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Glossario economico e finanziario.


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I - J - K


IBAN. International bank account number. Codice utilizzato per identificare in maniera univoca, a livello nazionale e internazionale, il conto di un cliente presso un’istituzione finanziaria. Esso rappresenta un’estensione del Basic bank account number (BBAN) utilizzato solo a livello nazionale al quale è aggiunto un prefisso nazionale e un codice di controllo (vedi anche: Bank identifier code).
IBF's. Sigla di International Banking Facilities
ICB. Sigla di International Competitive Bidding, rappresenta una gara di appalto aperta ai fornitori dei Paesi membri della Banca Mondiale, di Svizzera e Taiwan.
ICON. Sigla di Indexed Currency Option Note, è un titolo di credito con opzione di valuta.
IDA. Vedi International Development Association.
IDEM. Mercato italiano dei prodotti derivati su titoli azionari e indici di borsa, istituito dalla Consob con delibera del 2.11.1994, n. 8625. Vi vengono scambiati contratti futures e opzioni sull’indice di borsa S&P/Mib e opzioni e futures su singoli titoli azionari.
IET. Sigla di Interest Equalized Tax.
IGNC. E' un indicatore di bilancio e rappresenta l’incidenza della gestione non caratteristica: cioè quanto pesano i costi non tipici della gestione (interessi, operazioni straordinarie ed imposte) sul reddito operativo. Maggiore è il peso degli oneri non legati alla produzione, minore sarà il reddito netto.
Immissione in libera pratica. E' il regime doganale che comporta il pagamento dei dazi doganali e l'assolvimento delle misure di politica commerciale e di fiscalità locale, e determina la libera circolazione della merce estera nel territorio comunitario, sottoposta ai soli vincoli fiscali.
Immobilizzazioni (Capital asset). Macroclasse B dell'attivo dello stato patrimoniale, che accoglie gli elementi destinati a perdurare nel tempo. Sono suddivise nelle seguenti tre categorie principali: I - Immobilizzazioni immateriali (Intangible assets) , II - Immobilizzazioni materiali (Tangible fixed assets) , III - Immobilizzazioni finanziarie (Financial assets). Per approfondimenti si rimanda al seguente testo.
Immobilizzazioni finanziarie. Rappresentano gli investimenti che l'azienda effettua acquistando titoli o altri diritti di credito destinati a permanere durevolmente nel patrimonio della società; qualora non sussiste tale requisito titoli e crediti vanno inseriti nella sezione relativa all'attivo circolante. 1) Partecipazioni. Rappresentano quote di capitale di società che l'impresa controlla (controllate) o influenza (collegate) o quote di capitale della società o delle società da cui l'impresa è controllata (controllanti) o quote di capitale di società che l'impresa ritiene di tenere in portafoglio per ragioni strategiche. 2) Crediti. Crediti a scadenza medio-lunga spesso legati ad un rapporto privilegiato con il debitore (società controllate o collegate, a esempio). 3) Altri titoli. Titoli diversi dalle azioni ma con le caratteristiche di un investimento durevole. 4) Azioni proprie. Acquisizione di azioni della stessa azienda con la finalità, a esempio, di ridurre il capitale sociale attraverso il loro annullamento
Immobilizzazioni immateriali. Si tratta di beni di proprietà dell'impresa o di diritti d'uso privi di consistenza fisica.

  1. Costi di impianto e di ampliamento. Si tratta, sia dei costi sostenuti in occasione della costituzione dell'azienda (studi di fattibilità, ricerche di mercato precedenti la costituzione, spese di costituzione, costi dello start-up, ecc), sia dei costi sostenuti dall'azienda per avviare nuovi impianti, macchinari, linee di produzione che richiedono tempo e risorse prima di poter diventare produttivi.
  2. Costi di ricerca, di sviluppo e di pubblicità. Vanno inseriti queste immobilizzazioni quando hanno un'utilità economica che si prolunga oltre l'esercizio nel quale sono stati sostenuti i relativi costi.
  3. Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell'ingegno. Sono gli investimenti, aventi utilità pluriennale, effettuati per acquistare, da terzi, brevetti in campo industriale, know-how, formule, opere dell'ingegno, programmi applicativi per calcolatori. .
  4. Concessioni, licenze, marchi e diritti simili. Le concessioni sono, normalmente, provvedimenti della pubblica amministrazione che consentono, attraverso un esborso da parte dell'impresa, lo sfruttamento in esclusiva di un determinato bene.  Le licenze consistono nella facoltà, ottenuta attraverso un esborso, di utilizzare processi che sono di proprietà della società licenziataria.  I marchi sono elementi identificativi atti a distinguere i prodotti di un'azienda in modo esclusivo e legalmente protetto. Vanno riportati quei costi che consentono di utilizzare, in via esclusiva, concessioni, licenze d'uso, marchi di fabbrica e di commercio.
  5. Avviamento. Si riferisce alla differenza tra il prezzo di acquisto di un complesso di attività (un'impresa o una parte di essa) e il suo valore netto contabile.
  6. Immobilizzazioni in corso e acconti. Nel primo caso si tratta di beni immateriali che alla data di chiusura dell'esercizio sono ancora in fase di realizzazione. La seconda voce riguarda anticipi ai fornitori per la realizzazione di beni immateriali.
  7. Altre. Essa comprende tutte le altre ipotesi di immobilizzazioni immateriali e di costi pluriennali non rientranti nei precedenti casi. Ad esempio: indennità per la perdita di avviamento commerciale, ristrutturazioni di locali di terzi, spese su beni in leasing finanziario.

Per quanto riguarda la determinazione del valore di ammortamento, valgono, in linea di massima, le considerazioni che faremo sulle immobilizzazioni materiali (che sono, normalmente, più rilevanti).. Il criterio da utilizzare è quello del costo storico, con adattamenti per le autoproduzioni delle immobilizzazioni immateriali, nel qual caso si procede alla determinazione del costo di produzione, come avviene per le costruzioni in economia. La rappresentazione nel conto economico non si discosta dal caso delle immobilizzazioni materiali; il costo viene riportato alla voce B 10 a). La determinazione delle quote di ammortamento sono regolate dall'articolo 2426 del codice civile e dal decreto legislativo 6/2003. La normativa fiscale è contenuta negli articoli 103 e 108 del D.P.R 917/1986
Immobilizzazioni materiali. Le immobilizzazioni materiali, dal punto di vista funzionale, si suddividono in: - Tecniche, se vengono impiegate nella normale attività di impresa. Le immobilizzazioni tecniche trovano evidenza in bilancio nello stato patrimoniale, per la quota ancora in essere al termine del periodo amministrativo, nei costi del conto economico per la parte consumata nel corso dell'esercizio, nella nota integrativa per l'illustrazione dei criteri di valutazione del bene e dei criteri di ammortamento. - Non tecniche, se si tratta di investimenti patrimoniali destinati a produrre redditi autonomi (terreni e fabbricati a esempio). 1) Terreni e fabbricati. Terreni tenuti a disposizione, fabbricati adibiti all'attività dell'impresa, fabbricati civili e industriali destinati all'affitto, fabbricati costruiti su terreno altrui, costruzioni leggere, infrastrutture. Tutto deve essere di proprietà dell'azienda. 2) Impianti e macchinario. Impianti e macchinario impiegati nella produzione industriale di proprietà dell'impresa; impianti tecnici specifici, impianti tecnici di carattere generale (ad esclusione di quelli stabilmente incorporati nei fabbricati), macchinari operativi. 3) Attrezzature industriali e commerciali. Attrezzature utilizzate in azienda che hanno una vita superiore all'anno (mobili, automezzi, arredi d'ufficio, stampi, piccole apparecchiature da laboratorio, banchi da laboratorio e da officina). 4) Altri beni. Quanto non previsto nelle altre voci, ad esempio mezzi di trasporto interno, macchine d'ufficio elettriche ed elettroniche, imballaggi recuperabili. Sui cespiti da collocare sotto questa voce non c'è accordo tra i vari specialisti. 5) Immobilizzazioni in corso e acconti. Nel primo caso si tratta di beni materiali che non sono ancora in esercizio. La seconda voce riguarda anticipi ai fornitori per la realizzazione di beni materiali.
Immobilizzazioni produttive (Earning assets). Ogni investimento aziendale che produce un flusso di reddito, di interessi o di commissioni.
Impegno collaterale, di secondo grado. Garanzia fornita da un soggetto sul titolo di credito di un altro soggetto che è l'obbligato principale e che avrà effetto unicamente in caso di inadempienza da parte di quest'ultimo. È anche l'obbligo che una banca si assume di effettuare una determinata operazione finanziaria, per esempio un finanziamento, nel caso si realizzi la condizione prevista dall'accordo.
Impegno di debito. Ammontare di capitale e interesse che viene pagato, solitamente su base annuale, in cambio di un finanziamento, sia che sia un mutuo ipotecario che un titolo obbligazionario.
Impegno di sottoscrizione a fermo. Impegno assunto da un'istituzione o da un consorzio di sottoscrivere la totalità di una nuova emissione obbligazionaria, ovvero la parte di essa che non trova collocamento sul mercato a conclusione dell'operazione di lancio.
Impegno fermo. Nel campo delle emissioni di titoli, l'impegno delle banche d'investimento a sottoscrivere e ad acquistare tutti i titoli di nuova emissione per collocarli successivamente sul mercato. Nel settore dei finanziamenti, l'impegno assunto da un ente creditizio, per un certo periodo di tempo, di erogare un prestito a condizioni prefissate. Questo periodo di tempo viene definito "lock-in period".
Impianto (Costi di). Fanno parte della categoria dei costi pluriennali e sono di solito costituiti dai costi sostenuti nella fase di costituzione di una società, quali, a esempio, le parcelle dei professionisti (notaio e commercialista), quelle sostenute per la ricerca del personale o per la creazione della rete commerciale, ecc.
Impieghi (stato patrimoniale). Nello stato patrimoniale il passivo (vedi voce) indica le fonti (dove ho preso i soldi necessari all'impresa per svolgere la propria attività), mentre l'attivo indica gli impieghi (dove ho messo i soldi); si genera, appunto, un circolo virtuoso finanziamenti, investimenti o fonti - impieghi che alimenta il motore della gestione operativa. Questa chiave di lettura dello stato patrimoniale semplifica la spiegazione della relazione Attività = Passività + Patrimonio netto infatti Risorse impegnate = Risorse disponibili. Ciò che determina l'uguaglianza tra attivo e passivo è rappresentato dal risultato dell'esercizio che accresce (se ci sono utili) o diminuisce (se ci sono perdite) il patrimonio netto e quindi i diritti che i soci hanno sulla società. Per approfondimenti si rimanda al seguente testo.
Impieghi delle banche. Includono i finanziamenti a clientela ordinaria nelle seguenti forme tecniche: sconto di portafoglio, scoperti di conto corrente, operazioni autoliquidanti (finanziamenti per anticipi su ffetti, altri titoli di credito e documenti accreditati salvo buon fine), finanziamenti per anticipi su operazioni di import-export, mutui, anticipazioni attive non regolate in conto corrente, riporti attivi, sovvenzioni diverse non in conto corrente, prestiti su pegno, prestiti contro cessione di stipendio, cessioni di credito, crediti impliciti nei contratti di leasing finanziario, impieghi con fondi di terzi in amministrazione, «altri investimenti finanziari» (ad es. negoziazioni di accettazioni bancarie). Gli impieghi a breve termine hanno una scadenza fino a 18 mesi, quelli a medio e a lungo termine oltre i 18 mesi.
Imposizione posticipata. Investimento in cui l'aumento di valore e i proventi generati dallo stesso saranno sottoposti a tassazione solamente nell'attimo in cui verranno effettivamente ottenuti.
Import factoring. Si tratta di factoring concernente crediti di cedenti non residenti nei confronti di debitori ceduti residenti.
Imposizione progressiva. È un sistema fiscale, secondo il quale ai soggetti con redditi più elevati vengono imposte aliquote fiscali proporzionalmente più elevate.
Impossibilitato a consegnare. Viene così definito un intermediario in titoli che non riesce a consegnare i titoli che ha venduto a un altro intermediario, e che pertanto si trova nella condizione di non poter pretendere il pagamento degli stessi.
Impossibilitato a ricevere. Viene così definito un intermediario in titoli che non ha ricevuto i titoli da parte del venditore, e che pertanto si trova nella condizione di poter rifiutare il pagamento degli stessi fino al momento dell'esecuzione.
Imposta catastale. Imposta dovuta per le volture catastali. In genere è determinata nella misura del 10 per mille (1%), del valore dei beni oggetto di voltura. In alcuni casi (a esempio, per gli atti soggetti ad IVA o per gli atti a seguito di fusione o di conferimento d'azienda, ecc.) è dovuta nella misura fissa di euro 129,11.
Imposta di registro. Imposta a cui sono soggetti determinati atti al momento della loro registrazione; può essere applicata sia in misura fissa (a esempio euro 129,11) che in misura proporzionale mediante applicazione di una determinata aliquota (a esempio, 3% o 7%). Mentre per alcuni atti vige l'obbligo di registrazione e di pagamento dell'imposta di registro (a esempio, cessione di beni immobli, gli atti delle società, ecc.), per altri la registrazione non è obbligatoria, e il pagamento dell'imposta avviene solo se tali atti vengono volontariamente registrati.
Imposta in conto capitale. Prelievo tributario percepito dalle amministrazioni pubbliche in maniera non periodica.
Imposta ipotecaria. Imposta a cui sono soggette le formalità di trascrizione, iscrizione, rinnovazione e di annotazione eseguite nei pubblici registri immobiliari. Può essere dovuta sia in misura fissa (a esempio euro 129,11) od in misura proporzionale (a esempio, 2%).
Imposta progressiva. Sistema fiscale in base al quale l'imposta è applicata con aliquote crescenti al crescere della base imponibile.
Imposta sostitutiva. In genere, imposta di minore entità, la cui applicazione sostituisce l'applicazione dell'imposta normalmente applicabile alla medesima fattispecie. Sono tali, ad esempio, le imposte sostitutive dell'IRPEF da applicare, a seconda dei casi, nella misura del 12,5% (per le partecipazioni non qualificate) o del 27% (per le partecipazioni qualificate), alle plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni (vedi capital gain).
Imposta su beni voluttuari. Tassa applicata su quei beni che hanno caratteristiche di beni voluttuari, per esempio tabacco, alcool o gioielli.
Imposta sulla pubblicità. Imposta dovuta dai soggetti che effettuano la diffusione di messaggi pubblicitari mediante forme di comunicazione visive o acustiche, in luoghi pubblici o aperti al pubblico o percepibile da tali luoghi. L'imposta è dovuta da colui che dispone a qualsiasi titolo del mezzo attraverso il quale il messaggio pubblicitario viene diffuso (in genere l'agenzia pubblicitaria); il soggetto che produce o vende la merce o fornisce i servizi oggetto della pubblicità è solidalmente obbligato al pagamento dell'imposta.
Imposta sul monte salari. Prelievo fiscale commisurato alla somma dei salari e stipendi, equivale alla somma versata dal datore di lavoro a titolo di contributi sociali.
Imposta su titoli esteri. Imposta statunitense applicata agli interessi provenienti da investimenti americani all’estero in titoli azionari e obbligazioni.
Imposte in conto capitale. Imposte prelevate a intervalli irregolari e poco frequenti sul valore delle attività o del patrimonio netto. Esse includono le imposte di successione e quelle sui trasferimenti inter vivos. La loro registrazione avviene al momento in cui sorge la passività.
Imposte ipotecaria e catastale. Imposte a carico dell'acquirente. Si pagano al momento della compravendita sulla base del valore catastale dell'immobile. Se il venditore è un privato o un'impresa l'imposta ipotecaria è del 2 per cento e quella catastale dell'1 per cento del valore catastale dell'immobile. Se invece è un'impresa di costruzioni o di compravendita immobiliare entrambe le imposte sono di euro 129,11 ciascuna.
Impresa a capitale pubblico. Impresa di cui lo Stato ha il controllo diretto o indiretto in virtù della detenzione di una quota maggioritaria di capitale.
Impresa di pubblica utilità (Public utility) . Impresa che produce in regime di monopolio beni e servizi essenziali per la collettività.
Impresa sottocapitalizzata. Impresa che rispetto ai parametri normali per il proprio settore di attività dispone di una scarsa base di capitale, con corrispondente eccessivo ricorso a capitale di terzi.
Impugnazione delibere. Facoltà di impugnazione delle deliberazioni dell'assemblea di una società che non sono prese conformemente alla legge o all' atto costitutivo E' concessa agli amministratori, ai sindaci e ai soci assenti o dissenzienti, e - per quelle dell' assemblea ordinaria - anche ai soci con diritto di voto limitato. L'impugnazione deve essere effettuata entro tre mesi e l'eventuale annullamento della deliberazione ha effetto rispetto a tutti i soci.
IMR. Indice del Mercato Ristretto; viene calcolato quotidianamente.
Inadempienza contrattuale. Impossibilità da parte di una delle due parti che hanno stipulato un contratto di portare a termine il contratto stesso. Il responsabile dell'inadempienza può essere sia il venditore (mancata consegna della merce) che il compratore (mancato pagamento della merce).
In apertura. Espressione usata per indicare l'ordine dato all'intermediario di effettuare un acquisto o una vendita di titoli durante i primi secondi di contrattazione degli stessi. Si tratta di un ordine che se non viene eseguito istantaneamente viene automaticamente cancellato.
Incapienza (Nei sistemi di pagamento). Carenza di disponibilità liquide sui conti degli intermediari presso la Banca d’Italia, necessarie per il regolamento in BI-Rel ovvero in TARGET2 (vedi) dei saldi rivenienti dal sistema di compensazione BI-Comp (vedi). Alle incapienze è associata una tariffa penalizzante diretta a ridurre i tempi di ripianamento.
Incassare il premio. Nel mercato dei cambi, la circostanza in cui il cambio a termine di una divisa è inferiore al cambio a pronti, in questo caso l'operatore che vende spot e riacquista forward (a termine) incassa i punti di differenza tra i due cambi.
Incasso. Atto con cui viene presentato un titolo di credito al debitore per l'esecuzione del pagamento.
In chiusura. Espressione usata nel linguaggio borsistico per indicare l'ordine dato all'intermediario di eseguire un acquisto o una vendita di titoli durante gli ultimi trenta secondi di contrattazione. Si tratta di un ordine, date le sue peculiarità, per il quale l'intermediario non può garantire l'esecuzione.
Incoerenza delle politiche. Situazione di discordanza fra gli orientamenti della politica monetaria e della politica fiscale all'interno di un singolo paese.
Income bonds. Sono dei titoli obbligazionari non garantiti sui quali, cioè, l'interesse viene pagato dall'emittente solo se gli utili lo permettono. Inoltre, essi non obbligano l'impresa a pagare gli interessi eventualmente arretrati.
Income stock. Azioni che offrono un alto tasso di dividendo.
Incremento di prezzo per passaggio del tempo. Incremento di prezzo di un titolo a reddito fisso, che quota a Discount, dovuto all’approssimarsi della data di scadenza e non alle variazioni dei rendimenti di mercato.
Indagine multiscopo sulle famiglie. L’Indagine fa parte di un sistema integrato di indagini sociali (Indagini multiscopo sulle famiglie) condotte dall’Istat per approfondire lo studio delle condizioni e della qualità della vita quotidiana delle famiglie italiane. L’indagine sull’uso del tempo si è svolta nell’arco di un anno solare, dal 1° aprile 2002 al 31 marzo 2003 e ha coinvolto un campione di circa 21 mila famiglie distribuite in 520 Comuni italiani di diversa ampiezza demografica. L’indagine fornisce un quadro informativo su come ciascun rispondente ripartisce le 24 ore tra le varie attività giornaliere, gli spostamenti, i luoghi frequentati e sulle persone con cui ha trascorso tali momenti.
Indagine PISA. L’indagine PISA (Program for International Student Assessment - Programma per la valutazione internazionale degli studenti), viene svolta con cadenza triennale ed è condotta dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) per accertare le conoscenze matematiche e scientifiche e le capacità di lettura e comprensione di testi non specialistici dei quindicenni che partecipano al sistema scolastico nei paesi coinvolti dalla rilevazione. Il sistema di valutazione adottato consente di confrontare i risultati ottenuti da soggetti istruiti in sistemi educativi diversi e provenienti da differenti culture.
Indagine su occupazione, retribuzioni e oneri sociali (OROS). La rilevazione OROS è condotta dall’Istat con cadenza trimestrale e ha per oggetto l’andamento delle retribuzioni, degli oneri sociali e dell’occupazione dipendente nelle imprese del settore privato non agricolo. Gli indicatori OROS si basano sulle dichiarazioni rese all’INPS in adempimento degli obblighi contributivi in materia previdenziale e coprono l’universo dei lavoratori dipendenti occupati nell’industria e nei servizi orientati al mercato (sezioni di attività economica da C a K della classificazione Ateco 2002) a prescindere dal tipo di contratto (tempo indeterminato, tempo determinato, stagionale, ecc.) e dal tipo di prestazione lavorativa (tempo pieno o parziale). Sono esclusi dalla rilevazione i dirigenti.
Indagine sui bilanci delle famiglie italiane. Dal 1962 la Banca d’Italia svolge un’indagine tra le famiglie italiane allo scopo di acquisire una più approfondita conoscenza dei loro comportamenti economici. La disponibilità di informazioni dettagliate consente di svolgere studi su particolari aspetti inerenti al comportamento economico delle famiglie e di effettuare simulazioni per verificare gli ffetti di eventuali manovre di politica economica. I principali risultati e dettagli sulla metodologia impiegata sono pubblicati nei Supplementi al Bollettino statistico, Indagini campionarie. I microdati e la documentazione necessaria per il loro sfruttamento sono disponibili sul sito internet della Banca d’Italia (www.bancaditalia.it/statistiche/indcamp/bilfait).
Indagine sulle aspettative di inflazione e crescita. Dal 1999 la Banca d’Italia conduce – in collaborazione con il quotidiano Il Sole 24 Ore – un’indagine trimestrale sulle aspettative di inflazione. Scopo dell’indagine è acquisire informazioni sulle aspettative
degli operatori economici circa l’andamento del livello dei prezzi in Italia e nei paesi aderenti all’Unione economica e monetaria. Sono inoltre rilevate le attese sull’andamento del fatturato e dei prezzi praticati dalle imprese intervistate nonché le aspettative sulla congiuntura economica. Per consentire agli intervistati di formulare previsioni ancorate a dati reali, nel questionario sono segnalati esplicitamente i dati ufficiali sull’inflazione più aggiornati al momento dell’intervista. La documentazione dettagliata su risultati e metodi utilizzati nell’indagine è resa disponibile nei Supplementi al Bollettino statistico, Indagini campionarie (www.bancaditalia.it/statistiche/indcamp/indaspe).
Indagine sulle costruzioni e le opere pubbliche. Dal 2007, due volte l’anno, nel periodo febbraio-marzo e nel mese di settembre, la Banca d’Italia conduce un’indagine sulle imprese del settore delle costruzioni. Essa consente di seguire l’andamento della produzione in tale settore, anche in relazione alla realizzazione di opere pubbliche. Le interviste sono effettuate dalle Filiali della Banca d’Italia. Per assicurare una buona significatività dei risultati anche per i principali sottoaggregati dimensionali, si è avuto cura di effettuare un sovracampionamento degli strati a più elevata varianza formati dalle imprese di maggiori dimensioni. Il riporto all’universo dei dati campionari è ottenuto attribuendo a ciascuna impresa un coefficiente di ponderazione che tiene conto del rapporto tra numero di unità rilevate e numero di unità presenti nell’universo di riferimento a livello di classe dimensionale e di area geografica. Nella presentazione dei dati per area geografica, le imprese sono classificate in base alla sede amministrativa. I risultati delle due edizioni sono commentati nei Supplementi al Bollettino statistico, Indagini campionarie, dedicati rispettivamente alle indagini sulle imprese industriali e dei servizi, per l’edizione primaverile, e al Sondaggio congiunturale per l’edizione di settembre.
Indagine sulle imprese dei servizi. Dal 2003 (rilevazione sul 2002) la Banca d’Italia ha avviato un’indagine annuale sulle imprese dei servizi con 20 addetti e oltre. Sono escluse le imprese del settore del credito e assicurazioni per le quali sono disponibili informazioni dettagliate da altre fonti, nonché i servizi pubblici e gli altri servizi sociali e personali. L’indagine consente di acquisire informazioni sulle variabili di base del comportamento economico delle imprese (investimenti, fatturato, occupazione, orari e retribuzioni, indebitamento) e – mediante sezioni monografiche del questionario – su comportamenti specifici delle imprese dei servizi. L’indagine è modellata secondo le modalità metodologiche e organizzative di quella sulle imprese industriali (cfr. la sezione: Note metodologiche). I principali risultati vengono pubblicati nella Relazione annuale. La documentazione dettagliata su risultati e metodi utilizzati nell’indagine è resa disponibile nei Supplementi al Bollettino statistico, Indagini campionarie (www.bancaditalia.it).
Indagine sulle imprese industriali. Dal 1972 la Banca d’Italia conduce annualmente un’indagine sulle imprese industriali, con lo
scopo di disporre tempestivamente delle informazioni relative all’andamento dell’economia e di effettuare analisi econometriche sul comportamento delle imprese. La rilevazione consente di acquisire informazioni sulle decisioni di investimento, sulla struttura dell’occupazione, sugli orari di lavoro e sulle retribuzioni, sulle esportazioni, sull’indebitamento. Altri specifici comportamenti delle imprese vengono studiati attraverso la proposizione di sezioni monografiche del questionario che possono cambiare di anno in anno. I principali risultati vengono pubblicati nella Relazione annuale. La documentazione dettagliata su risultati e metodi utilizzati nell’indagine è resa disponibile nei Supplementi al Bollettino statistico, Indagini campionarie (www.bancaditalia.it).
Indagine trimestrale sul credito bancario. L’indagine, che ha preso il via nel gennaio del 2003, è condotta dalle banche centrali nazionali dei paesi che hanno adottato la moneta unica in collaborazione con la Banca centrale europea ed è rivolta alle principali banche dell’area (oltre 110). Per l’Italia partecipano le capogruppo di nove gruppi creditizi. L’indagine consente di evidenziare in maniera distinta per le famiglie e le imprese i fattori che influenzano sia l’offerta sia la domanda di credito. Gli intermediari partecipanti sono chiamati a esprimere valutazioni sugli andamenti del trimestre trascorso e sulle prospettive per quello successivo.
Indebitamento a lungo termine. Sono finanziamenti ottenuti da un'impresa che, come durata, possono oltrepassare i cinque anni, ma i cui pagamenti per interessi avvengono normalmente in modo periodico, lungo tutta la durata del prestito.
Indebitamento limite (Debt limit). Il massimo ammontare di indebitamento contraibile da un governo, fissato da specifiche leggi di spesa
Indebitamento netto (Net borrowed). Saldo dei conti economici relativi al settore delle Amministrazioni pubbliche (sono cioè escluse le operazioni finanziarie), calcolato con il criterio della competenza.
Indennità di disoccupazione (Unemployment benefits). Trasferimenti correnti a favore di disoccupati erogati dallo Stato o da enti di previdenza sociale.
Indexed currency option note. Vedi ICON
Indicatori di Borsa. Sono strumenti di lavoro per gli operatori di Borsa, frutto di studi di analisi finanziaria e aggiornati al fine di calcoli previsionali. Si distinguono in indicatori tecnici (analisi dei mercati) e fondamentali (analisi dei bilanci societari).
Indicatore anticipativo o anticipatore(Leading indicator). È l'indice statistico di un fenomeno economico che mostra un andamento che anticipa quello dell'attività economica aggregata. Per esempio il livello dei prezzi del mercato azionario, il quale grazie alle aspettative degli investitori ha la tendenza a crescere prima del Prodotto nazionale lordo. Il Commerce Department degli Stati Uniti fornisce mensilmente l'Index of leading indicators, un indice che riassume il livello di dodici grandezze economiche.
Indice. Per numero indice s’intende uno strumento statistico idoneo a studiare nel tempo l’andamento di un’entità variabile, come, per esempio, il prezzo di Borsa. L’indice può riferirsi a un solo titolo o a un paniere di titoli, dove essi sono rappresentati da una media ponderata in funzione della loro importanza. Gli indici iniziano la loro serie storica con un dato di base fatto uguale a 100, 1000 o 10000 e i dati successivi sono ricalcolati in modo proporzionale per indicarne le variazioni rispetto al dato di partenza.
Indice armonizzato dei prezzi al consumo. Indici dei prezzi al dettaglio calcolati per ciascun paese dell'area dell'euro dagli Istituti nazionali di statistica sulla base delle metodologie comuni indicate dall'Eurostat. I dati sono pubblicati per 63 classi di prodotto, 29 categorie e 12 capitoli di spesa.
Indice azionario. Rappresentazione numerica dei cambiamenti di valore di un predefinito portafoglio di titoli azionari. Per esempio, gli indici azionari delineano il comportamento dei titoli quotati in una determinata Borsa (per esempio il Mib per la Borsa italiana), oppure di titoli appartenenti a una definita categoria (per esempio l'indice Dow Jones imposto dai 30 maggiori titoli industriali quotati alla Borsa di New York). Gli indici possono anche essere realizzati considerando le diverse dimensioni delle società: in questo caso vengono definiti weighted, ponderati.
Indice benchmark. E' un indice che, per le sue caratteristiche di rappresentatività, viene considerato dagli intermediari come riferimento per capire se un titolo dalle caratteristiche analoghe ha registrato, in un dato periodo, migliori o peggiori performance rispetto al benchmark stesso (e quindi rispetto al mercato di riferimento).
Indice bond buyer. Indice, pubblicato regolarmente negli Stati Uniti, dei rendimenti offerti dai titoli emessi dalle autorità municipali, comprensivo di emissioni con differenti caratteristiche di valutazione (Rating).
Indice Dax 30. L'indice DAX30 è composto da 30 blue chip tedesche quotate alla Borsa di Francoforte, appartenenti al segmento Prime Standard, selezionate secondo criteri di liquidità e di capitalizzazione di mercato. L'indice si basa sui prezzi generati sul sistema elettronico di trading della Borsa di Francoforte XETRA e viene calcolato dalle 9.00 alle 17.30. L'indice DAX30 è un marchio registrato della Deutsche Börse.
Indice dei prezzi al consumo. In economia, l'indice dei prezzi al consumo (talvolta indicato anche come indice dei prezzi al dettaglio o CPI - Consumer Price Index) è, come tutti gli indici dei prezzi, una misura statistica formata dalla media dei prezzi ponderati per mezzo di uno specifico paniere di beni e servizi. Tale paniere ha come riferimento le abitudini di acquisto di un consumatore medio. L'indice dei prezzi al consumo maggiormente utilizzato è il numero indice che misura la variazione temporale della media ponderata dei prezzi che si formano nelle transazioni relative a beni e servizi di consumo scambiati tra gli operatori economici e i consumatori privati finali (sono dunque da escludere nella formazione dell'indice le transazioni a titolo gratuito, quelle intermedie e quelle che coinvolgono enti pubblici); tale tipo di indice misura, dunque, l'aumento del livello generale dei prezzi, cioè l'inflazione al consumo per il periodo considerato (la misura del costo della vita dello specifico periodo).
Indice dei prezzi al consumo armonizzato per i Paesi membri dell'Unione Europea (IPCA). Questo indice è stato sviluppato per assicurare una misura dell'inflazione che fosse comparabile a livello europeo; l'indice, riferito alla stessa popolazione e allo stesso territorio dell'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, è però calcolato in relazione a un paniere di beni e servizi costruito tenendo conto sia delle particolarità di ogni paese sia di regole comuni per la ponderazione dei beni che compongono tale paniere (a esempio il paniere considerato esclude, sulla base di un accordo comunitario, le lotterie, il lotto, i concorsi pronostici e i servizi relativi alle assicurazioni sulla vita); l'IPCA è stato assunto come indicatore di verifica della convergenza delle economie dei paesi membri dell'UE al fine dell'accesso all'Unione monetaria e della permanenza nella stessa dei paesi aderenti . Un'importante differenza fra NIC, FOI e IPCA riguarda il tipo prezzo considerato nell'effettuazione del calcolo dell'indice: mentre gli indici nazionali (NIC e FOI) considerano sempre il prezzo pieno di vendita, l'indice europeo (IPCA) fa invece riferimento al prezzo effettivamente pagato dal consumatore; così nel caso, a esempio, dei medicinali i primi considereranno il prezzo pieno delle confezioni mentre quest'ultimo utilizzerà, nel calcolo, la quota effettivamente a carico del consumatore (il ticket) così come, per gli altri beni e servizi, terrà conto di saldi e promozioni.
Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI). E' un indice dei prezzi al consumo, calcolato dall'Istat a partire dal 1961, basato su un paniere di beni e servizi che rappresenta i consumi di una famiglia la cui persona di riferimento è un lavoratore dipendente (ad esclusione di quelli facenti parte del settore agricolo). È quindi più specifico dell'Indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), il cui paniere rappresenta i consumi di una famiglia italiana media (comprendendo, quindi, anche quelle la cui persona di riferimento sia ad esempio un libero professionista od un pensionato). È l'indice che viene utilizzato come base per l'adeguamento degli affitti o degli assegni di mantenimento (dovuti al coniuge separato).
Indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC). E' un indice dei prezzi al consumo, calcolato dall'Istat basandosi su un paniere di beni e servizi, che misura l'inflazione dell'intero sistema economico. Considera l'Italia come un'unica famiglia di consumatori con abitudini di spesa molto differenziate. Si differenzia dall'Indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati che invece si basa su un paniere di beni e servizi che rappresenta i consumi di una famiglia la cui persona di riferimento è un lavoratore dipendente. E' l'indice di riferimento utilizzato dagli organi di governo per la realizzazione delle politiche economiche.
Indice dei prezzi all'ingrosso (Wholesale price index). Indice statistico che rileva l'andamento dei prezzi all'ingrosso di un determinato paniere di beni.
Indice dei prezzi alla produzione. Detto anche wholesale price index, è l'indice dei prezzi all'ingrosso, in grado di misurare le variazioni di prezzo nel corso del tempo, in un paniere di beni che vengono utilizzati solitamente nei processi produttivi.
Indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali. Indice dei prezzi, rilevati dall.Istat, che si formano nelle transazioni relative a merci vendute dai produttori industriali sul mercato interno. I dati sono pubblicati per 159 gruppi, 28 divisioni e 16 settori. I prodotti sono classificati anche in relazione alla destinazione finale, per la quale i dati pubblicati si distinguono tra beni di consumo, beni di investimento e intermedi.
Indice dei prezzi di Paasche. Numero indice utilizzato per misurare la variazione media dei prezzi di un paniere di beni in un determinato arco di tempo.
Indice di liquidità (Liquidity ratio). Rapporto fra attività disponibili e passività a breve. Esprime la capacità di un'azienda a far fronte tempestivamente ed economicamente ai propri impegni monetari.
Indice di mercato. Indice statistico in grado di rappresentare l'andamento di un mercato rispetto a un periodo scelto come riferimento. tra i più utilizzati nel mercato borsistico americano: il Dow Jones e lo Standard and Poor's100 o 500.
Indice di mercato a capitalizzazione. Indice statistico rappresentativo dell'andamento di un mercato azionario, dove le varazioni di prezzo di ogni titolo concorrono alla definizione e al calcolo dell'indice finale, proporzionalmente alla capitalizzazione di mercato del titolo in oggetto. È evidente che i titoli delle imprese dimensionalmente più importanti, influiscono in misura maggiore sull'andamento dell'indice.
Indice di remunerazione dei depositi bancari. Tasso d'interesse medio che un gruppo sufficientemente esteso di istituti di credito applica nei confronti dei depositi dei propri clienti. Il Bank Rate Monitor Index viene periodicamente pubblicato sui maggiori quotidiani finanziari americani.
Indice di Sharpe. Misura l'affidabilità di un investimento finanziario in termini del maggiore rendimento coniugato con il minore rischio. Il metodo confronta l'investimento analizzato con quello tradizionale a rischio minimo (Bot). Più l'indice di Sharpe è elevato, maggiore è il "valore aggiunto" del gestore finanziario.
Indice di solidità di una banca. Dalla lettura dei bilanci in primo luogo va monitorato il rapporto Mezzi propri/ Totale attivo, rapporto che misura il livello di copertura (determinato dai mezzi propri) del proprio attivo patrimoniale che comprende gli impieghi alla clientela e le altre attività finanziarie e quelle immobilizzate.
Indice di Sortino. Indice che misura il rapporto esistente tra il rendimento ottenuto in eccesso a quello atteso rispetto alla probabilità statistica di perdita.
Indice Down Jones. È il più noto indice di Borsa, relativo al New York stock exchange, ed è costituito dai titoli delle 30 maggiori società industriali quotate a Wall Street.
Indice EUROSTOXX 50. E' un indice azionario costituito da 50 blue chip dei Paesi dell'area Euro, ponderate per la capitalizzazione di mercato delle società ed è considerato rappresentativo del mercato azionario dell'area Euro nel suo complesso. Nell'indice entrano le società a più larga capitalizzazione di ognuno dei 18 settori STOXX. La composizione dell'indice è rivista annualmente ed i pesi delle singole azioni trimestralmente, ma possono essere rettificati anche in occasione di operazioni straordinarie sul capitale o altri eventi eccezionali che coinvolgono le società emittenti. L'indice EUROSTOXX50 è un marchio registrato di Stoxx Ltd.
Indice Nasdaq 100. E' composto dalle 100 maggiori società americane e internazionali non-financial quotate sul Nasdaq Stock Market (l'indice quindi esclude le azioni del settore finanziario). Le azioni del NASDAQ100 devono avere una capitalizzazione di mercato minima di USD 500 milioni e un volume di scambio medio giornaliero di almeno 100.000 azioni. L'indice riflette l'andamento delle maggiori società del Nasdaq dei principali settori produttivi, inclusi computer hardware e software, telecommunications, biotechnology. NASDAQ-100 Index® è un marchio registrato The Nasdaq Stock Market, Inc.
Indice Nikkei. È l'indice statistico dei 225 titoli più importanti quotati alla Borsa di Tokyo e descrive l'andamento della Borsa nipponica.
Indice ponderato. È un indice statistico utilizzato generalmente per descrivere gli andamenti dei mercati azionari, dove i titoli che rientrano nella composizione dell'indice danno origine a variazioni nello stesso in proporzione al loro prezzo. In questo caso i titoli con i prezzi più alti saranno proporzionalmente più influenti nella determinazione dei movimenti dell'indice.
Indice SandP. Indice statistico che delinea l'andamento di un paniere di titoli quotati presso le Borse degli Stati Uniti. Tra i più conosciuti ci sono lo S and P 100, lo S and P 500 e lo S and P mid-cap che è composto dai titoli delle imprese di media capitalizzazione.
Indice SandP / Mib. E' l'indice azionario rappresentativo del mercato italiano. La composizione dell'indice è determinata sulla base di tre criteri: flottante, liquidità e rappresentazione dei principali settori del mercato, secondo la classificazione GICS (Global Industry Classification Standard). SandP/MIB copre l'80% dell'universo azionario del mercato italiano e non ha un numero fisso di componenti. I singoli titoli possono essere rimossi dall'indice in seguito a revoca, fusione, acquisizione o ristrutturazione della società emittente, oppure quando non sono rispettati i criteri di inclusione nell'indice. L'indice SandP/MIB è sviluppato, calcolato, gestito e distribuito da Standard and Poor's Inc., New York, USA.
Indice sottostante. Indice utilizzato in qualità di strumento sottostante per un contratto derivato, per esempio un indice di mercato azionario sottostante a contratti future e option. Si assegna un valore convenzionale per ogni unità di indice in base al quale viene calcolato il pagamento finale poichè non è possibile consegnare materialmente i titoli.
Indice total return. Indice di Borsa specializzato; oltre al prezzo dei titoli azionari tiene conto anche dei dividendi pagati.
Indici armonizzati dei prezzi al consumo. Indici dei prezzi al dettaglio calcolati per ciascun paese dell’area dell’euro dagli Istituti nazionali di statistica sulla base delle metodologie comuni indicate dall’Eurostat. I dati sono pubblicati per 63 classi di prodotto, 29 categorie e 12 capitoli di spesa.
Indici della redditività operativa e netta. Gli indici della redditività aziendale sono quelli più usati per valutare la capacità dell'impresa a remunerare in modo soddisfacente il capitale investito. Il totale delle attività impiegate in un'impresa crea la necessità di raccogliere sul mercato finanziario un'equivalente quantità di fondi, pagati ad un costo pari al tasso di interesse di mercato. Il pagamento può essere effettuato solo con il surplus derivante dall'efficiente utilizzo delle attività stesse. È proprio rapportando questo surplus al valore delle attività che si ottiene la misura della redditività degli investimenti. Se la redditività degli investimenti è maggiore o uguale al costo dei fondi, l'impresa è vitale, viceversa non è destinata a sopravvivere. Non sembra ovvio osservare che la redditività può essere vista dai punti di vista della remunerazione del patrimonio netto o di quella del patrimonio netto più i debiti a titolo oneroso. Per i soci investitori l'indice della redditività del capitale investito è rappresentato dal Roe (Return on equity), espresso dalla formula

Roe % =        Utile netto
                  Patrimonio netto medio

ove il patrimonio netto  è calcolato come media dei valori di inizio e di fine esercizio. Peraltro, al fine di individuare, sia le cause che hanno determinato il risultato dell'esercizio, che le eventuali politiche di gestione che potrebbero migliorare la redditività, si deve fare riferimento alla redditività complessiva del patrimonio netto e del capitale di terzi (debiti a titolo oneroso), al fine di valutare la capacità dell'impresa di remunerare in modo soddisfacente tutto il capitale investito. Questa informazione è ottenuta grazie al Roi (Return on investment), espresso dalla formula

Roi %  =      Reddito operativo
             Capitale investito netto medio

Il reddito operativo o utile operativo o margine operativo netto o EBIT (Earnings before interests and taxes), come risulta dal conto economico riclassificato a "ricavi e costi del venduto" (vedi) rappresenta il risultato della gestione operativa ottenuto attraverso l'impiego delle risorse aziendali. Il denominatore è rappresentato dalla media del capitale investito netto (Cin) tra inizio e fine esercizio, come risulta dallo stato patrimoniale riclassificato a "capitale investito netto" . Al fine di ricavare un indice che esprima la redditività netta del capitale investito, è necessario che il numeratore rappresenti il reddito operativo al netto dell'imposizione fiscale. Per un approfondimento dell'analisi del Roi è possibile riformulare l'indice con la seguente formula

Roi %  =             Mol - Quota ammortamento
              Capitale investito medio lordo - Fondi ammortamenti

in tal caso il Roi dipende dalla dinamica del margine operativo lordo, dalle politiche di investimento e dalle correlate politiche di ammortamento. Si può notare, a esempio, che un ristagno degli investimenti può determinare valori del Roi artificiosamente elevati, a maggior ragione se abbinati ad una politica di ammortamenti accelerati. Se le immobilizzazioni sono contabilizzate a costi storici e non si tiene conto dell'inflazione il reddito operativo viene sovrastimato e il valore del capitale investito sottostimato con duplice effetto di gonfiamento del Roi. Il Roi va, pertanto, valutato con cautela nei periodi di inflazione e di scarsi investimenti. Le distorsioni si assottigliano se il capitale investito è costituito prevalentemente da attività correnti che seguono la dinamica dell'inflazione o se l'impresa fa ricorso ad adeguate rivalutazioni delle immobilizzazioni. Dopo queste necessarie osservazioni si può pervenire ad un indicatore più significativo

       Roi %  =         Margine operativo lordo                   
                          Capitale investito medio lordo

tale rapporto non risente della politica degli ammortamenti e offre valori stabili in presenza di tassi elevati di sviluppo degli investimenti. Il Roi può essere anche espresso mediante la formula di Du Pont, come prodotto tra l'indice di redditività delle vendite e l'indice di rotazione del capitale investito

Roi = RO  x  F    RO
           F        Cin     Cin

RO = Reddito operativo
F = Fatturato
Cin = Capitale investito netto medio.

Un altro indice della redditività è il valore del costo medio del denaro a prestito o ROD (Return on debts), espresso dal rapporto:

Oneri finanziari
Passività correnti medie + Passività fisse medie

Il margine operativo lordo, cioè il valore che si ottiene sottraendo dal fatturato i costi operativi (esclusi ammortamenti e accantonamenti), consente di collegare l'aspetto economico con quello finanziario della gestione. Di norma il MOL è rapportato alle vendite e si ottiene il margine operativo sulle vendite, che consente confronti con aziende omogenee.

MOL
Vendite

Un altro indice di redditività delle vendite è il ROS (Return on sales), espresso da:

Reddito operativo
Vendite

Un altro indice di redditività molto importante è l'incidenza degli oneri finanziari sul fatturato:

Oneri finanziari
Fatturato

la sua importanza deriva dal consentire di evidenziare quanta parte dei ricavi delle vendite è assorbita dagli oneri finanziari; si ritiene che non debbano essere superati valori tra il 6% e l'8%.

Indici della solidità patrimoniale finanziaria. Questi indici forniscono informazioni sull'equilibrio della struttura patrimoniale e finanziaria dell'impresa. Una condizione necessaria perché si realizzi questo equilibrio è quella secondo la quale le immobilizzazioni siano uguali o minori del capitale permanente; il capitale permanente è desumibile dallo stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio della liquidità - esigibilità (vedi) e rappresenta la somma del patrimonio netto e delle passività di medio - lungo termine (passività consolidate). Il rapporto di copertura delle immobilizzazioni è dato quindi dalla seguente formula

Immobilizzazioni
Patrimonio netto + Passività fisse

La dottrina stabilisce che la struttura patrimoniale finanziaria dell'impresa è soddisfatta quando il rapporto di copertura è uguale a 1. Questa condizione impone che le risorse finanziarie portate dagli azionisti e dai debiti di medio - lungo periodo finanzino esattamente tutte le immobilizzazioni. La condizione ottimale sarebbe, peraltro, assicurata da un rapporto inferiore a 1; in tal caso, infatti, una parte del capitale circolante, a esempio una quota di magazzino, costituito da scorte che assicurano la continuità operativa, troverebbe la copertura finanziaria attraverso parte delle fonti consolidate. Soddisfatto questo requisito si otterrebbe la condizione ottimale secondo la quale le passività a breve finanziano esclusivamente la parte del capitale circolante con effettiva liquidità. Il rapporto di copertura delle immobilizzazioni va quindi analizzato con estrema cautela tenendo conto, in particolare, di quelle voci del capitale circolante che non hanno concluso il ciclo economico (materie prime, semilavorati, prodotti non ancora venduti). È anche interessante valutare il grado di copertura delle immobilizzazioni con capitale proprio, espresso dal rapporto

Immobilizzazioni
Capitale proprio

Un altro importante indice della solidità patrimoniale finanziaria è il rapporto di indebitamento (gearing), che mette in evidenza la proporzione tra mezzi propri e capitale di terzi a titolo oneroso e, quindi, il grado di indipendenza da terzi; l'indice è espresso dalla formula

Passività correnti + Passività fisse
Patrimonio netto

Il numeratore è dato dai debiti a titolo oneroso di breve, medio e lungo periodo ed è calcolato come sommatoria media dei valori di inizio e di fine esercizio. Il denominatore è dato dalla media dei valori di inizio e di fine esercizio del patrimonio netto.
Il rapporto di indebitamento esprime la capacità dell'impresa ad operare in condizioni di indipendenza finanziaria; quanto più basso è questo indice tanto maggiore è la libertà dell'impresa nelle proprie scelte rispetto ai vincoli che deriverebbero da un forte utilizzo di mezzi finanziari conferiti a credito e altrettanto maggiore è la capacità di remunerare il capitale investito. Ulteriori informazioni sulla struttura finanziaria dell'impresa possono essere fornite dal grado di rigidità dei finanziamenti di terzi e cioè dal seguente rapporto

Debiti a breve
Debiti a medio lungo

Quest'indice va letto in stretta relazione con la composizione dell'attivo patrimoniale al fine di individuare eventuali squilibri finanziari e apportare azioni di ristrutturazione del debito che consentano di ridurre gli oneri finanziari. Per valutare, infine, i rischi legati alle passività finanziarie un ulteriore approfondimento può essere condotto dall'analisi del rapporto di copertura finanziaria, calcolato tramite la seguente formula

Margine operativo lordo
Oneri finanziari + Rate dei debiti in scadenza

che esprime la capacità dell'impresa a remunerare il capitale di terzi nel medio periodo sotto forma di oneri finanziari e rate di ebiti in scadenza.
Indici di bilancio. Gli indici di bilancio o ratios, che si ricavano dal rapporto tra poste dello stato patrimoniale e/o del conto economico, sono indicatori che consentono di ricavare alcune informazioni specifiche e il loro utilizzo può avere finalità diverse.
• Un'analisi della situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell'impresa.
• Un controllo dettagliato tra previsioni di bilancio e consuntivi e individuazione delle cause degli scarti.
• Una verifica sintetica del bilancio da parte di osservatori esterni all'impresa.
• L'opportunità per l'imprenditore di poter osservare l'andamento della propria impresa al di là dei semplici valori contabili.
La media e grande impresa monitora con frequenza almeno semestrale l'andamento di alcuni indici finanziari per un early warning di potenziali situazioni di crisi. La piccola impresa dovrebbe analizzare, alla chiusura di ciascun bilancio, i propri ratios al fine di ricavare informazioni utili su come e cosa migliorare della propria gestione. Gli indici più comuni sono: Di liquidità. Di durata. Della solidità patrimoniale finanziaria. Della redditività operativa netta. Di rinnovamento. Di efficienza.
Indici di durata. Questi indici forniscono indicazioni sul grado di liquidità - esigibilità delle attività e delle passività correnti più significative, e, quindi, sulla gestione dei flussi di capitale circolante netto. Opportunamente integrati con gli indici di liquidità consentono di approfondire la valutazione sulla liquidità dell'impresa. Si distinguono in:

Giorni creditori o turnover dei crediti, sono il numero di giorni medio necessario per incassare i crediti commerciali. L'indice si può ricavare dal rapporto tra la semisomma dei crediti commerciali di inizio e fine esercizio, al netto dell'Iva, e il fatturato giornaliero.

Giorni creditori  = Media dei crediti commerciali : 1,2
                          Fatturato annuo : 365

Giorni debitori o turnover dei debiti, sono il numero di giorni medio del credito ottenuto dai fornitori. L'indice si può ricavare dal rapporto tra la semisomma dei debiti nei riguardi dei fornitori di inizio e fine esercizio, al netto dell'Iva, e il valore giornaliero degli acquisti.

Giorni debitori =    Media dei debiti verso fornitori : 1,2
                         Acquisti : 365

Giova segnalare che dal punto di vista teorico l'impresa dovrebbe operare per minimizzare la durata media dei crediti commerciali ed allungare la durata media dei debiti commerciali; questa politica non deve però cozzare contro una corretta gestione dell'impresa che deve tenere conto della soddisfazione dei clienti e della tendenza a fare del fornitore un partner nell'ambito del sistema degli stakeholder.

Giorni magazzino o turnover del magazzino esprime la giacenza media delle scorte di materie prime, semilavorati e prodotti finiti. L'indice si può ricavare dal rapporto tra la semisomma delle rimanenze di magazzino di inizio e fine esercizio e il costo giornaliero dei prodotti venduti nell'esercizio.

Valore medio del magazzino tra inizio e fine esercizio
Costo industriale del venduto : 365

Il costo industriale del venduto è desumibile dal conto economico riclassificato a "ricavi netti e costo del venduto". Come è già stato detto,  un'adeguata gestione del magazzino ha come obiettivo quello di mantenere le scorte ad un livello minimo ottimale in modo da garantire la continuità operativa e, contestualmente, da minimizzare i costi finanziari.

I quozienti di durata trovano una perfetta sintesi nella durata media del ciclo di capitale circolante netto o giorni di capitale circolante nettocalcolati nel seguente modo:


Giorni di capitale circolante netto = Giorni creditori + Giorni magazzino - Giorni debitori

A parità di condizioni, più breve è la durata media del ciclo di capitale circolante netto,migliore risulta la liquidità dell'impresa, o meglio, a parità di fatturato, più breve è la durata media del ciclo di capitale circolante netto,minore risulta l'immobilizzo finanziario.

Alcuni analisti prendono in considerazione anche il turnover del capitale circolante lordo, espresso dal rapporto:

Vendite
Capitale circolante lordo medio

e i giorni attività totali o turnover delle attività totali, espresso dal rapporto:

Vendite
Totale attività medie

Indice di copertura degli interessi. E' il solo indice di liquidità che utilizza valori prelevati esclusivamente dal conto economico. L'ammontare degli interessi passivi, diviso per il reddito operativo o EBIT fornisce la misura della copertura espressa in numero di volte.

Copertura interessi  = Ammontare degli interessi passivi
                                Reddito operativo

È interessante considerare la differenza tra questo indice e i precedenti: Gli interessi passivi, nel conto economico, sono dovuti a:

  1. totale dei debiti,
  2. tasso di intesse reale.

 Mentre gli indici derivanti dallo stato patrimoniale considerano solo l'indebitamento totale, questo ratio tiene conto di due fattori che gli altri non prendono in esame:

  1. la capacità di produrre reddito dell'azienda,
  2. il tasso medio di interesse.

Un'impresa ad alta redditività può avere una capacità di copertura degli interessi molto adeguata, anche se lo stato patrimoniale mostra un elevato grado di indebitamento. È ovvio che variazioni dei tassi di interesse hanno un forte impatto su questo indice.
Anche per esso vale la considerazione della variabilità dei valori ottimali tra azienda e azienda; gli analisti considerano 6 un valor medio prudenziale di copertura degli oneri finanziari con il reddito operativo.
Indici di efficienza (bilancio). L'efficienza consiste nell'impiego razionale delle risorse; normalmente gli indici di efficienza sono rappresentati dal rapporto tra un output e un input. Essi sono, ad esempio:

Il fatturato pro capite

Vendite
Numero medio di dipendenti

Il rendimento dei dipendenti

Vendite
Costo del personale

Il rendimento delle materie

Vendite
Costo delle materie


Indici di liquidità (bilancio). Gli indici della liquidità esprimono la maggiore o minore attitudine dell'impresa a operare in condizioni di adeguata capacità nel far fronte alle passività correnti attraverso i mezzi liquidi provenienti dal realizzo di attività correnti. Infatti, come primo approccio all'analisi della liquidità di un'impresa, ci si deve concentrare sul breve termine. Si dovrà "misurare", pertanto, la capacità dell'impresa di procurarsi il denaro necessario per fronteggiare le passività a breve termine, secondo la loro scadenza. Le passività a breve termine costituiscono una parte importante dei debiti complessivi dell'impresa, esse, infatti, devono essere pagate entro un periodo di tempo relativamente breve e, generalmente, sono superiori alla liquidità immediata dell'impresa: la domanda é «Dove si trova il denaro per pagarle?». Il denaro è in continuo movimento all'interno dell'azienda; esso affluisce prevalentemente dai crediti verso i clienti, crediti che, a loro volta, provengono dalle scorte di prodotti finiti, che sono stati venduti. Questi derivano dai prodotti in corso di lavorazione e così via. Queste operazioni generano le attività correnti. Allo stesso tempo, le merci sono state acquistate a credito e sono stati contratti debiti a breve termine. Le passività e le attività a breve termine sono in costante evoluzione e i principali indicatori della liquidità a breve termine si concentrano proprio sulle relazioni tra i valori delle attività e delle passività correnti; tali indicatori possono essere considerati il lubrificante che mantiene in perfetta efficienza il motore dell'impresa. Gli indicatori più significativi sono:

  1. il current ratio,
  2. il quick ratio,
  3. il rapporto tra capitale circolante e vendite,
  4. l'indice di copertura degli interessi

Indici di rinnovamwento. Il rinnovamento è inteso come la capacità dell'impresa di produrre mezzi finanziari con la gestione per poter sviluppare gli investimenti senza dover dipendere da fonti esterne. Il rinnovamento corrisponde quindi alla capacità di autofinanziamento dell'impresa. Per descrivere questa attitudine dell'impresa possono essere analizzati diversi indici.
Il rapporto fra ammortamento e la media delle attività fisse

Ammortamento
Media delle attività fisse

segnala la velocità di trasformazione indiretta degli investimenti in denaro.

Il tasso di rinnovamento espresso dal rapporto

Nuove immobilizzazioni
Media delle attività fisse

indica la velocità con la quale l'impresa procede al rinnovamento delle immobilizzazioni tecniche.

L'autofinanziamento non è un rapporto ma un valore numerico rappresentato da: utile + ammortamenti.

Si ha quindi l'indice del concorso dell'autofinanziamento ai nuovi investimenti

Autofinanziamento
Nuove immobilizzazioni

Maggiore è il concorso dell'autofinanziamento ai nuovi investimenti, minori sono i problemi finanziari dell'impresa; infatti, un'impresa che è in grado di procurarsi al proprio interno le risorse finanziarie per i nuovi investimenti non avrà problemi di liquidità.
Indici Fideuram. Gli Indici Fideuram dei Fondi Comuni sono stati istituiti nel dicembre 1983 in concomitanza con l'esordio sul mercato finanziario italiano dei fondi comuni di investimento mobiliare. Il calcolo viene effettuato giornalmente prendendo a riferimento il sistema di classificazione dei fondi adottato dall'Associazione di categoria Assogestioni (le categorie dei fondi sono pubblicate su .Il Sole 24 Ore.). Esistono infatti indici Fideuram per ciascuna delle categorie di fondi riconosciute, a cui si aggiunge l'indice generale che comprende tutte le categorie dei fondi di diritto italiano. Il calcolo degli Indici Banca Fideuram dei Fondi Comuni di Investimento comprende tutti i fondi italiani in attività alla fine di ogni trimestre solare (31 marzo, 30 giugno ecc.). Gli indici sono calcolati come media ponderata delle quotazioni giornaliere dei fondi rientranti in una data categoria o sottocategoria rapportate alla quotazione base. La ponderazione resta quindi invariata per un trimestre, prendendo a riferimento i patrimoni dei fondi valorizzati alla fine del trimestre solare precedente. I fondi di nuova emissione entrano a far parte del calcolo dal trimestre solare successivo a quello della data di emissione sul mercato. Indice Generale Banca Fideuram Viene calcolato come media ponderata degli indici di categoria (azionario, bilanciato, obbligazionario, flessibile, liquidità).
Indici finanziari (Financial ratios). Rapporti aritmetici fra varie pote o aggregati di bilancio, con lo scopo di porre in evidenza le relazioni esistenti tra le stesse.
Indicizzato. Strumento finanziario il cui tasso d'interesse è direttamente legato a un altro parametro, come per esempio i titoli di Stato a breve termine, e che risulta evidentemente più apprezzabile nei periodi di rialzo dei rendimenti di mercato. In Italia l'esempio più classico è costituito dai Cct, indicizzati ai Bot.
Indicizzazione del salario. Metodo di calcolo della retribuzione in relazione all'andamento di un parametro di riferimento. In Italia è la "scala mobile", e indicizza i salari al fenomeno dell'inflazione.
Industria 4.0. Vedi articolo.
Inelegibilità degli amministratori. Limitazione imposta dalla legge nella scelta dell'organo amministrativo. Non possono infatti essere nominati amministratori di società, e qualora nominati decadono dal loro ufficio, i seguenti soggetti: l'interdetto, l'inabilitato, il fallito, o chi è stato condannato a una pena che importa l'interdizione, anche se temporanea, dai pubblici uffici, o l'incapacità ad esercitare uffici direttivi.
In essere (outstanding). Riferendosi al bilancio di un'impresa, l'outstanding è il capitale azionario diviso in titoli, o l'ammontare dei crediti residui che vanno ancora incassati, o i debiti che devono essere ancora rimborsati.
Inerenza (Principio di). In genere, principio che subordina la dedubilità dei costi e delle spese al fatto che gli stessi siano riferiti ad attività o beni da cui derivano ricavi o proventi imponibili. In tal modo la normativa fiscale evita la possibilità di dedurre costi estranei all'esercizio dell'attività.
Inflazione. Il termine inflazione, dal latino inflatio-onis, gonfiore, indica una crescita nell'utilizzo di un determinato oggetto o comportamento, precedentemente di uso sporadico. L'uso più comune è quello utilizzato in economia, dove indica un incremento generalizzato e continuativo del livello dei prezzi nel tempo.Vi sono diverse possibili cause dell'inflazione. L'aumento dell'offerta di moneta superiore alla domanda, stimolando la domanda di beni e servizi e gli investimenti, è unanimemente considerata dagli economisti una causa dell'aumento dei prezzi nel lungo periodo. Altre cause sono l'aumento dei prezzi dei beni importati, l'aumento del costo dei fattori produttivi e dei beni intermedi, in seguito all'aumento della domanda o per altre ragioni. Nell'ambito dell'aumento del costo dei fattori produttivi, è significativo il ruolo svolto dall'aumento del costo del lavoro. Il costo del lavoro aumenta sotto la spinta della domanda, ma anche in seguito alle rivendicazioni salariali, a meccanismi automatici o semiautomatici di adeguamento di salari e stipendi a precedenti aumenti dei prezzi e al rinnovo dei contratti di lavoro. L'aumento del livello generale dei prezzi determina una perdita di potere d'acquisto della moneta: con la stessa quantità di denaro si può cioè acquistare una minore quantità di beni e servizi. A titolo esemplificativo, 1 Lira italiana del 1861 (la lira coniata al momento della proclamazione del Regno d'Italia) equivale ad oltre 6.000 lire del 1999 e ad oltre 3 euro del 2006. Tuttavia bisogna riconoscere che il fenomeno dell'inflazione permette al sistema di raggiungere alcuni obiettivi importanti ai fini dell'equilibrio economico.
Generalmente infatti, questo processo risulta vantaggioso per i soggetti in posizione debitoria, ed in particolare per le imprese (che frequentemente attingono capitali per finanziamenti) e anche per lo Stato, che trae beneficio poiché lo stesso denaro avuto in prestito in precedenza, al momento di effettuare la restituzione ha un valore reale minore. Indicando con p(t) il livello generale dei prezzi, l'inflazione è la sua derivata prima rispetto al tempo, ovvero la velocità con cui il livello medio dei prezzi cresce:

\ \pi = \frac{d \ p(t)}{d \ t}

La derivata può essere positiva, negativa, raramente nulla. L'opposto dell'inflazione, cioè la diminuzione continuativa del livello generale dei prezzi, prende il nome di deflazione. L'incremento del livello generale dei prezzi espresso in termini percentuali è il tasso d'inflazione.
Inflazione core. Inflazione al netto dei cambiamenti nei prezzi di cibo ed energia; in Europa l'inflazione core esclude anche i movimenti delle bevande alcoliche e del tabacco. La Federal Reserve Statunitense (FED) ritiene l'inflazione core utile nel determinare le politiche da seguire poiché elimina i movimenti spesso violenti di breve termine nell'indice dei prezzi al consumo rendendo più semplice individuare i trend di più lungo periodo. Al contrario, la Banca Centrale Europea (BCE) preferisce l'inflazione complessiva principalmente poiché gli agenti dell’economia creano aspettative inflazionistiche basate su cosa succede nei prezzi nel loro complesso e non ad alcuni settori definiti arbitrariamente.
Influenza rilevante. Influenza esercitata da un'impresa che possiede il 20% delle azioni di un'altra.
Information ratio. L´information ratio consente di valutare la capacità del gestore di sovraperformare il benchmark, in relazione al rischio assunto. E´ calcolato rapportando il differenziale di rendimento tra fondo e indice di riferimento, alla Tracking Error Volatility, che indica la volatilità dei rendimenti differenziali di un fondo rispetto ad un indice di riferimento.
Infrastrutture Spa. Istituita con DL 15.4.2002, n. 63, convertito nella L. 15.6.2002, n. 112, mira ad accrescere il coinvolgimento dei privati nella realizzazione delle opere pubbliche. La società raccoglie sul mercato i fondi necessari: per tali finanziamenti può essere disposta, con decreto del Ministro dell’Economia e delle finanze, la garanzia dello Stato. Il 1° gennaio 2006 è stata incorporata nella Cassa depositi e prestiti spa.
Insider. Colui che grazie al proprio ruolo professionale o in qualità di azionista ottiene importanti informazioni relative a un titolo obbligazionario o azionario e le sfrutta per il proprio tornaconto (vedi insider trading).
Insider trading. Definisce una legge del 1991 che punisce coloro che, lavorando all’interno delle società quotate, utilizzano in Borsa per il proprio personale profitto informazioni riservate che riguardano operazioni finanziarie o di politica societaria.
Insinuazione al passivo. Nel fallimento, la domanda presentata dai creditori del fallito al fine di essere ammessi al passivo; in tal modo infatti avviene il riconoscimento del loro credito. In tale domanda, che va presentata sotto forma di ricorso, occorre indicare il nome ed il cognome del creditore, l'ammontare delle somme da ricevere e le eventuali garanzie; alla domanda stessa occorre altresì allegare i documenti giustificativi del credito (a esempio, fatture, scritture contabili, ecc.).
Insolvenza. Nel fallimento, lo stato d'insolvenza si manifesta quando, a seguito di inadempimenti o altri fatti esteriori (a esempio, chiusura dei locali, o fuga dell'impreditore), si dimostra che il debitore non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.
Integrazione. Situazione in cui si accentra in alcune delle più importanti piazze finanziarie la maggior parte del lavoro internazionale fino a far coincidere il mercato internazionale con l'attività di quelle piazze, creando un unico mercato internazionale.
Integrazione verticale. Concentrazione, all'interno di un'impresa o di un gruppo societario, di una pluralità di fasi di lavorazione dello stesso prodotto, volta a realizzare una più razionale e conveniente organizzazione del ciclo produttivo.
Intelligent investor. The Intelligent Investor ("l'investitore intelligente") è un saggio di tecnica degli investimenti finanziari di Benjamin Graham. Nell'ambito delle teorie sull'investimento azionario e obbligazionario, uno dei libri classici della scuola di pensiero conosciuta come Value Investing, scuola nata agli inizi degli anni '30 attorno alla figura di Benjamin Graham, professore di finanza alla Columbia University di New York. Dello stesso autore il testo altrettanto famoso Security Analysis pubblicato nel 1934. Tra le idee centrali del libro, c'è la metafora di "Mr. Market" per spiegare l'atteggiamento dell'Investitore Value rispetto alle oscillazioni dei mercati. Metafora che era già stata anticipata da John Pierpont Morgan, il banchiere angloamericano che tra fine Ottocento e primi del Novecento giunse a controllare un terzo del sistema ferroviario americano: “I mercati finanziari oscillano, è nella loro natura. Apprendere il giusto atteggiamento verso le oscillazioni dei mercati è un passaggio fondamentale nella formazione di qualunque investitore di successo, professionale o meno che sia” Questo atteggiamento è ben descritto dal padre della security analysis, Benjamin Graham, nella sua metafora di Mr. Market (The Intelligent Investor, 1949). Immaginate, dice Graham, di possedere una piccola quota di 10 mila dollari in una qualsiasi impresa di vostra conoscenza. Uno degli altri soci della società, che chiameremo Mr. Market, è una persona veramente molto, molto gentile. Ogni giorno alle cinque vi telefona per dirvi quanto pensa che valga la vostra quota e chiude la telefonata offrendosi di rilevarla o di vendervi delle altre quote sulla base del valore che vi ha indicato. Talvolta la sua idea del valore della vostra quota vi sembra plausibile e giustificata dall'andamento dell'attività della società e dalle sue prospettive future. Altre volte invece Mr. Market si lascia prendere dal proprio entusiasmo, o dal proprio pessimismo, e il prezzo che vi propone vi sembra insensato. Da prudenti investitori e sensibili uomini d'affari che siete, lascereste che la telefonata quotidiana di Mr. Market influenzi l'idea che avete sul valore della vostra quota della società? Probabilmente solo nel caso in cui vi trovaste d'accordo con la sua valutazione, o in quello in cui foste intenzionati a incrementare o liquidare la vostra quota. Sareste felici di vendere qualora vi proponesse un prezzo ridicolmente alto, e ugualmente felici di acquistare da lui quando vi proponesse un prezzo consistentemente basso. Per il resto del tempo sareste così saggi da formarvi da voi la vostra idea del valore della vostra quota sulla base dell'andamento della società e della sua posizione finanziaria. Il vero investitore si trova nella stessa posizione quando possiede i titoli di una società quotata. Può trarre vantaggio dalla quotazione del giorno del suo titolo o non prestarci affatto attenzione in base a quanto gli suggerisce il suo giudizio e i suoi obiettivi. Non ha molto senso che egli consideri l'eventuale discesa del prezzo del suo titolo come segnale per venderne le azioni, quanto piuttosto come un'opportunità per comprare ancora o vendere nel caso il prezzo invece salga spropositatamente. L'investitore intelligente, piuttosto che prestare attenzione all'umore del mercato, si concentra sul raggiungere una propria valutazione del valore della società di cui possiede i titoli e, pro quota, del valore di una singola azione. Solo a quel punto, presta attenzione alla telefonata di Mr. Market ed è capace di decidere se il prezzo che gli viene proposto è un affare o una assurdità. Invece di interrogarsi sulla direzione che prenderanno i mercati nei prossimi mesi, se sia da aspettarsi un rally toro o uno scivolone orso, l'investitore impegnato a conoscere il valore intrinseco di tutto quello che compera si chiederà se ci siano veri affari in questo momento e se ci siano occasioni per sfruttare l'instabilità emotiva di Mr. Market e la sua sovente frettolosità di giudizio. E, nei momenti in cui grossi affari non sembrano essercene, si concentrerà su quei pochi che ci sono senza preoccuparsi di tenere anche una parte consistente del suo patrimonio in liquidità. Con la consapevolezza che anche dalla miglior impresa del mondo è impossibile trarre un profitto se la si acquista a un prezzo troppo alto. L'approccio di Graham, assolutamente razionale e logico, sicuramente, risulta estraneo rispetto all’approccio della maggioranza degli investitori, però le performance registrate dalla sua gestione (e soprattutto da quella del suo discepolo Buffett) sono state straordinariamente superiori a quelle dell’indice Standard & Poor 500, non solo nell’entità, ma anche per la costanza nel tempo. Nel libro “The Intelligent Investor”, Graham enuncia le 7 regole base dalle quali non discostarsi mai nella scelta dei titoli azionari.

1. Adeguata dimensione dell’azienda

Fatturato non inferiore ai 100 milioni di dollari per le aziende industriali e non meno di 50 milioni per le utility (il contesto è la borsa Americana dei primi anni ’70). L’idea di base è quella di escludere le piccole aziende, perché potrebbero essere soggette a vicissitudini in maniera superiore alla media. Per cui non c’è motivo di inserire nel portafoglio dell’investitore difensivo tale tipologia di aziende.

2. Situazione finanziaria sufficientemente solida.

Il totale degli assets deve essere almeno il doppio dell’indebitamento (rapporto debiti/mezzi propri inferiore a 0,5).

3. Stabilità dei guadagni.

Almeno “qualche guadagno” mostrato dall’azienda con continuità negli ultimi 10 anni.

4. Dividendi.

Pagamenti ininterrotti per almeno gli ultimi 20 anni.

5. Crescita degli utili.

Un aumento minimo di un terzo degli utili per azione negli ultimi 10 anni, usando medie a tre anni.

6. Moderato rapporto prezzo/utili

Il prezzo corrente non deve essere superiore a 15 volte gli utili, considerando gli ultimi tre anni. Il consiglio di base per l’intero portafoglio è di avere un rapporto complessivo di utili/prezzo, l’inverso del p/e, migliore del tasso corrente dei bond a lungo periodo ad alto rating (Graham include l’esempio p/e 13,3 = bond al 7,5%).

7. Moderato rapporto del prezzo sugli assets

Il prezzo corrente non deve essere superiore a 1,5 volte il valore di libro (rapporto prezzo/mezzi propri). Un rapporto prezzo/utili superiore a 15 può essere giustificato da un rapporto prezzo/mezzi propri inferiore al massimo consigliato. La regola consiste nel non superamento del valore di 22,5 come risultato della moltiplicazione del p/e con il p/mp. Il valore 22,5 è appunto dato da 15 (p/e) moltiplicato per 1,5 (p/mp). Quindi risulta ammesso, ad esempio, un p/mp di 2,5 con un rapporto p/e di 9.

Queste regole sono naturalmente dettate per il temperamento dell’investitore difensivo, o “value investor”, e sicuramente eliminano dal range della possibile scelta la grande maggioranza delle azioni quotate (specialmente per la regola dei dividendi). Da un lato escludono quelle aziende che sono (1) troppo piccole (2) in relativamente debole situazione finanziaria (3) con qualche deficit negli ultimi 10 anni di attività e (4) senza una lunga storia di pagamento di dividendi. Gli ultimi due criteri richiedono invece più guadagni e più assets per ogni dollaro pagato rispetto alla media. Tutte queste regole servono per creare un buon “fattore di sicurezza”, concetto introdotto da Graham che serve ad escludere gli acquisti quando una troppo grande porzione del prezzo pagato dipende dagli utili previsti sempre crescenti in futuro, fattore che aumenta di molto i rischi dell’investimento. Graham afferma che l'investitore dovrà decidere su questa importante questione da solo, dopo aver pesato attentamente gli argomenti a favore dell’investimento sui fondamentali o della speculazione. Il consiglio finale di Graham per l’investitore difensivo è di acquistare un portafoglio molto diversificato composto dai migliori titoli azionari e da bond con un alto livello di rating. Consigli preziosi e senza tempo, ma forse preziosi come non mai per chi li avesse seguiti alla lettera qualche anno fa. Avrebbe evitato acquisti di titoli tecnologici o in qualunque modo sopravvalutati, e di bond di scarso livello come ad esempio Cirio o i bond Argentini.
Intensità del fattore lavoro. Processo produttivo nel quale la maggior parte dei fattori della produzione è costituita da manodopera.
Interconnected. Interconnessa (con il sistema finanziario). Termine usato dalla FED per la banca d'affari Usa Bear Stearns, parafrasando il detto too big to fail con too interconnected to fail.
Interesse (Tasso di). Vedi Tasso di ... (Varie forme di interesse)
Interesse balloon. Tasso d'interesse di cedole obbligazionarie a lunga scadenza emesse in serie con altre a scadenza più breve. Il tasso della cedola prende questo nome causa la consistenza solitamente maggiore rispetto a quella dei titoli a breve scadenza.
Interesse base New York. Modalità (detta "di Boston") secondo la quale l’interesse è determinato considerando tutti i mesi composti da 30 giorni.
Interesse di controllo. Il possedere almeno il 50% più uno dei diritti di voto di un'impresa, tale da permettere di esercitare il controllo sull'attività della società in questione. Identico nome viene dato a una minoranza di controllo che, nonostante possegga una percentuale di azioni inferiore al 50%, mantiene ugualmente il controllo sulle attività dell'impresa grazie alla frammentazione dell'azionariato.
Interesse di mora (Default interest). Interessi dovuti dal debitore inadempiente dal momento della scadenza dell'obbligazione.
Interesse esatto. È l'interesse calcolato da una banca sulla base di un anno composto da 365 giorni, a differenza della pratica comune del mercato monetario che considera l'anno di 360 giorni.
Interesse legale. È il più alto tasso d'interesse permesso dalle leggi nazionali. Estensivamente, il tasso applicato in contratti dove non c'è stata una pattuizione differente.
Interesse ordinario. È l'interesse calcolato sulla base di un anno di 360 giorni, a differenza del metodo esatto che considera l'anno composto da 365 giorni.
Interesse semestrale. L’interesse che può essere pagato in due momenti nel corso dell’anno. Per esempio la cedola di numerosi titoli obbligazionari esteri e anche italiani, viene pagata in due rate semestrali di importo equivalente alla metà del tasso d’interesse facciale del titolo.
Interesse semplice. Sistema di calcolo dell'interesse di un titolo in cui non viene tenuta in considerazione la composizione degli interessi, ovvero si presume che gli interessi corrisposti periodicamente non vengano reinvestiti nel titolo.
Interesse usurario. Tasso di interesse per il prestito di denaro troppo elevato rispetto a quanto pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale per il settore di riferimento.
Interessi attivi. Gli interessi attivi rappresentano un aggregato di bilancio dato dalla somma degli interessi su titoli a reddito fisso, degli interessi su crediti verso enti creditizi, degli interessi su crediti verso clientela e altri interessi attivi.
Interessi di minoranza. In un'impresa, sono gli interessi patrimoniali appartenenti alla parte di azionisti che detiene una frazione di capitale inferiore al 50% del capitale. Nel bilancio consolidato di una società controllante sono rappresentati da un conto che incrementa le passività, mentre nel conto economico il profitto finale è decrementato della parte competente agli azionisti di minoranza della società controllata.
Interessi differiti. Titolo obbligazionario che non prevede pagamenti cedolari intermedi prima della scadenza. Il pagamento degli interessi, quindi, avviene interamente alla scadenza del titolo. A livello bancario, questo termine indica l'intervallo di tempo che passa tra il momento nel quale vengono versati dei fondi in un conto e quello in cui questi fondi diventano fruttiferi di interesse.
Interessi netti. Rappresenta il saldo della gestione finanziaria che scaturisce dalla contrapposizione tra i proventi rivenienti dagli investimenti finanziari e gli oneri corrisposti a fronte dei prestiti ricevuti.
Interessi passivi. Gli interessi passivi rappresentano un aggregato di bilancio dato dalla somma di interessi su debito verso enti creditizi e altri interessi passivi.
Interest rate guarantee. Vedi Interest Rate Cap.
Interest rate swap. Contratto mediante il quale due parti si impegnano a corrispondersi reciprocamente le differenze fra due tassi di interesse (generalmente fra un tasso fisso e uno variabile) calcolati su un determinato ammontare.
Interinale (Floor ticket). Documento compilato immediatamente allo scopo di registrare gli estremi di un'operazione in titoli, e che verrà completato in seguito tenendo conto di tutte le caratteristiche dell'operazione.
Interlinking. Insieme di infrastrutture e procedure operative che, nell’ambito del sistema TARGET (vedi), ha consentito il collegamento dei sistemi di regolamento lordo nazionali per il trattamento dei pagamenti in moneta unica tra i paesi della UE. Il sistema è stato dismesso con la fine della migrazione a TARGET2 il 19 maggio 2008.
Intermediario (Broker). Il broker è abilitato ad eseguire ordini di acquisto o vendita di titoli esclusivamente per conto terzi.
Intermediario alle grida (Floor broker). Intermediario in titoli, fisicamente presente alle grida nel corso delle contrattazioni, e che esegue gli ordini che gli arrivano dalla sala operativa della società da cui dipende.
Intermediario full service. È un intermediario in titoli capace di offrire alla propria clientela l’intera gamma di servizi che solitamente si richiedono a un broker, dalla effettuazione delle operazioni alla custodia dei titoli, dalla gestione degli investimenti allo studio delle singole società.
Intermediazione finanziaria. Per intermediazione finanziaria si intende l'intermediazione tra domanda e offerta di moneta e di strumenti finanziari. Le banche si occupano principalmente della raccolta del risparmio e della concessione di prestiti. Le SIM, le SGR, le SICAV, le imprese di investimento comunitarie con succursale in Italia, le imprese di investimento extracomunitarie, le società di gestione armonizzate, nonché gli intermediari finanziari iscritti in un apposito elenco previsto dall'articolo 107 del Testo unico bancario offrono prodotti finanziari, ovvero strumenti finanziari e ogni altra forma di investimento di natura finanziaria.La materia è disciplinata dal Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria.
International competitive bidding. Vedi ICB.
International Development Association (IDA). Istituzione del gruppo Banca Mondiale che concede prestiti a fondo perduto e a tasso agevolato ai paesi più poveri del mondo, non in grado di accedere ai mercati internazionali dei capitali. L’operatività è finanziata dai paesi donatori attraverso cicli periodici di ricapitalizzazione.
International Monetary and Financial Committee (IMFC). Importante organo dell’FMI composto da ministri finanziari, ovvero altri rappresentanti di analogo rango, in rappresentanza dei paesi, o gruppi di paesi, che nominano i direttori esecutivi (attualmente 24), ha il compito di fornire pareri al Consiglio dei governatori in materia di problemi del sistema finanziario internazionale e di modifiche statutarie; si riunisce due volte all’anno in occasione delle assemblee dell’FMI e della Banca Mondiale.
Interposizione pubblica (in senso stretto) (I1). Peso di tutte le entrate e le uscite della PA (eccetto i redditi da capitale) rispetto al prodotto del settore market. Misura il grado di interferenza della PA nell'economia al netto delle operazioni sul mercato dei capitali.
Interposizione pubblica allargata (I2). Peso di tutte le entrate e le uscite della PA rispetto al prodotto del settore market. Misura il grado di interferenza della PA nell'economia.
Interruttori di circuito. Adottati in seguito al crollo del 1987, sono depositi elettronici utilizzati nelle principali Borse valori con la funzione di arrestare le contrattazioni di titoli e strumenti derivati nel caso in cui il mercato si muova con velocità eccessiva.
Intersezione di due medie mobili. Un media mobile rappresenta il prezzo medio di un titolo ad una certa data. Tale media, che può essere semplice od esponenziale, è definita mobile perché al trascorrere del tempo si elimina l'ultimo valore della serie per inserire il nuovo dato, mentre il numero di dati elaborati rimane costante. L'intersezione di più medie mobili con diversi periodi di media può essere in grado di individuare alcuni segnali operativi. In pratica si sovrappongono i grafici di una media mobile di breve e di lungo periodo ricercando le intersezioni fra le curve come segnali operativi. Quando la corta taglia la lunga dal basso verso l'altro si genera un segnale di buy, simbolo che il titolo si è portato in una fase di forza rispetto al passato. Considerazioni rovesciate nel caso di taglio dall'alto verso il basso.
Intervallo (Range). Intervallo di variazione del prezzo di un certo periodo di tempo.
Intervallo di contrattazione. Intervallo di prezzo esistente tra il valore massimo e quello minimo di un titolo in un certo periodo. Negli strumenti derivati è la massima oscillazione di prezzo permessa a un contratto future durante una giornata di contrattazione, oltre il quale interviene l'autorità di Borsa per la sospensione delle contrattazioni.
Intervallo di esecuzione. In Borsa l'intervallo di prezzo entroil quale può essere effettuata una contrattazione, nel corso di una giornata di quotazione.
Intervallo di prezzo. E' la differenza tra prezzo massimo e minimo di un titolo in un certo periodo di tempo.
Intervenire prima. Nelle operazioni in titoli, si dice che un operatore si viene a trovare in front running nel momento in cui, conoscendo che in futuro avverrà una compravendita di notevoli dimensioni, agisce prima della stessa eseguendo un'operazione per conto proprio, così da beneficiare dell'oscillazione di prezzo dovuta al volume della contrattazione che si verificherà in un secondo momento.
Intervento a compimento. Piano d'intervento industriale che prende avvio, in un'impresa di estrazione petrolifera o di gas naturale, nel momento in cui viene accertata una consistenza del giacimento tale da assicurare il suo sfruttamento commerciale.
In the money. Locuzione inglese che si riferisce ai contratti di opzione. Specifica, con una semplice preposizione quando è conveniente per il possessore esercitare il diritto connesso. "In" ha un significato positivo: vuol dire che l'investitore è "in attivo" e quindi ha convenienza a esercitare il suo diritto.
Intrastat. Sistema statistico con il quale dal 1º gennaio 1993, con il completamento del mercato unico europeo e la conseguente soppressione delle dogane e delle frontiere interne, sono rilevati gli scambi di merci fra i paesi della UE. Il sistema si basa su dichiarazioni fornite direttamente dalle imprese, a fini sia statistici sia fiscali. Dal 1° gennaio 2007 sono state modificate le soglie di fatturato che determinano la periodicità della dichiarazione Intrastat. Le imprese italiane che hanno effettuato nell’anno precedente, o prevedono di effettuare in quello in corso, acquisti per un valore di oltre 180.000 euro o cessioni per oltre 250.000 euro hanno l’obbligo di segnalazione mensile; le dichiarazioni trimestrali interessano le imprese con cessioni per un importo annuo compreso
tra 40.000 e 250.000 euro; le dichiarazioni annuali riguardano le imprese con acquisti inferiori a 180.000 euro o cessioni inferiori a 40.000 euro. A partire dal gennaio 2005, i dati mensili incorporano una stima del valore dei flussi rilevati a livello trimestrale e annuale. La tradizionale documentazione doganale continua invece a essere utilizzata per la rilevazione degli scambi con i paesi extracomunitari.
In uguali proporzioni. È una clausola tramite la quale il debitore attesta che le obbligazioni contratte verso il mutuante, in rapporto al rimborso del prestito e alle garanzie concesse, pongono quest’ultimo in una posizione di parità nei confronti degli altri creditori dello stesso borrower.
Inversione. Si definisce reversal, in analisi tecnica, l'inversione di tendenza del prezzo di un titolo. Per esempio, quando a un periodo di prezzi discendenti segue un periodo di rialzo delle quotazioni.
Investable Weight Factor (IWF) L'Investable Weight Factor (IWF) è una variabile utilizzata per la definizione dell.indice SandP/Mib ed esprime la capitalizzazione di borsa di un titolo pesata in base al criterio del flottante. IWF è pari a 100 meno la somma delle partecipazioni percentuali detenute dagli azionisti di una società che detengono almeno il 5% delle azioni in circolazione, ad eccezione degli OICR. Per una maggiore precisione i valori dell'IWF vengono arrotondati a quattro cifre decimali. L'IWF è rivisto quattro volte l'anno, a marzo, giugno, settembre e dicembre, ed i cambiamenti sono effettuati nel giorno successivo alla scadenza dei contratti derivati (primo lunedì dopo il terzo venerdì di marzo, giugno, settembre e dicembre). A seguito di operazioni sul capitale (fusioni, incremento del capitale) che comportino un cambiamento del numero di azioni superiore al 10% delle azioni già emesse, il nuovo numero di azioni sarà rettificato nell'indice alla conclusione del periodo dell'operazione sul capitale. Nel caso in cui il cambio del numero di azioni sia il risultato di un evento di mercato come un collocamento istituzionale o un buyback azionario attraverso bookbuilding, SandP potrebbe decidere di introdurre ugualmente le modifiche del numero di azioni che superino il 5%, anche se non raggiungessero la soglia del 10%. I cambiamenti all'IWF saranno aggiornati solo se maggiori del 10%. Nei casi in cui la modifica del flottante sia il risultato di un evento di mercato come un collocamento istituzionale o vendita attraverso bookbuilding o un'OPA parziale, SandP potrebbe decidere di implementare ugualmente le modifiche del flottante che superino il 5%, anche se non raggiungessero la soglia del 10%. Gli annunci infratrimestrali riguardanti il numero di azioni o gli IWF saranno sempre fatti alla chiusura del mercato di Borsa del martedì, ed effettivi dopo la chiusura delle contrattazioni del venerdì o all'apertura delle contrattazioni del lunedì.
Investimenti a beneficio assicurati. Investimenti a beneficio assicurati dei rami vita i quali ne sopportano il rischio e derivanti dalla gestione dei fondi pensione.
Investimenti diretti. La V edizione del Manuale di bilancia dei pagamenti dell’FMI definisce «diretto» l’investimento fatto per acquisire un «interesse durevole» in un’impresa (direct investment enterprise) che opera in un paese diverso da quello in cui risiede l’investitore. Gli investimenti diretti assumono tre forme principali: a) acquisizione di partecipazioni azionarie o di altro tipo al capitale sociale dell’impresa estera (equity); b) reinvestimento degli utili non distribuiti da parte dell’impresa estera; c) conferimento di altri capitali non-equity (prestiti intersocietari, ecc.). L’FMI include nel novero delle direct investment enterprises solo quelle società nelle quali l’investitore acquisisce almeno il 10 per cento delle azioni ordinarie o del potere di voto, ammettendo però la possibilità di utilizzare criteri complementari atti a individuare la presenza o meno di un interesse durevole tra l’investitore e la controparte estera. Le direct investment enterprises sono ulteriormente suddivise in associates (società consociate, di cui l’investitore possiede fino al 49 per cento), subsidiaries (società controllate, 50 per cento o più), e branches (filiali, 100 per cento).
Investimenti facilmente liquidabili. Beni di semplice conversione in contante, come assegni, titoli di Stato, depositi bancari, ecc.
Investimenti materiali per azione. È un indice di valutazione riferito al contenuto patrimoniale di un titolo azionario, ricavato dividendo il totale delle attività (al netto di quelle immateriali delle passività e dell'ammontare dei titoli privilegiati) per il numero dei titoli azionari esistenti.
Investimento. È l'utilizzo di capitale per ottenere un beneficio monetario. Questo termine è frequentemente usato in contrapposizione a "speculatione", che indica l'impiego di fondi di solito a più breve termine per ottenere guadagni immediati su operazioni aventi rischiosità più elevata.
Investimento a capitale costante. Metodologia d'investimento in titoli, dilazionata nel tempo, secondo la quale si investe una somma fissa di denaro in un titolo, acquistandone in quantità maggiore quando il prezzo è basso e, viceversa, acquistandone in quantità minore quando il prezzo è alto.
Investimento a reddito fisso. Titolo in grado di offrire un interesse fisso lungo tutta la durata dell'investimento. Sono considerati investimenti a reddito fisso anche le obbligazioni a cedola variabile, anche se in questi casi non è possibile predeterminare in anticipo i flussi di pagamento. Le azioni non sono da considerare un investimento a reddito fisso, poiché l'ammontare dei dividendi è dipendente dall'andamento della gestione perciò non è prevedibile con precisione.
Investimento di capitale. Investimento a lungo termine attuato da un'impresa che ha intenzione di usufruirne durante più processi produttivi, con l'obiettivo di diminuire i costi o aumentare i ricavi.
Investimento indicizzato all'oro. Titolo o fondo comune d'investimento, il cui rendimento è legato al prezzo dell'oro.
Investimento in sofferenza. Sono investimenti, solitamente dei prestiti, che a causa delle difficoltà del debitore non producono gli interessi che sono stati pattuiti in sede di emissione del finanziamento.
Investimento straniero diretto. Imprese fondate con la collaborazione di capitale di rischio giunto da nazioni differenti, dette joint ventures. Lo stesso termine definisce pure gli investimenti fatti da stranieri in imprese che operano nel territorio nazionale.
Investitore individuale. Colui che effettua operazioni di investimento finanziario per conto proprio.
Investitore istituzionale. Comprendono: le compagnie di assicurazione, i Fondi pensione (vedi), gli OICVM (vedi) e le Gestioni di patrimoni mobiliari (vedi).
Investitore per copertura. Imprese che operano sul mercato degli strumenti derivati su materie prime non a fini speculativi, ma per cautelarsi dalle oscillazioni di prezzo che potrebbero danneggiare il risultato reddituale.
Investment bank. Banca specializzata nel collocamento di titoli emessi dalla propria clientela. Al contrario della merchant bank, non svolge un ruolo di supporto coinvolgendo le proprie risorse nell'impresa del cliente.
Investment grade. Sono le obbligazioni che vengono giudicate idonee a preservare il capitale investito, cioè poco rischiose. Di solito, corrispondono a quelle che Standard and Poor's valuta con un Rating pari o superiore a BBB. Si tratta dunque di titoli molto affidabili e con un profilo rischio/rendimento contenuto.
Ipercomprato. In analisi tecnica indica una situazione in cui la crescita nel prezzo di un bene di investimento è stata eccezionalmente rapida, e quindi ci si può attendere delle prese di beneficio con una conseguente riduzione nel livello del prezzo del bene in oggetto.
Iperinflazione. Con il termine iperinflazione si intende una situazione di inflazione particolarmente elevata. L'iperinflazione è un fenomeno monetario, per il quale l'inflazione di un paese eccede significativamente i livelli medi mondiali. Generalmente si parla di iperinflazione quando l'inflazione mensile eccede il 50%, ossia più dell'1% al giorno. Il termine viene abusato dai giornalisti per indicare situazioni di inflazione elevata. Nella foto una signora alimenta una stufa con pacchi di banconote durante l'iperinflazione tedesca degli anni '20
Ipervenduto. In analisi tecnica un titolo è considerato ipervenduto nel momento in cui la discesa dei prezzi risulta particolarmente rapida, e quindi è possibile attendersi un movimento correttivo di direzione inversa rispetto a quello precedentemente avvenuto.
Ipo (Initial public offering). Un’Offerta Pubblica Iniziale (Initial Public Offering - IPO) è un'offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato. Le offerte pubbliche iniziali sono promosse generalmente da un’impresa il cui capitale è posseduto da uno o più imprenditori, o da un ristretto gruppo di azionisti (a esempio investitori istituzionali o venture capitalists), che decide di aprirsi a un pubblico di investitori più diffuso contestualmente alla quotazione in Borsa. L’impresa che promuove un’IPO offre sul mercato una quota del proprio capitale azionario, o attraverso l’alienazione di azioni possedute dagli attuali azionisti (OPV, Offerta Pubblica di Vendita), o dando la possibilità agli investitori di sottoscrivere azioni di nuova emissione (OPS, Offerta Pubblica di Sottoscrizione), o sfruttando congiuntamente le due modalità (OPVS, Offerta Pubblica di Vendita e di Sottoscrizione). Va messo in evidenza che attraverso un’OPS vengono collocate sul mercato azioni di nuova emissione: in questo caso, pertanto, l’offerta comporta un aumento di capitale e una raccolta di capitale positiva per l’impresa. Per contro, nell’OPV gli azionisti controllanti dell’impresa e/o gli investitori istituzionali presenti nel capitale cedono in parte o integralmente i loro titoli: in questo caso non vi è raccolta di capitale per l’impresa, ma vi è una raccolta di liquidità da parte degli offerenti.
Ipoteca. Contratto che consente a un creditore di espropriare un bene di proprietà del debitore. Per la costituzione dell'ipoteca è richiesta l'iscrizione nei pubblici registri.
Ipoteca a tasso variabile. Tipo di contratto ipotecario, stipulato tra istituto finanziario e acquirente di proprietà immobiliare, che prevede una revisione periodica (in genere semestrale) e predeterminata del tasso di interesse, il quale viene solitamente legato a indici economici come il rendimento dei titoli di Stato o quello medio dei titoli ipotecari. Allo scopo di ridurne la rischiosità nei confronti dell'acquirente, all'incremento del tasso d'interesse viene normalmente fissato un tetto massimo.
Ipoteca di prima iscrizione. È la prima ipoteca iscritta su un determinato bene immobile, che ovviamente offre una garanzia superiore a quelle iscritte in seguito.
Ipoteca per l'acquisto. Prassi di acquisto di un bene immobile, solitamente terreni da ristrutturare, dove l'acquirente non effettua pagamenti in contante ma iscrive un'ipoteca sul bene per il valore totale, a favore del venditore.
Ipoteca trasferibile. Definizione data a un mutuo ipotecario nel caso in cui il contratto contempli la possibilità per il beneficiario del mutuo di trasferire all'acquirente dell'immobile oggetto del diritto reale il contenuto residuo della prestazione. Per esempio, se il mutuo è stato rimborsato per il 50% del valore, il nuovo acquirente subentrerà nel pagamento della quota restante senza che il venditore incorra in sanzioni.
Ipotesi del ciclo vitale. L'ipotesi del ciclo vitale o Life-cycle hypothesis elaborata da Franco Modigliani afferma che l'individuo nel corso della sua vita punta a massimizzare la somma delle utilità del consumo sotto il vincolo delle risorse di cui il consumatore dispone durante la sua vita. (Un esempio: un consumatore tenderà a risparmiare da giovane per poter poi aumentare i propri consumi da vecchio) Si ipotizza inoltre che il consumatore cercherà di consumare le proprie sostanze a un tasso stabile nel tempo, con la conseguenza che la dimensione del risparmio in un anno dipenderà dalla variazione del reddito di quell'anno intorno al valore medio delle risorse disponibili. La novità di questa ipotesi è che il consumo e il risparmio di un periodo non dipendono dal reddito di quel periodo, ma dal reddito vitale, vale a dire dall'insieme del reddito disponibile nel corso della vita.
IRAP. Imposta Regionale sulle Attività Produttive. Istituita a decorrere dal 1 gennaio 1998 a seguito dell'abolizione delle seguenti principali imposte: ILOR, CSSN, imposta sul patrimonio netto delle imprese, ICIAP, tassa concessione governativa per l'attribuzione della P.IVA. E' dovuta dai contribuenti esercenti attività produttive di beni e servizi (imprese e professionisti) e per la gran parte dei soggetti l'aliquota da applicare è pari al 4,25%. La base imponibile è costituita dal valore della produzione netta, dato dalla seguente differenza: totale ricavi e proventi - costi della produzione (ossia, materie prime e merci e variazione rimanenze, servizi, ammortamenti e svaluzioni, oneri diversi, ad esclusione dei costi per i personale e delle perdite su crediti).
IRES. L'IRES, acronimo di Imposta sul reddito delle società è una imposta proporzionale e personale con aliquota del 27,50%. Ai sensi dell'articolo 73 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi sono soggetti passivi dell'imposta sul reddito delle società:
Società di capitali, società cooperative e società di mutua assicurazione residenti nel territorio dello Stato;
enti pubblici ed enti privati, diversi dalle società, nonché i trust, residenti nel territorio dello Stato che hanno, come oggetto esclusivo o principale, l'esercizio di attività commerciale;
enti pubblici ed enti privati, diversi dalle società, nonché i trust, residenti nel territorio dello Stato che non hanno come oggetto l'esercizio di attività commerciale;
società ed enti di qualsiasi tipo, compresi i trust, con o senza personalità giuridica, non residenti nel territorio dello Stato.
L'IRES, istituita col decreto legislativo n. 344/2003, ha sostituito l'IRPEG ed è entrata effettivamente in vigore il primo gennaio 2004. Il legislatore ha voluto modernizzare il regime fiscale dei capitali e delle imprese facendo riferimento al modello prevalente nei Paesi dell'Unione Europea.
IRPEF. Imposta sui redditi delle persone fisiche. Colpisce tutti i redditi prodotti dalle persone fisiche con l'esclusione dei redditi esenti e di quelli con ritenuta alla fonte a titolo d'imposta. Questa imposta è progressiva, prevede cioè aliquote crescenti per scaglioni di reddito.
IRPEG. Imposta sui redditi delle persone giuridiche. L'aliquota normale è il 36% e si calcola sugli utili lordi di una società, qualunque sia la base imponibile. Non sono soggetti a questa imposta gli organi e le amministrazioni dello Stato, né le regioni, le province e i comuni. Dal 1 gennaio 2004 l'IRPEG è stata sostituita dall'IRES, al fine di disciplinare il regime fiscale dei capitali e delle imprese seguendo il modello prevalente nei Paesi membri dell'Unione Europea.
Irs. Vedi Interest rate swap.
ISAE. Istituto di studi e analisi economica, istituito il 4 gennaio 1999 in seguito alla fusione di Isco e Ispe; effettua le indagini congiunturali precedentemente eseguite dall’Isco, utilizzando la stessa metodologia.
Iscrizione a ruolo. Iscrizione negli elenchi dei debitori, a titolo definitivo (a esempio le imposte dovute in base alle dichiarazioni, o liquidate in base ad accertamenti definitivi) o provvisorio (a esempio, imposte risultanti da accertamenti non definitivi per i quali è stato presentato ricorso), delle somme dovute dai contribuenti ai fini della riscossione delle stesse mediante concessionario della riscossione.
Isin. International Securities Identification Numbering System. Si tratta di un codice che viene attribuito unicamente ai titoli, come definiti dalle norme ISO 6166. Tale codice consente di identificare in modo univoco presso tutti i paesi membri dell'International Organizational for Standardization (ISO) i titoli in circolazione alla data di partenza del progetto e quelli emessi successivamente. Il codice ISIN è un codice alfanumerico di 12 elementi, di cui i primi due identificano il paese di riferimento e i seguenti costituiscono il codice locale attribuito al titolo. La gestione dei codici ISIN è responsabilità delle NNAs (National Numbers Authorities). La funzione di codificazione per l'Italia è svolta dall'UIC (Ufficio Italiano Cambi).
ISO (Individual Stock Option). Contratto di opzione su singoli titoli azionari quotati nella borsa italiana.
Isoalfa. Opzioni su titoli negoziate al mercato italiano.
Isola. Raggruppamento di barre, al culmine di una tendenza, isolato dal resto del grafico per la presenza di gap.
Ispezione. Facoltà rientrante nei poteri degli uffici finanziari consistente nell'effettuazione di verifiche e ricerche e ogni altra rilevazione, direttamente nei locali destinati all'esercizio dell'attività del contribuente, avente il fine di reprimere l' evasione fiscale e le altre violazioni. L' ispezione documentale si estende a tutti i libri, registri, documenti e scritture che si trovano nei locali, compresi quelli la cui tenuta e conservazione non sono obbligatorie.
Istituti di moneta elettronica (Imel). Imprese, diverse dalle banche, che svolgono in via esclusiva l’attività di emissione di Moneta elettronica (vedi). Possono anche svolgere attività connesse e strumentali a quella esercitata in esclusiva e offrire servizi di pagamento. È preclusa loro l’attività di concessione di crediti in qualunque forma.
Istituto di credito ipotecario. Istituzione creditizia specializzata nell'erogazione di mutui a lungo termine, raccogliendo fondi attraverso il collocamento di titoli a lungo termine sul mercato finanziario.
Istituto monetario europeo (IME) È stato costituito il l° gennaio 1994, con l’avvio della seconda delle tre fasi della UEM, ed è stato posto in liquidazione il 1° giugno 1998 secondo quanto previsto dal Trattato di Maastricht. I compiti principali dell’istituto erano: la predisposizione del quadro regolamentare, organizzativo e logistico necessario per l’attuazione della fase finale, caratterizzata da una moneta e una politica monetaria uniche; la promozione del coordinamento delle politiche monetarie degli Stati membri; il controllo del funzionamento dello SME. Nel giugno 1998 è stata istituita la Banca centrale europea, che è subentrata all’IME.
Istituzione finanziaria. Soggetto che raccoglie fondi per investirli successivamente, dove le fonti di tale raccolta possono essere i mezzi propri, i depositi della clientela o i fondi provenienti dall'emissione di prestiti obbligazionari. Le finalità degli impieghi possono essere finanziamenti alla clientela, investimenti in titoli, investimenti in altri beni, ecc.
Istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie. Organismi senza scopo di lucro, dotati di personalità giuridica, che sono produttori privati di beni e servizi, non destinabili alla vendita, ma in favore delle famiglie.
IUC. La nuova imposta introdotta nella Legge di Stabilità 2014 ingloba tasse e tributi dovuti in relazione alla casa (IMU) e alla produzione di rifiuti (ex Tia e Tarsu e TARES): in primis battezzata TRISE, nel maxi-emendamento del Governo approvato in Senato ha assunto la denominazione definitiva di IUC (Imposta Unica Comunale). L'imposta è composta da più parti: l'imposta IMU sul possesso di immobili (escluse le prime abitazioni), la tariffa TARI sulla produzione di rifiuti e quella TASI, che copre i servizi comunali indivisibili (illuminazione..) con una quota anche a carico dei locatari. La IUC è dunque una Service Tax composita, che si paga sia rispetto al possesso di un immobile sia alla sua locazione, applicabile tanto ai proprietari quanto agli inquilini.
IVA. Si applica con aliquote differenziate su merci e servizi e consente al produttore di detrarre l'imposta pagata per l'acquisto dei mezzi di produzione. Grava sul consumatore finale.

J

Joint venture. E' un accordo di collaborazione con cui due o più imprese che pur mantenendo la propria indipendenza giuridica necessitano di collaborare per la realizzazione di un progetto di natura industriale o commerciale e che vede l'utilizzo sinergico delle risorse portate dalle singole imprese partecipanti.
Junk Bond. Titolo spazzatura o junk bond, in inglese, è un titolo obbligazionario dal redimento elevato, ma caratterizzato da un alto rischio per l'investitore. Tale tipologia di titoli, assai diffusa nei primi anni Ottanta negli USA, viene emessa da società disposte, pur di ottenere denaro, a pagare tassi di interesse elevati. L'elevato indebitamento della società emittente comporta una elevata probabilità di fallimento della stessa. Il risparmiatore rischia quindi di perdere, in tutto o in parte, il capitale versato. I titoli spazzatura, cosiddetti "junk bonds", sono normalmente obbligazioni emesse da società che possiedono rating di livello speculativo, ossia inferiore alla tripla B.

K

Keynes, John Maynard. Economista inglese (Cambridge 1883-Firle Beacon, Sussex, 1946). Studiò a Eton e a Cambridge eccellendo prima negli studi matematici e in seguito in quelli economici. Dopo aver lavorato due anni all'India Office, accettò un incarico per insegnare Economia a Cambridge, nel 1908. Tre anni più tardi fu nominato direttore della Royal Economic Society e dell'Economic Journal. Continuò nel frattempo a interessarsi ai problemi economici dell'India, tanto da essere nominato segretario e poi membro (1913) della Royal Commission on Indian Currency and Finance, mentre veniva data alle stampe la sua prima opera di rilievo: Indian Currency and Finance in cui difendeva il gold-exchange standard contro l'allora imperante gold standard. Nel 1915 entrò al Tesoro come esperto di finanza estera e in particolare di quella interalleata e la sua abilità lo fece nominare rappresentante finanziario del Tesoro alla conferenza di Versailles. Abbandonata la conferenza per sostanziali divergenze sulle clausole del trattato, scrisse sull'argomento il polemico The Economic Consequences of the Peace (1919). Nel 1922 riprese la questione della ricostruzione postbellica e in particolare delle riparazioni. Nel 1923 pubblicò il volume Tract on Monetary Reform, ancora di critica al gold standard, in cui proponeva di difendere la stabilità dei prezzi interni controllando il prezzo dell'oro e i cambi esteri. Sferrò un nuovo attacco al ritorno all'oro nel profetico opuscolo The Economic Consequences of Mr. Churchill (1925), in cui pose in luce come la politica governativa avrebbe causato una serie di scioperi catastrofici per l'economia inglese, come poi in effetti avvenne. Nello stesso 1925 Keynes sposò Lydia Lopokova, che gli fu sempre accanto con dedizione e intelligenza. In quegli anni attese alla stesura di A Treatise on Money (1930) dove per la prima volta si trova analizzata la relazione fra risparmio e investimento. Nel 1936 usciva la sua opera principale, The General Theory of Employment, Interest and Money, dove l'aggettivo “generale” indica come egli intendesse estendere la validità dell'analisi oltre gli schemi classici della piena occupazione con riguardo quindi anche alle condizioni di disoccupazione e di sottoccupazione. L'opera vuole esaminare i fattori che determinano il volume della disoccupazione, dimostrando errata la teoria fino ad allora dominante secondo cui se esiste disoccupazione essa è dovuta al rifiuto dei lavoratori di accettare salari più bassi. Per Keynes, viceversa, il fenomeno è dovuto a una carenza di domanda effettiva, ossia a un consumo o a un investimento insufficiente. Il meccanismo è schematicamente il seguente: a ogni livello di occupazione corrisponde un certo livello di reddito e a ogni livello di reddito corrisponde una certa spesa in beni di consumo. Data quindi una certa propensione al consumo (che Keynes suppone costante nel breve periodo), il livello dell'occupazione dipende dall'ammontare d'investimenti effettuati, i quali a loro volta dipendono dalla relazione tra efficienza marginale del capitale e tasso di interesse. L'esistenza della disoccupazione è pertanto dovuta a una prevista insufficiente redditività degli investimenti o a un eccessivo tasso d'interesse. Le implicazioni di politica economica che Keynes trae da questa analisi sono di tre ordini: controllo sui tassi d'interesse bancari, controllo sugli investimenti privati e attuazione d'investimenti pubblici, forte tassazione progressiva al fine di raggiungere una più uniforme distribuzione dei redditi e quindi aumentare la propensione al consumo della collettività. Il pensiero keynesiano ha avuto una tale influenza, sia sull'evoluzione della teoria economica, sia sui concreti indirizzi di politica economica governativa da far parlare di “rivoluzione keynesiana”. I suoi contributi principali sono: dimostrazione della possibilità di un equilibrio di sottoccupazione; delineazione di una teoria macroeconomica; impulso sostanziale alle statistiche della contabilità nazionale; rilievo dato all'intervento pubblico nell'attività economica soprattutto ai fini di attenuare una depressione o frenare una fase di espansione. Nominato consigliere del cancelliere dello Scacchiere e membro del consiglio della Banca d'Inghilterra (1940) nel 1942 ebbe il titolo di lord. Frattanto elaborava un piano di ricostruzione economica e finanziaria e, in particolare, un piano monetario internazionale che prevedeva l'instaurazione di una International Clearing Union, una specie di banca centrale internazionale autorizzata a emettere una speciale moneta (Bancor). Il piano fu presentato e discusso nei negoziati che si conclusero con gli Accordi di Bretton Woods, ma gli fu preferito quello dell'americano White. Come teorico Keynes ebbe modo di esporre le sue idee nell'insegnamento a Cambridge, ma non disgiunse mai la teoria dalla pratica e, oltre alla notevole attività pubblica, in privato fu uomo d'affari, speculatore sui cambi, presidente di un'importante compagnia di assicurazioni. Altre opere: A Treatise on Probability (1921), The End of Laissez-Faire (1926), Essays in Biography (1933), The Means to Prosperity (1933), How to Pay for the War (1940).
Kick-off-meeting. Riunione che avviene durante le prime fasi dell'iter di quotazione, in cui viene presentato il progetto e vengono definite le responsabilità dei singoli soggetti coinvolti nel processo di quotazione. La ''preliminary timetable'' definisce i tempi e le scadenze previste per ciascuna fase del processo. Più genericamente è un qualunque incontro preliminare grazie al quale si dà il "calcio d'avvio" a un progetto.
Know-how. Letteralmente significa ''sapere come '' e viene tradotto in Italiano con ''conoscenza, capacità ed abilità'' accumulate da una persona , da un'impresa, da un Paese. In campo economico cedere know-how significa ''vendere'' conoscenze, competenze tecnico - scientifiche nonché esperienza, in modo tale da far funzionare al meglio un nuovo impianto o un processo produttivo o un'impresa. L'addestramento e l'aggiornamento del personale comprende il trasferimento di know how per migliorare le performance dell'impresai. Sono know-how quindi i pareri e le consulenze tecniche e/o scientifiche fornite da liberi professionisti. Nelle imprese, tra le attività di bilancio, può figurare la voce know-how dove si identifica quella parte di capitale investito in attività di ricerca e sviluppo (a valore stimato se tale attività è svolta all'interno dell'azienda con proprio personale e propri mezzi), oppure costo per l'acquisizione di conoscenze esterne (misurato dalla somma spesa per ottenerle).





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