I giorni si sgranano al filo delle stagioni e mi vedono stranamente silenzioso, pacifico e bonario
Poesia somala
Pensiamoci su …
Il soaring food prices. (forti incrementi di prezzo dei generi alimentari) è un fenomeno economico e macro-economico, fenomeno inflattivo sui generis, che può essere conosciuto affrontando meglio il termine inflazione.
E' importante mettere in chiaro che la soluzione del soaring food price in paesi come la Somalia, oggi, può essere risolto solo da parte della cooperazione internazionale che può intervenire con la fornitura di beni primari, con la formazione, con la creazione di piccole realtà imprenditoriali.
Le radici dell’attuale crisi alimentare vanno ricercate negli anni ottanta quando gli investimenti nell’agricoltura iniziarono a calare, grazie alla convinzione che quegli investimenti non portassero profitto; nel 1979 gli aiuti all’agricoltura erano circa il 18% dell’assistenza totale nel 2006 era crollata al 2,9%. Paradossalmente, nello stesso periodo, gli investimenti nell’agricoltura calarono anche nei paesi in via di sviluppo, del 30% in Africa, e del 65% in Asia e America latina. In Europa, il protezionismo del settore agricolo, attuato dalla politica comunitaria, ha portato a un aumento ingiustificato dei prodotti agroalimentari.
L’argomento potrebbe sembrare noioso ma non lo è affatto. E ha effetti anche su di noi per certe ripercussioni che si avvertono, in Italia, sul prezzo del cibo o delle derrate agricole. C’entrano le tematiche affrontate in precedenza a esempio quella dell’acqua perché riguarda la salute, la vita, degli alberi, delle piante e della natura in generale. E' necessario parlarne in chiave economica, anche se vanno evitati i dogmatismi.
E’ una realtà sostanzialmente inflazionistica, quella che influenza l’andamento del prezzo del cibo e quindi la salute dei minori e di tutti noi. Tutto ciò può essere spiegato in molti modi: i prezzi delle derrate agricole infatti continuano a salire e questo può essere spiegato dal fatto che le derrate agricole possono salire o scendere in funzione dall’andamento del commercio mondiale il che riconduce al fenomeno dell’inflazione, perché l’andamento dei prezzi è riconducibile alle politiche dei governi.
Allora cerchiamo di capire studiando le politiche dei governi. L’inflazione non è un fatto irreversibile o ingovernabile ed è un argomento complesso, ma interessante; esso parla di economia, ma si può spiegare facilmente se si usano le parole giuste o più appropriate o parole semplici, che non ingannano, non è facile, ma ci provo.
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Il soaring food price è anche il prezzo delle materie prime, a esempio specialmente del grano, problema che attanaglia la Somalia; ricordo che ce n’é pochissimo poiché ne viene coltivato poco, perché ci sono molti terreni aridi, perché i pesticidi o i fertilizzanti sono carissimi sul mercato internazionale o sono poco usati, e per questo il prezzo del grano è molto alto.
Non dimentichiamo che i costi possono essere i salari ma ci sono anche fattori endogeni.
La cosiddetta Curva di Philipps, di cui parlerò tra poco afferma che se c’è inflazione c’è più occupazione, più salari, più reddito, più domanda, più moneta circolante. L’inflazione è quindi necessaria per il buon andamento economico e sociale di un paese, però questo significa che il costo dei prodotti alimentari è alto. D’altra parte, se c’è domanda e la merce è poca i prezzi salgono. La stessa cosa vale per il prezzo del petrolio che in effetti incide (un po’meno che in passato); poi c’è il grano, o il mais (che cresce abbastanza rigoglioso) e l’inflazione da costi, da ridurre. Vi sono anche fattori endogeni come l’aridità o la scarsa propensione all’agricoltura a cui c’è rimedio. Speriamo con politiche agricole comuni, la cooperazione europea può fare molto, la Commissione in particolare, ma per risolvere i problemi occorre più cooperazione e, quella Europea è spesso assente,
Abbiamo visto che nel problema del Soaring Food Price entrano i prezzi delle derrate agricole. Si tratta di discutere anche di inflazione o costo della vita. L’inflazione in particolare è molto importante e alcuni economisti ne hanno dato una definizione esatta. Ci sono inflazione da costi e da domanda, e la Curva di Philipps, può aiutarci nel ragionamento; cos’è la Curva Philipps?
In figura è mostrata la curva di Phillips.
Un semplice diagramma, che dimostra che c’è una relazione tra il tasso di inflazione (da costi, i salari in particolare) e tasso di disoccupazione; se l'inflazione sale la disoccupazione scende. In questa efficace sintesi si vuole dimostrare come, in effetti, operando su certi parametri i governi possano intervenire su altri parametri; Phillips appartiene alla schiera degli economisti che ritengono fondamentale l'intervento dei governi nelle economie dei paesi. A proposito della “Curva di Philipps” con rigore non si può dimenticare che essa è stata fortemente criticata da economisti di fama internazionale come il Premio Nobel Milton Friedman, a esempio, della Scuola Monetarista, il quale diceva che il primato dell’economia spettava alla moneta e non come indica la curva di Philipps ai governi. Voglio precisare che Milton Friedman stesso nutrì alla fine seri dubbi sulla validità delle sue teorie monetaristiche tanto è vero che in una intervista al Financial Times del 6 giugno del 2003 confermò questi suoi dubbi. Milton Friedman sembrava ripudiare la politica monetarista, affermando che "l'uso della quantità di moneta come obiettivo non è stato un successo" ... "non sono sicuro che oggi la incoraggerei con la stessa forza con cui l'ho fatto in passato". E considerando la situazione odierna dato che l’unione europea è un’unione soprattutto monetaria anche io penso, che la strada da seguire non sia più solo monetaristica ma politica per eliminare il pericolo di un impoverimento della stessa Europa.
E altre definizioni, come quella dell’Enciclopedia Garzanti, potranno aiutarci nel ragionamento, sull’inflazione da costi o da materie prime, che incide sui prezzi e sul loro alterno andamento. Ci sono inflazione da domanda e da costi, ci sono anche “altri tipi di perturbazione sul tasso di inflazione; si allude a quegli stock, che possono riguardare anche il settore agro-alimentare, (delle materie prime), che influenzano i costi e i salari delle imprese; in particolare, ci ricorda l’Enciclopedia Garzanti, si fa riferimento alle crisi del prezzo del petrolio del 1973-74 e 1979-80 (anni per noi lontani ma che può essere utile ricondurre a noi vicino; va detto che, in particolare, la seconda crisi fu particolarmente dura e deflattiva per le imprese) nelle quali il prezzo del petrolio salì in modo molto forte; altri effetti inflattivi sui costi di produzione possono derivare dalle svalutazioni sul cambio.”
Alcuni costi, possono essere contratti o contenuti (inflazione da costi o inflazione sic et simpliciter), a esempio in Germania alcuni prodotti alimentari e alcune macchine agricole vengono fabbricati a prezzi più bassi perché vengono importati attraverso costi di cabotaggio che si possono ridurre. L’inflazione c’entra con tutti questi problemi? Evidentemente sì. Si tratta di contrarla o ridurla, come dicevamo, l’inflazione da costi è importantissima perché incide sui costi di produzione – del latte a esempio. Va detto che l’inflazione da costi e da domanda, è un fenomeno recente e può essere ridotta sia in Italia che in Europa con adeguate politiche monetarie che la mettano a regime. L’Italia è in prima linea per abbattere il problema del soaring food price, vedremo se sì. Certamente può fare qualcosa: presto vedremo qualcosa dal sito internet della fao, ecco le cosa come stanno in Somalia. In breve, cercheremo di capire come, in Somalia, viene trattato il problema del soaring food price(s).
Questi dati che ora mostro uniti alle analisi del documento (tratto da sito fao) ci aiuteranno a capire di più; dai dati si capisce che in Somalia c’è un problema di povertà e che le politiche dei paesi industrializzati potrebbero provare a risolverlo in un contesto internazionale già difficile per la crisi internazionale del prezzo del cibo. La Somalia è un paese grande ma molto povero e che ha bisogno di essere aiutato ci sono molte iniziative in questo senso e l’Initiative on Soaring Food Price della fao è molto preziosa in questa direzione.
Le schede-paese servono a capire ed orientarci meglio. La Somalia, in particolare, è un paese povero e può essere aiutato; ci sono varie iniziative e tra queste spicca, come detto, la “Initiative on Soaring Food Price” della Fao; che ora è il caso di dettagliare. Vediamo un riassunto dall’inglese sull’azione che la Fao ha approntato sul caso Somalia, la Fao (come si legge) ha agito in concerto con le Nazioni Unite cercando anche di farlo con l’unione europea:
“Il duplice problema di elevati prezzi agroalimentari e di crisi finanziarie ha spinto all’incirca 100 milioni di individui nella sacca di malnutrizione e di indigenza. Nonostante che i prezzi siano globalmente scesi dal loro picco del 2008, essi dovranno necessariamente scendere ancora prima di raggiungere i costi precedenti la crisi alimentare, senza dimenticare che in molti paese industrializzati, il costo di alimenti urgenti (latte, acqua) ed essenziali è ostinatamente alto, inoltre la sotto-occupazione e i salari che scendono, l’invio di denaro all’estero, e la burocrazia, conseguente alla crisi economica minaccia di incrementare la povertà nel terzo mondo il quale spende già tra il 60% e l’80% del proprio salario/reddito nel cibo. I piccoli contadini, molti dei quali sono donne,non sono in grado di fornire o comprare le sementi di qualità e i fertilizzanti che necessitano per aumentare i raccolti, per nutrire le loro famiglie e migliorare i loro stipendi. Quale è allora la risposta istituzionale internazionale alla crisi del cibo. Già nel 2007 la Fao ammoniva a proposito del possibile forte aumento dei prezzi alimentari. A dicembre 2007 la Fao sviluppava l’“Initiative on Soaring Food Price(s)”, conosciuta come la ISFP, per aiutare e soccorrere i piccolissimi industriali ad alzare la loro produzione o produttività e guadagnare di più.
La Fao ha contribuito in modo significativo al lavoro della “UN High-Level Task Force on the Global Food Crisis” il quale era stato creato ad aprile 2008. Unico prodotto era il “Programma di Orientamento Onni-comprensivo per Agire” (CFA Comprehension Framework for Action in inglese), un piano globale e di azione designato per addolcire gli alti o elevati prezzi del cibo mentre indirizzava misure di più lungo termine per arrivare a una ragionevole sicurezza sul cibo.
L’iniziativa della Fao di aiutare l’aumento di produzione tra i piccoli contadini proprietari e costruire facilities di lunghissimo periodo sono in linea/obiettivo con gli scopi di breve periodo e lungo periodo della CFA.
La Fao si è mossa in 90 Stati soccorrendo l’aumento di produzione alimentare attraverso un nuovo approvvigionamento di sementi migliori (mais e grano), fertilizzanti e altri prodotti per l’ agricoltura. Oltre all’ assistenza di tecnici e di tecnologia tout-court. Grazie a una importante contribuzione della Ue nel maggio 2008 la Fao ha ricominciato a implementare progetti in 25 Stati in Africa, Asia, America del Sud e Caraibi. Un aiuto concreto ai piccoli agricoltori colpiti dalla crisi globale alimentare. Una sintesi del documento proposto continua affermando che questi progetti sono co-finanziati (partecipati) della unione europea per 1 miliardo di Euro come agevolazione a linee di credito alimentare. Dal 2008 al 2009 una serie di missioni all’interno della struttura della Eu Food Facility sono state portate avanti in circa 60 Paesi i cui risultati sono contenuti nella “Risposta alla crisi alimentare: sintesi delle proposte a medio termine, valutate nelle missioni fra più agenzie, la Responding to the Food Crisis: Syntesis of Medium Term Measures Proposed in Inter-Agency Assessments. ”In particolare la Initiative on Soaring Food Price (s) è attiva in più di 90 paesi nel mondo per un valore che ammonta a circa 385 milioni di dollari americani. Di questi, più di 37 milioni sono finanziati dal Programma di Cooperazione Tecnica della Fao, 283 milioni dal Eu Food Facillity e quasi 65 milioni da altri donatori, in quasi tutti i paesi la Fao sta provvedendo a dare sementi di qualità, fertilizzanti, attrezzi agricoli ed equipaggiamento ai contadini più vulnerabili per venir loro incontro, aumentare la produttività e migliorare la loro prospettiva di vita.
La Fao sta operando con i governi per creare e sviluppare infrastrutture agricole, incoraggiare pratiche agricole sostenibili e migliorare ancora l’accesso dei piccoli proprietari all’assistenza dei tecnici, allenamento e realizzazione, credito e mercati. Lo scopo o mira principale è di fortificare la sicurezza alimentare attraverso una lunga gestione così come la capacità dei piccoli agricoltori di resistere a crisi future.
Veniamo alla Somalia, il paese non ha avuto Governi da quando è collassata l’autorità centrale nel 1991, che fu seguita da quasi 18 anni di guerra civile, nel 2004 venne creato un governo federale di transizione (TFG), internazionalmente riconosciuto e un nuovo presidente del TFG fu letto nel gennaio 2009. Più di 1,3 milioni di persone hanno dovuto spostarsi per ragioni di mancanza di sicurezza. Molti erano accampati all’esterno in edifici devastati e in abbandono a Mogadiscio, dove qualche servizio era disponibile, mentre altri erano fuggiti di nuovo nelle campagne. Un rinnovato “round” di battaglie fra rivoltosi ed eserciti governativi è scoppiato nell’aprile del 2009.
La Somalia, continua il documento, è l’unico o il peggior problema nel mondo. In aggiunta al conflitto e alla siccità, la Somalia soffre anche per la debolezza della moneta: lo scellino somalo è ancora basso e i prezzi del cibo e del carburante alti, creando condizioni di vita fortemente difficili per gli indigenti del centro urbano e delle campagne che combattono per conquistare il minimo per la sopravvivenzai. A settembre 2009, quasi 3,6 milioni di persone, in una valutazione di massima il 45% della popolazione dello stato, era priva dei mezzi primari di emergenza e salvavita.
La produttività agricola in tempi recenti è stata inferiore di quella imposta dalla siccità.
Con risorse della Eu pari a €10 milioni, la Fao ha approvato un progetto o schema nel giugno 2009 per incoraggiare la sicurezza alimentare e le entrate della povera realtà somala che cerca di lottare per la sopravvivenza pur con gli alti prezzi alimentari e gli oneri finanziari (debiti). L’obiettivo è fornire opportunità di lavoro alle numerose popolazioni delle regioni più meridionali di Shabelle e Juba.
Le realtà indagate sono state di tre tipi: migliorare e ben servire la produzione agraria e la produttività di piccoli contadini, accrescere l’incontro tra prodotti agricoli e luoghi di vendita e far salire le risorse e le possibilità di impiego per i disagiati delle zone campestri ed urbane. Circa 60,000 famiglie di proprietari agricoli avranno in beneficio risorse per acquistare piante di sesamo e mais di qualità e semi di sorgo per le zone agricole e fertilizzanti. Essi inoltre riceveranno una formazione professionale volta a migliorare più valide tecniche di agricoltura. In un prossimo futuro comunicheranno per assicurare una regolamentazione per le sementi di qualità, grazie a più validi controlli.
La Somalia
Corrado Caruso
1 giugno 2010