Fu deciso che si doveva istituire una nuova pena, si doveva escogitare per lui una fatica vana, l'allettamento di una brama priva di appagamento.
Seneca, Apokolokyntosis
I pistacchi sono un prezioso aiuto naturale nella lotta contro il diabete di tipo 2. E' questa una delle principali notizie emerse dall'International Congress of Nutrition di Granada (Spagna), durante il quale un intero simposio, intitolato “Nuts in Health and Disease”, ha puntato i riflettori sui benefici ottenibili in termini di salute grazie al consumo di frutta secca a guscio. A trarre i maggiori vantaggi dalle proprietà nutrizionali di questi alimenti è il sistema cardiovascolare, che viene protetto, ad esempio, dalla sindrome metabolica, dall'infarto e dall'ictus. In particolare, i risultati di nuovi studi supportati dall'International Nut and Dried Fruit Council sottolineano le potenzialità dei pistacchi nella prevenzione del diabete di tipo 2. Potenzialità che sono già al vaglio in altri studi, come le nuove ricerche incluse nel progetto Epirdem presentate durante il congresso da Monica Bulló, ricercatrice dell'Universitat Rovira i Virgili di Tarragona (Spagna). Fra gli obiettivi c'è quello di caratterizzare nei dettagli gli effetti dei pistacchi sul metabolismo del glucosio, sulla resistenza all'insulina e sul rischio di diabete. “La ricchezza di fibre unita alla particolare composizione dei grassi contenuti nel pistacchio – ha commentato Giorgio Donegani, presidente della Fondazione Italiana per l’Educazione Alimentare – può da un lato aiutare la modulazione della glicemia postprandiale e dall’altro contribuire efficacemente a un miglior profilo dei lipidi ematici, funzionale alla protezione cardiovascolare”. Infatti questo tipo di frutta secca è priva di colesterolo. Una porzione da 30 grammi – corrispondente a circa 49 pistacchi - contiene 13 grammi di grassi, di cui solo 1,5 saturi. Per il resto si tratta soprattutto di grassi monoinsaturi e polinsaturi, cui si aggiungono altri numerosi nutrienti, incluse molecole antiossidanti (vitamina E e carotenoidi), potassio e proteine. Chi teme che si tratti di alimenti eccessivamente calorici per essere compatibili con un'alimentazione che non faccia ingrassare deve ricredersi. Se, infatti, è vero che una porzione di pistacchi apporta 160 calorie, il consumo di frutta secca non è associabile ad un aumento significativo della probabilità di accumulare chili in più. “I dati epidemiologici indicano che l'inclusione di frutta a guscio nella dieta rappresenta un rischio minimo per l'aumento di peso – ha spiegato Joan Sabaté, docente di Sanità Pubblica all'Università di Loma Linda (Stati Uniti) - e questo è supportato da studi clinici”.
I polifenoli dei mirtilli neri proteggono l'organismo dalla sindrome metabolica (si intende, in ambito medico, una situazione clinica ad alto rischio cardiovascolare che comprende una serie di fattori di sintomi che si manifestano contemporaneamente nell'individuo. Questi sono spesso correlati allo stile di vita della persona, peso eccessivo, vita sedentaria, obesità, ipercolesterolemia, colesterolemia) e possono addirittura aiutare a ridurne i sintomi. A dimostrarlo è uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori dell'Università del Maine (Usa) coordinato da Dorothy Klimis-Zacas, esperta del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e di Nutrizione Umana, sulla rivista Applied Physiology, Nutrition, and Metabolism. Gli scienziati hanno infatti scoperto che nutrire ratti obesi con quantità di mirtilli corrispondenti al consumo quotidiano di due tazze di questi frutti di bosco permette di migliorare le capacità di contrazione e rilassamento dei vasi sanguigni, compromesse dall'obesità. Questo effetto, riscontrabile dopo 8 settimane di consumo regolare di mirtilli, contribuisce a migliorare il flusso sanguigno e a ridurre la pressione sanguigna. Ciò significa che i mirtilli possono aiutare a limitare i danni alle pareti dei vasi sanguigni e a contrastare l'intolleranza al glucosio che può portare al diabete. Klimis-Zacas ha spiegato che molte sostanze presenti nel cibo possono aiutare a prevenire la sindrome metabolica, condizione in cui sono presenti contemporaneamente diabete, pressione alta e obesità. Nel caso specifico dei mirtilli i loro polifenoli contribuiscono a normalizzare i livelli di infiammazione e a migliorare la funzionalità dei vasi sanguigni. Attenzione, però: la cottura può ridurre significativamente le quantità di queste molecole. Il consiglio degli esperti è quindi di mangiarli crudi, prestando però attenzione alla loro provenienza.
Inoltre, in uno studio appena pubblicato dall’European Journal of Clinical Nutrition, si è visto che l’aggiunta alla dieta abituale, per 4 settimane, di 40 grammi di mandorle (pari a 250 kcal) al giorno, riduce il senso di fame al pasto successivo, soprattutto quando le mandorle sono mangiate come fuoripasto. Insomma, l’aggiunta delle mandorle (alimento molto valido dal punto di vista nutrizionale per il contenuto di grassi “buoni”, vitamina E, fibra, proteine, magnesio) è compensata da una riduzione delle calorie assunte successivamente e, difatti, le calorie giornalmente introdotte dai partecipanti alla ricerca non aumentano e neppure il loro peso.
In un’altra ricerca, pubblicata dal Journal of the American Dietetic Association, è stato invece proposto a una trentina di donne di mangiare, come fuoripasto, per due settimane, prugne secche e, per altre due, biscotti leggeri con un pari apporto calorico. Con entrambi gli spuntini non si sono osservate variazioni di peso; tuttavia, rispetto ai biscotti, le prugne miglioravano la qualità della dieta (in particolare per i contenuti di potassio e fibra) e la funzionalità intestinale. «Il consumo di snack salutari a metà mattina e a metà pomeriggio - commenta Mariangela Rondanelli, professore di Scienze e tecniche dietetiche applicate, all’Università di Pavia - ha il vantaggio di mantenere elevato il senso di sazietà a lungo termine: ecco perché gli spuntini, se scelti opportunamente, possono perfino aiutarci a raggiungere o a mantenere un peso adeguato».
I benefici della frutta secca, in genere
Scienziati e nutrizionisti hanno riabilitato completamente noci, nocciole e mandorle, hanno riscoperto le loro innumerevoli qualità e considerano oggi la frutta secca ricca di nutrimenti preziosi per la salute e anche per la linea.
Una mela al giorno toglierà pure il medico di torno, ma anche un pugno di frutta secca. Di più. Secondo le ultime scoperte, infatti, mangiandone quotidianamente senza esagerare, noci, mandorle e affini aiuterebbero a mantenere il peso forma, perché, nonostante le calorie che contengono, questi cibi hanno un elevato contenuto di grassi insaturi, che si metabolizzano molto velocemente e apportano numerosi benefici all'organismo, e di proteine, fibre, vitamine, acidi grassi essenziali omega 3, che aumentano il senso di sazietà inducendo quindi a mangiare meno. Quello condotto dalla Loma Linda University in California e pubblicato sulla rivista Plos One è soltanto uno degli ultimi lavori che promuovono la frutta secca come un alimento che garantisce il nostro benessere, aiutandoci a mantenere il peso forma e proteggendoci da più malattie. Altro studio recente che è arrivato alle medesime conclusioni è quello pubblicato sul New England Journal of Medicine, secondo il quale inserire nella nostra dieta giornaliera una moderata quantità di nocciole, mandorle, noci, noccioline o pistacchi, allunga la vita riducendo mediamente del 20 per cento il rischio di morte per qualunque causa. Chi mangia frutta secca con regolarità ha il 29 per cento di possibilità in meno di morire per patologie cardiovascolari (perché i semi oleaginosi aumentano il colesterolo «buono» HDL che aiuta a tenere sotto controllo la pressione arteriosa e ad abbassare i livelli di infiammazione) e l'11 per cento in meno di tumore. Ottima anche per la prevenzione del diabete. Nello stesso tempo anche la linea ne giova, nonostante contenga molti grassi. Lo studio, effettuato su 803 individui divisi in gruppi in base alla quantità di frutta secca consumata quotidianamente, ha dimostrato che il gruppo che ne mangiava di più aveva una probabilità inferiore del 37-46 per cento di essere obeso rispetto al gruppo che ne mangiava di meno. Gli sportivi conoscono bene le proprietà della frutta secca, ottima fonte di energia, e non la fanno mai mancare nella loro colazione del mattino o negli spuntini tra uno sforzo e un altro.
La frutta secca, consumata durante tutto l'anno, al naturale, è dunque un valido alleato per la salute. Anche per quella dei bambini. Le noci, per esempio, contengono gli omega 3, gli acidi grassi che proteggono il cuore, ma anche ferro, calcio, potassio, fosforo, vitamina A, B e C. Gli acidi grassi delle nocciole, invece, sono utili per prevenire arteriosclerosi e malattie vascolari e proteggono i tessuti dall'invecchiamento. Le mandorle fanno bene alle ossa e a chi soffre di stipsi, mentre si stanno studiando i benefici che le arachidi sembrano avere sui malati di Parkinson. Anche il pistacchio ha tante virtù, ricco tra l'altro di vitamina E, un efficace antiossidante contro i radicali liberi. Interessanti anche i pinoli; essi sono noti per il loro alto contenuto proteico (circa 31gr di proteine ogni 100gr di pinoli). Per questo motivo si consiglia il consumo dopo uno sforzo fisico intenso ed agli atleti, ma anche ai bambini in età scolare. Non bisogna abusarne perchè hanno un notevole apporto calorico ad assimilazione lenta (tra le 500 e le 600 calorie per 100gr), che deriva dalla ricchezza di acidi grassi monoinsaturi (acido oleico e linoleico) e polinsaturi, grassi che aiutano a regolare in modo naturale il colesterolo cattivo. I pinoli sono ricchi anche di vitamina B1, che è coinvolta nella trasformazione degli alimenti in energia, nella buona salute della vista ed è molto importante per il sistema nervoso centrale. Contengono anche vitamina E, un antiossidante naturale che aiuta a proteggere le nostre cellule, rallentando l’invecchiamento e l’insorgenza di malattie croniche. Questa frutta secca contribuisce ad un importante apporto di minerali come il potassio, il calcio, il fosforo, il magnesio ed il ferro, tutti fondamentali per il corretto funzionamento del nostro organismo e per un buono stato di salute. Oltre a queste proprietà per la salute, i pinoli sono raccomandati per le persone con problemi intestinali, perchè facilitano il transito intestinale, ma anche per combattere la fatica e l’anemia, ridurre lo stress ed aiutano con i problemi di osteoporosi e decalcificazione.
Infine cinque consigli per proteggere il cuore:
1. dobbiamo mangiare più fibre, arrivando a 30 grammi di fibre al giorno, perché le ricerche dimostrano che più fibre si assumono più si è protetti dagli attacchi di cuore". Una dieta ricca di fibre contribuisce infatti ad abbassare la pressione sanguigna e il livello di colesterolo totale. Le fibre sono presenti nella verdura e nella frutta fresca e nei cereali, soprattutto quelli integrali quali pane, pasta riso e cereali integrali.
2. portiamo in tavola più salmone e anche altri pesci grassi, anche più economici, come le sardine, lo sgombro e il pesce azzurro, che sono ricchissimi di acidi grassi omega 3 che abbassano il rischio di malattie cardiache riducendo infiammazioni, trigliceridi e migliorando i livelli di colesterolo buono HDL.
3. polverizziamo ogni giorno sui nostri piatti un po' di cannella, ricchissima di antiossidanti che aiuta a ridurre i livelli di colesterolo cattivo fino al 26%, abbassa la pressione e tiene sotto controllo peso e glicemia.
4. eliminiamo i grassi idrogenati dalla nostra vita che si trovano in una miriadi di prodotti da forno commerciali.
5. diminuiamo il sale.
I benefici dell'aloe vera.
Dalle foglie della pianta si estrae un succo denso, concentrato, della consistenza di un gel, il cui fitocomplesso contiene numerosissimi principi attivi dalle proprietà immunostimolanti, antinfiammatorie, depurative, nutrienti, remineralizzanti. Le molteplici virtù sembrano essere il frutto di un'azione sinergica di questi composti, che la rendono a tutti gli effetti, "pianta dell'immortalità". L'aloe ripristina la funzionalità dell'intestino, svolgendo un'azione riequilibrante del pH e della flora batterica, utile nei casi di stitichezza e diarrea.
Per uso interno, ai mucopolisaccaridi è riconducibile l'azione protettiva delle mucose, perché, aderendo alle pareti del tratto digerente, queste sostanze formano una sorta di film protettivo in grado di difendere i tessuti interni dello stomaco dai succhi gastrici o dagli agenti irritanti, che andrebbero ad alterare il corretto funzionamento del sistema digerente. Per questa ragione il succo di aloe è indicato in caso di gastrite, colite, intestino irritabile, ulcera, e per qualsiasi infiammazione delle mucose. Oltre a questa attività lenitiva e calmante,
La proprietà cicatrizzante e riepitelizzante dell'aloe è dovuta invece alla presenza dei polisaccaridi derivati dal mannosio (glucomannani), che stimolano l'attività dei macrofagi, potenziano, la sintesi del collagene, aumentano la rigenerazione cellulare, migliorando così la lubrificazione di cartilagini e articolazioni.
Inoltre tra i polisaccaridi, l'Acemannano, è risultato avere proprietà immunomodulante, cioè in grado di regolare le risposte immunitarie agli agenti infettivi o sensibilizzanti, come nel caso delle allergie o delle malattie autoimmuni. Questi principi attivi rendono la pianta un ottimo rimedio per incrementare l'attività dei macrofagi (fagociti) contro tossine e tumori. Questa azione, diretta al sistema immunitario, aiuta a protegge l'organismo da infezioni virali, in caso di malattie da raffreddamento, febbre, bronchite, Herpes, infezioni recidive. L'assunzione del succo d'aloe si è dimostrata di enorme utilità nei casi di pazienti sofferenti di H.I.V. e leucemia, per la sua capacità di ristabilire l'equilibrio dei linfociti T e B.
Agli steroidi si attribuisce la proprietà antinfiammatoria, simile a quella esercitata dai farmaci di sintesi a base steroidea, frequentemente utilizzati nelle malattie reumatologiche di origine autoimmune, ma priva di tutti gli effetti collaterali tossici delle molecole chimiche in questione. Per questa ragione è di aiuto nei problemi osteoarticolari, come l'artrite, reumatismi e dolori articolari.
L'assunzione del succo d'aloe favorisce inoltre la disintossicazione dell'organismo sia dalle tossine esogene, provenienti quindi dall'ambiente, introdotte per via orale o respiratoria, che da quelle endogene, prodotti di scarto del metabolismo, come i cataboliti, aiutando così l'azione depurativa del fegato.
I minerali presenti garantitscono un buon apporto di ossigeno ai tessuti e una migliore irrorazione del sangue. La presenza dell'acido folico si è rilevata efficace nella cura delle diverse anemie; mentre il manganese ed il selenio rientrano in due importanti enzimi (glutatione perossidasi e superossido dismutasi), responsabili dell'azione antiossidante dell'aloe, in grado cioè di rallentare il processo di invecchiamento cellulare.
Gli antrachinoni sono definite gli “spazzini del corpo”, perché purificano l'organismo esercitando la loro azione lassativa attraverso lo stimolo sulle contrazioni muscolari del colon (peristalsi). Tuttavia nel corso degli studi sull'aloe è emerso che tale sostanza nel tempo può risultare tossica o causare gravi disturbi gastrici o epatici. Per questa ragione il succo d'aloe viene lavorato rimuovendo l'aloina. Questa sostanza è un composto organico amaro, di colore giallo-marrone presente nel parenchima (la parte più esterna della foglia) di almeno 68 specie di piante succulente appartenenti al genere Aloe.
Per uso esterno il gel di Aloe Vera è largamente conosciuto per le sue proprietà antinfiammatorie, lenitive e stimolanti la rigenerazione cellulare, idratanti, rinfrescanti, cicatrizzanti. Il suo uso è ideale in caso di pelle secca e danneggiata, irritazioni cutanee e ustioni, eritema solare, punture di insetti, prurito, abrasioni e dermatiti, lesioni ulcerative, piaghe. Infine la sua consistenza gelatinosa lo rende un ottimo veicolante di oiii essenziali quando si devono applicare sulle mucose in uso locale come nel caso dell'olio essenziale di tea tree impiegato per gengiviti o candida.
I benefici dell'avocado.
Un avocado al giorno abbassa i livelli di colesterolo "cattivo" e aiuta a proteggere il cuore. Lo rivela uno studio della Pennsylvania State University, pubblicato sul
Journal of the American Heart Association. Le proprietà benefiche del frutto sono dovute alla sua ricchezza di acidi grassi monoinsaturi, i cosiddetti grassi "buoni" che riducono la presenza di grassi nocivi nel sangue anche nel caso di soggetti sovrappeso. La ricerca ha preso in esame 45 pazienti sani, in sovrappeso o obesi di età compresa tra i 21 e i 70 anni. La fase "preliminare" si è svolta nell'arco di due settimane, durante le quali è stato chiesto ai partecipanti di seguire la "dieta tipo" di un americano medio, cioè con il 34% di calorie provenienti da grassi, il 51% da carboidrati e il 16% da proteine. Nelle cinque settimane successive, i partecipanti sono stati suddivisi in modo da far seguire loro tre diete diverse per ridurre il colesterolo: una a basso e due a moderato contenuto di grassi. Queste ultime due erano quasi identiche: una prevedeva il consumo di un avocado della varietà Hass al giorno, mentre l'altra prevedeva l'utilizzo di una quantità analoga di oli con acido oleico, come l'olio d'oliva. Secondo i dati pubblicati sul Journal of the American Heart Association, la dieta che prevedeva l'avocado ha offerto il maggior impatto nella riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue: -13,5 mg/dl (il 10% del totale nei soggetti più a rischio), a fronte degli 8,3 mg/dl della dieta con moderate quantità di grassi senza avocado e ai 7,4 mg/dl della dieta povera di grassi. "Questo dimostra che l'apporto di acidi grassi monoinsaturi fornito dagli avocado riesce a far calare drasticamente il colesterolo cattivo". Lo ha detto Penny M. Kris-Etherton, presidente dell
'American Heart Association's Nutrition Committee e coordinatore dello studio.
Secondo i ricercatori, tuttavia, la questione fondamentale riguarda l'inserimento dell'avocado nell'alimentazione giornaliera. E questo perché a nessuno "viene in mente che l'avocado è ideale per insalate e può essere aggiunto alle verdure di stagione o nei panini".
Impresa Oggi - 20 gennaio 2015