C'è una grande parte dell'umanità che mentre si accinge a navigare non pensa alla tempesta.
Seneca, De tranquillitate animi
Entra direttamente nel testo della delega il riferimento all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, in caso di licenziamento illegittimo, in base all'ordine del giorno votato a fine settembre dalla direzione del Pd. Agganciate all'introduzione del contratto a tutele crescenti, le nuove regole escludono per i licenziamenti economici la possibilità della reintegra del lavoratore nel posto di lavoro, prevedendo un indennizzo economico certo e crescente con l'anzianità di servizio e limitando il diritto alla reintegra ai licenziamenti nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato (prevedendo termini certi per l'impugnazione del licenziamento). Saranno i decreti delegati a dover recepire questi principi. Con i decreti delegati dovrebbe arrivare, in sostanza, una tipizzazione delle fattispecie per arginare la discrezionalità dei giudici.
Obiettivo della delega è il riordino delle tipologie contrattuali esistenti. Per le nuove assunzioni ci sarà un contratto unico a tempo indeterminato a tutele crescenti in base all'anzianità di servizio. Mentre si punta a una riduzione delle altre forme contrattuali, a partire dai cocopro. Un emendamento, riformulato dal Governo, chiarisce che le collaborazioni coordinate e continuative sono una forma contrattuale che resterà in vigore «fino a esaurimento».
Il ddl delega parla di «universalizzazione»del sussidio di disoccupazione dell'Aspi (Assicurazione sociale per l'impiego), con estensione ai lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (fino al superamento di questa forma contrattuale). L'obiettivo del governo è di estendere questa tutela a una platea di almeno 300mila collaboratori che oggi non ce l'hanno, compresi quelli con carriere molto discontinue (3-4 mesi di contratti in due anni). Verranno unificate Aspi e mini-Aspi, rapportando la durata del trattamento «alla pregressa storia contributiva del lavoratore». Ci sarà anche un incremento della durata massima del sussidio per i lavoratori con carriere contributive più rilevanti.
La partita delle risorse sarà decisiva per il successo della riforma degli ammortizzatori sociali. Nel 2015 per gli ammortizzatori sociali le risorse in totale arrivano a 2,9 miliardi. Lo ha spiegato il ministro Giuliano Poletti nell'incontro con la commissione Lavoro della Camera sui decreti del Jobs Act. Ai 2,2 miliardi in arrivo in legge di Stabilità vanno infatti aggiunti 700 milioni già stanziati nel Fondo per l'occupazione.
Le nuove regole previste dalla delega per la «disciplina dei controlli a distanza» delle attività produttive sono soft. Il governo potrà aprire all'uso delle telecamere o altre strumentazioni tecnologiche sui luoghi di lavoro che oggi sono espressamente vietate dallo Statuto dei lavoratori. Ma i controlli dovranno essere sui macchinari. Previsto un ruolo speciale delle commissioni parlamentare sulla verifica dei testi dei decreti delegati.
Si punta ad eliminare la cassa integrazione in caso di «cessazione di attività aziendale o di un ramo» della stessa. Ma le cessazioni dovranno essere «definitive». Quindi se sussistono concrete prospettive di proseguimento o di ripresa dell'attività l'erogazione della cassa integrazione potrà proseguire.
L'articolo 13 dello Statuto dei lavoratori prevede oggi che «il prestatore di lavoro deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito». La delega prevede, invece, la possibilità di una nuova disciplina delle mansioni, contemperando l'interesse dell'impresa all'utile impiego del personale in caso di processi di riorganizzazione, ristrutturazione con l'interesse del lavoratore alla tutela del posto e della professionalità.
Al via misure che spaziano dall'estensione dell'indennità di maternità anche alle lavoratrici parasubordinate per le quali non sono stati versati contributi a forme di credito d'imposta per le donne lavoratrici (anche autonome) con figli disabili non autosufficienti. Sul pacchetto di misure previste dal Jobs Act in tema di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro è previsto un monitoraggio rafforzato.
Si punta ad istituire l'agenzia nazionale per l'occupazione, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome, vigilata dal ministero del Lavoro. Avrà competenze gestionali in materia di servizi per l'impiego, politiche attive e Aspi. Le competenze finora frazionate faranno capo a un'unico soggetto.
I decreti delegati della riforma arriveranno in due o più fasi. Subito, a gennaio, insieme alle norme sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e sulle regole per i licenziamenti e gli indennizzi, arriverà la nuova Aspi. Mentre bisognerà aspettare qualche mese per vedere il restyling della cassa integrazione che, come previsto dalla modifiche adottate alla Camera, non potrà più essere concessa in caso di cessazione definitiva di un'attività aziendale (o di un ramo di impresa). Legge e decreti delegati entreranno in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta.
Il governo così avrà tempo fino a giugno (6 mesi) per tradurre il suo contenuto in 5 decreti: ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro, semplificazione delle procedure e degli adempimenti; riordino delle forme contrattuali; tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro. Una road map a cui Sel ha già dichiarato guerra.
Andrea Gagliardi da www.ilsole24ore.com - 4 dicembre 2014