono funzioni simili ad una banca. In ogni caso, i bitcoin possono essere trasferiti attraverso Internet verso chiunque disponga di un "indirizzo bitcoin". La struttura peer-to-peer della rete Bitcoin e la mancanza di un ente centrale rende impossibile per qualunque autorità, governativa o meno, di bloccare la rete, sequestrare bitcoin ai legittimi possessori o di svalutarla creando nuova moneta.
Il controvalore totale dell'economia Bitcoin, calcolato a dicembre 2012 era di circa 140 milioni di dollari statunitensi, in aprile 2013 1,4 miliardi di dollari statunitensi, nel novembre 2013, con un cambio 1 bitcoin = 540 USD, il controvalore sale ancora a più di 6 miliardi di dollari statunitensi.
L'economia basata sui bitcoin è ancora molto piccola, se paragonata a economie stabilite da lungo tempo, ed il software è ancora in uno stato di beta release, tuttavia sono già commercializzati in bitcoin merci e servizi reali quali, ad esempio, automobili usate o contratti di sviluppo software. I bitcoin vengono accettati sia per servizi online sia per beni tangibili.
Sono moltissimi ormai gli enti, le organizzazioni e le associazioni che accettano donazioni in bitcoin; tra i tanti si possono citare la Electronic Frontier Foundation, The Pirate Bay, Free Software Foundation e anche Wikimedia Foundation.
È possibile inoltre acquistare da altri grandi siti come Amazon o eBay attraverso alcuni intermediari. Dal novembre 2013 l'Università di Nicosia, a Cipro, accetta il bitcoin come mezzo di pagamento della tasse universitarie.. Alcuni commercianti, utilizzando appositi siti di cambio, permettono di cambiare bitcoin in diverse valute, ivi compresi dollari statunitensi, euro, rubli russi e yen giapponesi.
Chiunque può controllare la catena dei blocchi (detta Blockchain) ed osservare le transazioni in tempo reale. Diversi servizi sono già disponibili per facilitare queste operazioni.
A differenza delle valute a corso legale, i bitcoin hanno la caratteristica che nessuno può controllarne il valore a causa della natura decentralizzata del metodo di creazione della valuta. In Bitcoin la quantità di valuta in circolazione è limitata a priori, inoltre è perfettamente prevedibile e quindi conosciuta da tutti i suoi utilizzatori in anticipo. L'inflazione da valuta in circolazione non può quindi essere utilizzata da un ente centrale per ridistribuire la ricchezza tra gli utenti.
I trasferimenti sono definiti come un cambio di proprietà della valuta, e vengono effettuati senza la necessità di un ente esterno che debba fare da supervisore tra le parti. Tale modalità di interscambio rende impossibile annullare la transazione e quindi riappropriarsi delle monete che hanno cambiato di proprietà. Il client Bitcoin trasmette la transazione ai suoi nodi più vicini che a loro volta propagano il pagamento attraverso la rete. Transazioni invalide o fraudolente vengono rifiutate dai nodi onesti. Le transazioni sono fondamentalmente gratuite, ma è previsto il pagamento di una commissione in modo da aumentare la priorità di gestione della transazione dai vari nodi.
Il numero totale di bitcoin tende asintoticamente al limite di 21 milioni. La disponibilità di nuove monete cresce come una serie geometrica ogni 4 anni; nel 2013 è stata generata metà delle possibili monete e per il 2017 saranno i tre quarti. All'avvicinarsi di quella data ed ipotizzando che la richiesta di bitcoin crescerà più che proporzionalmente rispetto alla disponibilità degli stessi, i bitcoin probabilmente subiranno una deflazione nel valore (cioè un aumento del valore reale) dovuta alla scarsità di nuova moneta. In ogni modo i bitcoin sono divisibili fino all'ottava cifra decimale (con un totale quindi di 2,1·1015 unità), permettendo un completo aggiustamento del valore in un ambiente deflazionistico. Secondo gli sviluppatori, in un ambiente con scarsità di bitcoin i nodi anziché finanziarsi con la creazione di nuovi bitcoin trarranno profitto dalla loro capacità di effettuare le transazioni, competendo quindi sui prezzi e mantenendoli bassi.
Tra gli scenari previsti per un possibile fallimento di Bitcoin, vi sono la svalutazione della moneta, una base di utenti in diminuzione, o un attacco frontale al sistema da parte dei governi. Non è però possibile bandire ogni forma di denaro digitale come bitcoin. La decentralizzazione e l'anonimia che fanno intrinsecamente parte di Bitcoin possono essere viste come una reazione ai procedimenti giudiziari nei confronti di aziende che lavoravano nell'ambito del denaro elettronico come e-gold e Liberty Dollar. Questo perché il sistema in sé è a tutti gli effetti una raccolta del risparmio, pesantemente regolamentata in tutti i paesi del mondo in senso repressivo, e nel caso in questione, come già esposto, una raccolta perdipiù abusiva. In un articolo investigativo di Danny O'Brien pubblicato sull'Irish Times viene detto che «Quando mostro alle persone l'economia Bitcoin, chiedono "Ma è legale?" e "È un imbroglio?" Immagino che ci siano avvocati ed economisti che stiano cercando di dare una risposta a queste non semplici domande. Sospetto che la lista delle persone che cerca di dare questa risposta si arricchirà ben presto di legislatori.» La stessa decentralizzazione e l'anonimia presentate come pregi sono in realtà i difetti del bitcoin, in quanto i valori nominali (ossia non legati ad un bene tangibile, come potrebbe essere ad esempio l'oro) quali la moneta si fondano sulla fiducia nel loro valore, fiducia che dagli utilizzatori è riposta nell'ente emittente, ossia gli stati nazionali, cosa che non sussiste per il bitcoin. La gestione del bitcoin, e quindi il suo valore ed il suo cambio, sono affidati a una società privata che non può garantire il cambio come farebbe una banca centrale di uno stato sovrano. Nonostante le proiezioni matematiche indichino che difficilmente la società possa giungere a subire un reale passivo, essa rimane suscettibile di subire intromissioni fiscali e legislative da parte dei governi che potrebbero minarne l'attività.
Eugenio Caruso
5 novembre 2014
IMPRESA OGGI
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