Prova generale per Expo 2015. L'altra faccia della medaglia


Quanto è più umano mostrasi mite e paterno con quelli che sbagliano, e non punirli, ma distoglierli dal male.
Seneca, De ira

Avendo pubblicato alcuni giorni fa un articolo "Prova generale per expo 2015", articolo che riportava la voce dei media nazionali mi sembra opportuno pubblicare ora questo articolo in controtendenza di Roberto Brazzale, apparso si Leoniblog.

""La messa cantata dell’alimentarmente-corretto è iniziata ieri a Milano tra gli squilli delle trombette e dei tromboni: 42 (diconsi qurantadue) tavoli tematici a cui hanno partecipato oltre 500 (diconsi cinquecento) esperti, una specie di Leopoldona del gargarozzo, tra un “diritto costituzionale al cibo”, una “lotta agli sprechi”, una “eredità morale”, un “no a un’economia dell’esclusione e dell’iniquità”, un pontificio appello a “rinunciare all’autonomia dei mercati”, un presidenziale “serve un nuovo modello di sviluppo” (ecco, dopo trent’anni ci mancavano proprio le ricette della sinistra-DC, fortuna che ora c’è Mattarella), tra un “delineare l’agenda per uno sviluppo equo e sostenibile”, e via “bla-bla” cantando.
Nello stesso momento in cui l’Accademia dei Lincei, sebbene terrorizzata per le conseguenze di scorrettezza politica, implora di non rinunciare a scienza ed OGM che il fotogenico ministro Martina ed il suo codazzo di agrocattocomunisti, la cui mamma è sempre incinta e dannatamente feconda, si bea di aver bandito per sempre dal verginello stivale, impestato da aflatossine e fitopatologie;
nello stesso momento in cui all’eroico agricoltore friulano Giorgio Fidenato viene proibito da ogni organo politico e giudiziario della repubblica sabauda di seminare sulla sua terra ciò che è costretto a comprare nei consorzi agrari della Coldiretti importato dall’estero;
nel momento in cui il mercato, la tecnologia, il libero scambio, l’imprenditorialità individuale, la libertà di movimento di capitali, persone, tecnologie, hanno permesso al mondo in 40 anni di sfamare con cibo abbondante e conveniente 3 miliardi e mezzo di persone in più rispetto al 1970 (se la Chiesa se ne ricordasse, ogni tanto…); e ciò certo non grazie alla FAO, alla mortifera PAC, e nemmeno grazie al biologico o agli OGM free, estetismi per satolli;
nello stesso momento in cui ogni possibile assessore, ex ministro, pasionaria bucolica, si stracciano le vesti, senza sapere di ciò di cui parlano, invocando misure protezioniste perché in Italia si smetta di importare i generi alimentari che il paese non è in grado di produrre da solo per motivi strutturali di scarsità di territorio (che vogliono? che ci rubiamo il pane dalle mani a peso d’oro per far contenta la Coldiretti? chiedete l’uscita dalla parità di cambio, macachi! sveglia, che la mamma ha fatto i gnocchi!);
nello stesso momento in cui ci apprestiamo a veder inaugurare una edizione dell’expo imbarazzante nel suo snobistico provincialismo, spocchioso ed incosciente, irresponsabile ed arrogante, ispirata da chi vive tra Parioli e via Montenapoleone, piegata ad essere vetrina della quotazione in borsa di Eataly insignita non si sa come e da chi del primato del saper fare italiano (a posto saremmo!…), un expo nel quale insegneremo ai poveri del mondo come devono rimanere tali per non disturbare l’amenità del quadretto arcadico che ci piace così tanto da quando ce ne siamo affrancati, noi;
in quello stesso momento veniamo a sapere che da circa un paio d’anni un gruppo di decine di docenti e ricercatori, coordinati da Laboratorio Expo (pensate i nostri soldi dove finiscono), sta lavorando su una “Carta di Milano” che dovrebbe costituire l’eredità di “Expo 2015”, la cui ambizione sarebbe quella di chiedere un’“assunzione di responsabilità, da parte di tutti, nella battaglia per il diritto al cibo e contro le diseguaglianze e gli sprechi alimentari, indicando contestualmente le priorità, ponendosi come bussola per capire quale direzione e quali soluzioni adottare, coinvolgendo 130 centri di ricerca nel mondo, a partire dall’idea del cibo e dei diritti….bla, bla…”.
Abbiamo capito bene? Decine di docenti e ricercatori, 130 centri di ricerca, 500 esperti su 42 tavoli tematici, che hanno tanto tempo libero per disquisire del nulla, per sublimare il vuoto?
Fantastico: una zappa a testa, fuori sui campi, e nessuno avrà più paura della fame nel mondo. Semmai dell’obesità.""

Impresa Oggi
Quando nell'aprile 2014 i milanesi, improvvidamente, preferirono Giuliano Pisapia a Letizia Moratti il mio pensierò andò all'Expo 2015 e alle possibili ricadute politico culturali che ne sarebbero nate. Il mio pensiero di allora sembra supportato dai fatti di oggi. Durante la famosa prova generale l'unico personaggio di rilevanza internazionale è stato l'ex presidente del Brasile Lula da Silva che, tramite un video messaggio, ha iniziato a chiamare tutti compagni anche l'esterrefatto leghista Roberto Maroni. Io ho avuto modo di conoscere Lula da Silva negli anni novanta quando era presidente del Partido dos trabalhadores e mi era sembrato un comunista puro e duro. Ora se la bandiera dell'Expo sarà quella di Pisapia e dei suoi amici comunisti o cattocomunisti allora sì che andremo incontro a una gran figuraccia.

Eugenio Caruso - 11-02-2015

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