5 Alcuni strumenti sintetici per capire l'andamento dell'azienda.
Allo scopo di trarre dal bilancio "informazioni significative sull'impresa" viene utilizzata l'analisi del bilancio. L'analisi del bilancio ha bisogno, da una parte, di informazioni sintetiche, desunte dai due prospetti contabili, dall'altro, di informazioni "analogiche", desunte dalla nota integrativa e dalla relazione sulla gestione.
La lettura e l'interpretazione dei dati di bilancio sono facilitati da:
- disponibilità dei bilanci di più esercizi (analisi temporale),
- disponibilità dei bilanci di altre aziende del settore (analisi spaziale),
- possibilità di sintetizzare i dati di bilancio in pochi numeri significativi.
La sintetizzazione dei dati è, peraltro, la premessa per qualunque approfondimento conoscitivo dell'azienda; l'interpretazione sulla base dei dati di sintesi utilizza, normalmente, tre strumenti, che rielaborano in senso finanziario i bilanci:
- l'analisi per aree o per margini o strutturale,
- l'analisi per indici,
- il rendiconto di cash flow.
Giova osservare che gli schemi civilistici dello stato patrimoniale e del conto economico, che abbiamo illustrato sinteticamente, non soddisfano pienamente le esigenze di "lettura" del bilancio. Infatti, per le passività dello stato patrimoniale la normativa civilistica privilegia la natura delle fonti e non l'esigibilità, mentre per le attività privilegia la destinazione piuttosto che la liquidità (ad esempio scorte non facilmente "utilizzabili" appaiono nell'attivo circolante, mentre, nella realtà, potrebbero essere immobilizzazioni o addirittura perdite).
Nel conto economico si privilegia l'aspetto della natura dei valori e non quello della destinazione, con l'impossibilità di determinare un elemento molto importante per l'analisi del bilancio come l'utile lordo sulle vendite o l'utile lordo industriale.
Vedremo che con la riclassificazione dello stato patrimoniale si potranno privilegiare, i parametri, sia della liquidità dell'investimento (grado di convertibilità in denaro, e in quali tempi), sia dell'esigibilità delle fonti (maggiore o minore facilità di restituzione e in quali tempi).
In fig. 2 è mostrato uno schema di stato patrimoniale riclassificato per aree. La rielaborazione viene effettuata sulla base dei dati ottenibili dallo stato patrimoniale e dalle relazioni che accompagnano il bilancio. Ove non vengano date informazioni precise e complete la rielaborazione può risultare imperfetta. In tale ipotesi va adottato il principio della prudenza; ad esempio, le attività non facilmente classificabili vanno considerate immobilizzate e le passività non facilmente classificabili si considerano a breve.
Fig. 2 Stato patrimoniale riclassificato per aree secondo il criterio della liquidità/esigibilità.
Le aree patrimoniali - finanziarie dello stato patrimoniale
Struttura degli impieghi e delle fonti in essere in un determinato istante |
ATTIVITA'
Impieghi delle risorse finanziarie = investimenti |
PASSIVITA' E NETTO
Fonti delle risorse finanziarie = finanziamenti |
AF Attività fisse o immobilizzate = Investimento a medio - lungo termine. |
PN Patrimonio netto = mezzi propri o fonti proprie |
CCL Capitale circolante lordo o Attività correnti = Investimenti a breve termine, ossia con rientro in denaro entro 12 mesi.
- Rimanenze
- Crediti
- Liquidità.
|
PF Passività fisse = Fonti di terzi a medio - lungo termine di restituzione |
PC Passività correnti = Fonti di terzi a breve termine (da estinguere entro 12 mesi) |
La riclassificazione del conto economico deve consentire, anche per esso, una suddivisione in aree; le aree prese in considerazione sono:
- ordinaria,
- finanziaria,
- straordinaria.
La fig. 3 mostra uno schema di conto economico riclassificato per le aree succitate.
Fig. 3 Conto economico per aree
Ricavi di vendita e accessori
- Costo del venduto
(Rimanenze iniziali
+ Acquisti
+ Mano d'opera
+ Altri costi industriali
- Rimanenze finali)
= Utile lordo delle vendite
- Costi di carattere commerciale e amministrativo
= Reddito operativo o EBIT |
AREA ORDINARIA |
± Ricavi o costi finanziari
= Utile ordinario prima delle imposte
- Imposte sull'utile ordinario
= Utile ordinario netto |
AREA FINANZIARIA |
± Proventi o oneri straordinari
± Imposte su elementi straordinari
= Utile di esercizio |
AREA STRAORDINARIA |
Il conto economico civilistico predisposto dalle aziende non mette in evidenza parametri significativi per la comprensione del bilancio: l'utile lordo sulle vendite, il valore aggiunto, cioè la ricchezza incrementale prodotta dall'azienda rispetto ai fattori acquisiti dall'esterno, il margine operativo lordo (MOL) o EBITDA, cioè il risultato reddituale non influenzato dagli ammortamenti e dagli accantonamenti. Questi dati analizzati assieme al reddito operativo (RO) o EBIT consentono di ricavare informazioni diverse e, sotto certi aspetti, più utili per una lettura del bilancio. Ad esempio la fig. 4 presenta uno schema rielaborato che consente di ricavare i succitati parametri.
Fig. 4 Conto economico a valore aggiunto e a margine operativo lordo.
Valore della produzione
- Consumi
- Altri costi di gestione esterni |
= Valore aggiunto (VA)
- Costo del lavoro |
= Margine operativo lordo (MOL o EBITDA)
- Ammortamenti
- Altri accantonamenti |
= Reddito operativo (RO o EBIT)
± Proventi/oneri di gestioni accessorie
± Proventi/oneri finanziari |
= Utile ordinario prima delle imposte
- Imposte sull'utile ordinario |
= Utile ordinario dopo le imposte
± Proventi/oneri straordinari
- Imposte sull'utile (perdita) straordinario |
= Utile netto di esercizio |
Dopo aver elaborato il bilancio per aree è possibile trarre informazioni sintetiche e immediate dai valori delle singole aree e dai confronti fra detti valori.
L'analisi strutturale o per aree dello stato patrimoniale, ad esempio, esamina le differenze esistenti tra determinati raggruppamenti dell'attivo e del passivo per trarre dagli stessi un giudizio sulla situazione patrimoniale e finanziaria dell'azienda. I confronti di raggruppamenti dell'attivo e del passivo più utilizzati sono quelli che dànno luogo ai cosiddetti "margini" e precisamente:
- Margine di struttura (MS)
- Capitale circolante netto (CCN)
- Margine di tesoreria (MT).
Il margine di struttura indica la capacità dei mezzi propri di coprire il fabbisogno durevole rappresentato dalle immobilizzazioni.
MS = Patrimonio netto - Attività fisse
Il capitale circolante netto rappresenta la capacità dell'azienda di fare fronte agli impegni correnti con mezzi propri.
CCN = Capitale circolante lordo - Passività correnti
= Rimanenze + liquidità differita + liquidità immediata - passività correnti
Il margine di tesoreria esprime la capacità dell'azienda di fare fronte con mezzi correnti liquidi o prontamente liquidabili alle passività correnti.
MT = (Liquidità differite + Liquidità immediate) - Passività correnti
L'analisi strutturale del conto economico, più che attraverso la contrapposizione dei valori delle diverse aree, viene condotta, generalmente analizzando l'andamento dei parametri visti (EBIT, EBITDA, valore aggiunto, utile di esercizio) tra gli esercizi di anni diversi o con il confronto con i dati di aziende omogenee.
L'analisi degli indici e il rendiconto finanziario, gli altri due strumenti fondamentali per l'analisi del bilancio, saranno trattati diffusamente ai capitoli 6 e 7.
6 Il budget
Ogni impresa o direzione aziendale utilizza il metodo della programmazione. Non si può concepire, infatti, un soggetto economico i cui responsabili non scelgano degli obiettivi da perseguire, e non definiscano quali mezzi usare per ottenere tali obiettivi (Caruso, 2004 bis). Le aziende più efficienti, generalmente, esprimono la programmazione in termini quantitativi, sotto forma di un documento scritto; questo processo è chiamato budgeting, e non è altro che un piano d'azione espresso in termini quantitativi.
Giova notare che esistono due tipi diversi di budget:
- Il budget di progetto, che riguarda la programmazione di un "avvenimento": una nuova fabbrica, un nuovo prodotto, una ricerca, una nuova linea di produzione, un grosso investimento.
- Il budget d'esercizio, che riguarda la programmazione della vita dell'impresa o del gruppo di imprese.
Il budget di progetto, generalmente, rappresenta gli aspetti monetari di un business plan che è proprio lo strumento utilizzato per avviare una nuova iniziativa, ma di questo non ci occuperemo.
Viceversa, verrà dato un breve resoconto degli aspetti monetari della programmazione aziendale, considerando che esistono tre modalità di budget (Anthony, 1976):
- Il budget operativo, che riguarda tutte le operazioni programmate per l'esercizio successivo.
- Il budget di cassa, che tratta delle entrate delle fonti prospettate e dell'uso che se ne farà.
- Il budget di capitale, che considera i cambiamenti programmati per i beni immobilizzati.
Di norma un budget operativo consta di uno stato patrimoniale e di un conto economico di previsione, identici, per quanto riguarda la forma, a quelli realizzati alla chiusura dell'esercizio, con la differenza che i valori del budget sono stime di ciò che l'azienda ritiene accadrà, mentre i dati storici si riferiscono a ciò che è realmente accaduto. Alcune imprese elaborano il budget ogni sei o ogni tre mesi; in tal modo le previsioni del semestre o del trimestre precedente vengono rivedute e corrette con le nuove previsioni per il semestre o trimestre successivo (metodo del rolling budget). Anche a livello di budget si può ricorrere alla riclassificazione degli schemi contabili, allo scopo di assegnare obiettivi specifici alle singole aree dell'impresa.
Giova sottolineare che la formulazione di un budget operativo porta una serie di vantaggi:
- È lo strumento base per la realizzazione e il coordinamento dei piani.
- È utile per comunicare all'interno dell'azienda quali sono gli obiettivi dell'imprenditore o della direzione aziendale.
- È uno stimolo per i responsabili delle diverse aree.
- È uno standard con il quale confrontare le performance dell'impresa.
Il budget operativo è, generalmente, preparato in termini di ricavi e di costi. Questa espressione viene tradotta, ai fini della pianificazione finanziaria, in termini di entrate e uscite di cassa. Il risultato di questa operazione si traduce nel budget di cassa (cash budget).
Il budget di capitale è, essenzialmente, una lista di progetti giudicati validi e che mirano all'acquisto di nuovi beni immobilizzati.
Per progetti di particolare importanza l'impresa realizza un business plan che comporta la misura di indici che non figurano nelle analisi dei bilanci, come il net present value, il brak-even point, il pay-back, l'internal rate of return, per i quali si rimanda a testi specifici (Siegel E.S., 1998).
Eugenio Caruso
17/11/207
Tratto da E. Caruso Come preparare e leggere un bilancio Tecniche Nuove 2007
NOTE
(1) International Accounting Standards (IAS) - International Financial Reporting Standards (IFRS).
(2) Articolo 2423, comma 2.
(3) Su usa "posta" di bilancio in sostituzione di voce di bilancio.
(4) Articolo 2423 bis, comma 1, n. 1
(5) Articolo 2423 bis, comma 1 n. 1 e 6.
(6) Articolo 2423 bis, comma 1, n. 2 e 3.
(7) Articolo 2423 bis, comma 1, n. 4
(8) Articolo 2423 bis comma 1, n. 5.
(9) I dipendenti non fanno parte delle attività perché non sono posseduti dall'organizzazione.
(10) In quanto rappresenta la remunerazione del capitale.
(11) Questa condizione giustifica il termine anglo sassone di balance sheet.
(12) La Coca Cola, che ha impiegato anni per raggiungere la notorietà non ha tra le attività il valore del suo marchio.
BIBLIOGRAFIA
Anthony R.N., Princìpi di contabilità aziendale, Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas, 1976
Caruso E., L'impresa in un mercato che cambia, Tecniche Nuove, 2003
Caruso E., Come vincere le sfide della concorrenza, Tecniche Nuove, 2003 bis
Caruso E., Gestire e motivare le persone. Riforma del lavoro. Tecniche Nuove, 2004
Caruso E., Il circolo virtuoso impresa-mercato, Tecniche Nuove, 2004 bis
Facchinetti I., L'ABC del bilancio, Il Sole 24 Ore, 2004
Ferrara L. Che cosa è e come si legge il bilancio d'esercizio, Il Sole 24 Ore, 2004
Porter M., Il vantaggio competitivo, Edizioni Comunità, 1987
Siegel E.S., J.M. Bornstein, B.R. Ford, Come si prepara un business plan, Tecniche Nuove, 1998
Tratto da Eugenio Caruso Come preparare e leggere un bilancio Tecniche Nuove 2007