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S
T-U
V - W - X - Y - Z
Vaglia cambiario della Banca d’Italia. Titolo di credito all’ordine emesso dalla Banca d’Italia e pagabile a vista presso qualsiasi Filiale della Banca. I vaglia si suddividono in ordinari e speciali. I primi sono emessi su richiesta dell’utenza previa costituzione della provvista, in commutazione di titoli di spesa di Tesoreria e d’ufficio per esigenze varie della Banca. I secondi vengono emessi dalla Banca d’Italia principalmente per il rimborso dei crediti di imposta (Irpef, IVA, Concessioni governative, ecc.).
Validazione. Controllo della validità e della correttezza di dati scientifici attraverso il controllo con dati già noti e attendibili.
Valido questo mese. Ordine impartito all'intermediario in titoli, solitamente avente un limite di prezzo, che resta valido per tutta la durata del mese corrente, che se non è eseguito viene cancellato.
Valore. L'assegnazione di un'attribuzione monetaria a un bene oggetto di un probabile scambio.
Valore aggiunto. Il valore aggiunto (anche abbreviato VA) è la misura dell'incremento di valore che si verifica nell'ambito della produzione e distribuzione di beni e servizi grazie all'intervento dei fattori produttivi: capitale e lavoro. L'impresa acquista beni e servizi necessari a produrre altri beni e servizi. La differenza tra il valore dei beni e servizi prodotti e il valore dei beni e servizi acquistati per essere impiegati nel processo produttivo è il valore aggiunto. Pertanto si può dire che esso è una misura dell'incremento lordo del valore risultante dell'attività economica. Può essere osservato in tre modi differenti, ma tra di loro equivalenti:
- dal punto di vista della produzione, sottraendo al valore dei beni e servizi prodotti il valore dei beni e servizi necessari per produrli;
- osservando come i redditi vengono distribuiti ai fattori della produzione;
- sommando il valore dei beni e servizi venduti al consumatore finale, osservando cioè la spesa.
Il valore aggiunto dei beni e servizi venduti sul mercato viene valutato in base ai prezzi di vendita praticati. Si parla quindi di VA ai prezzi di mercato. Quando invece si fa riferimento a beni e servizi che non vengono ceduti a un prezzo di mercato ma offerti al cittadino dalla Pubblica Amministrazione, che in cambio riceve imposte e tasse, il valore aggiunto viene valutato sulla base dei costi sopportati per produrli; si parla quindi di VA valutato al costo dei fattori.
VA. Valore aggiunto.
Valore attuale. È la somma di denaro che, in condizioni di equità, può essere scambiata nel momento attuale con una somma che sarà disponibile in futuro. Rappresenta quel capitale che dopo un certo intervallo di tempo e sulla base di un tasso d'interesse si sarà accresciuto fino a essere uguale alla somma presa in considerazione. Legge di attualizzazione.
Valore attuale netto (VAN).Più noto con il termine inglese Net Present Value (NPV), è un criterio di scelta per operazioni finanziarie. Pi ù precisamente, il Valore Attuale Netto è una metodologia tramite cui si definisce il valore attuale di una serie attesa di flussi di cassa non solo sommandoli contabilmente ma attualizzandoli sulla base del tasso di rendimento (costo opportunità dei mezzi propri). E' un parametro fondamentale per decidere se investite in un qualunque business; esso infatti consente di valutare se il business che si vuole intraprendere avrà una redditività maggiore di altre opportunità. Se il VAN è maggiore di zero il business che si vuole intrapprendere rende più dell'opportunità presa in considerazione in alternativa. Ponendo il VAN=0 si ottiene il tasso interno di rendimento dell'investimento effettuato.
Il VAN risulta dato dall'espressione seguente:
-
-
Dove:
- k: scadenze temporali;
- Ck: flusso di cassa (positivo o negativo) al tempo k;
- i: tasso di interesse indica il tasso al quale un soggetto avrebbe potuto impiegare alternativamente i propri mezzi.
Valore base di mercato. Il prezzo medio di un paniere di titoli in un preciso momento, misurato per poter descrivere successivamente, con il trascorrere del tempo, l'andamento del mercato in relazione alle variazioni del valore dei titoli rispetto al valore preso come riferimento.
Valore capitale. Valore attuale di un flusso di redditi periodici calcolato sulla base di un determinato tasso di interesse.
Valore catastale. Dato che si ottiene attraverso una moltiplicazione. Nel caso di abitazioni si deve moltiplicare per 100 la rendita catastale; nel caso di uffici si moltiplica per 50, nel caso di negozi per 34.
Valore contabile (book value). Rappresenta il valore di un bene o di un'attività iscritto nel bilancio di un'impresa. Si ricava sottraendo dal valore di acquisto la somma degli ammortamenti già operati, o, secondo un'altra tecnica, è pari al valore di mercato del bene o dell'attività considerata. Questo termine in analisi finanziaria viene utilizzato per indicare il valore netto per titolo degli investimenti (net asset value), che si ottiene prima sottraendo dal totale delle attività le immobilizzazioni immateriali, le passività correnti e i titoli azionari privilegiati o a reddito fisso. Dividendo, poi, il valore ottenuto per il numero di obbligazioni o azioni, a seconda dello scopo della valutazione che si vuole perseguire.
Valore corretto di mercato. Prezzo di esecuzione di una contrattazione in titoli tra un acquirente e un venditore, ambedue consenzienti e muniti delle stesse informazioni tali da influire sulle loro scelte al riguardo.
Valore della produzione. Macroclasse A del Conto Economico del bilancio d'impresa. Ogni impresa acquista dall'esterno i fattori produttivi che non possiede (materie prime, componenti, materiali di consumo, know-how, brevetti) e li trasforma in beni o in servizi da vendere alla propria clientela. Il valore della produzione, peraltro, rappresenta il valore contabile di tutto ciò che è stato prodotto dall'azienda, o che sia stato venduto, o che sia rimasto come patrimonio dell'azienda. Contabilmente la produzione venduta viene valorizzata al prezzo di vendita quella non venduta al costo. 1. Ricavi delle vendite e delle prestazioni. Rappresentano i ricavi acquisiti a seguito della vendita di prodotti o della fornitura di servizi. I valori vanno espressi al netto di resi, abbuoni, sconti o altro. 2. Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti. Questa voce è quantificata dalla differenza tra il valore delle rimanenze alla fine dell'esercizio e il valore delle rimanenze alla fine dell'esercizio precedente. La voce riguarda solo i prodotti in corso di lavorazione, i semilavorati e i prodotti finiti, ossia quegli elementi sui quali l'impresa ha svolto una qualche attività di trasformazione. Essa non riguarda, pertanto, le rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci che sono inserite nelle variazioni dei costi di produzione (punto 11). La voce può risultare positiva, e in tal caso l'azienda ha prodotto più di quanto ha venduto e l'eccedenza è stata riversata nel magazzino, o negativa, e in tal caso il "più" venduto è stato prelevato dal magazzino. 3. Variazioni di lavori in corso, su ordinazione. È una voce analoga alla precedente; le rimanenze riguardano lavori in corso su commessa. 4. Incrementi di immobilizzazioni tramite lavori interni.Si tratta di quegli investimenti ammortizzabili, non acquistati, ma prodotti dalla stessa azienda servendosi di attrezzature, macchinari, manodopera già a disposizione per le normali attività produttive. Questi costi possono non essere considerati componenti negativi dell'esercizio ma essere capitalizzati come elementi patrimoniali e dare luogo a costi frazionati nel tempo attraverso il processo di ammortamento. Le costruzioni interne dànno luogo a costi che vengono rilevati nelle varie voci del conto economico e che si confondono con quelli relativi alla gestione. Alla fine dell'esercizio, i costi connessi con l'incremento delle immobilizzazioni, tramite lavori interni, devono essere trasferiti dalla categoria degli impieghi consumati a quella degli impieghi in essere, mediante uno storno complessivo e indistinto dei costi, che viene operato iscrivendo il relativo importo tra i ricavi. 5. Altri ricavi e proventi. Si tratta di una voce che raccoglie i proventi che non rientrano nelle precedenti voci (le royalties ad esempio).
Valore del tempo libero (YL). Valore monetario dell'ammontare annuo di tempo libero addizionale disponibile in un territorio a causa del suo basso tasso di occupazione. Si ottiene moltiplicando il tempo libero da sottooccupazione per il salario di riserva (valore monetario di 1 ora di tempo libero).
Valore di libro. In contabilità, indica il valore a cui un bene o un'attività sono iscritti nel bilancio dell'impresa. Secondo la pratica seguita, può essere pari al valore di mercato o può essere dato dalla differenza tra il valore d'acquisto e la somma degli ammortamenti già effettuati. In analisi finanziaria è il valore netto per titolo degli investimenti (Net Asset Value), ottenuto sottraendo al totale delle attività le immobilizzazioni immateriali, le passività correnti e i titoli azionari privilegiati o a reddito fisso, e dividendo il valore ricavato per il numero di obbligazioni o di azioni, secondo lo scopo della valutazione.
Valore emissione. Importo che il sottoscrittore di un titolo deve versare all'emittente, che quota i propri titoli per la prima volta (sul Mercato primario), per entrarne in possesso.
Valore di liquidazione. Valore economico di un'impresa che cessa la propria attività. E' pari al ricavo raggiungibile dalla vendita dell'insieme dei cespiti attivi, al netto delle passività in essere.
Valore di mercato. È il prezzo di un bene di investimento, che ha origine da contrattazioni efficienti fra soggetti informati in un mercato concorrenziale, che è quello in cui esiste una pluralità di soggetti ognuno dei quali non può influenzare il prezzo di equilibrio, che si forma unicamente per effetto dell'incontro tra domanda e offerta. Per quanto riguarda le contrattazioni in titoli, il prezzo di mercato è quello a cui si effettuano le compravendite in un preciso istante. In contabilità, il valore di mercato è dato invece dal supposto ricavo della vendita di un bene a cui vanno sottratti gli oneri di trasporto, manutenzione e assicurazione, e nel caso dei semilavorati, quelli necessari per il completamento del processo produttivo.
Valore d'inventario netto. Net asset Value
Valore di rimborso. Somma di denaro che l'istituto assicurativo paga al possessore di una polizza vita in cambio della cancellazione della stessa. Questa somma viene valutata come ammontare finanziabile da una banca, nel caso di un prestito che abbia come garanzia la polizza.
Valore d'uso. Il valore attuale dei flussi finanziari futuri attesi suppone che deriveranno dall'uso continuativo e dalla dismissione di un'attività alla fine della sua vita utile.
Valore facciale, valore nominale. Valore di un titolo riportato sul certificato dello stesso. Per esempio, le obbligazioni sono solitamente emesse a un valore nominale pari a 100 e da tale valore nominale si calcola conseguentemente il flusso cedolare. Il prezzo di mercato del titolo normalmente non è uguale al valore nominale, ma presenta un premio (cioè è superiore) o uno sconto (cioè è inferiore).
Valore futuro. Se una legge di attualizzazione mira a determinare il valore anticipato di un capitale che si suppone disponibile ad una data futura (valore attuale), una legge di capitalizzazione serve a determinare il valore futuro di un capitale disponibile oggi. Se quindi per attualizzazione si può parlare di anticipazione, con capitalizzazione si deve parlare di differimento.
Valore futuro netto (VFN) o Net future value (NFV). Metodo di valutazione di un'attività basato sulla capitalizzazione dei flussi al fine di poter comparare investimenti che per loro dinamica hanno manifestazioni numerari diverse nel tempo. Si attua la capitalizzazione incrementando i flussi futuri attesi dall'attività in questione per un adeguato tasso di rendimento del capitale. Sia CFi il generico flusso atteso relativo al periodo i-esimo e sia r il tasso corretto per rendimento relativo all'attività da valutare. Sia n il numero di periodi in cui tale attività fornisce dei flussi monetari (in uscita o in entrata). Il valore di tale attività che chiameremo VF è dato secondo la capitalizzazione dalla formula:
Valore intrinseco. Generalmente riferito a un contratto di option, è il beneficio eventualmente ricavabile, pari alla differenza tra il prezzo dell'opzione e quello di mercato, esercitando il diritto d'opzione.
Valore netto. Valore a bilancio di un investimento effettuato considerato al netto delle quote di ammortamento già accantonate negli esercizi precedenti. Per esempio un immobile cha abbia un valore di un miliardo, a fronte del quale esiste un fondo di ammortamento pari a 450 milioni, avrà un valore netto a bilancio di 550 milioni.
Valore netto delle attività. Per quanto riguarda i fondi comuni di investimento, è il valore ottenuto dalla differenza tra il totale degli investimenti e le passività del fondo, e cioè dal valore dei titoli in portafoglio comprensivo dei ratei d'interesse sulle cedole meno i debiti imputabili al fondo comune. Questo valore è solitamente diviso per il numero delle quote esistenti, per ricavare il valore di rimborso di queste ultime. Per quanto riguarda i bilanci societari rappresenta il valore del patrimonio imputabile a una certa classe di titoli della società.
Valore netto di inventario. Valore delle quote-parti risultante dai libri del fondo comune o della società di investimento.
Valore nominale. È il valore nominale di un titolo. Questo termine indica pure il cambio ufficiale in vigore tra due valute legate da un rapporto di conversione fissa.
Valore normale. Criterio di determinazione del valore di un bene o di un servizio. Si determina applicando il prezzo o il corrispettivo mediamente praticato per i beni e i servizi della stessa specie o similari, in condizioni di libera concorrenza e al medesimo stadio di commercializzazione, nel tempo e nel luogo in cui i beni o servizi sono stati acquisiti o prestati, e, in mancanza, nel tempo e nel luogo più prossimi. Per la determinazione del valore normale si fa riferimento, in quanto possibile, ai listini o alle tariffe del soggetto che ha fornito i beni o i servizi e, in mancanza, alle mercuriali e ai listini delle Camere di commercio e alle tariffe professionali, tenendo conto degli sconti d' uso.
Valore nozionale. Valore dell’attività finanziaria a cui si riferisce un contratto derivato. Ad esempio, per uno swap sui tassi di interesse, il valore nozionale è il capitale su cui sono calcolati gli interessi scambiati dalle controparti (vedi: Swap sui tassi di interesse e sulle valute). Per un future su un indice di borsa – contratto nel quale le operazioni di vendita o di acquisto sono espresse in termini di valore di ciascuna delle «unità» che compongono l’indice (ad es. in un contratto che fa riferimento a un indice pari a 132 si fissa un prezzo unitario per ciascuna delle 132 «unità» che lo compongono) – il valore nozionale è calcolato come prodotto tra il valore unitario dell’indice e il numero di unità dell’indice cui si riferisce il contratto.
Valore reale. Rapporto tra il patrimonio netto della società emittente e il numero di azioni emesse da questa.
Valore residuo. È il valore di mercato di un bene alla fine di un'operazione finanziaria che ne aveva finanziato l'acquisto. È anche il valore di un bene che è stato interamente ammortizzato lungo il periodo del suo utilizzo.
Valore temporale. Nei contratti di option, è quella parte del prezzo del contratto, che dipende solamente dal tempo mancante alla scadenza. Nelle operazioni di acquisto di titoli azionari con lo scopo di ottenere il controllo della società, il valore temporale del titolo è la differenza di prezzo dovuta al periodo di tempo che deve trascorrere prima che il titolo venga acquistato.
Valori mobiliari. Titoli di Stato, obbligazioni ordinarie e convertibili, azioni, quote di risparmio, warrant e diritti di opzione, quote di fondi comuni mobiliari.
Value at risk (VAR) . Ammontare della perdita potenziale che deriverebbe al verificarsi di un certo evento.
Valuta. Ha diversi significati a seconda del contesto in cui il termine viene usato: 1. Nel conto corrente è il giorno in cui, a prescindere dalla data di esecuzione di un'operazione bancaria, iniziano a maturare gli interessi (attivi e passivi); 2. E' anche la moneta in circolazione in un determinato Paese, in cui ha corso legale, chiamata anche "divisa"; 3. E' altresì l'insieme dei mezzi di pagamento in moneta estera. Valuta chiave: Il dollaro, lo yen giapponese, la sterlina, il marco tedesco prima e l'euro oggi, sono le " key currencies" ovvero le divise più affidabili poichè utilizzate largamente come mezzo di pagamento delle transazioni commerciali internazionali. Valuta debole: Sono considerate " weak currencies " ovvero divisa povera, le valute dei Paesi poveri, poiché, nell'ambito delle contrattazioni internazionali tendono a perdere di valore nei confronti di altre valute. Valuta forte: Data la solidità dell'economia del paese di appartenenza, ad es. stati Uniti, questa divisa è privilegiata dagli investitori internazionali in caso di pagamenti internazionali, o per la costituzione di riserve in valuta presso le Banche centrali. Da qualche anno il dollaro ha subito una forte svalutazione, pertanto, sono considerate monete forti l'euro, la sterlina e il franco svizzero. Valuta regolata: E' la divisa la cui quotazione non è unicamente il frutto dell'interazione tra domanda e offerta, ma viene influenzata anche dalle operazioni di mercato delle Banche centrali di uno o più Paesi, i quali, in base all'obiettivo preposto, aumentano o diminuiscono la quantità in circolazione della stessa divisa. Così agendo il cambio risulta vincolato agli obiettivi di politica monetaria del paese considerato, ad es. la Cina.
Valuta chiave. Una delle principali valute utilizzate come mezzo di pagamento delle transazioni commerciali internazionali, e che perciò viene detenuta in proporzione variabile nelle riserve delle Banche centrali. Sono considerate key currency: il dollaro, lo yen giapponese, il marco tedesco e in misura inferiore la sterlina.
Valuta compensata. Data in cui un determinato importo è disponibile in un conto e a partire dalla quale il suddetto importo inizia a fruttare interessi.
Valuta debole. Divisa estera che tende a perdere di valore nei confronti di un’altra. Generalmente sono valute di Paesi dalle non floride condizioni economiche che, nelle contrattazioni internazionali, non vengono accettate favorevolmente come mezzo di pagamento.
Valuta denominazione. Valuta utilizzata per determinare il prezzo del fondo e per il calcolo del patrimonio totale dello stesso.
Valuta forte. Divisa straniera privilegiata dagli investitori internazionali per la solidità dell'economia del Paese, per l'utilizzo in caso di effettuazione di pagamenti internazionali e per la costituzione di riserve in valuta presso la Banca centrale di un Paese.
Valuta regolata. È una divisa la cui quotazione non è soggetta unicamente all'interazione tra domanda e offerta, ma è influenzata dalle operazioni di mercato delle Banche centrali di uno o più Paesi, i quali, secondo l'obiettivo che vogliono raggiungere, ne incrementano o ne diminuiscono la quantità in circolazione. In questo modo il cambio risulta vincolato agli obiettivi di politica monetaria di un Paese.
Valutazione. È l'assegnazione di una valutazione solitamente qualitativa alla bontà di uno strumento di debito o di un soggetto debitore, che quindi prende in esame la solidità, la sicurezza, e la capacità presente e futura di rimborso del debito esistente. Il rating viene effettuato da società specializzate come Moody's o Standard and Poor's.
Valutazione a mercato. Procedimento di rivalutazione giornaliera di un portafoglio di beni di investimento sulla base dei prezzi espressi dal mercato, che differisce da quello in cui il valore del portafoglio è calcolato sulla base dei costi storici di acquisizione dei beni. Fino al momento in cui i beni non saranno fisicamente rimossi dal portafoglio, ogni giorno verrà calcolato un profitto o una perdita puramente contabile, appurata solo al momento della chiusura della posizione. Un esempio è dato dai conti in titoli, che operano con il sistema del margine, dove tutti i giorni, sulla base delle quotazioni di mercato, l'intermediario valuta il profitto o la perdita di una posizione e se necessario a richiedere all'investitore nuovi fondi a garanzia della posizione.
Valutazione con avviamento. Valutazione di un'impresa che tiene conto oltre che del valore dei mezzi propri anche del contributo fornito dall'essere funzionante e produttiva, con mercati di approvvigionamento e di sbocco già aperti. Viene chiamato avviamento (goodwill) la differenza fra i due valori.
Valutazione degli investimenti. La valutazione degli investimenti è quell'attività che viene effettuata per verificare l'impatto che un determinato progetto di investimento ha sulla struttura adottante (impresa, ramo d'azienda, ente, progetto, privato, ecc.), dove per progetto d'investimento si intende un insieme di attività – produttive o finanziarie – in cui l'impresa o il privato cittadino impegna disponibilità liquide (costo dell'investimento) con l'obiettivo di conseguire, in contropartita, un flusso di benefici futuri complessivamente superiori ai costi sostenuti. Il problema che viene affrontato dalla valutazione degli investimenti è, nella sostanza, un problema di scelta: ogni impresa o privato deve, infatti, prendere delle decisioni d'investimento, dirette ad allocare ai soli progetti che "creano valore" le limitate risorse disponibili (fattori produttivi). Per poter risolvere a sistema tale problema di scelta fra possibili alternative è necessario poter discriminare le diverse possibilità in base ad un'unità di misura che deve essere in grado di evidenziare sia la validità dell’iniziativa, sia i correlati effetti economico – finanziari: è comunemente accettato che l'unità di misura cui fare riferimento in questo caso sia il valore economico dell’iniziativa. Il costo di un investimento è dato dai flussi finanziari in uscita – o minori flussi in entrata – connessi alla sua attuazione; analogamente, i "benefici" ad esso associati sono costituiti da flussi finanziari in entrata – ovvero a minori flussi in uscita (dove ritorni e costi futuri sono elementi di carattere previsionale). In tal modo un'operazione d'investimento può essere rappresentata da una successione (stimata) di future entrate ed uscite monetarie denominata "flusso di cassa". Altro fattore determinante nella valutazione degli investimenti è il tempo: la rilevanza del fattore tempo dipende da un effetto di carattere finanziario che lo lega al valore del denaro e secondo cui, a parità di altre condizioni, ad un allungamento dei tempi di rientro delle risorse investite in un progetto corrisponde una contrazione dei benefici di ordine finanziario (il trascorrere del tempo introduce, peraltro, un ulteriore livello d'incertezza nel processo di valutazione in quanto, all'ampliarsi degli intervalli di riferimento, le previsioni sulle variabili da cui dipendono i risultati dell'operazione tendono progressivamente a perdere di significatività). Ulteriore elemento essenziale del processo di valutazione è il tasso d’interesse scelto a riferimento: il tasso d'interesse al quale si attualizzano i flussi finanziari (in entrata ed in uscita) è denominato costo opportunità del capitale perché rappresenta un'alternativa alla quale si rinuncia per intraprendere il particolare progetto d'investimento analizzato. Altri importanti elementi da considerare per la valutazione razionale della perseguibilità di un investimento sono:
- il rischio associato all'investimento: la propensione al rischio dell'investitore è una delle variabili principali nella scelta della tipologia di investimento (ad esempio, nel caso di investitore privato, per la scelta tra mercato azionario piuttosto che obbligazionario);
- le previsioni di andamento (al rialzo o al ribasso) del mercato finanziario sul quale si intenda investire;
- la periodicità dei flussi di reddito previsti in entrata ed in uscita.
Alcune delle metodologie di valutazione usualmente adottate (in regime finanziario di capitalizzazione composta) sono le seguenti. 1. Flusso di cassa attualizzato (in inglese: Discounted cash flow): attualizzazione dei flussi monetari differenziali associati al progetto d'investimento attraverso l'utilizzo di un tasso di attualizzazione di riferimento. La somma algebrica delle entrate ed uscite attualizzate rappresenta il Valore Attuale Netto del progetto (in inglese Net_Present_Value). 2. Tasso interno di rendimento (TIR o, nella notazione inglese, Internal rate of return - IRR): individuazione del tasso di attualizzazione che azzera algebricamente le entrate ed uscite associate al progetto e confronto del tasso individuato con un tasso di confronto (benchmark). 3. Periodo di rimborso (Pay Back Period, nella notazione inglese): calcolo del numero di anni necessario per compensare l'investimento attraverso flussi positivi. Tali metodologie, che considerano esclusivamente le variabili finanziarie di tipo quantitativo, non sono le uniche ma sono quelle maggiormente condivise nella teoria e nella prassi valutativa.
Valutazione di credito.Metodo d'analisi e classificazione di un portafoglio crediti in grado di attribuire allo stesso un giudizio qualitativo, in base alla probabilità di rimborso puntuale e completo dei prestiti ottenuti.
Valutazione di prezzo. È la differenza tra il prezzo di chiusura di un titolo e quello di chiusura del giorno precedente.
Valutazione di titoli. È il giudizio, espresso generalmente per mezzo di una scala di valori qualitativi, della solidità e della consistenza patrimoniale propria di un titolo. Tale analisi viene effettuata da parte di istituti finanziari specializzati.
Valutazione di un'impresa. La valutazione d'impresa è quella attività che, nell'ambito dell'economia aziendale, si occupa specificamente della stima economica delle imprese dal momento che il bilancio aziendale non è sempre sufficiente alla determinazione di tale grandezza. Le valutazioni di imprese, o parti di esse, possono essere effettuate per scopi diversi: in alcuni casi è la legge stessa a porre l'obbligo della valutazione (come nel caso di conferimenti di beni in natura nelle società per azioni), mentre in altri casi la valutazione è volontaria. Alcuni, tra i principali, scopi di valutazione possono essere:
- trasferimento (cessione o fusione d'azienda)
- liquidazione
- redazione del bilancio d'esercizio secondo le norme dettate dal codice civile
- trasformazione del tipo societario
- recesso del socio
a seconda dei diversi scopi ai quali la valutazione sarà rivolta si otterranno diverse configurazioni di capitale (né il capitale né, tanto meno, il reddito d'impresa sono grandezze certe ma quantità astratte non univocamente determinabili che assumono diverse configurazioni di valore a seconda dei diversi fini della valutazione). Se il fine della valutazione è quello della determinazione del reddito periodico d'esercizio avremo come configurazione finale quella del capitale di funzionamento o di gestione, se invece il fine è quello della liquidazione la valutazione che ne sortirà sarà quella del capitale di liquidazione. Anche all'interno di uno stesso fine diversa può essere la posizione di colui il quale effettua la stima; nel caso di cessione d'azienda, un esempio concreto è quello della differenza tra venditore e acquirente: i redditi attesi da acquirente o venditore non saranno necessariamente gli stessi a esempio a causa, per quest'ultimo, della possibilità dell'acquisto di quote di mercato che consentano una posizione dominante di controllo o di monopolio dello stesso ovvero l'eliminazione di potenziali concorrenti, economie di scala, sinergie di marketing e/o di prodotto, ecc. I processi che ispirano le valutazioni saranno quindi differenti a differenza delle varie posizioni soggettive. Ma, anche nell'ambito di una stessa posizione soggettiva (acquirente, venditore) si può agire per scopi diversi; è possibile, a esempio, avere tre diversi tipi di acquirente:
- acquirente imprenditore che acquista l'azienda per diventarne soggetto economico
- acquirente investitore che acquista l'azienda, o parti di essa, per attuare un investimento di capitali
- acquirente speculatore, ovvero chi acquista oggi per rivendere a breve o brevissimo termine, che ha interesse solo per i guadagni in conto capitale (o “capital gains”)
Una posizione da queste differente è invece quella del perito indipendente ovvero di colui il quale, dotato di elevate capacità professionali, viene chiamato dalle parti a effettuare una valutazione imparziale dell'impresa; è usualmente chiamato di comune accordo (arbitrato e successivo lodo), ma può anche venire nominato d'ufficio dal giudice del tribunale ed in questo caso la valutazione dell'azienda o ramo di essa ha valore peritale vincolante. Si definisce capitale economico quella particolare configurazione del capitale d'impresa che si intende determinare quando si valuta il sistema aziendale nel suo complesso al fine del trasferimento e nella posizione di perito indipendente; detto in altri termini: solo quando la valutazione aziendale è effettuata da un perito indipendente ai fini del trasferimento, si ha valutazione del capitale economico d'impresa. Per la determinazione del capitale economico vi è, cioè, la necessità di due requisiti:
- uno oggettivo, consistente nella finalità del trasferimento
- uno soggettivo, ovvero la posizione di perito indipendente.
Valutazione di un investimento. E'quell'attività che viene effettuata per verificare l'impatto che un determinato progetto di investimento ha sulla struttura adottante (impresa, ramo d'azienda, ente, progetto, privato, ecc.), dove per progetto d'investimento si intende un insieme di attività – produttive o finanziarie – in cui l'impresa o il privato cittadino impegna disponibilità liquide (costo dell'investimento) con l'obiettivo di conseguire, in contropartita, un flusso di benefici futuri complessivamente superiori ai costi sostenuti. Il problema che viene affrontato dalla valutazione degli investimenti è, nella sostanza, un problema di scelta: ogni impresa o privato deve, infatti, prendere delle decisioni d'investimento, dirette ad allocare ai soli progetti che "creano valore" le risorse disponibili (fattori produttivi). Per poter risolvere a sistema tale problema di scelta fra possibili alternative è necessario poter discriminare le diverse possibilità in base a un'unità di misura che deve essere in grado di evidenziare sia la validità dell’iniziativa, sia i correlati effetti economico – finanziari. E' comunemente accettato che l'unità di misura cui fare riferimento in questo caso sia il valore economico dell’iniziativa. Il costo di un investimento è dato dai flussi finanziari in uscita – o minori flussi in entrata – connessi alla sua attuazione; analogamente, i "benefici" ad esso associati sono costituiti da flussi finanziari in entrata – ovvero a minori flussi in uscita (dove ritorni e costi futuri sono elementi di carattere previsionale). In tal modo un'operazione d'investimento può essere rappresentata da una successione (stimata) di future entrate ed uscite monetarie denominata "flusso di cassa". Altro fattore determinante nella valutazione degli investimenti è il tempo: la rilevanza del fattore tempo dipende da un effetto di carattere finanziario che lo lega al valore del denaro e secondo cui, a parità di altre condizioni, a un allungamento dei tempi di rientro delle risorse investite in un progetto corrisponde una contrazione dei benefici di ordine finanziario (il trascorrere del tempo introduce, peraltro, un ulteriore livello d'incertezza nel processo di valutazione in quanto, all'ampliarsi degli intervalli di riferimento, le previsioni sulle variabili da cui dipendono i risultati dell'operazione tendono progressivamente a perdere di significatività). Ulteriore elemento essenziale del processo di valutazione è il tasso d’interesse scelto a riferimento: il tasso d'interesse al quale si attualizzano i flussi finanziari (in entrata ed in uscita) è denominato costo opportunità del capitale perché rappresenta un'alternativa alla quale si rinuncia per intraprendere il particolare progetto d'investimento analizzato. Altri importanti elementi da considerare per la valutazione razionale della perseguibilità di un investimento sono:
- il rischio associato all'investimento: la propensione al rischio dell'investitore è una delle variabili principali nella scelta della tipologia di investimento (a esempio, nel caso di investitore privato, per la scelta tra mercato azionario piuttosto che obbligazionario);
- le previsioni di andamento (al rialzo o al ribasso) del mercato finanziario sul quale si intenda investire;
- la periodicità dei flussi di reddito previsti in entrata ed in uscita.
Metodologie di valutazione
Alcune delle metodologie di valutazione usualmente adottate (in regime finanziario di capitalizzazione composta) sone le seguenti:
- Flusso di cassa attualizzato (in inglese: Discounted cash flow): attualizzazione dei flussi monetari differenziali associati al progetto d'investimento attraverso l'utilizzo di un tasso di attualizzazione di riferimento. La somma algebrica delle entrate e delle uscite attualizzate rappresenta il Valore Attuale Netto del progetto (in inglese Net Present Value). Vedi voce
- Tasso interno di rendimento (TIR o, nella notazione inglese, Internal rate of return - IRR): individuazione del tasso di attualizzazione che azzera algebricamente le entrate ele uscite associate al progetto e confronto del tasso individuato con un tasso di confronto (benchmark). Vedi voce
- Periodo di rimborso (Pay Back Period, nella notazione inglese): calcolo del numero di anni necessario per compensare l'investimento attraverso flussi positivi.
Tali metodologie, che considerano esclusivamente le variabili finanziarie di tipo quantitativo, non sono le uniche ma sono quelle maggiormente condivise nella teoria e nella prassi valutativa.
Variabile proxy. Indicatore statistico che descrive il comportamento di un determinato fenomeno non osservabile direttamente.
Varianza. E' data dalla sommatoria degli scarti dalla media aritmetica al quadrato.
Variazione di prezzo. E' la differenza tra il prezzo di un determinato titolo e quello di chiusura del giorno precedente.
Variazione di quota. La minima differenza di prezzo che deve esistere tra due quotazioni diverse di un bene d'investimento. Questo numero varia a seconda dell' entità del prezzo di riferimento.
Variazione. La variazione percentuale è calcolata durante la negoziazione continua come segue: ultimo prezzo/ultimo prezzo di riferimento -1 A mercati chiusi è invece calcolata nel seguente modo: ultimo prezzo di riferimento/prezzo di riferimento precedente -1.
Variazione aperta La variazione percentuale è calcolata durante la negoziazione continua come segue: ultimo prezzo/prezzo di apertura -1 Durante tale fase il prezzo di apertura viene assunto come prezzo di controllo e se lo scostamento tra l'ultimo prezzo e il prezzo di apertura supera la percentuale di variazione massima stabilita da Borsa Italiana il titolo viene sospeso. A mercati chiusi è invece calcolata nel seguente modo: prezzo di riferimento/prezzo di apertura -1.
Variazione fondo per rischi bancari generali. Il fondo per rischi bancari generali è destinato alla copertura del rischio generale d'impresa, assimilabile a una riserva patrimoniale. Le variazioni del fondo rischi bancari generali dovrebbero essere collegate al mutamento del grado del rischio delle attività complessive svolte da una banca, ma si tratta di valutazioni troppo incerte e soggettive che potrebbero invece trovare ragione nella volontà di influire sull'ammontare dell'utile netto. Alcuni analisti considerano il fondo per rischi bancari generali come una mera riserva di utili.
Variazione netta. Differenza tra la quotazione corrente di un bene d'investimento e quella di chiusura del giorno anteriore o posteriore di un intervallo di tempo fisso.
Variazione, varianza. La differenza che esiste tra due entità direttamente confrontabili, come per esempio due voci di bilancio riferite ad anni consecutivi o tra la previsione di un valore e quello che si è effettivamente realizzato. In statistica il termine indica un'esatta misurazione della variabilità di una serie di valori.
Velocità di circolazione della moneta. Espressione impiegata in finanza per indicare in quale misura una singola unità di moneta venga utilizzata per transazioni in uno specifico ambito temporale. Maggiore è la velocità, più volte viene impiegata la moneta dai soggetti economici come le imprese, le famiglie, ecc. Un sistema per calcolare la velocità di circolazione della moneta è quello di effettuare il rapporto tra il Pil (Prodotto interno lordo) e lo stock di moneta disponibile.
Vendi al libro. L'ordine di vendita dato all'intermediario dal possessore di numerosi titoli dello stesso tipo, dei quali si vuole liberare gradatamente. Il broker avrà il compito di eseguire l'ordine fino all'assorbimento massimo concesso dal mercato, ovvero fino al momento in cui non saranno soddisfatti tutti i prezzi di acquisto dei Market Maker.
Vendita. Questo termine indica il contratto di cessione di un bene in seguito al pagamento in denaro del controvalore al prezzo stabilito. Nel bilancio, tale voce, rappresentanta generalmente il fatturato aziendale.
Vendita allo scoperto. È la vendita di titoli in previsione di quotazioni in ribasso effettuata senza avere il possesso dei titoli stessi, per poi riacquistarli quando le quotazioni saranno inferiori.
Vendita a rilocazione. È un contratto che permette a un soggetto di acquistare un bene e rivenderlo ad una società finanziaria, impegnandosi a prenderlo in locazione a lungo termine contro il pagamento periodico di canoni. Con tale operazione le attività dell'azienda vengono convertite in contante, mantenendo la possibilità di disporre del bene per il periodo prefissato.
Vendita a terzi. Indica il passaggio a terzi di frazioni di operazioni finanziarie sindacate. Possono essere interessate a tali cessioni, per esempio, le banche che non hanno partecipato al consorzio di finanziamento.
Vendita con garanzia. La garanzia, che può essere richiesta in un contratto di vendita da parte di un fornitore di beni o servizi, gli consente di esigere la resituzione del bene nel caso in cui l'acquirente non abbia provveduto al totale o parziale pagamento di quanto dovuto.
Vendita eccessiva. È la prassi secondo la quale un operatore vende opzioni call e put su beni d'investimento, che ritiene rispettivamente sopra e sottovalutati, nell'ipotesi di incassare il premio senza dover sottostare all'esercizio da parte dell'acquirente delle opzioni.
Vendita forzata. Liquidazione forzata di un conto in titoli detenuto presso un intermediario finanziario, che si può verificare quando il titolare di un conto operante con il sistema del margine non ha provveduto a integrare la garanzia richiesta dal broker, o quando non vengono forniti i fondi necessari per il pagamento dei titoli acquistati, il che rende necessario recuperare i fondi sul mercato.
Vndita immediata. Vendita di titoli o altri beni di investimento durante un periodo di ribasso delle quotazioni, per evitare di conseguire perdite ancora maggiori in conto capitale.
Vendita in incremento. L'ordine di vendita di un titolo che va eseguito solo se nel momento in cui il prezzo relativo all'ultima transazione è stato superiore a quello corrente.
Vendita scoperta. L’operatore che vende contratti di opzione senza possedere il titolo sottostante acquisendo in tal senso una posizione il cui rischio è potenzialmente illimitato, mentre l’eventuale profitto massimo è l’equivalente dell’ammontare del premio.
Vendita speciale. Sistema di vendita di titoli abitualmente utilizzato presso la Borsa di New York in cui c'è un unico venditore di un blocco di titoli il quale sostiene tutte le commissioni di intermediazione, ma vende i titoli a vari acquirenti, allo stesso identico prezzo.
Vendite della PA (V). Ricavi che la PA ottiene dalla vendita di beni o servizi pagati direttamente dai cittadini.
Vendite elusive. Vendite di titoli o altri beni di investimento eseguite al termine del periodo di riferimento per il calcolo dell'imposizione fiscale. Generalmente vengono attuate a condizioni tali da far risaltare le perdite in conto capitale, che permettono di abbassare il livello del reddito soggetto a imposizione.
Vendite temporanee. Vedi: Operazioni temporanee.
Venditore di opzioni. Chi cede il diritto sottostante un contratto di opzione verso il pagamento di un premio, rimanendo soggetto alle decisioni dell'acquirente del contratto al momento della scadenza. A fronte di un profitto massimo dato dall'ammontare del premio, il venditore sostiene un rischio di perdita che può essere di notevoli dimensioni e comunque non è valutabile a priori.
Venture capital. Il venture capital è l'apporto di capitale di rischio da parte di un investitore per finanziare l'avvio o la crescita di un'attività in settori ad elevato potenziale di sviluppo. Spesso lo stesso nome è dato ai fondi creati appositamente, mentre i soggetti che effettuano queste operazioni sono detti venture capitalist. Nella maggioranza dei casi, fondi necessari sono erogati da limited partnership o holding in imprese che per natura della attività e stadio di sviluppo non risultano finanziabili dai tradizionali intermediari finanziari, come ad esempio le banche. Il venture capital è una categoria del settore del private equity, che raggruppa tutte le categorie di investimenti in società non quotate su un mercato regolamentato. L'investimento di venture capital si caratterizza per i seguenti elementi:
- fase di sviluppo: investe in idee imprenditoriali particolarmente promettenti (seed financing) e imprese in start up nelle prime fasi di vita (venture financing) fin dalle fasi pre revenue, ovvero senza che siano ancora stati approntati i prodotti/servizi da vendere e quindi nella fase di investimento in prodotto
- ambiti tecnologici: investimenti in aree ad alto contenuto di innovazione
- rischio: le società in cui i fondi di venture capital investono sono caratterizzate dalla contemporanea presenza di un elevato rischio operativo, ovvero non à ancora chiaro se la società avrà un mercato per i propri prodotti, e rischio finanziario, per cui l'investitore non sa se avrà modo di recuperare il capitale investito.
Molte società legate all'information technology sono nate grazie ad operazioni di venture capital come a esempio Google. Durante il ciclo di sviluppo borsistico degli anni 2000 la maggior parte del denaro che inizialmente venne fornito alle cosiddette società dot com derivava proprio da operazioni di venture capital. All'interno dell'Unione Europea, per operare una venture capital si necessita di un capitale sociale non inferiore a 2 milioni di euro indicizzato in società per azioni o in accomandita per azioni. Si effettua richiesta presso la Banca d'Italia e dopo l'autorizzazione si è soggetti al controllo della Consob, della commissione di Borsa Italiana e dell'antitrust sia italiano che comunitario. Colui che riceve sostegno economico e organizzativo deve aprioristicamente periziare l'opera di sua proprietà patrimoniale, attivare fidejussioni creditizie presso banche d'affari e\o commerciali e fidejussioni assicurative presso compagnie di assicurazioni danni e creditizie. La maggior parte degli operatori venture italiani, dopo il boom di fine millennio, hanno cessato l'attività, riqualificandosi come fondi d'investimento, spesso speculativi.
Verifica. Criterio seguito dalle banche per il controllo dei saldi dei conti correnti, che consiste nell'invio al cliente dell'estratto conto e nell'invito alla verifica dei saldi evidenziati.
Verifiche contabili. Nella disciplina dei sindaci, sono le verifiche a cui questi sono tenuti al fine di verificare l'osservanza della legge. Il codide civile prevede infatti che i sindaci siano tenuti a controllare la regolare tenuta della contabilità sociale, la corrispondenza del bilancio alle risultanze dei libri e delle scritture contabili nonchè ad accertare almeno ogni trimestre la consistenza di cassa e l'esistenza dei valori e dei titoli di proprietà sociale o ricevuti dalla società in pegno, cauzione o custodia.
Versamento. Terza e ultima fase (vedi: accertamento e riscossione) del processo di acquisizione delle entrate, nel corso della quale le entrate tributarie riscosse sono versate in tesoreria. Dal 1998, con l’introduzione del versamento unificato e della procedura di delega unica, il momento del versamento in tesoreria può non coincidere con quello della contabilizzazione nei relativi capitoli del bilancio di cassa.
Versamento a copertura perdite. Sono i versamenti effettuati dai soci al fine di coprire le perdite dell'impresa. Vedi anche perdita d'esercizio.
Versamento a fondo perduto. Sono i versamenti liberamente effettuati dai soci, anche non in proporzione al capitale da essi posseduto, al fine di dotare la società di maggiori mezzi finanziari. Tali fondi non vengono imputati a capitale sociale, e rimangono di proprietà della società, senza che sussista alcun obbligo di restituzione a carico della stessa.
Versamento in conto futuro aumento di capitale. Sono i versamenti effettuati dai soci in previsione di una futura delibera di aumento di capitale a pagamento da parte della società.
Very short-term credit facilities. Linea di credito di brevissimo termine prevista dagli Accordi europei di cambio II (vedi) per il finanziamento degli interventi ufficiali nei mercati dei cambi effettuati dalle banche centrali dei paesi che partecipano agli accordi.
Vigilanza. Attività volta a controllare la trasparenza e la correttezza dei comportamenti e la sana e prudente gestione degli intermediari finanziari, avendo riguardo alla tutela degli investitori e dei risparmiatori e alla stabilità, alla competitività e al buon funzionamento del sistema finanziario. Tale attività viene esercitata da autorità quali la Banca d’Italia, la CONSOB, l’ISVAP e la COVIP che vigilano sull’osservanza delle disposizioni regolanti le materie di competenza di ciascuna.
Vincoli per la redazione del bilancio d'impresa. Chi redige un bilancio d'esercizio e assoggettato a due tipologie di vincoli: • i vincoli giuridici: il codice civile, i vari decreti legislativi, le norme attuative, i regolamenti giurisprudenziali; • i vincoli tecnico contabili: circolari Abi e Assonime, princìpi contabili nazionali e internazionali (IAS/IFRS ).
Vita media. La vita media di un prestito obbligazionario è un parametro che serve a valutare adeguatamente il profilo di rischio-rendimento di un particolare investimento obbligazionario.
Vita media residua. Per ciascun comparto di titoli, è la media dei tempi mancanti alla scadenza di ciascun titolo ponderata per il valore nominale degli importi di ciascun titolo in circolazione.
Volatile. Termine che indica un mercato in cui i prezzi tendono a presentare forti oscillazioni in rialzo o in ribasso. Mercati inefficienti o dominati da condizioni di rilevante incertezza, possono mostrare variazioni di prezzo apparentemente eccessive rispetto all'influenza che razionalmente si potrebbe attribuire alle notizie che giungono agli investitori.
Volatilità. La volatilità è l'indicatore statistico che esprime il grado di variabilità dei prezzi o ampiezza delle oscillazioni subite dal prezzo di un titolo. Indica il rischio che si assume quando si effettua un investimento, invero, maggiore volatilità comporta maggiore rischio e viceversa una minore volatilità comporta un rischio minore.
Volatilità annuale. Indicatore statistico che esprime il grado di variabilità dei prezzi di un determinato titolo su un orizzonte temporale di un anno. Maggiore volatilità comporta un livello maggiore di rischio.
Volatilità implicita (o Volatilità attesa). Variabilità del prezzo di un’attività finanziaria o reale, desunta dal valore delle opzioni di acquisto o di vendita dell’attività stessa applicando formule quali quelle di Black e Scholes (cfr. ad esempio, F. Black, The Pricing of Commodity Contracts, in Journal of Financial Economics, n. 1-2, 1976). Si differenzia dalla volatilità storica, che è calcolata sulle effettive variazioni passate del prezzo stesso.
Volatilità storica. Variabilità misurata a posteriori del prezzo o del rendimento di uno strumento finanziario.
Volume delle contrattazioni. Indica il valore complessivo degli scambi effettuati in una borsa valori o relativamente a un titolo nel periodo considerato. Se rilevato nel tempo questo valore diventa un ottimo indicatore di liquidità. L'analisi dei volumi acquista importanza nel contesto dell'analisi tecnica.
Volume non indicato. Condizione in cui l'alto ritmo delle contrattazioni di Borsa non consente di determinare i volumi di contrattazione dei singoli titoli per quantitativi inferiori alle cinquemila azioni.
Volume nozionale. Volume di scambio di uno strumento derivato calcolato con riferimento al Valore nozionale (vedi) del contratto che definisce lo strumento.
Volume scambiato. Quantità di titoli negoziati dall'inizio della seduta borsistica.
Volume scambiato medio giornaliero. Quantità media di titoli negoziati giornalmente, calcolata rispetto agli ultimi 30 giorni di borsa aperta.
Volume scambiato obbligazioni. Quantità di valore nominale scambiato dall'inizio della seduta borsistica
Voto capitario. Il voto capitario, nel diritto societario, consiste nella regola per la quale ogni socio è titolare di un singolo voto indipendentemente dal numero delle azioni possedute o rappresentate. Si tratta di una caratteristica tipica delle società cooperative e delle banche popolari: in tali tipi di società, infatti, ogni socio ha diritto a un voto in Assemblea, indipendentemente dal valore della propria quota di capitale sociale, mentre nelle società per azioni i voti sono attribuiti in proporzione al numero di azioni possedute da ogni socio.
W
Wage assignment. Privilegio concesso a un finanziatore in un prestito personale, in cui nel caso di mancato rimborso il creditore può agire per vie legali allo scopo di ottenere che, al debitore, venga trattenuta una parte del suo reddito fino al completo rimborso del prestito e al pagamento di tutte le relative spese.
Wage bargaining. Trattative fra datori di lavoro e lavoratori, a livello collettivo o aziendale, per la ridefinizione dei parametri retributivi.
Wall street. Strada di New York dove ha sede la Borsa più importante del modo, il New York Stock of Exchange. Per estensione il termine viene impiegato per indicare l'insieme delle società finanziarie e bancarie che vi ruotano intorno.
Warrant. Il warrant è uno strumento derivato (un contratto) che garantisce il diritto (ma non l'obbligo) di acquistare o di vendere un determinato quantitativo di un bene entro un arco di tempo prefissato (opzione di tipo americano), oppure a una scadenza fissa (opzione di tipo europeo) e a un prezzo prestabilito. È un'opzione cartolarizzata, ma si differenzia dalle option in quanto, solitamente, caratterizzato da una maggior durata. Esistono warrant "call" o "put".
Webonomics. Indica lo studio della produzione, della distribuzione e del consumo di beni, servizi e idee veicolati attraverso Internet e i nuovi media. I principi della Webonomics si basano sulle idee conosciute con il nome di Nuova Teoria della Crescita (si veda Paul Romer, economista di Stanford ed esponente della Nuova Teoria della Crescita).
W/GrsDiv. Negli indici Morgan Stanley, valore dell'indice "with Gross Dividends reinvested", cioè il valore dell'indice comprende il valore dei dividendi lordi reinvestiti.
W/NetDiv. Negli indici Morgan Stanley, valore dell'indice "with Net Dividends reinvested", cioè il valore dell'indice è al lordo dei dividendi netti reinvestiti.
White knight (Cavaliere bianco). Operatore che interviene in difesa di una società-bersaglio di un’OPA ostile, su richiesta di quest’ultima, per laciare un’offerta concorrente.
Wholesale Price Index. Indice statistico che rileva l'andamento del prezzo all'ingrosso di un determinato paniere di beni, o del prezzo pagato dai produttori per acquisire un paniere di fattori di produzione.
Wholesaler. Soggetto economico che si interpone tra il produttore e il dettagliante. Nelle operazioni in titoli vengono indicate in questo modo sia le banche di investimento che sottoscrivono nuove emissioni di titoli, sia gli operatori che effettuano compravendite di titoli prevalentemente con altri intermediari.
Wide opening. Determinata situazione di mercato nella quale al momento dell’apertura delle contrattazioni di Borsa la differenza, tra denaro e lettera, cioé tra prezzo di acquisto e di vendita di un titolo è particolarmente ampia.
Working capital (capitale circolante netto). Gli investimenti nella gestione corrente sono finanziati dalla stessa gestione tramite il differimento delle uscite monetarie e l'anticipazione delle entrate; pertanto, il capitale investito nella gestione corrente è dato dalla differenza tra le attività correnti e le passività correnti (vedi stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio della pertinenza gestionale). Questa differenza è chiamata capitale circolante netto dell'impresa in funzionamento, capitale che rappresenta, quindi, l'ammontare della liquidità necessaria alla gestione corrente. CCN = Rimanenze + liquidità differita + liquidità immediata - passività correnti.
WTI Acronimo di West Texas Intermediate, il greggio di riferimento per il mercato nordamericano, quotato sul New York Mercantile Exchange (Nymex). I suoi prezzi sono in genere superiori di un paio di dollari rispetto al Brent.
X
X-efficiency. Indicatore col quale si misura il divario tra l'efficienza effettiva di un'impresa e l'efficienza massima ottenibile sulla base degli input impegnati nel processo di produzione secondo criteri dell'efficienza allocativa.
Y
Yield (rendimento). Esprime in valore percentuale il rendimento di un titolo. Il rendimento delle azioni è il rapporto tra il dividendo pagato ed il prezzo di acquisto del titolo. Il rendimento delle obbligazioni è il tasso di interesse effettivo, vale a dire cedola/prezzo di acquisto.
Yield advantage. Ulteriore rendimento che il possessore di un’obbligazione convertibile ottiene rispetto a chi possiede il titolo azionario sottostante.
Z
Zero balance account (conto a saldo nullo). Metodologia contabile adottata di norma da una società nei confronti delle proprie filiali distaccate. Tale sistema prevede la trasmissione alla sede centrale di tutte le attività e le passività dei distaccamenti che, di conseguenza, hanno sempre un saldo nullo dei propri conti.
Zero coupon (certificati del tesoro a zero coupon). Certificati di credito del Tesoro privi di cedole. Sono titoli a tasso fisso di durata pari a 18 o 24 mesi. Il rendimento è dato dalla differenza tra il valore di rimborso (pari al valore nominale) e il prezzo di emissione. Sono collocati attraverso un'asta marginale sul prezzo, cui partecipano le banche e gli altri operatori autorizzati.
Zero coupon bond (obbligazioni a zero coupon). Obbligazione che non stacca cedole (coupon). In cambio, il prezzo di emissione risulta molto inferiore al valore nominale (che coincide con il valore di rimborso) del titolo. Lo yield (ovvero il rendimento) di questo tipo di obbligazione si calcola utilizzando la seguente formula: yield = (prezzo di rimborso - prezzo di emissione)/prezzo di emissione.
Zero coupon convertibile bond. Titolo obbligazionario non provvisto di cedola, con possibilità di richiedere la conversione con titoli azionari determinati, nel caso in cui si verifichino le condizioni previste all’atto di emissione.
Zero coupon mortage. Titolo obbligazionario collegato a un prestito ipotecario per il quale sia il pagamento degli interessi, sia il rimborso del capitale avvengono, al termine del periodo stabilito, in un’unica soluzione.
Zero coupon swap. Swap di tasso di interesse in cui la corresponsione degli interessi da parte del contraente vincolato al tasso fisso avviene globalmente alla scadenza.
Zero gap. Avviene quando le attività finanziarie con una data scadenza vengono perfettamente bilanciate da altrettante passività finanziarie. Per esempio una banca che a fronte di finanziamenti a breve termine si finanzia con l’emissone di certificati di depositi aventi le stesse scadenze.
Zero minus tick. Vendita di un titolo azionario a un prezzo equivalente a quello dell’ultima transazione eseguita, ma inferiore a quello dell’ultima operazione avvenuta a un differente prezzo.
Zig zag. Termine utilizzato dagli analisti per definire l’andamento del prezzo di un titolo la cui oscillazione, verso il basso e verso l’alto, denota una elevata variabilità delle quotazioni.
Zombies. Termine indicante quelle imprese che nonostante siano ancora operative hanno già fatto registrare una situazione di insolvenza con conseguenti rischi di bancarotta.
Zona franca. Parte del territorio entro i cui confini di diritto di uno stato non si applicano le norme sulle zone doganali. In Italia le zone franche più significative sono Livigno e Campione d'Italia.
Eugenio Caruso
In questo glossario i termini che fanno riferimento alla gestione finanziaria e amministrativa dell'impresa sono trattati con un buon approfondimento; per un'analisi maggiormente approfondita si rimanda al successo editoriale
Come preparare e leggere un bilancio.