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Comunicazione d'impresa. N.2 - La rivista specializzata


4. Il libro tecnico

Parallelamente all’analisi sviluppata sulla rivista specializzata va condotta  un’analisi sul libro specializzato o sul manuale tecnico.
Se la strada percorsa dalla rivista tecnica non è stata sempre scorrevole quella del libro, in generale, non lo è quasi mai.

L’ultimo rapporto Censis sui mass media conferma che gli italiani hanno un pessimo rapporto con i libri, rapporto che non accenna a migliorare se non a piccolissimi passi. Più della metà non li legge, e meno di un terzo ne legge tre in un anno. Le scelte di lettura vengono fatte in una sorta di circuito chiuso: si legge quasi "sempre lo stesso genere" (41%), o "si segue un autore" (38%), o "un determinato tema" (29%). Eppure non è un problema di costo, vi fa cenno solo il 18% degli intervistati dai ricercatori del Censis.
È opportuno, però, considerare che il rapporto non tiene conto dei libri venduti come allegati a quotidiani o riviste; prendendo in considerazione anche questa fetta di mercato il settore libri ha evidenziato, invece, un forte incremento nel numero di copie vendute (6); il notevole successo della vendita dei libri sotto forma di allegati dovrebbe far riflettere.
Forse non è cattivo il rapporto degli italiani con il libro, ma con le librerie; andrebbe individuata e sperimentata ogni strada che porti il libro dal lettore e non viceversa.

Una mia ricerca sul rapporto che l’impresa ha con i libri tecnici ha portato ad evidenziare alcuni aspetti negativi di tale rapporto.

  1. L’imprenditore o il sistema dell’impresa ritengono di essere i depositari delle conoscenze del proprio settore e non credono di poter ricavare informazioni utili da un libro.
  2. C’è poco tempo per leggere gli articoli delle riviste specializzate e ancor meno per un libro.
  3. Alcuni imprenditori considerano che l’acquisto di libri tecnici per la formazione dei propri dipendenti sia uno spreco di soldi perché “tanto non li leggono”.
  4. Meglio un corso di formazione “che obbliga i partecipanti ad impegnarsi”.
  5. Molte informazioni si possono ricavare, comunque, da Internet.

La stessa ricerca mi ha portato a fare alcune valutazioni negative sulla qualità dei libri offerti dal mercato.

  1. Alcuni sono traduzioni di testi stranieri, spesso datati o mal tradotti.
  2. Altri vedono come autori professori universitari che hanno tendenza alla teorizzazione e poca “pratica”.
  3. A volte il libro sembra un manuale, mentre sarebbe opportuno che venisse realizzato proprio come manuale.
  4. Molta editoria italiana deve imparare da quella statunitense che, grazie ad artifici grafici e di strutturazione del libro, rende la lettura tecnica più leggera (7).
  5. I libri tecnici di gestione di impresa, spesso, non hanno attinenza con la realtà produttiva italiana.

A fronte di questi aspetti negativi ho potuto rilevare alcuni importanti fattori positivi.

  1. Alcuni editori italiani hanno avuto il coraggio di portare avanti, da decenni, una politica di edizione di libri tecnici, spesso rischiando economicamente o rimettendoci, ma, grazie alla pratica anglosassone del trial and error (8) , sono giunti ad un livello qualitativo eccellente. Di ottima qualità sono i manuali che vengono scritti, spesso, dalle migliori menti di aziende dello stesso settore, a volte anche concorrenti.
  2. L’elevata qualità del prodotto librario ha indotto le imprese più evolute a considerare questo medium come uno strumento potentissimo per abituare le persone a leggere, per realizzare a costi modestissimi l’importantissimo processo della formazione continua, per indurre le strutture tecniche, anche concorrenziali,  ad abituarsi al confronto, per favorire l’opportunità, da parte di tutti, di migliorare i processi di produzione, per elevare il livello della cultura tecnica della forza vendite.
  3. Il libro tecnico legato alla gestione d’impresa, pur tra molte difficoltà, sta anch’esso entrando nella biblioteca delle imprese. Le aziende che sanno fruire di questi strumenti si riconoscono dalle buone strutture organizzative e dalla forte attenzione alle risorse immateriali che le contraddistinguono.
  4. Anche nel mondo del lavoro, il libro sta svolgendo il compito per il quale esso è stato creato: migliorare la cultura delle persone e, con essa, la personale autostima.

Il libro tecnico svolge un’azione importante nella strategia della Comunicazione aziendale. Infatti.

  1. In genere gli autori appartengono ad imprese che possono vantare di contribuire  al miglioramento tecnologico del settore di propria competenza.
  2. In alcuni casi il libro è sponsorizzato da un’associazione di settore che può sensibilizzare i propri soci alla formazione continua e fare della propria iniziativa un elemento di promozione settoriale.
  3. La presenza di libri tecnici sulle scrivanie dei dipendenti o dell’imprenditore dà un segnale estremamente positivo a chiunque sia invitato a visitare l’impresa.
  4. Il libro può essere lo strumento per comunicare al mercato che una data impresa ha realizzato un nuovo processo di produzione o ha messo in atto tecnologie innovative, in sostanza, ha dato un contributo allo sviluppo tecnologico del settore di pertinenza.

Arrivare alla prassi della lettura di libri tecnici può essere un percorso difficile, ma una volta superato l’ostacolo dell’indifferenza, della sottovalutazione o “della mancanza di tempo”, il libro svolge un’azione importante.
Esso può diventare, infatti, una sorta di detonatore di un circolo virtuoso che vede attivare una maggiore attenzione all’innovazione, un miglior approccio a manifestazioni come convegni, fiere, attività di formazione, una maggiore attenzione all’ottimizzazione dei processi, una migliore valorizzazione delle risorse umane e l’annullamento dell’eventuale gap tra le esigenze dell’azienda e le competenze del lavoratore.

Per un approfondimento del tema Comunicazione d'impresa si rimanda al seguente successo editoriale. Comunico quindi esisto.

Eugenio Caruso
13 marzo 2007


(6) È interessante notare che la casa editrice di questo volume è stata la prima, in Italia, ad allegare un libro ad una rivista.

(7) Le case editrici più avanzate utilizzano un book designer specializzato nell’ottimizzazione grafica complessiva del libro.

(8) È il circuito virtuoso “sbaglia e riprova”.



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Tratto da Eugenio Caruso, Comunicazione d'impresa: quali strumenti? Tecniche Nuove, 2006

http://www.tecnichenuove.com

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